Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 506 di mercoledì 12 maggio 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Brescia, Casa, Cirielli, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Iovino, Lapia, Magi, Mura, Occhionero, Perantoni, Silli, Vignaroli e Viscomi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,36).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Yana Chiara Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo, per il suo tramite, l'intervento in Aula del Ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, riguardo alla recente escalation del conflitto israelo-palestinese. Le giornate di violenza a Gerusalemme, a Haifa, a Gaza, iniziate gradualmente un mese fa, sono mutate, da lunedì, in una escalation drammatica. Le notti di lunedì e di ieri hanno visto un botta e risposta massiccio di lanci di razzi e raid sulla Striscia, tramite le rispettive operazioni “Spada di Gerusalemme” e “Guardiano delle mura”, che oggi qui voglio condannare fermamente. Il bilancio attuale è spaventoso: centinaia di feriti, 2 morti ad Ashkelon, in Israele, 28 morti a Gaza, 9 dei quali minori. Purtroppo, sono numeri destinati a salire.

Presidente, la situazione è drammatica e non può più essere trascurata: spari, granate assordanti, fumi lacrimogeni, utilizzati per oltre 10 giorni sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, arresti e rappresaglie, in particolare a Sheikh Jarrah e Gerusalemme est, dove Israele ha previsto di procedere con espropri arbitrari per le 400 famiglie palestinesi residenti, in cambio di coloni israeliani. Sgomberi forzati, che equivalgono a possibili crimini di guerra, ai sensi del diritto umanitario internazionale e della Risoluzione 194 delle Nazioni Unite.

La comunità internazionale esiga dei chiarimenti: i diritti umani non hanno mai due pesi e due misure. Bisogna intervenire: che cessino le violenze, subito, e che si prosegua fattivamente ad una soluzione a due Stati. Devono essere queste ora le priorità della comunità internazionale, che può e deve avere un ruolo chiave anche nel ribadire che lo status finale di Gerusalemme dovrà essere determinato dai palestinesi e dagli israeliani insieme, e non unilateralmente da una sola parte. Serve una posizione, e subito. Il Ministro venga a riferire qui, in Aula e, anche se il Ministro Di Maio preferisce lavorare in silenzio, oggi gli chiedo di fare rumore, molto rumore perché il silenzio in questi casi è devastante (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, qualche giorno fa ho depositato un'interrogazione al Ministro della Sanità in riferimento ai tempi fra la prima e la seconda dose di vaccinazione. Come saprà, da 21 o 27 giorni, si è passati a 42 giorni, questo per tutte le persone, non considerando il fatto che probabilmente questa non è la miglior soluzione per le persone fragili. Per fragili intendo le persone codificate con il codice di esenzione 048, quindi con patologie tumorali o patologie che compromettono seriamente il sistema immunitario (immunodepressi o immunodefedati). Quindi, per questo chiedo, tramite lei, la presenza qui in Aula del Ministro della Sanità; chiedo se non sia il caso di ripensarci perché, vede, non c'è alcuna motivazione scientifica o clinica che dimostri che questa procedura funzioni. Capisco che si è passati a 42 giorni per permettere a tutti la prima vaccinazione, ma non capisco per quale motivo alle persone fragili, ossia con codice 048, quindi tumorali, immunodepresse, e via seguitando, non venga permessa la doppia vaccinazione nei tempi previsti, come concordato dalle case farmaceutiche.

Per questo chiedo al Ministro della Salute di venire in Aula a riferire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2168 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (Approvato dal Senato) (A.C. 3072​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3072: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e che nessuno è intervenuto per illustrare gli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Invito quindi il rappresentante del Governo a esprimere i pareri.

Prego, sottosegretario Cancelleri.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il Governo vorrebbe chiedere alcuni minuti di sospensione perché ci sono ancora alcune questioni da definire con la maggioranza in merito ad alcuni ordini del giorno.

PRESIDENTE. Quanto tempo ipotizza?

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Trenta minuti.

PRESIDENTE. Allora, a questo punto, sospendiamo la seduta…

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, non per essere impertinente, ma nella seduta di ieri abbiamo concluso alle 19,30, lasciando al Governo, penso, ampio spazio per esprimersi su circa 30 ordini del giorno, 20 dei quali del gruppo di Fratelli d'Italia. Ora, che questa sia una maggioranza composita lo avevamo detto da tempo, ma che il Governo venga a dirci che deve avere necessità di ulteriori 30 minuti per mettere d'accordo la maggioranza sugli ordini del giorno, è un fatto che, sotto il profilo parlamentare, fa sinceramente pena (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. A questo punto sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 10,15.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo unirmi agli altri gruppi che hanno chiesto un'informativa del Ministro degli Affari esteri Di Maio sull'aggressione che sta subendo Israele e sull'attacco terroristico che sta subendo Israele (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colgo anche l'occasione per dire con forza, in quest'Aula, che è vergognoso, come ha denunciato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che non si difenda Matteo Salvini, attaccato vilmente per aver difeso Israele e ribadito il diritto di Israele ad esistere e difendersi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). “Non si può essere contro la violenza e tacere di fronte a queste manifestazioni di odio”: sono le parole di Ruth Dureghello. Basta odio contro Israele, basta con questa nuova forma di antisemitismo strisciante e vigliacco che è l'odio contro Israele e basta con l'odio contro Matteo Salvini. L'Aula si pronunci ed esprima solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Grazie, signor Presidente. Siamo francamente basiti di fronte all'attacco che sta subendo Israele nelle ultime 36-48 ore; siamo altrettanto basiti e vogliamo, come componente Cambiamo!, dare la nostra solidarietà a Salvini per gli attacchi ricevuti. La politica non si fa così, non si fa con le minacce di morte e con l'odio. E siamo altrettanto basiti, signor Presidente, e per questo chiediamo che il Ministro Di Maio venga a riferire in Aula, del comportamento di molti leader a livello mondiale e internazionale. Siamo francamente stufi di un bullismo geopolitico al quale il Premier Erdogan ci ha abituato da fin troppe settimane. Spero davvero che il nostro Governo si schieri con molta chiarezza dalla parte del giusto una volta per tutte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Credo che il Governo debba immediatamente venire a riferire in Aula in ordine a quello che sta accadendo, che ha una dimensione anche nazionale, laddove le parole d'odio nei confronti del leader Matteo Salvini raccontano di un clima di odio nei confronti di Israele, prima ancora che nei confronti della Lega Nord. Ma noi di Fratelli d'Italia riteniamo che il Governo debba immediatamente venire a riferire anche perché vi è un gravissimo antefatto a quanto sta accadendo: il 6 maggio The Jerusalem Post pubblicava un articolo in cui si diceva che i servizi segreti israeliani avevano accertato che quattro palestinesi avevano dirottato fondi del finanziamento per la cooperazione internazionale, anche del Governo italiano, del Ministero degli Affari esteri italiano, ad organizzazioni terroristiche di stampo marxista-leninista che, in questi momenti, stanno bombardando Israele e stanno attaccando Israele.

È un fatto di una gravità inaudita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ci racconta di un'opacità inaccettabile nella gestione dei fondi per la cooperazione internazionale, perché, se dovesse essere, anche solo lontanamente vero, che parte dei nostri fondi per la cooperazione internazionale finiscono nelle mani di organizzazioni terroristiche che alimentano il terrorismo in Israele, allora, mi lasci dire, Presidente della Camera, che, in questo emiciclo, oggi, si versano lacrime di coccodrillo, perché, in verità, non si vogliono affrontare nodi politici importantissimi che chiamano in causa anche il Governo italiano, perché, se sei contiguo tramite la cooperazione internazionale a determinate realtà, sei complice di quello che sta accadendo. E, se sei complice di quello che sta accadendo, sei complice del terrorismo internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente, sullo stesso argomento: anche noi richiediamo l'informativa urgente del Governo rispetto ai fatti che stanno avvenendo in Medio Oriente, peraltro definiti una delle escalation più violente e che non si ricordavano da anni, e, quindi, destano particolare preoccupazione le minacce e le violenze che stanno avvenendo in quella zona. Peraltro, ci associamo anche alla richiesta della comunità internazionale, che possa, in qualche modo, cercare di limitare i danni che stanno colpendo ormai civili, bambini e tantissime personalità anche della società civile. Per cui, ci accodiamo alla richiesta fatta dagli altri deputati in merito all'informativa urgente e chiediamo che il Governo venga a riferire in Aula su questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, io credo che, in questo momento, serva il coraggio della verità, di dire parole di verità. Questa non è la prima e non sarà l'ultima escalation di violenza in quella terra insanguinata. La posizione storica del Partito Democratico è che in quella terra si scontrano due diritti e non un diritto e un torto. E chi vorrebbe cancellare dalla cartina geografica del Medio Oriente lo Stato di Israele commette un abominio, così come chi vorrebbe magari non parlare del diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato (Applausi).

Non posso ovviamente omettere il mio sentimento per quelle organizzazioni come Hamas e jihad, ritenute organizzazioni terroristiche dall'Unione europea, che stanno sparando missili alla cieca sui centri urbani in Israele. Altrettanto, penso che, comunque la si pensi, che si conosca o non si conosca la storia, perché ho visto equiparare, in quest'Aula, in questi minuti, fatti la cui dimensione non è affatto paragonabile – segnalo, tra l'altro, agli amici della Lega che anch'io, nella notte, ho avuto minacce fisiche e non ho avuto la solidarietà di alcuno, ma la mia va a chiunque sia minacciato per le proprie opinioni -, comunque la si veda, comunque la si analizzi - e non si sarà mai d'accordo sulla storia di quelle terre insanguinate -, c'è un'unica possibilità: difendere i due diritti insieme (questa è l'opinione storica che noi abbiamo). Solo due Stati per due popoli che vivano democraticamente uno vicino all'altro (Applausi). Nessuno pensi di eliminare lo stato di Israele e il suo diritto all'esistenza da quella cartina, nessuno pensi che ci si possa dimenticare del desiderio del popolo palestinese di avere uno Stato. Speriamo (Applausi) che un giorno prevalgano la ragione e il diritto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche noi richiediamo l'informativa del Governo sulla situazione in Palestina. Condanniamo l'atto terroristico di Hamas in corso contro lo Stato di Israele, ma, soprattutto, lanciamo un monito a entrambe le parti: basta vittime civili in Palestina! Chiediamo assolutamente che siano riportati atti contro l'aumento della tensione. Israele ha sicuramente il diritto di esistere. È l'unica democrazia del Medio Oriente, ma, dall'altra, sono da condannare anche i piani, finalmente rientrati, di colonizzazione e di annessione nella Cisgiordania. Quindi, è molto importante, in questo momento, lavorare affinché l'Italia, il Governo italiano e l'Unione europea favoriscano una soluzione con due popoli e due Stati, per riportare la pace in Palestina (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie signor Presidente. Ci associamo anche noi alla richiesta di un'informativa urgente del Ministro degli Affari esteri. Noi, da tempo, sosteniamo che c'è una via maestra. La via maestra è quella che ha indicato, poc'anzi, il collega Fiano: due popoli, due Stati. È una via maestra che trova molti ostacoli, troppi ostacoli nelle posizioni estreme, nelle posizioni ortodosse, da una parte e dall'altra. Io credo che, in questo momento, la questione non sia schierarsi per ricercare le ragioni dell'uno o dell'altro, ma ci sia una cosa che viene prima: fermare l'escalation. Fermare l'escalation vuol dire fermare i morti civili, vuol dire fermare una guerra che rischia di infiammare tutto quel territorio, con conseguenze che, ad oggi, non sarebbero prevedibili. Quindi, credo che noi, in questo Parlamento, al di là degli intenti propagandistici, abbiamo un dovere, ed è il dovere dell'intera comunità internazionale: organizzare al più presto una frapposizione militare dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, affinché prevalga il diritto e cessino di parlare le armi.

Credo che questo debba essere l'impegno dell'Europa e dell'intera comunità internazionale e a questo credo che l'Italia debba dare il suo prezioso contributo, così come lo sta dando da anni in un'altra terra particolarmente complessa e difficile come quella del Libano e, grazie alla nostra presenza, oggi siamo riusciti, in questi anni, a frenare gli istinti e possibili derive di tipo militare. Credo che questo sia il nostro compito e, quindi, speriamo che presto possa esserci questa informativa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Fico. Forza Italia ha già espresso, attraverso il proprio responsabile esteri, l'onorevole Valentini, la preoccupazione e lo sgomento per questa escalation di violenza che si avverte in questo momento in questi territori, ma anche una condanna ferma contro il lancio di razzi verso la popolazione civile. Crediamo che il Governo italiano - e questo ribadiremo nel caso in cui si dovesse celebrare l'informativa del Ministro degli Affari esteri - debba far sentire al più presto la propria voce, sia come Governo sia all'interno dell'Unione europea, in collaborazione con gli Stati Uniti e con le organizzazioni internazionali. Crediamo che si debba riuscire a riportare la pace e a far cessare questa escalation di violenza e crediamo che si debba permettere - questa è la ragione per cui il presidente Tajani questa sera sarà al Portico d'Ottavia, celebrando la sua solidarietà al popolo d'Israele - il diritto del popolo di Israele di esistere, il diritto dello Stato di Israele di esistere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge in materia di traffico crocieristico e trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri sugli ordini del giorno presentati.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. In relazione all'ordine del giorno n. 9/3072/9 Spessotto chiediamo la modifica dell'impegno del Governo, inserendo…

PRESIDENTE. Perché inizia dall'ordine del giorno n. 9/3072/9 Spessotto? Possiamo iniziare dall'ordine del giorno n. 9/3072/1 Bond.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Presidente, possiamo iniziare dall'ordine del giorno n. 9/3072/1 Bond, però sono soltanto quattro gli ordini del giorno sui quali esprimiamo parere favorevole mentre su tutti gli altri invitiamo al ritiro, per cui volevo iniziare ad esprimere i pareri su questi.

PRESIDENTE. Va bene, perfetto. Allora, iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/3072/9 Spessotto.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Sull'ordine del giorno n. 9/3072/9 Spessotto chiediamo la modifica dell'impegno al Governo, inserendo, all'inizio dell'impegno, la frase: “a valutare l'opportunità di” e, quindi: “intraprendere con urgenza tutte le iniziative (…)”.

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3072/20 Gariglio, n. 9/3072/28 Silvestroni e n. 9/3072/33 Deidda, con la richiesta di modificare, anche in questo caso, l'impegno al Governo, inserendo la frase: “a valutare l'opportunità…”, all'inizio dell'impegno.

Su tutti gli altri ordini del giorno chiediamo il ritiro ai gruppi parlamentari, vista anche la discussione ampia che c'è stata in Commissione. Quindi, ci aspettiamo corresponsabilità da questo punto di vista.

PRESIDENTE. Iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/3072/1 Bond. Deputato Bond, c'è l'invito al ritiro o parere contrario. Prego.

DARIO BOND (FI). Io non ho partecipato ai lavori della Commissione e non riesco a capire il perché il Governo abbia fatto scelte di questo tipo, ma mi adeguo perché sono in maggioranza e, quindi, chiaramente devo adeguarmi al volere del Governo. Dico, però, con riferimento alla discussione di ieri ma anche di oggi, che questo ordine del giorno riguarda una cosa molto semplice: la realizzazione di due pezzi di ferrovie che collegano Belluno e Agordo, quindi, un grande stabilimento e anche un grande centro turistico e l'altro pezzo che collega la Valsugana alla provincia di Belluno: due cose serie che servono per le attività produttive, per i lavoratori, per il turismo e che sono in funzione anche dei servizi verso Venezia. Allora, capisco che il Governo, in questo caso il sottosegretario, non possa visualizzare i singoli problemi dell'Italia, però entrare nel merito e dire: “cambio questa parola” o “metto questo passaggio in più”, me lo sarei aspettato, perché sarebbe stato un segno di rispetto nei confronti di chi ha proposto queste cose. Invece, si è deciso di falciare l'erba completamente e lasciare quattro paletti.

Allora, poiché sono propositivo e cerco di realizzare qualcosa, mi rivolgo al Comitato dei nove, ai rappresentanti della Commissione, chiedendo un aiuto, quindi, di produrre brevissimamente nei prossimi giorni, con la loro collaborazione, con il loro sapere e anche con la loro buona volontà, una risoluzione specifica su questo tema; che si proponga in Commissione per discuterla e, magari, approvarla anche con la collaborazione del Governo.

PRESIDENTE. Quindi lo ritira?

DARIO BOND (FI). Io lo ritiro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per essere propositivi. Però, Presidente, non è il modo di procedere.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3072/2 Cappellacci. C'è l'invito al ritiro o parere contrario.

ROBERTO ROSSO (FI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Forza Italia annuncio che accettiamo l'invito al ritiro degli ordini del giorno n. 9/3072/2 Cappellacci, n. 9/3072/3 Caon e n. 9/3072/17 Siracusano.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3072/4 Gadda.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il ritiro dell'ordine del giorno. Poiché il medesimo ordine del giorno è citato nell'ordine del giorno di Commissione n. 20, chiedo al Governo che si presti attenzione anche ad una proposta di legge che ho presentato ormai da diversi mesi e che era stata abbinata al Codice della strada relativamente alla gratuità della sosta nelle strisce blu per le persone con disabilità, ma anche a risolvere il tema degli stalli che, abusivamente, vengono occupati; quindi, il diritto alla mobilità per tutti credo che, in questo momento storico di ripartenza, sia fondamentale. Quindi chiedo al Governo un impegno concreto, perché la proposta di legge, ma soprattutto il contenuto di quella proposta di legge venga approvato, perché i luoghi della cultura, dell'arte e del vivere quotidiano devono essere accessibili a tutti; diversi comuni già nel nostro Paese hanno adottato la scelta della gratuità della sosta nelle strisce blu. Credo che uniformare e avere un Paese che va nella stessa direzione sia la direzione giusta.

PRESIDENTE. Deputato Rixi? Ordine del giorno n. 9/3072/5?

EDOARDO RIXI (LEGA). Presidente, ritiriamo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3072/6 Bazzaro?

ALEX BAZZARO (LEGA). Presidente, grazie. Accogliamo la richiesta del Governo. Dopo una lunga e proficua discussione con il sottosegretario, la nostra richiesta, in sede di Commissione, è quella di andare a lavorare su una risoluzione che tenga conto delle tante richieste di interesse, in particolar modo per la città di Venezia, per cui, oltre ad accettare il ritiro dell'ordine del giorno, la nostra richiesta è l'impegno da parte del Governo, assieme alla Commissione competente, per una risoluzione che tenga conto delle specificità di Venezia e della sua laguna.

PRESIDENTE. Deputata Fogliani? Ritirato. Deputato Belotti?

DANIELE BELOTTI (LEGA). Accogliamo la richiesta di ritiro, però sollecitiamo il Governo ad adoperarsi affinché si risolva il problema degli esaminatori delle patenti perché la situazione in diverse motorizzazioni, a livello territoriale, è veramente grave: non si può aspettare un anno per avere una patente.

PRESIDENTE. Deputata Spessotto, accetta la riformulazione? Sì, perfetto.

Gli ordini del giorno dal n. 9/3072/10 al n. 9/3072/15 sono stati ritirati. Ordine del giorno n. 9/3072/16 Lucchini, è ritirato? Sì. Ordine del giorno n. 9/3072/18 Ciaburro, lo ritirate? Lo votiamo? Va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/18 Ciaburro, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1 ).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/19 Caretta, su cui c'è un invito al ritiro.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/19 Caretta, con parere contrario del Governo .

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2 ).

Ordine del giorno n. 9/3072/20 Gariglio, parere favorevole. Ha chiesto di parlare il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, a nome di tutti i firmatari dell'ordine del giorno, oltre al sottoscritto, i colleghi Scagliusi, Rixi, Rosso, Nobili, Silvestroni, Stumpo, Tasso, De Girolamo, Rospi, Lupi e Carelli, chiediamo che, nonostante il parere favorevole, venga messo in votazione questo ordine del giorno che raccoglie una serie di indicazioni, ampiamente condiviso nel perimetro della maggioranza, ma non solo, dei principali gruppi delle opposizioni, con un atto di indirizzo al Governo, invitandolo ad agire prontamente in via normativa per risolvere alcuni problemi estremamente necessari ed urgenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/20 Gariglio, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/3072/21 Maschio. Lo pongo in votazione? Bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/21 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/22 Ferro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ci sarebbe da dire: incredibile, ma vero, considerato ovviamente che, rispetto al lavoro dei tanti parlamentari che hanno presentato gli ordini del giorno, ovviamente, io non accetto - e credo che nessuno, del gruppo di Fratelli d'Italia, rispetto alle proposte messe in campo, prima con gli emendamenti, adesso con gli ordini del giorno, lo accetti - alcun invito al ritiro. E vorrei capire, sinceramente, da parte del Governo, qual sia la motivazione nel respingere ordini del giorno, come in questo caso, che riguardano una delle città d'arte più importanti e più belle d'Italia, che ha subito tanti problemi che conosciamo, soprattutto la circolazione che, nel momento in cui le barriere del MOSE sono rimaste alzate per nove ore, ha vissuto grandi disagi. Quindi, chiediamo di poter aiutare, attraverso le regole e soprattutto le proroghe che sono state richieste, la parte che riguarda il turismo e il collegamento con le isole, ma soprattutto di tutelare, dal punto di vista ambientale, questo straordinario territorio.

Io, sinceramente, rimango esterrefatta e, al contrario dei tanti colleghi che, lo comprendo, hanno dovuto accettare l'invito al ritiro dei propri ordini del giorno, non credo assolutamente nella parola di chi dice, ogni volta: lo faremo nel provvedimento successivo o lo faremo in Commissione. Per quanto ci riguarda e, ovviamente, per quanto mi riguarda, chiedo che questo ordine del giorno venga messo al voto - ci ritroveremo qui i prossimi problemi della laguna, che speriamo non ci siano, ma, probabilmente, per come è stato messo in piedi questo provvedimento, ci saranno -, per ricordare il mancato ascolto di questo Governo e, ancor di più, la cecità nell'affrontare tanti temi che riguardano il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/22 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/23 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di sottoscriverlo, Presidente. E volevo intervenire su questo ordine del giorno, rappresentando inizialmente, sottosegretario, una perplessità, una preoccupazione che vorrei che, almeno questa, lei riuscisse a togliermi e cioè da quando Fratelli d'Italia è da sola all'opposizione registriamo una mancata disponibilità persino sugli ordini del giorno. E, cioè, è come se, improvvisamente, rispetto ai provvedimenti di qualche mese fa, di un anno fa, di due anni fa, per i quali veramente vigeva il vecchio adagio secondo cui “un ordine del giorno non si nega a nessuno”, adesso noi registriamo - per la verità, io, ma, magari, sbaglio - un muro, una levata di scudi decisa nei confronti di Fratelli d'Italia, perché tutto quello che propone Fratelli d'Italia, siano emendamenti od ordini del giorno, in qualche modo non deve passare. E questo è un caso emblematico, perché - la invito a rileggerlo e magari anche a riformularlo - il tema è centrale per la città di Venezia, per la laguna, è il tema del MoSE, un'opera pubblica importante, imponente che è andata a regime, che comunque sta dando i suoi frutti, ma che, comunque, necessita anche di organizzazione e di tempismo. Allora, noi abbiamo pensato che un tema che può impegnare il Governo nei prossimi mesi è proprio quello di cercare di far funzionare al meglio questo meccanismo, facendo sedere attorno a un tavolo di confronto la regione veneta, la città, il comune di Venezia, le autorità portuali, cioè tutti coloro che comunque necessitano dell'utilizzo di questa opera pubblica, soprattutto, per coordinarsi al meglio ed per evitare che il funzionamento del MoSE possa essere intempestivo o, magari, possa non raggiungere al meglio le finalità per le quali è stato realizzato, considerando anche il costo dell'opera e l'importanza dell'opera.

Io credo che aver posto il tema del coordinamento del funzionamento del MoSE sia meritevole dello sforzo del Governo di impegnarsi a “valutare l'opportunità di”. Invece, nemmeno questo. E questo credo che sia scorretto nei confronti di una forza di opposizione, perché il tema c'è, è un tema sicuramente importante; magari noi abbiamo parlato di un tavolo di confronto, forse non abbiamo indicato tutte le forze e le istituzioni che ne dovrebbero far parte, magari, secondo voi, deve essere un tavolo più snello, secondo voi, il confronto può avvenire non con un tavolo, ma con una serie di riferimenti, ma il tema c'è, perché è sicuro che, oggi, comunque, quando si aziona il MoSE o quando c'è necessità di azionarlo, queste istituzioni tra loro, in qualche modo, si debbano sentire.

Allora, che ci sia l'invito al ritiro su questo tema, credo che sia uno schiaffo che l'opposizione non merita, che una forza come Fratelli d'Italia non merita, perché, vede, sottosegretario - e concludo -, noi siamo qui ormai da mesi, a proporre, a cercare di portare quegli argomenti che poi, in realtà, sono gli argomenti di tutti, solo che noi non siamo stati silenziati con l'appartenenza a una maggioranza di Governo e, quindi, abbiamo anche il dovere, oltre che il diritto, di porre alcuni argomenti.

Questo è un tema serio e su questo tema serio, io invito il sottosegretario e la maggioranza a fare un ulteriore ragionamento, perché, anche magari riformulandolo, questo è un ordine del giorno che deve essere approvato, non nell'interesse di Fratelli d'Italia, non nell'interesse della maggioranza, ma nell'interesse di quel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/23 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/24 Meloni.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io mi permetto di richiamare alla sua attenzione un po' la irritualità di questa posizione del Governo, che è stata generale e generalizzata per quanto riguarda gli ordini del giorno al nostro esame. Infatti, io potrei capire una posizione tranchant di muro contro muro nel momento in cui vi fosse un numero di ordini del giorno di 200-300, rispetto ai quali il Governo, quindi, richiedesse di dover applicare una regola di chiusura. Ma qui abbiamo 37 ordini del giorno al nostro esame, in un provvedimento che, mi permetto di dire, è stato affrontato con molta serenità, con emendamenti da parte del gruppo di Fratelli d'Italia di merito e non ostruzionistici. Così come non sono sicuramente ostruzionistici i nostri ordini del giorno.

Vede, sottosegretario, a me dà l'idea che la sua sia stata una fuga dal prendere una posizione chiara sul tema, ossia quello della laguna e del traffico in Laguna, perché ogni ordine del giorno che attenga a questa materia è stato sistematicamente bypassato: invito al ritiro, parere contrario. Ma nel decreto, se togliamo la materia della città di Venezia, c'è un articolo di quattro righe, che riguarda soltanto la questione del rilascio del DUP in modo elettronico. Quindi, il centro della discussione non può essere eluso, anche sul piano politico, dal Governo, che decide di non rapportarsi minimamente, al riguardo, con il Parlamento.

Allora, io mi permetto di dirle, signor sottosegretario, che lei può anche, rispetto all'ordine del giorno n. 9/3072/24 Meloni, ritenere che le premesse di tale ordine del giorno possano non coincidere con quella che è l'opinione del Governo e, quindi, avrebbe potuto dire: parere contrario sulle premesse. Ma io vorrei sapere dall'Aula, rispetto a questo impegno, chi è che non lo condivide. Perché l'impegno al Governo è testualmente: “ad intraprendere, salvaguardando la difesa del patrimonio storico e ambientale unico della città di Venezia, ogni iniziativa necessaria atta a rilanciare in tempi brevi il comparto del turismo nella città lagunare, partendo dal potenziamento del sistema dei trasporti interno e tra il centro e le isole circostanti”. Scusatemi, dopo che la città di Venezia è una delle città d'arte che più di ogni altra ha patito in questi quindici mesi la vicenda COVID, si riesce ad esprimere parere contrario su di un ordine del giorno che cerca di riportare all'attenzione di quest'Aula e del Governo il tema del turismo nella città di Venezia, come nelle città d'arte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma, scusatemi, io penso che questa sia una mancanza di buona volontà e - consentitemelo di dire - anche un atteggiamento di arroganza notevole.

