CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 aprile 2015
428.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l'8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno. C. 2124-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione
   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 2124-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, «Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l'8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno»;
   preso atto delle modificazioni introdotte;
   rilevato, in particolare, che sono state soppresse, all'articolo 10, le disposizioni relative all'introduzione del reato di cui all'articolo 437-bis del codice penale (Traffico ed abbandono di materiale nucleari ad alta radioattività), nonché quelle, collocate all'articolo 11 del testo approvato dalla Camera, concernenti le modifiche all'articolo 25-undecies, comma 1, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300);
   considerato che l'avvenuta soppressione delle predette disposizioni risponde alla necessità, come già evidenziato nel parere espresso nella seduta del 27 febbraio 2015, di evitare sovrapposizioni con le fattispecie, di analogo tenore, introdotte dalla proposta di legge 957-B in materia di delitti contro l'ambiente, attualmente all'esame della Camera,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 85

ALLEGATO 2

Documento di Economia e Finanza 2015. Doc. LVII, n. 3 e Allegati.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato il Documento di Economia e Finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3) con i relativi allegati, in particolare quello relativo al Programma delle infrastrutture strategiche (Allegato VI) e quello sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Allegato III);
   considerato che:
    per quanto riguarda le politiche in materia di infrastrutture, il Documento di Economia e Finanza 2015 evidenzia, innanzitutto, l'importanza di proseguire e di rafforzare gli interventi, già avviati nel 2014, nella direzione della semplificazione amministrativa, dello snellimento e sburocratizzazione delle procedure, della lotta alla corruzione con ogni energia;
    in tale ambito, assume rilevanza strategica accelerare e portare a compimento la prospettata revisione del Codice dei contratti pubblici, anche in coerenza con il recepimento delle direttive europee sugli appalti pubblici e sulle concessioni, nella direzione sia della semplificazione normativa e procedurale e del contrasto alla corruzione, sia dell'obiettivo di accrescere la qualità della progettazione e di ridurre il numero delle stazioni appaltanti, finalità che l'VIII Commissione ha più volte evidenziato già nell'esame delle proposte delle predette direttive;
    l'Allegato Infrastrutture reca le linee guida in base alle quali verrà definito entro settembre 2015 un unico Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP), che includerà e renderà coerenti la pianificazione e la programmazione di tutti gli investimenti previsti nel comparto delle opere pubbliche;
    tale Allegato rappresenta un'importante e significativo cambio di passo rispetto agli anni precedenti nelle politiche infrastrutturali, in quanto provvede giustamente a selezionare un elenco di venticinque opere prioritarie, sulla base di una valutazione di coerenza con l'integrazione con le reti europee e territoriali, dello stato di avanzamento delle singole infrastrutture per addivenire in tempi certi alla loro ultimazione, nonché sulla base della possibilità di finanziamento con capitale privato;
    il predetto documento sottolinea il coordinamento e la coerenza fra le scelte del Programma delle infrastrutture strategiche (PIS) ed i diversi strumenti di programmazione, tra i quali lo schema di contratto di programma quinquennale Anas 2015-2019. Al riguardo, considerando l'elevata quota di fabbisogno finanziario occorrente fino al 2019, dovrebbero essere stanziate anno per anno le risorse programmate per realizzare una più efficace azione, che deve ricomprendere obiettivi sia di ammodernamento e potenziamento, sia di manutenzione, ordinaria e straordinaria – sempre più’ necessaria ed urgente – della rete stradale ed autostradale nazionale, per assicurare l'adeguata e funzionale conservazione della rete stradale soggetta a naturali e crescenti fenomeni di obsolescenza;
    condivisibile, ai fini dell'ammodernamento del sistema infrastrutturale dell'intero Pag. 86territorio nazionale, e’ la scelta di fondo di adottare misure e di puntare su interventi diretti a promuovere e a sostenere la crescita economica e del sistema produttivo, la mobilità delle persone e delle merci, investendo non solo sulle cosiddette «grandi opere», ma anche ed in misura adeguata e più’ elevata sulle opere per così’ dire di piccola e/o media portata, che molto spesso rispondono a una funzione importante, con rimarchevoli ed immediate ricadute positive sulla qualità di vita delle comunità, sulla rete dei servizi a disposizione delle persone, sulle prospettive di concreta crescita dei territori;
    l'Allegato si sofferma, oltre che sul Programma operativo infrastrutture e reti e sul Fondo europeo per gli investimenti strategici, anche sui progetti presentati alla Commissione europea a valere sulle risorse della Connecting Europe Facility, nell'ambito dei quali andrebbe incrementata la quota riguardante le regioni del Mezzogiorno;
