TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 687 di Mercoledì 4 maggio 2022

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   DI GIORGI, GIORGIS, PICCOLI NARDELLI, NITTI, LATTANZIO, PRESTIPINO, ROSSI, CIAMPI, ORFINI, ANDREA ROMANO, CIAGÀ, NAVARRA, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 22, comma 9, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, interviene sulla durata degli assegni di ricerca e prevede che: «La durata complessiva dei rapporti instaurati con i titolari degli assegni (...) intercorsi anche con atenei diversi (...) con il medesimo soggetto, non può in ogni caso superare i dodici anni (...)»;

   la stessa legge, all'articolo 24, comma 7, statuisce che si applichino le disposizioni di cui all'articolo 22, comma 9, ai bandi di concorso dei ricercatori a tempo determinato ed esclude, quindi, ai fini dell'ammissione coloro che hanno in essere o hanno avuto contratti in qualità di assegnista di ricerca e di ricercatore a tempo determinato, ai sensi, rispettivamente, degli articoli 22 e 24 della legge n. 240 del 2010 presso atenei italiani, statali, non statali o telematici, nonché presso gli enti di cui al comma 1 dell'articolo 22 della legge n. 240 del 2010, per un periodo che, sommato alla durata prevista dal contratto di cui al bando di concorso, superi complessivamente i dodici anni, anche non continuativi. Ai fini della durata dei predetti rapporti non rilevano i periodi trascorsi in aspettativa per maternità o per motivi di salute secondo la normativa vigente;

   in base ai limiti sopra citati, gli assegnisti di ricerca e perfino i ricercatori a tempo determinato di tipo A), che si trovano in una condizione di precarietà protratta prossima a tali limiti, non potranno partecipare alle selezioni per ricercatori a tempo determinato di tipo B) e, previa valutazione nel terzo anno, essere poi inquadrati nel ruolo dei professori associati;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede un investimento di oltre 30 miliardi di euro nella ricerca e nella formazione, con l'obiettivo di favorire il progresso scientifico e coinvolgere le migliori competenze –:

   quali iniziative il Ministro interrogato, anche in considerazione degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, intenda assumere al fine di evitare che assegnisti di ricerca e ricercatori di tipo A), con una lunga e comprovata esperienza scientifica e didattica prossima ai 12 anni, siano esclusi dalla possibilità di partecipare a concorsi da ricercatore di tipo B) che, nell'attuale ordinamento, rappresentano uno dei principali percorsi per accedere ai ruoli di professore associato e raggiungere una condizione di stabilità.
(3-02927)

(3 maggio 2022)

   VILLANI, NAPPI, RUGGIERO, D'ARRANDO, LOREFICE, MAMMÌ, MISITI, PENNA, PROVENZA e SPORTIELLO. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   la sentenza n. 152 del luglio 2020 della Corte costituzionale ha disposto l'incremento pensionistico per invalidi civili totali, stabilendo che la pensione di invalidità per tali soggetti sia incrementata fino a 651,00 euro, considerando tale cifra come livello minimo di assistenza: tale incremento riverbera i suoi effetti sull'erogazione del reddito di cittadinanza nella misura in cui esso rileva ai fini della determinazione del reddito familiare;

   il contenuto della sentenza è stato recepito dall'articolo 15 del decreto-legge n. 104 del 2020;

   con sentenza n. 3683 del 2014 del tribunale amministrativo regionale del Lazio, confermata dal Consiglio di Stato, con sentenza 3 dicembre 2015, n. 842, è stato stabilito che le indennità percepite a qualunque titolo dalle persone con disabilità non devono essere considerate ai fini della «Indicazione della situazione economica equivalente»;

   la pensione di invalidità civile è ricompresa all'interno del reddito familiare e se ne tiene conto per il calcolo del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza secondo quanto previsto dal comma 6 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 4 del 2019, istitutivo del reddito di cittadinanza, che stabilisce che, ai soli fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare debba includere i trattamenti di assistenza in godimento da parte dei componenti del nucleo familiare, escluse le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, cioè erogate a prescindere dal reddito proprio o del nucleo familiare;

   nella circolare n. 137 del luglio 2016, l'Inps prevede che l'aumento delle pensioni di invalidità al 100 per cento, in virtù della sentenza della Corte costituzionale come reddito familiare, determinando un aumento dell'Isee, comportano una decurtazione o addirittura revoca degli importi percepiti;

