TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 261 di Mercoledì 13 marzo 2024

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   PASTORELLA, ROSATO, BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, già nell'agosto 2023, aveva avviato un'indagine sui servizi taxi di Milano, Napoli e Roma a causa dei gravi disservizi segnalati dagli utenti. Sono emerse criticità, quali carenza di licenze, inerzia dei comuni nel richiedere informazioni alle cooperative e rigidità nei turni;

   successivamente, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha esteso l'indagine ad altre città, come Bologna, Firenze, Genova, Palermo e Torino, dove sono emerse problematiche come la mancanza di controlli a Palermo e il monitoraggio della qualità del servizio a Firenze;

   per migliorare il servizio taxi, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha suggerito diverse misure correttive: aumentare il numero di licenze oltre il limite del 20 per cento fissato precedentemente, monitorare la qualità del servizio in modo stabile e rendere pubblici i risultati, regolamentare le doppie guide e implementare il taxi sharing. Inoltre, viene consigliato di migliorare l'efficienza dei turni e garantire un adeguato numero di licenze per i taxi attrezzati per trasportare persone con handicap grave;

   la Corte costituzionale, con ordinanza n. 35 del 2024, ha evidenziato seri dubbi di legittimità costituzionale sull'articolo 10-bis, comma 6, del decreto-legge n. 135 del 2018, che blocca nuove autorizzazioni per il servizio Ncc fino alla piena operatività di un registro informatico nazionale. Tale disposizione è stata considerata ingiustificata e protezionistica, violando la libertà economica in un mercato efficiente;

   inoltre, con sentenza n. 36 del 2024, ha respinto le contestazioni di legittimità costituzionale riguardanti l'articolo 2, comma 4, della legge regionale calabrese n. 37 del 2023. Tale legge, secondo il Governo, avrebbe concesso agli Ncc la stessa facoltà di fornire servizi innovativi riservati ai taxi, ma la Corte costituzionale ha ritenuto che tale estensione non contrasti con la disciplina statale. Le innovazioni nel settore dei trasporti sono considerate essenziali per l'efficienza del mercato e il benessere dei consumatori;

   quindi, limitazioni e divieti devono essere proporzionati agli interessi pubblici tutelati. Un divieto assoluto di innovazione è da considerarsi protezionistico e dannoso per l'economia e gli utenti;

   dopo la sentenza della Corte di giustizia europea (giugno 2023) e questa ennesima pronuncia della Corte costituzionale, il tavolo di lavoro costituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con i rappresentanti dei tassisti e dei servizi Ncc sembra essere superato già dai fatti, tenuto conto peraltro che la maggior parte delle sigle rappresentative di quest'ultima categoria ha disertato la convocazione –:

   se intenda porre fine al progetto di attuare i decreti riferiti ad una norma su cui sono stati sollevati seri dubbi di legittimità costituzionale, adottando iniziative per porre in essere un riordino e una riforma complessiva del comparto della mobilità non di linea, in modo tale da permettere un mercato veramente concorrenziale, privo di misure protezionistiche e all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e dell'innovazione.
(3-01058)

(12 marzo 2024)

   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 31 marzo 2023 n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, si dispone che il progetto definitivo del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria (Ponte di Messina), approvato dal consiglio di amministrazione della società concessionaria Stretto di Messina s.p.a. (SdM) il 29 luglio 2011, sia integrato da una relazione del progettista, attestante la rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso, da trasmettere per l'approvazione al consiglio di amministrazione della stessa che, previo parere del comitato scientifico di cui all'articolo 4, comma 6, della legge n. 1158 del 1971, si esprime entro i successivi trenta giorni;

   da quanto si apprende da organi di stampa la relazione è stata recentemente approvata dal consiglio di amministrazione, cui faranno seguito gli ulteriori adempimenti procedurali stabiliti dallo stesso decreto-legge;

   risulta all'interrogante che la Stretto di Messina s.p.a. sin dal 13 giugno 2023 avrebbe richiesto al progettista di procedere con lo studio e la redazione della relazione di aggiornamento del progetto definitivo e con l'ulteriore documentazione prevista dall'articolo 4, comma 4, del medesimo decreto-legge, ben prima che venisse redatto il 29 settembre 2023 l'atto negoziale non oneroso tra le parti;

