TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 615 di Mercoledì 15 dicembre 2021

 
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DISEGNO DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 2060. – «Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione “Chiesa d'Inghilterra”, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (Approvato dal Senato). (3319)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   SARRO, CASCIELLO, FASANO e FERRAIOLI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   le problematiche connesse alla profilassi della brucellosi e della tubercolosi nel settore bufalino, in regione Campania, sono state già poste all'attenzione del Governo attraverso un atto di sindacato ispettivo discusso nella seduta della Camera dei deputati del 7 luglio 2021;

   in particolare, in quella occasione è stato evidenziato che, a causa di quelle che agli interroganti appaiono le improvvide decisioni della giunta regionale, gli allevatori casertano hanno subito l'abbattimento di migliaia di capi di bestiame risultati, dagli accertamenti condotti post mortem, sani;

   per quanto appreso dagli organi di stampa, in conseguenza delle continue denunce delle associazioni di categoria delle aziende bufaline, la procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha avviato una specifica indagine sulla questione, per l'accertamento di eventuali responsabilità di rilevanza penale;

   in conseguenza di tale iniziativa giudiziaria, l'azienda sanitaria locale di Caserta ha finalmente reso noti i dati – seppur parziali – relativi alla attività di profilassi della brucellosi e della tubercolosi bufalina condotta negli ultimi dieci anni in Terra di Lavoro, dai quali emerge il sostanziale fallimento delle procedure sinora seguite e la contestuale necessità di bloccare tempestivamente l'immotivata mattanza di migliaia di capi solo «falsi positivi» alle predette patologie;

   a riprova di ciò, emblematico è il dato relativo alla percentuale di animali nei quali è stata riscontrata post mortem la presenza di brucelle Spp: ebbene dal 2011 la percentuale in questione si attesta ogni anno solo tra l'1 ed il 4 per cento del totale dei capi abbattuti o macellati (poco meno di 40.000 bufale), registrando, per altro, il livello più alto in corrispondenza dell'abbandono da parte della regione Campania delle pratiche vaccinali quali presidio per il contrasto alla malattia –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo al fine di assicurare la piena tutela del patrimonio bufalino casertano, anche con riguardo ai controlli sull'efficacia e sulla correttezza delle pratiche diagnostiche sin qui seguite dalle autorità locali per il contrasto alle patologie in argomento, nonché per favorire il ricorso prioritario alla profilassi di tipo vaccinale.
(3-02676)

(14 dicembre 2021)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO,TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   fra le forme più gravi di comportamenti violenti commessi da minori, spesso anche ai danni di coetanei, si inserisce il fenomeno delle cosiddette baby gang;

   le baby gang rappresentano un fenomeno molto ampio e complesso, che non si identifica con quello della criminalità minorile. È una questione che sicuramente desta allarme sociale non solo per la giovane età dei componenti, ma anche per la particolare aggressività attraverso la quale vengono compiuti i delitti, originati spesso da motivi futili;

   secondo l'Osservatorio nazionale sull'adolescenza, il 6,5 per cento dei minorenni fa parte di una banda, il 16 per cento ha commesso atti vandalici, mentre tre ragazzi su dieci hanno partecipato a una rissa;

   è evidente che il fenomeno delle baby gang ha assunto, da tempo, dimensioni preoccupanti in tutta Italia. Il più delle volte, in queste occasioni, le forze dell'ordine provvedono alla semplice identificazione dei minorenni coinvolti, a cui tuttavia non sempre fa seguito un percorso di recupero e di rieducazione per questi giovanissimi, sovente provenienti da situazioni di disagio sociale e familiare;

   da ultimo si segnala la notizia relativa a un pestaggio ai danni di una studentessa 18enne di Sassuolo da parte di un gruppo organizzato di ragazze, di origine straniera. Si tratta solo dell'ultimo episodio, in ordine di tempo, che vede protagonisti giovanissimi, spesso minorenni, che prende di mira persone indifese, il più delle volte coetanee;

   i dati relativi alla criminalità minorile in Italia confermano uno scenario complesso su cui appare prioritario richiamare l'attenzione delle istituzioni, nella prospettiva di individuare soluzioni percorribili atte al contenimento del fenomeno e all'integrazione e al coinvolgimento dei minori a rischio –:

   se e quali iniziative di competenza si intendano intraprendere per cercare di vigilare in relazione a quanto esposto, ma soprattutto di recuperare questi ragazzi espressione del forte disagio sociale ed economico legato al fallimento educativo e scolastico, anche attraverso iniziative specifiche all'interno dei percorsi didattici ed extra-didattici, affinché ai giovani siano forniti modelli positivi e legali.
(3-02677)