    il DEF 2015 ribadisce la volontà, già espressa nel precedente documento, di rafforzare ed incrementare la cooperazione e le diverse forme di collaborazione tra pubblico e privato per la realizzazione di opere pubbliche. Al riguardo, per realizzare un sistema vero ed effettivo di project financing nel campo delle infrastrutture, dovrebbero essere introdotte modifiche alla normativa che disciplina il partenariato pubblico-privato, escludendo interventi successivi dello Stato, che possano determinare il sostanziale azzeramento del rischio di impresa;
   rilevato che:
    per quanto riguarda le politiche in materia di ambiente, il PNR 2015 sottolinea l'esigenza di proseguire e di accelerare negli interventi di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio, da un lato, ottimizzando le tantissime opportunità positive e le importanti prospettive di sviluppo e crescita economica ed occupazionale per tutto il Paese, offerte sempre di più dalla cosiddetta economia verde (green economy) e, dall'altro, ponendo in campo un'azione incisiva per affrontare le problematiche, sempre più strategiche, legate al dissesto idrogeologico, alle politiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, al risanamento ambientale e alla bonifica dei siti inquinati, allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e alla riduzione dei consumi energetici;
   il predetto programma prevede correttamente il rafforzamento del ruolo della cosiddetta fiscalità ambientale che, in attuazione dell'articolo 15 della legge delega 11 marzo 2015, n. 23, deve trovare adeguata attuazione nell'ambito del processo in itinere di revisione della fiscalità generale dello Stato;
   occorre altresì promuovere con maggiore determinazione le politiche e gli interventi normativi finalizzati alla tutela ambientale, anche attraverso l'accelerazione definitiva dell'iter delle proposte di legge all'esame del Parlamento, quali la riforma delle agenzie ambientali, l'inserimento nel Codice Penale dei delitti contro l'ambiente, il provvedimento per il contenimento del consumo di suolo, il c.d. «collegato ambientale», il riordino e il coordinamento del sistema della protezione civile, nonché di altre proposte finalizzate ad incentivare un mutamento del modello economico di riferimento e alla adozione di nuovi stili di vita, di consumo e di produzione;
   l'Allegato sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, individua, con orizzonte temporale al 2020, le misure idonee a perseguire gli obiettivi del Protocollo di Kyoto e della Decisione 406/2009/CE e richiama anche le Conclusioni approvate dal Consiglio europeo del 23-24 ottobre 2014 sui nuovi obiettivi per il periodo 2020-2030 con il Quadro Clima Energia 2030;
   il nostro Paese deve sempre di più indirizzare la sua azione complessiva verso il completo raggiungimento degli obiettivi legati alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, adoperandosi a tal fine in vista della prossima Conferenza Pag. 87delle Nazioni Unite sul cambiamenti climatici prevista a Parigi nel prossimo dicembre;
   nell'ambito del DEF 2015, inoltre, particolare rilevanza assume la Strategia nazionale per le aree interne del Paese, che persegue obiettivi strettamente collegati a quelli che ispirano le proposte di legge nn. 65 e 2284 in materia di «piccoli comuni», attualmente all'esame delle Commissioni riunite V e VIII, delle quali si auspica la rapida approvazione;
   l'articolo 17 bis del decreto legge n. 133 del 2014 prevede che il Governo, le regioni e le autonomie locali, in attuazione del principio di leale collaborazione, concludono, in sede di Conferenza unificata, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti, accordi o intese per l'adozione di uno schema di regolamento edilizio-tipo, che indica i requisiti prestazionali degli edifici, con particolare riguardo alla sicurezza e al risparmio energetico, e che è adottato dai comuni nei termini fissati dai suddetti accordi, e comunque entro i termini previsti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) si acceleri la revisione sostanziale della normativa in materia di contratti pubblici, anche nella prospettiva dell'attuazione delle nuove direttive europee sugli appalti pubblici e sulle concessioni, al fine di perseguire efficacemente gli obiettivi della tutela della legalità, della lotta più efficace alla corruzione, dell'efficienza amministrativa, della certezza e della riduzione dei tempi, nonché della diminuzione dei costi delle opere pubbliche;
   2) siano stanziate le risorse finanziarie annualmente necessarie alla manutenzione, ordinaria e straordinaria, della rete stradale e autostradale nazionale, anche in coerenza con i fabbisogni finanziari evidenziati nello schema di contratto di programma quinquennale Anas 2015-2019;
   3) nell'ambito della programmazione delle infrastrutture strategiche, siano destinate adeguate risorse alle piccole e medie opere, al fine di soddisfare esigenze fondamentali di tutela del territorio, di miglioramento della qualità della vita delle comunità, di rilancio delle economie locali;