   come posto in evidenza anche dall'Anac il decreto-legge, ed ora a maggior ragione il comportamento della Stretto di Messina s.p.a., ha determinato una posizione di diritto del contraente generale, anche indipendentemente dalla sottoscrizione dei richiamati atti negoziali non onerosi, con ulteriore vantaggio contrattuale della parte privata nella definizione del contenzioso ancora in essere, per il quale si chiede di conoscere se è stata raggiunta una transazione e gli eventuali esiti;

   lo stesso progettista nella relazione di aggiornamento potrebbe indicare ulteriori prescrizioni da sviluppare nel progetto esecutivo, con particolari ulteriori attività tecnico-progettuali particolarmente rilevanti, che potrebbero determinare maggiori costi dell'opera, malgrado la cifra massima di spesa individuata nella legge di bilancio per il 2024;

   l'amministratore delegato della Stretto di Messina s.p.a. ha recentemente dichiarato che sarebbe opportuno prevedere un «biglietto» a carico della parte pubblica, nel caso della mancata realizzazione dell'opera –:

   se nell'ambito delle funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla Stretto di Messina s.p.a. in ordine alle attività oggetto di concessione, previste dall'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto-legge, il Ministro interrogato sia nelle condizioni di rendere note quali siano le obbligazioni contrattuali poste a carico del contraente generale e se non ritenga necessario fornire precisi indirizzi per la previsione di penali a carico dello stesso in caso di aumenti dei costi e ritardi nell'esecuzione dell'opera.
(3-01059)

(12 marzo 2024)

   BOF, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il rilancio degli interventi infrastrutturali rappresenta il fattore decisivo per una rapida uscita dalla crisi economica: la realizzazione, manutenzione e messa in sicurezza di opere pubbliche e gli interventi di rigenerazione urbana possono assicurare un contributo rilevantissimo per le prospettive occupazionali e lo sviluppo dei territori;

   un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso, infatti, è fondamentale per una mobilità di merci e persone, efficace ed efficiente, che possa sostenere la crescita sostenibile a lungo termine delle città e dell'intero Paese;

   i comuni italiani, in particolare quelli piccoli, si trovano a fronteggiare molte difficoltà sia contingenti, come le emergenze che si sono succedute negli ultimi anni, tra cui l'aumento esponenziale e improvviso dei prezzi delle materie prime, sia strutturali, come la cronica carenza di personale e di competenze adeguate, frutto della politica di tagli alle risorse e di blocchi delle assunzioni che è stata perseguita nel corso dell'ultimo decennio;

   molti amministratori locali di piccoli comuni, inoltre, hanno più volte denunciato un grave problema di liquidità economica; atteso che per le opere finanziate con contributo statale i lavori sono pagati su fattura quietanzata e previa rendicontazione, essi non hanno risorse sufficienti per anticipare i costi di opere e lavori senza rischiare pericolose esposizioni di cassa;

   tali difficoltà economiche generano inevitabilmente una verticale caduta della godibilità dei servizi pubblici da parte dei cittadini, tra cui, in particolare, la possibilità di usufruire di una dotazione infrastrutturale costituita da opere pubbliche sicure ed efficienti –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per sostenere i piccoli comuni negli interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade, a beneficio di tutti i cittadini.
(3-01060)

(12 marzo 2024)

   LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la complessità della fase economica che affronta il Paese necessita di forme di sostegno per la morosità incolpevole, per i quali in passato sono stati istituiti e finanziati strumenti normativi dedicati;

   dopo il blocco previsto durante la pandemia di COVID-19, il Ministero dell'interno ha comunicato che gli sfratti esecutivi realizzati nell'anno 2022 sono stati oltre 30 mila, con un aumento del 218 per cento rispetto al 2021;

   anche le richieste di esecuzione e le sentenze di sfratto hanno registrato per l'anno 2022 dati in aumento rispetto al 2021, sempre secondo i numeri diffusi dal Ministero dell'interno;