(14 dicembre 2021)

   GAGLIARDI, SILLI e RIPANI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la business unit «sistemi di difesa» di Leonardo Company, composta dagli armamenti terrestri, navali e subacquei di Oto Melara e Wass, rappresenta un'eccellenza industriale italiana ed internazionale ed è organizzata su quattro siti produttivi – La Spezia, Livorno, Brescia e Pozzuoli;

   come noto ed emerso più volte negli ultimi mesi a mezzo stampa, per la business unit vi è un forte interesse all'acquisto da parte della Fincantieri spa per realizzare una sinergia nel settore della difesa, con una distanza tra domanda ed offerta, sempre secondo la stampa, di circa 300 milioni di euro;

   secondo indiscrezioni dei mezzi di comunicazione e della stampa, non solo Fincantieri sarebbe interessata alla business unit, ma anche realtà industriali europee del settore, in particolare tedesche e francesi, solamente per la parte armamenti terrestri, un'ipotesi che, se si concretizzasse, determinerebbe una divisione all'interno della struttura produttiva;

   la questione «sistemi di difesa» – ex Oto Melara e Wass è una questione di rilievo nazionale, non solo per l'esigenza – di importanza fondamentale – di garantire la continuità, di salvaguardare l'unità e le sinergie produttive dei vari siti e il posto di lavoro di tutte le maestranze, sia quelle dirette che quelle dell'indotto, che hanno un'elevata specializzazione produttiva, ma soprattutto per la questione strategica – di competenza del Ministro interrogato – di tutelare gli interessi nazionali nel settore della difesa, che coincidono con gli interessi del sistema Paese nel suo complesso –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché business unit «sistemi difesa» Leonardo ex Oto Melara – azienda strategica nell'ambito del sistema di difesa nazionale – sia mantenuta interamente sotto controllo italiano, anche considerando che il Ministero della difesa rappresenta l'unico committente, che trattasi di comparto irrinunciabile e che potrebbe essere attivata la salvaguardia prevista dal decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, meglio conosciuta come «golden power».
(3-02678)

(14 dicembre 2021)

   BONOMO, BENAMATI, GAVINO MANCA, NARDI, SOVERINI, ZARDINI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia di COVID-19 ha determinato, soprattutto per il 2020, un'intensa flessione dei flussi turistici in tutto il territorio nazionale, con un calo che ha riguardato in misura più pronunciata la componente internazionale e le aree maggiormente orientate al turismo culturale per la presenza delle principali città d'arte o alle vacanze di tipo balneare o naturalistico;

   la crisi pandemica ha quindi impattato in maniera significativa ma non omogenea su un settore nevralgico dell'economia italiana che, nel decennio precedente, si è progressivamente rafforzato con il numero di occupati, cresciuto in misura più intensa rispetto al totale dell'economia: le conseguenze sono state un deterioramento delle condizioni occupazionali e una contrazione del fatturato del settore turistico più marcati rispetto agli altri comparti, con un rilevante effetto negativo sul prodotto interno lordo;

   le imprese turistiche hanno fronteggiato il fabbisogno di liquidità che ne è derivato attraverso la maggiore disponibilità di credito attivata con il sistema di garanzie pubbliche e sono state destinatarie di un consistente pacchetto di agevolazioni volte a ridurre il costo del lavoro, di agevolazioni fiscali e di contributi a fondo perduto, tutte azioni di sostegno adottate in vari provvedimenti – l'ultimo sarà all'esame della Camera dei deputati in questi giorni – che hanno consentito la tenuta generale del comparto, come indicato da Banca d'Italia in un recente studio che ha evidenziato i dati positivi sul numero di imprese attive e di qualità del credito;