Quindi, stupisce questo atteggiamento del Governo, sdegna questo atteggiamento del Governo: è evidentemente chiara la superficialità che il Governo ha messo nell'esame di questi ordini del giorno. Perché - torno a ripetere -, se noi avessimo chiesto, con un ordine del giorno, di definire altre questioni con futuri provvedimenti, poteva esserci una posizione anche contraria; ma nel momento in cui un ordine del giorno è la fotografia della realtà che tutti i giorni vivono i veneziani e si chiede soltanto al Governo, neppure un atto di buona volontà, ma un atto di intelligenza politica, per cercare di far ripartire il turismo nella città di Venezia, questo “no” è uno schiaffo, innanzitutto alla città di Venezia, ai veneti, ma anche a tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/24 Meloni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/25 Rizzetto. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Buongiorno al sottosegretario. Vede, Presidente, con questa fase, il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia sta evidentemente ponendo un tema all'Aula, anche e seppur fatto da indicazioni provenienti da ordini del giorno, che, come voi riconoscerete e sapete meglio di me, sono delle mere indicazioni nei confronti del Governo.

Ora trovarsi di fronte, però, sottosegretario, ad un diniego così ampio, così sistematico, così strutturale, rispetto a ogni proposta che il gruppo di Fratelli d'Italia, ieri ed oggi, ha fatto e fa qui, in Aula, significa di fatto schiaffeggiare quelle che sono le indicazioni e le esigenze - e di esigenze si parla, in questo caso non dell'opposizione - territoriali, che in questo caso effettivamente hanno un riverbero, per così dire, nazionale. Abbiamo parlato, Presidente, in seno e in pancia a questo provvedimento, di servizi di continuità e di attività crocieristica, però diciamo, sulla scorta anche di quanto ricordato dal collega Tommaso Foti poc'anzi - e lo diciamo qui in Aula -, che la città di Venezia ha sofferto come e più di altre città questa crisi pandemica. Allora, oggi serve una visione chiara rispetto ai progetti della città. Episodi sempre più frequenti, come quelli dell'acqua alta, tra l'altro – che, guarda caso ed inoltre, vanno a intersecarsi rispetto a quelli che a livello globale nel nostro pianeta possono essere riconducibili ad evidenti cambiamenti climatici -, hanno evidenziato come, ad esempio, Venezia non possa più aspettare i tempi della burocrazia. La città di Venezia non può aspettare una burocrazia lenta ed elefantiaca, che cerchi di dare delle risposte in primis agli operatori, ai cittadini, alla regione Veneto e, in questo caso, a tutta Italia. Tra l'altro, sottosegretario, in un'ottica di decentramento funzionale ed amministrativo, lei sa che spettano esattamente al sindaco di Venezia, Brugnaro, in questo caso, e a Luca Zaia, presidente della regione Veneto, gli interventi che loro andranno a giudicare realmente utili per la cittadinanza.

Vede, Presidente, Venezia è una città che ha sempre vissuto in evidente simbiosi con la sua Laguna, è di fatto uno scrigno, uno scrigno racchiuso in un ecosistema altrettanto fragile. E, secondo me, è uno scrigno di un ecosistema che è più fragile di altre città, che evidentemente e fisicamente non hanno l'acqua: Firenze, Roma, o altre città d'arte in Italia sono sicuramente da preservare, ma Venezia, in questo caso, è sicuramente più fragile di esse. Salvare Venezia significa salvare l'economia di un Paese, significa dare una mano, cercare di salvare molto probabilmente la più bella città del mondo, che, guarda caso, è nel nostro Paese. Salvare e mettere risorse sulla città di Venezia significa che Venezia diventa un moltiplicatore di denari per quanto riguarda l'economia locale e l'economia nazionale; tanto è vero che - come voi sapete, probabilmente, voglio dire, girando e viaggiando un po' per il nostro Paese – oramai, anche sotto un mero punto di vista turistico, i turisti soprattutto stranieri fanno qualche giorno a Venezia, dopodiché, in un'ora e mezza, con un treno ad alta velocità, si trovano a Firenze e magari, qualche altro giorno dopo, con un'altra ora e un quarto di treno, si trovano a Roma, città evidentemente da salvare, da preservare, ma sicuramente un po' più resistenti della città di Venezia.

Noi chiediamo, con questo impegno, anche ed eventualmente pensando a qualcosa che possa andare in seno al PNRR, di investire risorse ulteriori laddove c'è una civiltà, laddove la Serenissima sta chiedendo un aiuto, laddove effettivamente un'economia di un Paese sviluppato come l'Italia non può abbandonare queste perle. La città più bella del mondo, Venezia, è da preservare, Venezia è da salvare. Io immagino che tutto il mondo, facendo questo tipo di ragionamenti e facendo questo tipo di passaggi, potrà semplicemente ringraziarci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/25 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/26 Rotelli. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, intervengo soltanto per dirle che intendo ritirare l'ordine del giorno in questione, e lo ritiro sinceramente non per aderire alla proposta fatta dal Governo, ma perché reputo che, altrimenti, la bocciatura dell'ordine del giorno stesso, che, invece, penso sia la soluzione di gran parte delle problematiche collegate alla Laguna di Venezia, possa essere strumentalizzato proprio perché bocciato dall'Aula. L'ordine del giorno prevede di poter dare al sindaco della città di Venezia poteri commissariali, esattamente come è avvenuto per quanto riguarda Genova in occasione della ricostruzione del ponte Morandi, dopo il crollo di quest'ultimo. Ritengo assolutamente opportuna questa misura, però, per evitare la bocciatura, ritiro il mio ordine del giorno n. 9/3072/26.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi l'ordine del giorno n. 9/3072/26 Rotelli è ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/27 Delmastro Delle Vedove. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove, prego.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia è francamente stupefatta del fatto che questo ordine del giorno non venga accolto. Abbiamo tentato di introdurre, all'interno del grande tema del bando per la continuità territoriale, anche il tema concernente il Golfo di Napoli e significativamente Ischia, Capri e Procida. Abbiamo consapevolezza che lì la domanda privata esiste, abbiamo consapevolezza che lì l'esercizio privato del trasporto crocieristico e marittimo funziona, ma abbiamo anche un'altra consapevolezza: che Ischia, Capri e Procida, oltre a rappresentare luoghi dell'anima - che possono essere una chiave di volta per il turismo nel Mezzogiorno - rappresentano una fetta significativa del prodotto interno regionale della Campania, qualcuno dice financo circa un quarto del prodotto interno regionale lordo. E sappiamo tutti che non vi è continuità territoriale perché non vi è un biglietto unico. Sappiamo tutti che, dopo la stagione gloriosa degli anni Settanta - quando gli investimenti pubblici fecero crescere le tre isole perché vi era una marineria che era vanto di quella regione e che accompagnava la crescita alberghiera, turistica e commerciale delle tre isole - oggi, dopo la infausta in questo caso stagione delle privatizzazioni, abbiamo spezzettato in più realtà imprenditoriali il trasporto turistico e crocieristico. Non vi è più la continuità territoriale, laddove il fatto stesso che non vi sia un biglietto unico inibisce la continuità territoriale nel suo senso più pieno. Quei trasporti sono sempre più vecchi: gli ultimi grandi investimenti furono quelli della fine degli anni Settanta e inizi degli anni Ottanta. Vi sono navi assolutamente inadeguate sotto il profilo igienico, sanitario, sotto il profilo del comfort. A Ischia, a Capri e a Procida non vanno turisti normali: vanno turisti che vogliono trasporti di un certo livello, e non ci sono. Allora, noi riteniamo che anche qui si tratti di garantire una continuità territoriale, anche per quelle 100 mila persone che vivono fra Ischia, Procida e Capri, anche per garantire a queste persone di rientrare nell'entroterra per raggiungere ospedali, per raggiungere servizi, per raggiungere snodi autostradali.

Riteniamo, quindi, che si debba iniziare a ragionare, quando si parla di continuità territoriale, anche del Golfo di Napoli, anche di Ischia, Capri e Procida, anche di quelle realtà che, sebbene abbiano - e lo ammettiamo noi per primi - una domanda e un'offerta che ha un valore commerciale che quindi fa funzionare quell'area, certamente non hanno più la spinta propulsiva dello Stato. Noi non temiamo di dire che oggi i trasporti crocieristici e marittimi non sono più un volano per far crescere Ischia, Capri e Procida, ma sono in condizioni tali da contenere la crescita turistica di Ischia, Capri e Procida, attrezzata per servire molti più turisti, attrezzata per garantire agli isolani di poter vivere serenamente in quelle tre isole - e stiamo parlando di 100 mila persone - con una vera e propria continuità territoriale, che solo lo Stato può garantire, riprendendo in mano il concetto di continuità territoriale, garantendo servizi essenziali a quei 100 mila cittadini e, nel contempo, favorendo e diventando la chiave di volta per il volano turistico in quella zona.

É vero, c'è la domanda commerciale, ma noi sappiamo che, dagli anni Ottanta in avanti, dopo le privatizzazioni, i servizi sono più scadenti, i servizi non sono più all'altezza, i servizi non sono più un volano di crescita per quelle tre isole, che rimangono un luogo dell'anima per gli italiani e direi per il mondo intero e che meritano ben altro.

Abbiamo tentato di introdurre il tema – la ringrazio, Presidente, e mi avvio a terminare - non demorderemo. In Commissione trasporti faremo una proposta di legge su Ischia, Capri e Procida perché noi riteniamo che garantire un servizio degno di questo nome sia far crescere il turismo, sia far crescere il Mezzogiorno, sia il cosiddetto debito buono che qualcuno evoca e che noi tentiamo di praticare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO, Relatore. Grazie, Presidente. Devo dire che condivido con il collega Delmastro Delle Vedove il fatto che Ischia e il Golfo di Napoli rappresentino un luogo del cuore e lo rappresentino anche per noi. Mi permetto, però, di sottolineare al collega che dal 1997, con l'adozione del decreto legislativo n. 422, il trasporto pubblico locale, in attuazione della legge delega n. 59 del 1997, è stato trasferito alle competenze legislative e amministrative delle regioni. Quindi, decreto n. 422 del 1997 e riforma costituzionale n. 1 del 2001. Quindi, su questa materia, la competenza è della regione Campania e la regione Campania, dal punto di vista legislativo, è titolata in via esclusiva ad intervenire sulla materia della bigliettazione unica.

In molti luoghi d'Italia questo è già avvenuto ed è avvenuto con puntuali iniziative amministrative poste in campo dalle amministrazioni regionali. Ecco perché, pur condividendo le finalità, condividiamo l'impostazione del Governo che ha espresso parere contrario rispetto a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/27 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/3072/28 Silvestroni, parere favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/29 Mollicone. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone, prego… Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/29 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/30 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/31 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/32 Montaruli. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, Cancelleri. Ne ha facoltà.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Abbiamo valutato l'ordine del giorno n. 9/3072/32 e il Governo chiede ai proponenti di inserire all'interno dell'impegno del Governo: “a valutare l'opportunità di sostituire nei prossimi bandi”. A quel punto, saremmo favorevoli.

PRESIDENTE. Favorevole con riformulazione: va bene? Perfetto. Andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/33 Deidda. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, solo per far notare al sottosegretario che questo ordine del giorno è uguale alla punto c) dell'ordine del giorno della Commissione n. 20. Quindi, magari, quel “a valutare l'opportunità che” è stato un errore di svista o altro. Faccio questa richiesta, perché è uguale alla punto c) dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Di quale ordine del giorno sta parlando?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Dell'ordine del giorno n. 9/3072/33, il mio: l'impegno è uguale alla punto c) dell'ordine del giorno della Commissione n. 20, quindi se, magari…

PRESIDENTE. Quindi, chiede una rivalutazione per questo motivo?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Va bene, accogliamo l'indicazione.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/34 Butti. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. Sulla regionalizzazione del servizio di navigazione dei laghi, io e, quindi, il gruppo di Fratelli d'Italia, non ritiro proprio nulla, nel senso che certifichiamo, per l'ennesima volta, che, se c'è qualcuno in quest'Aula che si sta ritirando dalle proprie competenze, dalle proprie possibilità, questo è il Governo del Paese, perché vi state ritirando da una prospettiva di scelta. Avete tutti gli strumenti, come ci sono stati ricordati anche dal collega Gariglio - e, tra poco, ci arrivo -, per poter decidere velocemente e rapidamente in ordine alla regionalizzazione della navigazione dei laghi. Invece, in questo modo, continuate in questa imperterrita condotta ad ignorare non solo la disponibilità delle regioni, parlo delle regioni del Nord - Piemonte, Lombardia e Veneto -, sui cui territori insistono i laghi più importanti e navigabili in Italia, ma continuate a trascurare - e questo è ancora peggio - gli enti territoriali, i comuni, le province, che, pressoché unanimemente, si stanno dichiarando a favore del completamento di questo processo di regionalizzazione; e, poi, le spiego perché, sottosegretario, parlo di completamento, così come abbiamo citato nel nostro ordine del giorno. Ma non solo. Continuate a ignorare le richieste degli operatori turistici anche dei comuni cittadini, perché, in certe realtà, in certe zone, morfologicamente un po' complesse, la navigazione dei laghi risulta essere anche un trasporto pubblico locale di straordinaria importanza e regionalizzando il servizio, aderiremmo meglio alle richieste, alle esigenze che ogni giorno esprime il territorio.

Ma cosa chiediamo noi in questo ordine del giorno? Noi chiediamo di provvedere al risanamento tecnico-economico della gestione della navigazione lacuale per i laghi di Como, Garda e Maggiore, così come prevede la legge, e il completamento del processo di regionalizzazione della medesima gestione. Perché, vede, c'è già un decreto legislativo e io sono molto contento che il collega Gariglio lo abbia citato, perché non dovete citare pro domo vostra i decreti legislativi. Questo è il decreto legislativo che prevede il trasferimento alle regioni dei servizi come quelli della navigazione dei laghi: parlo del n. 422 del 1997 che lei testé ha citato. Ma c'è anche di più. C'è una legge, la n. 194 del 1998, che è quella che consente un risanamento tecnico-economico per poter, poi, assegnare il servizio della navigazione alle regioni. Ma c'è di più. In Commissione trasporti - e il collega Gariglio lo sa - è iniziato l'iter relativamente ad una proposta di legge, a mia prima firma e di Fratelli d'Italia, proprio per la regionalizzazione della navigazione dei laghi ed è ferma da tre anni, nel silenzio assordante di questo Governo e dei Governi che l'hanno preceduto. E questo non è oggettivamente tollerabile. Ma è mai possibile, sottosegretario Cancelleri, che anche in una situazione, in un contesto come quello che ci avvicina sempre più, speriamo, all'approvazione dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e di resilienza, il Governo non abbia nemmeno ipotizzato di presentare progetti per la elettrificazione del trasporto e della navigazione lacuale? Ma è mai possibile che debba essere l'opposizione, segnatamente l'opposizione di Fratelli d'Italia, ad indicare quelle che possono essere le opportunità da sfruttare all'interno di questo PNRR? Sono tutti d'accordo su quella proposta, sono tutti d'accordo, i gruppi, così come lei potrà - e vado alla conclusione - facilmente verificare, leggendo i resoconti sommari dell'inizio della legislatura delle sedute della Commissione trasporti. E allora, se siamo tutti d'accordo, se tutti i gruppi sono d'accordo, soprattutto quelli che vivono, risiedono e sono eletti nelle regioni del nord, come il Piemonte, il Veneto e la Lombardia, perché questo ordine del giorno sulla regionalizzazione della navigazione dei laghi deve essere bocciato? Il risultato del voto - perché io chiedo che venga messo al voto - sarà portato sul territorio, perché questa è una vergogna che deve cessare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/34 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3072/35 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/36 Pellicani, con parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Favorevole? Va bene…

PRESIDENTE. Favorevole con riformulazione…

NICOLA PELLICANI (PD). …non credo però che sia così, era invito al…

PRESIDENTE. Mi scusi, era un invito al ritiro o parere contrario.

NICOLA PELLICANI (PD). Sì, allora accolgo l'invito al ritiro, però, come è emerso ampiamente anche dal dibattito di ieri e di oggi, i problemi di Venezia sono tali e tanti e di una complessità che meritano un approfondimento ulteriore e, soprattutto, di essere riportati in modo più compiuto all'attenzione del Parlamento. Quindi, penso che uno strumento, intanto per iniziare un approfondimento serio, sia quello di lavorare ad una risoluzione su questo in Commissione e chiedo al Governo la disponibilità ad un lavoro di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3072/37 Bucalo.

Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, non ritiro assolutamente questo ordine del giorno, perché pone l'attenzione sulle problematiche del potenziamento delle vie di collegamento con tutte le isole e chiedeva l'impegno a valutare l'opportunità di trovare qualche via di sostentamento, soprattutto per i comuni che sono di transito verso le isole minori e, soprattutto, a supportare i porti marittimi delle isole minori, anche quelli della mia terra, la terra di Sicilia, come la sua terra, sottosegretario. Le nostre isole sono in ginocchio, non ce la fanno più, perché c'è la metà delle presenze sul territorio. Le nostre piccole isole e i porti vivono di turismo e il turismo è in ginocchio e voi continuate ancora a chiudere, a chiudere e a non capire che siamo in ginocchio. Allora, non bastano i soldi di un bonus; chiedevo l'impegno, sottosegretario, per far ripartire i piccoli commercianti, gli artigiani che vivono di turismo su queste isole. Le chiedo, sottosegretario: valuti l'opportunità di modificare questo ordine del giorno, perché lei è un siciliano come me e non può lasciare, ancora una volta, la Sicilia in ginocchio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/3072/37 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lorenzo Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente, il mio intervento è per dichiarare il voto favorevole della componente Facciamo Eco-Federazione Verdi su questo provvedimento. Ci auguriamo davvero che il Governo questa volta sia in grado di risolvere un problema che aspetta di essere risolto, ormai, da tanto tempo. Sono trascorsi quasi dieci anni dal “decreto Clini-Passera” che prevedeva l'interdizione del passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia; eppure, per una caratteristica molto specifica del nostro Paese, gli interventi normativi prevedono sempre che lo status quo e, quindi, in questo caso, purtroppo, che l'abuso delle bellezze, strutturale, urbanistica e culturale, del nostro Paese possa continuare a realizzarsi anche di fronte ad una norma che dice che non si può più fare, finché il Governo e lo Stato non trovano un'alternativa. E con questo balletto, sono anni che andiamo avanti, dicendo: “le navi non possono passare a Venezia”, ma poiché non sappiamo dove farle passare, lasciamo che continuino a farlo. Nel frattempo, abbiamo assistito a numerosi incidenti, ad un disagio sempre più grande, abbiamo assistito a fotografie - che hanno fatto il giro del mondo - di questa fragile città che tutto il resto della comunità internazionale ci invidia, fondamentalmente occultata, ricoperta e, in molti casi, anche deturpata da questi giganti del mare che non hanno nulla a che fare con la navigazione; e ve lo dico anche da appassionato di navigazione. Esiste la navigazione tradizionalmente intesa e poi esistono questi grandi grattacieli galleggianti che sono tutt'altro e che, in molti casi, portano un messaggio di turismo completamente diverso. Mi auguro e la componente che rappresento si augura che questa volta si faccia sul serio. Siamo molto contenti che questo decreto, per esempio, preveda un concorso delle idee, da realizzare non in tempi plurisecolari - come spesso si fa con le norme nel nostro Paese - ma entro due mesi. Non possiamo fare a meno però di sottolineare che, in questo Paese, di commissioni e di concorsi delle idee se ne sono visti tanti, molto spesso, anche in quei casi, con l'obiettivo di ritirare la palla in tribuna e fare in modo che, da un lato, la politica potesse dire: “noi la norma l'abbiamo fatta”, dall'altro, si continuasse a foraggiare in questo caso un'industria del turismo lesiva dei diritti e delle prerogative culturali, ambientali e patrimoniali del nostro Paese. Ci auguriamo che questa volta sia la volta buona e che, entro due mesi, questo concorso delle idee a livello internazionale possa portare nel nostro Paese un programma applicabile, realizzabile in tempi rapidi e che preveda la totale eliminazione della grande navigazione passeggeri e merci all'interno della laguna di Venezia. Mi permetta anche di sottolineare una criticità emersa in questi mesi: sosteniamo questa maggioranza con uno spirito critico, con osservazioni puntuali, quindi non possiamo fare a meno di sottolineare la decisione, un po' sui generis, del Ministro della Transizione ecologica di ritirare la firma apposta alla versione originale di questo decreto e quindi di non accompagnare quelle del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e del Ministro della Cultura. Risulta particolarmente discutibile questa scelta e vorremmo capire il perché i tre Ministri proponenti alla fine siano diventati due. Noi vogliamo davvero che questo sia un modello diverso di turismo per il nostro Paese, perché il discorso è molto più ampio: se guardiamo i numeri, oggi scopriamo che l'Italia sta perdendo quote di mercato sul turismo non perché consente o non consente l'accesso delle grandi navi da crociera all'interno dei nostri, in questo caso, centri storici o nelle vicinanze anche di alcune isole o di alcuni contesti del nostro territorio particolarmente fragili (il ricordo del naufragio della Costa Crociere di qualche anno fa è sotto gli occhi di tutti); il problema è che stiamo perdendo quote di mercato, dal punto di vista dell'industria del turismo, perché il nostro turismo non è più un turismo di qualità. L'Italia, che detiene oltre il 60 per cento del patrimonio culturale del mondo, riesce a competere e ad arricchirsi se punta su un turismo di qualità e non di quantità. Quindi, è inutile continuare ad aumentare gli accessi, a rendere accessibili tutti i nostri centri storici ai grandi pullman, alle grandi navi da crociera, che poi portano un turismo mordi e fuggi, un turismo che non investe, un turismo che neanche a volte si ferma a mangiare presso le nostre trattorie e i nostri ristoranti, un turismo già impacchettato, il turismo della “foto-opportunità”, il turismo che arriva e va via senza quasi lasciare traccia, se non la spazzatura che si lascia dietro. Ecco, se continuiamo a immaginare che questo sia il futuro turistico del nostro Paese, sbagliamo ed avvantaggiamo altri Paesi, quelli che fino a qualche anno fa erano molto indietro a noi. Oggi, la qualità del turismo in Croazia, in Slovenia, in Montenegro, anche in Albania ha molto da insegnare alla qualità del turismo in Italia. È paradossale che questi Paesi, che solo dieci o quindici anni fa erano in guerra ed erano considerati Paesi in via di sviluppo, oggi offrano un turismo di qualità che supera in molti casi quello che riusciamo ad offrire noi. Noi perdiamo quote di mercato perché abbiamo rinunciato ad una vocazione del nostro Paese, che è quella della sostenibilità sociale, della sostenibilità ambientale, del turismo esperienziale. Il turista che investe in un Paese è il turista che ritorna, non il turista che viene una volta; allora, la foto al monumento la si fa una volta nella vita, poi si fa la fotografia, la si mette sul mobile a casa e finisce lì. Il turista che investe in un Paese è il turista che ama quel Paese, perché è un Paese dove la vita è di qualità, dove si possono avere esperienze culturali diverse, dove esiste una socialità diversa, dove esiste un'interazione che sia a livello delle aspettative di chi oggi fa turismo internazionale. Non è un caso che tante persone preferiscano la città di Berlino alla città di Roma - è un paradosso -, una città dove non ci sono monumenti, quasi completamente distrutta dalla guerra, eppure oggi in grado di fornire un'offerta culturale, ambientale, di svago che supera quella della più grande capitale storica del mondo. Allora, di fronte a questo decreto e a questo intervento, per salvaguardare Venezia - che noi sosteniamo con forza, lo diciamo chiaramente - questo Governo si deve fare interprete di una nuova vocazione di turismo nel nostro Paese, che sia in grado di rilanciare tutto nel nome della qualità e non più della quantità.

Si smetta di credere che ogni volta che si interviene per salvaguardare la cultura, il patrimonio e l'ambiente si sta facendo un torto all'economia. Ormai è esattamente il contrario: più si investe nella protezione della cultura, nella valorizzazione del patrimonio e nella promozione della sostenibilità ambientale e più si accresce la capacità dell'economia di creare ricchezza, ricchezza duratura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Girolamo. Ne ha facoltà.

CARLO UGO DE GIROLAMO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Il decreto che ci apprestiamo a convertire, a prima vista, parrebbe abbastanza scarno, se non altro perché composto da pochi articoli, ma nella sostanza esso affronta temi molto importanti, soprattutto alla luce dell'emergenza pandemica e delle problematiche connesse. Siamo pienamente consapevoli che la pandemia ha colpito tutti i settori economici, ha colpito le pubbliche amministrazioni, ha rallentato gli iter autorizzativi e quindi sarebbe stato assolutamente impensabile e irresponsabile non prendere atto che anche per le questioni relative ai trasporti ciò non stesse accadendo. Di conseguenza, con questo provvedimento del Governo, stiamo dimostrando sensibilità nei confronti di questo settore: tutte le proroghe previste, in particolare agli articoli 1 e 2, vanno esattamente in questa direzione. Stiamo infatti parlando innanzitutto di continuità marittima per le isole come la Sardegna, la Sicilia e le isole Tremiti, un servizio indispensabile per gli isolani a garanzia del diritto di mobilità sia per le persone sia per le merci e, se siamo qui a discuterne oggi, è perché oggettivamente gli isolani rischiavano di vedersi privati del loro diritto di essere collegati con il continente. Perciò, non potevamo e non possiamo permetterci interruzioni del servizio di continuità marittima. Siamo certamente consapevoli però che si tratta di una piccola proroga, ma che di fatto permetterà di concludere le procedure già bandite per la concessione e potrà dare garanzia dei servizi di continuità marittima per le nostre isole, maggiori o minori. Auspichiamo quindi che, con la conclusione delle gare, nel giro di poche settimane, saremo in grado di garantire, in maniera continuata, i diritti di tutti.

Parliamo poi del Documento unico di circolazione e, anche in questo caso, della necessità di una proroga dei tempi affinché possa essere completato il passaggio alle procedure telematiche per il suo rilascio. Il Documento unico di circolazione rappresenta un prezioso strumento di semplificazione, che accogliamo con favore perché accorpa le procedure di immatricolazione e trasferimento della proprietà. Proprio la necessità di tale proroga ha portato all'attenzione di questa Camera quei problemi immani riguardanti la circolazione, che sono stati fortemente acuiti dalla pandemia. Mi riferisco, in particolare, alle revisioni e alle patenti, con oltre 350.000 giovani che, da oltre un anno, attendono per poter conseguire la patente automobilistica, nonché ai problemi connessi alle patenti nautiche, dei rimorchi o dei mezzi agricoli. Si tratta di temi che, per la verità, vengono toccati solo marginalmente dal decreto, ma sono di estrema urgenza. Per questo, nonostante l'impossibilità di emendare questo decreto, esprimiamo comunque un grande apprezzamento per la volontà del Governo di dare ascolto a quanto emerso dal dibattito in Commissione, vale a dire l'assoluta necessità di addivenire a norme puntuali e in tempi brevi, e decidere perciò di recepire questi ed altri temi, inserendoli in un decreto-bis, già all'esame dei Ministri competenti, il che ha portato al ritiro in Commissione di tutti gli emendamenti maggioranza, di modo che queste norme potessero essere rapidamente attuate. È altresì una volontà che si è tradotta proprio nella condivisione di un ordine del giorno tra tutti i gruppi di maggioranza e opposizione componenti la Commissione trasporti, testé accolto favorevolmente dal Governo.

