TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 620 di Mercoledì 22 dicembre 2021

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   INVIDIA, COMINARDI, TRIPIEDI, DAVIDE AIELLO, BARZOTTI, CIPRINI, CUBEDDU, PALLINI, SEGNERI e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 18 dicembre 2021 a Torino la caduta di una gru ha determinato la morte di tre giovani operai;

   nel 2021 il settore dell'edilizia è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti, cui seguono trasporto e logistica;

   la fascia d'età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni;

   lo stesso direttore generale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, dottor Bruno Giordano, in un'intervista resa qualche tempo fa al TG3, avrebbe evidenziato la necessità di un coordinamento degli organi di vigilanza per intervenire nella prevenzione e nella repressione delle violazioni in materia di sicurezza, anche alla luce delle dotazioni finanziarie disponibili; risorse messe a tale scopo a disposizione;

   con l'ordine del giorno Invidia, n. 9/3146-AR/162, accolto dal Governo, si chiedeva l'istituzione di un tavolo tecnico-politico presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali finalizzato ad approfondire il tema dell'autonomia giuridica e funzionale di ciascun ente nell'esercizio dell'attività ispettiva, nonché di perfezionare la governance dell'Ispettorato nazionale del lavoro prevista dalla riforma del 2015 –:

   quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere per istituire e convocare il tavolo tecnico-politico al fine di perfezionare la governance dell'Ispettorato nazionale del lavoro, di cui al decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, e i relativi rapporti con Inps e Inail, incluso quello assunzionale.
(3-02690)

(21 dicembre 2021)

   DE LORENZO e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Leonardo s.p.a.-divisione Aerostrutture ha comunicato alla Fiom-Cgil, alla Fim-Cisl e alla Uilm-Uil la decisione, assunta in via unilaterale, che dal 3 gennaio 2022 inizieranno 13 settimane consecutive di cassa integrazione ordinaria a zero ore per oltre 3.400 lavoratori, tutti collocati nel Mezzogiorno d'Italia;

   nello specifico saranno coinvolti 1.174 dei 2.500 dipendenti dell'impianto di Pomigliano, 430 dei 700 addetti dello stabilimento di Nola, 1.050 sono invece i lavoratori collocati in cassa integrazione guadagni dello stabilimento di Grottaglie, in provincia di Taranto, e 790 su 960 per quelli dello stabilimento di Foggia;

   una situazione che fisiologicamente produrrà negative ricadute anche sull'indotto di Campania e Puglia, territori che già in epoca prepandemica vivevano una drammatica ed atavica sofferenza occupazionale;

   la società, con una partecipazione di controllo del Ministero dell'economia e delle finanze, ha giustificato la decisione con la motivazione di una temporanea congiuntura negativa di mercato, nonostante che le organizzazioni sindacali avessero indicato soluzione alternative;

   la situazione dell'industria del trasporto aereo e della catena del valore dell'aviazione desta un qualificato allarme sociale, perché il crollo catastrofico del traffico aereo derivante dalla pandemia si aggiunge alle pregresse difficoltà del settore;

   le commesse in tutto il settore risultano significativamente ridotte ma in maniera non perfettamente coincidente con il crollo del trasporto aereo civile, il che dimostra le potenzialità di questo strategico segmento che, grazie ad un adeguato piano industriale nazionale, si tradurrebbero in concrete opportunità occupazionali

   la società, al contrario, ha scelto di non coinvolgere preventivamente i sindacati e il Governo su un piano industriale, senza il quale non sono chiare le prospettive occupazionali e industriali per i siti del gruppo e per la tenuta complessiva dell'azienda;

   l'urgenza di misure di sostegno per questo comparto ha trovato una forma tangibile il 6 dicembre 2021 nella manifestazione nazionale di Roma delle organizzazioni sindacali del Paese e degli amministratori locali –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare o abbia adottato con riferimento a questa vertenza per ogni opportuna verifica sul numero dei lavoratori destinatari della cassa integrazione rispetto alla complessiva ed attuale contrazione del volume d'affari e, sul piano industriale, alle strategie della società, anche in considerazione del controllo pubblico della stessa, e quindi dell'interesse primario alla tutela dell'occupazione in alcune regioni italiane del Mezzogiorno, già caratterizzate da un alto indice di disoccupazione acuito da altre crisi aziendali in corso.
(3-02691)

