CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 giugno 2013
33.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00249 Amendola ed altri: Sull'indagine in corso in Albania per l'assassinio di una cittadina italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come rilevato dagli onorevoli interroganti, la signora Giulia Baldassarri è deceduta il 30 gennaio 2013 nella località albanese di Elbasan. Secondo la ricostruzione della polizia locale, la connazionale è rimasta vittima insieme al marito Sokol Ucaj, cittadino albanese, di colpi d'arma da fuoco sparati dal suocero, Engjell Ucaj.
  Non appena ricevuta la tragica notizia del decesso, l'Ambasciata d'Italia a Tirana si è subito attivata per acquisire informazioni circostanziate sull'accaduto e per assicurare ai familiari della vittima tutta l'assistenza necessaria, restando in costante contatto con loro.
  In questo contesto, importante è stato l'aiuto che il Capo della Cancelleria consolare dell'Ambasciata stessa ha fornito per velocizzare il più possibile le pratiche per il rimpatrio della salma e per recuperare i beni personali della ragazza.
  La nostra Rappresentanza diplomatica ha curato, inoltre, i contatti con gli avvocati che rappresentano la famiglia in Albania ed ha trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, che ha aperto un procedimento sul caso, la traduzione di una nota informativa fatta pervenire dall'autorità giudiziaria albanese investita delle indagini.
  Il Procuratore albanese responsabile del caso, che l'Ambasciata ha contattato diverse volte, si è impegnato a fornire aggiornamenti all'Ambasciata stessa non appena verrà chiusa la fase istruttoria e sarà possibile quindi iniziare il processo. Nel frattempo l'Ambasciata ha appreso che la Procura di Elbasan ha risposto ufficialmente ad una richiesta di rogatoria internazionale presentata dalla Procura della Repubblica di Roma.
  Come ha anche ricordato il Ministro Bonino nel corso della sua audizione programmatica del 15 maggio scorso, la Farnesina segue con la massima attenzione tutti i casi riguardanti i nostri connazionali all'estero. Non sempre questo compito – che va condotto nel rispetto delle competenze di altre istituzioni – risulta agevole o incontra una collaborazione piena e fattiva.
  Nel caso dell'Albania, dati gli eccellenti rapporti intrattenuti nel quadro del Partenariato Strategico con tale Paese, e corroborati da più di venti anni ormai di intensa collaborazione con le Istituzioni locali, anche in materia di giustizia e rafforzamento dello stato di diritto, Tirana ha costantemente assicurato piena collaborazione e sensibilità alle nostre istanze, anche per quanto attiene alle questioni riguardanti la tutela dei nostri connazionali nel Paese.
  Assicuro quindi gli onorevoli interroganti che la Farnesina, anche per il tramite dell'Ambasciata a Tirana, continuerà, nel pieno rispetto delle proprie attribuzioni istituzionali, a seguire la vicenda con la massima attenzione.