   4) siano rese stabili e strutturali le agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione e di efficienza energetica (cd. ecobonus), disciplinate dall'articolo 1, comma 47, della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015), includendo ed estendendo in maniera permanente in tali interventi anche il consolidamento statico ed antisismico degli edifici e ricomprendendo gli interventi per la rimozione dell'amianto, nonché ampliando al contempo la platea dei soggetti fruitori del beneficio fiscale alle imprese e agli enti pubblici;
   5) siano incrementati gli stanziamenti, anche a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), da destinare agli interventi di sicurezza dell'edilizia scolastica, di messa in sicurezza del territorio e di contrasto del dissesto idrogeologico, nonché di efficientamento energetico, accelerando nel contempo la concreta attuazione dei relativi strumenti di programmazione; sia ampliata, a valere sulle risorse della Connecting Europe Facility, la quota di progetti relativi ai territori del Mezzogiorno;
   6) siano tempestivamente adottate le necessarie misure volte a dare concreta attuazione all'articolo 15 della legge 11 marzo 2014, n. 23, in materia di fiscalità ambientale, in modo da riequilibrare il carico fiscale complessivo e da destinare risorse alla green economy e all'utilizzo strategico ed efficiente delle risorse energetiche e naturali;
   7) siano attuati gli adempimenti e le misure necessari al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e di cui alla decisione n. 406/2009/CE;Pag. 88
   8) siano adottate misure specificamente volte alla tutela e alla valorizzazione dei piccoli comuni in connessione con gli obiettivi e utilizzando le risorse della Strategia nazionale per le aree interne del Paese e in coerenza con le misure contenute nel testo unificato delle proposte di legge nn. 65 e 2284 all'esame delle Commissioni riunite V e VIII;
   9) siano incrementate le risorse finanziarie da destinare alle infrastrutture ferroviarie, per il trasporto di passeggeri e merci, alle metropolitane, più in generale al trasporto pubblico locale di massa, anche nella prospettiva di potenziare gli interventi della logistica integrata;
   10) nell'ambito delle politiche abitative, siano attuate le misure in itinere e siano incrementate le risorse finanziarie, con priorità per gli interventi sia di riqualificazione del patrimonio immobiliare per uso abitativo sia di rigenerazione urbana; siano incrementate le risorse da destinare agli interventi e agli strumenti di sostegno delle locazioni, in una fase economica e sociale così difficile per vasti settori della popolazione;
   11) si proceda celermente all'attuazione di quanto disposto dall'articolo 17 bis del decreto legge n. 133 del 2014 in merito all'adozione dello schema di regolamento edilizio-tipo, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti in materia di edilizia;
  e con la seguente osservazione:
   si valuti l'opportunità di adottare iniziative per realizzare un sistema vero ed effettivo di project financing nel campo delle infrastrutture, introducendo modifiche alla vigente disciplina, escludendo interventi successivi dello Stato, che possano di fatto cancellare il rischio di impresa, snaturando l'istituto della finanza di progetto.

Pag. 89

ALLEGATO 3

Documento di Economia e Finanza 2015. Doc. LVII, n. 3 e Allegati.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, in sede d'esame del Documento di economia e finanza 2015 (DEF), premesso che:
   il Documento di Economia e Finanza è il principale strumento di indirizzo economico e finanziario e, sulla base di quanto disposto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), è suddiviso in tre sezioni: la prima contenente il quadro macroeconomico e lo schema del programma di stabilità, con gli elementi e le informazioni sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico; la seconda contenente le stime macroeconomiche e le previsioni tendenziali; la terza contenente le linee del programma nazionale di riforma, a sua volta divisa in una parte «programmatica» ed una parte recante squilibri ed elementi di dettaglio;
   sotto il profilo ambientale una particolare importanza del DEF sono l'allegato III, il quale, sulla base di quanto disposto dall'articolo 2, comma 9 della legge n. 39 del 2011, riporta lo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, e l'allegato VI, il quale, ai sensi della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (la legge obiettivo voluta dal Governo Berlusconi con la finalità di accelerare e semplificare l'iter procedurale per la realizzazione delle grandi opere pubbliche), contiene il programma delle infrastrutture strategiche e lo stato di avanzamento delle singole opere, predisposto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
   il Documento di Economia e Finanza 2015 è il secondo predisposto dal Governo Renzi ed ha quindi il non facile compito di abbandonare l'impostazione propagandista di un governo appena insediato – che poteva limitarsi a sottolineare il «cambio di passo» rispetto ai governi precedenti e a lanciare la «stagione delle riforme» – ma deve fare i conti con i risultati ottenuti dopo oltre un anno di attività;