   tuttavia, il quadro del turismo è molto eterogeneo e per avere una situazione esaustiva delle problematiche del settore e garantire il ritorno ai valori di attività pre-COVID sarebbe opportuno effettuare un costante monitoraggio dei settori del turismo, dove le perdite sono state maggiori e dove l'attività non è ancora sufficientemente ripartita;

   questo monitoraggio deve tener conto anche delle risorse assegnate finora e consentire ulteriori interventi per quei settori, per esempio agenzie di viaggio e tour operator che non sono ancora riusciti ad agganciare la ripresa dei flussi turistici, anche utilizzando eventuali risorse stanziate ed ancora disponibili –:

   quale sia lo stato delle imprese del settore e se il Governo intenda porre in essere ulteriori azioni per sostenere il settore del turismo, anche attraverso un monitoraggio delle perdite dei diversi soggetti del settore per capire chi è ancora in maggior difficoltà e dove poter indirizzare ulteriori risorse che si rendessero disponibili fino al termine delle attuali restrizioni a viaggiare.
(3-02679)

(14 dicembre 2021)

   MOR, MORETTO, BENDINELLI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel 2020 il settore del turismo, duramente colpito dalla pandemia, ha registrato una consistente battuta d'arresto: -80 per cento di turismo internazionale, -93 per cento viaggi istruzione, -90 per cento italiani all'estero, -45 per cento vacanze degli italiani nel nostro Paese e -68 per cento viaggi di lavoro. Da febbraio 2020 ai primi mesi del 2021 il settore ha perso decine di miliardi di euro che avrebbe normalmente prodotto;

   nel 2021 la voglia di viaggiare degli italiani è lentamente ripresa e le prenotazioni hanno registrato un consistente incremento. Sicuramente l'introduzione del green pass ha agevolato la ripartenza, ma anche le misure di sostegno agli investimenti delle imprese del turismo contenute nel recente decreto-legge n. 152 del 2021 finalizzate alla ripresa del comparto ed al miglioramento delle prospettive degli operatori e dei servizi ai turisti;

   la stagione sciistica attesa da mesi dagli operatori, oltre che dagli appassionati, inizia nei migliori auspici: sono stati riaperti i 1500 impianti di risalita con 3200 chilometri di piste che garantiscono oltre 60 mila posti di lavoro e 12 miliardi di euro di fatturato, circa lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo. Sicuramente nel 2021 si è registrato un positivo rialzo delle prenotazioni: sale al 29,2 per cento il prodotto termale, al 24 per cento circa il culturale e al 21 per cento il lacuale. Risultano riservate, inoltre, il 17,1 per cento delle disponibilità per dicembre 2021, con la montagna al top delle prenotazioni (31,6 per cento). Gennaio 2021 risulta al 9,7 per cento e, rispetto al consuntivo 2020, nel mese di novembre 2021 la montagna supera le performance del 2020;

   ma il diffondersi della variante omicron e la ripresa dei contagi hanno al momento condotto a circa il 50 per cento di disdette sulle prenotazioni effettuate; in questo quadro la ripresa dei contagi e la possibilità che alcune regioni, tra le quali anche quelle dove sono maggiormente concentrati gli impianti sciistici, possano cambiare colore e dunque subire delle restrizioni negli spostamenti acuiscono sicuramente la situazione di incertezza;

   appare chiaro che una delle condizioni indispensabili per assicurare la ripresa del settore sia strettamente legata ad informazioni il più possibile certe, sia sul fronte della stagione sciistica che sul quella del turismo internazionale –:

   quali iniziative intenda adottare, a salvaguardia di un settore fortemente penalizzato dalla pandemia, per assicurare il turismo nelle nostre località, siano esse città d'arte che località sciistiche, e garantire la presenza di turisti stranieri in Italia e i viaggi dei nostri connazionali sia in Italia che all'estero.
(3-02680)

(14 dicembre 2021)