(21 dicembre 2021)

   VISCOMI, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, LACARRA, LEPRI, MURA, SERRACCHIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il lavoro nei cantieri resta tra i più pericolosi, faticosi e usuranti, con una percentuale molto alta di infortuni, malattie professionali e di morti sul lavoro. Infortuni che sono aumentati in modo esponenziale con la ripresa del settore;

   uno degli elementi che incide su questa drammatica contabilità è senz'altro legato al fattore anagrafico, aumentando esponenzialmente il potenziale dei rischi all'aumentare dell'età degli operai edili, soprattutto con riferimento ad alcune tipologie di prestazione, come quelle in quota;

   le misure che opportunamente sono state previste per anticipare la fuoriuscita lavorativa e il progressivo accesso al trattamento pensionistico, in ragione della gravosità della prestazione lavorativa, introdotte dalla cosiddetta «Ape sociale», hanno da subito evidenziato una serie di problemi applicativi per quanto riguarda il settore dell'edilizia;

   in particolare, il requisito contributivo ha rappresentato per questa categoria di lavoratori, caratterizzati da strutturali periodi di discontinuità della prestazione lavorativa, un oggettivo e, spesso, insormontabile ostacolo per l'accesso al trattamento di indennità previsto dall'«Ape sociale»;

   a tal riguardo, anche dopo le innumerevoli sollecitazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali, sono state presentate molteplici iniziative normative volte a rivedere il suddetto requisito contributivo. Proposte che sono state formalizzate anche in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio per l'anno 2022 e su cui sembra emergere in queste ore un'intesa che avvia la soluzione del problema;

   il confronto avviato con le organizzazioni sindacali per il ridisegno complessivo e strutturale del sistema pensionistico rappresenta una fondamentale opportunità per dare, finalmente, al nostro Paese un complesso di regole che superi le attuali rigidità e incongruenze, ritagliandolo sulle specifiche esigenze e caratteristiche delle diverse tipologie lavorative –:

   laddove risultino confermati gli intendimenti di correggere, il vigente requisito contributivo per gli operai dell'edilizia per l'accesso all'«Ape sociale», quali ulteriori iniziative si intendano adottare al fine di delineare un sistema previdenziale e di regole per lo svolgimento delle prestazioni lavorative nel settore dell'edilizia in sicurezza e regolarità.
(3-02692)

(21 dicembre 2021)

   D'ETTORE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nell'attuale quadro di crisi pandemica, appare essenziale potenziare le politiche attive del lavoro per favorire il reinserimento di coloro che perdono il lavoro e per garantire sostegno al reddito delle persone che hanno difficoltà a trovare un'occupazione e, in particolare, di tutti i soggetti in condizione di marginalità, a rischio di esclusione sociale;

   si tratta di veri e propri «diritti soggettivi» dei cittadini italiani, diritti che trovano fondamento nella Costituzione e che devono trovare pieno supporto nella rete dei servizi per l'impiego in tutto il territorio nazionale, in condizioni di uniformità, al Nord come nel Sud del Paese; nelle regioni del sud, in particolare, occorre attivare tutte le risorse disponibili, incluse quelle disponibili nell'ambito del Fondo per l'occupazione e la formazione;

   di particolare importanza è il raccordo tra i servizi per il lavoro offerti dalle agenzie per l'impiego e la formazione, definendo veri e propri «percorsi integrati con la formazione»: occorre tener conto degli eventuali deficit di competenze del lavoratore, opportunamente valutando il contesto «ambientale», il mercato di riferimento, le imprese e i servizi presenti nel territorio in cui vive il lavoratore;