   il precedente DEF sottolineava l'importanza di riformare la legge elettorale e l'assetto costituzionale, con la trasformazione del Senato in un organismo, non elettivo, di secondo livello; nel DEF 2015 la legge elettorale e la riforma costituzionale sono confinate nella parte descrittiva del Piano Nazionale di Riforma;
   i principali aspetti su cui si sofferma il DEF riguardano l'uscita dalla recessione, (per la quale – al netto del mutato quadro macroeconomico internazionale – il Governo si attribuisce parte del merito, l'esigenza di ridurre la pressione fiscale), l'esclusione dell'applicazione delle clausole di salvaguardia previste dalla legge di stabilità e l'avvio delle riforme strutturali, in particolare con la riforma del mercato del lavoro (Job Act), la riforma del sistema dell'istruzione (Buona Scuola) e il cambio di marcia nel sistema economico e produttivo (Sblocca Italia);
   sul piano macroeconomico appare opportuno evidenziare come la questione Pag. 90dei conti pubblici sia affrontata con una certa ambiguità: da un lato il Governo sembra voler trasmettere ottimismo sulla salute dei bilanci, dall'altro non vuole correre il rischio di ritrovarsi con previsioni errate e l'esigenza di manovre correttive o dell'attivazione delle clausole di salvaguardia; la tenuta dei conti in sostanza viene affidata alla speranza che il quadro tendenziale di crescita dell'economia mondiale si ripercuota sulla nostra economia portando la variazione del PIL dal – 0,4 per cento dello scorso anno a + 0,7 per cento del 2015; gli effetti dovrebbero essere positivi anche sul rapporto deficit/PIL che dovrebbe scendere al 2,5 per cento nel 2015 per scendere progressivamente allo 0,9 per cento nel 2019;
   il problema del Governo è che vorrebbe capitalizzare subito questo dato aleatorio per scongiurare le clausole di salvaguardia – che, incidendo sui consumi, potrebbero determinare facilmente una brusca frenata dell'economia – e per provare a ridurre la pressione fiscale, che rimane elevatissima; anche sulla pressione fiscale il Governo cerca di barcamenarsi tra la cruda verità dei dati e l'esigenza della propaganda; nel primo anno di Governo, Renzi è costretto infatti a registrare un aumento (seppur lieve: 0,1 per cento) della pressione fiscale che si è attestata al 43,5 per cento (rispetto alle stime della Nota di Aggiornamento al DEF 2014 l'aumento è dello 0,2 per cento); per i prossimi anni, il DEF spiega che il quadro tendenziale mantiene invariata la pressione fiscale nel 2015 per aumentare negli anni successivi (44,1 per cento nel 2016 e 2017, 44,0 per cento nel 2018 e 43,7 per cento nel 2019); il Governo spera di poter correggere il tiro grazie alle previsioni di crescita macroeconomia e all'individuazione di nuovi tagli della spesa pubblica (la pressione scenderebbe quindi a 42,9 per cento nel 2015, 42,6 per cento nel 2016, 42,1 per cento nel 2017, 41,9 per cento nel 2018 e 41,6 per cento nel 2019);
   appare evidente che questa politica del risparmio possa avere alcune controindicazioni; da un lato appare tutt'altro che apprezzabile la scelta politica di svendere il patrimonio pubblico per fare cassa, come annunciato dal «programma di valorizzazione e la dimissione del patrimonio pubblico» che dovrebbe portare proventi pari allo 0,4 per cento del PIL nel 2015 e risorse pari all'1,3 per cento del PIL nel triennio 2016-2018; dall'altro lato è chiaro che l'ipotesi di ulteriori tagli alle amministrazioni locali – in parte rientrata dopo un chiarimento tra il Governo e l'ANCI – rischia di trasformarsi in un aumento dell'imposizione fiscale, più o meno mascherato a seconda delle scelte dei singoli comuni, che saranno costretti ad aumentare le tasse locali e le tariffe dei servizi (alcuni dei quali potrebbero essere semplicemente cancellati);
   il precedente DEF era caratterizzato dall'esigenza di rivedere i meccanismi della legge obiettivo in un'ottica di continuità con chi quella legge l'aveva promossa: accelerare e semplificare in tutti i modi le procedure ed attribuire tutto il potere al decisore centrale; proposito mantenuto in buona sostanza con l'approvazione del decreto «Sblocca Italia», pensato per scardinare le poche regole sopravvissute al ventennio berlusconiano; il documento del 2015 sembra essere più cauto e, pur rivendicando l'esigenza della «semplificazione burocratica», afferma l'importanza della lotta alla corruzione (la cui diffusione è purtroppo spesso facilitata proprio dall'alleggerimento delle procedure), denuncia la «mancanza di cultura di analisi di costi e benefici, sia nella scelta delle opere che nella loro progettazione» (senza pensare che è proprio l'impianto della legge obiettivo a scavalcare ed azzerare qualunque proposito programmatorio) e afferma l'esigenza di una maggiore attenzione per le opere medio piccole volte ad assicurare la manutenzione del territorio e del patrimonio immobiliare pubblico (praticamente il contrario di quanto fatto e dichiarato nel primo anno di Governo); sembra che in qualche modo il Governo stia scontando positivamente il cambio della guida del dicastero delle infrastrutture, prendendo in qualche modo le distanze dalla precedente visione Pag. 91marcatamente sviluppista; ipotesi confermata dal fatto che una delle azioni previste nel DEF 2014, finalizzata ad interventi sul mercato immobiliare e sull'urbanistica, sia scomparsa dal documento;
