TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 60 di Mercoledì 1 marzo 2023

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   LUPI, BICCHIELLI, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il settore delle comunicazioni elettroniche affronta da anni una transizione importante, che ha portato le istituzioni pubbliche competenti a riflessioni approfondite per ripensare l'organizzazione del mercato e dei suoi attori principali;

   secondo il rapporto pubblicato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sui bilanci delle imprese delle comunicazioni elettroniche dal 2017 al 2021, il settore ha riportato una perdita dei ricavi pari al 10,7 per cento, passando da 31,8 a 28,6 miliardi di euro;

   Tim s.p.a. rappresenta la principale impresa italiana impegnata nell'offerta di servizi di comunicazione elettronica, impiegando in Italia al 31 dicembre 2021 un totale di 42.347 persone;

   i dati preconsuntivi al 31 dicembre 2022 analizzati dal consiglio di amministrazione di Tim s.p.a. mostrano che l'indebitamento finanziario netto rettificato è pari a 25,4 miliardi di euro;

   Tim s.p.a. vede come primi azionisti Vivendi SE, con il 23,7 per cento delle azioni, e Cassa depositi e prestiti spa con il 9,8 per cento delle azioni;

   Open fiber holdings s.p.a. è partecipata al 60 per cento da Cdp Equity s.p.a., società controllata al 100 per cento da Cassa depositi e prestiti spa;

   il 17 gennaio 2023 MF Dow Jones news ha riportato le dichiarazioni di Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi SE, che ha confermato «con forza» l'interesse industriale dell'azienda «per Tim e la propria volontà di intraprendere ulteriori operazioni industriali in Italia»;

   il 2 febbraio 2023 l'agenzia Ansa ha dichiarato che «Kkr ha presentato a Tim un'offerta non vincolante per una quota di Netco, che avrà in sé la rete fissa, inclusa FiberCop, nonché la partecipazione in Sparkle»;

   l'8 febbraio 2023 il Ministro interrogato ha dichiarato: «la volontà del Governo è quella di realizzare una rete nazionale che raggiunga l'ultimo straordinario borgo del nostro Paese, consentendo quella competitività e connettività che imprese e famiglie italiane meritano: una rete a controllo pubblico»;

   il 24 febbraio 2023 il consiglio di amministrazione di Tim s.p.a., dopo aver analizzato l'offerta di Kkr & co. l.p., ha dichiarato che questa «non riflette pienamente il valore dell'asset e le aspettative di Tim» e ha deliberato «di richiedere le ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics della proposta» –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, con quali tempi e modalità, considerati anche i poteri in materia di «golden power», per raggiungere l'obiettivo di una «rete a controllo pubblico» senza violare i vincoli della legislazione antimonopolistica («antitrust»).
(3-00207)

(28 febbraio 2023)

   TODDE, PAVANELLI, APPENDINO, CAPPELLETTI, TORTO, SCUTELLÀ, BRUNO, SCERRA, ALFONSO COLUCCI e AURIEMMA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 12, comma 6-sexies, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (cosiddetto milleproroghe), ha prorogato di 12 mesi il termine del 31 dicembre 2023 per lo svolgimento delle procedure selettive per l'aggiudicazione delle concessioni demaniali balneari e sportive, modificando quanto stabilito dalla legge per la concorrenza 2021 (legge n. 118 del 2022), con la quale si era messo fine ad un regime ingiusto di proroghe automatiche e generalizzate e di storture diffuse sulla gestione degli stabilimenti balneari, al fine di coniugare l'interesse dello Stato, quello delle imprese e quello degli utenti che pagano per il servizio;

   la citata modifica normativa ha in sostanza costretto il Presidente della Repubblica a promulgare il provvedimento con riserve, rinviando a ulteriori iniziative del Governo e del Parlamento il compito di correggere la normativa afferente il comparto;

   il 27 febbraio 2023 anche la portavoce della Commissione europea per le questioni di mercato interno, Sonya Gospodinova, ha dichiarato che «le nuove norme non sono state ancora notificate alla Commissione, ma ne siamo ben consapevoli, e ora analizzeremo questo atto legislativo per vedere quale sarà l'approccio migliore da adottare. Stiamo seguendo molto da vicino gli sviluppi»;

