TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 281 di Mercoledì 17 aprile 2024

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MARATTIN, FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'Agenzia delle entrate, in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 6 del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, ha emanato la risoluzione n. 19/E del 12 aprile 2024, con la quale sospende l'utilizzo in compensazione mediante modello F24 dei crediti d'imposta per gli investimenti «Transizione 4.0»;

   il citato articolo 6 dispone che ai fini della fruizione dei crediti d'imposta per investimenti in beni strumentali nuovi e dei crediti d'imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design e ideazione estetica (cosiddetta Transizione 4.0), le imprese sono tenute a comunicare preventivamente, in via telematica, l'ammontare complessivo degli investimenti che si intendono effettuare a decorrere dal 29 marzo 2024, nonché la presunta ripartizione negli anni del credito e la relativa fruizione;

   a norma di legge le comunicazioni dovrebbero essere effettuate sulla base del modello adottato con decreto direttoriale del 6 ottobre 2021 del Ministero dello sviluppo economico, opportunamente modificato con apposito decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy;

   dunque, in attesa che il Ministero delle imprese e del made in Italy renda nota la modulistica modificata, l'Agenzia delle entrate ha sospeso la trasmissione dei modelli F24 che contengono la compensazione dei codici tributo «6936» e «6937», quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come «anno di riferimento» 2023 o 2024, oltre che i codici «6938», «6939» e «6940», quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come «anno di riferimento» 2024;

   tuttavia, nel modello F24 l'anno da specificare è quello di interconnessione e non di effettuazione. Questo implica che la sospensione stabilita dall'Agenzia delle entrate blocchi anche le compensazioni di crediti derivanti dagli investimenti 4.0 effettuati nel 2022 (o persino nel 2021), regolamentati dai commi 1057 (o 1056) della legge 30 dicembre 2020, n. 178, se interconnessi nel 2023 (o nel 2024);

   tale circostanza risulta ad avviso degli interroganti in conflitto con quanto disposto dal decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, il quale stabilisce che si debbano monitorare solo gli investimenti effettuati dal 2023 –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare urgenti interventi volti a ripristinare la compensazione del credito di imposta per gli investimenti effettuati negli anni precedenti al 2023, a prescindere da momento di interconnessione, al fine di non pregiudicare una misura la cui efficacia è stata unanimemente riconosciuta per quanto concerne la promozione di innovazione e competitività.
(3-01145)

(16 aprile 2024)

   AURIEMMA, SERGIO COSTA, SANTILLO, PENZA, CARAMIELLO, CASO, SPORTIELLO, CAROTENUTO, DI LAURO e ALIFANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la corte di appello, con sentenza del 29 gennaio del 2015, in parziale riforma della sentenza di primo grado del tribunale di Napoli, ha condannato i fratelli Pellini, imprenditori impegnati nello smaltimento dei rifiuti in molti comuni della provincia di Napoli, a 7 anni di reclusione (ridotti a 4 con l'indulto) per il reato di disastro ambientale doloso di cui all'articolo 434, secondo comma, del codice penale;

   successivamente, la Corte di cassazione con sentenza del 17 maggio 2017 confermava la condanna per il reato di cui sopra;

   si tratta del più importante processo per reati ambientali che riguardava molti comuni della cosiddetta Terra dei fuochi della provincia di Napoli e di Caserta. L'inchiesta partì da indagini incrociate di varie procure di Italia, tra cui quelle di Rieti, di Venezia e di Napoli, dando vita al processo denominato «Carosello»;

   con decreto di confisca n. 85 del 2019, emesso in data 16 gennaio 2019 e depositato in data 20 febbraio 2019, il tribunale di Napoli ha ordinato la confisca dei beni nella disponibilità diretta o indiretta dei fratelli, costituiti da ville, case, auto di lusso, appartamenti, quote societarie ed elicotteri, per un valore pari al patrimonio di 222 milioni di euro;

   la Corte di cassazione, con provvedimento del 27 marzo 2024, ha tuttavia disposto la restituzione dei beni, dichiarando l'illegittimità della misura ablatoria, essendo stato il decreto di confisca emesso oltre il termine di diciotto mesi, di cui all'articolo 24, comma 2, del decreto legislativo n. 159 del 2011;

   i luoghi oggetto di sversamento derivante dalla condotta illecita dei condannati non sono mai stati oggetto di bonifica e restano tuttora in vita gli effetti devastanti della loro azione inquinante –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno promuovere verifiche, per quanto di competenza, anche attraverso un'attività ispettiva presso gli uffici giudiziari di Napoli che a vario titolo sono stati coinvolti nell'adozione del decreto di confisca di cui in premessa, in ordine alle cause e alle ragioni del ritardo nell'adozione del medesimo decreto, stante l'estrema rilevanza della vicenda giudiziaria.
(3-01146)