   Anci, Federcasa, numerose regioni e molti comuni segnalano già da un anno il persistere e l'acuirsi del problema degli sfratti e della morosità incolpevole, chiedendo interventi a sostegno delle difficoltà economiche temporanee degli inquilini;

   il 19 dicembre 2023 si è tenuta la prima riunione del tavolo tecnico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, presieduto dal Ministro interrogato, per avviare un «piano casa» a partire dall'anno 2025;

   il «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione», di cui alla legge 9 dicembre 1998, n. 431, e il «Fondo inquilini morosi incolpevoli», di cui al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, sono strumenti normativi introdotti per offrire un aiuto temporaneo a cittadini che affrontano situazioni di difficoltà economica tale da non poter versare le rate di locazione degli immobili;

   la legge 30 dicembre 2021, n. 234, non ha rifinanziato il «Fondo inquilini morosi incolpevoli», e anche le due leggi di bilancio successive non hanno previsto nuovi fondi dedicati;

   la legge 29 dicembre 2022, n. 197, e la legge 30 dicembre 2023, n. 213, non hanno rifinanziato il «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione» –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per rispondere alle necessità di un sostegno reale al versamento delle quote di locazione per i cittadini che si trovano temporaneamente in stato di bisogno e di morosità incolpevole.
(3-01061)

(12 marzo 2024)

   PASTORINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Technisub è un'azienda ligure, fiore all'occhiello della subacquea, marchio storico e leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di imballaggi innovativi in plastica, è stata fondata nel 1962 da Luigi Ferraro e dal 1982 è controllata dalla francese Aqualung;

   i cancelli della fabbrica chiuderanno definitivamente entro marzo 2025. I quarantacinque lavoratori della azienda genovese lo hanno appreso martedì 5 marzo 2024 attraverso una videoconferenza con i vertici aziendali;

   il gruppo, proprietà del fondo d'investimento statunitense Barings, intende cessare progressivamente le attività produttive condotte presso lo stabilimento ligure per trasferirle, unitamente ai mezzi di produzione e al know-how, nell'impianto produttivo di Blackburn, in Inghilterra, giustificando la scelta con la volontà di ridurre i costi fissi e ripristinare una crescita durevole;

   secondo Aqualung, la sede di Genova opererebbe «da diversi anni a un livello di attività molto basso, rispetto alla sua capacità produttiva ideale». Le misure introdotte per il rilancio non sarebbero bastate a ripristinarne la redditività. Sindacati e rappresentanti politici liguri dissentono con questa fotografia, affermando che l'azienda appare sana e agli stessi lavoratori è stato richiesto anche uno sforzo per ulteriori carichi di lavoro;

   la chiusura infliggerebbe un durissimo colpo al capoluogo, l'ennesimo in termini di aziende che cessano la propria attività con gravi ricadute occupazionali, e determinerebbe un terremoto per la Val Bisagno, aggiungendosi agli altri siti produttivi che negli ultimi anni hanno serrato i cancelli, abbandonando quel territorio di Genova che da sempre è stato locomotiva cittadina per il reparto manifatturiero;

   in ballo c'è il futuro di quarantacinque lavoratori, nonché delle loro famiglie. L'11 marzo 2024 i dipendenti dello stabilimento hanno dato vita a un presidio, davanti alla sede di Confindustria, per dire «no» alla chiusura dello storico stabilimento, proseguendo la manifestazione con un corteo diretto a Palazzo Tursi;

   appare inaccettabile che Technisub, un gioiello che ha radici profonde nel territorio e rappresenta un'eccellenza del settore, dopo più di sessant'anni di attività venga portata via da Genova con un colpo di mano che non tiene conto delle ripercussioni economiche e sociali –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in atto al fine di individuare una soluzione che salvaguardi l'occupazione dei quarantacinque dipendenti di Technisub che, se non vi sarà un intervento deciso e celere da parte delle istituzioni, entro un anno perderanno il lavoro, con un conseguente ulteriore indebolimento del tessuto economico ligure.
(3-01062)

(12 marzo 2024)