   per quanto concerne i temi di interesse ambientale si segnalano i seguenti ambiti di intervento del Documento di Economia e Finanza:
    Codice appalti. Nel DEF 2015 si evidenzia l'esigenza di recepire le direttive in materia di appalti e concessioni (2014/23/UE, 2014/24/UE, 2014/23/UE) attraverso l'approvazione di un disegno di legge delega che riformi il quadro normativo;
    Partnership pubblico/privato. Il DEF 2015 mantiene il proposito – già espresso nel precedente documento – di rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato per la realizzazione di opere pubbliche ed infrastrutture;
    Enti locali. Viene evidenziato il finanziamento degli interventi territoriali previsti dal programma 6000 campanili e altri interventi di carattere locale, il tutto per il modesto importo di 400 milioni di euro complessivi;
    Immobili demaniali e dissesto idrogeologico. Un'azione fa riferimento al completamento di beni immobili demaniali e ad interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico, senza alcuna quantificazione sulle risorse messe a disposizione;
    Infrastrutture. È previsto il finanziamento dei progetti infrastrutturali legati alla rete comunitaria (bandi TEN-T 2014), con una richiesta di contributo comunitario pari a 2,5 mld di euro;
    Emergenza abitativa. È previsto il completamento del piano per l'emergenza abitativa, anche in questo caso senza specificare con quali risorse. Si fa ancora riferimento ad alcuni dei provvedimenti approvati lo scorso anno ed in particolare a quello noto come Piano Casa di Lupi. Si rileva che sicuramente la cosa più grave sia l'ammissione da parte del Governo che l'attuazione di un provvedimento approvato a metà del 2014 per affrontare ciò che viene definito come emergenza sarà attuabile ed attuato solo nel 2016, lasciando ancora una volta soli i cittadini in difficoltà. Tra l'altro tale Piano è destinato ad aumentare l'emergenza abitativa e a creare nuovi processi di dismissione del patrimonio pubblico, processi che stanno per coinvolgere migliaia di inquilini delle case popolari e degli enti. Si intende vendere le vecchie case popolari, il patrimonio immobiliare pubblico e quello demaniale della Difesa, per costruire nuove abitazioni che continueranno a restare vuote e a produrre nuovi indebitati. Nel Piano Casa Lupi manca una seria ricognizione sull'invenduto, si prevede di continuare a consumare suolo, offrendolo alla speculazione, e ad escludere dal centro delle città le fasce sociali più basse. Dalla metà degli anni 90 l'aumento vertiginoso del prezzo delle case e degli affitti, la nuova domanda di case derivante dal forte aumento del numero di nuclei familiari e una nuova e forte domanda abitativa legata ai flussi migratori hanno mutato il quadro, senza che vi sia una risposta efficace da parte del Governo, visto che ci sono circa 400.000 mila famiglie in situazione di precarietà e disagio abitativo;
    Sistema della mobilità. Attuazione di un programma strutturale triennale per la gestione dei sistemi di trasporto e della mobilità sostenibile, con il dichiarato obiettivo (apprezzabile, ma è lo stesso dell'anno precedente) di superare la «logica di erogazione annuale di risorse al settore dell'autotrasporto» (che non ha mai consentito il superamento dello squilibrio modale del nostro paese);
    Trasporto pubblico locale e ferroviario. Il Governo, come già aveva fatto nel precedente DEF, annuncia interventi a favore del trasporto pubblico, locale e ferroviario. Anche in questo documento la descrizione degli interventi è molto vaga e si parla solamente di una riorganizzazione, ma non vengono indicate risorse disponibili e risultati attesi;Pag. 92
    Piano nazionale per le città. Per il piano nazionale per le città sono previsti 318 milioni di finanziamento, di cui 224 milioni di fondi nazionali e 94 di fondi PAC;
   la distonia tra le dichiarazioni di intenti del Governo in materia ambientale e la sua effettiva sensibilità è misurata dal breve paragrafo su «Economia verde e uso efficiente delle risorse», in cui si elencano le criticità ambientali (dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici, inquinamento, ecc.), per affrontare le quali il Governo ripropone le misure di un disegno di legge proposto dal Governo Letta, l'ormai ex collegato ambientale alla legge di stabilità del 2014, sottolineandone gli aspetti positivi sotto il profilo ambientale (protezione della natura, valutazione d'impatto ambientale, acquisti e appalti verdi, etichettatura ecologica, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, strategia per lo sviluppo della Green Community, servizio idrico, acqua pubblica, mobilità sostenibile, capitale naturale, catalogo dei sussidi dannosi per l'ambiente), ma che, dopo un lungo iter alla Camera – con alcune apprezzabili migliorie – è ancora fermo in commissione ambiente al Senato;
   anche sul consumo di suolo si registra la contraddizione tra la dichiarata esigenza di approvare una norma per garantirne il contenimento e l'effettivo impegno in questa direzione; nel DEF il tema è appena accennato con un blando riferimento al disegno di legge d'iniziativa governativa «in via di perfezionamento»;
