CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 novembre 2013
128.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni concernenti l'impiego di contingenti di personale militare con funzioni di pubblica sicurezza per il contrasto della criminalità ambientale in Campania (C. 833 Russo).

EMENDAMENTI ED ARTICOLI AGGIUNTIVI

ART. 1.

  Sopprimerlo.
1. 1. Duranti, Piras.

  Sostituirlo con il seguente:

Art. 1.

  1. Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni vigenti, i prefetti delle province campane, per servizi di vigilanza dei siti inquinati, sono autorizzati ad avvalersi di contingenti di personale militare delle Forze armate, posti a loro disposizione dalle competenti autorità militari ai sensi dell'articolo 13 della legge 1o aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni.
1. 2. Duranti, Piras.

  Sopprimere il comma 1.
1. 3. Duranti, Piras.

  Al comma 1, sostituire la parola: contingenti con le seguenti: un contingente massimo di 850 unità.

  Conseguentemente, dopo l'articolo 3 aggiungere il seguente:

Art. 3-bis.

  1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari ad euro 1.413.730 per il 2013 e ad euro 16.964.820 per il 2014, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del programma «Fondi di riserva speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero».
1. 4. Il Relatore.
(Approvato)

  Al comma 1, sostituire le parole: nonché di con le seguenti: prioritariamente finalizzate alla.
1. 5. Scanu, Villecco Calipari, Salvatore Piccolo, Bolognesi, D'Arienzo, Carlo Galli, Lattuca, Leva, Manciulli, Garofani, Giuditta Pini, Stumpo, Valeria Valente.
(Approvato)

  Sopprimere il comma 2.
1. 6. Piras, Duranti.

  Al comma 2 sopprimere il secondo periodo.
1. 7. Scanu, Villecco Calipari, Salvatore Piccolo, Bolognesi, D'Arienzo, Carlo Pag. 78Galli, Lattuca, Leva, Manciulli, Garofani, Giuditta Pini, Stumpo, Valeria Valente.
(Approvato)

  Sopprimere il comma 3.
1. 8. Piras, Duranti.
(Approvato)

  Sostituire il comma 3 con il seguente:
  3. L'impiego dei contingenti militari delle Forze armate, di cui al comma 1, è consentito limitatamente alle funzioni di vigilanza di siti sensibili.
1. 9. Scanu, Villecco Calipari, Salvatore Piccolo, Bolognesi, D'Arienzo, Carlo Galli, Lattuca, Leva, Manciulli, Garofani, Giuditta Pini, Stumpo, Valeria Valente.

  Sopprimere il comma 4.
1. 10. Piras, Duranti.

ART. 2.

  Sopprimerlo.
2. 1. Duranti, Piras.

  Al comma 1, sostituire la cifra: 2013, con la seguente: 2014.
2. 2. Il Relatore.
(Approvato)

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 31 marzo 2014.
2. 3. Corda, Basilio, Artini, Frusone, Rizzo, Paolo Bernini, Tofalo.

  Al comma 1, sopprimere il secondo periodo.
2. 4. Duranti, Piras.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: per un periodo non superiore a sei mesi.
2. 5. Basilio, Artini, Corda, Artini, Frusone, Rizzo, Paolo Bernini, Tofalo.
(Approvato)

  Al comma 1, dopo le parole: Il Consiglio dei ministri aggiungere le seguenti:, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con motivata relazione, e aggiungere, infine, le seguenti parole: previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
2. 6. Scanu, Villecco Calipari, Salvatore Piccolo, Bolognesi, D'Arienzo, Carlo Galli, Lattuca, Leva, Manciulli, Garofani, Giuditta Pini, Stumpo, Valeria Valente.
(Approvato)

ART. 3.

  Sopprimerlo.
*3. 1. Duranti, Piras.

  Sopprimerlo.
*3. 2. Artini, Basilio, Corda, Frusone, Rizzo, Paolo Bernini, Tofalo.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  2. Di conseguenza, agli oneri derivanti dall'applicazione del precedente comma, si provvede secondo quanto disposto dall'articolo 3-bis della presente legge.

Pag. 79

  Conseguentemente, dopo l'articolo 3 aggiungere il seguente:

ART. 3-bis.

