CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 febbraio 2015
390.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04760 Nicchi: Contrarietà del nostro Paese alle raccomandazioni dell'OMS sul dimezzamento dell'assunzione pro capite degli zuccheri negli alimenti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, segnalo che nell'ambito del semestre di Presidenza è stata sempre prestata massima attenzione al tema dell'adozione di stili di vita sani, a partire dalla valorizzazione della «dieta mediterranea». Una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo è un valido strumento per la prevenzione, ma anche per la gestione e il trattamento di molte malattie. Siamo consapevoli che l'obesità è la risultante dell'interazione tra componenti comportamentali, sociali e metaboliche, alcuni geneticamente determinati, altri riconducibili a fattori ambientali. Non vi è dubbio, infatti, che l'apporto e il dispendio energetico individuale sono influenzati da una ampia gamma di fattori comportamentali e ambientali.
  L'Italia fin dal 2008 si è dotata di un sistema di sorveglianza nazionale «OKkio alla SALUTE» promosso e finanziato dal Ministero della salute.
  OKkio alla SALUTE ad oggi vanta quattro rilevazioni (2008/9, 2010, 2012 e 2014), ognuna delle quali ha coinvolto oltre 40.000 bambini e genitori e 2.000 scuole. Dai dati 2014 risulta che i bambini in sovrappeso sono il 20,9 per cento e i bambini obesi sono il 9,8 per cento, compresi i bambini severamente obesi che da soli sono il 2,2 per cento. Si registrano prevalenze più alte nelle regioni del sud e del centro, tuttavia, rispetto alle precedenti raccolte dati si evidenzia una leggera e progressiva diminuzione del fenomeno (23,2 per cento e 12 per cento rispettivamente i bambini in sovrappeso e obesi nel 2008).
  Nel merito del quesito, si osserva quanto segue.
  Le Linee guida sull'assunzione dello zucchero che la OMS sta predisponendo con il supporto di un gruppo internazionale e multidisciplinare di esperti, affrontano in particolare il problema dell'insorgenza di obesità e di carie negli adulti e nei bambini.
  In proposito, il citato gruppo di lavoro conclude raccomandando una riduzione dell'assunzione di zucchero durante tutto il corso della vita e suggerendo che tale assunzione non sia superiore al 10 per cento del totale introito calorico; suggerisce altresì, una ulteriore riduzione sotto il 5 per cento al fine di ridurre il rischio di carie dentale.
  A parere del Ministero della salute italiano, le raccomandazioni incluse nelle Linee guida appaiono eccessivamente restrittive, soprattutto allorché propongono una riduzione del consumo di zuccheri semplici al di sotto del 5 per cento.
  In proposito si deve tener conto che lo zucchero costituisce un nutriente essenziale e che, come tutti gli altri, va assunto in quantità adeguate, anche se non eccessive; la riduzione dal 10 per cento al 5 per cento della quota di calorie da zuccheri semplici, rappresenta un obiettivo del cui beneficio non vi sono evidenze scientifiche, oltre ad interferire nella tradizione alimentare del nostro Paese.
  Peraltro, la riduzione al 5 per cento degli zuccheri semplici senza una concomitante contrazione dell'apporto energetico totale e, soprattutto, della quota di carboidrati totali (pasta, pane), non apporta Pag. 92alcun beneficio relativamente al rischio di malattie croniche non trasmissibili.
  Accanto agli aspetti negativi, documentati nella letteratura scientifica, è comunque opportuno considerare anche le funzioni che gli zuccheri svolgono nell'organismo. Rappresentano la più comune fonte di energia degli organismi viventi: dal loro utilizzo l'organismo ricava la maggior parte dell'energia necessaria per le sue funzioni. Una dieta equilibrata fornisce un buon apporto di zuccheri che viene utilizzato sia come fonte di energia immediata che come riserva, immagazzinandoli nel fegato.
  La probabilità dell'insorgenza delle patologie croniche – in primo luogo l'obesità – dipende infatti, dal punto di vista nutrizionale, da un ampio insieme di macronutrienti, che include non solo gli zuccheri, ma anche i grassi saturi, i grassi trans e l'eccessiva assunzione di sale, e da una molteplicità di fattori, che possono esser contrastati con adeguati stili di vita.
  Le citate linee Guida OMS, fanno riferimento agli zuccheri aggiunti, ai quali sono attribuite dirette responsabilità per l'insorgenza di carie dentali.
  In proposito, le «Linee guida per una sana e corretta alimentazione» (2003) suggeriscono che a determinare quest'ultima situazione sarebbero non solo le quantità, ma anche le modalità di consumo degli zuccheri. Pertanto, oltre che da una limitazione nel consumo di zuccheri, il rischio di carie viene ridotto da una opportuna e sollecita igiene orale.
  L'insorgenza di obesità è legata ad una serie di comportamenti e stili di vita errati, che sfociano in un bilancio sfavorevole del rapporto introito/consumo calorico.
  Inoltre, per la raccomandazione di una riduzione sotto il livello del 5 per cento, suggerita per la prevenzione della carie, la stessa Organizzazione mondiale della sanità ricorda che si tratta di raccomandazione «condizionale», in quanto vi è grande incertezza scientifica e si reputa necessario un ulteriore dibattito scientifico.
  Resta ferma da parte del Ministero della salute italiano, invece, la piena condivisione del messaggio più generale, teso a raccomandare una riduzione graduale, complessiva ed equilibrata dell'assunzione calorica e dei diversi componenti della dieta, in linea peraltro con la tradizione mediterranea che il Ministero della salute italiano intende sostenere, anche durante l'ormai imminente Expo 2015.
  In proposito, per il raggiungimento dell'obiettivo di una riduzione dell'assunzione dello zucchero occorre valutare e monitorare i consumi, agire attraverso l'informazione e soprattutto la sensibilizzazione a partire dalle famiglie sulla necessità di limitare il consumo di alimenti e bevande ricche di zuccheri semplici, e sulla necessità di adottare stili di vita salutari.
  Per concludere, si ritiene che la riduzione degli zuccheri deve essere ottenuta principalmente con attività di educazione alimentare, estesa alle varie fasce d'età della popolazione, associata a una costante attività fisica.
  Non è corretto demonizzare un singolo nutriente che, se inserito senza abusi, in un regime nutrizionale sano, può essere assunto senza causare danni. Infatti non esistono cibi buoni o cattivi ma solo diete buone o cattive.
  Ecco perché il Ministro della salute ha comunicato al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel corso di un recente incontro a margine della seconda conferenza internazionale sulla nutrizione di Roma (novembre 2014), la contrarietà all'inclusione, in questa revisione delle Linee guida, della raccomandazione di ridurre il consumo di zuccheri al 5 per cento o meno dell'introito calorico totale.
  Da ultimo, comunico che nella delegazione italiana accreditata all'OMS come in molte altre delegazioni partecipanti, erano presenti due esperti in negoziati internazionali, e non in materia di salute, data la natura diversificata e tecnica delle materie trattate, uno dei due era il dottor Luca del Balzo, ambasciatore a riposo, al pari dell'altro esperto, anche esso ambasciatore a riposo.