   l'Inps in una nota stabilisce che, per quanto riguarda la disciplina dell'Isee, continua a non rilevare alcun trattamento percepito in ragione della condizione di disabilità; tuttavia, di fatto nella determinazione dell'Isee è necessario inserire qualunque tipo di rapporto finanziario intestato ai componenti del nucleo familiare, compresi quelli intestati ai disabili;

   quanto sopra appare agli interroganti in totale contraddizione sia con le pronunce, che con le norme citate –:

   se il Governo non ritenga di adottare le iniziative di competenza affinché sia garantita l'effettiva applicazione della normativa vigente, assicurando ai richiedenti la possibilità di scorporare dal calcolo Isee le somme che derivano da pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti in ragione della condizione di disabilità.
(3-02928)

(3 maggio 2022)

   NOJA, PAITA, BALDINI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO, VITIELLO e NOBILI. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   in data 18 aprile 2022, a ventisette persone con disabilità, acquirenti di regolare biglietto ferroviario per la tratta Genova-Milano, veniva impedito da alcuni passeggeri di occupare i posti loro riservati sul treno e le stesse erano costrette a utilizzare un servizio di navetta sostitutivo per giungere a destinazione;

   l'episodio costituisce grave violazione del diritto costituzionale alla libera circolazione dei cittadini con disabilità, sulla base dei principi di eguaglianza e non discriminazione, e testimonia come nel nostro Paese vi siano profonde carenze infrastrutturali – a livello sistemico – dovute all'assenza di servizi e spazi progettati universalmente;

   le violazioni non riguardano il solo trasporto pubblico, ma numerosi altri ambiti di esercizio dei diritti: per questo, in data 6 maggio 2021 la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la mozione 1-00212, che impegna il Governo ad assicurare il pieno rispetto dei diritti all'accessibilità e alla progettazione universale in tutte le politiche, nonché in tutti gli interventi infrastrutturali, in primo luogo derivanti dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che pone la garanzia dei diritti delle persone con disabilità quale obiettivo trasversale dell'intero piano;

   anche la legge n. 227 del 2021 conferisce delega al Governo per la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità (articolo 2, comma 2, lettera e));

   con riferimento a tali obiettivi, a inizio 2022 è stata istituita una commissione di studio coadiuvata da un tavolo di lavoro in materia di accessibilità ed è stata adottata con decreto del 9 febbraio 2022 la «Direttiva alle amministrazioni titolari di progetti, riforme e misure in materia di disabilità», provvedimento al quale dovrà essere assicurata cogenza, in considerazione delle imponenti risorse derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, al contempo, degli episodi di grave violazione del diritto all'accessibilità registrati sul territorio nazionale –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo affinché sia garantita effettiva attuazione della mozione e della direttiva citate in premessa, specie con riferimento a tutte le opere e gli interventi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, affinché siano progettati nel pieno rispetto del diritto all'accessibilità e dei principi dello «universal design», come sanciti dagli articoli 2 e 9 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con legge n. 18 del 2009.
(3-02929)

(3 maggio 2022)

   DE GIROLAMO e BARATTO. – Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. – Per sapere – premesso che:

   l'autostrada A4 è una delle arterie principali del sistema economico nazionale, sviluppandosi lungo la direttrice ovest-est della penisola, collegando Torino a Trieste passando per Milano, Venezia;

   l'infrastruttura si sviluppa lungo il corridoio europeo mediterraneo n. 5 Lisbona-Kiev;

   da tempo è stato avviato il progetto, suddiviso in quattro lotti, per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4 nella tratta Quarto D'Altino (Venezia)-Villesse (Gorizia), con tracciato di circa 95 chilometri, dei quali circa 55 chilometri ricadenti nel territorio della regione Veneto e 40 chilometri nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia, su un terreno pianeggiante;

   ad oggi si registra un grave ritardo per il completamento del secondo lotto di 33,5 chilometri tra San Donà di Piave e Alvisopoli, frazione di Fossalta di Portogruaro, mentre al contrario già dal 2017 è allo studio il quadruplicamento del tratto Padova-Brescia;

   tra i motivi di questo ritardo, che non possono più essere tollerati, figurano senz'altro le limitazioni dovute all'emergenza sanitaria, ma anche il «caro materiali» e il trasferimento della concessione da Autovie alla «newco»;