   come noto, restano pendenti la procedura di infrazione n. 2020/4118 per violazione della cosiddetta direttiva servizi nell'ambito delle concessioni balneari e la causa C-348/22 sollevata in via pregiudiziale dal tribunale amministrativo regionale del Puglia presso la Corte di giustizia dell'Unione europea il 30 maggio 2022 sulla stessa materia;

   la citata proroga, oltre ad esporre il nostro Paese all'ennesima procedura di infrazione comunitaria per incompatibilità con il diritto dell'Unione europea e, segnatamente, con il contenuto precettivo dell'articolo 49 Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dell'articolo 12, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE, mette a repentaglio la prossima tranche da 19 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cui è strettamente legata la liberalizzazione del settore e su cui si concentra l'attenzione della Commissione europea per il vaglio del raggiungimento dei 55 obiettivi, indicati per il secondo semestre 2022 –:

   quali improcrastinabili iniziative, per quanto di competenza, ritenga di adottare per apportare i richiesti correttivi alla normativa sulle procedure selettive per l'aggiudicazione delle concessioni demaniali balneari, anche al fine di garantire l'ottenimento della prossima tranche del Piano nazionale di ripresa e resilienza e scongiurare l'ennesima procedura di infrazione comunitaria.
(3-00208)

(28 febbraio 2023)

   CATTANEO, TOSI, SQUERI, ROSSELLO, BATTILOCCHIO, CASASCO, CAROPPO, POLIDORI e SORTE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nell'Unione europea sono in approvazione misure che impattano sulla filiera automotive: oltre alla proposta di regolamento ormai definitiva che prevede lo stop ai motori a combustione interna dal 2035, nel novembre 2022 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sulle emissioni dei veicoli a motore («regolamento euro 7») e a febbraio 2023 ha presentato un'altra proposta sulle prestazioni emissive dei veicoli pesanti;

   a fine gennaio 2023 l'Acea (Associazione costruttori europei di automobili) ha scritto una lettera ai vertici dell'Unione europea, denunciando il potenziale effetto delle nuove regole sulla transizione green, a causa degli eccessivi costi per la filiera;

   la filiera dell'automotive italiana è tra i principali settori industriali: con 5.528 imprese, 273.600 addetti e 86,2 miliardi di euro di fatturato (5,2 per cento del prodotto interno lordo). La sola componentistica, con oltre 2.200 imprese e 168 mila addetti coinvolti, genera un fatturato di 54,3 miliardi di euro;

   l'Italia è forte nel settore delle motorizzazioni tradizionali, ma poco presente nei settori emergenti, soprattutto in termini di quota di mercato. Per questo il passaggio da combustione interna a elettrico avrà nel nostro Paese un maggiore impatto industriale e lavorativo;

   la Clepa, l'Associazione europea componentistica, ha diffuso dati secondo i quali tra i Paesi europei produttori di componenti l'Italia è quello che rischia di perdere il maggior numero di addetti, circa 73.000 posti di lavoro al 2040, di cui 67.000 già nel periodo 2025-2030;

   la metodologia dell'Unione europea non è esente da critiche: l'approccio è quello di regolamentare rigidamente il settore verso emissioni zero, mentre altre regioni del mondo, a cominciare da Stati Uniti e Cina, stanno sostenendo in maniera massiccia la loro industria;

   il paradossale effetto dell'eccesso di regolazione è che i consumatori tendono a mantenere le auto vecchie più a lungo: l'età media delle auto europee è salita ancora, a 12 anni, nel 2021. In Italia 1 auto su 5 (il 20 per cento circa del totale) è una euro 0-2, con almeno 18 anni di anzianità;

   l'Italia è leader mondiale nel campo delle tecnologie per la produzione di biocombustibili (biofuel) –:

   quali iniziative intenda avviare il Governo affinché siano messe in campo politiche industriali eurounitarie che sostengano la filiera dell'auto, anche rilevando l'incongruenza della nuova disciplina dell'euro 7, e se non ritenga opportuno adottare misure nazionali per sostenere la filiera dei motori endotermici ad alte prestazioni e quella dei biofuel.
(3-00209)

(28 febbraio 2023)