   nel DEF vengono elencati altri ambiti di intervento, tra cui si segnala: fiscalità ambientale, su cui si propone l'istituzione di un comitato per una riforma fiscale ecologica con l'obiettivo di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese all'inquinamento e all'utilizzo di risorse naturali, nonché l'ipotesi di facilitare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, resiliente al cambiamento climatico; green act, il provvedimento legislativo contenente misure finalizzate a: efficienza e risparmio energetico; sviluppo delle fonti rinnovabili; incentivazione della mobilità sostenibile, con particolare riferimento alle città sostenibili e alla rigenerazione urbana; misure per la gestione ed uso efficiente del capitale naturale; agricoltura sostenibile, strumenti finanziari e fiscali per lo sviluppo dell'economia verde; protezione civile, una delle priorità del Governo è l'approvazione del disegno di legge delega sulla protezione civile, il cui quadro normativo ha subito continue e a volte incoerenti modifiche, che ne hanno stravolto l'impianto complessivo;
   per quanto concerne le aree interne, Il Governo conferma – almeno sul piano programmatico – l'intenzione di voler valorizzare e tutelare quella parte del territorio, denominata «aree interne» che costituisce il 60 per cento dell'estensione complessiva e abitato dal 20 per cento della popolazione, ma che vive notevoli problemi di collegamenti e di servizi; purtroppo mancano i riferimenti alle proposte di legge sui piccoli comuni attualmente all'esame della commissione ambiente;
   il DEF 2015, come il precedente, conferma la prosecuzione del processo, avviato da tempo, di svendita del patrimonio immobiliare pubblico; nel testo si fa riferimento a quanto approvato all'interno del decreto Sblocca Italia che consente pratiche speculatorie grazie alla variante urbanistica ed alla possibilità di modificare la destinazione d'uso; tale norma serve esclusivamente a fare cassa e non pone assolutamente dei paletti su quale debba essere invece la destinazione d'uso di tale patrimonio;
   il DEF 2015 contiene le risposte alle raccomandazioni – CSR, Country Specific Recommendation – rivolte all'Italia dal Consiglio UE l'8 luglio 2014, tra cui si sottolineano quelle relative a: efficienza degli appalti pubblici, in cui si descrivono alcuni interventi effettuati – tra cui il rafforzamento dell'attività dell'Autorità anti corruzione, attraverso il «precontenzioso», l'individuazione dei prezzi di riferimento e l'attuazione della c.d. «vigilanza Pag. 93collaborativa, sulla base di protocolli di intesa con le stazioni appaltanti –; edilizia scolastica, in cui si ricorda lo stanziamento complessivo di 2 miliardi di euro disposto dal Governo per la messa in sicurezza e l'ammodernamento degli edifici scolastici esistenti e per la creazione di nuovi istituti; semplificazione e concorrenza, con ulteriore previsione di interventi di alleggerimento degli oneri amministrativi in materia edilizia, in materia di interventi per contrastare il dissesto idrogeologico, in materia di servizi pubblici locali e per la gestione del settore idrico e dei rifiuti; infrastrutture, con la descrizione delle presunte migliorie procedurali adottate con il decreto n. 133 del 2014, c.d. «Sblocca Italia» e altri interventi legati alla messa in sicurezza del territorio;
   il DEF 2015, nell'affrontare i target nazionali della Strategia Europa 2020, ha espresso, sotto il profilo ambientale, l'esigenza di: proseguire l'azione per la riduzione delle emissioni di gas serra – individuando una serie di nuove misure, tra cui l'approvazione della Strategia per l'adattamento al cambiamento climatico, il potenziamento delle attività di vigilanza e accertamento sullo sostanze che riducono lo strato d'ozono, la raccolta dei dati sulle emissioni di gas fluorurati ad effetto serra, nonché la definizione di un Programma Sperimentale Nazionale di Mobilità Sostenibile casa-scuola e casa-lavoro –; rispettare l'obiettivo stabilito dalla direttiva 2009/28/CE sul potenziamento delle fonti rinnovabili; migliorare l'efficienza energetica, attraverso la riqualificazione energetica degli edifici della PA, la costituzione del Fondo nazionale per l'efficienza energetica; lo sviluppo del meccanismo dei certificati bianchi, la proroga al 31 dicembre 2015 delle detrazioni del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, l'imposizione di requisiti minimi di efficienza energetica per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati, il finanziamento di interventi di riqualificazione energetica degli edifici destinati all'istruzione e la predisposizione del piano di azione per l'efficienza energetica;
   la principale novità dell'allegato infrastrutture 2015 consiste nella drastica riduzione del numero delle opere contenute nel piano delle infrastrutture strategiche, confermando la sensazione di una «presa di coscienza» del Governo in merito alla politica infrastrutturale, anche se, al momento, il Governo si è limitato a rinviare, con molta cautela, le proprie indicazioni all'allegato infrastrutture della nota di aggiornamento al DEF;