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ALLEGATO 2

5-04762 Capelli: Pubblicità di acquisto di ovuli e prestazioni di utero in affitto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La questione posta dagli onorevoli è all'attenzione del Ministero.
  Ho avuto già modo di rispondere ad atti ispettivi di analoga materia. Pertanto, non posso che ribadire la netta contrarietà dell'ordinamento italiano alle iniziative descritte nell'atto ispettivo in esame.
  In particolare, l'ordinamento giuridico del nostro Paese dispone che la madre «legale» del bambino è colei che lo ha partorito, e prevede forti sanzioni sia per la commercializzazione di gameti ed embrioni sia per la maternità surrogata: infatti, ai sensi della legge 19 febbraio 2004, n. 40, articolo 12, comma 6, «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
  La normativa italiana non prevede distinzioni, fra forme commerciali e non, di maternità surrogata, sanzionando indistintamente ogni percorso che porti a questo tipo di gravidanza su commissione.
  Allo stesso modo, in forma del tutto analoga a quanto avviene per donazione di sangue ed organi, per la cessione di cellule e tessuti umani destinati a uso clinico, il quadro normativo italiano prevede la totale gratuità (legge n. 91 del 1999; decreto legislativo n. 191 del 2007, articolo 12, comma 1), escludendo anche forme di rimborso spese, e consentendo eventualmente anche assenze giustificate dal lavoro, in forma del tutto analoga.
  Va anche rammentata la risoluzione del Parlamento Europeo del 10 marzo 2005, in cui si condanna il commercio degli ovociti umani, considerato una forma di sfruttamento commerciale della maternità, e la successiva risoluzione del 5 aprile del 2011, concernente priorità e definizione di un nuovo quadro politico dell'Unione europea in materia di lotta alla violenza contro le donne, in particolare laddove si condanna la pratica della maternità surrogata e si riconosce «il grave problema della surrogazione di maternità, che costituisce uno sfruttamento del corpo e degli organi riproduttivi femminili», rilevando che «le donne e i bambini sono soggetti alle medesime forme di sfruttamento e possono essere considerati merci sul mercato internazionale della riproduzione, e che i nuovi regimi riproduttivi, come la surrogazione di maternità, incrementano la tratta di donne e bambini nonché le adozioni illegali transnazionali».
  A seguito dei casi di coppie italiane che hanno intrapreso questi percorsi in Paesi stranieri, dove la maternità surrogata è consentita, il Ministero della salute è impegnato a informare e sensibilizzare i cittadini sul fenomeno della «maternità surrogata», ricordando che si tratta di un comportamento sanzionato dalla legge vigente, chiarendo che si tratta di sfruttamento nei confronti di donne povere e che spesso si trovano in una condizione di vulnerabilità dal punto di vista della tutela dei diritti personali, le quali vengono indotte a condurre una gravidanza a pagamento e a consegnare il neonato ai Pag. 94committenti: il Ministero della salute è impegnato, altresì, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali e in coerenza con la tradizione solidaristica del nostro Paese, a combattere ogni forma di sfruttamento del corpo umano e delle sue distinte parti anatomiche, con particolare attenzione per la procreazione umana, dove donne e bambini possono diventare soggetti grandemente vulnerabili.