   lungo questo tratto stradale si sono verificati nel corso di questi mesi un numero molto elevato di incidenti, spesso purtroppo anche mortali, con la risultanza di bloccare il flusso veicolare in entrambi i sensi di marcia, riproponendo quello scenario tristemente noto della «tangenziale di Mestre», che ha ingolfato il sistema trasportistico del Nordest per decenni fino all'apertura del Passante nel 2009, con un bollettino quotidiano di disagi, sinistri, feriti e decessi;

   le statistiche sugli incidenti e sui sinistri rilevati riportano che molti di essi avvengono a causa dell'improvviso arresto degli automobilisti, con conseguenti tamponamenti, dovuti a blocchi di traffico formatisi «a sorpresa», in prossimità del restringimento di carreggiata causato dai lavori lungo l'arteria stradale;

   si ritiene essenziale velocizzare l'iter di completamento del secondo lotto tra San Donà di Piave e Alvisopoli che, ad oggi, appare come un vero e proprio «imbuto» del nostro sistema-Paese in ingresso e in uscita, al fine di prevenire l'aggravarsi di conseguenze economiche e sociali, soprattutto in termini di attrattività turistica –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare la sicurezza stradale lungo l'area interessata, al fine di individuare una soluzione alla situazione esposta in premessa, considerata la pericolosità di questo tratto stradale ad altissima incidentalità anche mortale, adottando ulteriori iniziative di competenza anche sul piano finanziario.
(3-02930)

(3 maggio 2022)

   CONTE, DE LORENZO e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, Rete ferroviaria italiana s.p.a. è stata autorizzata alla redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica degli interventi di potenziamento, con caratteristiche di alta velocità, della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria;

   Rete ferroviaria italiana s.p.a. ha avviato gli incontri di consultazione sui territori per il lotto 1A Battipaglia-Romagnano – inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – che attraversa i comuni di Battipaglia, Eboli, Campagna, Serre, Contursi Terme, Buccino, Sicignano degli Alburni, spaccando in due abitati, aree protette e zone industriali;

   il giorno 24 marzo 2022, nella città di Eboli, c'è stato un dibattito pubblico nel corso del quale sono stati posti, in particolar modo dall'amministrazione comunale di Eboli, 34 quesiti riconducibili a cinque questioni condivise da tutti i comuni interessati;

   tra le questioni poste c'è la preoccupazione dell'impatto dell'opera su abitazioni, terreni e opifici;

   il tracciato, infatti, andrebbe a pesare su terreni con colture di pregio, opifici e attività produttive e – attraversando una zona densamente edificata in Eboli – su abitazioni private, destinate ad espropri ed abbattimenti, per un numero di oltre 200 ditte catastali, di cui circa 50 case abitate, la cui paventata demolizione determina grosso allarme sociale;

   il 4 aprile 2022, il Ministero della transizione ecologica ha inviato a Rete ferroviaria italiana s.p.a. una sua nota sul progetto di fattibilità tecnica ed economica del «lotto 1A», con la quale vengono chieste numerose integrazioni in ordine a ben dodici aree tematiche afferenti alla sostenibilità ambientale del piano, all'impatto sulle biodiversità, sull'uso del suolo, sulla tutela del patrimonio naturale e agroalimentare, sulla gestione dell'impatto geologico e sul sistema di acque, clima e ambiente, mentre nulla si dice sul delicato tema degli abbattimenti delle abitazioni civili e di alcuni opifici;

   sulla questione si sta realizzando una vasta mobilitazione di cittadini, operatori economici, amministratori comunali che chiedono di essere coinvolti nelle scelte e ascoltati nelle loro osservazioni affinché l'opera pubblica sia davvero condivisa e al servizio del territorio e non venga invece calata dall'alto e imposta senza alcuna concertazione –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, il Ministro interrogato in merito alle problematicità poste in premessa sul tracciato del lotto 1A dell'alta velocità ferroviaria lungo la direttrice Salerno-Reggio Calabria.
(3-02931)

(3 maggio 2022)

