TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 660 di Venerdì 18 marzo 2022

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   continuano a verificarsi casi di occupazione di alloggi popolari a livello nazionale, con situazioni di degrado che mettono a rischio la sicurezza dei quartieri;

   in via Quarti a Milano, estremità del quartiere Baggio, negli anni '80 venivano costruite sette torri di appartamenti ad uso popolare, gestiti dall'azienda regionale lombarda Aler;

   circa il 60 per cento dei suddetti appartamenti sono occupati abusivamente, principalmente da famiglie rom, rumene e sudafricane, mentre la restante parte è assegnata a famiglie aventi diritto e selezionate seguendo la graduatoria ufficiale;

   con il passare degli anni, si è constatato come si sia creata una vera e propria «gestione immobiliare abusiva» da parte delle famiglie occupanti: una gestione ben organizzata che non ha più permesso ad Aler di riprendere in mano i locali e farne legittimo uso;

   ogni tentativo di sfratto da parte dell'azienda che gestisce gli immobili è risultato vano: gli stessi abusivi fanno occupare gli immobili, al momento giusto, da donne in stato interessante, invalidi o famiglie con minori, per interrompere le procedure di legge;

   gli anziani aventi diritto che vivono negli appartamenti in una situazione di degrado, con allacciamenti gas e luce totalmente abusivi, scarichi abusivi, spaccio alla luce del sole, ritrovo addirittura di armi nei solai, il tutto a due passi dal Parco delle Cave, una zona di Milano assai decorosa;

   persino il personale Aler non riesce più ad assegnare gli appartamenti liberi da occupazione perché ogni potenziale inquilino preferisce vivere altrove;

   diverse delle famiglie che occupano abusivamente gli appartamenti parcheggiano nei limitrofi spazi auto di lusso e in ottime condizioni;

   si sono registrati casi gravissimi di intimidazione e minacce verso chi ha cercato di costituire comitati di quartiere in difesa di un decoro anche minimo;

   nel quartiere persistono attività criminali portate avanti da «baby gang» le quali da anni provocano problemi di ordine pubblico, segnali che testimoniano una situazione di grave disagio sociale;

   alla luce della fatiscenza dei locali e delle condizioni di degrado, l'unica soluzione pare essere quella di abbattere le sette torri e ricostruire una nuova area adibita a case popolari –:

   quali iniziative – con riferimento ai fatti descritti in premessa relativi al complesso residenziale delle torri di via Quarti a Milano – il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di risolvere questa gravissima situazione di fatto e fenomeni simili presenti sul territorio nazionale, ormai insostenibili.
(2-01428) «Lupi, Colucci, Schullian».

(21 gennaio 2022)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   il drammatico conflitto che si sta consumando in Ucraina incide su molte vite e molte famiglie italiane: il riferimento è in particolare ai tanti aspiranti genitori in attesa di adottare un bambino o una bambina in Ucraina, uomini e donne in ansia prima di tutto per la vita dei piccoli, ma timorosi anche che le bombe distruggano le pratiche burocratiche e gli incartamenti che consentirebbero loro di diventare genitori;

   alcune pratiche erano state avviate, tante risultavano – prima della guerra – in dirittura d'arrivo. Dietro ad ognuna di esse ci sono mesi e mesi di attesa e di sofferenze, ma anche di speranza e gioia; i dati parlano di circa 120 famiglie attualmente in questa sorta di «limbo», in attesa di poter portare a termine la propria pratica di adozione;

   fin dallo scoppio del conflitto, a quanto si apprende da fonti della Commissione adozioni internazionali, le sentenze di adozione non si possono più eseguire. Nessun blocco ufficiale, ma l'effetto è lo stesso. Inoltre, data la possibilità che i bombardamenti colpiscano i tribunali (come stanno colpendo molti sedi istituzionali), c'è il rischio che i documenti vadano persi o rovinati, gli archivi distrutti. Tutto sarebbe da rifare;

