CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 luglio 2014
277.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa del Brasile, fatto a Brasilia il 27 marzo 2008 (C. 2080 Governo e C. 996 Bueno).

EMENDAMENTO DEL RELATORE

ART. 3.

  Al comma 2, secondo periodo, dopo le parole: dotazioni finanziarie aggiungere le seguenti: rimodulabili di parte corrente di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
3. 1. Il Relatore.
(Approvato)

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ALLEGATO 2

5-03289 Di Battista: Sulla demolizione del centro per l'infanzia «La Terra dei bambini» presso il villaggio di Um Al Nasser nella Striscia di Gaza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministro Mogherini, appena appreso domenica scorsa della distruzione dell'asilo di Um el Nasser, ha subito reiterato il proprio appello alle parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese a far cessare immediatamente le ostilità, chiedendo al nostro Ambasciatore di effettuare immediati accertamenti su quanto accaduto.
  L'ONG italiana Vento di Terra ha costruito a Um Al Nasser (zona nord della Striscia di Gaza) nel 2011 il centro per l'infanzia «La terra dei bambini» tramite il progetto «Peace Architecture for Education in Gaza Strip», finanziato dalla Cooperazione italiana nel 2011, con un ammontare di 270.000 euro. La struttura è stata realizzata utilizzando le stesse tecniche di architettura bioclimatica già sperimentate dall'ONG in Area C (la «Scuola di gomme» ad Al Khan al Ahmar, la «Scuola di bambù» – Wadi Abu Hindi – e la scuola primaria di Yanoun). Ad Um Al Nasser sono stati utilizzati sacchi di sabbia e legno.
  La struttura, co-progettata da ARCò (Architettura e Cooperazione) e dallo Studio MCA (Mario Cucinella Architects), è stata realizzata con il coinvolgimento della comunità locale ed è dotata di un impianto fotovoltaico, realizzato con la supervisione della Rete Solare per l'Autocostruzione, associazione italiana che promuove la diffusione di energie pulite e bio-architettura, e di un sistema di fitodepurazione delle acque grigie e piovane.
  Il servizio educativo a favore dei minori di Um Al Nasser è stato cofinanziato nel 2012 sempre dalla Cooperazione italiana, con un ammontare di 80.000 euro, dalla Cooperazione decentrata italiana (Comune di Milano, Regione Puglia, Conferenza Episcopale Italiana) e dalla Cooperazione francese.
  Il centro a favore dei minori ospitava una scuola materna che poteva accogliere quotidianamente 120 bambini tra i 3 e i 6 anni e fungeva da centro di aggregazione e di ascolto per circa 50 donne beduine del villaggio. Attraverso il nuovo programma di emergenza della Cooperazione italiana 2013-2014 è stata inoltre finanziata, con un contributo di 90.000 euro, la costruzione e l'avvio di una mensa scolastica per gli alunni della limitrofa scuola materna, inaugurata a maggio scorso.
  Domenica 20 luglio, i bulldozer israeliani – nel corso dell'operazione militare in corso nella Striscia di Gaza – hanno raso al suolo l'asilo. Il Ministro Mogherini nel corso della sua recente missione in Palestina ha incontrato a Gerusalemme il rappresentante dell'ONG. La struttura si trovava nel Nord della Striscia, a ridosso della buffer zone, ma all'interno della fascia di rispetto che le IDF stanno realizzando. L'asilo sarebbe stato distrutto insieme ad altre costruzioni dell'area, più alcune abitazioni scelte in maniera mirata, fra cui quella del Sindaco del villaggio (che risulterebbe essere indipendente). Il valore della scuola in beni e servizi è stimato intorno a 500.000 euro. La struttura era stata visitata sia dalla Presidente della Camera Boldrini (gennaio 2014), sia dal Viceministro degli Esteri Pistelli, nel settembre 2013.
  Il nostro Ambasciatore a Tel Aviv ha già lamentato la distruzione da parte dei Pag. 31bulldozer israeliani a Gaza dell'asilo costruito grazie alla nostra cooperazione. Le Autorità israeliane hanno espresso profondo rincrescimento per la circostanza. È intenzione del Governo sollecitare nella maniera più ferma esaurienti spiegazioni israeliane sulla dinamica di questo tragico ed inspiegabile episodio, riservandosi tutte le appropriate iniziative che dovessero rendersi necessarie.