   RIXI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il «Nodo stradale e autostradale di Genova – adeguamento del sistema A7-A10-A12», noto come «Gronda di Genova», progetto di rilevanza strategica per la Liguria e per l'intero Paese, consentirebbe di decongestionare il traffico, soprattutto pesante, sui tratti autostradali in questione, nonché di ridurre i tempi di percorrenza, l'impatto acustico e inquinante sulla popolazione locale e i rischi di incidenti stradali, separando il traffico cittadino da quello di attraversamento e dai flussi legati al porto di Genova;

   il progetto, in particolare, prevede una nuova autostrada da Vesima a Bolzaneto (quasi interamente in galleria), il rifacimento della carreggiata nord della A7, fra Genova ovest e Bolzaneto, con potenziamento della A12 fino alla barriera Genova est;

   l'iter approvativo dell'opera si è formalmente completato nell'agosto 2018 con l'invio da parte di Autostrade per l'Italia del progetto esecutivo al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ma, nonostante siano già stati effettuati numerosi espropri di aree e terreni, attraverso i quali la nuova autostrada dovrà transitare, e nonostante siano state bandite gare di pre-qualifica per un valore complessivo di 490 milioni di euro, il progetto esecutivo della Gronda non è ancora stato approvato dal Ministero;

   da uno studio effettuato nel 2020 dall'autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale è emerso che, nel solo bacino di Sampierdarena del porto di Genova, gravitano 3.500 mezzi pesanti al giorno e, secondo le previsioni, diventeranno 4.100 entro il prossimo triennio e 4.800 nel prossimo quinquennio, sulla base delle stime di maggiore capacità dei terminal portuali genovesi. A questi numeri occorre aggiungere i circa 2.500 tir che gravitano giornalmente nel porto di Prà;

   pertanto la realizzazione tempestiva della «Gronda di Genova», attraverso procedure celeri ed efficaci come quelle rappresentate dal cosiddetto «modello Genova», che ha consentito l'avvio dei lavori e la ricostruzione del Ponte Morandi in tempi molto brevi, rappresenta una necessità imprescindibile per gli utenti dei tratti stradali e autostradali interessati e per tutti gli abitanti del territorio –:

   se e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda assumere al fine di provvedere allo sblocco dell'iter di approvazione del progetto esecutivo, nonché alla realizzazione, nel più breve tempo possibile, dell'opera «Nodo stradale e autostradale di Genova – adeguamento del sistema A7-A10-A12», comunemente nota come «Gronda di Genova».
(3-02932)

(3 maggio 2022)

   RUFFINO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la transizione digitale delle pubbliche amministrazioni costituisce un caposaldo irrinunciabile per il progresso del nostro Paese, perché lo storico gap tecnologico che grava sulle amministrazioni italiane è una delle ragioni essenziali della mancata crescita degli ultimi decenni. Ciò è tanto nel settore degli appalti pubblici dell'edilizia, fondamentale per l'economia e che, sino al 2026, rappresenterà uno dei pilastri per dare piena attuazione ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   a tal fine, il 3 agosto 2021 è entrato in vigore il decreto ministeriale n. 312 del 2 agosto 2021 – cosiddetto «decreto Bim» – che stabilisce modalità e tempi di progressiva introduzione presso le pubbliche amministrazioni di nuovi processi, metodi e strumenti elettronici per la gestione e il controllo dei progetti edilizi e infrastrutturali (cosiddetti Building information modeling o per brevità «Bim»); il decreto copre il periodo 2022-2026 e consente alle amministrazioni appaltanti di ricorrere al «Bim», anche in via sperimentale per tutti gli affidamenti successivi all'agosto 2021;

   si tratta potenzialmente di una svolta molto importante: l'utilizzo di questo nuovo sistema di gestione in un progetto, infatti, permette di ottenere una serie di vantaggi nella gestione dell'opera edilizia attraverso un controllo totale di tutte le fasi del processo; consente, soprattutto, di ottenere tempi di costruzione ridotti e certi, costi inferiori di gestione e manutenzione, risoluzione di errori e anomalie, uso più efficiente delle risorse; insomma, un sistema di controllo accurato dell'intero processo, che consente una gestione più corretta ed economica, con potenziali risparmi e semplificazioni per le amministrazioni, in un settore dove purtroppo gli sprechi sono all'ordine del giorno;

   nonostante gli interventi sin qui adottati, molte delle pubbliche amministrazioni locali sembrerebbero non avere gli strumenti e le competenze adeguate per poter gestire con efficienza questi nuovi strumenti digitali di progettazione negli appalti di edifici ed infrastrutture, con grave pregiudizio per i risultati e l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

   se stia avendo effettivamente seguito l'attuazione del decreto cosiddetto «Bim» e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché le amministrazioni locali dispongano rapidamente di strumenti adeguati per attuare questa importante innovazione, essenziale per migliorare l'attuazione e il controllo dei progetti finanziati dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(3-02933)