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ALLEGATO 2

5-00250 Pini Gianluca: Sulle manifestazioni di protesta in corso in Turchia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Fin dal loro insorgere, la Farnesina ha seguito gli eventi a Istanbul, Ankara e Smirne, con attenzione all'eventuale presenza di cittadini italiani e naturalmente anche alle implicazioni sul piano politico. La nostra Ambasciata ad Ankara, così come i Consolati a Istanbul e Smirne, sono rimasti costantemente in contatto con l'Unità di crisi della Farnesina al fine di fornire aggiornate informazioni e assicurare la massima tutela ai cittadini italiani residenti o in transito.
  Su un piano generale, non sembra si possa parlare di una rivolta su larga scala. La Turchia è un Paese di compiuta democrazia. Progressi – in particolare in tema di libertà di espressione e di manifestazione – appaiono peraltro ancora necessari, come viene illustrato nel Progress Report annuale della Commissione UE. Esiste inoltre – e non da oggi – un malessere diffuso, da ricondurre in parte al rallentamento economico; all'incertezza sulla questione curda, sia pure ora auspicabilmente avviata a soluzione; ad alcune scelte perseguite dal Governo del Primo Ministro Erdogan in campo sociale e istituzionale; e da ultimo alle pesanti ripercussioni della crisi in Siria che hanno determinato un rilevante afflusso di profughi in territorio turco.
  I partecipanti alle manifestazioni dei giorni scorsi risultano essere in larga parte giovani e cittadini comuni appartenenti al ceto medio, che esprimevano motivi di insofferenza verso la politica del Governo contro progetti urbanistici non rispettosi dell'ambiente. L'inizio delle manifestazioni ha avuto un carattere sicuramente pacifico. La protesta si è poi subito allargata a quanti si riconoscono nei principi di ispirazione kemalista e di una concezione maggiormente laica dello Stato. L'infiltrazione di alcuni gruppi eversivi ha poi favorito uno sfogo violento. L'intervento della polizia e un uso eccessivo della forza ha determinato il precipitare della situazione.
  Di fronte a tale scenario, il Ministro Bonino ha sottolineato l'apprensione con cui segue le notizie che provengono dalla Turchia, evidenziando come l'uso sproporzionato della forza da parte della polizia non possa essere una risposta accettabile alle proteste e come il diritto a manifestare pacificamente sia un pilastro irrinunciabile della democrazia, come lo sono il pluralismo e la tolleranza.
  La Farnesina si è naturalmente anche riconosciuta nelle dichiarazioni dell'Alto Rappresentante Ashton, la quale ha espresso preoccupazione per l'uso sproporzionato della forza, invocando una cessazione delle violenze ed il ricorso risolutivo al dialogo.
  Come sottolineato dal nostro Ministro degli Esteri, il Governo continua a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia, così come nel ruolo di Ankara quale fattore di stabilità e di sicurezza a livello regionale. Lungi dal rallentare il cammino europeo della Turchia, si tratta viceversa di incoraggiare Ankara a cogliere questa occasione preziosa di esercizio della democrazia ad un più elevato livello, in linea con le indicazioni e i valori di cui l'Unione Europea è portatrice. Confidiamo dunque che la Turchia saprà superare questo momento difficile, mostrando la capacità di diventare Pag. 68per davvero una democrazia consolidata. Come ha detto il Presidente della Repubblica Abdullah Gul, l'elemento democratico «non può esaurirsi in libere elezioni solamente». Il Presidente turco ha in effetti espresso comprensione per il messaggio di disagio sociale di cui si sono fatti portatori i manifestanti, invitando a permettere manifestazioni di dissenso ma richiamando allo stesso tempo il rispetto delle regole democratiche.
  In questa ottica, siamo incoraggiati anche dalle ultime dichiarazioni del Vice Premier turco e portavoce del Governo, Bulent Arinc, che ha presentato ieri le scuse ai manifestanti vittime di violenze, confermando altresì che le prime manifestazioni contro i progetti urbanistici del Governo, fondate su preoccupazioni ambientaliste, erano «giuste e legittime».
  Ci attendiamo quindi, come dichiarato dal Ministro Bonino, che in Turchia tutte le parti si adoperino per far cessare ogni violenza e per promuovere il necessario clima di dialogo e pacifico confronto tra le diverse posizioni ed orientamenti.