Infine, parliamo della laguna di Venezia, della necessità di preservare e tutelare quel fantastico ecosistema nella sua interezza. Il decreto sancisce finalmente l'avvio di un processo che venne già definito nel lontano 2012 attraverso un decreto ministeriale, il cosiddetto decreto Clini-Passera, che sancì l'estromissione del passaggio delle grandi navi dal Canale di San Marco. Noi non possiamo e non dobbiamo restare impassibili dinnanzi a un tema come questo, perché c'è un patrimonio unico al mondo gelosamente custodito a Venezia. Venezia è un patrimonio mondiale dell'umanità, ma su di essa va fatta un'azione veloce e di altissimo livello, perché non possiamo dimenticare che l'elemento della sicurezza ambientale deve comunque trovare un equilibrio con l'elemento turistico, economico, e quindi con tutto ciò che vi ruota attorno, vale a dire la questione di Marghera o del porto off-shore; dal concorso di idee contenuto nel decreto naturalmente potranno arrivare proposte importanti. Ciò che conta, però, e riteniamo debba essere fondamentale, è che queste possano essere analizzate da professionisti di altissimo livello, ma soprattutto che sia individuato un termine temporale entro cui svolgere in tempi certi il concorso di idee richiamato dal decreto. La laguna deve essere messa nelle condizioni di poter mantenere quell'equilibrio ambientale molto delicato e sensibile che la caratterizza. Dunque, l'uomo e la politica hanno il preciso dovere di tutelare questo equilibrio lagunare per tutelare la laguna stessa. Credo che questo possa essere un altro emblema della grande capacità di questo Paese di trovare soluzioni importanti e soprattutto soddisfacenti nell'equilibrio delle varie situazioni; e siamo certi che la velocità e la pragmaticità con cui aggiungeremo a questo altri interventi, a partire ovviamente dal PNRR, determineranno l'efficacia di un'azione politica più completa e utile al Paese, un'azione che consenta di tenere insieme in modo virtuoso e sostenibile l'economia, il turismo, la salvaguardia dei beni culturali e la crescita: tutti elementi che vanno contemperati con pragmaticità e concretezza. Sebbene siamo solo all'inizio, anche qui l'Italia sono certo dimostrerà ancora una volta di essere all'altezza e di correre veloce. Per tutte queste ragioni, il nostro non può che essere un voto a favore di questo inizio di percorso e a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Chiedo se sia possibile avere l'attenzione del Governo, grazie.

PRESIDENTE. Liberate i banchi del Governo, per favore.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto contrario della componente L'Alternativa c'è a questo provvedimento. Presidente, questo decreto è un'arma di distrazione di massa usata dal Governo per distogliere l'attenzione pubblica e mondiale dallo scempio che si sta compiendo, ancora una volta, ai danni di Venezia e della sua laguna. Sì, perché, nonostante i proclami e gli annunci trionfalistici successivi all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del presente decreto, ricordo che non è stato sottoscritto dal principale Ministero coinvolto, cioè quello dell'Ambiente, oggi Transizione ecologica, e quindi dal Ministro Cingolani, che ha sollevato anche pesanti perplessità su questo decreto.

A leggere questa norma non si intravede alcuna risoluzione imminente per il problema delle grandi navi a Venezia; anzi, al pari di quanto accadde con il “decreto Clini-Passera” del 2012, si abbandonano ancora una volta Venezia, la sua laguna e il suo porto a un lento e inesorabile declino. Nessun elemento di novità, dunque, poiché l'individuazione della soluzione definitiva di estromissione del traffico crocieristico per salvaguardare la laguna in virtù delle sue speciali caratteristiche eco-sistemiche era già stata stabilita nel “decreto Clini-Passera” del 2012, mai applicato, per l'appunto. Se si fosse voluto affrontare responsabilmente il problema con questa norma, si sarebbe innanzitutto riconosciuto che i numeri dei traffici crocieristici pre-COVID sono incompatibili con le necessità di tutela del sito e, quindi, il numero delle navi che sostano annualmente a Venezia va diminuito; che gli arrivi e le partenze delle navi devono essere programmati nell'arco dell'intera settimana e non essere concentrati tutti nei weekend; che è fondamentale dare un riferimento scientifico alle caratteristiche delle navi alle quali è consentito continuare a entrare in laguna, che non possono essere solo limiti di stazza, come il limite delle 40 mila tonnellate dettato dal decreto Clini-Passera, il cui valore in termini di salvaguardia dell'ambiente non è mai stato dimostrato; che c'è un limite fisico all'ingresso in laguna, che si chiama MoSE, costruito per difendere Venezia dalle acque alte e che, con le previsioni di aumento del livello del mare a causa dei cambiamenti climatici, sarà soggetto a chiusure sempre più frequenti e durature, rendendo di fatto molto complicato non solo l'ingresso ma anche la programmazione dei traffici sia di merci sia di passeggeri di un porto interno alla laguna; che il porto e Venezia possono avere anche altre prospettive di sviluppo, come il diporto, con risvolti sia in termini di opportunità di lavoro stabile e di alto valore sia in termini di recupero dell'artigianato locale.

Tutte questioni che abbiamo tentato di sottoporre più e più volte, nel corso degli anni, al Governo e la sua risposta è stata questa norma, totalmente inconsistente, che continuerà a far transitare i grattacieli del mare a ridosso di piazza San Marco, con buona pace anche dell'inutile vincolo posto dal Ministero dei Beni e delle attività culturali; con un aggravio di problemi, però, perché, con le decisioni assunte recentemente dal Governo per la gestione della fase transitoria, avremo anche un aumento del traffico nel già congestionato canale Malamocco-Marghera, meglio conosciuto come canale dei petroli, un canale artificiale, i cui effetti idraulici e il traffico navale che vi si svolge sono all'origine dei principali problemi di erosione dei fondali e di sconvolgimento della morfologia della Laguna centrale. Eh sì, perché, mentre nelle città europee, a partire dagli anni Settanta, si procedeva allo spostamento dei vecchi porti lontano dai centri urbani, a Venezia si veniva ampliando e consolidando quello esistente e, in conseguenza delle nuove esigenze del traffico navale, si scavava il nuovo grande canale per le petroliere e si approfondivano quelli esistenti per il traffico commerciale e crocieristico, totalmente in contrasto con la morfologia e l'idrodinamica della Laguna. E il Governo in questo canale, nel Malamocco-Marghera, adibito oggi al traffico commerciale, già congestionato, dove si naviga a senso unico alternato, dove sono presenti attività a rischio di incidente rilevante, a pochi metri da dove dovrebbero passare e attraccare le navi passeggeri, e che, secondo le leggi e i piani vigenti, andrebbe ridimensionato e riconfigurato, riducendone l'impatto negativo, ha pensato bene di far progettare un nuovo terminal croceristico, non previsto dal piano regolatore portuale vigente e ignorando totalmente gli innumerevoli pareri contrari dell'autorità marittima, come, ad esempio, quello del 22 maggio 2012, trasmesso dall'autorità portuale, dalla capitaneria di porto, in cui la capitaneria di porto-autorità marittima rileva le innumerevoli criticità relative all'eventuale utilizzo, per il settore della crocieristica, dei canali di accesso al porto industriale e commerciale, sezione di Porto Marghera; oppure la nota che la capitaneria di porto ha inviato, nel novembre 2012, per esprimere parere contrario rispetto all'ipotesi di raggiungere la stazione marittima attraverso l'impiego della via Malamocco-Marghera e l'utilizzo del canale Vittorio Emanuele in quanto, tenuto conto anche della presenza di depositi costieri, non sussistono sufficienti standard di sicurezza; oppure, ancora, la lettera del luglio 2013 con cui la capitaneria di porto esprime parere negativo rispetto alla realizzazione di un eventuale terminal crociere nell'area ex prima zona industriale, fronte canale Brentella, sponda nord, in ragione della carenza della sicurezza e dell'interferenza tra traffico commerciale industriale e l'ipotizzato crocieristico, nonché della prevedibile congestione del canale Malamocco-Marghera. E potrei continuare con altre note di questo tenore, ma, per questioni di brevità, mi fermo.

Quindi. ci troviamo di fronte ad un'ipotesi di soluzione temporanea, quella del canale nord, sponda nord, da realizzarsi su un'area di proprietà privata tra le più inquinate a Marghera, la cui fattibilità è già stata messa in dubbio in numerosi documenti, non ultimo quello della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale nazionale, che non sgraverebbe, se non di un esiguo numero di navi annuo, il canale della Giudecca e i cui tempi di realizzazione sarebbero tutt'altro che brevi. Sarebbe, inoltre, interessante capire perché non si sia scelto di aprire il concorso di idee previsto da questa norma…

PRESIDENTE. Deputato Scerra! Deputato Scerra! Deputato Scerra!

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Dicevo, sarebbe inoltre interessante capire perché non si sia scelto di aprire il concorso di idee previsto da questa norma anche all'individuazione di soluzioni transitorie e si sia preferito fare una fuga in avanti in sede di Comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia, avviando subito la progettazione del terminal a Marghera, soluzione da sempre sostenuta dal sindaco Brugnaro, dal PD e da tutto il centrodestra. La realtà è che, con questa norma, si legittima per un tempo indefinito l'ingresso delle grandi navi in Laguna: l'opposto di quanto trionfalmente annunciato dopo l'approvazione del decreto. D'altronde, il Governo ha lasciato volutamente nella totale indeterminatezza i termini del concorso di progettazione che dovrebbe portare alla soluzione definitiva fuori Laguna, che, con molta probabilità, non vedremo mai. Non sono state definite le tempistiche per la consegna dei progetti e per la loro realizzazione e verranno raccolti proposte e progetti con gradi di approfondimento diversi, reiterando errori già fatti in passato e rendendo complicata, se non impossibile, qualsiasi comparazione.

Il dramma è che, mentre la politica finge di decidere, Venezia e la sua laguna stanno scomparendo. La tacita alleanza tra i gestori delle grandi navi e dello sfruttamento turistico, i forti poteri economici, l'autorità portuale e un'amministrazione locale impegnata a dilapidare il patrimonio accumulato con sapienza, nel corso dei secoli, dalla Repubblica Serenissima stanno distruggendo una città e un territorio che sono unici al mondo.

Per questi motivi, annuncio il voto contrario della mia componente a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, intervengo su questo decreto che tratta, di fatto nell'interesse di tutti, delle questioni che riguardano la mobilità all'interno della città di Venezia, che di problemi di mobilità ne ha dai tempi dei tempi e che da più anni vede una discussione controversa, che anche qui noi abbiamo continuato a fare. Certamente, ha un punto di certezza: che quello che fin qui è successo non può continuare a succedere. È l'unica cosa che io penso debba essere un punto di non ritorno di un decreto che ha sì dei pregi, ma ha quello di mettere un po' più avanti il tentativo di dare una risposta definitiva. Infatti, il decreto prevede che l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale proceda a “un concorso di idee articolato in due fasi (…), avente ad oggetto l'elaborazione di proposte ideative e di progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi alla realizzazione e gestione di punti di attracco fuori dalle acque protette della laguna di Venezia utilizzabili dalle navi adibite al trasporto passeggeri di stazza lorda superiore a 40.000 tonnellate e dalle navi portacontenitori adibite ai trasporti transoceanici, anche tenendo conto delle risultanze di eventuali studi esistenti”, prevedendo altresì un finanziamento di 2.200.000 mila euro per il 2021.

La questione dell'attracco e del passaggio di navi adibite al trasporto passeggeri, ovvero grandi navi aventi una stazza, come ho detto, di 40.000 tonnellate, attiene a un dibattito che prosegue da anni, una questione che il Parlamento e il Governo devono affrontare in maniera compiuta e in tempi brevi. Ovviamente, la questione non riguarda solo la salvaguardia delle aree protette della Laguna, ma attiene alla salvaguardia complessiva della Laguna. Non è certo con interventi parziali che la questione può essere affrontata. Sappiamo bene quali sono le criticità in cui versa il canale Malamocco-Marghera, che, oltre al traffico commerciale, non può certo sostenere il traffico crocieristico, anzi, anche di quello commerciale poi bisognerà discutere.

Nel 2022 saranno passati 10 anni dall'adozione del “decreto Clini-Passera”. Tanto è il tempo passato in attesa di trovare una soluzione definitiva per lo spostamento delle grandi navi da crociera dal bacino di San Marco. Nel frattempo, la città ha conosciuto l'ulteriore crescita del gigantismo navale, la conferma, con l'acqua granda del 2019, dell'acuirsi degli effetti dei cambiamenti climatici della Laguna, l'entrata in funzione del sistema MoSE, che pone un problema di compatibilità con la presenza di un porto, sia turistico che commerciale, regolato qual è quello lagunare.

Il decreto che ci apprestiamo a convertire ha il merito di segnare, una volta per tutte, una soluzione definitiva: quella della creazione di strutture esterne alla Laguna per gli approdi del traffico navale veneziano, per portare definitivamente le grandi navi al di fuori della Laguna stessa. Senza infingimenti, è necessario, pertanto, non indulgere sulla fase transitoria, che deve essere la più breve possibile, e impegnare fin da subito risorse, competenze e professionalità sulla realizzazione dei terminal esterni, soluzioni che dovranno valere tanto per il traffico crocieristico quanto per quello commerciale. Siamo contrari a una commistione troppo lunga a Porto Marghera, perché essa nuocerebbe in maniera pesante al porto commerciale da cui dipendono alcune importanti filiere economiche del Nordest.

È altresì importante segnare un'alleanza tra ambiente e lavoro che salvaguardi il valore economico del porto di Venezia e i suoi livelli occupazionali e, contemporaneamente, faccia fare alla città un salto in avanti in termini di tutela ambientale sostenibile. In tale ambito, concordo pienamente con quanto affermato dal relatore, che ha ribadito la volontà e la richiesta della maggioranza al Governo di intervenire con urgenza a livello normativo con un preciso atto di indirizzo al quale chiamare tutti a fornire un contributo, e questo perché la città di Venezia possa avere naturalmente un futuro.

Serve, quindi, dare risposte certe. È per queste ragioni che dichiaro il voto favorevole del gruppo di LeU.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie Presidente. Con la conversione in legge di questo decreto, riguardanti disposizioni urgenti in tema di trasporti e il traffico crocieristico e marittimo nella laguna di Venezia, è opportuno che noi discutiamo insieme sulle misure presenti in questo decreto - sono poche ma sono sicuramente utili - e su quelle che non ci sono. È un decreto che nasce, come tante volte in questi mesi abbiamo avuto modo di fare, per sopperire ai danni della pandemia, che anche, nel comparto dei trasporti, ha inciso in maniera importante e anche per il rallentamento che ha prodotto su tutti gli iter autorizzativi. L'articolo 1 dispone la proroga ulteriore della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e la Compagnia Italiana di Navigazione per effettuare i servizi di continuità marittima territoriale con la Sicilia, la Sardegna e le isole Tremiti; una proroga sicuramente necessaria, resa persino obbligata dalle condizioni e dal protrarsi dei bandi che regoleranno i nuovi contratti di servizio con questi operatori. È anche un modo per non far ricadere sugli abitanti di quelle isole un costo supplementare dal punto di vista economico e sociale. Peraltro, nel momento in cui andiamo verso una stagione estiva, che sarà, quindi, probabilmente di necessità più stringenti, la proroga si pone anche questo problema, perché, qualora non si riescano a espletare le procedure entro la fine di maggio, si prevede, appunto, che si possano garantire i collegamenti per un ulteriore mese e che, quindi, siano presenti qualora, come immaginiamo, siano indispensabili per i cittadini.

L'articolo 2 è per noi di Italia Viva un elemento di soddisfazione, perché anche qui parliamo di una proroga, un'ulteriore proroga per quello che riguarda l'introduzione, che era prevista originariamente nel 2018, del DUC, il documento unico di circolazione, uno strumento di razionalizzazione dei processi di gestione dei dati per la circolazione, l'immatricolazione e la proprietà dei veicoli, che, però, ha incontrato nella sua realizzazione numerosi problemi. Intanto, ci sono quelli legati alle misure di contenimento dell'epidemia, che hanno rallentato tutto, ma anche perché le procedure di immatricolazione, in particolare dei veicoli per il trasporto di merci e persone, sono particolarmente lunghe e le procedure telematiche necessitano di un monitoraggio più approfondito, perché stanno producendo lungaggini molto evidenti. Per cui, bene il DUC; che si arrivi a questo documento il prima possibile. È una forma di semplificazione e, però, va bene che si siano ascoltate, in questo caso molto nettamente, le voci di tutte le associazioni di categoria, di tutti gli operatori, e che, quindi, ci sia questa proroga al 30 settembre. Per questo, voglio ringraziare, perché ci ha lavorato e si è impegnata, la Vice Ministra Teresa Bellanova.

Poi c'è l'articolo 3, che è quello che riguarda Venezia (ne abbiamo parlato molto, anche oggi). Esso introduce questo strumento - sul quale, per quanto ci riguarda, nulla quaestio -, cioè il concorso di idee. Il tema è che su Venezia è arrivato un pochino il momento di uscire dalla propaganda e di entrare nel campo delle soluzioni, di evitare ulteriori rinvii, anche quando sono strumentali a nuove soluzioni. Noi abbiamo due problemi da coniugare per quello che riguarda Venezia: la tutela ambientale e artistica di un patrimonio, che è dei veneziani, che è degli italiani, che è di tutta l'umanità, e la salvaguardia della portualità veneziana e di ciò che il traffico crocieristico, anche in termini di ripresa economica, può rappresentare per questo Paese. Parliamo di 13.000 addetti, di 1.650.000 viaggiatori solo nel 2019. L'economia della città, che deve ripartire, come quella di tutte le città d'arte, ha bisogno di questa realtà. Quindi, è una contemperazione difficile da realizzare, sulla quale, però, c'è un lavoro che è già stato avviato, ci sono progetti, c'è il lavoro del Comitatone, di tutte le istituzioni, a vario titolo, interessate, la regione, il comune, l'autorità portuale. E, allora, bene decidere una volta per tutte, bene il concorso di idee, ma che non sia un modo per finire, come nel film con Bill Murray, in un eterno ricomincio da capo, per cui su Venezia si riempiono le pagine dei giornali “via le grandi navi” e poi il problema non si risolve. Sarebbe un ossimoro inserire un rinvio in un decreto che si chiama “Misure urgenti”. Più in generale, Presidente, sottosegretario, ringraziando anche il relatore per il lavoro che è stato svolto e che abbiamo fatto tutti insieme, è tempo di parlare, però, anche delle cose che non ci sono in questo decreto e che, sostanzialmente, sono ben fotografate in un ordine del giorno, il n. 9/3072/20, che abbiamo approvato e votato e che è stato scritto e realizzato con il contributo di tutte le forze di maggioranza e anche con il contributo del gruppo di Fratelli d'Italia, in uno spirito di collaborazione vera, concreta, che è il bene della politica e che noi, almeno in Commissione su queste tematiche, abbiamo sperimentato. C'è una serie di questioni altrettanto urgenti rispetto a quelle contenute nel decreto e sulle quali bisognerà lavorare: dal sostegno dell'autotrasporto, le targhe prova - cose che ci stanno molto a cuore per quanto ci riguarda -, consentire alla CAV gli interventi necessari per la sicurezza, per gli investimenti, la formazione dei macchinisti, per mettere in sicurezza il trasporto merci ferroviario e l'intervento - lo ha ribadito la mia collega Gadda, insieme a Lisa Noja, in un ordine del giorno e, come Italia Viva, lo chiediamo da tempo - per la sosta gratuita nelle strisce blu per le persone con disabilità e per l'inasprimento e l'efficacia delle sanzioni per coloro che occupano abusivamente quei posti. Più in generale, Presidente, la cosa che è accaduta con questo decreto, e che merita un approfondimento e un ragionamento, è la necessità che ci è stata manifestata, con una tempistica non proprio felicissima, dal Governo, di procedere in maniera celere, blindata, evitando una terza lettura e, quindi, costringendo un lavoro prezioso fatto insieme, come dicevo in Commissione grazie a tutte le forze politiche, a blindarlo e a vincolarlo ad un percorso senza possibilità di intervento. Noi siamo responsabilmente venuti incontro a queste esigenze e lavoriamo perché ci sia un rapporto collaborativo e positivo con il Governo, ma, siccome è una nuova fase, non possiamo più avallare errori del passato e, quindi, dobbiamo evitare, per il futuro, di trovarci in un bicameralismo che è scritto nella Costituzione, ma diventa poi un monocameralismo di fatto. Presidente, nessuno più di noi di Italia Viva è sensibile a un efficace, efficiente e veloce sistema istituzionale, però noi dobbiamo lavorare meglio da questo punto di vista. Lo dico, Presidente, perché - sulle questioni che ho posto con il Governo ci siamo parlati, sicuramente c'è un impegno comune a fargli trovare spazio in prossimi provvedimenti -, più in generale, in questa seconda ultima parte della legislatura, sarebbe bene che noi trovassimo una collaborazione virtuosa con il Governo ed evitassimo errori fatti in passato, anche perché - cito un esempio per tutti con il quale chiudo - noi avremo da affrontare le tante riforme e il tanto lavoro con il protagonismo parlamentare che ci impone il PNRR: investimenti e riforme. Magari qualcuno si illude che averlo scritto e consegnato a Bruxelles significa aver terminato quel lavoro, invece significa averlo avviato e allora servirà, in questo periodo che ci porta alla fine della legislatura, una collaborazione leale, fruttuosa fra Parlamento e Governo; non è stato questo il caso, risolveremo insieme i temi rimasti aperti, ma che sia questo l'impegno comune di tutti per il prosieguo della legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente Fico, sottosegretario Cancelleri, colleghi. Non ci sarà un voto favorevole da parte del gruppo di Fratelli d'Italia. Esattamente, come nell'altra Camera, al Senato, il gruppo di Fratelli d'Italia si asterrà su un provvedimento che arriva in quest'Aula blindato, senza la possibilità di poter essere modificato, emendato e, naturalmente, dal punto di vista nostro, migliorato. Sui 4 articoli, diciamo 3 in maniera particolare, che riguardano il decreto, quelli che hanno un'incidenza, o che vorrebbero avere un'incidenza sulla quotidianità, è buono il risultato relativo al discorso della continuità territoriale, soprattutto, sottosegretario, anche grazie a questi due ordini del giorno che, questa mattina, abbiamo approvato in Aula.

Le devo dire, tra parentesi, che mi ha fatto sorridere questo aspetto del discutere in maniera approfondita e a lungo - non l'accapigliarsi - già dalla giornata di ieri sugli ordini del giorno, quando almeno una o due settimane fa avevamo sentito dire più di una volta dentro e fuori da quest'Aula che, fondamentalmente, poco potevano rappresentare. Invece, la discussione ha portato a segno non soltanto questi due ordini del giorno, ma anche l'ordine del giorno n. 20, che è stato ricordato in altri interventi che mi hanno preceduto. L'ordine del giorno n. 20 è importante forse soprattutto in riferimento all'articolo che riguarda il Documento unico di circolazione e la sua traduzione in termini digitali, spostata da marzo a settembre del 2021 proprio in sede di discussione al Senato.

L'articolo concernente il DUC ha rappresentato un'occasione persa. C'è questo ordine del giorno n. 20, firmato da tutti i gruppi, compreso il nostro, che rilancia al Governo la possibilità di affrontare, con un nuovo decreto, tutta una serie di problematiche e criticità, che, Presidente -e soprattutto sottosegretario - sa bene non sono assolutamente più rinviabili e procrastinabili; la necessità, a questo punto, è di affrontarle con una discreta urgenza.

Ma non dobbiamo girarci troppo intorno: questo è il decreto della laguna di Venezia, del traffico delle grandi navi, delle merci, del traffico crocieristico all'interno della laguna ed è soprattutto per la risposta, per la ricetta che il Governo ha voluto dare a queste problematiche con l'articolo che il nostro voto è di astensione.

Se dovessimo utilizzare, sottosegretario, un termine calcistico, veramente con l'articolo 3 il Governo ha deciso di buttare la palla in tribuna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come al solito imbarazzato nel trovare e dettare al Paese, a Venezia, una prospettiva e un'idea concreta di sviluppo. La soluzione è scritta da tanto tempo e riteniamo sia anche consultabile - l'abbiamo anche fatto in Commissione durante le audizioni, lo abbiamo fatto in tanti passaggi - ed è scritta nelle carte del novembre 2017, quelle del famoso così denominato Comitatone, già più di una volta evocato all'interno di quest'Aula.

Da parte di Fratelli d'Italia non c'è stato mai, in nessun momento di questi due giorni di approfondimento sul decreto, un approccio ideologico, ma soltanto estrema concretezza. Purtroppo, dal Governo che cosa è arrivato? E' arrivata una soluzione al ribasso, è stato trovato un punto d'incontro che abbiamo denunciato in tanti interventi, sia in quelli che hanno riguardato gli emendamenti, sia anche in discussione generale. Il nuovo mantra del Governo Draghi è questa vicenda del cosiddetto tema divisivo: nel momento in cui si arriva a dover decidere, inevitabilmente una maggioranza così composita, così diversa e scostante si trova su ogni tematica a dividersi, e siccome il tema è divisivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) si preferisce non decidere; si preferisce non decidere o portare alla ribalta e votare un provvedimento, come quello di oggi, che di definitivo veramente non ha nulla, tant'è vero che si fa riferimento, come rilevato anche negli altri interventi che mi hanno proceduto, ad ulteriori decreti che dovranno approfondire le problematiche di Venezia. Negli ultimi due giorni abbiamo argomentato, facendo riferimenti puntuali soltanto a dati e a studi ufficiali che ci sono già stati. E' giusta l'indignazione per il traffico e per il passaggio delle grandi navi e delle navi crocieristiche nel Canale della Giudecca, ma dobbiamo dirlo, al di là di quelli che sono stati i roboanti annunci da parte di ben 4 Ministri di questo Governo, nessuna nave da crociera verrà espulsa o eliminata dalla laguna di Venezia; questo la dice lunga su ciò che si dichiara rispetto a quello che poi si fa. E' una malattia, questa dell'“annuncite”, che sta attraversando ogni stagione di vita di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, purtroppo, ogni suo rappresentante. La sfida è importante e delicata perché vuole mettere insieme la sicurezza, l'ambiente e l'economia marittima, che è la spina dorsale di questa città e di quel quadrante, vale a dire, in una parola sola, la natura e l'uomo, quelle che, insieme, da sempre, hanno fatto Venezia.

Ebbene, il comma 2 dell'articolo 3, quello che stanzia la bellezza di 2.200.000 euro per il concorso di idee per l'ideazione di un porto off-shore, signori, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, è sinceramente una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); noi andremo a buttare queste risorse e saremo qui a ricordarvelo, quando la maggioranza ed i suoi componenti avranno votato questo articolo, perché questa proposta di idee non è né più né meno che una tendina dietro la quale si celano tutte le dichiarazioni assolutamente non veritiere dei Ministri; mi riferisco all'accordo di chi ha condotto la campagna elettorale nel 2018 su Venezia, nel Veneto, promettendo l'espulsione delle navi e delle grandi navi e, adesso, stanzia 2.200.000 euro per un progetto di un porto off-shore, anzi, una proposta di idee - neanche un progetto - di un porto che non si realizzerà mai, perché paragonare quel quadro e quell'insieme naturale, paesaggistico, architettonico e storico con Dubai ci sembra veramente vergognoso e assolutamente incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Chiudo, Presidente, dicendo che, per Fratelli d'Italia che, con il centrodestra, come sanno i colleghi degli altri partiti, governa sia il comune di Venezia che la regione Veneto, la soluzione da prendere in considerazione, da contemplare per mettere insieme traffico marittimo, “decreto Fanghi” bloccato da anni e naturalmente la questione della gestione della barriera del MoSE è il conferimento dei poteri commissariali al sindaco. L'avevo proposto in un ordine del giorno che ho ritirato per evitare che l'Aula, in questa fase storica e politica, lo bocciasse, perché riteniamo importante che questi poteri, esattamente come è avvenuto per la ricostruzione del ponte di Genova, dopo il crollo del ponte Morandi, vadano attribuiti alla personalità, di qualsiasi partito esso sia, che sul territorio può e deve dare risposte concrete e cioè al sindaco. Lo faremo con tutto il centrodestra, quando ritorneremo al Governo di questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 12,12)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Rosso. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSO (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia condivide il decreto-legge in materia di trasporti e lo sosterrà con il proprio voto. L'articolo 1 affronta un'emergenza alla quale si deve porre immediato rimedio, riguarda il collegamento marittimo in regime di servizio pubblico con le isole maggiori e minori. La convenzione è scaduta, ma non sono state ancora ultimate le procedure di gara per assegnarne altre; l'unica soluzione possibile, a meno di non voler isolare parti insulari del nostro territorio, è quella di prorogare per un periodo di tempo limitato la convenzione già in essere. Siamo certi che non ci sarà bisogno di una proroga ulteriore rispetto al termine fissato da questo decreto, in quanto sono già in corso le gare per le assegnazioni di molte tratte. La seconda misura contenuta nel decreto-legge è una misura sulla quale c'è consenso unanime, al punto che tutti i gruppi politici l'avevano chiesta ad agosto 2020, con un impegno specifico inserito all'interno di una risoluzione unitaria in materia di autoscuole e approvata in Commissione trasporti. All'epoca, Forza Italia e anche la Lega erano all'opposizione, ma su questo punto - il rinvio del rilascio del Documento unico di circolazione in modalità telematica - ci trovammo d'accordo con le allora forze di maggioranza, al punto da presentare un atto di indirizzo comune. Poi c'è un terzo tema che è l'unico che abbia un'importante valenza politica: il traffico crocieristico nella laguna di Venezia. È una questione di estrema delicatezza, perché coinvolge diversi interessi che debbono essere opportunamente bilanciati: da un lato, c'è la tutela ambientale di un ecosistema unico al mondo, come la laguna di Venezia, che deve essere adeguatamente protetto e conservato; dall'altro, c'è l'interesse economico consistente nella domanda di turismo verso la città di Venezia che non riguarda solo la città stessa, ma tutto il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'intervento operato dal Governo Draghi con l'articolo 3 ha prodotto una lettura ambivalente, sia nella pubblicistica che nella politica.