(3 maggio 2022)

   BALDELLI, D'ATTIS, PENTANGELO, ROSSO, SOZZANI e ROSPI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il codice della strada prevede che tutte le amministrazioni locali siano obbligate a consegnare entro il 31 maggio di ogni anno una relazione telematica in cui indichino quanto hanno incassato dalle multe stradali nell'anno precedente e come spendano questi soldi;

   nel 2021 un comune su cinque non ha consegnato la relazione e degli altri quattro non si conoscono i dati analitici consegnati al Governo, malgrado la Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati li chieda al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili da settembre 2021;

   la sanzione prevista dal codice della strada verso i comuni inadempienti o che abbiano consegnato dichiarazioni non veritiere o non conformi alle destinazioni previste dalla legge, che per una quota non inferiore al 50 per cento devono essere costituite da interventi di sicurezza e manutenzione stradale, consiste nella decurtazione del 90 per cento degli incassi;

   nessuna amministrazione è stata ancora sanzionata e non è chiaro né il criterio di controlli a campione che il Governo intende adottare, né il meccanismo di decurtazione automatica che il Governo starebbe studiando –:

   quando il Governo consegnerà i dati completi del 2021 alla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati e quando e come, al netto delle segnalazioni alle sezioni locali della Corte dei conti e delle eventuali conseguenze sul piano contabile, intenda intervenire per controllare e sanzionare gli enti locali che abbiano violato le prescrizioni del codice della strada.
(3-02934)

(3 maggio 2022)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili — Per sapere – premesso che:

   con la stipula del protocollo d'intesa per lo sviluppo del Corridoio adriatico, sottoscritta in data 24 ottobre 2020 tra le regioni Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, la regione Marche ha richiesto al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di superare il ritardo infrastrutturale della dorsale adriatica con la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria passeggeri;

   in data 10 marzo 2022 il Ministro interrogato ha trasmesso alle regioni una proposta di sintesi sul progetto della ferrovia adriatica, confermando gli obiettivi ministeriali di potenziamento della capacità della linea ferroviaria adriatica attraverso l'aumento fino a 200 chilometri orari della velocità sull'intero itinerario, con l'individuazione della dorsale Bologna-Lecce quale tratta privilegiata del trasporto merci e la prospettiva di incremento del carico merci sulla tratta fino a 176 treni al giorno, equivalenti a un treno ogni otto minuti;

   in un incontro con gli enti interessati dal progetto, tutti i comuni hanno rimarcato in modo unitario la forte preoccupazione circa l'appesantimento del traffico merci sull'attuale linea ferroviaria adriatica, fatta eccezione per il solo comune di Pesaro per il quale è stato previsto un arretramento del tracciato della ferrovia;

   il previsto aumento del traffico merci, infatti, appare incompatibile con l'attuale tessuto urbano delle località costiere, che si sono sviluppate proprio in prossimità della linea ferroviaria e arrecherebbe alle stesse un grave pregiudizio sia alla qualità della vita degli abitanti delle città costiere attraversate dalla linea ferroviaria, sia all'attrattività delle stesse dal punto di vista turistico, con conseguenze negative che, a cascata, coinvolgerebbero l'intera regione;

   i centri abitati presenti lungo la costa marchigiana già soffrono fortemente il problema dell'inquinamento acustico e da tempo la regione Marche sta conducendo un confronto con i Ministeri competenti per scongiurare l'installazione delle barriere antirumore, che comporterebbero una cesura visiva e fisica all'interno dei tessuti urbani delle città della costa;

   in questo quadro, al fine di superare le problematiche esposte, appare più che mai opportuna la realizzazione di una nuova infrastruttura ferroviaria dedicata alle merci e alla lunga percorrenza passeggeri, nella quale siano impiegati treni moderni che non impatterebbero in modo significativo sull'ambiente e sul territorio e garantirebbero un efficace mezzo di trasporto –:

   se non ritenga di adottare iniziative di competenza volte a condividere con la regione Marche e Rete ferroviaria italiana s.p.a. una proposta progettuale sostenibile e compatibile con le vocazioni del territorio, per la realizzazione di una nuova infrastruttura ferroviaria nel senso esposto in premessa.
(3-02935)

(3 maggio 2022)