  1. All'articolo 2 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 6, le parole: «20 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «22 per cento»;
   b) ai commi 9, 10, 11 e 12, le parole: «1o gennaio 2012», sono sostituite dalle seguenti: «1o gennaio 2014»;
   c) al comma 13, lettera a), numeri 1) e 3), le parole: «20 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «22 per cento»;
   d) al comma 19, lettere a), b) e c), numero 3), le parole: «62,5 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «56,82 per cento»;
   e) al comma 26, le parole: «31 dicembre 2011» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2013»;
   f) al comma 27:
    1. al primo periodo sono aggiunte le seguenti parole: «e l'aliquota del 20 per cento sulla parte di redditi riferita al periodo intercorrente tra il 1o gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013» e dopo il primo periodo è inserito il seguente: «Ai contratti sottoscritti fino al 31 dicembre 2013 l'aliquota del 20 per cento si applica ai redditi di cui al primo periodo riferiti al periodo intercorrente tra il 1o gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013».
    2. All'ultimo periodo, le parole: «precedente periodo» sono sostituite dalle seguenti: «precedenti periodi»;

   g) il comma 28 è sostituito dal seguente:
  «Le minusvalenze, perdite e differenziali negativi di cui all'articolo 67, comma 1, lettere da c-bis) a c-quater), del testo unico delle imposte sui redditi approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono portate in deduzione dalle plusvalenze e dagli altri redditi diversi di cui all'articolo 67, comma 1, lettere da c-bis), a c-quinquies), del testo unico delle imposte sui redditi approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 con le seguenti modalità:
   1. per una quota pari al 56,82 per cento, se sono realizzate fino alla data del 31 dicembre 2011 (e le plusvalenze e gli altri redditi diversi sono realizzati fino alla data del 31 dicembre 2013);
   2. per una quota pari al 90,91 per cento, se sono realizzate dal 1o gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 (e le plusvalenze e gli altri redditi diversi sono realizzati successivamente al 31 dicembre 2013).
  Restano fermi i limiti temporali di deduzione previsti dagli articoli 68, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e 6, comma 5, del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461»;

   h) al comma 29, le parole: «1o gennaio 2012» e le parole: «31 dicembre 2011» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: «1o gennaio 2014» e «31 dicembre 2013»;
   i) ai commi 30 e 31, le parole: «31 marzo 2012» e le parole: «16 maggio 2012» sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: «31 marzo 2014» e «16 maggio 2014»;
   l) al comma 32, le parole: «al 31 dicembre 2012, per una quota pari al 62,5 per cento del loro ammontare» sono sostituite dalle seguenti: «al 31 dicembre 2013, per una quota pari al 90,91 per cento del loro ammontare»;
   m) al comma 33 le parole: «successivamente, per una quota pari al 62,50 per cento del loro ammontare» sono sostituite dalle seguenti: «successivamente per una quota pari al 56,82 per cento del loro Pag. 80ammontare e quelli rilevati nel 2012 e nel 2013 per una quota pari al 90,91 per cento del loro ammontare».

  3. Alle disposizioni di cui al comma 2, si applicano, in quanto compatibili, i decreti del Ministro dell'economia e delle finanze del 13 dicembre 2011.
  4. All'articolo 4, comma 2, del decreto legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227, le parole: «20 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «22 per cento».
  5. All'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239, le parole: «20 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «22 per cento».
  6. Le disposizioni dei commi da 2 a 5 esplicano effetto a decorrere dal 1o gennaio 2014.
3. 3. Piras, Duranti.

  Dopo l'articolo 3 aggiungere il seguente:

ART. 3-bis.

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
3. 01. Il relatore.
(Approvato)

Pag. 81

ALLEGATO 2

Sugli esiti della missione presso l'Arsenale Militare Marittimo di Taranto, svolta il 18 novembre 2013.

