CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 novembre 2014
333.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Colombia e la Repubblica di Perù, dall'altra, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012. C. 2425 Governo.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO CINQUE STELLE

  La Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici,
   premesso che:
    l'Accordo commerciale tra l'Unione europea, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra, è stato firmato a Bruxelles il 26 giugno 2012 ed è stato ratificato dal Perù l'8 febbraio 2013 e dalla Colombia il 18 luglio 2013;
    l'Accordo impone un nuovo quadro giuridico per la liberalizzazione degli scambi di merci, servizi e capitali tra Colombia e Perù da una parte, e i paesi dell'Unione europea dall'altra; nel 2011 il commercio bilaterale di merci tra UE e Colombia e Perù è stato di 21,1 miliardi di euro: l'UE ha esportato merci per 5 miliardi in Colombia e importato per 6,9 miliardi mentre ha esportato per 2,8 miliardi di euro verso il Perù e importato da quel paese per 6,4 miliardi;
    l'Accordo è stato negoziato sulla base dei dati statistici inerenti l'insieme dei Paesi membri dell'UE; le stime dell'Unione europea indicano che i settori colombiani e peruviani che maggiormente beneficeranno dall'Accordo saranno quelli dell'agroalimentare, mentre per l'UE i maggiori profitti sono attesi per le esportazioni di macchinari, autoveicoli e prodotti chimici; secondo le stesse stime, l'Accordo, secondo il Ministero dello sviluppo economico, dovrebbe garantire, a regime, un risparmio di circa 250 milioni di euro in dazi all'import per le imprese europee;
    i punti più significativi dell'Accordo sono i seguenti:
    eliminazione delle tariffe: l'Accordo consentirà la graduale eliminazione dei dazi doganali per gli esportatori europei di prodotti industriali e ittici verso Perù e Colombia;
    eliminazione di altri ostacoli al commercio di beni: le Parti cooperano per vigilare sul mercato e si impegnano ad aumentare la trasparenza migliorando la comunicazione e la cooperazione nell'area dei regolamenti tecnici, degli standard e delle valutazioni di conformità;
    accesso al mercato degli appalti pubblici e dei servizi: l'Accordo facilita lo stabilimento in Colombia e Perù di società europee che operano in diversi settori;
    proprietà intellettuale: l'Accordo garantisce un livello adeguato di protezione dei diritti di proprietà intellettuale, industriale e commerciale, inclusa la protezione di oltre 100 indicazioni geografiche sui mercati colombiano e peruviano;
    più competitività e trasparenza sulle sovvenzioni: l'Accordo consentirà agli operatori europei di beneficiare di un ambiente competitivo aperto e affidabile nel quale le Parti si obbligano ad eliminare dalle proprie normative nazionali e regionali le pratiche anticompetitive tra le quali i cartelli e l'abuso di posizioni dominanti;
    composizione delle controversie: l'Accordo prevede un sistema di soluzione Pag. 81delle controversie efficiente e semplificato, oltre che in linea con i principi dell'UE;
    sviluppo sostenibile: l'Accordo dovrebbe offrire adeguate garanzie per assicurare che le nuove relazioni commerciali e i nuovi investimenti tra le parti saranno in linea con uno sviluppo sostenibile, promuovendo e preservando un alto livello di standard di protezione ambientale e del lavoro;
    cooperazione tecnica: l'Accordo prevede assistenza tecnica e iniziative di capacity building volte a promuovere la competitività e il potenziale innovativo in Perù e Colombia;
    l'Accordo contiene altresì numerose quanto evidenti criticità:
    l'Accordo privilegia innanzitutto gli interessi commerciali dell'UE, tanto nell'accesso ai mercati quanto nella portata dei temi, tra gli altri, dei servizi, degli investimenti, degli acquisti governativi, delle proprietà intellettuali; in cambio i Paesi centroamericani, così come Colombia e Perù, sembrano guadagnare «alcuni vantaggi» nell'accesso ai mercati, che non fanno altro che riaffermare il carattere di paesi esportatori di materie prime e quindi, la loro vulnerabilità di fronte ai mercati internazionali;