   GRIBAUDO, FURFARO, QUARTAPELLE PROCOPIO, SCOTTO, GUERRA, FOSSI, LAUS, SARRACINO, UBALDO PAGANO, MARINO, SERRACCHIANI, MALAVASI, BOLDRINI, ROGGIANI, FORATTINI, BAKKALI, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 105 del 2022, entrato in vigore il 13 agosto 2022, ha reso strutturale il congedo di paternità obbligatorio per i lavoratori dipendenti (nel pubblico e nel privato), della durata di 10 giorni, da utilizzare nei due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi, retribuiti al 100 per cento a carico dell'Inps;

   la legge 7 aprile 2022, n. 32 delega il Governo a prevedere un periodo di congedo obbligatorio per il padre lavoratore di durata significativamente superiore a quella prevista dalla legislazione vigente, favorendo inoltre l'estensione della misura anche ai lavoratori autonomi e professionisti;

   ricerche ed esperienze sostengono che il congedo di paternità paritario a quello di maternità sia una delle misure più efficaci per ridurre le diseguaglianze di genere, nel mercato del lavoro, all'interno della famiglia e, in generale, nella società;

   il termine per l'esercizio della citata delega è fissato in 24 mesi dalla data della sua entrata in vigore e, quindi, si esaurirà poco dopo la prima decade del mese di maggio 2024 –:

   quando il Governo intenda adottare il decreto legislativo previsto dalla legge delega 7 aprile 2022, n. 32, in linea con le esperienze più avanzate in Europa che prevedono la fruibilità almeno per tre mesi del congedo di paternità, rendendo noto alle Camere il numero dei lavoratori che sin qui ne hanno realmente usufruito.
(3-01063)

(12 marzo 2024)

   FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da quanto è dato sapere a seguito di un'inchiesta giornalistica del quotidiano la Repubblica, edizione di Palermo, da circa dieci anni l'Università di Gorazde, con sede in Bosnia Erzegovina, attraverso il dipartimento italiano «Jean Monnet» con sede a Palermo, rilascerebbe lauree in medicina, fisioterapia e infermieristica con lezioni tenute esclusivamente on line, pur non risultando, detta università, accreditata dal Ministero dell'università e della ricerca come istituzione estera operante in Italia e, a quanto risulta agli interroganti, priva di accreditamento anche in Bosnia;

   attraverso convenzioni stipulate tra l'ateneo italo-bosniaco e diversi ospedali pubblici e cliniche private, gli studenti avrebbero svolto tirocini formativi;

   circa un migliaio di studenti, provenienti da ogni parte d'Italia, avrebbero conseguito un diploma di laurea, privo di alcun valore nel nostro Paese;

   a seguito di detta inchiesta giornalistica, la procura della Repubblica di Palermo ha aperto un'indagine –:

   quali iniziative di competenza si intendano promuovere, al fine di verificare quanto in premessa e contribuire a fare chiarezza su quanto accaduto.
(3-01064)

(12 marzo 2024)

   DALLA CHIESA, MULÈ, TASSINARI, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, DEBORAH BERGAMINI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, NEVI, ORSINI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TENERINI e TOSI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che l'Università di Gorazde, con sede in Bosnia Erzegovina, in convenzione con il dipartimento degli studi europei «Jean Monnet» di Palermo, ha rilasciato presunti diplomi di laurea in medicina e professioni sanitarie con lezioni tenute esclusivamente on line a studenti italiani, senza in realtà essere accreditata in Italia;

   gli studenti, provenienti da ogni parte del Paese, che hanno conseguito il titolo di studio presso tale istituto, non possono iscriversi agli ordini professionali italiani e, di conseguenza, esercitare la professione in ambito sanitario;

   a seguito alle denunce da parte di alcuni studenti alla Guardia di finanza, la procura di Palermo ha avviato un'inchiesta per truffa e per altre ipotesi di reato nei confronti dei vertici e legali rappresentanti dell'istituto;

   alcuni ospedali e cliniche pubbliche, dove gli studenti svolgevano il loro tirocinio, hanno disposto la sospensione dell'accordo con l'istituto «Jean Monnet» e interrotto con effetto immediato il percorso formativo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative di competenza intenda porre in essere per garantire la qualità dell'istruzione universitaria nel settore sanitario, fondamentale per la promozione e la tutela della salute, sia individuale che collettiva, della popolazione.
(3-01065)

(12 marzo 2024)