COMUNICAZIONI

  Il 18 novembre scorso una delegazione della Commissione Difesa, guidata dal Vicepresidente onorevole Massimo Artini (M5S), e composta anche dagli onorevoli Francesco Saverio Garofani (PD) e Donatella Duranti (SEL), rispettivamente in rappresentanza dei gruppi di maggioranza e di opposizione, si è recata in visita presso l'Arsenale Militare Marittimo di Taranto.
  La visita è da inquadrare nell'ambito dell'esame, in corso presso la Commissione, degli Atti del Governo n. 32 e 33, attuativi della legge n. 244 del 2012, ed è avvenuta su proposta dell'onorevole Donatella Duranti (SEL), successivamente accolta in modo unanime dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, della stessa Commissione.
  Il programma della missione, che ha visto fin dall'inizio e per tutta la durata della visita la partecipazione del Capo di stato maggiore della Marina, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha contemplato, dopo il picchetto d'onore, un'ampia presentazione da parte del Direttore dell'Arsenale, C. A. Valerio Boldrini; un successivo sopralluogo alle strutture dell'Arsenale (Bacino di carenaggio «Ferrati», Officina Piccoli motori, Cantieri Officine Polifunzionali, Officina Siluri e Polifunzionale, Officina Artiglierie e gas compressi, Officine Accumulatori e Banchina lavori); l'incontro con le rappresentanze militari, nonché con le organizzazioni sindacali territoriali e con la Rappresentanza Sindacale Unitaria di Marinarsen. La visita si è, quindi, conclusa con un saluto alla delegazione a bordo della nave Garibaldi, ormeggiata presso l'Arsenale.
  La presentazione del Direttore dell'Arsenale ha consentito di delineare il quadro attuale delle attività e dell'assetto dell'Arsenale, il cui organico attuale ammonta a 1.431 civili e 250 militari e di registrare taluni punti di forza della struttura tra cui il sostegno a 2/3 delle unità di prima linea della Marina grazie alla capacità, sia di esecuzione sia di gestione tecnico-amministrativa, di interi cicli di manutenzione; a un'elevata professionalità del personale con know-how esclusivo in talune lavorazioni; alla disponibilità di asset di grande valore strategico e a sinergie e collaborazioni efficaci con l'industria e l'università, anche con ricorso all'istituto della permuta e delle convenzioni.
  Quanto agli organici, ne è emerso un quadro allarmante alla luce dei 431 pensionamenti previsti tra il 2013 e il 2020, del perdurare del blocco del turn over, dell'età avanzata del personale, attestata sulla media di 54 anni, della necessità di individuare da un lato le professionalità da ripianare nelle varie officine e dall'altra i settori strategici su cui investire in via prioritaria.
  Sul piano dell'analisi industriale, ulteriori spunti di riflessione sono derivati dai dati sulla gestione del monte ore, considerato che ad oggi soltanto il 30 per cento di esso è dedicato alla manutenzione navale, mentre il 70 per cento è assorbito da altri servizi e l'indice di presenza del personale è attestato sul 78 per cento rispetto alle ore complessive teoriche.
  Tale analisi ha incluso una valutazione sulle criticità attinenti la manodopera diretta (tecnici) che registra un elevato tasso di prescrizioni mediche con «non idoneità Pag. 82ai lavori a bordo», il mancato ripianamento degli esodi per anzianità e la difficoltà di impegnare pienamente la manodopera in «attività dirette» per l'indisponibilità delle officine polifunzionali. L'emergenza immediata riguarda le professionalità dei palombari (un solo idoneo), dei gruisti (sei idonei) e dei motoristi.
  In merito al costo dello stabilimento, secondo i dati contenuti nel conto economico per il 2012, 63,3 milioni di euro sono destinati agli emolumenti, 1,6 per i materiali, 25,8 per ricorso all'industria privata e 9 per le spese militari.
  Il Direttore Boldrini è quindi passato ad illustrare il piano di rinnovamento ed efficientamento dell'Arsenale, che gravita intorno all'attuazione del Piano Brin per l'ammodernamento e messa a norma delle officine, per la realizzazione del Sistema Infologistico (SIGA) per la contabilità economico – analitica delle lavorazioni e la formazione tecnico – specialistica e antinfortunistica. Tra gli auspici espressi dall'attuale leadership dell'Arsenale figura innanzitutto il ricorso ad un «piano emergenziale» di turnover e a nuove regole di governance che riconoscano la specificità dei lavoratori degli arsenali con la modifica del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo dell'Area difesa e che, contenendo il progressivo decadimento della capacità di intervento delle officine nei settori della meccanica, della motoristica, dell'elettromeccanica, dell'elettronica e della nautica, recuperino all'Arsenale le lavorazioni a medio contenuto tecnologico svolte dall'industria privata, portando l'incidenza dell'attività sul fabbisogno complessivo (insourcing) dall'attuale 54 per cento al 75 per cento. L'internalizzazione di alcune lavorazioni permetterebbe, inoltre, di conseguire risparmi di gestione nel medio periodo.