(16 aprile 2024)

   PAOLO EMILIO RUSSO, NAZARIO PAGANO, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, DEBORAH BERGAMINI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, ORSINI, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI e TENERINI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto tra pubblica amministrazione e utenti, cittadini e imprese rappresenta un aspetto cruciale dal punto di vista dello sviluppo e della crescita del nostro Paese;

   per sostenere il tessuto produttivo ed erogare servizi sempre più efficienti è fondamentale eliminare le lungaggini burocratiche e tutte quelle fasi procedimentali che frenano l'attività amministrativa e, quindi, lo sviluppo dell'Italia;

   a questo proposito, il Ministro interrogato, recentemente, ha annunciato l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un ulteriore pacchetto di semplificazioni volto a migliorare meccanismi e procedure che disciplinano il rapporto con gli utenti, nel solco tracciato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   ad avviso degli interroganti la semplificazione delle procedure amministrative, oltre a rappresentare uno strumento di tutela e rispetto dei diritti del cittadino nel rapporto con lo Stato, costituisce una misura di fondamentale importanza anche sotto il profilo economico –:

   se il Ministro interrogato non intenda fornire gli opportuni chiarimenti circa gli interventi adottati in merito alla semplificazione delle procedure amministrative, al fine di rendere più efficiente il rapporto tra pubblica amministrazione e utenti.
(3-01147)

(16 aprile 2024)

   PASTORINO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il palangaro è un attrezzo di pesca professionale e sportiva tra i più antichi e diffusi, soprattutto fra gli operatori della piccola pesca nel Mediterraneo; le tecniche di utilizzo di questo attrezzo sono state tramandate verbalmente dai pescatori che ne hanno fatto la loro risorsa e il loro mestiere. Essendo un metodo fortemente selettivo, la pesca col palangaro si effettua con limitati consumi energetici ed è molto rispettosa delle risorse che si sfruttano;

   fino al 30 gennaio 2024, il palamito utilizzabile per la pesca amatoriale poteva essere dotato di un numero massimo di duecento ami; con l'emanazione del decreto ministeriale «Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro», il numero massimo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto è stato ridotto a cinquanta, qualunque sia il numero delle persone presenti;

   le ragioni di questa nuova regolamentazione risiederebbero nella necessità di introdurre misure più restrittive di quelle vigenti, atte a prevenire, scoraggiare ed eliminare fenomeni di pesca illegale, che però niente ha a che vedere con la pesca sportiva, e tutelare la risorsa ittica;

   tuttavia, non appare chiaro come per il pescatore dilettante i duecento ami risultino altamente catturanti e impattanti sulla risorsa ittica, mentre i pescatori professionisti non riescano, con un numero di ami notevolmente superiore (3.000/5.000 ami), a catturare quantità di pescato sufficienti a soddisfare l'attività lavorativa e debbano ricorrere anche ad altre modalità di pesca (reti di posta, nasse e altro);

   con un palangaro da cinquanta ami di fatto si cancella la pesca sportiva con palamito, pur senza farlo ufficialmente, decretando la fine di una tradizione della cultura marinara propria della Liguria, nonché delle coste italiane e provocando ingenti danni economici all'indotto. Questa sarà l'unica diretta conseguenza del decreto, senza alcun indebolimento del fenomeno della pesca illegale, che andrebbe sì combattuta, ma rendendo più efficaci i controlli, specialmente nelle ore notturne in cui sono quasi sempre assenti –:

   se intenda adottare iniziative volte a rivedere la disciplina in questione, eliminando la limitazione dei cinquanta ami per palangaro, di cui all'articolo 2 del citato decreto, e predisponendo l'apertura di un tavolo congiunto con le associazioni e le federazioni di pesca sportiva, al fine di giungere a una soluzione che permetta di mantenere in vita l'ormai radicata tradizione della pesca ricreativa con il palangaro e, al contempo, individuare misure, puntuali ed efficaci, necessarie per il contrasto della pesca illegale.
(3-01148)

(16 aprile 2024)

