TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 86 di Giovedì 13 aprile 2023

 
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MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI RICONOSCIMENTO DI ISTITUTI DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO SPECIALIZZATI NELLE PATOLOGIE AMBIENTALI

   La Camera,

   premesso che:

    la legge 3 agosto 2022, n. 129, ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, di seguito denominati «Irccs»;

    in linea con l'evoluzione della scienza medica, sempre più orientata verso un approccio multidisciplinare, i principi e i criteri direttivi indicati dalla citata legge n. 129 del 2022 promuovono il riconoscimento degli istituti operanti nell'ambito di ampie aree scientifiche, in grado di intercettare i bisogni dei territori, le necessità del bacino d'utenza e di partecipare alle reti di ricerca a livello internazionale;

    nel rispetto dei suddetti principi e criteri direttivi e della condizione specificamente posta dalla XII Commissione (Affari sociali) della Camera dei deputati, nel parere approvato in data 13 dicembre 2022, il decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200, elenca le aree tematiche nell'ambito delle quali gli istituti possono ottenere il riconoscimento in maniera aperta, precisando che le stesse sono «integrate dal Ministero della salute con categorie riferibili a specializzazioni disciplinari non direttamente collegate alle MDC (Major Diagnostic Category) o per le quali sussistono appositi programmi di coordinamento nazionale»;

    coerentemente con l'impostazione sopra descritta e anche nella prospettiva dell'integrazione delle suddette aree tematiche, si ritiene che debba essere dato rilievo e promosso il riconoscimento degli istituti specializzati nella ricerca sulle patologie ambientali;

    secondo il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), denominato «Prevenire le malattie grazie a un ambiente migliore: verso una stima del carico di malattia legato all'ambiente», circa il 24 per cento di tutte le malattie nel mondo è dovuto all'esposizione a fattori ambientali;

    in Italia, secondo i dati della Società italiana di medicina ambientale (Sima), presentati alla vigilia della Giornata mondiale della salute, le morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico sono circa 90 mila ogni anno;

    dal punto di vista economico, il danno legato all'inquinamento, stimato in costi sanitari e giorni di lavoro persi, oscilla, solo in Italia, tra i 50 e i 140 miliardi di euro all'anno;

    secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, nell'anno 2019, circa il 97 per cento della popolazione europea che vive nelle aree urbane è stata esposta a livelli di particolato ritenuto dall'Oms dannoso per la salute;

    le evidenze sopra riportate confermano che la ricerca sulle patologie ambientali costituisce un tema di grande attualità che risponde ai bisogni di salute della popolazione e che interessa i sistemi sanitari di tutto il mondo;

    la «tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati» è compresa tra le attività di prevenzione collettiva che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire ai cittadini, in attuazione dei livelli essenziali di assistenza definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

    il decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, recante «ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», ha previsto all'articolo 27 l'istituzione del «Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici» (Snps);

    il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici è stato istituito allo scopo di migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili, associate a rischi ambientali e climatici;

    ai sensi del medesimo articolo 27 del decreto-legge n. 36 del 2022, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano «fanno parte del Snps», operando con funzioni di coordinamento con i dipartimenti di prevenzione, con le strutture sanitarie e sociosanitarie e con gli «altri enti del territorio di competenza che concorrono al raggiungimento degli obiettivi del Snps stesso»;

    il decreto del Ministero della salute 9 giugno 2022, emanato in attuazione del citato articolo 27 del decreto-legge n. 36 del 2022, assegna alle regioni una serie di importanti compiti e attività, tra cui quelli di: istituire il «Sistema regionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici», assicurando un approccio integrato one health; individuare la struttura che svolge le funzioni di coordinamento ed è responsabile dell'attuazione delle politiche di prevenzione primaria di competenza e della gestione degli aspetti operativi connessi; definire e attuare le politiche di prevenzione primaria includendo la salute nei processi decisionali territoriali; sviluppare e consolidare le funzioni di osservazione epidemiologica, a livello regionale e aziendale; garantire l'integrazione dei sistemi informativi regionali, al fine di ottimizzare l'analisi dei rischi sanitari associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatici;