   le risorse disponibili sono consistenti: nell'ambito della missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono previsti, per questa finalità, 4,4 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i 500 milioni di risorse del programma React-UE; nella stessa missione è previsto il piano di rafforzamento dei centri per l'impiego; per questo obiettivo, insieme alle risorse nazionali, vi sono fondi per un miliardo di euro complessivi, a cui si sommano quelle a disposizione delle regioni per i centri per l'impiego, 464 milioni di euro all'anno –:

   quali iniziative intenda assumere per potenziare, nel breve periodo, le politiche attive del lavoro e le politiche di formazione e di riqualificazione dei lavoratori che perdono il lavoro nell'attuale stato di crisi pandemica.
(3-02693)

(21 dicembre 2021)

   ALESSANDRO PAGANO, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MOLINARI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, commi 273 e 274, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, ha introdotto nel testo unico delle imposte sui redditi l'articolo 24-ter disciplinante l'«opzione per l'imposta sostitutiva sui redditi delle persone fisiche titolari di redditi da pensione di fonte estera che trasferiscono la propria residenza fiscale nel Mezzogiorno»;

   in particolare, si tratta di un regime fiscale agevolato a cui possono accedere le persone fisiche non residenti, titolari di redditi da pensione erogati da soggetti esteri, le quali trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia: il regime agevolato, quindi, consente ai contribuenti di poter optare per l'imposta sostitutiva del 7 per cento sui redditi prodotti all'estero in luogo della disciplina ordinaria, previa contestuale variazione della propria residenza fiscale in un comune del Mezzogiorno con popolazione non superiore a 20.000 abitanti;

   questo regime, secondo recenti stime del Ministero dell'economia e delle finanze e con riferimento all'anno di imposta 2019, ha avuto al momento un impatto molto modesto, con un totale dei redditi da pensione estera dichiarati che ammonta a 992.000 euro, mentre sono pari a 1,8 milioni di euro i redditi diversi dichiarati. L'imposta sostitutiva incassata è stata pari a un totale di 127.000 euro;

   tuttavia, l'attuale regime fiscale agevolato non è sufficiente per attrarre l'ampia platea dei pensionati esteri e, considerando gli effetti positivi che l'analoga disciplina ha prodotto in altri Paesi come il Portogallo, la previsione normativa in vigore in Italia andrebbe implementata o, comunque, necessita di correttivi applicativi per richiamare ulteriormente quanti desiderano usufruire dell'opzione per l'imposta sostitutiva di cui in premessa –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere, mutuando le buone esperienze di altri Paesi europei, affinché l'imposta sostitutiva sui redditi delle persone fisiche titolari di redditi da pensione di fonte estera venga ulteriormente implementata così da non limitare gli investimenti, i consumi e il radicamento solo ai comuni appartenenti al Mezzogiorno che ospitano i medesimi pensionati, bensì estenderli all'intero territorio nazionale, e, soprattutto, che le risorse provenienti dalla predetta imposta sostitutiva e destinate ai poli universitari tecnico-scientifici del Sud per assegni di ricerca e progetti innovativi non vadano persi.
(3-02694)

(21 dicembre 2021)

   RADUZZI, TRANO, FORCINITI, COLLETTI, CABRAS, PAOLO NICOLÒ ROMANO, CORDA, MANIERO, TESTAMENTO, LEDA VOLPI, SPESSOTTO, GIULIODORI, VALLASCAS, COSTANZO, VIANELLO e SAPIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso dell'Eurosummit del 16 dicembre 2021 a Bruxelles è stato affrontato anche il tema dell'entrata in vigore del Trattato Mes (Meccanismo europeo di stabilità) nella sua versione riformata e firmata dai Ministri plenipotenziari nel gennaio 2021;

   secondo quanto affermato dal Presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, l'operatività del Meccanismo europeo di stabilità sarebbe «prossima», già a partire da gennaio 2022, con la possibilità di un prestito paracadute che lo stesso Meccanismo europeo di stabilità potrebbe erogare al fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie;