   EVI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in attuazione della direttiva 2009/128/CE per l'utilizzo sostenibile dei pesticidi, il nostro Paese ha emanato il decreto legislativo n. 150 del 2012;

   detto decreto legislativo ha previsto l'emanazione di un decreto interministeriale per l'adozione del Pan, il «Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari», che deve definire «gli obiettivi, le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità. Il Piano, inoltre, promuove lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di metodi di produzione o tecniche di difesa alternativi, al fine di ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari, anche in relazione alla necessità di assicurare una produzione sostenibile»;

   gli obiettivi del Piano sono: a) la protezione degli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e della popolazione interessata; b) la tutela dei consumatori; c) la salvaguardia dell'ambiente acquatico e delle acque potabili; d) la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi;

   il Ministero delle politiche agricole. alimentari e forestali ha quindi emanato il decreto ministeriale del 22 gennaio 2014, recante «Adozione del Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari», che stabilisce altresì che il Piano debba essere «riesaminato periodicamente almeno ogni cinque anni» e che le modifiche sostanziali apportate al Piano siano comunicate tempestivamente ai Ministri competenti. Inoltre, le regioni e le province autonome devono trasmettere «ogni trenta mesi, ai Ministeri dell'agricoltura, dell'ambiente e della salute, una relazione dettagliata sulle azioni svolte e sui progressi realizzati nell'attuazione delle misure di cui al presente decreto»;

   dal sito del Ministero della salute si apprende che «è stata predisposta una bozza del primo aggiornamento del suddetto Piano che andrà a sostituire integralmente quello attualmente in vigore. Tale bozza di Piano è stata resa disponibile ai fini della consultazione pubblica (...). Tutti i contributi pervenuti sono stati esaminati ed è in corso la stesura conclusiva del nuovo Piano». Il sito riporta però che l'ultimo aggiornamento è del 3 maggio 2022 –:

   quali iniziative siano state avviate per aggiornare finalmente il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e quali regioni abbiano finora provveduto, come prevede l'articolo 6, comma 8, del decreto legislativo n. 150 del 2012, a relazionare dettagliatamente sulle azioni svolte e sui progressi realizzati nell'attuazione delle misure in materia di utilizzo sostenibile dei pesticidi.
(3-01149)

(16 aprile 2024)

   BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la peste suina africana si è ormai diffusa in numerose regioni italiane: nel piacentino gli allevatori hanno lanciato un nuovo allarme dopo aver individuato 40 casi, chiedendo l'apposizione di reti di protezione e l'abbattimento dei cinghiali per bloccare il virus. Sono stati trovati nuovi casi in Piemonte e Liguria ed è notizia recente il ritrovamento di una carcassa di cinghiale affetto da peste suina africana a 10 chilometri da Langhirano (Parma), in prossimità dei capannoni dove si stagionano migliaia di cosce di prosciutto di Parma;

   Il Sole 24 ore stima per la filiera suinicola italiana un valore di oltre 10 miliardi di euro, 40 mila posti di lavoro e 2 miliardi di euro di export;

   le conseguenze dell'espansione della malattia sulle esportazioni di carne suina e di insaccati dop rischiano di diventare, quindi, ulteriormente drammatiche. Si ricorda, peraltro, che la Cina ha già chiuso all'import di carne suina dall'Italia, causando danni economici importanti alla filiera, e che il Canada sta valutando misure analoghe;

   dai territori arrivano dati inquietanti anche con riferimento alle recinzioni troppo blande e incapaci di fermare realmente gli spostamenti dei cinghiali infetti, oltre alla richiesta di fondi adeguati per incentivare i cacciatori negli abbattimenti mirati;

   Belgio, Lussemburgo e Francia sono riusciti a sconfiggere la peste suina africana perché hanno applicato alla lettera i protocolli europei: se è vero che è estremamente complesso recintare territori montagnosi, è altrettanto vero che si sarebbe potuto recintare la parte pianeggiante fra Liguria e Lombardia e a quest'ora non vi sarebbe la peste suina africana a Pavia, ad esempio;

   malgrado la diffusione dell'emergenza, da ogni parte arrivano notizie di aziende sanitarie locali non ancora pronte, sostanzialmente inadeguate a coordinare i piani di abbattimento a causa della carenza di veterinari disponibili per adempiere ai necessari protocolli di biosicurezza;

   la messa in sicurezza degli allevamenti di suini attraverso le recinzioni anti-intrusioni e le misure di biosicurezza non possono essere lasciate esclusivamente a carico dei suinicoltori italiani;

   non avendo agito per tempo e in modo efficace, si sta mettendo a serissimo rischio una filiera italiana di eccellenza e anche in Europa c'è grande inquietudine per questa gestione insufficiente, la quale rischia di far tornare l'infezione in Paesi che, invece, erano riusciti a liberarsene, con un potenziale rischio anche di sanzioni europee salate –:

   quali iniziative siano state implementate sinora e quali ulteriori siano allo studio per il contrasto alla peste suina africana e per la tutela dell'intero comparto suinicolo italiano.
(3-01150)