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ALLEGATO 3

5-04761 Lenzi: Riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante e suo inserimento nei nuovi LEA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento alla question time in oggetto che affronta la problematica relativa l'eventuale riconoscimento della fibromialgia (FM) come malattia cronica ed invalidante e all'assistenza sanitaria garantita dai LEA, osservo quanto segue.
  Convengo sulla dimensione del problema: da anni la fibromialgia è oggetto di un numero crescente di segnalazioni da parte di cittadini, Associazioni di pazienti e società scientifiche nonché di atti parlamentari, volti a domandare una maggiore attenzione da parte della classe medica e delle istituzioni ed un eventuale inserimento tra le patologie soggette a specifica tutela.
  Riguardo a quest'ultimo punto, devo però precisare quanto segue.
  Gli assistiti possono già usufruire di tutte le prestazioni contenute nei LEA, erogabili attraverso le strutture del SSN.
  Il Ministero della salute ha effettuato i necessari approfondimenti consultando società scientifiche ed esperti della materia e prendendo in esame tutte le informazioni disponibili.
  Purtroppo, allo stato attuale, esiste una oggettiva difficoltà ad identificare correttamente, sia in termini di prevalenza che di definizione clinica, le forme di fibromialgia da prendere in considerazione per un possibile inserimento tra le patologie croniche esenti, nel rispetto dei criteri previsti dalla vigente normativa.
  Tale inserimento, comunque, riguarderebbe solo la concessione in esenzione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e non l'assistenza farmaceutica. È il caso di ricordare, infatti, che la disciplina delle esenzioni per malattia non riguarda l'assistenza farmaceutica, che resta, com’è noto, disciplinata dalle norme specifiche (farmaci in fascia A – a carico del SSN – e farmaci in fascia C – a totale carico del cittadino) anche per gli esenti.
  Inoltre, a causa della variabilità dei sintomi che accompagnano la malattia, appare problematico identificare le prestazioni da esentare che rispondano ai criteri di appropriatezza, efficacia ed onerosità, utili per il monitoraggio e la prevenzione degli eventuali aggravamenti, come previsto dal decreto legislativo n. 124 del 1998.
  Anche per questi motivi, il Consiglio superiore di sanità, ha formulato un parere nel quale ha proposto la convocazione di una Consensus Conference, con il contributo di istituzioni e società scientifiche, volta a chiarire le caratteristiche epidemiologiche, cliniche e terapeutiche ed i bisogni, assistenziali dei pazienti, al fine di sviluppare un consenso aggiornato sui criteri diagnostici oggettivi ed omogenei che rendano possibile distinguere le condizioni cliniche a seconda della gravità e provvedere successivamente ad individuare correttamente le prestazioni da destinare in esenzione (parere II sezione CSS, seduta del 20 settembre 2011).
  Allo stato attuale non risulta, tuttavia, che l'iniziativa di attivare tale consensus conference abbia avuto seguito, ma, anche in considerazione della presente question time, mi farò promotore per sollecitarne l'avvio, anche perché il Ministero della salute non ha mai cessato di raccogliere documentazione scientifica al riguardo al fine di pervenire ad una posizione chiara sulla questione.

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ALLEGATO 4

Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale. C. 2617 Governo, C. 2071 Maestri, C. 2095 Bobba e C. 2791 Capone.

SUBEMENDAMENTI APPROVATI RIFERITI ALL'EMENDAMENTO 2.200 DEL RELATORE

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, alinea, dopo le parole: revisione organica della disciplina aggiungere la seguente: vigente.
0. 2. 200. 121. Beni.

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, lettera c), dopo le parole: ai principi di aggiungere la seguente: efficacia.
0. 2. 200. 49. Lorefice, Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo.

  Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: appositi strumenti per con le seguenti: strumenti idonei a.
0. 2. 200. 50. Mantero, Baroni, Di Vita, Silvia Giordano, Grillo, Lorefice.

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, lettera f), sostituire le parole: prevedere una disciplina degli con le seguenti: disciplinare gli.
0. 2. 200. 57. (Nuova formulazione) Baroni.

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, lettera f), dopo le parole: e dell'impiego di risorse pubbliche aggiungere le seguenti: nonché prevedere il relativo regime sanzionatorio.
0. 2. 200. 60. (Nuova formulazione) Grillo.

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, lettera g), dopo la parola: modalità aggiungere le seguenti: e criteri.
0. 2. 200. 116. (Nuova formulazione) Capone.

  All'emendamento 2.200, capoverso Art. 2-ter, comma 1, lettera g), dopo le parole: modalità di verifica aggiungere la seguente: periodica.
0. 2. 200. 62. (Nuova formulazione) Mantero.