    l'attività e il conseguimento degli obiettivi del Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici sarebbero agevolati dal riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico specializzati in patologie ambientali, in grado di assicurare la cura del paziente in ogni fase della malattia, attraverso un approccio multidisciplinare nel quale convergano l'assistenza, la ricerca e la didattica in una visione integrata del sapere tecnico,

impegna il Governo

1) a promuovere il riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico specializzati nelle patologie ambientali, in coerenza con le esigenze di prevenzione, controllo e cura di tali patologie, nonché con i principi e le finalità della legge 3 agosto 2022, n. 129, e del decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200.
(1-00045) «Molinari, Foti, Barelli, Lupi, Benvenuto, Ciancitto, Benigni, Semenzato, Giaccone, Ciocchetti, Cappellacci, Giglio Vigna, Colosimo, Patriarca, Gusmeroli, Lancellotta, Maccanti, Maccari, Panizzut, Morgante, Lazzarini, Rosso, Loizzo, Schifone, Matone, Vietri».

(23 gennaio 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    è una evidenza scientifica conclamata che l'ambiente sia oggi un determinante fondamentale per il benessere psicofisico e quindi per la salute delle persone e delle popolazioni;

    le patologie legate ad agenti ambientali sono in continuo aumento ed è ormai diffusamente dimostrato che molte malattie croniche hanno la loro eziopatogenesi in cause di tipo ambientale come ad esempio in agenti inquinanti di tipo chimico, metalli pesanti o elettrosmog; diversi studi epidemiologici hanno inoltre posto in evidenza correlazioni tra inquinanti ambientali e invecchiamento precoce, obesità, alterazioni neuroendocrine, alterazioni dell'apparato cardiovascolare e dell'apparato respiratorio;

    la pandemia da Sars-CoV-2 ha ulteriormente dimostrato come uomo, animali e ambiente siano in una relazione di interdipendenza, con tutte le conseguenze in termini di equità sulla salute laddove è stata la fascia più debole della popolazione a subire drammaticamente l'impatto della pandemia;

    gli studi del progetto Pulvirus hanno certificato come le polveri sottili incrementate siano state un booster dell'infezione da Sars-CoV-2 amplificando l'attività proinfiammatoria del virus; secondo lo studio dell'Università dell'Insubria ogni punto medio di PM2.5 in più è associato al 5 per cento di casi di COVID-19 in più;

    il rapporto «Prevenire le malattie grazie a un ambiente migliore: verso una stima del carico di malattia legato all'ambiente», pubblicato nel 2016 dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), rappresenta il contributo miliare sul tema delle patologie ambientali poiché declina le risultanze di un imponente studio sull'insorgenza di una vasta gamma di patologie, studio condotto attraverso la revisione sistematica della letteratura scientifica ed oltre 100 interviste ad esperti internazionali;

    dal predetto studio emerge che l'ambiente incide in misura significativa su oltre l'80 per cento di alcune patologie, la cui rilevanza potrebbe essere sensibilmente ridotta attraverso una politica ambientale adeguata e interventi mirati; tra le patologie ambientali che presentano la mortalità più elevata vi sono le malattie cardiovascolari, le malattie diarroiche, le infezioni del tratto respiratorio inferiore, il cancro e la broncopneumopatia cronico-ostruttiva;

    dal rapporto dell'Oms emerge altresì che:

    circa il 24 per cento di tutte le malattie nel mondo è dovuto all'esposizione a fattori ambientali;

    più del 33 per cento delle malattie nei bambini al di sotto dei 5 anni è dovuto a fattori ambientali;

    prevenire l'esposizione a questi fattori di rischio salverebbe circa 4 milioni di vite all'anno solo fra i bambini, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo;

    ogni anno sono più di 13 milioni i decessi per cause ambientali che si potrebbero altrimenti prevenire;

    nei Paesi più poveri, quasi una morte su tre è dovuta a fattori ambientali;