  Un intervento dell'Ammiraglio De Giorgi nel corso della presentazione ha segnalato quale primo nemico del rilancio dell'Arsenale l'attuale apparato di norme vigenti, non coerenti con le esigenze dello stabilimento, con particolare riferimento al tema della perenzione dei fondi. Ha, quindi, fortemente auspicato l'assunzione di iniziative legislative, finalizzate al piano emergenziale per il turn over nel presupposto del riconoscimento della specificità dei lavoratori dell'Arsenale. L'Ammiraglio De Giorgi ha anche reso noto di avere individuato in 310 il numero di unità di personale (di cui 169 assistenti tecnici) necessarie al mantenimento di un adeguato livello di efficienza e di funzionalità della struttura. Quanto al piano emergenziale, esso potrebbe trovare un ancoraggio normativo nell'articolo 5 del decreto-legge n. 215 del 2011, che ad oggi sconta però gli effetti della riduzione del 10 per cento del personale, determinato dalla spending review, che impedisce di procedere a bandi di assunzione fino a tutto il 2014.
  Una parte rilevante dell'esposizione del Direttore Boldrini ha riguardato il richiamo alle finalità e ai caratteri del Piano Brin alla luce delle linee guida adottate nel 2007: salvaguardia delle capacità strategiche dello stabilimento e rilancio dei macro sistemi navali: bacini, banchine, mezzi di sollevamento; razionalizzazione dei costi di gestione e manutenzione degli immobili mediante l'ottimizzazione degli spazi di lavoro: officine polifunzionali (riduzione della cubatura impiegata: da mc 1.233.672 a 650.087); tutela della salute dei lavoratori e dell'igiene sul luogo di lavoro; mantenimento delle lavorazioni essenziali e delle aree di eccellenza, anche in un'ottica di esternalizzazione attraverso lo strumento delle «Permute di Beni e Servizi». Il piano finanziario per l'Arsenale prevede un investimento pari a 130 milioni di euro, di cui 90.466 ad oggi complessivamente già impegnati.
  Nella premessa, secondo cui il Piano Brin dovrà comportare la realizzazione di nuove officine polifunzionali per il sistema «nave», di nuove officine per il sistema «combattimento», di nuovi laboratori e aree per divisione servizi, di rinnovate palazzine per gli uffici direzionali e infrastrutture comuni, il Contrammiraglio Boldrini ha descritto lo stato di avanzamento dei lavori, che possono dirsi realizzati con riferimento all'Officina polifunzionale n. 1 (ad eccezione del sistema di climatizzazione ancora in fase di appalto), mentre i Pag. 83lavori per l'Officina n. 2 non si sono avviati a causa del fallimento della ditta appaltatrice. L'Officina polifunzionale n. 3 è attualmente in fase di ristrutturazione e se ne prevede la consegna al 2014. Anche il consolidamento del Bacino in muratura «Ferrati» è in corso d'opera: è in atto una fase preparatoria a cura di Marinarsen e la prima immissione di una nave è prevista per il marzo 2014. Sul tema dei bacini, la delegazione ha potuto apprendere che i bacini galleggianti, di cui è dotato l'Arsenale, offrono importanti opportunità di introiti attraverso lo strumento delle permute, che include non soltanto le strutture ma anche i servizi connessi (ad esclusione del carenaggio).
  Analogamente al tema del personale dalla presentazione del Direttore Boldrini è emerso che per il Piano Brin i problemi non sono di natura economica ma burocratica, connessi alla lentezza del processo che si caratterizza per l'accentramento dell'attività decisoria in capo a GENIODIFE, laddove invece una maggiore autonomia decisionale dell'Arsenale sulla base di una normativa di delega sembrerebbe opportuna.
  È emerso, inoltre, come fattore condizionante la realizzazione delle opere programmate quello del fallimento delle ditte appaltatrici o, in generale, di anomalie nella gestione degli appalti, connesse anche al noto fenomeno della levitazione dei costi in corso d'opera. Un dato che è apparso significativo per cogliere l'operatività dell'Arsenale è quello concernente le 20 soste di unità di prima linea avvenute negli ultimi 3 anni e i 15 cantieri attualmente aperti per la realizzazione di lavori infrastrutturali.
