CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 ottobre 2014
307.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992 (C. 2127 Governo).

EMENDAMENTO

ART. 3.

  Al comma 2, secondo periodo, dopo le parole: dotazioni finanziarie aggiungere le seguenti: rimodulabili di parte corrente di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
3. 1. Il relatore.
(Approvato)

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ALLEGATO 2

5-03671 Bueno: Sulla natura giuridica dell'Accordo economico e commerciale in via di negoziazione tra l'Unione europea e il Canada.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Accordo di Libero Scambio UE – Canada (Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA), mira alla più ampia liberalizzazione di linee tariffarie nella storia dei negoziati commerciali dell'UE. Nel corso dell'ultimo Vertice UE-Canada, svoltosi lo scorso 26 settembre ad Ottawa, è stata annunciata la conclusione, sotto il profilo politico, dei negoziati per il CETA, analogamente a quella per il correlato negoziato per un Accordo Quadro (Strategie Partnership Agreement – SPA).
  Come noto, il CETA – il cui negoziato era stata avviato nel maggio 2009 – è un Accordo mirante a facilitare le relazioni commerciali tra il Canada e l'Unione Europea grazie ad una serie di misure innovative ed ambiziose che spaziano dalla liberalizzazione degli scambi alla facilitazione dell'accesso al government procurement, ovvero agli appalti pubblici, all'apertura del mercato dei servizi, all'offerta di condizioni favorevoli per gli investimenti ed alla protezione delle indicazioni geografiche.
  Nell'Accordo è di precipuo interesse per noi il tema delle regole di origine, l'accesso al mercato degli appalti pubblici e, soprattutto, la protezione delle Indicazioni Geografiche (IIGG). L'intesa raggiunta su queste questioni può essere considerata soddisfacente anche per quanto riguarda le Indicazioni Geografiche, avendo ottenuto l'applicazione del principio di coesistenza dei marchi e l'accettazione della clausola di grandfathering (esenzione) ed altri obblighi in termine di differenziazione con i marchi precedentemente registrati in Canada.
  Per la UE l'intesa raggiunta con il Canada è un risultato positivo di tutto rilievo, in quanto stabilisce un precedente importante per futuri negoziati commerciali multilaterali. Da parte italiana ci si può ritenere soddisfatti dei risultati raggiunti dal negoziato per questo Accordo, che abbiamo sostenuto con convinzione, ritenendolo suscettibile di consolidare le relazioni tra UE e Canada.
  Vi è quindi motivo di ritenere che l'attuazione del CETA condurrà ad un considerevole, e positivo, aumento delle opportunità commerciali ed economiche, consentendo un migliore accesso reciproco ai mercati e più vantaggiose opportunità di investimento. Auspichiamo pertanto che le discussioni di carattere tecnico tuttora in corso – così come il lavoro di traduzione e di «ripulitura» linguistica dei testi – possa essere finalizzato velocemente.
  Conclusi i negoziati politici, infatti, la stesura del testo viene ora perfezionata in alcune discussioni di carattere tecnico che si stanno svolgendo nel competente comitato a Bruxelles (CPC – Comitato di Politica Commerciale).
  Come ricordato dall'Onorevole Interrogante, tra le questioni ancora da chiarire vi è anche la natura dell'Accordo, ovvero se esso sia da ritenersi «misto» o di esclusiva competenza dell'Unione. Il Consiglio è pressoché unanime nel ritenere l'Accordo «misto». Da parte italiana si condivide tale valutazione – in quanto il CETA tratta in misura rilevante questioni di competenza mista o esclusiva degli Stati Membri, quali la proprietà intellettuale, i Pag. 23trasporti, la sicurezza sul lavoro, gli investimenti – e sosterrà tali linea nelle sedi competenti.
  Indipendentemente dalla natura «mista» o di esclusiva competenza dell'UE dell'Accordo, la valutazione sull'opportunità di chiedere il parere della Corte di Giustizia ai sensi dell'articolo 218 paragrafo 11 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) potrà essere effettuata una volta noto il testo finale dell'Accordo stesso.