    più del 40 per cento dei decessi per malaria e circa il 94 per cento di quelle per malattie diarroiche (due dei principali killer nel mondo) potrebbero essere prevenuti con una politica ambientale adeguata;

    i fattori di stress ambientali sono responsabili per il 12-18 per cento di tutti i decessi nei Paesi della Regione Europea dell'Oms e l'inquinamento dell'aria rappresenta il principale fattore di rischio ambientale per la salute umana, risultando associato a malattie cardiache, ictus, malattie polmonari e cancro ai polmoni;

    in Europa, come ricorda anche la Commissione europea nell'ambito del Piano di azione «Verso l'inquinamento zero per aria, acqua e suoli», un decesso su otto è connesso all'inquinamento ambientale; nel 90 per cento dei casi, a causare i decessi sono le malattie croniche, tra le quali soprattutto i tumori e le patologie cardiovascolari e respiratorie: si stima che l'inquinamento atmosferico provochi – da solo – fino a 400.000 morti premature all'anno;

    l'inquinamento atmosferico è senza dubbio il principale fattore di rischio ambientale per la salute, tuttavia, parlando di ambiente e salute, occorre sottolineare come anche il cambiamento climatico abbia intensificato i rischi per la salute legati a disastri, eventi estremi, disponibilità idrica, sicurezza alimentare e cambiamenti nella comparsa e diffusione di malattie di origine infettiva (vettori patogeni, acqua e cibo contaminati); a riguardo, sempre l'Oms, stima oltre 250 mila decessi annui in più nel mondo a causa del cambiamento climatico per il periodo 2030-2050, che riguarderanno soprattutto i sottogruppi più vulnerabili, con un aumento delle disuguaglianze di genere, della marginalizzazione sociale ed economica, dei conflitti e delle migrazioni;

    la Dichiarazione di Ostrava della sesta Conferenza interministeriale ambiente e salute (Oms 2017) indica, tra i punti cruciali su cui deve svilupparsi la strategia ambiente e salute per i prossimi anni, «la necessità di sviluppare azioni di sistema, intersettoriali, che mettano al centro la prevenzione, ponendo la massima attenzione ai settori più svantaggiati; l'importanza della condivisione delle responsabilità con tutti i livelli di governo, da quello internazionale e nazionale a quelli locali, coinvolgendo i cittadini e i portatori di interesse con azioni estese sul territorio, dentro e fuori i propri confini e proiettate su scale temporali lunghe»;

    in questa ottica si colloca l'approccio One Health, un modello sanitario basato sull'integrazione di discipline diverse e sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell'ecosistema sono legate indissolubilmente: tale approccio è riconosciuto ufficialmente quale strategia rilevante per raggiungere la salute globale perché affronta i bisogni delle popolazioni più vulnerabili sulla base dell'intima relazione tra la loro salute, la salute dei loro animali e l'ambiente in cui vivono, considerando l'ampio spettro di determinanti che da questa relazione emerge;

    per un'efficace azione di contrasto alle malattie ambiente-correlate occorre potenziare, integrare e rendere pienamente operativi i sistemi di sorveglianza e i registri già indicati nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 marzo 2017 («Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie») e occorre potenziare la capacità di agire sul territorio con indagini sul campo e di monitorare in tutte le aree del Paese l'attività delle strutture territoriali con valutazioni di performance e di esito;

    la legge 22 marzo 2019, n. 29, recante «Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione» non è ancora stata attuata, sottraendo dati preziosi che potrebbero consentire di definire rapidamente criticità sanitarie legate all'ambiente di una determinata popolazione o globali;

    secondo Ecba project le esternalità ambientali in Italia causano un danno alla salute di oltre 48 miliardi di euro all'anno; la stessa Agenzia europea ambientale stima dati simili per le aree con qualità dell'aria più scarsa; in sostanza ogni anno circa un terzo della spesa sanitaria globale (pubblica e privata in Italia) dipende da fattori ambientali e non è sostenibile proseguire con la richiesta agli operatori sanitari di più ore lavorate e più anni di vita lavorativa;

    nell'ambito delle ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), come declinate del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36 convertito con modificazioni dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, è prevista l'istituzione del Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Snps) allo scopo di migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili, associate a rischi ambientali e climatici, e delle zoonosi;

    la legge 3 agosto 2022, n. 129, ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura, a carattere scientifico di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, di seguito denominati «Irccs»,

impegna il Governo:

1) a promuovere il riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, specializzati nelle patologie ambientali, in coerenza con le esigenze di prevenzione, controllo e cura delle patologie correlate all'ambiente, nel quadro di iniziative volte a favorire la massima diffusione di centri pubblici di ricerca per approfondire la conoscenza dei vari «determinanti ambientali» delle patologie, anche in rapporto alle specificità territoriali;

2) a promuovere con ogni strumento utile, anche in collaborazione con le università, il potenziamento dell'attività di studio e ricerca per l'identificazione, misurazione e prevenzione dell'impatto di fattori ambientali sulla salute, anche incrementando adeguatamente le risorse finanziarie da destinare a tal fine.
(1-00104) «Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo».

(5 aprile 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    la legge 3 agosto 2022, n. 1291 ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), in attuazione della riforma prevista nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR, al fine di rispondere ai cambiamenti derivanti dall'evoluzione del Sistema sanitario nazionale;

    la Missione 6, Componente 2 del PNRR, riguarda il tema dell'Innovazione, Ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale e si riferisce espressamente alla revisione e all'aggiornamento dell'assetto regolamentare e del regime giuridico di tali Istituti e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, con l'obiettivo di rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie;

    a seguito di tale legge è stato approvato il decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200 «Riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico» che introduce criteri e standard internazionali per il riconoscimento e la conferma del carattere scientifico di IRCCS, con la valutazione dell'impact factor, della complessità assistenziale e dell'indice di citazione, per garantire la presenza di sole strutture di eccellenza, nonché definisce le modalità di individuazione del bacino minimo di riferimento atte a rendere la valutazione per l'attribuzione della qualifica IRCCS più coerente con le necessità dei diversi territori;

    attualmente gli IRCCS sono 53 di cui 23 pubblici e 30 diritto privato (nel 2003 erano 35) accomunati da una attività di ricerca che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche ospedaliere e afferiscono alle seguenti aree: cardiologia, dermatologia, diagnostica immagini, farmacologia, gastroenterologia, genetica, geriatria, malattie infettive, medicina della complessità, neurologia, neuro riabilitazione, oculistica, oncologia, ortopedia, pediatria, psichiatria, riabilitazione;

    attualmente non vi è alcun IRCCS che si occupi di studiare le patologie legate agli agenti ambientali nonostante queste siano in continuo aumento e il rapporto con l'ambiente è una delle determinanti fondamentali dello stato di salute della popolazione umana;

    comprendere quali siano gli elementi da tenere in considerazione, da un punto di vista epidemiologico, per valutare l'impatto di diversi fattori sullo stato di salute è un compito molto complesso. È solo tramite l'incrocio tra dati ambientali, territoriali e urbanistici, epidemiologici, della mortalità così come di altri indicatori sanitari, demografici, culturali e sociali che si può tracciare, per una determinata popolazione, una serie di scenari possibili utili a regolare e a prevedere, quando necessario, azioni di politica sanitaria che migliorino la salute della popolazione e limitino i danni derivanti da specifiche componenti ambientali;

    in generale, la prevenzione delle malattie di origine ambientale richiede uno sforzo complesso di azione sia sui comportamenti e gli stili di vita, che sulle norme e le misure istituzionali che consentono di garantire la sicurezza della popolazione esposta ai rischi ambientali;

    in particolare l'approccio «One Health» affronta i bisogni delle popolazioni sulla base della relazione tra la loro salute, la salute dei loro animali e l'ambiente in cui vivono, considerando l'ampio spettro di determinanti che da questa relazione emerge;