  A conclusione della presentazione i membri della delegazione sono quindi intervenuti, a partire dall'onorevole Duranti che ha posto un quesito sull'attuale percentuale di realizzo del Piano Brin. Sulla questione il Direttore Boldrini ha spiegato che attualmente l'impegno finanziario allocato è stimabile nel 60 per cento, mentre l'avanzamento dei lavori sul piano strutturale è misurabile in circa il 35-40 per cento per strutture di pronto utilizzo. Alla luce di tale andamento il 2016 è da considerare come l'anno risolutivo per il Piano, considerato che l'obiettivo più lontano è rappresentato dalla ristrutturazione dell'Officina artiglierie e della Officina polifunzionale n. 2. Il Direttore Boldrini ha anche rappresentato che un anno e mezzo di ritardo sarebbero imputabili alla necessità di procedere alla riprogettazione delle opere, al fine di tenere conto delle nuove norme introdotte dopo il terremoto de L'Aquila. Al quesito dell'onorevole Garofani sull'utilizzo di nuovo personale nell'attuale condizione infrastrutturale, i responsabili dell'Arsenale non hanno ravvisato difficoltà quanto alla possibilità di inserire ulteriori lavoratori e hanno rappresentato la possibilità di creare spazi per le nuove leve ad esempio portando le navi in secca.
  Passando all'incontro con le rappresentanze militari, esso è stato introdotto dal vicepresidente Artini che ha rimarcato il rapporto speciale che per tradizione sussiste tra la Commissione e l'Arsenale di Taranto, richiamando a tal fine l'autorevole figura dell'onorevole Vito Angelini, operaio dell'Arsenale e presidente della Commissione Difesa nella VII Legislatura. L'onorevole Artini ha anche dato conto del fatto che la missione a Taranto ha rappresentato la prima visita in assoluto della Commissione sul territorio nazionale, a sottolineare un'attenzione specifica che la Commissione dedica ai lavoratori del settore, anche in vista del processo di implementazione della revisione dello strumento militare. A suo avviso, anche alla luce del sopralluogo svolto presso l'Arsenale, occorre che si assuma sul piano politico una decisione che manifesti la volontà di porre fine al declino dell'Arsenale, evitando la perdita di know how che è da considerare definitiva per ogni segmento produttivo dismesso, come è avvenuto nel caso del carenaggio.
  Le rappresentanze militari hanno, quindi, esposto le ragioni del proprio disagio soprattutto alla luce delle recenti campagne di stampa sul tema dell'esonero dal servizio, che non tengono nel giusto conto la specificità di un settore che si Pag. 84identifica con lo Stato e i cui lavoratori debbono essere tutelati dal Parlamento. Hanno, tra l'altro, stigmatizzato la prassi delle promozioni bianche e i blocchi stipendiali confermati per tutto il 2014, che non tengono nella giusta considerazione alcune caratteristiche specifiche del comparto, come ad esempio i trasferimenti a cadenza annuale. In tema di indennizzi, hanno lamentato che la normativa è ferma al 2010 e che in ambio pensionistico non è mai stato avviato un processo finalizzato ad una previdenza integrativa. Richiamando da ultimo il tema degli alloggi, hanno auspicato da parte delle Commissioni iniziative più determinate. Se l'onorevole Artini ha quindi richiamato l'obiettivo generale della riforma per la riconversione degli assetti complessivi a favore delle voce attinenti all'esercizio, l'onorevole Duranti ha mosso critiche alla legge delega, che non sarebbe all'altezza delle sue stesse finalità, ricordando che il settore militare è quello a più alto tasso di precarizzazione e che il nostro modello di difesa è ancora improntato ad un apparato complessivo di 190 mila unità. L'onorevole Duranti ha auspicato da parte delle rappresentanze militari uno sforzo maggiore teso inquadrare la propria situazione nel contesto generale della crisi economica e del lavoro, che annovera oggi 160 mila tra esodati, precari e cassaintegrati, nonché il blocco del contratto collettivo nazionale e una riforma del lavoro che ha esteso di oltre 15 anni la durata del rapporto di impiego. L'onorevole Garofani, richiamando la sua qualità di relatore presso la Commissione durante i lavori preparatori della legge n. 244 del 2012, ha rappresentato come essa presenti indubbiamente taluni limiti ma anche il merito di individuare per la prima volta soluzioni a questioni problematiche assai risalenti, derivanti da scelte di politica economia che hanno via via tagliato le risorse per il comparto. Ha sottolineato che la questione nodale è rappresentata dal principio dell'invarianza di bilancio, funzionale al riequilibrio delle risorse e ha rimarcato come un forte pregiudizio antimilitarista sopravviva nel Paese malgrado l'impegno di tutte le forze politiche per la diffusione di una cultura istituzionale che faccia comprendere l'esigenza di garantire alle nostre Forze armate il livello di funzionalità necessario adeguato al fabbisogno di sicurezza. Indubbiamente il tema della specificità, per essere correttamente rivendicato, deve essere riempito di contenuti validi e nel segno di un impegno collettivo a sostegno di condizioni di massima trasparenza.