   CASTIGLIONE, GADDA, ENRICO COSTA, DEL BARBA, GRIPPO, MARATTIN e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   da anni l'Italia è chiamata ad affrontare situazioni di siccità che condizionano pesantemente le risorse idriche del Paese;

   emblematica è la situazione del fiume Po e del Lago di Garda: il primo ha registrato -70 per cento nelle stazioni a monte, il secondo è risultato pieno al 35,7 per cento, meno della metà rispetto al 2022;

   a ciò si aggiungano le storiche difficoltà del Sud sulla captazione e conservazione dell'acqua;

   nel 2022 si è registrato un calo di circa il 45 per cento della pioggia e del 70 per cento della neve rispetto agli anni precedenti; è purtroppo ragionevole aspettarsi un'ulteriore riduzione delle precipitazioni nei prossimi anni;

   le sporadiche precipitazioni degli ultimi tempi non sono sufficienti a invertire la crisi idrica nel Nord-Ovest del Paese. In Piemonte, nonostante sia piovuto l'80 per cento in più del 2022, il deficit pluviometrico mensile ammonta al 63,6 per cento, arrivando fino a -81,1 per cento sul bacino della Sesia;

   il 51 per cento dell'acqua utilizzata in Italia è impiegata nel settore agricolo; la siccità prolungata crea, dunque, problemi per le colture, in particolare quelle a forte consumo idrico come il riso, per gli allevamenti, ivi incluse le acquacolture, nonché per la produttività del mare, perché senza acqua non arrivano nutrienti e fitoplancton necessari allo sviluppo della molluschicoltura;

   la crisi idrica in atto ha già prodotto 6 miliardi di euro di perdite economiche, con perdite produttive previste per l'estate del 10 per cento per gli ortaggi e fino al 30 per cento per colture come mais e riso;

   occorre un nuovo piano di programmazione degli invasi e della raccolta di acqua piovana con procedure accelerate e semplificate rispetto a quelle ordinarie; in Italia, infatti, solamente l'11,3 per cento dell'acqua piovana viene immagazzinata, con un conseguente spreco di un enorme potenziale: secondo l'Anbi servirebbero oltre 2.000 nuovi invasi, oltre alla pulizia di quelli esistenti;

   gli investimenti sull'infrastruttura idrica vanno abbinati allo sviluppo tecnologico negli usi del settore agroalimentare, ad esempio attraverso l'irrigazione di precisione, che permette di ridurre gli sprechi e di migliorare i rendimenti, evitando stress da carenza o sovrabbondanza d'acqua; attraverso apposite misure di incentivazione l'intero comparto potrebbe essere accompagnato nell'adattamento ai cambiamenti climatici –:

   quali iniziative intenda mettere in atto il Governo per affrontare «l'emergenza siccità» nel breve e nel lungo periodo, anche tramite un migliore coordinamento tra gli utilizzi agricoli, industriali, civili e turistici delle risorse idriche, al fine di realizzare i nuovi invasi necessari e di favorire gli investimenti volti al miglioramento dell'efficienza nell'uso delle risorse idriche in agricoltura.
(3-00210)

(28 febbraio 2023)

   DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, CARLONI, BRUZZONE, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con sorgenti prosciugate, fiumi ridotti del 60 per cento e bacini agli sgoccioli, nel Nord Italia è allarme siccità;

   da gennaio 2023 le precipitazioni sono diminuite dell'87 per cento, la neve del 46 per cento, la portata del Po è a –3,3 metri, ridotta a circa un terzo di quella del 2021;

   le percentuali di riempimento dei laghi vanno dal 38 per cento del Lago Maggiore, al 34 per cento del Lago di Garda e al 21 per cento di quello di Como; le scarse piogge e lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve, nell'arco alpino e appenninico, stanno causando gravi danni all'agricoltura;

   in agricoltura tutte le filiere stanno soffrendo la mancanza d'acqua; in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino e Veneto l'agricoltura rischia di perdere il 40 per cento della produzione, concentrata principalmente nella zona della food valley (Pianura Padana);

   nel 2022, a causa della siccità e delle eccezionali elevate temperature, l'agricoltura ha perso circa 6 miliardi di euro – circa il 10 per cento della produzione – e il 2023 già si configura peggiore;

   a causa della siccità nel 2023 verranno coltivati quasi 8 mila ettari di riso in meno, per un totale di appena 211 ettari, ai minimi da 30 anni, sulla base delle previsioni di semina;

   il caldo anomalo di questo periodo ha provocato fioriture anticipate di mandorli, peschi e ciliegi, che ora sono particolarmente sensibili alle eventuali gelate che potrebbero causare la perdita del raccolto;

   in questa situazione le aziende zootecniche e alcune coltivazioni da foraggio, come i prati permanenti e il mais – fondamentale per l'alimentazione del bestiame –, saranno quelle, in prospettiva, più gravemente a rischio;

   l'acqua è essenziale per il sistema agricolo, senza la quale è a rischio la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore agroalimentare;