    pur essendo cresciuto notevolmente il numero degli IRCCS (la loro dislocazione sul territorio nazionale è disomogenea con una maggiore concentrazione nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud), il fondo della ricerca è rimasto sostanzialmente costante negli anni con la conseguenza che il finanziamento si è ridotto di circa il 50 per cento e dai 5 milioni di euro del 2000 quale media di finanziamento per ciascun istituto si è arrivati agli attuali 1,9 milioni;

    ciò nonostante gli istituti in questi anni hanno comunque mantenuto standard di qualità e di crescita dimostrato dal sempre crescente impatto che gli stessi hanno sulla produzione scientifica di respiro internazionale;

    per il riconoscimento di nuovi IRCCS il decreto legislativo stabilisce che il Ministero della salute sia chiamato a valutare la compatibilità dell'istanza rispetto al fabbisogno nazionale delle prestazioni di eccellenza e di ricerca sanitaria, nonché a verificare la sussistenza del bacino minimo di utenza per MDC, tenendo conto delle caratteristiche epidemiologiche della popolazione insistente nell'area di riferimento;

    tale procedura è necessaria al fine di rendere la valutazione per l'attribuzione della qualifica IRCCS maggiormente oggettiva e coerente con le necessità dei diversi territori, stimolando così l'ingresso nei sistema IRCCS di soggetti giuridici in possesso di requisiti il più oggettivi possibile, evitando concentrazioni di IRCCS nella medesima regione e favorendo al contempo una distribuzione degli stessi più equilibrata sul territorio nazionale;

    inoltre, è di massima importanza in materia di nuovi riconoscimenti la previsione secondo cui in sede di riparto del fabbisogno sanitario nazionale standard può essere vincolata una quota per il finanziamento della ricerca degli stessi IRCCS, nel rispetto della programmazione delle attività e dei volumi degli stessi Istituti;

    in tale modo si prevede che l'ingresso nel sistema di nuovi IRCCS sia accompagnato da un meccanismo di integrazione del finanziamento della ricerca sanitaria, funzionale al miglioramento qualitativo delle prestazioni assistenziali erogate, affinché l'ampliamento del panorama degli istituti non determini un eccessivo frazionamento delle risorse per la ricerca sanitaria con possibile pregiudizio dei livelli di eccellenza clinica e di ricerca,

impegna il Governo

1) qualora si ravvisasse la necessità di istituire nuovi Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, in particolare per quanto riguarda le patologie correlate con l'ambiente, in ragione di una maggiore tutela della salute delle persone, a collocarli in quei territori ove maggiore sia la carenza di tali istituti, in particolare per quanto riguarda le regioni del sud Italia, e ad accompagnare a tale riconoscimento un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale, al fine di evitare un'ulteriore diminuzione del finanziamento medio attualmente pari a 1,9 milioni per istituto.
(1-00105) «Furfaro, Malavasi, Stumpo, Ciani, Girelli, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Fornaro».

(11 aprile 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) sono ospedali che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari, gli IRCCS sono un importante ausilio per il Servizio sanitario nazionale, al quale forniscono supporto tecnico ed operativo per le sue funzioni assistenziali, per la ricerca e per la formazione del personale;

    è necessario sostenere la realizzazione di progetti di ricerca in ambito di epidemiologia clinica e ambientale e in particolare l'interazione organismo-ambiente, i determinanti di malattia, gli indicatori di salute a livello globale, le malattie cronico-degenerative ambiente correlate, le misure di frequenza delle malattie dell'uomo, i principali elementi di ecologia e di medicina ambientale delle popolazioni umane;