   l'iter prevede che una volta effettuata la domanda, il Tribunale del posto emetta la relativa sentenza. Da quel momento, se la risposta è positiva, devono passare 30 giorni perché passi in giudicato. Per un mese, i genitori adottivi restano quindi in attesa sul posto. Ma la guerra ha stravolto tutto. Diverse famiglie di aspiranti madri e padri che si trovavano in Ucraina in attesa di poter partire con i propri piccoli (ad alcune famiglie mancavano pochi giorni prima dell'inizio del mese richiesto dalle norme ucraine) sono state costrette ad abbandonare il Paese e a tornare in Italia, ovviamente senza bambini;

   non ci sono più nemmeno notizie certe sullo stato di salute dei bambini in attesa di adozione; senza un corridoio umanitario è praticamente impossibile poter far espatriare i bambini in Italia. Gli stessi pulmini di aiuti vengono fermati alla frontiera. I pochi che si mettono in salvo riescono a uscire dall'Ucraina solo di nascosto, in condizioni di grande rischio –:

   quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo per agevolare l'adozione di bambini ucraini da parte delle famiglie italiane che già hanno pratiche in stato avanzato di fatto bloccate dal conflitto in atto, e se intenda adottare specifiche iniziative volte a creare corridoi umanitari specifici per evacuare i bambini adottati e i piccoli senza famiglia.
(2-01454) «Marrocco, D'Attis».

(15 marzo 2022)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   nell'ottobre 2016, è stata bandita da Consip s.p.a. una gara a procedura aperta, suddivisa in 4 lotti per l'affidamento dei servizi di sviluppo e gestione del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian);

   nel 2018, al fine di rafforzare e riorganizzare le competenze in materia di erogazione degli aiuti comunitari cui è preposta l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), con il decreto legislativo n. 74 del 2018, recante la «Riorganizzazione dell'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – Agea e per il riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare, in attuazione dell'articolo 15, della legge 28 luglio 2016, n. 154», ha disposto una serie di modifiche all'ordinamento prevedendo anche la soppressione di Agecontrol s.p.a. e il trasferimento delle relative funzioni e del personale in Agea;

   successivamente, con il decreto legislativo n. 116 del 2019, all'articolo 3, comma 2, si dispone che «fino alla sottoscrizione dell'ultimo degli accordi quadro affidati a seguito della procedura di gara di cui all'articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, e al definitivo completamento delle relative operazioni di subentro, il Ministero e Agea, tramite Sin s.p.a., garantiscono la continuità nella gestione e sviluppo del Sian»; con il successivo comma 3, Sin s.p.a. garantisce al Ministero, all'Agea, alle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano e agli organismi pagatori, il supporto tecnico e amministrativo nella gestione e sviluppo del Sian nella fase di transizione e, al termine delle operazioni di subentro delle attività relative all'ultimo accordo quadro sottoscritto;

   i suddetti decreti legislativi modificano sostanzialmente la gara bandita da Consip del 2016 ed in particolare il lotto 4 (avente ad oggetto la fornitura di servizi di assistenza e supporto alla pianificazione, governo, monitoraggio, controllo e consulenza nella gestione e sviluppo del nonché a supporto delle attività istituzionali di Agea);

   oggi Sin, garantisce con il suo personale la continuità nella gestione e sviluppo del Sian sovrapponendosi completamente al lotto 4 che rappresenta essere un duplicato anche di costi;

   le incongruenze e contraddizioni della gara indetta da Consip sono relative non solo ai lotti assegnati, ma anche a quelli in corso di assegnazione. Per il lotto 2, infatti, la stessa Agea, per corrispondere alle mutate esigenze della politica comunitaria, ha avviato nel 2018 attività svolte con metodologie altamente innovative e strategiche. Ciò ha determinato un ridisegno funzionale del sistema complessivo di controllo degli aiuti Pac, nell'ottica di garantire, da un lato, la piena coerenza con il mutato assetto della normativa comunitaria derivato dall'introduzione sistematica degli strumenti di osservazione del suolo da satellite e dall'utilizzo di strumenti geospaziali per la dichiarazione delle superfici e, dall'altro, l'utilizzo ottimizzato delle risorse pubbliche, mediante il perseguimento delle massime sinergie possibili tra i soggetti attori e l'utilizzo di metodologie innovative oggi disponibili e nemmeno immaginate al momento di predisposizione del bando di gara del 2016. Tra queste attività, si possono citare tra le altre: la Carta dei suoli nazionale, il monitoraggio satellitare e l'applicazione digitale Geotag –:

   quali elementi intenda fornire il Governo in relazione alle procedure di gara di cui in premessa, alla luce del trasferimento delle funzioni e del personale di Agecontrol in Agea;

   se le nuove metodologie di controllo introdotte già dal 2018, e a mano a mano applicate ad altre regioni italiane, siano comprese nel capitolato tecnico, lotto 2, della gara indetta da Consip e se quelle comprese nel lotto 2 non si possano considerare, alla luce di queste nuove modalità di controllo, ormai obsolete;

   se, alla luce delle innovazioni normative introdotte dal 2016, delle modifiche nella politica comunitaria e delle nuove metodologie richieste dagli stessi servizi tecnici della Commissione europea e sperimentate durante la «pandemia», non si ritenga inadatto il capitolato di gara bandita da Consip per l'affidamento dei servizi di sviluppo e gestione del Sian, relativamente ai lotti 1, 2 e 4;

   se il Governo, al fine di evitare un eventuale danno erariale e di frenare il processo di modernizzazione e digitalizzazione dei servizi, non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per interrompere la gara in corso, dal momento che le sopravvenute modifiche normative e tecnologiche determinano una rilevante marginalizzazione delle attività oggetto di gara, con la conseguenza di proseguire con varianti del capitolato per servizi per cui il fornitore selezionato potrebbe non essere preparato e sicuramente ad un prezzo che non risulterebbe congruo.
(2-01450) «Germanà, Minardo, Alessandro Pagano, Bubisutti, Gastaldi, Golinelli, Liuni, Lolini, Loss, Manzato, Tarantino, Billi, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Castiello, Cestari, Comaroli, Ferrari, Frassini, Legnaioli, Mariani, Picchi, Piccolo, Ribolla, Scoma, Tateo, Tomasi, Zanella, Zennaro».

(14 marzo 2022)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:

   la gestione dei fanghi di depurazione ha visto un'escalation di denunce, indagini e arresti nel corso del 2021, in particolare a seguito della trasformazione dei fanghi in gessi di defecazione (che avviene in circa il 95 per cento dei casi secondo Arpa Emilia-Romagna);

   il gesso di defecazione, previsto dall'allegato 3 del decreto legislativo n. 75 del 2010, è un fertilizzante appartenente alla famiglia degli elementi chimici della fertilità, alla specie dei «correttivi», ovvero materiali «da aggiungere al suolo in situ principalmente per modificare e migliorare proprietà chimiche anomale del suolo dipendenti da reazione, salinità, tenore in sodio» (articolo 2, comma 1, lettera aa), del decreto legislativo n. 75 del 2010). Tuttavia, come ritenuto dalla giurisprudenza di legittimità «la pur riconosciuta natura di sostanza fertilizzante da attribuirsi al materiale gesso di defecazione (...) non vale ad escludere che lo stesso possa essere qualificato come rifiuto allorché esso sia depositato con modalità tali da farne presumere la destinazione non ad un uso produttivo ma esclusivamente al suo smaltimento» (Cass. Pen. sez. III, sentenza n. 39074 del 10 agosto 2017). Con l'articolo 37-bis del decreto-legge n. 77 del 2021 (cosiddetto semplificazioni) è stata esclusa la possibilità di utilizzare fanghi di depurazione per produrre i correttivi di cui ai punti 21 e 22 della tabella 2.1 dell'allegato 3 del decreto legislativo n. 75 del 2010;

   resta il punto 23 (gessi da defecazione da fanghi) e quindi è necessario un ulteriore provvedimento per imporre la tracciabilità per tutti i correttivi da fanghi di depurazione;