    il tenore dell'Accordo non riduce l'asimmetria tra i Paesi centroamericani e i Paesi UE, ma, al contrario, l'accentua; i risultati dei negoziati nel settore latteo è un esempio di questa iniquità: poiché l'ingresso dei latticini sussidiati europei genererà uno scalzamento nei mercati interni centroamericani e andini, pregiudicando i produttori locali e compromettendo la sovranità alimentare di queste regioni, considerando che il latte è un elemento essenziale del paniere alimentare familiare;
    l'Accordo pregiudica i processi di integrazione regionale in corso e lo stesso Ministro degli esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, ha descritto l'Accordo come un vero e proprio «Trattato di Libero Scambio che distrugge le nostre economie, che in alcuni casi può distruggere industrie fiorenti, può distruggere l'artigianato, come stava succedendo nel caso dell'Ecuador alcuni anni fa: l'artigianato era devastato, totalmente devastato, e il Governo ecuadoriano l'ha protetto. Ciò comporta alcuni freni al libero scambio, chiaramente, ma per proteggere la nostra industria. Noi stiamo proponendo di procedere in questo tipo di accordi integrali per lo sviluppo e su questo siamo totalmente disposti a conversare con l'UE e con qualunque altro paese del mondo.»;
    appare preoccupante l'obiettivo di liberalizzare l'accesso alle risorse naturali e a settori strategici, limitando le possibilità di sviluppo e restringendo la sovranità degli Stati; le risorse naturali, la biodiversità, le conoscenze ancestrali, i servizi pubblici, le fonti d'acqua, le risorse minerali ed energetiche tanto in Centro America quanto nella regione andina sono state obiettivi agognati dalle imprese multinazionali dell'Europa e degli Stati Uniti; gli accordi negoziati favoriscono gli interessi delle multinazionali europee in queste aree. Porre settori strategici per lo sviluppo delle regioni al servizio delle ansie di profitto delle imprese europee pregiudica le possibilità verso il futuro dell'integrazione economica regionale, la sovranità degli stati e riafferma il paradigma in crisi del libero scambio, omettendo di riconoscere i suoi effetti;
    gli accordi negoziati con l'UE possono acutizzare i conflitti esistenti in Colombia, in Perù e nella regione centroamericana; i modelli «estrattivisti» che si stanno applicando tanto in Centro America quanto nella regione andina, provocano la resistenza della popolazione e la mobilitazione sociale in difesa del territorio e delle sue risorse naturali, principalmente dei popoli indigeni e dei discendenti africani; l'Accordo con l'UE tendono a rafforzare questo modello contribuendo così ad esacerbare i conflitti socio-ambientali esistenti;
    l'Accordo sembra anteporre il libero scambio alla tutela dei diritti umani, Pag. 82come dimostra l'assenza di meccanismi effettivi che condizionino le preferenze commerciali al rispetto adeguato dei diritti umani, e che quindi includano meccanismi effettivi di sanzione commerciale contro le violazioni;
    l'Accordo limita le possibilità di partecipazione della società civile, come conferma l'assenza di ascolto nei confronti delle diverse organizzazioni e movimenti sociali delle tre regioni durante il periodo delle negoziazioni;
    l'Accordo ignora gli studi di impatto socio-ambientale e non tiene conto degli Studi di Impatto Socio-Ambientale, commissionati dalla Commissione Europea e pubblicati prima della conclusione dei negoziati;
    l'Accordo privilegia gli interessi commerciali dell'UE, pregiudica risorse strategiche degli Stati, indebolisce i processi di integrazione regionale e non costituisce un progresso in materia di protezione dei diritti umani né il superamento delle diseguaglianze sociali esistenti,
  esprime

PARERE CONTRARIO.