   tuttavia, a norma del trattato, il Meccanismo europeo di stabilità entrerà in vigore con la ratifica di tutti i 19 Stati dell'eurozona, ma, a oggi, gli Stati che non hanno ancora ratificato il Trattato Mes sono sette, tra cui l'Italia, la Francia e la Germania;

   nel caso specifico dell'Italia, a oggi non risulta depositato presso le Camere alcun disegno di legge di ratifica del Trattato Mes, né il Governo o la maggioranza hanno espresso una dichiarazione in merito all'eventuale ratifica;

   il tema del Meccanismo europeo di stabilità è di altissimo rilievo politico poiché, in determinate circostanze previste dal trattato medesimo, porta con sé l'eventualità di un commissariamento di fatto del Paese e l'imposizione di vincoli di bilancio e aggiustamenti macroeconomici tesi a politiche restrittive, sulla scorta della tristemente nota esperienza greca;

   a parere degli interroganti è pertanto grave che, a oggi, né il Governo né la maggioranza abbiano chiarito se intendono o meno ratificare un trattato di tale pericolosa portata –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla ratifica del Trattato Mes.
(3-02695)

(21 dicembre 2021)

   MARATTIN, UNGARO, FREGOLENT, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   al fine di dare attuazione ad interventi in materia di riforma del sistema fiscale, l'articolo 1, comma 3, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha istituito un Fondo per la riduzione della pressione fiscale;

   fermo restando il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, al Fondo di cui sopra sono destinate le risorse stimate come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo (cosiddetta tax compliance), al fine di creare un collegamento diretto tra il recupero di entrate derivanti dalla lotta all'evasione e la diminuzione della pressione fiscale a carico dei contribuenti;

   secondo l'ultimo Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, allegato alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2021, tra il 2014 e il 2019 la lotta all'evasione ha comportato il recupero di circa 10 miliardi di euro, anche grazie a misure come la fatturazione elettronica, la cosiddetta rottamazione delle cartelle e la dichiarazione pre-compilata;

   secondo la memoria dell'Ufficio parlamentare di bilancio sul disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale del 26 novembre 2021, le potenziali maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo e da far confluire nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale ammonterebbero a circa 4,4 miliardi di euro;

   l'articolo 2 del disegno di legge di bilancio per il 2022 – ora all'esame del Senato della Repubblica – autorizza l'utilizzo di 8 miliardi di euro annui a decorrere dal 2022 al fine di fornire le coperture finanziarie di provvedimenti normativi da adottarsi nell'ambito della riforma fiscale, volti a perseguire la riduzione dell'Irpef e dell'Irap, con conseguente riduzione del cuneo fiscale;

   il disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale, all'attenzione della Camera dei deputati, fa riferimento per le relative coperture finanziarie necessarie non compensate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale di cui sopra, collegando l'attuazione della riforma fiscale anche alle risorse derivanti dal miglioramento degli adempimenti spontanei –:

   se il Ministro interrogato intenda indicare quante delle risorse recuperate attraverso il contrasto all'evasione fiscale e contributiva sia stata utilizzata per finanziare gli 8 miliardi di euro destinati all'attuazione della riduzione della pressione fiscale, anche attraverso l'attuazione della riforma fiscale, e se quindi vi siano risorse aggiuntive – sempre derivanti dal miglioramento della compliance – non ancora confluite nel predetto fondo.
(3-02696)

(21 dicembre 2021)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Corte costituzionale, nella sentenza n. 168 del 2021, ha recentemente descritto le drammatiche disfunzionalità e criticità del servizio sanitario regionale della Calabria, non limitandosi a dichiarare l'illegittimità costituzionale di alcune disposizioni del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante «Misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario», perché la misura in questione «si dimostra irragionevole per la sua inadeguatezza alla situazione nella quale deve intervenire, segnata dal più che decennale commissariamento della sanità della Regione Calabria», ma censurando pesantemente la gestione da parte del Governo degli undici anni di commissariamento, attesa «l'incongrua modalità di disciplina del potere sostitutivo statale»;