   è necessario realizzare un piano per i bacini di accumulo per garantire stabilmente le riserve idriche, in quanto in Italia solo è l'11 per cento dell'acqua piovana viene trattenuto;

   per raggiungere l'obiettivo della sovranità alimentare e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo, è fondamentale intervenire nell'immediato con un piano d'azione che sappia far fronte alle emergenze, ma anche pianificare sul medio e lungo periodo –:

   quali misure, per quanto di competenza, intenda adottare per contrastare i danni derivanti dalla siccità e dalle eccezionali elevate temperature a fronte di una situazione che sta mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole italiane e compromettendo l'approvvigionamento di diverse filiere alimentari.
(3-00211)

(28 febbraio 2023)

   VACCARI, SIMIANI, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, BRAGA, CURTI, DI SANZO, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   sono passati poco meno di sessanta giorni dall'inizio del nuovo anno e il 2023 mostra già segnali estremamente preoccupanti per i livelli di siccità, di questo passo anche peggiori del 2022;

   le precipitazioni degli ultimi tempi non riescono a riempire laghi e bacini idrici, i corsi d'acqua che hanno già raggiunto uno stato di severità idrica «media» riguardano tre delle sette autorità di distretto, secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse negli ultimi mesi. Si sta parlando del distretto idrografico del fiume Po, di quello dell'Appennino settentrionale e di quello dell'Appennino centrale;

   nel 2023 in Italia si produrranno quasi 8 mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211 mila ettari, ai minimi da trenta anni, sulla base delle previsioni di semina. Stessa situazione per le semine di mais necessarie per garantire l'alimentazione del bestiame per la produzione del latte, dal quale nascono i grandi formaggi, dopo gli sconvolgimenti che ci sono stati sul commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina;

   da diversi anni una serie di eventi naturali avversi ha contribuito nel corso del tempo ad indebolire il settore agroalimentare con danni per le quantità e la qualità dei raccolti. Nel 2022 sono stati stimati 6 miliardi di euro di danni e un calo del 10 per cento della produzione agroalimentare nazionale;

   la siccità rappresenta, quindi, una delle sfide più pressanti del nostro tempo e richiede politiche pubbliche efficaci di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, per la gestione delle perdite di acqua e per gli investimenti nelle infrastrutture idriche. Tali investimenti possono garantire una maggiore disponibilità di acqua per le attività agricole, industriali e domestiche;

   nelle scorse settimane il Governo, finalmente, dopo ripetute sollecitazioni, ha convocato incontri per affrontare l'emergenza siccità e ha annunciato la nomina di un commissario per l'emergenza idrica e una task force con poteri di deroga a cui assegnare la gestione dell'acqua –:

   quali iniziative e azioni concrete intenda intraprendere per fronteggiare la condizione idrica emergenziale esistente, che rischia di compromettere le coltivazioni e l'attività dell'intera filiera agroalimentare italiana e come intenda coinvolgere da subito le regioni, le associazioni di categoria, le imprese, l'Anbi e tutti i portatori d'interesse.
(3-00212)

(28 febbraio 2023)

   ZANELLA e EVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   gli allevamenti intensivi, sempre più diffusi nel nostro Paese per soddisfare i crescenti consumi di massa di prodotti di origine animale, dalla carne alle uova ai latticini, in cui migliaia animali dello stesso genotipo vengono tenuti a stretto contatto e in situazioni di scarso benessere, oltre a rappresentare un rischio per lo sviluppo, la mutazione e la diffusione di agenti patogeni, sono responsabili di buona parte delle emissioni di gas serra;

   secondo il «Focus sulle emissioni da agricoltura e allevamento», curato dall'Ispra nel 2020, gli allevamenti causano il 79 per cento delle emissioni di gas serra nel settore dell'agricoltura e, tra le sostanze monitorate, l'ammoniaca, che interessa maggiormente gli allevamenti intensivi a causa delle grandi quantità di reflui zootecnici prodotti, una volta liberata in atmosfera si combina con alcune componenti (ossidi di azoto e di zolfo), generando forti concentrazioni di polveri sottili;