C'è chi lo ha apprezzato, perché lo considera un passo in avanti, e chi, al contrario, lo ha criticato. Forza Italia, convintamente, condivide la linea scelta dal Governo sulla questione delle grandi navi a Venezia. Il nostro apprezzamento è scevro da sovrastrutture ideologiche e si basa su una semplice lettura dei fatti, e i fatti ci dicono che la questione fu affrontata nel 2012 dal Governo Monti, che varò un regolamento col “decreto Clini-Passera”. Dal 2012, si sono succeduti cinque Governi, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2, e la questione non solo non è stata risolta ma, addirittura, non è stata più affrontata. Dopo 9 anni, il Governo Draghi ha deciso di riaprire il dossier che era ormai diventato polveroso. Il solo fatto di aver voluto affrontare la questione è un fatto positivo, ma non solo. Il Governo, infatti, interviene su una tematica che, fino al 1° aprile scorso, era normata in via regolamentare; oggi, interviene con una norma di legge che ridà vita e slancio alla questione del traffico crocieristico in laguna. C'è chi lo accusa di aver fatto poco, c'è chi ha presentato emendamenti che prevedevano il divieto di transito immediato in laguna. Secondo Forza Italia, la norma su Venezia rappresenta una cartina di tornasole della missione che questo Governo deve adempiere: governare con equilibrio, governare basandosi su dati reali e non su fazioni e tifoserie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sulle grandi navi in laguna qualche anno fa nacque il movimento no-Grandi Navi, come c'è il movimento no-TAV, come c'è quello no-Gronda, come c'era quello No TAP; avendo rispetto per le opinioni di tutti, Forza Italia ritiene che mai come oggi è il momento di abbandonare i tanti piccoli “no”, per pronunciare un grande “sì”, sì alla ripresa, sì al turismo, sì al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). C'è un Paese che dobbiamo far ripartire e lo dobbiamo fare insieme, il più in fretta possibile. C'è il turismo da rilanciare; a che cosa servirebbe la “green card” se quest'estate impediamo ai turisti stranieri che riprenderanno a viaggiare nel nostro Paese di fare una crociera a Venezia? Chi vuole estromettere da subito le grandi navi dalla laguna senza soluzioni alternative, che pure dovranno essere trovate, e il Governo ha dato il suo contributo in questo senso proprio con questo provvedimento, non tiene conto della realtà in cui viviamo, non tiene conto della crisi economica che abbiamo davanti. Sottosegretario Cancelleri, come ho avuto modo di dire, Forza Italia condivide e voterà questo decreto. Allo stesso tempo, non possiamo non rilevare che in tema di trasporti c'è ancora molto da fare, ci sono ancora molti temi che meritano di essere affrontati e risolti in fretta. Il Ministro Giovannini, come è giusto, si è immediatamente concentrato sui grandi temi, è stato coinvolto nell'ambito della definizione dei progetti e delle riforme che dovranno essere attuate con le risorse del Piano di ripresa e resilienza. Bene, siamo pronti a confrontarci sulle grandi opere ma c'è una serie di questioni e di problematiche che riguarda i trasporti in fascia intermedia, ma ugualmente importanti. Penso a una serie di interventi contenuti nella riforma del codice della strada che è bloccata in Commissione da due anni; penso ai decreti attuativi che attendono di essere adottati da dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Penso alla questione della pubblicità sui veicoli delle ONLUS e delle società sportive, sulla quale, grazie ad un'iniziativa di Forza Italia, della collega Versace, la Commissione trasporti nello scorso settembre ha approvato all'unanimità una risoluzione, rimasta totalmente inattuata. Penso alla mole di esami per la patente da smaltire, penso alla regolamentazione della targa di prova, al tema dei parcheggi rosa, per i quali, nell'ultima legge di bilancio, è stato stanziato un apposito fondo, ma non riusciamo ad approvare la norma per utilizzarli; penso alla possibilità di effettuare presso officine esterne le revisioni dei rimorchi dei mezzi pesanti, alla disciplina della circolazione dei veicoli immatricolati all'estero condotti da residenti in Italia; penso alla sosta nelle strisce blu che, doverosamente, deve essere resa gratuita per i disabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); penso alla necessità di prevedere che tutti gli scuolabus siano dotati di cinture di sicurezza (in Italia ci sono 10 mila scuolabus senza le cinture di sicurezza per i nostri bambini); penso a una norma approvata in legge di bilancio, promossa da Forza Italia e sostenuta da tutta la Commissione Trasporti, in materia di revisioni auto e del relativo bonus sicurezza, che attende dopo quattro mesi e mezzo di essere attuata. L'elenco sarebbe ancora lungo, ma credo che il concetto sia chiaro. Il Parlamento chiede un nuovo intervento di più vasta portata in materia di trasporti. Chiede di essere coinvolto e di poter offrire il proprio contributo alla risoluzione di questioni e alla realizzazione di riforme, magari piccole, ma che producano effetti molto concreti nella vita dei cittadini di tutti i giorni. Vogliamo offrire quel contributo che in questa occasione non è stato possibile offrire e siamo certi che, anche alla luce dell'ordine del giorno accolto poc'anzi, il Governo e soprattutto il Ministro Giovannini sapranno tradurre in fatti concreti la nostra richiesta. L'Italia ha bisogno di ripartire e, per il mondo dei trasporti, ripartire ha un significato ancora più importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, signor Presidente. La pandemia ha colpito in modo indistinto tutti i settori dell'economia ma anche la pubblica amministrazione, rallentando conseguentemente gli iter autorizzativi. Giustamente, la prima parte del decreto-legge in discussione interviene per prorogare alcuni servizi essenziali. Stiamo parlando dei servizi di continuità marittima con la Sardegna, la Sicilia e le isole Tremiti. Si tratta di una proroga giusta e necessaria, che consente di non far ricadere sui residenti delle isole interessate un costo aggiuntivo, che si sommerebbe a quello già patito per l'emergenza COVID, come è giusta la proroga dei termini per il documento unico di circolazione delle auto. Voglio segnalare anche il gran lavoro fatto in Commissione, per porre, con l'ordine del giorno n. 9/3972/20 approvato da tutti i gruppi, tutte le questioni urgenti da affrontare e necessarie, che adesso il Governo dovrà tradurre in un provvedimento.

La parte più importante del decreto riguarda, tuttavia, le grandi navi a Venezia, ovvero il transito di quei grattacieli galleggianti attraverso il bacino di San Marco, un problema con il quale facciamo i conti da anni, senza però ancora aver individuato una soluzione. È trascorso troppo tempo, quasi dieci anni, dal “decreto Clini-Passera” del 2012, che prevede l'estromissione dal bacino di San Marco delle navi con stazza superiore alle 40 mila tonnellate. Nel frattempo, prima che la crisi dovuta alla pandemia mettesse in ginocchio l'economia veneziana e azzerasse il traffico crocieristico, passavano navi fino a 96 mila tonnellate, che riprenderanno a transitare tra poche settimane, a partire dal 5 giugno. In dieci anni sono stati immaginati terminal crocieristici, signor Presidente, in ogni parte della laguna. Sono state presentate 13 soluzioni diverse, ma l'alternativa è sempre di là da venire. Per cui, ha fatto bene il Governo a intervenire. Questo decreto stabilisce di indire, entro due mesi, un concorso internazionale di idee per individuare la migliore soluzione, con l'obiettivo di salvaguardare il patrimonio urbanistico e ambientale di Venezia e della sua laguna nonché l'attività portuale, che è parte integrante della storia della città: non c'è Venezia senza il suo porto, un binomio che dura da secoli. Il decreto stabilisce l'ambito entro cui agire, entro cui i partecipanti dovranno presentare le loro proposte, vale a dire la realizzazione di un porto offshore, fuori dalle aree protette della laguna, che ospiti le grandi navi da crociera e le navi transoceaniche commerciali. Si tratta di una prospettiva di grande interesse, che potrebbe tradursi in una piattaforma offshore destinata a servire l'intero sistema portuale dell'Alto Adriatico e tutto il quadrante del Nordest. Aspettiamo con fiducia l'esito del concorso che, va da sé, dovrà essere valutato da esperti di comprovato prestigio internazionale. È chiaro che, in un porto con simili caratteristiche, sarebbe meglio garantita in futuro tutta l'attività portuale, oggi sempre più in bilico per la questione dei fondali insufficienti, per le alzate del Mose, per le difficoltà sempre crescenti della convivenza tra gigantismo navale e ambiente lagunare. Ma se Venezia rappresenta un miracolo dell'ingegno umano, è anche perché nei secoli ha saputo sempre trovare un equilibrio virtuoso. Anche dopo i fasti della Serenissima è sempre stata una città moderna, di cultura, ma soprattutto di lavoro, di produzione, di industria e continuerà ad esserlo. Perché, signor Presidente, Venezia non è una cartolina, non è un museo: è una città viva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il progetto di un porto fuori la laguna è molto ambizioso e rappresenta una sfida nel segno dell'innovazione adeguata ad una città unica al mondo del rango di Venezia.

Ma, come dicevo, intanto, a breve, i passaggi delle grandi navi riprenderanno. Da giugno, tre navi settimanalmente torneranno a transitare attraverso il bacino di San Marco e il canale della Giudecca. Nulla, a confronto delle 530 navi che passavano ogni anno prima dell'emergenza COVID, ma comunque riprenderanno a transitare. In questi mesi la crisi economica, che non ha risparmiato nessun territorio, ha colpito in modo particolare le città d'arte e soprattutto Venezia, trasformata in una città fantasma. La ripresa del turismo e del lavoro sono quindi un segnale che aspettavamo e che va assolutamente incoraggiato. Ma, se da mesi tutti sosteniamo che bisogna ripartire meglio di come eravamo rimasti nel 2019, vuol dire anzitutto che vanno individuate con urgenza soluzioni provvisorie, per allontanare le grandi navi dal bacino di San Marco.

Perciò, contestualmente al concorso di idee, è necessario adottare misure adeguate. In tal senso, l'ultimo Comitatone aveva indicato le soluzioni temporanee nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera. Al momento, però, non si è potuto procedere, anche a causa delle disposizione anti-COVID. Bisogna, però, indicare dei tempi certi e, poi, ribadire con assoluta chiarezza che non è pensabile lo scavo di altri canali. Insomma, questo decreto indica un percorso e una soluzione all'altezza di una città come Venezia ma, nel frattempo, non è possibile restare fermi. Proprio perché l'obiettivo condiviso è quello di allontanare i grattacieli galleggianti dalla laguna, credo sia giunto il momento di rilanciare con convinzione anche il concetto di navi di “classe Venezia”. Che cosa significa? È molto semplice: consentire in laguna l'ingresso solo a navi a misura di Venezia, compatibili con l'ecosistema, tenendo conto della stazza, ma anche dell'impatto sulle fondazioni dei palazzi, delle emissioni in atmosfera e di tutti i parametri relativi all'ambiente e alla sicurezza. Non dimentichiamo che prima dello stop imposto dal COVID si era giunti ad una situazione insostenibile, anche sotto l'aspetto della sicurezza. Il 2 giugno del 2019 una grande nave fuori controllo andò a sbattere contro la banchina a San Basilio, travolgendo un battello ormeggiato, fortunatamente senza gravi conseguenze, e, solo un mese dopo, è stato sfiorato un altro incidente, quando durante un fortunale un'altra nave gigante, per un niente, non è finita contro la Riva Sette Martiri: sarebbe stato un disastro. All'epoca ne parlammo in quest'Aula, come parlammo di Venezia all'indomani dell'alta marea eccezionale del 12 novembre, sempre del 2019. Ma non è pensabile affrontare i temi relativi a Venezia solamente sull'onda emotiva di avvenimenti drammatici che fanno il giro del mondo. È perciò un bel segnale questa iniziativa del Governo, che arriva dopo che, con il “decreto Agosto”, è stata istituita l'Autorità per la laguna, che io preferisco continuare a chiamare “Magistrato alle acque”; un soggetto atteso da tempo che, a regime, dovrà gestire la stessa laguna e sovrintendere alla gestione del MoSE. L'autorità, però, non è ancora stata istituita, ma soprattutto, signor Presidente, è a serio rischio la conclusione del MoSE. I test di sollevamento delle dighe mobili, come è noto, sono riusciti, ma i lavori sono fermi da mesi e le imprese del Consorzio Venezia Nuova rischiano di fallire: tutto fermo, a un passo dalla conclusione dei lavori. Ormai è da tre anni che siamo ad oltre il 90 per cento dell'opera e si procede a rallentatore. Il problema è molto complesso, come del resto tutto ciò che riguarda Venezia, ma bisogna che si sappia che tutto è fermo e che si rischia il fallimento del Consorzio Venezia Nuova: una figuraccia di dimensioni planetarie, ma soprattutto con il rischio di perdere centinaia di posti di lavoro, proprio adesso che siamo tutti concentrati nella ripartenza. Ciò non deve succedere e non succederà solo se tutti faranno la loro parte, a partire dal Governo, iniziando con lo sblocco delle risorse ferme al CIPE. Dobbiamo sentirci tutti impegnati a rimettere in moto i cantieri. Stiamo probabilmente pagando anche responsabilità del passato, sulle gestioni commissariali volute dal Governo, ma non è pensabile scaricare i costi della crisi sulle piccole imprese, tantomeno sui lavoratori. La difesa dell'occupazione e del lavoro rappresenta la priorità: su questo non possiamo transigere. I test finora fatti, come si diceva, hanno dimostrato che il MoSE può funzionare, anche se i cambiamenti climatici e le previsioni sull'innalzamento dei mari ci obbligano a studiare già altre strategie di adattamento, ovviamente meno invasive del MoSE. Sotto questo aspetto io credo sarà utile l'istituzione del Centro internazionale sui cambiamenti climatici, già istituito con legge, che avrà sede a Venezia ma non ancora attivato. Troppe questioni, signor Presidente, sono ancora aperte. La risoluzione del problema delle grandi navi costituisce il banco di prova più urgente con il quale misurarsi, ma il nodo del traffico crocieristico fa parte del problema più generale della salvaguardia della città, che, come dichiarato espressamente dalla legge speciale per Venezia, costituisce una questione di preminente interesse nazionale.

La questione della salvaguardia interessa numerose tematiche, che sono state evidenziate in quest'Aula anche in occasione dell'approvazione della mozione all'indomani dell'acqua alta eccezionale del 2019 e che vanno necessariamente declinate in modo unitario all'interno di quello che la mozione stessa definisce “dossier Venezia”, che significa affrontare i problemi di Venezia, anzitutto, nel segno della sostenibilità, che vuol dire fare i conti con tutti i gigantismi, non solo quello delle navi. Ora siamo tutti concentrati sulla ripartenza del turismo massacrato dalla crisi, nella consapevolezza che rimarrà la principale economia cittadina, ma sostenibilità vuol dire anche governare i flussi turistici per evitare le invasioni quotidiane pre-pandemia. Tali e tante sono le questioni comprese nel “dossier Venezia” che non possono evidentemente essere affrontate per decreto, per cui è il momento di approfondire e di riportare la questione all'attenzione del Parlamento. Sono passati quasi cinquant'anni dalla prima legge speciale del 1973 che, a tutt'oggi, resta lo strumento principale attraverso il quale affrontare i problemi della città. Mezzo secolo dopo dovremmo recuperare quello spirito di collaborazione tra le forze politiche nell'esclusivo interesse di Venezia, perché, signor Presidente, Venezia non rappresenta un problema, bensì una grande opportunità per l'intero Paese. Tutti abbiamo Venezia nel cuore, ma dobbiamo dimostrarlo con i fatti. Questo decreto consente di affrontare il tema delle grandi navi nel segno della sostenibilità ambientale e dell'innovazione, perciò dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Io devo dire che, nel fare questa dichiarazione di voto, mi trovo in un certo imbarazzo, perché in questo decreto la Commissione ha lavorato in maniera encomiabile, trovando delle intese che hanno superato anche la maggioranza, ma le quali non sono riuscite ad entrare in questo decreto per una mancanza di possibilità di emendare il decreto sia alla Camera che al Senato. Impossibilità di emendamenti che non è stata spiegata da parte del Governo, né da parte dei Presidenti delle Assemblee rispetto a temi, come quello dei trasporti, che prevedono alcune priorità importanti a livello nazionale, condivise da tutte le forze politiche, ma che non sono entrate nel decreto. Per questo, credo che con grande senso di responsabilità il Parlamento abbia deciso di votare un ordine del giorno all'unanimità per dare un'indicazione al Governo. L'indicazione al Governo non è solo nei temi, ma nel fatto che il sistema trasportistico e infrastrutturale italiano piange e, nella situazione post-COVID, ha bisogno di norme urgenti e non possiamo aspettare che queste norme urgenti vengano centellinate in decreti, come ad esempio il “Sostegni”, che evidentemente si occupa di un altro settore ma non tanto delle infrastrutture e dei trasporti. Lo dico perché mentre noi abbiamo riportato tre articoli - e faccio miei alcuni interventi - in questo decreto, ad esempio sul DURC telematico e sul rinvio, su cui sicuramente c'è stata una grande intesa (ma che probabilmente poteva essere incluso in un decreto anche molto più ampio e noi ci attendevamo questo), così anche sugli altri due articoli, quello su Venezia, devo dire che sul concorso di idee - me lo lasci dire, Presidente - non vedo questa somma urgenza. Io non credo che le idee si abbiano da qui a giugno e poi non si abbiano altre idee. Io credo che sui decreti di urgenza devono essere affrontate le questioni di urgenza e risolte. Ora, sappiamo che su Venezia c'è sostanzialmente un'intesa tra tre quarti del Parlamento e tutte le autonomie locali su una risoluzione del Comitatone del 2018 che viene costantemente non attuata e bloccata perché non c'è una volontà politica unitaria da parte di una forza politica presente nel Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non si può bloccare una portualità e uno sviluppo di un sistema portuale perché qualcuno dice: io non medio, io non ci sto, perché è più importante l'ideologia piuttosto che risolvere i problemi. Io credo che questo Governo debba superare le ideologie - anche perché altrimenti non capisco noi cosa ci facciamo dentro un Governo con gente che ha idee completamente diverse dalle nostre (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - e dare delle risposte al Paese. Io mi sarei aspettato un po' più di coraggio sulla questione di Venezia. Il problema è che noi potremmo da subito limitare, ad esempio, anche gli ingressi sulla Giudecca e su tutta l'area veneziana, se solo avessimo il coraggio di dare un'indicazione certa alle compagnie crocieristiche circa quelle che sono le caratteristiche e le modalità con cui, poi, verrà sviluppato il traffico sul porto di Venezia nei prossimi anni.

È evidente che, con un concorso di idee aperto, oggi, nessuna compagnia crocieristica è in grado di capire che navi dovrà sviluppare nei prossimi anni per entrare a Venezia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, mi auguro che il concorso di idee sia rapido, venga fatto. Mi sorprende che bisogna fare concorsi di idee dopo che sono tre anni che si parla della stessa cosa: probabilmente, bisognerebbe assumere più gente che ha idee anche all'interno dei Ministeri, in modo da non dover sempre fare i concorsi fuori dai Ministeri, perché l'ente regolatore è il Governo, o, meglio, il Ministero, e c'è un problema grossissimo con il Ministero dell'Ambiente. Perché diciamocelo una volta per tutte, i dragaggi in Laguna avvengono da circa 600 anni: se la Laguna di Venezia non fosse mai dragata, non sarebbe più laguna, sarebbe pianura, perché, ogni anno, migliaia di tonnellate di detriti dei fiumi che arrivano dalle Dolomiti finiscono nella Laguna di Venezia e diminuiscono la profondità dei fondali. È evidente che abbiamo una serie di regole che non riescono a tutelare contemporaneamente il miglioramento ambientale della Laguna e una bonifica anche di alcuni siti che hanno dei forti problemi anche ambientali, come, ad esempio, Porto Marghera, perché abbiamo norme ambientali che non ci consentono di fare questa differenza di altri Paesi. Forse questo è un tema che bisognerebbe affrontare insieme a quello di decidere come fare il porto a Venezia. E, quindi, qui chiudo il mio riferimento su questo aspetto.

Noi non abbiamo presentato emendamenti, come ci è stato richiesto alla maggioranza e abbiamo anche ritirato gli ordini del giorno, però, poi, c'è un limite alla pazienza di chiunque. Quindi, io mi auguro che, nei prossimi mesi, ci sia un'espressione certa su come dovranno essere gestiti il porto di Venezia e il traffico in Laguna nei prossimi 20-30 anni, sennò non parliamo di innovazione tecnologica, di ambientalizzazione o sostenibilità, perché oggi stiamo costruendo navi che non sappiamo come devono essere costruite, perché non diamo, noi, le caratteristiche del modo e della cura con cui devono essere fatte per poter esser considerate sostenibili nella Laguna veneta.

Altro tema: il tema della continuità territoriale, tema importante. Ahimè, gli auspici di qualcuno che sia l'ultimo rinnovo mi trovano perplesso di fronte a un bando fatto da Invitalia che ha già una serie di contestazioni e che, in qualche modo, rischia di andare deserto (Applausi del deputato Deidda). Anche su questo punto mi piacerebbe che ci fosse, da parte del Ministero, una regia di queste cose, e che non fossero subite, perché non garantire la continuità alle nostre isole è un problema e anche consentirla solo nella figura di alcune e non di altre, non in una situazione di libera concorrenza, determina altri problemi, visto anche quello che leggiamo nelle ultime settimane sui giornali anche sullo stato di salute di alcune compagnie di navigazione italiane.

Questi sono i tre temi che affrontiamo. Cosa non abbiamo affrontato? Cosa c'è che chiede il Parlamento? Il Parlamento chiede che non si verifichino più cose come quelle che si sono verificate ieri notte, quando, in Liguria, è stato chiuso un viadotto e limitato il carico su di esso, per ogni mezzo che lo attraversa, a 3 tonnellate e mezza perché, dopo tre anni dal crollo del ponte Morandi, non si sono ancora fatte le verifiche su tutti i viadotti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Diteci quanta gente va assunta, facciamo domani una norma di legge, diamo i mezzi per fare i viadotti, ma non è sostenibile che, a tre anni da una tragedia, lo Stato italiano non sia ancora in grado di mantenere e di dare la certezza dell'attraversamento delle nostre strade e autostrade ai nostri cittadini e di farlo in sicurezza. Questo non è accettabile. Quindi, noi chiediamo che ci sia uno scatto di reni, un passo in più, che il Governo, il Ministro si confrontino con le forze politiche non dopo aver scritto un decreto, ma prima di scrivere un decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per accogliere le istanze dei territori, le istanze delle forze politiche, le istanze dei sindaci, le istanze delle regioni. Perché, guardate, noi abbiamo accettato di arrivare qui, di votare questo decreto e di andare avanti - oggi invidio un po' gli amici di Fratelli d'Italia -, però, lo dico molto chiaro: per noi, le infrastrutture e i trasporti sono una priorità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In questo decreto non si sblocca un cantiere, non si fa una norma di semplificazione, non si crea un posto di lavoro. Ecco bisogna iniziare a pensare che quel Ministero deve aprire i cantieri, sbloccare le norme, semplificarle e dare la possibilità di creare qualche posto di lavoro. Per questo noi ci siamo, portiamo il nostro contributo, leali con la maggioranza, però, ripeto, non vogliamo più vivere una situazione come quella in cui abbiamo vissuto in questo decreto, dove sono state umiliate le Camere, è stato umiliato il Parlamento, sono stati umiliati i deputati e dove, finalmente, uno scatto d'orgoglio di questa Camera ha dimostrato che insieme si può lavorare per il bene del Paese, e abbiamo dato delle indicazioni certe per un prossimo decreto, che aspettiamo, come ha detto il Ministro, per i primi di giugno. In quel decreto, finalmente, vedremo se l'Italia vuole ripartire oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, stiamo parlando di un provvedimento che, a prima vista, risulta piccolo e scarno, perché composto da pochi articoli, ma che, in realtà, esprimono un alto contenuto. Stiamo, infatti, parlando innanzitutto di continuità marittima territoriale per le isole, come Sardegna, Sicilia e le isole Tremiti. Si tratta di un servizio indispensabile per gli isolani, che per il MoVimento 5 Stelle è garanzia del diritto di mobilità, sia per le persone che per le merci. È necessario discuterne oggi affinché si evitino interruzioni del servizio di continuità marittima: è una piccola proroga, che, di fatto, permetterà di concludere le procedure già bandite per la concessione, e che dà garanzia di servizi di continuità marittima per le nostre isole, minori e maggiori.

Parliamo poi del Documento unico di circolazione e, anche in questo caso, della necessità di una proroga dei tempi affinché possa essere completato il passaggio delle procedure telematiche per il suo rilascio. Si tratta di uno strumento di semplificazione, che accorpa le procedure di immatricolazione e di trasferimento di proprietà. Il MoVimento 5 Stelle accoglie con favore le procedure telematiche di semplificazione, ma ciò che vorrei raccomandare in quest'Aula, oggi, al Governo, è la necessità di una più assidua e leale interlocuzione con le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese che esercitano attività di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto. Si tratta dei principali attori di questo processo telematico, che hanno rappresentato a noi parlamentari la necessità di maggiore coinvolgimento su aspetti operativi, che poi vengono essenzialmente rimessi a loro e alla loro intermediazione. Questa è una raccomandazione accorata, che, come gruppo del MoVimento 5 Stelle, oggi vogliamo rimarcare.

Infine, parliamo della Laguna di Venezia e della necessità di preservare e tutelare quel fantastico ecosistema, nella sua interezza. Il decreto-legge sancisce finalmente l'avvio di un processo, che venne definito nel 2012 attraverso un decreto ministeriale, il cosiddetto “decreto Clini-Passera”, che sancì l'estromissione del passaggio delle grandi navi dal canale di San Marco. Permettetemi di dire che il decreto-legge in discussione oggi fa molto di più: infatti, prevede l'individuazione di punti di attracco al di fuori dalle acque della Laguna per le navi di stazza lorda superiore alle 40 mila tonnellate, quindi le grandi navi. Il Movimento 5 Stelle, d'altronde, ha sempre chiesto che le dimensioni delle navi ammesse nella Laguna fossero limitate e vorrei ricordare che, già nel 2019, l'allora Ministro Toninelli si stava adoperando affinché venissero trovate delle soluzioni alternative per consentire l'attracco delle grandi navi fuori dalla Laguna. Da oggi, ha inizio un processo di eliminazione delle grandi navi dalla Laguna, e questo ci rende fiduciosi che il percorso andrà a buon fine. Signor Presidente, la Laguna deve essere messa nelle condizioni di poter mantenere quell'equilibrio, molto delicato e sensibile, che la caratterizza e, dunque, l'uomo e la politica hanno il preciso dovere di tutelare questo equilibrio lagunare per tutelare la Laguna stessa. Gli stessi scavi e le operazioni di dragaggio dei canali devono avere come priorità il ripristino della morfologia originaria della Laguna, che già risente negativamente degli effetti delle acque del mare, che entrano attraverso le bocche di porto nel canale dei petroli. Colleghi, il contesto di emergenza climatica che viviamo, con l'innalzamento delle acque marine, con il fenomeno dell'erosione costiera e con tutti gli effetti catastrofici ad esso legati, non può, e non deve, lasciarci indifferenti, così come non possiamo e non dobbiamo restare impassibili dinanzi alle criticità di ordine ambientale e paesaggistico relative ad un patrimonio unico al mondo, come quello gelosamente custodito a Venezia.