    è ulteriormente necessario raccogliere, documentare e analizzare le evidenze scientifiche utili a capire come le alterazioni ambientali incidano sulla biologia e sulla condizione di salute contribuendo allo sviluppo di politiche per la riduzione degli effetti sulla salute dovuti alle esposizioni ambientali e al miglioramento della qualità del servizio sanitario;

    le patologie ambientali rappresentano un tema di rilevante attualità a partire dal territorio locale, tenuto conto che l'OMS ha rilevato che circa il 24 per cento di tutte le malattie a livello globale è dovuto all'esposizione a fattori ambientali;

    secondo le stime, più del 33 per cento delle malattie nei bambini al di sotto dei 5 anni è dovuto a fattori ambientali. Prevenire l'esposizione a questi fattori di rischio salverebbe circa 4 milioni di vite all'anno solo fra i bambini, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo;

    il rapporto dell'Oms, intitolato «Prevenire le malattie grazie a un ambiente migliore: verso una stima del carico di malattia legato all'ambiente», rappresenta finora il contributo più completo e sistematico su quanto i fattori di rischio ambientali prevenibili possano contribuire a un'ampia gamma di malattie e incidenti. L'analisi è focalizzata sulle cause ambientali delle malattie e su quanto le diverse patologie possano essere influenzate dall'ambiente. I dati mostrano come decessi, malattia e disabilità possano essere effettivamente ridotti ogni anno attraverso una politica ambientale adeguata;

    secondo il rapporto Oms, ogni anno sono più di 13 milioni i decessi per cause ambientali che si potrebbero altrimenti prevenire. Nei Paesi più poveri, quasi una morte su tre è dovuta a fattori ambientali. Più del 40 per cento dei decessi per malaria e circa il 94 per cento di quelle per malattie diarroiche (due dei principali killer nel mondo) potrebbero essere prevenuti con una politica ambientale adeguata;

    i fattori di stress ambientali sono responsabili per il 12-18 per cento di tutti i decessi nei 53 Paesi della regione Europa dell'Oms, e il 25 per cento di tutte le patologie registrate al mondo sono ambiente;

    è prioritario trovare soluzioni per ridurre drasticamente l'inquinamento atmosferico, responsabile oggi di 7 milioni di morti premature ogni anno nel mondo, tutelare la risorsa idrica per qualità e quantità di acqua potabile e per irrigazione, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute umana e planetaria;

    secondo l'Oms ogni 4 secondi e mezzo una persona perde la vita a causa di tumore ai polmoni, malattie cardiache o ictus e nove persone su 10 respirano aria inquinata, 3,6 miliardi di individui non dispongono di servizi igienici adeguati, 2 miliardi non hanno acqua potabile. L'aumento delle temperature e le inondazioni causate dai cambiamenti climatici, poi, metteranno altri 2 miliardi di persone a rischio di infezione da dengue;

    secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, nell'anno 2019, circa il 97 per cento della popolazione europea che vive nelle aree urbane è stata esposta a livelli di particolato ritenuto dall'Oms dannoso per la salute;

    le patologie dell'apparato cardiovascolare sono la prima causa di morte in Italia per inquinamento; in Italia 35 mila morti per eventi coronarici e infarto miocardico su 120 mila sono attribuibili ad esposizioni ambientali. Su 200 mila casi di ictus cerebrali, 50 mila sono dovuti all'inquinamento. Non meno aggressive e diffuse sono le patologie dell'apparato respiratorio come asma, pneumoconiosi, asbestosi, fibrosi e allergie. Secondo la Sima è accertata anche la correlazione tra inquinamento e patologie riproduttive: l'ipofertilità riguarda 2 milioni d'italiani, l'infertilità 250 mila coppie. Gli agenti inquinanti possono intaccare anche la formazione del feto: i casi di malformazioni congenite in Italia sono 54 mila all'anno, rischio che nelle aree inquinate aumenta fino al 9 per cento. Le polveri sottili aumentano del 15 per cento il rischio di Alzheimer e dell'8 per cento l'insorgenza di morbo di Parkinson;

    nei siti inquinati aumenta l'incidenza di tutti i tumori; in questi siti è stato registrato un +29 per cento di tumori polmonari, +36 per cento di tumori testicolari, +50 per cento di linfomi e tumori della mammella, +66 per cento di leucemie. Possono essere determinate da cause ambientali anche le patologie da ipersensibilità, come le allergie, dermatiti e altre reazioni cutanee, quelle del neurosviluppo, come i disturbi dello spettro autistico, le malattie endocrine (diabete giovanile di Tipo 1) e auto-immunitarie (Tiroidite di Hashimoto);