(16 aprile 2024)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, LA SALANDRA, CARETTA, ALMICI, CIABURRO, LA PORTA, MALAGUTI, MARCHETTO ALIPRANDI e MATTIA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   come noto, il Governo Meloni è costantemente impegnato per proteggere il vero made in Italy, soprattutto nel settore agroalimentare, ed è la stessa Italia ad aver assunto una posizione di guida per la tutela dei prodotti anche nel contesto europeo nel settore dell'agricoltura;

   nello specifico, negli ultimi giorni, particolare rilievo hanno avuto le manifestazioni, in zone di frontiera, dirette ad arrestare l'invasione di cibo straniero surrettiziamente spacciato per italiano, evidenziando non solo i rischi nazionali ma anche quelli che corrono i Paesi dell'Unione europea in tema di etichettatura, perché spesso è messo a rischio il principio di reciprocità. Infatti, le regole imposte alle imprese agricole italiane devono valere anche ogni volta che viene importato un prodotto straniero, andando a verificare l'effettivo rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa vigente;

   in tale contesto, un importante risultato è testimoniato dai dati contenuti nel report 2023 delle attività del dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf). Pare evidente come, ad oggi, grazie alle informazioni pubblicate nel report, che l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari abbia effettuato 54.658 controlli totali, ispettivi e analitici. I controlli totali ispettivi e analitici su dop e igp sono stati, invece, 15.796 e 5.763 quelli riguardanti il settore bio. Le sanzioni irrogate sono state pari a 2.204, per un importo totale di 21.418.395 euro;

   significativa è stata anche la propositività dell'Italia nel settore vitivinicolo, in special modo durante l'ultima Conferenza internazionale del vino in Franciacorta, in cui il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, unitamente alle 30 delegazioni presenti e all'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), ha tracciato le linee guida di settore su ambiente, sostenibilità, promozione della qualità, lavoro e rispetto dei diritti –:

   quali siano, per quanto di competenza, le ulteriori iniziative che intenda assumere sui temi esposti in premessa a tutela della riconoscibilità dei prodotti del settore primario italiano, per il contrasto alla contraffazione e all'Italian sounding.
(3-01151)

(16 aprile 2024)

   MANZI, BERRUTO, ORFINI, ZINGARETTI, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   anche in seguito alla decisione unanime del consiglio di istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano) di una giornata di chiusura il 10 aprile 2024, in occasione della festa di fine Ramadan, nel corso del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2024 il Ministro interrogato, come riportato dalla stampa, avrebbe sollevato il tema della «chiusura delle scuole per festività non riconosciute dallo Stato»;

   durante la festa per i 40 anni della Lega, tenutasi il 14 aprile 2024 a Varese, il Ministro interrogato avrebbe, anche in tale occasione, annunciato l'avvio di un provvedimento, dichiarando che «non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato»;

   l'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 297 del 1994, recante «Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado», stabilisce che tra le competenze del consiglio d'istituto vi sia proprio «l'adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali»;

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 che disciplina l'autonomia scolastica stabilisce che essa è «garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti»;

   in tal senso, ogni istituto italiano può decidere in autonomia le proprie pause didattiche. Basti pensare a quello che accade a Ivrea, dove per il celebre carnevale le scuole chiudono per più giorni durante quella settimana rispetto ad ogni parte d'Italia, o in città come Prato, dove c'è una comunità cinese numericamente importate in cui in diverse scuole, a quanto consta agli interroganti, già si adottano misure del genere nei giorni del Capodanno cinese, ma ci sono anche scuole che adattano il calendario per far svolgere ai propri studenti la settimana bianca;

   in materia di calendario scolastico, la competenza spetta alle regioni e – in tal senso – se apparivano già quantomeno singolari gli interventi del Ministro interrogato a commento della delibera dell'istituto di Pioltello, appare quanto più lesivo l'annuncio di un provvedimento che limita il principio, costituzionale, dell'autonomia scolastica –:

   come il Ministro interrogato intenda avviare un provvedimento normativo che disciplini il calendario scolastico senza limitare e ledere il principio, costituzionale, dell'autonomia scolastica.
(3-01152)