Quello che ci aspettiamo è il raggiungimento di un giusto equilibrio tra questi due aspetti; Diversamente, dove perisce la natura, l'indotto economico muore. Per questo motivo, come MoVimento 5 Stelle voteremo a favore di questo provvedimento e colgo anche l'occasione per ringraziare i colleghi della Commissione trasporti e il Governo, i quali hanno permesso la redazione di un ordine del giorno, il n. 20, che poi è stato approvato e sottoscritto da tutte le forze politiche presenti in Commissione, che porta all'attenzione del Ministro alcune tematiche urgenti su cui abbiamo lavorato in Commissione, dall'inizio della legislatura, in modo abbastanza unitario e condiviso. Ricordo alcuni temi che hanno caratterizzato anche il nostro impegno: vi è la questione della revisione dei mezzi pesanti, che deve essere affidata ai privati, visto che la Motorizzazione, purtroppo, è indietro da questo punto di vista; vi è la parte di semplificazione e incentivazione con riferimento alla questione delle smart road; poi c'è una parte di semplificazione e aggiornamento del Codice della strada; pensiamo ai provvedimenti relativi alla sosta gratuita sulle strisce blu per le persone con disabilità, così come anche alle strisce per la sosta delle donne in attesa, le cosiddette strisce rosa, nonché agli stalli per le auto elettriche, fondamentali in questo momento in cui stiamo incentivando la mobilità elettrica per una transizione ecologica; poi c'è la questione da normare per quanto riguarda le targhe prova; c'è la questione sulla trasparenza dei proventi delle multe; ad oggi molti comuni ancora non comunicano al Ministero come utilizzano i proventi delle sanzioni, proventi che devono essere destinati alla sicurezza stradale e al rifacimento della segnaletica; infine, ci sono impegni sul Fondo di formazione per i macchinisti e per l'utilizzo delle sanzioni provenienti dagli Intercity, che riteniamo debbano essere utilizzati per incentivare alcune tratte, soprattutto quelle turistiche, soprattutto nel Mezzogiorno del nostro Paese, e per favorire una scontistica al nostro Paese. Per tutti questi motivi, proprio perché questo decreto segnerà la ripartenza per il mondo dei trasporti, annuncio il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3072: S. 2168 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, dato che non siamo ancora arrivati alle 13, potremmo fare le sei votazioni degli articoli sul provvedimento sul “Moby Prince”, dato che non ci sono emendamenti e neanche ordini del giorno, di modo che alle 16 riprendiamo con le dichiarazioni di voto e il voto finale. Se l'Assemblea è concorde.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Andrea Romano ed altri; Potenti ed altri; Berti ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave "Moby Prince" (Doc. XXII, nn. 47-49-51-A) (ore 12,49).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 47-49-51-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince”.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione generale e il relatore, Andrea Romano, è intervenuto in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - Doc. XXII, nn. 47-49-51-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.

Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò direttamente in votazione. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza in relazione a notizie emerse nell'ambito di un'inchiesta giornalistica che vede coinvolto il sottosegretario di Stato Claudio Durigon – n. 3-02263)

PRESIDENTE. Il deputato Forciniti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Colletti ed altri n. 3-02263 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Quello che indaga della Guardia di finanza, il generale, ce lo abbiamo messo noi: queste parole, pronunciate dal sottosegretario al MEF Claudio Durigon e riprese dall'ottima testata Fanpage, che ringrazio, sono gravissime. Sono gravissime se anche solo millantava, con spacconeria, perché evidentemente ha gettato discredito e macchiato l'immagine della Guardia di finanza e del Ministero dell'Economia e delle finanze, e sarebbero ancora più gravi - non sto neanche a spiegare il perché - se davvero Durigon pensasse di poter vantare un credito di riconoscenza nei confronti di qualcuno che sta indagando sul suo stesso partito. In ogni caso, tertium non datur: è evidente che Durigon non può rimanere in quel Ministero un minuto in più e noi siamo qui per chiederle, Presidente Draghi, che cosa intende fare, se intende adoperarsi, com'è nelle sue prerogative, per arrivare alla sua giusta rimozione o se invece pensa di dover difendere la presenza di Durigon nel sedicente Governo dei migliori. In ogni caso, le chiediamo di prendere una posizione chiara e netta al cospetto di questo Parlamento e di tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, l'interrogazione ha ad oggetto alcune affermazioni dell'onorevole Durigon, verosimilmente riguardanti un'indagine che ha visto coinvolti diversi professionisti e un'istituzione privata. Sentito il comando generale della Guardia di finanza, si segnala che l'indagine oggetto dell'interrogazione è stata svolta dal nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano nell'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria alle dipendenze e sotto la direzione della procura della Repubblica di Milano.

Il codice di procedura penale, articolo 329, recita, al comma primo: “Gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, le richieste del pubblico ministero di autorizzazione al compimento di atti di indagine e gli atti del giudice che provvedono su tali richieste sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari”.

In altre parole, gli agenti di polizia giudiziaria possono riferire solo al magistrato titolare dell'indagine. Ora, i reparti della Guardia di finanza che hanno svolto le suddette attività investigative sono comandati da ufficiali con il grado di colonnello; nessun ufficiale generale ha svolto ruoli direttivi nelle investigazioni oggetto dell'interrogazione. Peraltro, si evidenzia che tali ufficiali non rivestono qualifiche di polizia giudiziaria, pertanto non possono ricoprire un ruolo di diretto intervento nell'ambito delle indagini eseguite di iniziativa o su delega dell'autorità giudiziaria. I reparti operativi del Corpo, peraltro, sono dotati di piena autonomia organizzativa. Il carattere gerarchico che connota la struttura del Corpo stesso non altera mai il rapporto di dipendenza funzionale dall'autorità giudiziaria delegante che, per legge, assume la direzione delle indagini. Infine, la stessa procura di Milano, in data 29 aprile, ha confermato piena fiducia ai militari della Guardia di finanza, evidenziandone la professionalità, il rigore e la tempestività negli accertamenti loro delegati.

PRESIDENTE. Il deputato Colletti ha facoltà di replicare.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente Draghi, in quale Paese civile un sottosegretario, un rappresentante di Governo potrebbe dire di controllare un generale della Guardia di finanza per delle indagini che coinvolgono il proprio stesso partito? In quale Paese, se non l'Italia, un sottosegretario rimarrebbe al proprio posto, nonostante tutto questo? Che grado di complicità avete, lei e il suo Governo, nel non dire nulla per oltre una settimana? Perché lei, i suoi colleghi Ministri e le forze politiche di maggioranza siete così omertosi? Ma se anche fosse una mera millanteria o un millantato credito quello di Durigon, quanto sarebbe politicamente ugualmente grave? Presidente Draghi, in un Paese serio un Presidente del Consiglio specchiato dopo un'ora dalla messa in onda del servizio di Fanpage - e merito a loro - avrebbe imposto le immediate dimissioni del sottosegretario Durigon o ne avrebbe decretato la revoca immediata! Il sottosegretario, Presidente Draghi, ha giurato nelle sue mani e non di qualcun altro. È lei quello che ne ha la responsabilità politica - non la Lega, lei! - e questa vicenda dimostra il substrato valoriale del suo Governo e della sua maggioranza. In Germania, Ministri si sono dimessi per aver copiato passi di tesi di dottorato. Che cosa bisogna fare in Italia, Presidente Draghi, per ottenere le dimissioni di un politico? Servono soltanto due parole: revoca immediata, e con questa risposta lei si è dimostrato complice (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è – Commenti).

(Intendimenti in ordine al riavvio del settore del wedding, anche in relazione alla possibile rimodulazione o cancellazione del “coprifuoco” – n. 3-02264)

PRESIDENTE. Il deputato Occhiuto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02264 (Vedi l'allegato A), per 1 minuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Signor Presidente, sappiamo che la cabina di regia, che dovrà decidere sulle ulteriori riaperture e anche sul coprifuoco, è convocata per lunedì. Sappiamo che deciderà, come è giusto, sulla base dei dati e per garantire la sicurezza degli italiani. Il nostro auspicio è che possa decidere, però, sulla base dei dati riferiti al tasso di occupazione delle terapie intensive e alla pressione sulla rete ospedaliera, tutti migliori grazie alla campagna di vaccinazione condotta con successo dal suo Governo, dal nostro Governo. Ma il nostro auspicio è soprattutto quello che si possa dare una data certa per la riapertura delle attività ancora non aperte come quella del wedding, un comparto composto da 90.000 tra imprese e partite IVA che nel 2019 fatturava 60 miliardi di euro, se si considerano i matrimoni, gli eventi e il loro indotto. Queste imprese, questi professionisti sono quelli che hanno sofferto di più, perché sono stati sempre chiusi. Le chiediamo, quindi, di darci una data in ordine alle aperture. Noi speriamo sia il 1° giugno e le chiediamo di anticipare in Parlamento…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). …il suo orientamento su questo tema e sul tema del coprifuoco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, la questione del settore delle cerimonie sarà all'attenzione della prossima cabina di regia a Palazzo Chigi, che si terrà lunedì 17 maggio. Quella sarà l'occasione per dare maggiori certezze a tutto il comparto, che ha subìto danni economici significativi. Dobbiamo, però, essere attenti a bilanciare le ragioni dell'economia con quelle della salute: i matrimoni sono un'occasione di socialità che può favorire la diffusione del contagio. Come in altri casi, il Governo intende adottare un approccio graduale e allentare le restrizioni a seconda dell'andamento epidemiologico e della campagna vaccinale. Il Governo resta comunque vicino agli operatori del settore. Nell'ultimo “decreto Sostegni” presentato alle Camere abbiamo stanziato 200 milioni per l'anno in corso anche a favore di imprese operanti nel settore dei matrimoni. Ulteriori misure di indennizzo sono previste nel nuovo “decreto Sostegni” la settimana prossima.

Permettetemi, poi, di rivolgere un pensiero alle tante coppie che stanno programmando i loro matrimoni. Capisco la loro preoccupazione. Il festeggiamento di una circostanza così importante è un desiderio che abbiamo avuto tutti. È fondamentale, però, avere ancora un po' di pazienza, per evitare che quella che deve essere un'occasione di gioia e di spensieratezza si trasformi in un potenziale rischio per i partecipanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Occhiuto ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, prendo atto che lei ha rinviato, come probabilmente è giusto lei faccia, alle risultanze della cabina di regia che si terrà lunedì. È intervenuto facendosi carico dei problemi riferiti al settore del wedding. Le vorrei segnalare che ci sono protocolli di sicurezza messi in atto proprio dagli operatori di questo settore che consentirebbero la riapertura in sicurezza e che questi operatori hanno necessità di programmare le proprie riaperture (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Avevamo posto, poi, nella nostra interrogazione anche un'altra questione, cioè quella del coprifuoco. Anche questa sarà oggetto della cabina di regia che lunedì il Governo terrà, ma siccome siamo qui in Parlamento e siamo parte della maggioranza che sostiene il Governo, sentiamo il dovere di consegnarle qui in Parlamento la nostra posizione sulle ulteriori aperture e anche sul tema del coprifuoco. Presidente, non è una bandiera ideologica, perché sulla salute e per il rispetto delle vittime non si piantano bandiere ideologiche, né di propaganda: è solo un argomento di buonsenso, che riguarda gli interessi della parte di Paese che noi vogliamo rappresentare all'interno della maggioranza. Se l'obiettivo del coprifuoco è quello di evitare gli assembramenti, allora la soluzione è controllare che gli assembramenti non si facciano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché altrimenti il coprifuoco ha l'effetto opposto: concentra la circolazione in meno ore e determina proprio gli assembramenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); impedisce il doppio turno dei ristoranti e sfavorisce le prenotazioni turistiche dall'estero. Questo è un argomento di buonsenso, signor Presidente, che non può essere offuscato dalle bandiere ideologiche degli altri, che per troppo tempo sono state agitate dai “chiusuristi” e dai “rigoristi” del Governo precedente. E' normale, signor Presidente, che su questo tema ci sia dialettica…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). … all'interno di una maggioranza così composita come quella che sostiene il suo Governo. La maggioranza attuale non è la maggioranza precedente; lei, soprattutto, signor Presidente Draghi…

PRESIDENTE. Concluda, Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). …non è Conte e noi gliene rendiamo merito. Siccome le riconosciamo grandi talenti e grandi capacità, confidiamo in lei. Il suo Governo ha già fatto vincere all'Italia la battaglia dei vaccini; ora il suo Governo liberi gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative, anche normative, volte a garantire con urgenza adeguate tutele ai lavoratori e a contrastare infortuni e morti sul lavoro – n. 3-02265)

PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02265 (Vedi allegato A), per un minuto.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie Presidente. Grazie Presidente del Consiglio. La pandemia, com'è evidente, ha riproposto la centralità del tema della sicurezza e della salute all'interno non solo del nostro Paese ma di tutto il mondo. Questa priorità non è come spesso…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi. La faccio recuperare. Colleghi, per favore. Prego.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Questa priorità non nasce da un presupposto ideologico, ma da un'evidenza umana, perché tutto dipende dalla salute e dalla sicurezza delle persone: lo stato del presente, la possibilità di programmare il futuro, gli interessi economici, la propria dignità, la propria libertà, il proprio lavoro, il sistema degli affetti di relazione. Bene, qual è, allora, il tema? Passata, come noi speriamo, questa pandemia, bisogna che questa centralità trovi una vita meno carsica. Il caso di Prato: una morte esemplare, c'è un'indignazione totale, vera, profonda, dolore; poi, passato ciò, tutto ritorna nel sotterraneo e nel sotterraneo c'è qualcosa che non va, perché non tutte le cose che bisogna fare si fanno come si debbono fare. Per questo, chiedo al Presidente del Consiglio innanzitutto di aiutarci a vincere questa battaglia culturale, questa sfida di consapevolezza, perché è uno dei sintomi della civiltà e della democrazia del lavoro di un Paese.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente e onorevoli deputati, vorrei prima di tutto esprimere il cordoglio mio e del Governo per la morte della giovane Luana D'Orazio (Applausi) e degli altri cinque (Applausi), ben cinque lavoratori deceduti sul lavoro soltanto nell'ultima settimana: Maurizio Gritti, Andrea Recchia, Samuel Cuffaro, Elisabetta D'Innocenzo, Marco Oldrati (Applausi - I deputati si levano in piedi).

Ha ragione, onorevole Epifani, non dobbiamo dimenticare. Siamo vicini alle loro famiglie e intendiamo fare tutto il possibile per evitare il ripetersi di questi tragici episodi. Noi poniamo la massima attenzione - dobbiamo evidentemente fare di più perché continuano a succedere, è incomprensibile - sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e questa attenzione è particolarmente necessaria in una fase di riapertura dell'economia, come quella che ci accingiamo a vivere, speriamo.

La sospensione di molte attività produttive nel corso del 2020 ha - sì - portato ad una diminuzione degli infortuni denunciati (ovviamente, nei primi nove mesi dell'anno); questi, però, poi, sono aumentati di nuovo nell'ultimo trimestre, in corrispondenza con la ripartenza dell'economia.

Un altro aspetto rilevante che emerge dai dati più recenti è anche legato alla connotazione di genere: la flessione degli incidenti registrata riguarda solo gli uomini; nell'ultimo anno, su 10 denunce, circa 7 hanno interessato donne. Con una media di oltre 3 morti al giorno, l'Italia si conferma al di sopra della media dei Paesi dell'Unione europea, in posizione di poco migliore della Francia, ma molto distante dalla Germania. Quindi, dobbiamo investire sulla cultura della prevenzione, ma anche e soprattutto sulla vigilanza.

È per questo che il Governo ha immediatamente disposto la convocazione della cabina di regia per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza, prevista dal Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. In quella sede intendiamo valutare gli interventi per il rafforzamento delle attività ispettive che vogliamo adottare subito con i prossimi provvedimenti legislativi. Questi interventi si inseriscono nel quadro previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che dedica una specifica linea di riforma proprio alla lotta al lavoro sommerso e al potenziamento delle attività di vigilanza. È prevista una strategia di azione nazionale per rafforzare l'Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro, e incrementarne strutturalmente i controlli. Sono state avviate già le procedure per l'assunzione di 1.084 unità di personale nel corpo dell'Ispettorato del lavoro e, a legislazione vigente, è prevista la possibilità di assumere altre 1.000 persone, a fronte delle 4.500 unità di personale attualmente in servizio. A queste devono aggiungersi le ulteriori assunzioni che potranno essere fatte con le risorse presto stanziate in un prossimo provvedimento normativo. Questo ci si deve augurare, si deve prevedere e desiderare: un significativo rafforzamento delle attività di ispezione e vigilanza nei luoghi di lavoro.

PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di replicare, per due minuti.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente, le cose che lei dice sono tutte corrette e anche le prime mosse del Governo vanno in quella direzione, ma aggiungo un tema. Qui siamo tutti d'accordo, sostanzialmente, sulle cose da fare: la prevenzione, che vuol dire la qualità delle macchine, dei layout, degli impianti, dei cantieri; le tecnologie di innovazione che producono sicurezza; l'informazione e la formazione; il tema della contrattazione; le buone pratiche da aiutare e le altre da condannare. C'è poi il tema delle assunzioni: 2.000 all'Ispettorato nazionale del lavoro e, in più, probabilmente, bisognerà riaprire anche per INPS e INAIL le assunzioni degli ispettori. Dov'è, allora, il problema? Troppa frammentazione: la competenza della formazione è regionale; la competenza sulle ASL, che hanno responsabilità in materia di igiene, è regionale; l'Ispettorato nazionale del lavoro è l'ultimo nato, con pochi soldi, poche risorse e un sistema informatico che non regge neanche il dialogo con quelli di INPS e INAIL; l'INPS e l'INAIL, che sono i grandi istituti di welfare italiano, sono coordinati da una struttura molto gracile. Per questo, poi, ciò non funziona: competenza al Ministero del Lavoro, competenza, ovviamente, al Ministero della Sanità. Orlando ha detto ieri che è troppo gracile la cabina di regia.

Allora, riflettendo a lungo, anche sulla base della nostra proposta di legge, io mi chiedo e le chiedo se non varrebbe la pena, visto che ci sono anche competenze tra Stato e regioni, di portare a Palazzo Chigi, per darle più autorevolezza, la cabina di regia con il Ministero del Lavoro, il Ministero della Sanità, la Conferenza Stato-regioni, l'INPS, l'INAIL e l'Istituto nazionale del lavoro. Almeno, così, forse, possiamo impedire che ognuno faccia senza che l'altro sappia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative, anche in seno al Consiglio europeo, in relazione alle possibili ulteriori proroghe e modifiche sia del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, sia della sospensione del Patto di stabilità e crescita, nonché in merito ad una riforma delle regole fiscali nell'ambito dell'Unione economica e monetaria – n. 3-02266)

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Colaninno n. 3-02266 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Presidente, lei sa che, ovviamente, nel nostro Paese questa pandemia ha generato la più grave recessione economica del secondo dopoguerra. In sostegno dell'economia europea, è stato sospeso il Patto di stabilità e crescita fino al 2022 ed è stato adottato un quadro temporaneo, in deroga alla disciplina sugli aiuti di Stato, fino al 31 dicembre di quest'anno. Ma, alla luce dei nuovi dati economici e al fine, appunto, di non deragliare la ripresa e per sostenere il nostro tessuto produttivo e le nostre imprese, i nostri lavoratori e i nostri professionisti, forse, sarebbe il caso di richiedere ulteriori proroghe di questi due provvedimenti. Le chiedo, quindi, se il Governo intenda chiedere ulteriori proroghe del Patto di stabilità e crescita e del Quadro temporaneo e se intenda attuare un'iniziativa a livello europeo per riformare le regole fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, il 3 marzo di quest'anno la Commissione europea ha adottato una Comunicazione che fornisce alcune indicazioni sugli orientamenti in materia di politiche di bilancio, a un anno dall'esplosione della crisi pandemica. Questa Comunicazione delinea l'approccio che la Commissione intende seguire circa la disattivazione della cosiddetta clausola generale di salvaguardia, che ha permesso agli Stati membri di utilizzare politiche di bilancio espansive per fronteggiare la crisi. La Commissione intende ancorare la disattivazione della clausola a quando l'economia dell'Unione europea tornerà ai livelli pre-crisi. Secondo le attuali previsioni, questo non dovrebbe accadere prima del 2023.

Resta, dunque, il tema del dibattito sulla revisione delle regole di bilancio, che era stato avviato nel febbraio del 2020 e poi sospeso per la pandemia. Vorrei essere molto chiaro su questo: è fuori discussione che le regole dovranno cambiare, tuttavia questo dibattito, che impiegherà gran parte del 2022, non è ancora partito. La mia linea su questo tema - e non è da oggi, ma è da diverso tempo - è che le attuali regole di bilancio sono inadeguate, erano inadeguate e sono ancora più inadeguate per un'economia in uscita da una pandemia. Nei prossimi anni, dovremo concentrarci soprattutto su un forte rilancio della crescita economica, che è anche il modo migliore per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici.

La revisione delle regole deve, dunque, assicurare margini di azione più ampi alla politica di bilancio nella sua funzione di stabilizzazione anticiclica. In particolare, dobbiamo incentivare gli investimenti, soprattutto per favorire la trasformazione digitale ed ecologica. Allo stesso tempo, le nuove regole devono anche puntare a ridurre le crescenti divergenze tra le economie degli Stati membri e a completare l'architettura istituzionale europea.

L'Italia intende partecipare attivamente al dibattito europeo. Sul tema è in corso un processo di analisi e riflessione all'interno del Dipartimento del Tesoro e della Presidenza del Consiglio, che tiene conto anche dei contributi provenienti dal mondo accademico e da altri soggetti istituzionali.

PRESIDENTE. Il deputato Colaninno ha facoltà di replicare, per due minuti.

MATTEO COLANINNO (IV). Signor Presidente del Consiglio, a nome del mio gruppo parlamentare Italia Viva, le esprimo la nostra condivisione e ci riteniamo, quindi, soddisfatti della sua risposta. D'altronde, le sue parole sulle attuali regole, che sono inadeguate e ancora più inadeguate per uscire dalla pandemia, non hanno, non avrebbero bisogno di ulteriori commenti. Non abbiamo, quindi, dubbi che il suo impegno e la sua moral suasion con i suoi colleghi, Capi di Stato e di Governo nel Consiglio europeo, in particolare per le misure di sostegno all'economia, anche in deroga alla disciplina degli aiuti di Stato, possano essere cruciali per le imprese italiane, che hanno consentito all'Italia di reggere, di resistere e, finalmente, ora, speriamo, di ricominciare a crescere. Piccole e grandi aziende che, insieme, naturalmente, alla forza morale dei cittadini italiani, hanno tenuto in piedi l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Gli aiuti, il Temporary Framework, dovranno essere modificati e integrati per aiutare le aziende ad intercettare una ripresa che speriamo possa essere forte, ma, probabilmente, sarà anche non lineare, in un delicato equilibrio tra crescita - e lo vediamo già oggi - e inflazione. Ciò implica che i sostegni pubblici, ad esempio, quello sotto forma di garanzie sui prestiti alle aziende o il differimento del pagamento delle imposte e delle tasse, vengano, comunque, mantenuti per un tempo compatibile con il sentiero di uscita dalla crisi. E, da ultimo, infine, favorire in Europa un confronto anche che includa l'evoluzione dell'approccio in tema di concorrenza, alla luce della forza assunta in questi anni dalle grandi potenze economiche ed industriali e dalle economie emergenti. Vuol dir tanto, Presidente Draghi, avere e sentire fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a far fronte all'incremento dei flussi migratori irregolari verso l'Italia, anche con riferimento ad eventuali nuovi accordi in sede di Unione europea – n. 3-02267)

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02267 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, lo scorso fine settimana, uno sbarco di più di 2 mila immigrati clandestini sull'isola di Lampedusa ha riacceso i fari su un problema drammatico, ancor più drammatico guardando i numeri, visto e considerato che, nel solo 2021, in questi primi mesi, gli sbarchi totali sono stati 13 mila, che vuol dire tre volte di più rispetto a quelli dell'anno passato - nel 2020, nello stesso periodo di tempo, sono stati 4 mila - e tredici volte di più rispetto a quelli del 2019, che furono soltanto 1.000, quando al Viminale sedeva Matteo Salvini e che, come risultato e premio per essere riuscito a contenere il fenomeno, ha ottenuto, dall'altro ramo del Parlamento, un processo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questi dati sono particolarmente preoccupanti, perché, come ha dichiarato anche l'UNHCR, a fronte di una recrudescenza della migrazione, abbiamo anche un aumento esponenziale delle morti in mare, sono più di 500 questo anno. E, quindi, per tutte queste ragioni, siamo a chiederle quali iniziative intenda prendere il Governo per contrastare il fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, gli sbarchi di migranti avvenuti a Lampedusa domenica 9 maggio rappresentano il maggior picco di arrivi registrato in questi primi cinque mesi del 2021. I flussi sono in aumento dall'inizio del 2020 anche a causa della diffusione della pandemia in Nordafrica. La spinta migratoria è alimentata costantemente dall'instabilità della situazione politica in Libia e dalla complessità della sua estrema frammentazione interna. Va, in proposito, osservato che il problema non nasce propriamente sulle coste libiche, ma si sviluppa a partire dall'Africa subsahariana.

Il Governo italiano è impegnato a promuovere le opportune iniziative bilaterali, a condurre un'azione da parte dell'Unione europea, affinché le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani, nel rispetto dei diritti umani e ad esercitare una pressione intraeuropea, affinché si torni a una redistribuzione credibile ed efficace dei migranti approdati in Italia. Nelle mie interlocuzioni con il Premier libico, Dbeibah, ho particolarmente insistito sulla necessità di assicurare il ripristino delle condizioni di sicurezza sul territorio come parte integrante del processo di stabilizzazione del Paese e dell'intera regione mediterranea.

A fronte di questa complessa e drammatica realtà, la politica sull'immigrazione del Governo, come ho avuto occasione di affermare in altra circostanza, vuole essere equilibrata, efficace ed umana. Nessuno deve essere lasciato solo nelle acque territoriali italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Riteniamo il rispetto dei diritti umani una componente fondamentale di qualsiasi politica sull'immigrazione. La priorità, nel breve periodo, è il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi.

Siamo impegnati ad ottenere dai Paesi di partenza, in particolare da Libia e Tunisia, una collaborazione più intensa ed efficace nel controllo delle loro frontiere, marittime e terrestri, e nel contrasto alle organizzazioni dei trafficanti. Sulla Tunisia possiamo contare sull'attivazione di un meccanismo di allerta precoce, basato sulla tempestività degli avvistamenti e del passaggio delle informazioni alle autorità tunisine, nel pieno e assoluto rispetto delle loro prerogative di sovranità territoriale.

L'Italia è inoltre impegnata a favorire il coinvolgimento delle istituzioni europee. Il 20 maggio prossimo, il Ministro dell'Interno, Lamorgese, si recherà a Tunisi insieme al commissario degli affari interni, Ylva Johansson, rinnovando così la missione svolta ad agosto del 2020.

Una leva necessaria di governo dei flussi migratori è costituita, inoltre, dall'azione di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio, in mancanza dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale.

Abbiamo da tempo rafforzato gli sforzi sul fronte dei rimpatri, compresi quelli volontari e assistiti, con la collaborazione dell'OIM, l'Agenzia delle Nazioni Unite, e dell'UNHCR.

Siamo impegnati non solo sul fronte degli accordi bilaterali ma anche per il lancio di forme di partenariato europeo con i principali Paesi di origine e transito dei flussi. Queste devono includere iniziative sullo sviluppo economico locale e la tutela della legalità.

Un'ultima cosa, Presidente. Per quanto riguarda l'accordo di Malta, è in corso un fattivo dialogo con Germania e Francia per rivitalizzare questa forma di cooperazione, applicata con regolarità sino all'esplosione della pandemia, in virtù della quale è stato possibile ricollocare circa 1.000 richiedenti protezione. Il nostro obiettivo è attivare subito un meccanismo temporaneo di emergenza per il ricollocamento dei migranti soccorsi in operazioni SAR, basato sugli stessi principi di condivisione e di solidarietà dell'Accordo di Malta.