    il 23 febbraio 2023, è stato presentato il sesto rapporto Sentieri sullo stato di salute dei 6.227.531 residenti in 46 siti contaminati del Paese, di cui 39 SIN e 7 SIR per un totale di 316 comuni, 15 nel Nord-Est, 104 nel Nord-Ovest, 32 nel Centro e 165 al Sud e Isole. L'analisi condotta nel rapporto conferma, tra il 2013 e il 2017 un rischio di mortalità maggiore del 2 per cento pari a circa 1.668 decessi l'anno, percentuale pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7 per cento nel 2006-2013 (quinto rapporto Sentieri) al 2,6 per cento nel periodo più recente (2013-2017) e un eccesso del rischio di ospedalizzazione pari al 3 per cento in entrambi i generi, con una percentuale che riguarda anche la classe di età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) per il 43 per cento delle aree studiate e in età giovanile (20-29 anni) per il 15 per cento delle aree contaminate;

    oggi, in Italia, l'inquinamento non riguarda più solo il mare, ma anche le acque interne. I corsi d'acqua sono sempre più ricchi di inquinanti emergenti come metaboliti di farmaci e droghe. Si tratta di oltre 1.300 prodotti, classificati come PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, ovvero composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all'acqua e ai grassi), che entrando nel ciclo vitale dei pesci e delle piante acquatiche, giungono fino al consumo umano, come anche le nano plastiche utilizzate per farmaci, prodotti cosmetici ed anche per l'abbigliamento;

    in Italia, secondo i dati della Società italiana di medicina ambientale, presentati alla vigilia della Giornata mondiale della salute, le morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico sono circa 90 mila ogni anno;

    la legge 3 agosto 2022, n. 129 ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288;

    i princìpi e i criteri direttivi della legge n. 129 del 2022 promuovono il riconoscimento degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico operanti nell'ambito di ampie aree scientifiche, in grado di intercettare i bisogni dei territori, le necessità del bacino d'utenza nonché di partecipare alle reti di ricerca a livello internazionale;

    i dati sopra citati confermano la necessità che la ricerca sulle patologie ambientali sia un tema rilevante e di grande impatto sociale, tale necessità è improrogabile e corrisponde alle criticità nella tutela della salute della popolazione che influisce su tutti i sistemi sanitari del mondo,

impegna il Governo:

1) a promuovere, di intesa con le regioni e le province autonome, il riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico specializzati nelle patologie ambientali, prioritariamente pubblici e con una presenza uniforme sul territorio nazionale, tenuto conto delle specificità territoriali, in coerenza con le esigenze di prevenzione, controllo e cura di tali patologie, nonché con i princìpi e le finalità della legge 3 agosto 2022, n. 129, e del decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200;

2) a promuovere e sostenere con adeguate risorse finanziarie, anche in rapporto con istituti internazionali e le università, le attività di ricerca per la prevenzione controllo e cura delle patologie ambientali.
(1-00109) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».

(11 aprile 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    la legge 3 agosto 2022, n. 129 ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che, nell'ottica di un'evoluzione multidisciplinare della medicina, promuove il riconoscimento degli istituti operanti nell'ambito di ampie aree scientifiche, in grado di intercettare i bisogni dei territori, le necessità del bacino d'utenza e di partecipare alle reti di ricerca a livello internazionale;

    in attuazione della suddetta legge, nonché della missione 6, componente 2 del Pnrr che si riferisce espressamente alla revisione e all'aggiornamento dell'assetto regolamentare e del regime giuridico degli Irccs, è stato approvato il decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200 «Riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico» che introduce criteri e standard internazionali per il riconoscimento e la conferma del carattere scientifico di Irccs;