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ALLEGATO 3

5-03290 Amendola: Sulle iniziative multilaterali in corso per la cessazione delle ostilità armate nella Striscia di Gaza.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Gli attuali sforzi diplomatici internazionali volti ad assicurare la cessazione delle ostilità a Gaza ruotano attorno all'Egitto. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha confermato al presidente egiziano Al-Sisi il proprio impegno come presidente di turno dell'Ue per favorire ogni iniziativa utile alla pace in Medio Oriente e pieno sostegno al piano egiziano di cessate il fuoco. L'obiettivo della cessazione delle ostilità non è più differibile: per questo il Segretario di Stato americano Kerry è ora nella regione con l'intenzione di lanciare immediatamente, d'intesa con il SG ONU Ban Ki-moon, in pieno coordinamento con l'iniziativa egiziana, un armistizio di 48 ore per cercare di indurre Hamas ad accettare il cessate-il-fuoco «definitivo» sull'esempio di quello del 2012.
  Come ricordato dall'onorevole Interrogante, il Ministro Mogherini nel corso della sua recente missione in Medio Oriente ha lanciato un forte appello alle parti coinvolte nel conflitto a cessare immediatamente le ostilità. Priorità delle priorità, su cui il Ministro Mogherini ha lungamente insistito con gli attori regionali e internazionali nel corso della sua visita, è quella di addivenire in tempi rapidi a un cessate il fuoco ed alla ripresa del processo di pace, o almeno a una tregua umanitaria immediata e propiziare un significativo maggiore accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Ci si rende tuttavia conto che sarà difficile fermare il conflitto se non si prospetta un quadro minimo di garanzia che la questione della fine del blocco della Striscia di Gaza verrà presa in considerazione nelle discussioni che seguiranno immediatamente l'auspicabile cessate-il-fuoco.
  Nei colloqui con le Autorità israeliane il Ministro Mogherini aveva posto in rilievo l'esigenza di fermare il conflitto sia per pone fine alle sofferenze delle popolazioni coinvolte, sia per evitare una radicalizzazione delle opinioni pubbliche nel mondo arabo ed una ondata di antisemitismo in Europa, i cui primi preoccupanti segnali sono già sotto gli occhi di tutti dopo l'attacco alle Sinagoghe in Francia (questione, quest'ultima, che ha fatto oggetto di una dichiarazione del Ministro Mogherini assieme ai suoi omologhi francese e tedesco). Ben presente nel corso della sua visita è stata l'esigenza di mettere a fuoco una visione per il futuro di Gaza, con l'obiettivo di propiziare cambiamenti significativi nelle condizioni socio economiche nella Striscia in modo da scongiurare il triste ripetersi del ciclo delle violenze a Gaza. In tale ottica e nell'ambito della sua missione mediorientale, il Ministro Mogherini ha sondato le controparti sulla possibile rivitalizzazione della missione ETJBAM a Rafah, in caso di auspicabile riapertura dei valichi di accesso a Gaza, a cominciare da quello con l'Egitto.
  Vi potrebbero inoltre essere i presupposti per la convocazione di una conferenza dei donatori in favore della ricostruzione di Gaza. Quella del 2009 a Sharm El Sheik e fallita perché i palestinesi erano divisi e i valichi sono rimasti chiusi, privando la popolazione civile degli indispensabili strumenti e materiali per riavviare lo sviluppo. Oggi, il sostegno al Presidente Abbas nel mondo arabo è più Pag. 33ampio e la riapertura dei valichi, come suggerito dall'Italia, renderebbe l'intervento dei donatori di nuovo attuabile.
  Sul fronte dell'assistenza umanitaria, il Ministro Mogherini ha annunciato un contributo di emergenza della Cooperazione italiana con una cifra pari a 1,65 milioni di euro a favore degli appelli dell'OMS, del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e dell'Ufficio degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (OCHA), oltre che per l'acquisto con fondi in loco di medicinali e generi di prima necessità e per programmi post-conflict da parte delle nostre ONG, che si aggiungono al finanziamento di 4 milioni versato sui bilancio ordinario di UNRWA, ai 2 milioni a favore dei profughi palestinesi in Siria e Libano; a ciò si aggiunge una riflessione al momento in corso su un analogo contributo alle operazioni di UINRWA nella Striscia di Gaza.
  Essenziale inoltre riprendere la via del negoziato tra Israele e Autorità Palestinese con un ruolo più profilato della Lega Araba. Al riguardo va segnalato che nel testo delle conclusioni del Consiglio Affari Esteri di ieri, cui l'Italia ha attivamente contribuito, è presente un forte richiamo ad entrambe le parti per un cessate il fuoco immediato che ponga fine alle ostilità. Vi è inoltre una ferma condanna al lancio di razzi, oltre ad un richiamo dell'imperativo umanitario e dell'esigenza che le operazioni israeliane siano proporzionali e rispettose del diritto internazionale umanitario. Le conclusioni guardano anche al di là di Gaza, sollecitando ad affrontare le cause profonde dell'escalation militare sia nella Striscia (apertura dei valichi nel rispetto della sicurezza di Israele), sia in un orizzonte più ampio (invito alle parti a riprendere i negoziati per la soluzione due stati). Significativa la disponibilità dell'UE a lavorare con gli Stati Uniti e gli altri partner a un'iniziativa che consenta il riavvio dei negoziati sulla base di principi certi.
  Sia pure nella consapevolezza che si tratta di contesti e attori distinti, non c’è dubbio che anche la crisi di Gaza è interconnessa alle più generali convulsioni che attraversano il mondo arabo, in Siria, in Iraq e oltre. Nessuna di queste crisi può essere risolta con il semplice ricorso alle armi, poiché vanno rimosse le cause socio economiche e geo-politiche che alimentano il perpetuarsi della conflittualità. Come evidenziato anche in occasione di una recente risposta ad una interpellanza dell'onorevole Marazziti in Aula Camera su Aleppo e la crisi siriana, è indispensabile un dialogo con i principali attori regionali (incluso Israele) che debbono comprendere di essere tutti esposti ad un forte rischio di estremismo e polarizzazione settaria. Si tratta di immaginare un quadro di rassicurazioni e garanzie reciproche in chiave cooperativa e non più competitiva. Non esiste un gioco a somma zero in Medio Oriente; possono esistere soltanto soluzioni che innestino un circolo virtuoso a beneficio di tutte le parti coinvolte. Si tratta di uno scenario particolarmente difficile da mettere in pratica, ma è l'unico al momento concepibile per uscire da una tale situazione di impasse: è quello che il Governo italiano intende o sta cercando di propiziare.