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ALLEGATO 3

5-03672 Scagliusi: Sulle iniziative a protezione del cantone di Kobane nel Kurdistan occidentale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Da tempo assistiamo purtroppo al perpetrarsi di violenze ed atrocità dell'ISIL contro le popolazioni in Siria, così come in Iraq. Nel quadro di una situazione che continua a deteriorarsi di giorno in giorno, la comunità internazionale è stata posta di fronte alla necessità di intervenire immediatamente, sia per assistere le centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati interni, sia per indebolire la forza militare dell'ISIL e delle formazioni jihadiste legate ad Al Qaida. È una sfida difficile, che richiede una risposta comune, coordinata e multidimensionale, su vari piani come quello politico, militare e di intelligence, mediatico e umanitario.
  La Turchia è uno dei Paesi maggiormente interessati dalle crisi in Iraq ed in Siria. L'intero confine meridionale turco – una vasta area che va dal Mediterraneo orientale fino all'Iran – è lambito da un lungo fronte di conflitti e instabilità. Ne è una prova l'assedio di Kobane, città siriana a pochissimi chilometri dal confine con la Turchia, e la tragedia che purtroppo si sta consumando in questi giorni e che il Governo segue con grande apprensione e preoccupazione.
  La Turchia sostiene lo sforzo internazionale per il contrasto ad ISIL ed ha partecipato alle riunioni che ne hanno propiziato l'avvio e la strutturazione (meeting a margine del Vertice NATO del 4-5 settembre; riunione ministeriale dei partner regionali a Gedda l'11 settembre; Conferenza di Parigi sull'Iraq il 15 settembre; sessione aperta del CdS del 19 settembre). Sin qui Ankara ha assunto una postura poco profilata, per tutelare l'incolumità dei 46 ostaggi turchi sequestrati dall'organizzazione terroristica nella città irachena di Mosul e successivamente liberati. L'apporto della Turchia è comunque rilevante e cruciale, se si considera che oltre un milione di rifugiati (inclusi yazidi, curdi e turkmeni) in fuga dalle violenze sono al momento accolti in territorio turco. La Turchia ha inoltre messo a disposizione il proprio spazio aereo e la base di Incirlik per voli umanitari e logistici.
  Dopo la recente liberazione degli ostaggi turchi, Ankara si appresta ad assumere – come riferito dal Presidente Erdogan al Presidente del Consiglio Renzi in un incontro bilaterale a margine dell'UNGA – un approccio più attivo e visibile, anche dal punto di vista militare. In questo contesto, Ankara ha negli ultimi giorni rafforzato i presidi militari lungo i confini, schierando carri armati e artiglieria lungo il confine con la Siria. Proprio in questi giorni è in discussione al Parlamento turco la questione delle autorizzazioni a compiere operazioni transfrontaliere in Siria e Iraq. L'esito di tale dibattito, che è previsto cominci il 2 ottobre, potrà dare indicazioni sul profilo che la Turchia vorrà adottare nei confronti delle crisi ai propri confini.
  Su questi e correlati temi, di importanza cruciale per la stabilità della regione medio orientale, i governi di Roma e Ankara mantengono frequenti contatti e un costante approfondito dialogo. È nel quadro di questo dialogo che il Governo intende richiamare – nelle modalità che verranno ritenute opportune – l'attenzione di Ankara sulla questione.Pag. 25
  Nel quadro di una crisi che – ricordiamocelo – non riguarda una zona ben delimitata ma l'intero arco che va dalla Siria all'Iraq, il nostro Paese, già da inizio agosto, ha assunto un ruolo di rilievo nel sostegno alla popolazione irachena, un ruolo reso possibile grazie anche al sostegno che questo Parlamento ha voluto dare alle iniziative del Governo. Vorrei poi ricordare la visita a Baghdad ed Erbil del Presidente del Consiglio Renzi lo scorso 20 agosto, in cui è stato annunciato ufficialmente l'invio di forniture militari ai combattenti curdi, preceduta da quella del Vice ministro Pistelli il 6-7 agosto. In questo contesto l'Italia, sulla base della risoluzione parlamentare del 20 agosto, ha contribuito con sei voli di aiuti umanitari, offrendo il proprio sostegno militare alle forze curde che in Iraq contrastano i jihadisti dell'ISIL. L'Italia sta infine aumentando il proprio impegno sul versante umanitario, che nell'ultimo triennio ha raggiunto la cifra di 50 milioni di euro per assistere i rifugiati e gli sfollati in fuga dagli eccidi dell'ISIL in Siria e in Iraq.
  Continueremo a seguire ciò che sta avvenendo in Siria e Iraq con il massimo impegno, di concerto con i nostri partner internazionali, con l'auspicio che tragedie quali quella che sta avvenendo a Kobane abbiano presto a cessare.