  Quanto al successivo incontro con le rappresentanze del personale civile, la delegazione ha interagito con esponenti di FLP Difesa Coordinamento nazionale ed Interregionale sud-est (Puglia e Basilicata), di CGIL, CISL e UIL per la Funzione pubblica, nonché con la Rappresentanza sindacale unitaria Marinarsen. Tutti i rappresentati hanno accompagnato alle proprie dichiarazioni della documentazione scritta consegnata alla delegazione.
  L'incontro ha avuto avvio con la richiesta ai deputati da parte dei sindacati di un rapido feed back sulle condizioni dell'Arsenale. Da parte loro i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno lamentato la perdurante inefficacia della loro interazione con la politica, rilevando come il Piano Brin rappresenti soltanto l'ultimo stadio di una lunga stagione di mancate risposte, di carenze nella gestione, di sprechi che hanno concorso a determinare l'assunzione di iniziative nei confronti della Procura della Repubblica e della Corte dei conti. Hanno, quindi, avanzato la richiesta di istituzione di una Commissione di inchiesta sul piano Brin e l'adozione di misure utili a scongiurare il fenomeno della perenzione dei fondi. È stata auspicata l'emanazione di bandi per assunzioni da compiere nel 2015 e lo stanziamento di fondi per la formazione del personale, alla luce dei nuovi impegni assunti dalla Marina militare. Hanno richiamato le disagevoli condizioni ambientali in cui operano i dipendenti dell'Arsenale e su cui sono stati condotti studi anche in ragione dell'impiego di amianto sulle navi. Le rappresentanze sindacali hanno auspicato un blocco del processo di riorganizzazione che non parta dalla verifica dei sovra numeri e, nel richiamare Pag. 85il radicamento dell'Arsenale militare nel tessuto economico e sociale della città, hanno lamentato il perseguimento di politiche difformi tra personale civile e militare a tutto vantaggio di quest'ultimo come dimostrerebbe il raddoppio dell'indennità di ausiliaria avvenuto negli ultimi cinque anni. È stato anche auspicato un ritorno ad una fase di dialogo più proficuo con la politica che in passato ha reso possibile l'adozione di provvedimenti emergenziali che oggi avrebbero buone ragioni di essere nuovamente adottati. Il risanamento dell'Arsenale consentirebbe l'apertura della struttura al mondo esterno con marginalità positive sull'economia locale, che oggi è in ginocchio. Un ulteriore profilo critico ha riguardato l'attuazione della spending review che i lavoratori civili della difesa, anche in vista dell'attuazione della legge delega, subirebbero per ben due volte. All’iter attuativo della riforma Di Paola si ascrive a demerito anche uno scarso coinvolgimento delle parti sociali. Occorrerebbero invece assunzioni mirate, la redistribuzione degli organici e la rinuncia a forme di esternalizzazione tout court. In generale, è emersa la problematica di come affidare le infrastrutture di un Arsenale completamente rinnovato nei prossimi anni ad una categoria di lavoratori in età assai avanzata e che non hanno potuto provvedere alla formazione di nuove leve, tenuto conto dell'elevatissimo livello di specializzazione necessario all'assorbimento delle mansioni richieste.
  In replica alle sollecitazioni dei rappresentanti sindacali, il Vicepresidente Artini ha sollevato perplessità sull'opportunità che problemi strutturali come quelli dell'Arsenale possano essere adeguatamente affrontati con strumenti emergenziali, come l'esperienza già maturata del ricorso a un commissariamento ha evidenziato. L'onorevole Duranti ha fortemente condiviso la proposta di istituire una Commissione d'inchiesta auspicando un rinvio del termine di attuazione della delega ex legge n. 244 del 2012, anche alla luce del grave mancato coinvolgimento delle parti sociali e dei territori. Ha, quindi, sottolineato che la missione della IV Commissione ha avuto per obiettivo, oltre a quello di prendere visione delle condizioni in cui versa l'Arsenale, di portare un conforto ai lavoratori e in generale alla popolazione locale. L'onorevole Garofani ha manifestato comprensione per il malcontento rappresentato dai rappresentanti sindacali, di cui ha apprezzato l'approccio costruttivo, auspicando una sinergia con il Parlamento al fine di individuare gli strumenti più opportuni ad affrontare i diversi problemi. La Commissione Difesa, infatti, in qualità di «sindacalista del Paese», rappresenta la sede in cui svolgere un confronto aperto sull'attuazione della legge delega, nel rispetto dei tempi e nella consapevolezza positiva circa il superamento della logica dei tagli lineari.