   CECCONI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'articolo 1, comma 409, ha riconosciuto un'indennità di specificità infermieristica, nei limiti dell'importo complessivo annuo lordo pari a 335 milioni di euro, con decorrenza prevista dal giorno 1^ gennaio 2021, quale parte del trattamento economico fondamentale;

   la medesima legge di bilancio per il 2021, all'articolo 1, comma 408, ha previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro, in erogazione fin dal mese di gennaio 2021, per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria presso le strutture del servizio sanitario nazionale, al fine di valorizzarne il servizio reso;

   lo stanziamento per la dirigenza medica e veterinaria è stato prontamente erogato mentre l'indennità di specificità prevista per gli infermieri, sebbene già stanziata, non è stata ancora riconosciuta, in quanto il previsto aumento è stato vincolato al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro comparto sanità per il triennio 2019-2021, le cui trattative sono ancora in corso;

   gli infermieri, equivalentemente ai medici ed agli altri operatori sanitari, nel corso della pandemia hanno evidenziato un encomiabile spirito di abnegazione e servizio, anteponendo i bisogni dei pazienti alle proprie legittime rivendicazioni di categoria;

   è necessario ed urgente valorizzare lo straordinario impegno profuso dal personale infermieristico avendo presente che esso rappresenta il pilastro fondamentale del sistema sanitario –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative normative al fine di consentire una rapida erogazione dell'indennità di specificità infermieristica, di cui all'articolo 1, comma 409, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, anche svincolandola, se necessario, dal rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto sanità.
(3-02681)

(14 dicembre 2021)

   FORNARO e PASTORINO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il blocco del turn-over fu introdotto come risposta all'aumento della spesa per dipendenti pubblici. A partire dal 2008 le assunzioni della pubblica amministrazione sono state bloccate da provvedimenti che hanno previsto limitazioni alla sostituzione del personale in uscita. I limiti hanno riguardato fino al 2014 spesa e numero di dipendenti e dopo il 2014 hanno consentito un aumento del personale a parità di spesa;

   il blocco del turn-over ha creato notevoli difficoltà in diversi settori della pubblica amministrazione, portando a un aumento dell'età media dei dipendenti pubblici, seppure con notevoli differenze nei diversi comparti;

   negli anni il blocco delle assunzioni è stato allentato, ma il settore degli enti locali lamenta ancora ancora gravi carenze strutturali che andrebbero affrontate per mantenere i servizi ai cittadini;

   il settore degli enti locali è stato particolarmente colpito dal blocco del turn-over: secondo i dati della Ragioneria dello Stato, pubblicati da Il Sole 24 ore, oggi i comuni hanno 320.304 dipendenti. Nel 2010 erano 392.856, mentre nel 2001 451.878: in dieci anni i dipendenti sono diminuiti del 18,5 per cento, in vent'anni del 29,1 per cento. L'età media dei dipendenti è passata dai 45 anni del 2001 ai 53 del 2021. Il calo è distribuito in tutte le regioni, con oltre il 30 per cento in Molise, Campania, Basilicata, intorno al 20 per cento nelle Marche, in Lombardia, Toscana e Piemonte e riduzioni inferiori al 20 per cento in Calabria, Sicilia, Emilia-Romagna e Veneto;

   il Ministro interrogato ha, in un'intervista a Il Messaggero, pubblicata sul sito del Ministero per la funzione pubblica il 7 aprile 2021, ha ribadito la necessità, tra gli impegni fondamentali per la realizzazione del Next generation Eu, lo sblocco del turn-over; nell'intervista il Ministro interrogato ha ribadito: «Il nostro obiettivo è di garantire innanzitutto il turn-over fisiologico: almeno 500 mila ingressi per cinque anni, 100 mila l'anno, pari al numero di dipendenti pubblici che andranno in pensione secondo le stime della Ragioneria generale dello Stato» — aggiungendo — «bisogna ragionare selettivamente sui settori che si sono maggiormente impoveriti negli ultimi dieci anni», riferendosi proprio al settore degli enti locali –:

   quali azioni intenda intraprendere per lo sblocco del turn-over nel settore degli enti locali, adeguandolo alle piante organiche, con particolare attenzione alle professionalità tecniche di cui vi è un assoluto bisogno, cosicché possano svolgere al meglio il loro servizio alla collettività.
(3-02682)

(14 dicembre 2021)