   nel corso della puntata di lunedì 9 dicembre 2022 del programma televisivo d'inchiesta Report-Rai3, dal titolo «Che Polli!», sono state documentate le condizioni negli allevamenti di polli di alcuni impianti siti nelle regioni Marche ed Emilia-Romagna, in violazione delle normative in materia di tutela della protezione dei polli allevati per la produzione di carne (decreto legislativo n. 181 del 2010, decreto legislativo n. 146 del 2001, decreto legislativo n. 131 del 2013, regolamenti europei 1099/2009 e 2016/429);

   le terribili immagini andate in onda fanno emergere gravi interrogativi sulla gestione degli animali allevati, in particolare quelli dell'azienda agricola biologica Fileni, leader della produzione biologica di pollo in Italia, nonché ulteriori violazioni e maltrattamenti, come l'errato uso del cosiddetto abbattimento di emergenza e della torsione cervicale, impropriamente operata, come mostrato dalle immagini, da personale non veterinario e non formato;

   la stessa azienda, nel comune di Maiolo (Rimini), è stata autorizzata a realizzare un nuovo impianto nella zona della Valmarecchia, per un allevamento intensivo che arriverebbe, ogni anno, a produrre almeno mezzo milione di polli da ingrasso da destinare al macello –:

   se il Ministro interrogato intenda disporre una verifica dell'ente certificatore del biologico su prodotti provenienti dalle filiere che utilizzano sistemi d'allevamento intensivi, disponendo l'eventuale sospensione di finanziamenti pubblici concessi a tali aziende e garantendo il pieno rispetto delle normative a tutela degli animali detenuti negli allevamenti a fini alimentari, anche verificando l'opportunità di adottare iniziative volte a disporre un'immediata moratoria che impedisca l'ulteriore aumento di allevamenti intensivi nelle aree con maggiore densità zootecnica del Paese, dove si registrano costanti superamenti dei limiti di concentrazione di polveri sottili.
(3-00213)

(28 febbraio 2023)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, CARAMANNA, COLOMBO, COMBA, GIOVINE, MAERNA, PIETRELLA, SCHIANO DI VISCONTI e ZUCCONI. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell'ambito della missione 1, componente M1C3, persegue, tra gli altri, gli obiettivi di incrementare il livello di attrattività turistica e culturale del Paese, modernizzando le infrastrutture materiali e immateriali del patrimonio storico artistico, e migliorare la fruibilità della cultura e l'accessibilità turistica attraverso investimenti digitali e investimenti volti alla rimozione delle barriere fisiche e cognitive al patrimonio;

   in questo quadro l'intervento 4.1 della componente prevede la riforma dell'ordinamento delle professioni delle guide turistiche, con l'obiettivo di «dare, nel rispetto dell'autonomia locale, un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza. L'applicazione sistematica e omogenea della riforma permetterebbe di regolamentare i principi fondamentali della professione e di standardizzare i livelli di prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale, producendo un effetto positivo sul mercato»;

   la riforma della professione trae origine dalle contestazioni sollevate dalla Commissione europea nell'ambito del caso EU Pilot 4277/12/MARK, per violazione degli obblighi imposti dalla direttiva 2006/123/CE (cosiddetta direttiva servizi);

   in particolare, la Commissione europea contestava al legislatore italiano l'assenza di una normativa che estendesse la validità dell'abilitazione all'esercizio della professione di guida turistica su tutto il territorio nazionale, anziché limitarla alla sola regione o provincia di rilascio; ciò in quanto tale limitazione si tradurrebbe in una lesione del principio della libera prestazione dei servizi a livello europeo e, dunque, nella violazione del rispetto dei vincoli comunitari imposti dall'articolo 117 della Costituzione;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza fissa la scadenza per la definizione di uno standard nazionale per le guide turistiche al 31 dicembre 2023;

   la riforma della professione di guida turistica è volta a permettere l'acquisizione di una qualifica professionale univoca e conforme a standard omogenei a livello nazionale e a facilitare il contrasto all'abusivismo, attraverso l'introduzione di un albo nazionale che contenga codici identificativi delle singole guide –:

   quale sia lo stato dell'iter della riforma della professione di guida turistica, nel rispetto dei tempi indicati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e se disciplini interventi volti al contrasto dell'abusivismo nel senso di quelli citati in premessa.
(3-00214)

(28 febbraio 2023)