   in data 15 ottobre 2021 presso il comune di San Giovanni Lupatoto (Verona) è stato protocollato un esposto, indirizzato anche alla procura della Repubblica, al Comando gruppo carabinieri forestali di Verona e all'Arpav, firmato da 149 cittadini residenti a Raldon, frazione del comune di San Giovanni Lupatoto, in cui è stato segnalato, in particolare, che dal febbraio 2021 su alcuni terreni situati in via Campagnini sarebbe stato effettuato lo scarico di materiale dall'odore fortemente sgradevole, che rendeva quasi impossibile respirare, causa di bruciore agli occhi, alla gola ed alle vie respiratorie; i terreni in questione rientrano in un'area in cui la falda freatica si trova a pochi metri di profondità, con la presenza di risorgive, in cui le abitazioni adiacenti prelevano l'acqua da pozzi privati. Qualche mese fa, a seguito delle diverse segnalazioni pervenute al Comando di polizia municipale di San Giovanni Lupatoto, gli agenti effettuavano un sopralluogo in cui accertavano che presso i terreni agricoli in questione era in atto un piano di concimazione con l'utilizzo di gesso di defecazione;

   un caso analogo si è verificato in provincia di Pavia, dove diversi cittadini hanno segnalato la presenza di forti miasmi in aree limitrofe alla zona in cui è ubicata la ditta Var di Belgioioso, che si occupa di trattamento e produzione di fanghi; in data 1° dicembre 2021 il Gruppo carabinieri forestali di Pavia e la sezione di polizia giudiziaria della procura della Repubblica presso il tribunale di Pavia hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di tre misure cautelari in base alla quale sono stati disposti due arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di alcuni soggetti indagati per inquinamento ambientale doloso, commesso a partire dal mese di febbraio 2021 mediante reiterate condotte di spandimento di materiale asseritamente utilizzabile come fertilizzante in agricoltura (oltre 10 mila tonnellate per il solo periodo oggetto dell'indagine);

   nel maggio 2021 è emerso il gravissimo caso della Wte di Quinzano e Calcinato (Brescia) che ha sparso gessi su 3 mila ettari di suolo nel nord Italia tra Piemonte, Veneto, Emilia e Lombardia; con riferimento a quest'ultima, lo spandimento riguarderebbe i campi delle aziende agricole di circa 78 comuni tra Lodi, Casale Castiglione e Cavenago D'Adda. «Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi» si è potuto leggere nelle intercettazioni. I fanghi provenivano da A2A (900 tonnellate per il solo 2020) e molte altre aziende extraregionali (Trentino Alto Adige per esempio) (dati MUD) e il coinvolgimento di importanti aziende del settore della depurazione porta a interrogarsi sulla contezza da parte delle stesse circa i metodi perlomeno inappropriati di gestione dei fanghi da parte delle società di trattamento e smaltimento dei medesimi, anche per eventuali aspetti di risparmio economico e di possibile concorrenza sleale;

   le vicende sopra descritte danno luogo ad inevitabili ripercussioni a livello socio-sanitario, ambientale ed alimentare, con gravi ricadute (anche di immagine per il turismo e i prodotti agroalimentari) sul territorio e la popolazione interessati –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per completare la tracciabilità dell'utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura e tutelare la salute dei cittadini, anche attraverso l'introduzione di norme finalizzate a disciplinare le molestie di natura olfattiva e il rischio microbiologico, incentivando la filiera corta di gestione dei fanghi di depurazione.
(2-01452) «Barzotti, Federico, Zolezzi, Daga, Deiana, D'Ippolito, Di Lauro, Maraia, Micillo, Terzoni, Traversi, Varrica, Bella, Bilotti, Bruno, Businarolo, Cadeddu, Luciano Cantone, Carabetta, Carbonaro, Carinelli, Cassese, Chiazzese, Cimino, De Lorenzis, Del Sesto, Di Stasio, Fantinati, Ficara, Gagnarli, Galizia, Giarrizzo, Iorio, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Melicchio, Palmisano, Papiro, Parentela, Raffa, Serritella, Cominardi».

(15 marzo 2022)