Scusi, Presidente, per il ritardo.

PRESIDENTE. Prego.

Ha facoltà di replicare il deputato Molinari.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo convinti anche noi che il fattore umanitario sia fondamentale, che nessuno debba essere lasciato indietro, né lasciato in mare, ma proprio per questo ribadiamo che, dal nostro punto di vista, il metodo migliore per salvare vite è evitare di creare false aspettative, false speranze ed evitare che ci siano le partenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Diversamente, le morti in mare, purtroppo, sono inevitabili. Oltre a questo, dobbiamo anche evitare che scoppi una tensione sociale, che già nel nostro Paese è alle stelle. Vede, Presidente, come anche lei ha ricordato, molti dei migranti che stanno arrivando vengono dalla Tunisia. Chi arriva dalla Tunisia è un migrante economico: sono persone che vengono in Europa per cercare migliori condizioni lavorative e occorre ricordare quella che è la situazione economica dell'Italia e dell'Europa in questo frangente. La crisi COVID ha portato ad un drammatico calo dei posti di lavoro. L'Istat ha stabilito che nell'ultimo anno abbiamo perso 945 mila posti di lavoro in Italia e, quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti, molto probabilmente ne perderemo altrettanti. Quindi siamo già un Paese che dal punto di vista economico è al limite. Oltre a questo, c'è un altro problema: lo smantellamento dei decreti Salvini questa massa di gente che sta arrivando nel nostro Paese porterà a redistribuirla sui territori, con il sistema dell'accoglienza diffusa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che è tornato grazie ai nuovi decreti. Questo creerà sicuramente tensioni con i sindaci e con le comunità locali e noi vorremmo prevenire queste tensioni, anche perché a Ventimiglia, qualche giorno fa, abbiamo già visto che la tensione è già alta ancora prima che l'emergenza scoppi.

Quindi, apprezziamo il suo approccio, l'approccio bilaterale, l'idea che si debba lavorare con i Paesi di partenza per contrastare i trafficanti di uomini e le partenze. Abbiamo qualche perplessità, invece, su quanto ha detto il Ministro Lamorgese su una riedizione dell'Accordo di Malta, perché l'Accordo di Malta 1 ha dimostrato tutta la sua debolezza, perché la rotazione dei porti è stata soltanto quella dei porti italiani e perché la redistribuzione automatica dei migranti, in realtà, non c'è mai stata perché è una redistribuzione volontaria. Se non ha funzionato allora, nel contesto attuale, dove già l'Austria si è detta contraria ad una redistribuzione e dove già la Germania ha detto che c'è il problema della rotta balcanica e quindi di certo la redistribuzione non è una priorità, vediamo difficile che si possa trovare un accordo a livello europeo. L'unico modo - e chiudo, Presidente Fico - in cui siamo riusciti a redistribuire i migranti in Italia è stato con la linea del pugno di ferro di Matteo Salvini e del contrasto all'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Soltanto con una linea di rigore abbiamo costretto i partner europei a farsi carico del problema. Confidiamo che, con la sua autorevolezza, a livello nazionale lei riesca ad ottenere i medesimi risultati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative per il sostegno e il rilancio del turismo – n. 3-02268)

PRESIDENTE. La deputata Francesca Bonomo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Serracchiani ed altri n. 3-02268 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente. Il comparto turistico rappresenta uno dei pilastri economici del nostro Paese; nel 2019 l'asset economico rappresentava il 13 per cento del PIL, con 3,5 milioni di occupati. Il turismo è stato, e continua ad essere, una delle attività più duramente colpite dalla pandemia; calcolare la perdita del settore è difficile, ma la stima, al 2020, è tra i 40 e i 50 miliardi di euro; i primi mesi del 2021 hanno mostrato andamenti analoghi, ma il miglioramento della copertura vaccinale consentirà al comparto di godere di una ripresa spontanea dei flussi. Tuttavia, c'è bisogno di una programmazione per coglierli e, quindi, è necessario, ad oggi, sapere quali saranno le restrizioni da rispettare, sul territorio nazionale, per poterle comunicare anche all'esterno. Se va accolto con favore il pass verde nazionale, nell'attesa del green pass europeo, è necessario però che esso non diventi un freno alla libera circolazione e, quindi, è necessario garantire una maggiore accessibilità dei tamponi.

Va sottolineata, quindi, l'importanza degli interventi realizzati da inizio pandemia, anche grazie al lavoro del Partito Democratico alla Camera e, alla luce dei dati che ho detto, siamo qui a chiederle quali sono gli interventi di medio e lungo periodo che il Governo intenda assumere a sostegno del rilancio del turismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, il nostro obiettivo è riaprire al più presto l'Italia al turismo, nostro e quello straniero. Sono d'accordo che il turismo sia un settore di enorme importanza per il nostro Paese. La pandemia ha avuto, sugli operatori, effetti economici ingenti e siamo all'opera per permettere loro di ripartire quanto prima e con la massima sicurezza. In questo senso, la prima iniziativa a sostegno del turismo è lo sforzo che il Governo, nella figura del Commissario straordinario, sta compiendo per procedere rapidamente al completamento della campagna vaccinale. Secondo il calendario del Commissario, tra fine giugno e inizio luglio avremo vaccinato, almeno con una dose, le persone fragili e quelle maggiori di 60 anni, che rappresentano quelle più a rischio. La vaccinazione sta già portando a un calo dei contagi tra i più anziani e a una riduzione della pressione sulle strutture ospedaliere; questi miglioramenti consentiranno una graduale e progressiva riapertura del Paese.

Per quanto riguarda i flussi turistici, prevediamo di ampliare la sperimentazione dei voli COVID-tested, che includa più linee, più rotte, più aeroporti. È poi in corso una revisione delle misure esistenti per i Paesi Schengen, per permettere accessi a fronte della presentazione di un tampone negativo e senza quarantena. Per quanto riguarda i Paesi del G7, specialmente gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone, saranno favoriti gli ingressi senza quarantena in caso di certificazione vaccinale; manterremo, invece, tutte le preoccupazioni necessarie rispetto ai Paesi nei quali è stata riscontrata un'ampia diffusività del COVID e delle sue varianti più pericolose.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 15,40)

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. In questo modo, l'Italia si riaprirà al mondo e ai turisti in condizioni di maggior sicurezza.

Per quanto riguarda le iniziative di sostegno al settore, vorrei partire da quello che il Governo ha già fatto. Prima di tutto, quest'anno, lo scorso 27 aprile sono stati firmati due decreti, in attuazione del “decreto Rilancio”, che assegnano 350 milioni di euro agli operatori di fiere e congressi e oltre 128 milioni alle agenzie di viaggio e ai tour operator. Poi, con il “decreto Sostegni” abbiamo istituito un Fondo con una dotazione di 700 milioni a favore degli operatori del turismo invernale; è prevista, inoltre, un'indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali. Vi è, poi, un Fondo con una dotazione di 100 milioni di euro per indennizzare il settore di fiere e congressi, per le perdite derivate dall'annullamento degli eventi e a questo si aggiunge un incremento di 150 milioni del Fondo destinato agli enti fieristici, per la compensazione dei costi fissi.

Infine, abbiamo stanziato non meno di 20 milioni per sostenere le imprese di trasporto passeggeri operanti nel settore del trasporto turistico.

Nel più lungo periodo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza include fondi integrati per circa 9 miliardi per sostenere la competitività delle imprese turistiche. E' previsto, inoltre, lo stanziamento di 500 milioni di euro per aprire 100 nuovi siti culturali e 20 parchi pubblici. Infine, è previsto lo stanziamento di 114 milioni di euro per costituire un digital hub del turismo per agevolare la pianificazione del viaggio da parte dei turisti.

PRESIDENTE. Grazie, Presidente Draghi. La deputata Debora Serracchiani ha facoltà di replicare. Prego, collega.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Vede Presidente, come è stato detto, il settore del turismo prima della pandemia valeva il 13,2 per cento del PIL: è pari a 232 miliardi, più o meno quanto il Recovery. Capisce, quindi, quanto sia importante per il nostro Paese il settore del turismo e, come Partito Democratico, abbiamo voluto mettere l'accento proprio su questa necessità, cioè sulla necessità che si intervenga nell'emergenza, ma anche in una prospettiva medio-lunga su un settore che riteniamo assolutamente fondamentale ed indispensabile per la crescita e la ripresa.

Abbiamo fatto, come Partito Democratico, delle proposte che auspichiamo il Governo possa far proprie, ascoltandoci, con l'estensione dell'ecobonus anche al settore alberghiero, con il Fondo di garanzia per le agenzie di viaggio, attraverso il rilancio e il miglioramento del bonus vacanze e attraverso, soprattutto, la cancellazione dei costi fissi per le aziende del settore. Sappiamo che c'è la massima attenzione da parte del Governo.

Presidente, quando lei, il 4 maggio, in occasione di una conferenza stampa, ha annunciato che saremmo tornati a dare il benvenuto al mondo, annunciando, con un mese di anticipo, il green pass, chiamiamolo così, italiano c'è stato un boom di prenotazioni: quella è la strada, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza, anche in ambito G7 e G20, in ordine alla sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti COVID-19 e al ricorso al regime delle licenze obbligatorie disciplinate dall'Organizzazione mondiale del commercio, in un'ottica di cooperazione rafforzata – n. 3-02269)

PRESIDENTE. La deputata Giulia Grillo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sportiello ed altri n. 3-02269 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIULIA GRILLO (M5S). Grazie, Presidente. “Siamo di fronte ad un evento unico: milioni di persone, che non sono in condizione di acquistare i vaccini, stanno morendo”. Sono parole che ha pronunciato lei, in questi giorni, signor Presidente del Consiglio, rivolgendosi alle aziende del farmaco. Ma i problemi ci sono anche nei Paesi dove si è in condizioni di acquistarli, i vaccini.

Non sappiamo ancora se e per quanto tempo dovremo vaccinarci ed è, dunque, dovere degli Stati far valere il proprio peso sul mercato dell'innovazione dei medicinali per uscire da questa emergenza in maniera sicura, efficace, veloce, ma soprattutto - mi permetta di dirlo - sostenibile.

Il Movimento 5 Stelle è stato il primo a proporre l'uso delle licenze obbligatorie già a marzo dello scorso anno, con un mio ordine del giorno, con atti parlamentari, con una mozione unitaria a prima firma della collega Ianaro e, ancora, con una proposta di legge che ho depositato il 26 marzo; licenze obbligatorie - e lo dico per tutti quelli che strumentalmente si mettono contro questa proposta - che non valgono solo per i brevetti, ma valgono anche per tutti i diritti di proprietà intellettuale necessari alla produzione dei vaccini, valgono anche per i farmaci, valgono anche per quei dispositivi medici indispensabili in una fase di emergenza.

Questo strumento, Presidente, è fondamentale affinché i prezzi non lievitino fino a diventare inaccessibili per i servizi sanitari pubblici, come il nostro.

Il mio tempo a disposizione è scaduto. Sono fiduciosa in una sua chiara e netta presa di posizione: glielo chiede il Parlamento, glielo chiedono gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, la posizione espressa dal Presidente Biden si chiarirà nei prossimi giorni, ma è evidente che parte da una semplice considerazione che lei ha richiamato e che io ho fatto nel corso della conferenza stampa: c'è uno sbilanciamento tra la posizione delle grandi case farmaceutiche, che hanno ricevuto imponenti sovvenzioni governative, e quella dei Paesi più poveri al mondo, che o non hanno accesso o non hanno denaro per poter comprare i vaccini. Quindi, l'indirizzo verso cui si muove questa dichiarazione degli Stati Uniti va condiviso, secondo me. C'è, ovviamente, un rischio che va evitato, cioè che la sospensione dei brevetti rappresenti un disincentivo alla ricerca e alla produzione di altri vaccini. Come ho detto, una sospensione temporanea, circoscritta, ben definita - mi dicono gli esperti del settore - non dovrebbe costituire un disincentivo, però vorrei anche indicare la complessità di questa situazione. La questione rimane, in un certo senso, più complessa che non la sola liberalizzazione dei brevetti, perché la liberalizzazione, di per sé, non assicura la produzione dei vaccini. La produzione di questi vaccini, soprattutto quelli di nuova generazione, su cui noi facciamo massimo assegnamento, cioè quelli basati sulla tecnica mRNA, è complessa, perché richiede tecnologia, specializzazione, organizzazione; non è facilmente replicabile, anche disponendo del brevetto. Inoltre, la liberalizzazione dei brevetti non garantisce, di per sé, gli standard qualitativi necessari e, dunque, la sicurezza dei vaccini. Il controllo sulla sicurezza è una questione importante. Prima di arrivare alla liberalizzazione dei vaccini, è necessario fare passi anche più semplici: prima di tutto, rimuovere il sostanziale blocco alle esportazioni che Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito continuano a mantenere (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Bisogna aumentare la produzione, sia attraverso il trasferimento tecnologico e l'individuazione di nuovi siti, un'operazione già in corso in Italia, ma occorrerebbe cominciare a individuare nuovi siti anche nei Paesi poveri (Applausi della deputata Bubisutti). Poi cos'altro si può fare? Finanziare le iniziative che provvedono all'acquisto dei vaccini, quindi l'iniziativa Covax: l'Italia ha stanziato 86 milioni e nel prossimo “decreto Sostegni” ci sarà un incremento significativo del nostro contributo; tuttavia, tutto questo ancora è insufficiente. Quindi, occorre necessariamente accelerare il passo sulle cose che ho appena detto - sblocco delle esportazioni, aumento della produzione e individuazione di nuovi siti - accanto a una riflessione sulla liberalizzazione dei vaccini.

PRESIDENTE. La collega Ianaro ha facoltà di replicare.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Riprendo, ancora una volta, le sue parole, Presidente Draghi: i vaccini sono un bene globale. Parole che richiamano l'appello di Papa Francesco di impedire che il virus dell'individualismo vinca e ci renda indifferenti alle sofferenze altrui, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti al di sopra della salute globale. C'è interdipendenza tra economia e salute. La politica dei vaccini è politica economica. Come ci ha ricordato la direttrice generale del WTO, in visita in Italia pochi giorni fa, finché non si raggiungerà un'immunizzazione globale, non potrà mai esserci una ripresa stabile e duratura. Sappiamo molto bene quello che ci ha detto, Presidente: la sospensione dei brevetti non può essere, di per sé, sufficiente se non accompagnata da trasferimento tecnologico. Conosciamo la complessità insita nel processo produttivo di vaccini così sofisticati; è altrettanto vero, però, come lei ci ha ricordato, che le grandi case farmaceutiche hanno ricevuto ingenti, imponenti sovvenzioni dai Governi, sia tramite fondi per la ricerca, sia tramite accordi di acquisto di dosi a sperimentazioni ancora in corso, che si sono, quindi, assunti il rischio imprenditoriale alla stregua di aziende private.

La liberalizzazione dei brevetti ha anche un significato simbolico importante, ma è una condizione necessaria per la creazione di siti presidio in grado di produrre vaccini contro virus e batteri, perché la prossima pandemia, Presidente, potrà essere di origine batterica, altra conseguenza di errate strategie farmaceutiche. È impensabile che una tecnologia così rivoluzionaria, che ha cambiato la storia della vaccinologia, resti patrimonio esclusivo di poche aziende farmaceutiche. La Presidente Ursula von der Leyen, citando don Milani, ha detto che “I care” deve essere il motto dell'Europa; un'Europa che si fa carico di responsabilità comuni. E noi, che ci sentiamo prima di tutto cittadini europei, vorremmo che non restasse solo un motto, ma si trasformasse in azioni concrete in difesa dei meno fortunati, dei più deboli, dei più poveri del mondo. Bisognerebbe avere più coraggio.

E chi più di lei, con la sua voce autorevole in Europa e nel mondo, può raccogliere e rilanciare il grande messaggio che ci ha lasciato Nelson Mandela, quando, nel 1997, di fronte a centinaia, a milioni di morti, di morti innocenti, esattamente come oggi, ha detto che la salute è un bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

(Iniziative di competenza, in sede di Unione europea, in relazione alla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato di cui al regolamento delegato (UE) n. 171/2018 – n. 3-02270)

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Lollobrigida ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02270 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente Rosato. Presidente Draghi, lei conosce già il tema che le sottoponiamo, perché glielo ha sottoposto, in tutti gli incontri che abbiamo svolto insieme, Giorgia Meloni, chiedendole di dare una risposta e offrendole il nostro aiuto parlamentare da opposizione patriottica. Dal 1° gennaio di quest'anno sono entrate in vigore le nuove regole europee per la classificazione dei debiti di cittadini e imprese da parte delle banche, regole molto più severe che stanno mettendo in ginocchio cittadini e imprese, che sono già sfiniti dalla sindemia. Già il tempo è esaurito, Presidente?

PRESIDENTE. Come sempre, siamo a metà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Il risultato di queste regole è che con un debito di 100 euro, per i cittadini, e di 500, per le aziende, si rischia di essere in default, con criticità per i cittadini ma anche per le stesse banche che si troveranno riempite di crediti deteriorati.

Allora, Presidente, il nostro Governo non si è fatto sentire. Noi abbiamo provato a sostenere in Parlamento la tesi del rinvio - almeno del rinvio - tenendo conto di quello che sta accadendo. Le chiediamo, Presidente, di far valere la sua autorevolezza in Europa, perché è qui che si dimostra il vero cambio di passo. Oggi lei è qui per dare una risposta che fino adesso non abbiamo ricevuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha facoltà di rispondere.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, gli orientamenti dell'Autorità bancaria europea (EBA), che si applicano dal 1° gennaio 2021, armonizzano la nuova definizione di default e integrano la definizione della soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato. Un debitore è considerato in stato di default quando ricorra almeno una tra le due condizioni: quella oggettiva, ovvero un arretrato di oltre 90 giorni; quella soggettiva, ovvero un giudizio da parte della banca sulla probabile inadempienza dei debitori in assenza di azioni quali l'escussione delle garanzie.

A livello europeo non sussiste il necessario consenso politico per un posticipo della data di applicazione delle nuove regole. Uno slittamento è stato considerato inappropriato dal punto di vista prudenziale e comporterebbe rilevanti costi per quegli intermediari che hanno già adeguato i loro sistemi operativi. Le autorità europee, nel fissare al 1° gennaio 2021 l'introduzione di regole approvate già nel 2018, hanno considerato che la loro adozione avrebbe richiesto complesse attività di adeguamento da parte delle banche anche per i profili organizzativi e i profili informatici. Hanno, pertanto, raccomandato alle banche di avviare le attività propedeutiche all'applicazione delle nuove regole, per esempio la revisione dei sistemi IT.

Gli orientamenti EBA sulla definizione di default e sulla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie sono peraltro noti da tempo - io ricordo una consultazione pubblica del 2015 - e normalmente questo anticipo ha permesso al settore di adattarsi e di incorporare con gradualità la nuova definizione di default nei propri modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali. Grazie anche all'apporto della delegazione italiana nei lavori dell'Unione europea nel corso del primo semestre del 2020, a fronte dell'esplosione dell'emergenza COVID è stata modificata la cornice prudenziale per mitigare i potenziali effetti delle misure e permettere al sistema bancario di sostenere meglio l'economia. Quindi, ci sono stati molti interventi italiani che hanno permesso di anticipare al 30 giugno 2020 l'entrata in vigore del trattamento più favorevole in termini di credito per le piccole e medie imprese e per le infrastrutture, che sono due questioni particolarmente rilevanti per noi: evitare per un periodo di 3 anni che eventuali aumenti dello spread sui titoli di Stato, connessi al diffondersi della pandemia, abbia un effetto negativo sul capitale delle banche; prevedere, anche nell'ambito degli accantonamenti minimi obbligatori sui crediti deteriorati, un trattamento preferenziale permanente per le esposizioni assistite da garanzie pubbliche. Anche questa è una questione particolarmente rilevante per l'Italia. Inoltre, la prossima introduzione di un quadro normativo per le cartolarizzazioni - ho finito in un attimo - di crediti deteriorati consentirà di rimuovere gli ostacoli normativi allo sviluppo di un mercato secondario per permettere alle banche di rafforzare la loro capacità di erogare prestiti all'economia, in particolare alle piccole e medie imprese. Il Governo è conscio dei rischi legati ad una applicazione di regole bancarie severe nel contesto di un'uscita dalla pandemia. Continueremo a vigilare per evitare questo pericolo e permettere alle banche di continuare a finanziare adeguatamente le imprese e i loro investimenti. Devo dire che anche nel decreto che sarà presentato la prossima settimana ci sono delle misure dedicate proprio a questo aspetto.

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di replicare.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente del Consiglio, la sua è stata una risposta disarmante, debbo dirlo, perché da lei, che è persona esperta e conosce bene la materia, non ci aspettavamo una difesa d'ufficio dell'EBA. Lo diciamo per la coerenza che ha avuto Fratelli d'Italia in quest'Aula portando lo stesso quesito che oggi le ha rivolto l'onorevole Lollobrigida e avendo il consenso addirittura del Ministro Patuanelli al riguardo. Lo diciamo perché le nostre iniziative al riguardo si sono sviluppate, qui dentro e fuori di qui, a difesa delle piccole e medie imprese, a difesa delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che rischiano di essere inopinatamente penalizzate da queste decisioni. Le dirò di più: noi abbiamo iniziato anche un'attività attraverso una petizione al Parlamento europeo per cambiare alcune regole del gioco che sono fissate anche, come lei sa bene, da persone che sono estranee a questo gioco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Presidente Draghi, all'EBA non partecipano solo i Paesi che hanno sposato la politica dell'euro, ma anche otto Stati che sono fuori dall'euro, hanno una moneta propria e hanno una Banca centrale propria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, non possiamo prendere gli ordini da terzi, ma abbiamo il diritto-dovere, per contro, di difendere quella che è l'industria nazionale e le nostre famiglie. Allora, mi sia consentito di dirle, Presidente Draghi, noi qui siamo soli all'opposizione, ma siamo, fuori di qui, con la gran parte delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e delle famiglie che non vogliono morire né di decisioni inopinate assunte in sede europea né di mancanza di coraggio in sede nazionale! Allora, Presidente Draghi, io glielo dico: lei non è più il Governatore della Banca d'Italia, non è neanche più il presidente della BCE, cariche che ha ricoperto indubbiamente con prestigio; oggi lei governa gli italiani, ha il diritto e il dovere di difendere gli italiani da queste inopinate e vili misure (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.05.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Colucci, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Frusone, Giachetti, Lapia, Occhiuto, Parolo, Perantoni, Silli e Stumpo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del Doc. XXII, nn. 47-49-51-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 47-49-51-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli articoli.

(Dichiarazioni di voto finale - Doc. XXII, nn. 47-49-51-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la collega Mara Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. “Quando si dice la verità, non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”. Queste sono le parole di Aldo Moro, della cui barbara uccisione, pochi giorni fa, ricorreva il quarantatreesimo anniversario. Parole che, con un'eco non indifferente, attraversano la storia e giungono fino ai giorni nostri e, mentre cavalcavano il tempo, quelle stesse parole hanno incontrato fatti tuttora inspiegabili, eventi drammatici, stragi di persone innocenti, che urlano ancora troppi perché.

Uno di questi è quello che riguarda quanto accaduto nel 1991, a pochi metri a largo di Livorno, quando si consumò una delle più grandi tragedie della nostra storia repubblicana. Sulla nave Moby Prince diretta ad Olbia, la notte di quel 10 aprile, 140 persone morirono arse vive, la più piccola aveva solamente un anno. Da allora ad oggi sono trascorsi trent'anni di indizi, indagini, prove mai sufficienti a stabilire l'esattezza dei fatti, racconti talvolta contrastanti e continui lati oscuri di un'intera vicenda che resta ancora irrisolta; trent'anni in cui è emerso di tutto, tranne i due aspetti più importanti: la giustizia, per tutti coloro che su quella nave conobbero la morte più atroce, e la verità, per un Paese intero che, ancora oggi, si chiede cosa accadde esattamente quella notte nelle acque fuori da Livorno.

Quella stessa verità, che proprio Aldo Moro descrisse come illuminante, oggi più che mai è necessaria per far luce su una delle tante vicende che restano senza un colpevole in questa Nazione. Oggi, in quest'Aula, la storia, dunque, ha la possibilità di redimersi e di redimere le coscienze, che hanno oggi l'occasione di risvegliarsi, e la giustizia di cominciare a tracciare un percorso senza ostacoli. È nostro preciso dovere spianarle questa strada, perché il tempo, un giorno, potrà forse lenire il dolore e la sofferenza, ma la voglia di giustizia no. Il desiderio di verità non conosce scadenze e oltrepassa storture e silenzi, persino quelli di coloro che hanno sempre saputo, ma non hanno mai detto. A quella vicenda seguì una serie di indagini, alla cui fine nessuno – sottolineo - nessuno è mai riuscito a sopportare il peso di sentirsi dire che il fatto non sussiste. Quali fatti non sussistono, a fronte di una tragedia così drammatica, che continua a risultare ancora poco chiara a tutti? Mi chiedo, Presidente, come sia possibile che, in uno Stato di diritto come il nostro, si possa inspiegabilmente catalogare la morte di 140 persone come un mero incidente.

Quello che ancora si fa fatica a comprendere è l'assurdità del susseguirsi degli eventi di quella notte: un traghetto che impatta contro una petroliera a poco più di due miglia dalla costa, si incendia e va fuori controllo; una richiesta d'aiuto per radio che si propaga con un segnale completamente disturbato; i soccorsi che giungono dopo oltre un'ora dall'impatto, con imbarcazioni che si muovono in maniera non del tutto chiara nelle stesse acque. A bordo, 141 persone cercano di salvarsi. Se ne salverà solo una, una sola. Tutto questo accade a pochi metri dalla costa, non in mare aperto, non in condizioni di mare agitato, non in una situazione in cui sarebbe stato comprensibile classificare l'accaduto come un incidente o un errore umano. Allora, sì, che avremmo potuto parlare di un dramma, come un semplice caso di sfortuna! Ma per il caso della Moby Prince, Presidente, non possiamo permettercelo, non possiamo farcene una ragione. Non possiamo, dopo trent'anni, ancora far finta di nulla. Non c'è permesso, né come donne e uomini, né come cittadini, ma neanche come rappresentanti delle istituzioni: non si può liquidare il desiderio di giustizia con il nulla. Oggi, forse – e sottolineo finalmente - la politica può provare a restituire giustizia e dignità a chi per troppo tempo ha combattuto contro la rassegnazione di dover accettare la mancanza di spiegazioni ai propri perché. Oggi, non ci sia spazio per la rassegnazione, perché chi quella notte ha sbagliato paghi per le proprie colpe! Paghi per aver sottratto a 140 esseri umani sogni, speranze e futuro a una bambina di un anno. Paghi perché quantomeno a queste anime si restituisca la dignità e la pace. Oggi, lo chiedo a gran voce e lo chiedo soprattutto da parlamentare sarda (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il collega Vallascas, nei giorni scorsi, in discussione generale, ha posto in luce un fatto su cui non si è riflettuto abbastanza in questa vicenda. Nel percorso delle indagini e delle sentenze seguite al disastro Moby Prince, chi davvero ha fatto un po' di luce, in trent'anni di buio e fumo, è stata una Commissione parlamentare d'inchiesta.