   SPORTIELLO, QUARTINI, MARIANNA RICCIARDI e DI LAURO. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   a 46 anni dall'approvazione della legge n. 194, in Italia è ancora difficile ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza; mentre la Francia decide di introdurre il diritto all'aborto in Costituzione, la Ministra interrogata sostiene che l'inserimento in Costituzione sia «divisivo» nonostante i dati sull'attuazione della legge n. 194 rivelino ancora oggi una diffusa disapplicazione;

   i dati 2022 della Lombardia rivelano che in 12 strutture sanitarie su 50 non è garantito l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica e, sul totale delle interruzioni volontarie di gravidanza del 2022 (11.003) effettuate, il ricorso alla pillola è stato in media del 40 per cento, con province ancora sotto il 20 per cento;

   in Piemonte quasi un medico su 2 è obiettore e, nell'ottobre 2020, la giunta regionale di centrodestra ha diffuso una circolare sull'aborto farmacologico che vieta ai consultori di somministrarlo, in dissenso con le indicazioni ministeriali; questa regione, peraltro, già anni fa aveva adottato una delibera che di fatto consentiva alle associazioni antiabortiste di accedere alle strutture ove si effettuano le interruzioni volontarie di gravidanza al fine di consentire «operazioni» di pressione alle donne che hanno deciso di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza;

   in Veneto è obiettore oltre il 71 per cento dei sanitari: 252 i ginecologi su un totale di 352;

   anche nel Centro-Sud la situazione non è dissimile e ci sono regioni, come la Puglia, l'Abruzzo e la Sicilia, dove oltre l'80 per cento dei ginecologi è obiettore di coscienza;

   nel Lazio la percentuale di strutture che effettuano l'interruzione volontaria di gravidanza è solo il 45,5 per cento;

   in Molise il 33,3 per cento e in Campania il 26,2 per cento, vale a dire una su 4, in Abruzzo il 69,2 per cento, in Sicilia il 50 per cento e in Puglia il 65,6 per cento;

   i pochi ginecologi non obiettori sono costretti ad un carico di lavoro eccessivo e senza alcuna possibilità di rotazione;

   l'accesso all'interruzione volontaria della gravidanza è stata una conquista faticosa e, purtroppo, ancora oggi continua ad essere faticosa la sua corretta ed esaustiva applicazione, negando così un diritto alle donne –:

   alla luce dei dati descritti in premessa, quali azioni di competenza intenda porre in essere affinché la libertà di scelta e autodeterminazione delle donne nel ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza sia garantita equamente e uniformemente in tutto il territorio e in condizioni di pari opportunità.
(3-01066)

(12 marzo 2024)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, ALMICI, AMBROSI, BUONGUERRIERI, CARETTA, CHIESA, CIABURRO, COLOMBO, COLOSIMO, DI MAGGIO, DONDI, FRIJIA, GIORGIANNI, KELANY, LA PORTA, LANCELLOTTA, LONGI, LUCASELLI, MANTOVANI, MARCHETTO ALIPRANDI, MATERA, MATTEONI, MORGANTE, POLO, GAETANA RUSSO, SCHIFONE, RACHELE SILVESTRI, VARCHI, VIETRI e ZURZOLO. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   come ricordato anche in occasione della Giornata internazionale della donna, 1'8 marzo, la valorizzazione del contributo delle donne allo sviluppo della nazione e dei territori e alla crescita della nostra società è stata fin dall'inizio al centro dell'attenzione del Governo, sia con riguardo al riconoscimento delle esperienze che le donne del passato ci hanno lasciato in eredità, sia sul fronte della promozione di pari opportunità per il presente e per il futuro;

   nello stesso intervento con il quale il Presidente del Consiglio dei ministri, nell'occasione dell'insediamento del Governo, si è presentato di fronte alla Camera dei deputati sono stati ricordati esempi di donne che hanno saputo osare, lasciando un segno tangibile della loro presenza nei diversi ambiti del loro agire;

   le politiche messe in campo dal Governo e dalla maggioranza per le pari opportunità sono contraddistinte da risultati importanti, come quello riferito all'incremento record dell'occupazione femminile;

   l'impegno legislativo e le iniziative sul piano socio-economico devono essere accompagnate anche da un'azione culturale che valorizzi la memoria e l'esempio delle tante donne troppo spesso dimenticate, che hanno contribuito alla storia dell'Italia e dei suoi territori –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda intraprendere per valorizzare il ruolo delle donne nella storia della nazione e promuovere la presenza femminile negli ambiti in cui è oggi sottorappresentata.
(3-01067)

(12 marzo 2024)