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ALLEGATO 3

5-00251 Marazziti: Sulla crisi siriana.
5-00252 Scotto e Fava Claudio: Sulla crisi siriana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come sottolineato dal Ministro Bonino in occasione della sua audizione programmatica, il Governo è convinto che l'unica soluzione reale e sostenibile della crisi siriana sia di carattere politico.
  Per questo sosteniamo l'iniziativa di Stati Uniti e Russia di riunire la Conferenza internazionale «Ginevra 2» mirata a definire una via d'uscita negoziata al conflitto in Siria, che favorisca la cessazione delle ostilità e l'avvio della transizione democratica nel Paese.
  Per contribuire al successo di questa iniziativa e alla soluzione della crisi, il Governo mantiene un dialogo costante con i nostri partner del Gruppo Amici della Siria, con i Paesi confinanti con la Siria minacciati in maniera crescente dagli effetti destabilizzanti del conflitto, e con la Russia. Il Ministro Bonino si recherà a Mosca il 15 giugno proprio per incontrare il suo omologo Lavrov.
  Siamo naturalmente consapevoli delle difficoltà sul terreno. La tempistica e lo stesso formato della Conferenza restano al momento incerti. Il governo russo, dal canto suo, assicura di star svolgendo azione di sensibilizzazione sul regime affinché invii suoi rappresentanti a Ginevra 2, sebbene anche a tal riguardo occorrerà mantenere alta la pressione su Assad, affinché accetti l'idea che il negoziato dovrà condurre ad una vera transizione politica nel Paese. L'Italia e i partner del Gruppo Amici della Siria si stanno adoperando per convincere la Coalizione Nazionale Siriana ad alleggerire le precondizioni per l'avvio del negoziato e ad aumentare la sua rappresentatività e quindi la sua credibilità al tavolo negoziale: a tal fine, dobbiamo al contempo rassicurarla sul perdurante sostegno politico e materiale da parte della comunità internazionale. In tal senso, l'Italia aderisce all'approccio del gruppo Amici della Siria, il quale postula che per indurre Assad a negoziare occorre modificare i dati in base ai quali ha sinora rifiutato di farlo, rafforzando le strutture organizzative dell'opposizione sul terreno e dando un forte segnale politico al regime, proprio in vista della Conferenza Ginevra 2. Al momento, tuttavia gli incontri della coalizione Nazionale siriana a Istanbul non hanno dato esisti particolarmente incoraggianti.
  Circa il formato, la Conferenza deve essere inclusiva e riunire tutti i Paesi che siano in grado di influenzare la crisi e possano poi contribuire all'attuazione delle intese che verranno auspicabilmente decise. Pensiamo in particolare ai Paesi confinanti (Libano, Giordania, Iraq e Turchia) e i principali attori regionali, tra cui l'Arabia Saudita o l'Egitto. Riteniamo parimenti auspicabile mantenere agganciato al processo di Ginevra, in una formula che possa essere in qualche modo opportunamente definita, anche l'Iran che gioca un ruolo innegabile nella ricerca di una soluzione alla crisi.
  Il cammino è certamente lungo e irto di ostacoli. La Conferenza di Ginevra sarà l'inizio di un processo lungo e complesso. Se riusciremo a promuoverlo, sarà uno strumento che potrà generare in tempi rapidi benefici tangibili per le popolazioni Pag. 70civili coinvolte, in particolare profughi e sfollati prostrati da oltre due anni di conflitto.
  Circa la questione dell'embargo agli armamenti, sono noti gli esiti del Consiglio Affari Esteri del 27 maggio. Nonostante i ripetuti inviti del Ministro Bonino al senso di responsabilità, è prevalsa una polarizzazione che ha impedito il raggiungimento di una posizione comune europea giungendo ad una «non scelta». Si è quindi verificata una sostanziale «rinazionalizzazione» di questo tema di grande sensibilità politica, che aveva finora trovato in ambito europeo una sua trattazione unitaria basata sugli strumenti della politica estera e di sicurezza comune.
  Il venir meno del divieto di invio di armi alla Coalizione delle Opposizioni siriane non si traduce tuttavia automaticamente in un via libera immediato alla fornitura di equipaggiamenti da parte degli Stati membri che si sono impegnati in ogni caso per il momento ad attendere. Il primo agosto il CAE tornerà a valutare tale posizione sulla base di un rapporto che l'Alto Rappresentante Ashton redigerà, anche in funzione degli sviluppi dell'iniziativa Ginevra 2.
  Per quanto riguarda l'Italia, confermo che una decisione in materia compete al Governo su un piano collegiale; che al momento le conclusioni del Consiglio Affari Esteri vincolano politicamente gli Stati membri a non procedere alla vendita di armi; e che, come dichiarato dai Ministri Bonino e Mauro, non siamo favorevoli alla fornitura di armi.
  L'Italia rimane fortemente impegnata anche sul fronte umanitario. Il nostro Paese è intervenuto fornendo immediato sostegno in Siria e nei Paesi confinanti (Giordania, Libano e Turchia). Secondo le attuali stime delle Nazioni Unite, la crisi siriana ha causato oltre 90.000 vittime, oltre 4 milioni di sfollati interni alla Siria e 1 milione e mezzo di rifugiati siriani, riparati nei paesi limitrofi (Giordania, Libano, Turchia, Iraq ed Egitto). In questo contesto, la Cooperazione sta finalizzando, di concerto con le autorità giordane, un ulteriore aiuto per i profughi siriani in Giordania con la donazione di un centro sanitario da realizzarsi all'interno di un nuovo campo localizzato alla frontiera con l'Iraq del valore di circa 1 milione euro.
  Alla Conferenza dei donatori di Kuwait City, l'Italia ha annunciato un impegno complessivo di 22 milioni di euro per il 2013 (secondo contributo a livello europeo dopo la Gran Bretagna), che vanno ad aggiungersi ai 7,5 milioni del 2012. Oltre la metà delle risorse sono destinate alle fasce più deboli della popolazione, in particolare bambini e donne. Agiamo sia sul piano bilaterale sia d'intesa con le Agenzie ONU. Stiamo in particolare realizzando operazioni di aiuto umanitario con il trasporto attraverso la frontiera turca di generi sanitari e di prima necessità per le popolazioni rifugiate nelle aree liberate, oltre che inviando kit sanitari per i profughi ospitati nei campi in Giordania.