Già questo fatto, da solo, ci dice che proprio questa è la sede giusta, che può proseguire in questo faticoso processo di illuminazione. Quel 10 aprile 1991, quasi 11.000 giorni fa, è una di quelle giornate che non si presteranno mai a essere dimenticate, anche se c'è sempre chi, di fronte ai disastri che implicano responsabilità macroscopiche, vorrebbe che si offuscasse la memoria. È sempre il Paese in cui qualche autorità vuole sopire e troncare, perfino di fronte a 140 morti. Per fortuna, è anche il Paese di chi reagisce e vuole svegliare la coscienza civile con la verità. Troppi errori e troppe illogicità nella ricostruzione ufficiale della collisione hanno reso faticoso ogni tentativo di tornare sulla pista giusta delle indagini. A livello processuale, quella pista non è mai stata raggiunta, con dolore immenso per centinaia di famiglie, alcune delle quali hanno persino sopportato il fango sui loro cari deceduti, caricati di responsabilità indimostrabili o dimostrabilmente false. Quella tragica sera, a Livorno, accaddero troppe cose che non dovevano accadere ma nulla autorizza a banalizzare la concatenazione degli eventi per alleggerire le responsabilità, soprattutto dopo le inchieste giornalistiche, ben condotte, e dopo le conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta nella scorsa legislatura. Il caso Moby Prince politicamente non si è prescritto. È ancora tema dell'oggi: ci parla di sicurezza, di Stato, di responsabilità. Nemmeno la fantasia dello sceneggiatore di un classico film catastrofista avrebbe considerato credibili quegli 80 minuti, tra il mayday lanciato dal Moby Prince e l'individuazione di un traghetto in fiamme nel porto livornese e avrebbe trovato troppo assurdo per gli spettatori mostrare che nessuno cercava eventuali sopravvissuti, una volta sul posto, a dispetto delle accertate indicazioni dell'unico poi rimasto in vita, che segnalava gente da soccorrere. Una verità accertata con tutti i poteri dell'autorità giudiziaria, propri di una Commissione parlamentare, ma rimasta ancora lettera morta nei tribunali. Dove era veramente la nave Agip Abruzzo che la capitaneria di porto non riusciva a vedere? Perché il traghetto, ossia una nave popolata di tante anime, veniva scambiato per una piccola bettolina? Perché c'è un silenzio di 77 secondi tra due comunicazioni radio che dicono l'esatto contrario sulla presenza di persone ancora vive? Una nuova Commissione d'inchiesta, cioè una nuova luce, può rompere la catena maledetta che ha portato dagli errori nei soccorsi agli errori nelle indagini e può, invece, ricostruire la catena caparbia dei ricordi che hanno dato forza al lavoro delle associazioni dei familiari delle vittime, oggi, con le preziose acquisizioni della precedente Commissione istituita al Senato nella XVII legislatura. Ci pare l'ispirazione giusta per dare nuovo impulso alle indagini giudiziarie. Se nella sentenza di primo grado tutti gli imputati di omicidio colposo plurimo erano assolti perché “il fatto non sussiste”, se in appello, ancorché fossero rivalutate certe posizioni, trionfava la prescrizione del reato, se l'inchiesta riaperta poi si archiviava comunque nel 2010, in Parlamento arrivava invece la fiammella tenace della memoria che non si estingueva. Abbiamo l'occasione per fare luce su aspetti trascurati nelle precedenti ricostruzioni della tragedia, non fermandoci agli ostacoli fin qui incontrati. Certo, a novembre 2020 il tribunale ordinario di Firenze ha respinto, per essere prescritti i diritti azionati, la domanda di risarcimento danni dei familiari delle vittime. Per dare inizio dei termini di prescrizione, non fu accolta la data di pubblicazione della relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta, avvenuta a gennaio 2018, come se fosse un atto politico qualsiasi, senza nessi con una vicenda giurisdizionale, o perfino un documento privo di novità, a dispetto dei tanti fatti riemersi con forza, vorrei dire con una rilevanza giurisdizionale, che non si può ignorare, nemmeno durante un momento di massima crisi e confusione dell'autorità giudiziaria, come quello cui assistiamo nell'attuale fase storica e politica della nostra Repubblica. È in queste Aule che abbiamo trovato nuovi elementi: quella sera non c'era nebbia, quella non era la causa della catastrofe; l'Agip Abruzzo non doveva essere lì dov'era, perché quella era una zona interdetta alla sosta e alla pesca; i comportamenti del comando della petroliera non furono adatti all'emergenza; non si dettero indicazioni chiare sul tipo di nave coinvolta, con effetti terribili in termini di ritardo nei soccorsi. Ci sono cose da chiarire anche sulle attività e il tragitto della petroliera prima di raggiungere quel porto. È l'occasione per chiarire la portata dei comportamenti errati o omissivi che possono aver ingigantito il costo umano del disastro. Mentre il filo aggrovigliato della verità poteva dipanarsi lentamente, altri fili si muovevano con il riflesso rapido dell'affarista. Lo ha ricordato il collega Vallascas appena due mesi dopo la collisione: gli armatori delle navi, Snam, Agip e NavArMa, e le loro assicurazioni avevano già raggiunto un accordo extragiudiziale per non farsi la guerra. I giochi dei risarcimenti miliardari fra armatori si chiusero già nel 1992, lasciando ai familiari delle vittime i tempi lunghissimi e inceppati dei processi. Si capisce che non è solo una questione di giustizia, ma sono questioni politiche importantissime e anche di politica industriale. Alcuni dei protagonisti di questa tragedia di inizio anni Novanta sono diventati, poi, i big del trasporto marittimo italiano. Certo, Snam e Agip hanno lasciato il ramo navale in poco tempo, ma NavArMa si è fatta grande, è diventata Moby Lines e ha eroso, a prezzi modici, l'ex Tirrenia, stranamente con debiti. Lo so, non è così insolito in mezzo alle cronache di tanti oligopoli mossi e protetti da tanti fili invisibili, ma è materiale caldo di inchiesta, tenacemente fuori moda, come le verità scomode.

Possiamo e dobbiamo ricostruire cause e responsabilità di quel 10 aprile 1991, lo dobbiamo alle vittime e a chi ne custodisce il ricordo, lo dobbiamo alla Sardegna e alla Repubblica italiana per ricostruire un patto di verità e di sicurezza. L'Alternativa C'è si presenta con determinazione e coraggio in favore di una Commissione di inchiesta nuova, in favore di una verità che c'è da sempre (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente Rosato. Colleghi, in occasione del trentesimo anniversario di quella notte del 10 aprile del 1991, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato di come sia inderogabile fare intera luce su quello che accadde e la Ministra della Giustizia Cartabia ha parlato…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fornaro. Posso chiedere ai colleghi maggior silenzio in Aula? A tutti, grazie.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie a lei. Come dicevo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha messo in evidenza come sia inderogabile fare intera luce su questa tragedia, su questa strage e anche la Ministra Cartabia ha parlato di una ferita aperta. È una strage causata da uno scontro in mare, da una collisione in mare tra il traghetto Moby Prince e la nave petroliera Agip Abruzzo. Delle 141 persone, tra equipaggio e passeggeri, riuscì a salvarsi soltanto il mozzo.

Sono, quindi, passati trent'anni e qualcuno potrebbe interrogarsi sul perché sia necessaria una Commissione di inchiesta, una nuova Commissione di inchiesta parlamentare. Intanto, perché la precedente, quella che ci fu al Senato nella XVII legislatura, ha dimostrato che c'era bisogno di ulteriori approfondimenti, c'era bisogno di una Commissione parlamentare. I risultati ottenuti da quella Commissione hanno consentito di far riaprire le indagini alla ricerca della verità. Ha ragione il Presidente Mattarella: fare intera luce su quello che avvenne quella notte. Troppe ombre, troppe omissioni, troppi comportamenti discutibili, quando non addirittura incomprensibili. L'obiettivo - e ringrazio i colleghi che hanno presentato la proposta di legge per l'istituzione della Commissione - è chiaro: accertare responsabilità, togliere ogni dubbio, non ripartendo da zero e, quindi, ripartendo, come dicevo, dall'ottimo lavoro della Commissione di inchiesta del Senato presieduta dal senatore Silvio Lai.

In una parola, l'obiettivo della Commissione è provare a rendere giustizia a 140 vittime innocenti. Non sarà un compito semplice, lo dico per esperienza, avendo fatto parte, la scorsa legislatura, della “Commissione Moro”, non sarà facile, ovviamente, lavorare a tanti anni di distanza, qui sono un po' meno, sono trenta, però è evidente che alcuni dei protagonisti non ci sono più. La memoria inevitabilmente tende, in alcuni casi, a deformare la stessa realtà di quei giorni, però credo che i commissari abbiano un dovere e lo abbiano, soprattutto, nei confronti di quelle vittime e dei loro familiari. L'associazione che è nata dei parenti delle vittime ha continuato in questi trent'anni, tenacemente, a chiedere giustizia: credo che questa Camera, istituendo la Commissione parlamentare d'inchiesta su quella notte, renda, in qualche modo, giustizia proprio alle loro richieste e faccia sentire lo Stato dalla loro parte. Credo che questo debba essere l'obiettivo, credo che, con questo presupposto, sono certo che la Commissione potrà fare un buon lavoro e, per queste ragioni, annuncio il voto favorevole di Liberi e Uguali su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Anche il gruppo parlamentare di Italia Viva ha sostenuto sin dall'inizio questa proposta d'inchiesta parlamentare. È giusto indagare, è giusto far emergere la verità e dare risposte ai familiari delle vittime, a distanza, purtroppo, di trent'anni,. Centoquaranta persone: una tragedia; in tanti ricorderanno, purtroppo, quei momenti, il 10 aprile 1991. E voglio partire, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva, proprio con un ricordo e un abbraccio all'associazione dei familiari delle vittime, a tutte queste persone che, per anni, hanno creduto in una verità, credono ancora in una verità e chiedono anche al Parlamento di fare la propria parte nel fornire elementi preziosi e utili per l'autorità giudiziaria: sapete che è stato riaperto il caso sia dalla procura di Livorno che dalla procura distrettuale di Firenze. Quindi, una verità giudiziaria, ma non solo: anche una verità che possa far capire tanti passaggi - prima si parlava di politica industriale - e tanti procedimenti che non sempre sono stati chiari e sui quali vogliamo accendere la luce.

Voglio ricordare, proprio nell'abbracciare l'associazione e tutti i familiari delle vittime, le parole del Presidente della Repubblica. In occasione del trentesimo anniversario del 10 aprile del 2021, ha parlato, rivolgendosi alle associazioni e al loro ruolo, di valore civico; di qui, l'importanza, di voler tenere viva, giustamente, la possibilità di dare risposte concrete. Dobbiamo, quindi, rispetto a questo valore civico, tra virgolette, che ha sottolineato il Presidente Mattarella - non sono parole mie - e che deve essere la stella polare per dare risposte e trovare questa verità.

Tante sono le cose da chiarire. Prima si parlava della Commissione d'inchiesta del Senato della scorsa legislatura: ho letto gli atti, i risultati e una ricostruzione. Mi sono reso conto anche della difficoltà di interpretare alcune perizie - la prima consulenza di Massari, quella poi completamente diversa e opposta tecnica-ministeriale, perché anche il Ministero ha istituito una commissione e ha mandato un consulente, quindi, c'è un tema, anche dal punto di vista tecnico, di difficoltà nel ricostruire una verità - e dicono cose completamente diverse. C'è il tema da chiarire del mancato soccorso: i ritardi nel soccorso ci sono stati, quali sono stati, quando sono stati avvisati, chi è intervenuto, potevano essere evitate delle morti con il soccorso tempestivo? Ci sono perizie medico-legali che dicono anche come sono stati trovati i cadaveri, i corpi e che, quindi, cercano di ricostruire anche dal punto di vista temporale questa circostanza. Però il tema del mancato soccorso è un punto su cui la Commissione deve lavorare e deve portare elementi in più. C'è stato poi un accordo che è stato stipulato, che non serve certo per ricostruire la verità, ma che giustamente viene sottolineato nella proposta della Commissione d'inchiesta, quell'accordo sottoscritto a Genova il 18 giugno 1991; ciò va fatto con riferimento, tra l'altro, alle perizie in forza delle quali furono determinati gli importi erogati alle compagnie armatrici e ai familiari delle vittime. Anche sull'accordo occorre aprire le luci per capire tante cose. Quindi, c'è molto da lavorare.

Io penso che, come prevede la Costituzione e tutto il dettato dell'articolo 82 nel dare questi poteri alle Commissioni d'inchiesta, che tutti conosciamo e che ogni volta vengono ripetuti nelle proposte degli atti parlamentari, essi abbiano un senso laddove si cerchi di fornire con equilibrio e terzietà questi elementi. E su questo scontro, c'è l'altro tema, per esempio, dell'esplosivo, della presenza dell'esplosivo nelle imbarcazioni e, quindi, capire anche le concause: se lo scontro ha determinato lo scoppio dell'esplosivo e, quindi, il motivo dello scontro. E il tutto non si può ridurre - dalla lettura degli atti, per chi ha avuto la pazienza di leggerli uno ad uno - ad una nebbia che era calata, perché, nella ricostruzione, sembra quasi che la colpa di questo scontro sia dovuta alla nebbia e alle condizioni del tempo.

Insomma, ci sono tanti aspetti e sono sicuro che chi entrerà a far parte di questa Commissione, grazie anche all'aiuto dei consulenti, aggiungerà qualche verità. L'importante è fare passi in avanti, è questo quello che chiede il gruppo parlamentare di Italia Viva: aggiungere qualcosa, perché ci sono tanti elementi, anche con riferimento quindi a tutto quello che già va scremato nel momento in cui vi sono incertezze sulla ricostruzione, ma non possiamo ripetere continuamente gli stessi atti o pensare che questa Commissione d'inchiesta diventi una fotocopia rispetto al lavoro egregio che ha fatto il Senato. Dobbiamo fare passi in avanti: lo vogliono e lo chiedono con grande dignità e con grande determinazione i familiari delle vittime. Lo dobbiamo a queste 140 vittime: madri, figli, parenti, amici e, quindi, a tante persone che oggi non ci sono più. E abbiamo anche il dovere civico e istituzionale di non lasciare tragedie come queste senza una verità e può essere anche di aiuto per tante altre verità. Quindi, mi auguro che la Commissione d'inchiesta possa fornire quegli elementi. Ho accennato ad alcuni temi, ma sono tanti, soprattutto questo delle consulenze, che pure meriterebbero un approfondimento e che possono fornire una verità. Dunque, questo sarà l'impegno del gruppo all'interno della Commissione d'inchiesta: cercare di aggiungere qualcosa e di non fermarci di fronte ai “non so” oppure ai muri, perché molte volte, quando vai a cercare la verità, trovi delle montagne, e che non sia la distanza del tempo la scusa per fermarci. Perché l'altro tema è che, è vero, trent'anni dal punto di vista della ricerca della verità, rispetto a tante altre tragedie, possono sembrare tanti, pochi, molti, ma la distanza dell'episodio e quindi il fatto che si cerchino le verità dopo trent'anni non vuol dire fermarci di fronte ai muri o alle difficoltà, ma la capacità deve essere proprio quella di andare oltre, con tutti gli strumenti tipici dell'autorità giudiziaria, e non consentire che ci si fermi solo perché sono passati trent'anni. Grazie, voteremo con convinzione per questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, Fratelli d'Italia voterà convintamente a favore delle proposte di legge di istituzione della Commissione d'inchiesta sulla tragedia della Moby Prince. Come detto in discussione generale, all'epoca avevo 14 anni e se, oggi, parlo con un quattordicenne e provo a raccontagli che nel 1991 - non nell'Ottocento! -, al largo di Livorno, un traghetto si scontra con una petroliera, prende fuoco e per tanti, troppi minuti, non c'è alcun soccorso (non hanno mai avuto soccorso), direbbe che non ci può credere, che forse è la trama di un film, un film dell'orrore. Infatti, troppo spesso molti di noi hanno viaggiato su quei traghetti, perché non potevano permettersi il biglietto dell'aereo, e pensano: e se fossi stato lì? Se fossi stato lì, cosa mi sarei aspettato? Mi sarei aspettato soccorsi, mi sarei aspettato soccorsi immediati. Ed è credibile sentire che nessuno si sia mai accorto di questa tragedia? Nessuno si è accorto che un traghetto, partito in orario o previsto in quell'orario, ha preso fuoco? Nessuno? Noi dobbiamo credere a una verità giudiziaria che dice questo? No, non ci crediamo. Come per tante verità che sono state raccontate su tanti misteri in Italia, ci vogliono inculcare una verità giudiziaria, che noi, come anche Fratelli d'Italia, non abbiamo mai accettato davanti a fatti acclarati, come per la Moby Prince; in questo caso, abbiamo sempre creduto alle parole dei familiari dell'equipaggio e dei familiari dei passeggeri, che hanno combattuto contro le calunnie, le troppe calunnie che, ancora oggi, sono riportate in atti, su Internet - guardavano la partita di calcio, erano distratti -, quando quella nave è riuscita anche – forse - a spostarsi e a salvare la vita dell'equipaggio di quella petroliera che non doveva essere lì. Perché questa è un'altra verità e nessuno ci ha mai spiegato perché quella petroliera fosse lì. I tracciati radar introvabili o anche non richiesti agli Stati Uniti d'America, presenza militare o meno, sempre questo sospetto, presenza di navi, perché magari la Moby Prince ha dovuto deviare, una nave che era alla portata di tutti, anche dopo la tragedia, come è stato riportato da tutti i colleghi: come è stato possibile che quella nave fosse alla portata di tutti? Chiunque ci poteva entrare, anche un uomo entrò per manomettere quello che trovava e non fu neanche oggetto di indagine, o, comunque, neanche perseguito per quell'opera che doveva compiere. Sono troppi i misteri. Io non mi voglio dilungare, perché la nostra azione, con questa Commissione d'inchiesta, dovrà essere sicuramente determinata, ma deve essere anche veloce, perché ci rimangono due anni. Noi in due anni - accolgo l'appello dei colleghi -, dobbiamo riprendere il lavoro del Senato, non dobbiamo ripercorrere tutte le tappe, dobbiamo andare oltre, fare quello che il Senato non ha fatto. Non dobbiamo permettere a nessuno di sminuire il nostro lavoro, dicendo che è un lavoro politico, perché noi siamo rappresentanti di quell'Italia che chiede giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di quell'Italia che non vuole più vedere misteri nelle stragi, di quell'Italia che non accetta più verità giudiziarie preconfezionate per nascondere chissà quale tragedia. Sì, la tragedia è dolorosa, sarà doloroso vedere le responsabilità, sarà doloroso vedere chi ha omesso la verità, sarà doloroso, ma lo dobbiamo a quei ragazzi che devono credere in questa Italia, devono credere in una patria che non nasconde le cose più brutte che succedono nel proprio territorio. E lo dobbiamo a quei familiari, che, con abnegazione, hanno combattuto. E un pensiero anche ai familiari di quel comandante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che, troppo spesso, è stato informato e, invece, merita tutta la nostra stima, perché ha cercato di salvare delle vite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Grazie Presidente, colleghi, immagino che su questa proposta di istituzione di una Commissione d'inchiesta la domanda legittima che può venire ad alcuni -legittima, ma non corretta - sia: che senso ha riproporre una Commissione d'inchiesta a distanza di trent'anni? Il senso sta nelle 140 famiglie che hanno perso i loro cari in una tragedia che merita finalmente di essere spiegata. Guardate, c'è stata un'inchiesta della magistratura, ma c'è stato anche un lavoro importante svolto da una Commissione di inchiesta al Senato, nella scorsa legislatura. Grazie a quella Commissione d'inchiesta, si sono spostati in avanti i momenti di certezza e di consapevolezza rispetto a quella strage, perché si sono fissati dei punti fermi; il fatto che l'inchiesta giudiziaria sia stata un'inchiesta carente e addirittura condizionata da fattori esterni; il fatto che l'Agip Abruzzo, una petroliera alta tre volte il Moby Prince, di 170 mila tonnellate, fosse ancorata in un punto della darsena dove non avrebbe dovuto essere ancorata; il fatto che ci sia stato uno spostamento della rotta del Moby Prince; il fatto che il relitto del Moby Prince, pur sotto sequestro, è stato per anni lasciato a se stesso, e chiunque poteva entrare e manomettere una serie di situazioni, cosa che è avvenuta, ma anche su questo non c'è mai stata una spiegazione. Allora, io credo che - e ringrazio il lavoro fatto dalla Commissione trasporti, intanto nel riuscire a fare una sintesi delle tre distinte proposte che esistevano, finalizzata all'istituzione della Commissione d'inchiesta, ma anche per la capacità di riuscire a calendarizzare così rapidamente la discussione e, quindi, il voto che seguirà la nostra discussione, oggi, sulla Commissione d'inchiesta - sia fondamentale che si inizi a lavorare sin da subito, perché due anni non sono moltissimi per poter ripercorrere tutte le lacune delle indagini che sono state fatte sulla tragedia del Moby Prince, indagini durate trent'anni. Allora, io credo che questo nostro impegno è un impegno che noi dobbiamo a quelle 140 persone; vorrei ricordare, fra quelle 140 vittime e i loro familiari, Loris Rispoli che è stato, ed è, il presidente dell'associazione “140 Familiari delle vittime del Moby Prince”, il nome già dice tutto, che, comunque, ha affrontato, anche nei mesi scorsi, altri problemi e che per anni, a Livorno e in Toscana, ha animato la volontà di avere verità, di avere risposte rispetto a ciò che è accaduto. Si è parlato, per anni, della nebbia; c'era la nebbia in quella maledetta notte, ma voi capite che in una notte, per quanto nebbiosa, è difficile immaginare e non si riesca a vedere un traghetto che sta andando a fuoco, a distanza di pochi metri da una petroliera sulla quale i soccorsi sono arrivati e intervenuti tempestivamente, tant'è che tutto l'equipaggio della petroliera è stato messo in salvo. Si è detto che magari vi era stata una distrazione da parte dell'equipaggio, forse a causa della concomitante trasmissione, sulle televisioni nazionali, di un'importante partita di calcio; era la semifinale di andata di Coppa delle Coppe Barcellona-Juventus. C'è tutta una serie di “se”, di “ma”, di domande alle quali non è stata data risposta. So bene che, in altre situazioni, in altri momenti, le Commissioni d'inchiesta sono state utilizzate, a volte, anche in maniera strumentale, però la Commissione d'inchiesta parlamentare ha, in sé, possibilità e capacità. Il fatto che questa proposta sia arrivata con un consenso pressoché unanime (credo e spero che anche la proposta dalla sua istituzione verrà approvata all'unanimità), significa che c'è anche la volontà politica - forse anche in virtù del fatto che si indaga su fatti avvenuti trent'anni fa e, quindi, probabilmente con gli ostacoli frapposti in questi anni che oggi non ci sono più - di avere finalmente tutte le condizioni per iniziare a dare risposte. Perché la verità non scade, colleghi, e dire la verità, anche a distanza di trent'anni, è qualcosa di importante; noi lo dobbiamo a quelle famiglie che, per anni, hanno fatto il giro di tutte le istituzioni, cercando risposte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). è da poco che si è celebrato il trentesimo anniversario di quella tragedia; il Consiglio regionale della Toscana, nei giorni scorsi, ha approvato l'ennesimo atto di indirizzo, anche quello all'unanimità, in cui si chiedeva che vi fosse l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta. Oggi, stiamo dando risposta anche al massimo organo istituzionale rappresentativo della comunità toscana. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'anniversario, ha utilizzato parole nette sulla necessità di ascoltare il grido di dolore e la richiesta di verità che arriva dalle famiglie. Allora, io voglio augurare veramente ai venti colleghi che faranno parte di questa Commissione di poter prendere il testimone della Commissione del Senato della scorsa legislatura e portarlo avanti nella ricerca della verità; debbono sentire sulle proprie spalle la responsabilità di riuscire finalmente a squarciare un velo di omertà, di verità negate, di verità cancellate, di verità ribaltate e iniziare a mettere un punto fermo rispetto a ciò che è accaduto in quella maledetta notte. Per tutte queste ragioni, Forza Italia vota convintamente a favore dell'istituzione della Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare citando alcune delle parole che il Presidente Mattarella ha usato ricordando i 30 anni dalla strage del Moby Prince; tra queste parole, il Presidente ha detto, sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato: è inderogabile ogni impegno diretto a fare intera luce. Ecco questo mi pare, Presidente, il nodo fondamentale del messaggio e dell'invito che è venuto dal Presidente Mattarella, appunto l'auspicio chiaro, e mi pare indiscutibile, che la luce sulla strage del Moby Prince sia finalmente intera, perché evidentemente quella luce, fin qui, è stata solo parziale ed è stata una luce parziale anche se su quel disastro, lo sappiamo, vi sono state sentenze ormai passate in giudicato, perché quelle sentenze rappresentano una verità giudiziaria che oggi noi sappiamo essere lontana dalla verità vera di quei fatti; e questo lo affermo, Presidente, con il più totale rispetto verso il lavoro svolto dalla magistratura, e lo dico appunto prendendo a prestito alcune delle parole del Presidente della Repubblica, Presidente della Repubblica che è anche Presidente del Consiglio superiore della Magistratura. Ecco, quelle verità giudiziarie poggiavano su basi che oggi, in larga parte, sappiamo essere infondate, perché erano basi costruite su informazioni e su interpretazioni che sono state quasi del tutto ribaltate nel corso degli anni, e il ribaltamento di quelle informazioni e di quelle interpretazioni, quindi delle basi di quelle verità giudiziarie, è avvenuto essenzialmente grazie al lavoro del Parlamento repubblicano e, in particolare, grazie al lavoro della prima Commissione d'inchiesta voluta e promossa nella scorsa legislatura al Senato, una Commissione d'inchiesta che ha svolto, a mio parere, un lavoro straordinariamente preciso e accurato, tale da chiarire molte zone d'ombra e tale da ribaltare appunto molte interpretazioni che sembravano allora indiscutibili, e alcune di queste le ricorderò tra pochi minuti.

Ecco, Presidente io credo che la centralità del Parlamento sia anche qui, sia nel rappresentare concretamente la volontà degli italiani anche quando quella volontà esprime un fortissimo bisogno di verità, perché la centralità del Parlamento è anche nel nostro contribuire a sanare le ferite della storia repubblicana, della nostra storia repubblicana attraverso appunto l'accertamento della verità laddove la verità non è stata ancora scritta, e credo che sia indiscutibile che la strage del Moby Prince sia una di quelle ferite della nostra storia repubblicana che ancora attendono di essere sanate. Ecco, noi siamo qui anche per questo, Presidente, il nostro lavoro è anche questo, perché anche in questo modo credo che noi parlamentari possiamo tener fede al ruolo di questa nostra sovrana istituzione rappresentativa, dimostrando agli italiani che le istituzioni democratiche ci sono e funzionano; ci sono perché sanno anche riconoscere e rimediare - va detto con franchezza - alle mancanze e ai fallimenti di alcuni corpi dello Stato, come certamente è accaduto, lo sappiamo, anche in questa storia così tragica. E, facendo questo, noi dimostriamo, con i fatti e con l'intelligenza, la forza e l'autorevolezza della nostra democrazia, io credo.

Ecco, si dirà, lo hanno detto alcuni colleghi: ma che senso ha cercare la verità dopo trent'anni da quei fatti; è una domanda inevitabile, legittima, per quanto dolorosa, ma la risposta credo che la conosciamo già: ci sono verità che non possiamo lasciar cadere nel vuoto neanche dopo trenta, quaranta, cinquant'anni e, in questo caso, lo dobbiamo non solo alla storia della nostra Repubblica, ma, prima di tutto, lo dobbiamo alla memoria di quei 140 innocenti che morirono nel rogo della Moby Prince, lo dobbiamo al dolore dei loro familiari, lo dobbiamo alla caparbietà con cui quei familiari hanno lottato per moltissimi anni, troppi anni, a volte in completa solitudine, affinché l'Italia non si accontentasse di una verità che, in realtà, oggi lo sappiamo, non era la verità vera.