   da una lettura delle analisi sul sistema dei trasporti in Italia emerge la consapevolezza che in Italia c’è un forte squilibrio modale rispetto ad altri paesi europei, con l'automobile che rappresenta il mezzo di trasporto principale (quasi il 60 per cento degli spostamenti), distanziando notevolmente sia l'aereo (meno del 18 per cento) che il treno (meno dell'11 per cento); inoltre da una lettura incrociata dei dati su autostrade e ferrovie emerge in modo chiaro che servirebbe il potenziamento delle linee ferroviarie – soprattutto quelle locali, legate agli spostamenti dei pendolari – mentre appare difficilmente giustificabile la propensione a realizzare nuovi (e costosi) tratti autostradali, nel paese che vanta una delle più estese (anche in rapporto alla superficie) reti autostradali d'Europa; uno degli aspetti evidenziati nell'allegato VI del DEF è che – più che ulteriori strade – sarebbe necessaria un'adeguata manutenzione e messa in sicurezza della rete attuale, come dimostrato dai recenti cedimenti; il dato fornito è emblematico: solo nelle strade di competenza ANAS ci sono 11 mila ponti tra ponti e viadotti, 4mila dei quali con lunghezza superiore a 100 metri, nonché 1200 gallerie, 842 delle quali superiori a 500 metri. Il documento sottolinea inoltre che «oltre il 40 per cento di queste opere sono state realizzate in periodi antecedenti il 1970 e hanno, quindi, raggiunto o superato la vita utile di progetto»;
   il documento del Governo spiega anche che sarebbe necessario un adeguamento della rete ferroviaria, decisamente al di sotto, sotto il profilo qualitativo, rispetto agli standard dei principali partner Pag. 94europei. Le linee a doppio binario sono appena il 45 per cento e c’è uno scarso equilibrio nella distribuzione territoriale (circa il 76 per cento delle linee a doppio binario ed elettrificate si trova nelle regioni più sviluppate);
   ancora più preoccupante è il quadro del sistema di trasporto delle merci, caratterizzato da una prevalenza quasi assoluta del trasporto su gomma, dalla mancanza di competitività del sistema ferroviario e del cabotaggio, dovuti sia alle scelte politiche, sia ai problemi infrastrutturali delle interconnessioni tra porti e ferrovie;
   per quanto riguarda la mobilità nelle aree urbane, il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile, nel documento del Governo si conferma l'esigenza di interventi radicali di revisione dei sistemi di mobilità, ma non sembra che le misure adottate e previste forniscano una soluzione soddisfacente ai problemi;
   l'allegato infrastrutture 2015 indica 25 opere definite prioritarie, sulle quali il Governo intende puntare per l'adeguamento infrastrutturale del sistema paese; il pur apprezzabile segnale di disponibilità a rivedere il faraonico piano delle opere pubbliche non tiene conto di una visione basata sulle reali necessità del paese e contiene ancora opere inutili e costose, che andrebbero espunte dall'elenco individuato, il cui costo complessivo ammonta a 16.344 milioni di euro:

   il Documento di Economia e Finanza 2015 dovrebbe contenere indicazioni specifiche e puntuali sui seguenti temi:
    Codice degli appalti, nell'ottica della dichiarata esigenza di revisione della disciplina degli appalti è necessario prevedere un quadro normativo che punti ad una maggiore trasparenza e un'azione di controllo efficace da parte dello Stato sulla regolarità delle procedure;
    Partnership pubblico privato, prevedere la modifica dei meccanismi che regolano il project financing al fine di evitare che con questa procedura si consenta, di fatto, la cancellazione del rischio di impresa, eliminando la possibilità di interventi successivi dello Stato che possano avvantaggiare surrettiziamente le ditte a cui viene affidata la realizzazione delle opere;
    Enti locali, rivedere le procedure per l'individuazione degli interventi a favore degli enti locali, estranee a qualsivoglia schema normativo di riferimento e Pag. 95prive di una visione strategica e programmatica;
    Immobili demaniali, bloccare la perversa spirale che punta a compensare il disavanzo pubblico con la svendita dei beni demaniali, determinando un costante e progressivo impoverimento del sistema paese;
    Dissesto idrogeologico, avviare un concreto piano di intervento per la tutela e la messa in sicurezza del territorio, individuando risorse certe, anche attraverso la riallocazione degli importi attualmente stanziati per le opere infrastrutturali di cui si chiede la cancellazione dall'elenco degli interventi prioritari;
    Politiche abitative, rispettare gli impegni assunti con l'approvazione della risoluzione in commissione ambiente e bilancio, in cui, tra l'altro, si affermava l'esigenza di: riconoscere il diritto all'abitare; riqualificare il patrimonio immobiliare per uso abitativo; salvaguardare il patrimonio immobiliare pubblico prediligendo politiche di diritto alla casa piuttosto che politiche speculative sul patrimonio comune; bloccare sgomberi e sfratti fino all'adozione delle misure necessarie per garantire il diritto alla casa per tutti; utilizzare il patrimonio immobiliare pubblico e quello privato che non risulti abitato, quello degli enti previdenziali e dei fondi immobiliari e bloccare le vendite speculative del patrimonio immobiliare pubblico; realizzare progetti per il riuso delle città secondo politiche volte al consumo di «suolo zero», nell'ottica di una concreta rigenerazione urbana; trasferire le risorse destinate a grandi opere e grandi eventi in un apposito fondo con l'obiettivo di garantire il diritto all'abitare, al reddito, alla salute e alla mobilità; definire le modalità e attuare il censimento degli immobili vuoti ed inutilizzati su tutto il territorio nazionale; adottare una politica fiscale che disincentivi la proprietà di immobili vuoti e la conseguente speculazione; prevedere l'utilizzo immediato dei beni sequestrati alla mafia al fine di affrontare le situazioni di emergenza abitativa esistenti sul territorio nazionale;