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ALLEGATO 4

5-00253 Del Grosso e Di Stefano Manlio: Sugli strumenti diplomatici per la promozione delle imprese italiane all'estero.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come indicato dall'onorevole interrogante, la materia della promozione all'estero del sistema economico nazionale – su impulso del Governo e con il pieno concorso del Parlamento – ha fatto l'oggetto di significative innovazioni, a partire dalla fine del 2011.
  A seguito della soppressione dell'Istituto per il Commercio Estero è stata infatti istituita la nuova Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, secondo una impostazione intesa a coniugare esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica, con la valorizzazione delle competenze e delle risorse disponibili. Tutto questo naturalmente in un quadro di coordinamento tra Amministrazioni ed altri soggetti preposti all'internazionalizzazione del sistema economico. In questo contesto s'inserisce l'integrazione delle Unità dell'Agenzia ICE e dell'ENIT nelle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari all'estero (con il cd. «Decreto Salva Italia»), con una funzione di direzione, coordinamento e vigilanza sulle attività del personale dell'Agenzia attribuita ai Capi Missione (Ambasciatori).
  A seguito della nuova disciplina introdotta, la rete dell'Agenzia-ICE all'estero ha quindi subito una «rimodulazione» degli Uffici e Punti di Corrispondenza e oggi conta 79 Unità operative all'estero (65 Uffici e 14 Punti di Corrispondenza), a fronte di una rete precedentemente composta da 92 presidi all'estero (61 Uffici e 31 Punti di corrispondenza). Giova osservare che il numero degli uffici è salito, mentre si è ridotto il numero dei Punti di Corrispondenza. Tale razionalizzazione sarà compiuta entro i primi mesi del 2014, mirando in particolare ad assicurare una efficace distribuzione delle Unità operative nei mercati maggiormente promettenti.
  Nel rispetto di tale impostazione, il nuovo assetto ha previsto l'attribuzione al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero degli Affari Esteri dei poteri di indirizzo in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese, mentre le linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese, anche per quanto riguarda la programmazione delle risorse, sono state, come noto, attribuite allo strumento operativo della Cabina di Regia.
  Co-presieduta dal Ministro degli Affari Esteri e dal Ministro dello Sviluppo Economico, la Cabina di Regia per l'Italia Internazionale vede anche la partecipazione dei principali attori governativi ed economici nazionali e regionali nel settore, quali il Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali, il Presidente della Regione Marche in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, i Presidenti di Confindustria, Unioncamere, ABI, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative Italiane.
  La Cabina di Regia rappresenta l'impegno concreto di Governo, istituzioni territoriali e mondo delle imprese per coordinare al meglio le politiche e le strategie di internazionalizzazione del Paese, mettendo a sistema iniziative per la promozione, strumenti di analisi e penetrazione Pag. 72sui mercati e concentrando l'uso delle risorse finanziarie verso obbiettivi specifici e condivisi.
  In tale contesto sono inoltre previsti degli strumenti di sostegno economico finalizzati all'internazionalizzazione, i quali sono gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico, cui compete anche la definizione delle iniziative di accompagnamento delle imprese nei mercati esteri e di promozione di accordi commerciali con Paesi terzi. Ricordo al riguardo che sono disponibili per le nostre imprese i finanziamenti agevolati per l'apertura di sedi all'estero, per il lancio di nuovi prodotti o servizi e per l'acquisizione di nuovi mercati. Sono inoltre disponibili dei finanziamenti per la realizzazione di studi di fattibilità, per programmi di assistenza tecnica collegati ad investimenti italiani all'estero, nonché il fondo rotativo di Venture Capital e quello per le Start Up, che è stato recentemente avviato.
  Nel complesso, la nuova normativa – che riconosce il ruolo primario del Ministero degli Affari Esteri nella gestione condivisa di strategie e strumenti per l'internazionalizzazione e la promozione del sistema produttivo – attua un considerevole sforzo di razionalizzazione, riconducendo nell'ambito delle Rappresentanze diplomatiche e consolari tutte le attività nei Paesi di intervento. Tale impostazione appare cruciale in questa fase in cui la domanda estera costituisce un fattore decisivo per la ripresa e la crescita economica del nostro Paese. Una ripresa ed una crescita cui la Farnesina attribuisce massima priorità, come lo stesso Ministro Bonino ha molto chiaramente indicato nel corso della sua audizione programmatica, quando ha sottolineato come la prima priorità del Governo sia il rilancio del consolidamento economico del nostro Paese.

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ALLEGATO 5

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Roma il 21 marzo 2002, e del relativo Protocollo di modifica, fatto a Roma il 13 giugno (C. 875 Governo e C. 901 Pini).

EMENDAMENTO

  All'articolo 3, comma 1, sostituire le parole: della proiezione, per il medesimo anno, con le seguenti: delle proiezioni, per gli anni 2014 e 2015,.
3. 1. Il Relatore.
(Approvato)