Ecco, ma cos'è stata la strage del Moby Prince, Presidente? è stata, appunto, la più grave sciagura della marineria civile italiana, ma è stata anche la più grave strage sul lavoro della nostra storia repubblicana, perché 65 di quelle 140 vittime erano lavoratori e lavoratrici impiegati sul Moby Prince (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, così come anche molte altre delle vittime non impiegate direttamente sul Moby Prince, erano italiani e italiane che per lavoro si stavano recando dal porto di Livorno alla Sardegna. E cosa sappiamo oggi che non sapevamo allora o, meglio, cosa sappiamo oggi che non sapevano allora quei giudici che scrissero quelle sentenze? Per esempio, sappiamo che non c'era nebbia davanti al porto di Livorno nella notte del 10 aprile, contrariamente a quanto fu ritenuto e fu scritto allora e che non fu dunque la nebbia a provocare lo scontro. Sappiamo anche che il comandante Ugo Chessa, che morì nello scontro, non fu negligente, non fu distratto, non fu in alcun modo colpevole di quanto accadde quella notte, come invece hanno lasciato, purtroppo, intendere le sentenze, perché il comandante Chessa era un marittimo di straordinaria esperienza e perizia, era un uomo puntiglioso, un uomo attento, un uomo responsabile, come deve essere ogni comandante di nave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Deidda). Sappiamo che le 140 vittime del Moby Prince non morirono tutte nella prima mezz'ora dallo scontro, che molte potevano essere salvate, che alcune di quelle vittime sopravvissero fino al mattino, in un'agonia di cui possiamo soltanto immaginare lo strazio. Sappiamo anche che i rilievi medico-legali furono lacunosi, frettolosi e insufficienti a contribuire a delineare un quadro investigativo compiuto. Sappiamo che la petroliera Agip Abruzzo si trovava in una zona di divieto di ancoraggio e, quindi, era là dove non doveva essere. Sappiamo che ci fu un'esplosione a bordo del Moby Prince, un'esplosione provocata da materiale esplosivo la cui natura, la cui tempistica e le cui conseguenze devono ancora essere accertate. Sappiamo - è stato ricordato da altri colleghi - che tra i due armatori delle due navi fu stipulato un patto assicurativo del tutto anomalo a soli due mesi di distanza dal disastro; un accordo, rimasto segreto per moltissimi anni, che nei fatti rappresentò una pietra tombale non solo su ogni possibile conflitto tra le parti, ma anche sulla possibilità di aprire le maglie dell'indagine giudiziaria a quegli approfondimenti che erano necessari e che, in larga parte, non vi furono. Sappiamo anche che la capitaneria di porto di Livorno, responsabile della sicurezza marittima in quel tratto di mare, non dispose soccorsi accurati e tempestivi quali, invece, potevano, e dovevano, essere disposti.

Insomma, noi oggi sappiamo – oggi - questo e molto altro, ma soprattutto sappiamo di essere molto, molto vicini alla verità vera su quanto accadde quella notte. Sappiamo che alla verità manca, per così dire, un ultimo miglio, che noi possiamo percorrere. E lo sappiamo perché in questi ultimi anni si è svolto un cammino progressivo di avvicinamento alla verità, un percorso che non è stato costruito su colpi di scena mediatici, ma sulla tenace e determinata ricerca di elementi di verità, capaci di fare pulizia degli equivoci e di false piste che erano state seguite in passato e su cui poggiavano le ricostruzioni non veritiere - oggi lo sappiamo – degli anni scorsi.

Allora, io credo che noi dovremmo essere altrettanto tenaci e determinati, come lo è stato Loris Rispoli - ricordiamolo - che nella strage perse la giovane sorella Liana, impiegata sulla Moby; Loris Rispoli che per trent'anni ha combattuto insieme ai familiari delle altre vittime e che proprio poche settimane fa è stato colpito da un infarto invalidante. Permettetemi davvero di augurare a Loris Rispoli, anche da quest'Aula, una pronta e totale guarigione (Applausi). Tenaci e determinati sono stati i figli di Ugo Chessa, il comandante del Moby Prince, che è stato ingiustamente accusato di essere stato negligente e distratto; tenace e determinato è stato Nicola Rosetti, che nel disastro perse il padre Sergio, motorista del Moby Prince; tenaci e determinati sono stati gli altri familiari di tutte le altre vittime; vittime che erano appunto lavoratori, lavoratrici, famiglie provenienti da molte città d'Italia, e anche per questo oggi sono molte le città e i paesi d'Italia che stanno assistendo a questa nostra discussione e che attendono le decisioni che prenderemo quest'oggi. Tutti i familiari delle vittime, in questi anni, si sono sentiti dire la stessa cosa: basta cercare, mettetevi l'anima in pace, i vostri familiari sono morti per una fatalità, per una tragica fatalità; non è colpa di nessuno e, se è colpa di qualcuno, quel qualcuno era sulla nave e quindi non può più dire niente. Invece, i familiari non si sono dati pace, hanno continuato a cercare, e perché lo hanno fatto? Lo hanno fatto anche perché, io credo, credevano nella Repubblica italiana, nelle istituzioni della nostra democrazia, nella capacità delle istituzioni di riconoscere anche i propri errori e di arrivare finalmente alla verità.

Ecco, io credo Presidente - mi avvio alla conclusione - che noi possiamo compiere quest'ultimo miglio che ci separa dalla verità attraverso una nuova Commissione d'inchiesta parlamentare, quale quella che oggi noi proponiamo a quest'Aula di approvare. Una nuova Commissione d'inchiesta che non deve ripartire da zero, ma che deve muovere dagli straordinari risultati già raggiunti dalla prima Commissione d'inchiesta promossa dal Senato nella scorsa legislatura. Risultati che sono stati straordinari perché sono stati meticolosi, concreti, liberi da ogni pregiudizio e da ogni tesi precostituita. Risultati da cui noi appunto dovremo partire o, meglio, ripartire per riprendere e finalmente completare il percorso verso la verità. Se lo faremo - e io sono convinto che oggi lo faremo tutti insieme - credo che avremo dato anche un messaggio di grande importanza all'Italia. Perché se in questa legislatura così anomala, possiamo dire, che ci ha visto dividerci e poi ricomporci, poi di nuovo dividerci lungo linee direttrici a volte anche un po' imprevedibili, una legislatura che ovviamente ci ha visto dedicarci per moltissimo tempo, com'era giusto e necessario, alla gestione della pandemia, ecco se in questa legislatura si vedranno tutte le forze politiche, nessuna esclusa, prendere l'impegno di percorrere quest'ultimo miglio che ci separa dalla verità sul Moby Prince, io credo che avremo anche contribuito a rispettare la missione per la quale oggi siamo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Su questa storia è stato detto tanto, forse tutto, ma non ci basta. Vogliamo che il Parlamento torni ad occuparsi della vicenda del Moby Prince, quella collisione avvenuta il 10 aprile del 1991, come ricordavano i colleghi, che causò la morte, dopo l'atroce attesa dei soccorsi, di 140 persone rimaste a bordo ad attendere di essere salvate.

Il lavoro della Commissione d'inchiesta del Senato, svoltosi nel corso della XVII legislatura, ha infatti individuato e disvelato, come neppure la magistratura inquirente è stata capace di fare, circostanze e possibili spunti investigativi afferenti ad omissioni, a gravi errori peritali, all'esistenza di accordi transattivi tra armatori e assicurazioni rimasti fino a quel momento segreti, ai tempi della morte dei passeggeri e dei lavoratori del Moby, a fatti ed atti anche illeciti compiuti prima, durante e dopo la tragedia.

Le dettagliate conclusioni del documento relazionale del Senato attendono di essere ulteriormente approfondite e quindi riordinate attraverso un procedimento logico che fissi per sempre le responsabilità sulla tragedia.

Nel corso della discussione generale che questo ramo del Parlamento ha svolto - e che io ho seguito in qualità di relatore - le articolazioni di tutti gli interventi si sono saldate nel comune e trasversale intento politico di legittimare il Parlamento in un'azione chiarificatrice, che consenta ai familiari delle vittime e al Paese di conoscere le responsabilità di questa strage (la voglio chiamare con questo termine). Questa necessità è rafforzata dalla inqualificabile serie di errori e di superficialità che si uniscono alle ormai appurate contraddizioni processuali causate anche dall'azione di soggetti che sono rimasti in parte ignoti.

In oltre trent'anni, su questo evento è addirittura fiorita una letteratura specialistica e un'attenzione giornalistica che solo i più grandi fenomeni criminali hanno visto proliferare intorno a sé. In questo senso, il potere d'inchiesta riconosciuto dalla Costituzione al Parlamento è strumentale alla cognizione piena e veritiera del tessuto e dei fenomeni sociali, sia del modo in cui l'Esecutivo ma anche la pubblica amministrazione in generale abbiano svolto la loro attività, quindi al migliore e più avveduto esercizio della funzione legislativa.

Nella consuetudine tale potere di indagine è andato sempre più rafforzando le aspettative che i cittadini vi hanno riposto di conoscere la realtà di fatti altrimenti oscuri. Le Commissioni d'inchiesta possono, infatti, raggiungere la verità anche incidendo con mezzi coercitivi sulle situazioni giuridiche soggettive dei singoli ed esercitando quindi il potere più penetrante tra gli strumenti di conoscenza e di ispezione. È l'articolo 82 della Costituzione che riconosce alle Commissioni del Parlamento questa facoltà ispettiva con i poteri e i limiti dell'autorità giudiziaria.

Il lascito dei tentativi di accertamento processuale penale e civile sui fatti del Moby Prince consiste in una generale delusione ed amarezza rimasta nel cuore e nelle menti dei parenti delle vittime e delle comunità che intorno a loro si sono strette negli anni. Queste delusioni sono anche la spia di un rischio di una frattura nel rapporto di fiducia tra cittadini e organi giudiziari e tra questi e gli altri organi dello Stato; delusione che si misura anche nelle numerose casistiche di cui il Parlamento si è responsabilmente assunto l'onere di approfondire le vicende, chiamato a sopperire o a rafforzare i convincimenti di cui alle inchieste giudiziarie, ove da sola la magistratura non pare in grado di preservare la convinzione dei cittadini che tutto quanto si poteva intentare sia stato fatto.

Ci sia consentito esprimere, in ragione di obbligate considerazioni critiche, che fatti come quelli emersi recentemente dentro la magistratura ed il suo organo di autogoverno - il CSM - siano una ulteriore minaccia alla capacità degli organismi giudiziari di fornire alla collettività, che ne richiede, risposte libere, certe e incondizionate.

Il Parlamento spesso minato da azioni mediatiche e politiche delegittimanti si pregia di farsi carico di supportare questi delicati filoni di inchieste, come quelli sulla comunità de Il Forteto, sulla morte del dirigente Monte dei Paschi David Rossi, sul sistema di affido dei minori e tante altre vicende. Tuttavia, pur non pretendendo da parte del sistema giudiziario il rispettoso riconoscimento della fede privilegiata dei nostri atti, non intende neppure vedere sminuito il pregio delle proprie attività di inchiesta sino al punto di vederle relegate, come è accaduto per la vicenda del Moby Prince, ad un mero atto politico, che nulla aggiunge alle conoscenze di cui alle pendenze processuali.

Questo è quanto ha detto ed è accaduto presso il tribunale di Firenze, ove la richiesta risarcitoria avanzata dai parenti delle vittime del Moby Prince contro lo Stato è stata respinta nel corso del 2020 in motivo del decorso dei termini dell'azione, a nulla valendo le gravissime verità disvelate dalla Commissione del Senato.

A Livorno, di fronte al molo dal quale la sera del 10 aprile 1991 partì il Moby Prince, una lapide ricorda i nomi dei 140 defunti. Il Parlamento esercita un potere terreno e con un “sì” alla proposta di istituire la Commissione d'inchiesta noi possiamo far tornare in vita due dei nomi che qualcuno vorrebbe continuare a lasciare idealmente scolpiti per sempre su quella lapide assieme ai defunti: verità e giustizia. La Lega voterà “sì” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Verità e giustizia per le vittime e i familiari del disastro della Moby Prince. La Commissione che stiamo per approvare partirà da un lavoro molto importante della scorsa Commissione d'inchiesta, ma partirà soprattutto da delle smentite forti di alcune notizie che hanno, pensate, anche solo sollevato il dubbio che una tragedia del genere fosse stata derivata dalla disattenzione del comandante e dell'equipaggio perché guardavano una partita di calcio. Sono state invertite, nelle informazioni disponibili su questa tragedia, le cause e gli effetti: il fumo, la cosiddetta nebbia, che avrebbe causato questo incidente fra le navi, è stata descritta come una causa, ma in realtà nella Commissione di inchiesta viene scritto che questa nebbia è in realtà il fumo dovuto all'incendio.

È stata smentita la causa, cioè l'eccessiva velocità del traghetto, che era in realtà in linea con quella della navigazione nella zona. Sono state smentite dichiarazioni improvvide fatte soltanto quattro ore dopo questa tragedia dall'ammiraglio Albanese, cioè le circostanze dell'incidente sulla nebbia, sulla posizione della petroliera e sulla dinamica dell'incidente. È stata smentita anche la contestuale morte di 140 persone, che, secondo le prime versioni, doveva essere avvenuta soltanto in mezz'ora.

Presidente, io ringrazio e il MoVimento 5 Stelle ringrazia l'associazione dei familiari, l'associazione “10 aprile”, l'associazione “io sono 141”, giornalisti come Francesco Sanna, che hanno cercato la verità senza sosta in questa faccenda.

Qualsiasi cosa sia accaduta quella notte, oggi, dopo 30 anni, abbiamo l'occasione di far riemergere la verità. È inutile nascondersi, mancano dei tasselli fondamentali per ricostruire quanto accaduto. Prima di tutto la collisione non è ancora chiara: perché il traghetto Moby Prince si è trovato a collidere con la petroliera Agip Abruzzo? Perché è stato detto falsamente che la nave aveva percorso in cinque giorni la tratta Sidi El Kedir-Livorno, quando in realtà dall'assicurazione è stato detto, e questo è emerso grazie alla Commissione d'inchiesta, che la nave si trova il 7 marzo a Sidi El Kedir, era a Fiumicino il 17 marzo, era poi a Genova il 19 marzo e a Livorno ben due settimane dopo? Perché 140 persone, che dovevano ricevere un soccorso pubblico, sono state lasciate morire nell'agonia lenta di ore ed ore a soltanto due miglia e mezzo da uno dei principali porti del Mediterraneo? Perché, a quanto pare, sempre dalle rilevazioni della Commissione d'inchiesta, vi erano esplosivi? Perché quella nave viaggiava con una polizza per i rischi di guerra? Perché i tribunali hanno sostenuto e lasciato passare in giudicato una versione sbagliata, condizionata forse, come abbiamo detto, anche da accertamenti molto superficiali della Capitaneria di porto?

Qualcuno ha detto che, se noi metteremo la luce su questa faccenda, potremo restituire fiducia fra i tribunali, le istituzioni della Repubblica, le famiglie, le stesse vittime e i cittadini italiani, che aspettano una risposta da tanto tempo.

Noi dobbiamo cercare dove la verità non è stata trovata prima, dobbiamo cercare dove altri non sono stati in grado di trovare la verità. Dobbiamo periziare anche le eliche di prua della Moby Prince per verificare, una volta per tutte, se ci fu questa esplosione di cui abbiamo parlato. Dobbiamo chiamare in audizione l'azienda che mise al tavolo, dopo solo un mese, tutte le aziende - la NavArma, l'ENI, le assicurazioni, per cercare di dare verità e giustizia alle vittime e ai familiari di queste aziende e a tutto il popolo italiano che aspetta una risposta. Tutta l'Italia aspetta una risposta: il MoVimento 5 Stelle c'è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - Doc. XXII, nn. 47-49-51-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Voto finale ed approvazione - Doc. XXII, nn. 47-49-51-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 47-49-51-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave "Moby Prince".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23) (Applausi).

Inviterei i colleghi a restare a restare al loro posto perché ci sono numerosi voti in seguito.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1379 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 2575​) (ore 17).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2575: Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2575​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.

Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2575​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. A nome di Italia Viva, per annunciare il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto a favore del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2575​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2575: S. 1379 - “Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1403 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 2576​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2576: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 2576​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2576​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie Presidente. Voto favorevole anche da parte del gruppo parlamentare di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fantinati. Ne ha facoltà.

MATTIA FANTINATI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2576​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2576:

S. 1403 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1588 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (Approvato dal Senato) (A.C. 2577​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2577: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2577​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Prendiamo atto che la collega Gadda non è riuscita a votare per un cattivo funzionamento del sistema.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2577​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche noi annunciamo il voto favorevole a nome di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Per annunciare il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Anch'io annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2577​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2577:

S. 1588 – “Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018 (A.C. 2413-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2413-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2413-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2413-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche noi esprimiamo il nostro voto favorevole sull'Accordo sui servizi aerei nella Repubblica del Ruanda (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Snider. Ne ha facoltà.

SILVANA SNIDER (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, sono emozionata perché questo è il mio primo intervento in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perciò è con profonda emozione che dico che non esistono ostacoli all'espressione di un voto favorevole da parte della Lega Salvini Premier

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2413-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2413-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2413-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017 (A.C. 2414-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2414-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2414-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.

Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione. Ricordo che non vi sono richieste di intervento.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2414-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Annuncio il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io, per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2414-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2414-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2414-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016 (A.C. 2416-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2416-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016.

Ricordo che nella seduta del 10 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.

Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione. Ricordo che non vi sono richieste di intervento. Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente Rosato. Vorrei annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, con grande emozione, annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Nell'annunciare il voto favorevole ed essendo questa l'ultima ratifica, permettetemi di richiamare l'attenzione dell'Aula su un tema. Io credo che dobbiamo rapidamente arrivare ad una modifica della procedura che seguiamo per le ratifiche degli accordi internazionali. L'articolo 80 della Costituzione prevede che ogni accordo internazionale debba essere approvato dall'Aula e, quindi, stiamo applicando questo precetto costituzionale, ma quando quell'articolo fu scritto, nel 1946, 1947, si aveva in mente quello che era successo: la guerra mondiale, gli accordi che avevano portato alla guerra mondiale e aveva un senso che si dicesse che ogni accordo internazionale aveva bisogno della sanzione dell'Aula.

Oggi, come sappiamo tutti, e lo vedete in Commissione, ogni giorno i nostri Governi, il nostro, come tutti i Governi del mondo, sottoscrivono accordi di natura tecnica di ogni tipo; oggi, abbiamo approvato una serie di accordi sui servizi di trasporto aereo. Che questi accordi di natura tecnica, che sono la gran parte degli accordi, continuino a essere ratificati con questa procedura non ha senso (Applausi). Quindi, preannuncio un'iniziativa che, in Commissione esteri, con tutti i gruppi, stiamo discutendo e che poi metteremo a disposizione, naturalmente, dei capigruppo e delle Commissioni competenti: una riforma dell'articolo 80 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che preveda che gli accordi possano essere ratificati in Commissione salvo una clausola di riserva, per esempio la richiesta da parte del 25 per cento dell'Aula, di discutere in Aula, per cui, se c'è un accordo politicamente rilevante, è giusto che venga in Aula, ma tutto il resto lo possiamo liquidare in modo molto più rapido di oggi. Grazie dell'attenzione, annuncio il voto favorevole a questa ratifica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Concordando con il presidente Fassino, annuncio anch'io il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2416-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2416-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta odierna, la IX Commissione permanente (Trasporti) ha proceduto all'elezione del deputato Diego Sozzani a vicepresidente, in sostituzione della deputata Deborah Bergamini, chiamata a far parte del Governo.

Rinvio della convocazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.

PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con la Presidente del Senato, la seduta costitutiva della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, già prevista per giovedì 13 maggio 2021 alle ore 9, non avrà luogo.

Rinvio della convocazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.

PRESIDENTE. Comunico che la seduta costitutiva della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, già prevista per giovedì 13 maggio 2021 alle ore 14, non avrà luogo.

Organizzazione dei tempi di esame di un testo unificato.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 1825-1968-2905-A, recante disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo silenzio in Aula, cortesemente, nell'uscire. Prego, onorevole Lapia.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Ieri mattina a Tortolì, in Sardegna, un ragazzo di soli 19 anni è stato ucciso a coltellate, mentre cercava di difendere sua madre, brutalmente aggredita dal suo ex compagno, un ex compagno già giudicato in passato per maltrattamenti, con una misura di allontanamento e successive querele per minacce e stalking. È il solito copione delle donne che denunciano la violenza in questo Paese e che non vengono credute, che non vengono aiutate, tutto questo mentre gli uomini, autori di violenza, vengono sempre protetti e giustificati: si concedono loro attenuanti e trovano sempre un branco pronto a deresponsabilizzarli. Presidente, la violenza è proprio questo, uno Stato che lascia intendere che le denunce non servono, perché non portano alla persecuzione dei violenti, ma a quella delle vittime, fatti che danno vita a epiloghi drammatici, come quello di ieri. Mirko ha dato la vita non solo per sua madre, ma per una società troppo spesso pregna di ipocrisia e che sovente si schiera dalla parte sbagliata della storia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Quindici anni, fine della giornata scolastica; in classe pochi amici che, forse, non hanno avuto neanche il tempo di diventare amici, dopo una conoscenza fatta attraverso lo schermo di un computer e un altoparlante che fatica a dare colore, calore e ritmo alle parole; una finestra, un salto. L'ennesima notizia di cronaca che ci colpisce, senza che venga ricordata per più di un paio di giorni, anche se, nello stesso tempo, ce ne sarà una nuova, spesso identica. Ogni storia è diversa, ma il comune denominatore è simile, una fragilità che, sempre di più, fa parte dei ragazzi che, da un anno, ormai, non hanno più la scuola al loro fianco, nella ricerca di un equilibrio, nel confronto con gli altri, nella condivisione dei propri dubbi, dei propri limiti e dei propri pensieri. Finalmente il ritorno in classe e la delusione di scoprire che l'unico obiettivo sia valutare gli apprendimenti, dimenticando che gli ingredienti essenziali per apprendere sono mancati per quasi un anno. Consegnando in quest'Aula l'esperienza accaduta a Milano solo dieci giorni fa e che sta accadendo in tante scuole italiane, spero che si possa portare fuori da quest'Aula l'esigenza di far presente, anche alle persone che adesso fanno del proprio meglio per valutare l'apprendimento dei nostri ragazzi, che non è il momento solo di valutare le competenze e le conoscenze acquisite, ma è soprattutto il momento di ricordarci che la scuola è socialità, è un luogo dove si cresce e dove si creano le identità dei nostri ragazzi. Per questo chiedo davvero che si possa avviare un percorso di sensibilizzazione, per fare in modo che la scuola torni ad essere socialità e crescita, non solo valutazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. È emerso in questi ultimi giorni che oltre 30 cittadini europei, tra cui molti italiani, sono stati trattenuti da autorità britanniche al confine, in centri di detenzione fino a sette giorni, perché erano sprovvisti del visto richiesto per andare a lavorare nel Regno Unito. Si tratta in molti casi di cittadini in buona fede, ignari delle nuove regole che sono scattate a seguito della Brexit e questo è stato un comportamento del tutto sproporzionato da parte dell'autorità britannica. I nostri cittadini non possono e non devono essere trattati come criminali. Per questo motivo, chiedo al Governo di intervenire presso le autorità britanniche per chiarire le circostanze, esprimere un disappunto per il comportamento adottato e soprattutto valutare se adottare campagne informative, affinché i nostri cittadini non incorrano più in questi gravi incidenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Mi faccio, in qualche modo, interprete di un appello lanciato ieri sera dagli artisti, non solo dalla presidente dell'Accademia del cinema italiano- Premi David di Donatello, sull'importanza del cinema, del teatro e delle arti, su quanto queste importanti arti possano essere trasmesse nelle scuole e per quanto queste importanti arti possano essere un momento di studio curriculare che, anche nel passato Governo, con un ordine del giorno, abbiamo perorato. Come presidente dell'Intergruppo cinema e arti dello spettacolo, non posso che fare questo appello all'Aula e a tutti quanti gli onorevoli colleghi, affinché si possano realmente, all'interno delle scuole italiane, studiare il cinema e il teatro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Per che cosa? Prego.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, oggi è la Giornata internazionale dell'infermiere: io, noi, noi tutti li ringraziamo per il lavoro, splendido lavoro, che hanno fatto, fanno e faranno per noi. Grazie mille di cuore, vi vogliamo bene (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dall'Osso, anche per questo suo ricordo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 13 maggio 2021 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

CUNIAL ed altri; FORNARO ed altri; CENNI: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina. (C. 1825​-1968​-2905-A​)

Relatore: PIGNATONE.

2. Discussione sulle linee generali della mozione Meloni ed altri n. 1-00391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione .

La seduta termina alle 17,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Marzana ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 6, 7 e 9 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato Piastra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 la deputata Giordano ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 26 la deputata Carbonaro ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3072 - odg n. 18 407 403 4 202 32 371 81 Resp.
2 Nominale odg 9/3072/19 414 411 3 206 30 381 81 Resp.
3 Nominale odg 9/3072/20 422 412 10 207 396 16 80 Appr.
4 Nominale odg 9/3072/21 418 416 2 209 28 388 80 Resp.
5 Nominale odg 9/3072/22 425 422 3 212 29 393 80 Resp.
6 Nominale odg 9/3072/23 423 422 1 212 31 391 80 Resp.
7 Nominale odg 9/3072/24 431 431 0 216 30 401 80 Resp.
8 Nominale odg 9/3072/25 440 437 3 219 30 407 80 Resp.
9 Nominale odg 9/3072/27 437 434 3 218 30 404 80 Resp.
10 Nominale odg 9/3072/29 429 421 8 211 29 392 80 Resp.
11 Nominale odg 9/3072/30 438 436 2 219 31 405 80 Resp.
12 Nominale odg 9/3072/31 432 429 3 215 31 398 80 Resp.
13 Nominale odg 9/3072/34 428 423 5 212 35 388 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3072/35 438 432 6 217 30 402 80 Resp.
15 Nominale odg 9/3072/37 429 427 2 214 30 397 80 Resp.
16 Nominale Ddl 3072 - voto finale 415 386 29 194 370 16 77 Appr.
17 Nominale T.U. nn. 47-49-51-A - articolo 1 415 415 0 208 413 2 77 Appr.
18 Nominale articolo 2 415 415 0 208 413 2 77 Appr.
19 Nominale articolo 3 424 424 0 213 423 1 77 Appr.
20 Nominale articolo 4 424 423 1 212 422 1 77 Appr.
21 Nominale articolo 5 425 425 0 213 424 1 77 Appr.
22 Nominale articolo 6 424 424 0 213 422 2 77 Appr.
23 Nominale T.U. nn. 47-49-51-A - voto finale 391 390 1 196 389 1 79 Appr.
24 Nominale Ddl 2575 - articolo 1 412 411 1 206 410 1 79 Appr.
25 Nominale articolo 2 411 410 1 206 410 0 78 Appr.
26 Nominale articolo 3 415 414 1 208 413 1 78 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 2575 - voto finale 425 424 1 213 424 0 78 Appr.
28 Nominale Ddl 2576 - articolo 1 423 422 1 212 422 0 78 Appr.
29 Nominale articolo 2 418 417 1 209 416 1 78 Appr.
30 Nominale articolo 3 419 418 1 210 416 2 78 Appr.
31 Nominale articolo 4 427 425 2 213 424 1 78 Appr.
32 Nominale Ddl 2576 - voto finale 424 423 1 212 422 1 78 Appr.
33 Nominale Ddl 2577 - articolo 1 419 418 1 210 415 3 78 Appr.
34 Nominale articolo 2 418 417 1 209 416 1 78 Appr.
35 Nominale articolo 3 428 427 1 214 427 0 78 Appr.
36 Nominale articolo 4 429 428 1 215 428 0 78 Appr.
37 Nominale articolo 5 421 420 1 211 419 1 78 Appr.
38 Nominale Ddl 2577 - voto finale 432 430 2 216 429 1 78 Appr.
39 Nominale Ddl 2413-A - articolo 1 426 425 1 213 424 1 78 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 2 431 430 1 216 429 1 78 Appr.
41 Nominale articolo 3 416 415 1 208 415 0 78 Appr.
42 Nominale articolo 4 422 420 2 211 420 0 78 Appr.
43 Nominale Ddl 2413-A - voto finale 428 427 1 214 427 0 78 Appr.
44 Nominale Ddl 2414-A - articolo 1 432 431 1 216 431 0 78 Appr.
45 Nominale articolo 2 431 430 1 216 429 1 78 Appr.
46 Nominale articolo 3 427 426 1 214 425 1 78 Appr.
47 Nominale articolo 4 424 423 1 212 423 0 78 Appr.
48 Nominale Ddl 2414-A - voto finale 431 430 1 216 430 0 78 Appr.
49 Nominale Ddl 2416-A - articolo 1 430 429 1 215 429 0 78 Appr.
50 Nominale articolo 2 431 430 1 216 430 0 78 Appr.
51 Nominale articolo 3 411 409 2 205 409 0 78 Appr.
52 Nominale articolo 4 427 425 2 213 425 0 78 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 53)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ddl 2416-A - voto finale 422 421 1 211 420 1 78 Appr.