    l'articolo 1 del citato decreto stabilisce che gli Istituti comunichino al Ministero della salute e alla regione interessata l'afferenza ad una o più aree tematiche «tenuto conto della classificazione delle malattie secondo categorie diagnostiche principali diagnostiche principali (Major Diagnostic Category – MDC) integrate dal Ministero della salute con categorie riferibili a specializzazioni disciplinari non direttamente collegate alle MDC o per le quali sussistono appositi programmi di coordinamento nazionale, anche con riferimento alle classi di età»;

    in coerenza con quanto previsto dal suddetto articolo e con la prospettiva multidisciplinare che la medicina tende ad assumere, si ritiene che debba essere dato rilievo e promosso il riconoscimento degli istituti specializzati nella ricerca sulle patologie ambientali;

    il rapporto dell'Oms intitolato «Prevenire le malattie grazie a un ambiente migliore: verso una stima del carico di malattia legato all'ambiente», rappresenta finora il contributo più completo e sistematico su quanto i fattori di rischio ambientali possano contribuire a un'ampia gamma di malattie e incidenti ed evidenzia come circa il 24 per cento di tutte le malattie nel mondo sia dovuto all'esposizione a fattori ambientali o che comunque svolgono attività di ricerca in area ambientale o degli stili di vita;

    in Italia, secondo i dati della Società italiana di medicina ambientale (Sima), presentati alla vigilia della Giornata mondiale della salute, le morti premature attribuibili a cause ambientali sono circa 90 mila ogni anno, con un danno stimabile, in termini di costi sanitari e giorni di lavoro persi, solo in Italia, tra i 50 e i 140 miliardi di euro all'anno;

    secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, nell'anno 2019, circa il 97 per cento della popolazione europea che vive nelle aree urbane è stata esposta a livelli di particolato ritenuto dall'Oms dannoso per la salute;

    quanto riportato dimostra come sia essenziale, per rispondere ai bisogni di salute della popolazione mondiale, approfondire e ampliare la ricerca sulle patologie ambientali;

    il Servizio sanitario nazionale riconosce, peraltro, la «tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati» tra le attività di prevenzione collettiva da garantire ai cittadini, in attuazione dei livelli essenziali di assistenza definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

    il decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, recante «ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», ha previsto all'articolo 27 l'istituzione del «Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici» (Snps), allo scopo di migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili, associate a rischi ambientali e climatici;

    il decreto del Ministero della salute 9 giugno 2022, emanato in attuazione del citato articolo 27 del decreto-legge n. 36 del 2022, assegna alle regioni una serie di importanti compiti e attività, tra cui quelli di: istituire il «Sistema regionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici», assicurando un approccio integrato One Health; individuare la struttura che svolge le funzioni di coordinamento ed è responsabile dell'attuazione delle politiche di prevenzione primaria di competenza e della gestione degli aspetti operativi connessi; definire e attuare le politiche di prevenzione primaria, includendo la salute nei processi decisionali territoriali; sviluppare e consolidare le funzioni di osservazione epidemiologica, a livello regionale e aziendale; garantire l'integrazione dei sistemi informativi regionali, al fine di ottimizzare l'analisi dei rischi sanitari associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatiche;

    si ritiene che l'ambiente e gli stili di vita siano in grado di generare patologie in grado di attaccare più sistemi del corpo umano,

impegna il Governo:

1) a promuovere il riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico specializzati in patologie ambientali, in coerenza con le esigenze di prevenzione, controllo e cura di tali patologie, nonché con i principi e le finalità della legge 3 agosto 2022, n. 129, e del decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 200, nonché con riferimento ad altre patologie con impatto multidimensionale legate al tema ambientale e all'inquinamento;

2) ad investire, in riferimento al primo impegno, la sezione ricerca dei Comitato tecnico-scientifico del Ministero della salute della definizione, per ogni area tematica di riconoscimento e relativo Mdc principale, delle specializzazioni disciplinari anche di altri Mdc che le integrino, in relazione a programmi di coordinamento nazionali, nonché ad aree trasversali quali, in particolare, le patologie ambientali.
(1-00110) «Bonetti, Richetti, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Grippo, Marattin, Sottanelli, Ruffino, Benzoni, D'Alessio, Rosato».

(11 aprile 2023)