   Mobilità sostenibile, prevedere l'immediato avvio dell'esame dei provvedimenti in materia di mobilità sostenibile e per l'implementazione della rete di percorsi destinati alla cosiddetta «mobilità lenta», anche attraverso il recupero e la valorizzazione delle ferrovie dismesse, nonché il potenziamento del trasporto pubblico locale e del trasporto ferroviario regionale per garantire una migliore qualità degli spostamenti dei pendolari;
    politiche ambientali, promuovere con maggiore determinazione politiche e interventi normativi finalizzati alla tutela ambientale, anche attraverso l'accelerazione dell'iter delle proposte di legge all'esame del Parlamento, quali la riforma delle agenzie ambientali, l'inserimento nel Codice Penale dei delitti contro l'ambiente, la norma per il contenimento del consumo di suolo, nonché di altre proposte finalizzate ad incentivare un cambiamento del modello economico di riferimento ed alla adozione di nuovi stili di vita, di consumo e di produzione, tenendo conto del risultato dell'indagine sulla green economy che ha dimostrato che il rapporto tra nuovi occupati e risorse investite aumenta in proporzione alla «sostenibilità» delle attività, passando da poche decine di occupati per miliardo investito in grandi opere inutili, produzione di energia da fonti fossili e agricoltura intensiva agli oltre 5mila occupati per interventi sul dissesto idrogeologico, oltre 10mila occupati per le bonifiche e oltre 15mila occupati per l'efficientamento energetico degli edifici;
     aree interne, consentire la rapida approvazione della proposta di legge per la tutela e valorizzazione dei piccoli comuni;
     efficienza energetica, garantire la stabilizzazione del bonus a 65 per cento per le ristrutturazioni energetiche per gli interventi di consolidamento antisismico e per la rimozione dell'amianto in modo strutturale per almeno cinque anni; in particolare per quanto riguarda l'amianto è opportuno attivare un Piano di Gestione Amianto Regionale, comprensivo in particolare di siti di discarica di capienza Pag. 96adeguata ai quantitativi di amianto stimati sul rispettivo territorio regionale e vincolare la defiscalizzazione all'esistenza del sito di discarica;
     valutazione ambientale strategica, verificare l'applicazione e il controllo dello sviluppo urbano, in ambito locale, attraverso lo strumento della Valutazione Ambientale Strategica, volta a controllare il corretto sviluppo antropico sulla base di una scientifica e approfondita analisi dei benefici ambientali ed economici del territorio;
     emissioni gas serra, il processo di definizione dei nuovi parametri di emissione per gli impianti industriali deve essere riformato per evitare conflitti d'interesse, deroghe ed eccezioni; a tal fine bisogna intervenire in questo processo per:
     garantire tempestività: l'adozione e la pubblicazione della definizione di «migliori tecnologie disponibili» nonché i limiti di emissione per le grandi centrali termoelettriche deve concretizzarsi entro gennaio 2016;
     garantire standard di emissione severi: introdurre limiti di emissione ugualmente stringenti per tutte le centrali termoelettriche. I limiti dovrebbero essere vincolanti e non dovrebbero ammettere deroghe;
     prescrivere monitoraggi continui delle emissioni di mercurio e degli altri inquinanti per ogni categoria di centrale termoelettrica, per verificare costantemente la congruenza con i nuovi limiti che si adotteranno;
     mettere fine ai conflitti d'interesse: impedire l'inclusione formale di staff a libro paga dei colossi energetici nelle delegazioni nazionali responsabili della direttiva sulle emissioni industriali;
     fiscalità ambientale, occorre accelerare la trasformazione verso una società a bassa intensità di carbonio, integrando parametri legati al cambiamento climatico nei processi decisionali di carattere economico e strategico; questo è necessario a tutti i livelli di governo e di impresa, attraverso cambiamenti sistematici delle politiche e degli strumenti di valutazione dei progetti, degli indicatori di performance, dei modelli di rischio e degli obblighi di segnalazione; per quanto riguarda il processo di implementazione di sistemi di fiscalità ambientale, occorre promuovere una rimodulazione delle accise sui prodotti energetici, a parità di aliquota media, tramite l'introduzione di una componente proporzionale al contenuto energetico e una proporzionale alle emissioni climalteranti; occorre inoltre eliminare dalle bollette dell'energia il peso dei sussidi alle fonti fossili e i sussidi incrociati a favore dei grandi consumatori,

ESPRIME PARERE CONTRARIO