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ALLEGATO 4

5-03291 Palazzotto: Sull'esportazione di armi e sistemi militari verso le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese.

TESTO DELLA RISPOSTA

   L'Italia è da sempre sensibile alle esigenze di sicurezza di Israele, tanto più nell'attuale instabile quadro geopolitico regionale caratterizzato da forti convulsioni che mettono a rischio la stabilità dei paesi confinanti. È peraltro chiaro che il soddisfacimento duraturo di tali esigenze potrà essere raggiunto da Israele solo se quest'ultimo riuscirà a trovare una pace giusta con i palestinesi basata sulla soluzione dei due Stati. Ciò potrà aprire un percorso di cooperazione tra Israele e mondo arabo con correlati benefici per lo sviluppo socio economico e per la stabilità della regione.
  Ho già avuto modo di illustrare le iniziative intraprese dal Presidente del Consiglio e dal Ministro Mogherini rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Amendola. Vorrei tuttavia ribadire che le Conclusioni del Consiglio Affari Esteri UE del 22 luglio, alla cui definizione il Governo italiano ha attivamente contribuito, manifestano il forte impegno dell'UE ad un'iniziativa politica per rilanciare i negoziati dì pace interrotti. Le Conclusioni contengono inoltre un richiamo ad entrambe le parti per un cessate il fuoco immediato che ponga fine alle ostilità, con la ferma condanna dei lanci di razzi e il richiamo dell'imperativo umanitario e dell'esigenza che le operazioni israeliane siano proporzionali e rispettose del diritto umanitario.
  In questo contesto, vorrei chiarire che l'Italia non fornisce ad Israele sistemi d'arma di natura offensiva. Da un punto di vista più generale, vorrei ricordare che l'Italia, nel rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni degli armamenti, applica rigorosamente gli otto criteri sanciti dalla Posizione Comune 2008/944/PESC del Consiglio Europeo dell'8 dicembre 2008 («Norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari»), che comportano l'effettuazione di approfonditi riscontri in merito alla situazione interna e regionale dei Paesi verso i quali le operazioni devono essere condotte, l'eventuale impatto delle esportazioni e dei transiti di tecnologia e delle attrezzature militari sui Paesi destinatari e sulle regioni circostanti, l'utilizzo finale del materiale, l'eventuale rischio di sviamenti o cessione a terzi dello stesso, il rispetto della pace internazionale e dei diritti umani da parte dei Governi destinatari. Oltre alla normativa europea, sul piano internazionale l'Italia applica pienamente gli embarghi e le altre misure di carattere restrittivo adottati a livello di Nazioni Unite.
  Con riferimento specifico alla fornitura degli M346 ad Israele, segnalo che il velivolo, come peraltro indicato all'Onorevole interrogante, è un nuovo addestratore avanzato. Nel pieno rispetto dei principi e del dettato normativo sancito dalla legge n. 185 del 1990, da parte italiana tali velivoli sono stati quindi forniti all'Aviazione israeliana in versione disarmata e da addestramento. Non si tratta dunque di aerei configurati con capacità offensive.