   con deliberazione del 4 novembre 2021 il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, a commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario nella medesima regione, a norma dell'articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 159 del 2007;

   in seguito, con deliberazione del 18 novembre 2021, il Consiglio dei ministri ha nominato a subcommissario per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario nella regione Calabria, con il compito di affiancare il commissario nella predisposizione dei provvedimenti da assumere in esecuzione dell'incarico commissariale, il colonnello dei carabinieri Maurizio Bortoletti, che, oltre a indubbie capacità manageriali, ha già dimostrato – in analoghi contesti di particolare criticità ambientale, non solo in tema di sanità – di possedere particolari e indispensabili, in quelle aree, capacità di sapersi districare in situazioni spesso complesse;

   nonostante dalla nomina del colonnello Bortoletti a subcommissario sia già trascorso più di un mese, le amministrazioni interessate non hanno ancora dato corso a tale decisione e alla consequenziale definizione della posizione di impiego dell'ufficiale, che, con estremo senso della responsabilità, ha finora lavorato in vacanza e a proprie spese, per non lasciare solo il commissario ad acta in una situazione devastante –:

   se sia informato di quanto esposto in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per perfezionare la posizione di impiego del subcommissario.
(3-02697)

(21 dicembre 2021)

   POLVERINI, CANNATELLI, FATUZZO, MUSELLA e ZANGRILLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la gestione delle crisi industriali è da tempo il punto più critico dell'attività del Ministero dello sviluppo economico. Ci sono quasi 80 mila lavoratori coinvolti solo nei tavoli gestiti dal Ministero dello sviluppo economico. Senza contare le crisi gestite su base regionale e quelle, ormai arrivate a livelli irrecuperabili, in capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   dal 10 dicembre 2021 hanno iniziato a lavorare su questi temi i dieci esperti esterni nominati dal Ministro interrogato, che avranno il compito di lavorare sulle singole crisi. Uno dei primi problemi è mettere ordine nei numeri, aggiornando le stime precedenti sul numero dei tavoli che dovrebbe essere tra 90 e 100;

   gli esperti dovranno proporre misure e strumenti che andranno a integrare quelli che sono già stati messi in campo;

   c'è il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività di impresa, ci sono le norme sulla decontribuzione triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di lavoratori provenienti da aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi al Ministero dello sviluppo economico e il nuovo Fondo per la transizione industriale pari a 150 milioni di euro annui per adeguare il sistema produttivo alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici;

   la fotografia della crisi evidenzia oltre 21 mila lavoratori nell'automotive, con la componentistica in forte sofferenza (tra gli altri Baornark, Bekaert, Gkn, Bosch, Blutec, Speedline), quasi 8.700 nella siderurgia (ad esempio, Ast, Cernità, Jsw Piombino e senza contare l'ex Ilva che lunedì vedrà al Ministero dello sviluppo economico un tavolo azienda-sindacati in vista del nuovo piano industriale);

   quasi 6.700 i lavoratori del comparto elettrodomestici, compresi quelli della Wanbao Acc e quelli della Whirlpool, che cerca ancora la strada della reindustrializzazione. E ancora: 5 mila nel tessile-calzature (Forali, Brioni e Ittierre alcuni esempi), 4.700 nel commercio (tra gli altri, Conad-Auchan, Dico, Distribuzione Cambria), 4 mila nell'agroalimentare (come Acque Minerali, Alimentitaliani, Ferrarini), 3.600 nell'Ict-telecomunicazioni (come Italtel, Finix, Flextronics, Salta, Semitec, Sirti);

   nel disegno di legge di bilancio per il 2022 il Governo ha proposto un emendamento antidelocalizzazione con un mix di disincentivi a fughe senza comunicazioni regolate e incentivi al mantenimento dei siti e alla formazione dei dipendenti in uscita –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire al Parlamento un elenco aggiornato sui tavoli di crisi in essere con i dettagli delle singole situazioni e se non ritenga opportuno aggiornare periodicamente tale elenco.
(3-02698)

(21 dicembre 2021)