(16 aprile 2024)

   SASSO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   come noto, il caso registrato all'istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, che aveva deliberato la sospensione delle lezioni per il giorno di fine Ramadan, ha suscitato non poche polemiche;

   la delibera adottata dal consiglio di istituto, a seguito di verifiche effettuate dall'ufficio scolastico regionale competente, è risultata viziata da irregolarità, che hanno richiesto un intervento del Ministro interrogato al fine di ripristinare la legittimità dell'azione amministrativa;

   nei giorni scorsi, a Varese, il Ministro interrogato è tornato sul caso del predetto istituto, annunciando che non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato;

   il Ministero, infatti, starebbe lavorando a un provvedimento che non consenta alle scuole di restare chiuse per festività religiose non riconosciute dallo Stato italiano;

   taluni esponenti politici e sindacali asseriscono che la misura sia in contrasto con il principio dell'autonomia scolastica che riconosce alle scuole di poter adattare il calendario scolastico in relazione alle esigenze derivanti dal piano triennale dell'offerta formativa, ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999;

   il provvedimento, inoltre, per alcuni, sarebbe dettato da una presa di posizione ideologica del Ministro interrogato che intende compromettere il processo di integrazione in cui è impegnata l'intera comunità educante, soprattutto in quei territori dove esiste un tessuto multiculturale;

   queste accuse preventive e preconcette a questa iniziativa sembrano non tener in alcun conto le altre iniziative, intraprese dal Ministro interrogato, al fine di ridurre i divari che si registrano nella popolazione scolastica di provenienza straniera –:

   quali siano i contenuti del provvedimento annunciato per capire in che modo sarà rispettata l'autonomia scolastica e quali iniziative, anche relative al «Piano estate», intenda adottare per favorire la piena integrazione, inclusione e socialità nel nostro Paese.
(3-01153)

(16 aprile 2024)

   LUPI, ALESSANDRO COLUCCI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di transizione energetica che il Paese si è impegnato a perseguire, al fine di raggiungere l'azzeramento netto delle emissioni entro il 2050, richiedono un importante sforzo economico e tecnologico, ma anche un cambio di paradigma culturale;

   i comportamenti virtuosi dei singoli cittadini rischiano di essere inefficaci, se non accompagnati da una maggiore consapevolezza delle azioni che il Paese deve implementare per modificare i processi produttivi;

   sono note le difficoltà dei cittadini ad accettare la realizzazione di infrastrutture strategiche e di interesse pubblico sul proprio territorio, quali gli impianti di produzione da fonti rinnovabili, le reti di distribuzione energetica o le strutture per lo smaltimento dei rifiuti;

   le campagne di informazione e di promozione di una cultura della responsabilità personale e sociale rappresentano uno strumento fondamentale di cui le istituzioni devono farsi carico, a partire dal sistema di istruzione scolastica;

   le Linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica individuano tra i nodi concettuali fondamentali lo sviluppo sostenibile, con un richiamo esplicito all'Agenda 2030 dell'Onu. In particolare, si riferiscono all'importanza che gli studenti comprendano «la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell'ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali; conoscano le fonti energetiche e promuovano un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo; rispettino, curino, conservino e migliorino l'ambiente, assumendo il principio di responsabilità»;

   il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, pubblicato nel 2022, sottolinea l'importanza delle attività di comunicazione e informazione preventiva sul tema della radioattività ed evidenzia come «la percezione del rischio radiologico/nucleare sia condizionata dalla scarsa conoscenza che si ha di esso e sia inoltre influenzata da elementi di natura socio-anagrafica, socio-culturale, socio-economica e socio-politica»;

   due mozioni approvate dalla Camera dei deputati in data 9 maggio 2023 impegnano il Governo a favorire campagne di informazione pubblica scientificamente rigorose sulle diverse fonti e tecnologie energetiche utili al conseguimento degli obiettivi di transizione energetica –:

   quali iniziative intenda realizzare per promuovere percorsi finalizzati ad accrescere la consapevolezza degli studenti sulla transizione energetica e sugli obiettivi «net zero», nonché sull'importanza di saper analizzare criticamente le implicazioni sociali, economiche, ambientali delle diverse opzioni tecnologiche.
(3-01154)

(16 aprile 2024)