   ALAIMO, BALDINO, ELISA TRIPODI, FRANCESCO SILVESTRI, BRESCIA, MAURIZIO CATTOI, DE CARLO, DIENI, CORNELI, AZZOLINA e GIORDANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il cosiddetto lavoro agile è stato introdotto con la legge n. 81 del 2017;

   durante l'emergenza pandemica, il lavoro agile in forma semplificata ha rappresentato la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, ma dal 15 ottobre 2021 la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa ordinaria nelle pubbliche amministrazioni è soltanto quella in presenza;

   la categoria dei lavoratori cosiddetti «fragili» non dovrebbe essere soggetta al ritorno in presenza, attesa la loro impossibilità a sottoporsi a vaccinazione e, dunque, agli obblighi derivanti dalla cessazione dello stato di emergenza (31 dicembre 2021);

   al fine di fornire a tutte le pubbliche amministrazioni una cornice omogenea di condotte, i Ministri interessati si sono impegnati per la determinazione di linee guida tese all'ordinato rientro dei dipendenti pubblici, non ancora emanate;

   nella mozione n. 1-00539 approvata il 4 novembre 2021 sono state tracciate le coordinate per un più efficiente ed efficace processo di cambiamento nel settore del pubblico impiego e, nel piano di rientro in presenza del Dipartimento della funzione pubblica, si dovrà tenere conto della definizione degli istituti del rapporto di lavoro connessi al lavoro agile, delle modalità' e degli obiettivi nell'ambito del Piano integrato di attività e organizzazione;

   il protocollo firmato il 7 dicembre 2021 tra Governo e parti sociali detta indirizzi circa la contrattazione collettiva, cui affidare il compito di definire le regole di attuazione del lavoro agile in ogni settore e contesto produttivo nel rispetto di tutti i lavoratori «fragili», tenuto conto anche della variante «omicron»;

   le risultanze dell'attività di analisi per il 2021 svolta dall'Osservatorio sugli effetti del lavoro agile sull'organizzazione delle amministrazioni e sulle attività svolte dalle stesse non sono note, né risultano essere state diffuse attraverso i canali della comunicazione istituzionale;

   nel settore privato le grandi aziende hanno intrapreso una strada decisa verso il mantenimento di livelli alti di impiego del lavoro agile, consapevoli degli impatti positivi in termini di efficienza, produttività, risparmi;

   probabilmente, sarebbe stato più opportuno lasciare in essere la procedura «emergenziale» fino alla sua naturale scadenza –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per favorire un maggiore ricorso al lavoro agile per le pubbliche amministrazioni, anche in considerazione della situazione pandemica e del preoccupante aumento dei contagi, chiarendo anche la possibilità di accesso semplificato per i lavoratori fragili dopo il termine del 31 dicembre 2021.
(3-02683)

(14 dicembre 2021)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la recente vicenda che ha coinvolto la moglie del prefetto e capo del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, Michele Di Bari, che la include tra le sedici persone accusate di caporalato in un'indagine della procura di Foggia, scaturisce dalla diffusa situazione di illegalità radicata nelle campagne del foggiano;

   l'indagine, a seguito della quale il prefetto ha rassegnato le sue dimissioni, è incentrata sullo sfruttamento cui erano sottoposti numerosi braccianti extracomunitari provenienti dall'Africa, impiegati a lavorare nelle campagne della Capitanata;

   la vicenda interessa dieci aziende agricole con un giro d'affari complessivo di cinque milioni di euro l'anno e una di queste ha tra i propri soci amministratori la moglie del prefetto;

   si tratta di una vicenda che giunge dopo anni di continue criticità e responsabilità in capo al Ministero competente: dall'immigrazione alla sicurezza, sono palesi secondo gli interroganti gli errori che evidentemente riguardano anche uomini confermati in ruoli chiave per la gestione del suddetto Dicastero;

   a giudizio degli interroganti è l'ennesimo problema increscioso di competenza di un Dicastero che dette problematicità dovrebbe risolverle e non alimentarle ed è ancora più grave che la vicenda coinvolga una persona che riveste un ruolo apicale nella gestione proprio delle politiche migratorie che portano in Italia i lavoratori poi sfruttati;

   è di tutta evidenza che le responsabilità penali siano personali e non possono essere trasferite ai coniugi, tuttavia si tratta di una vicenda gravissima sulla quale occorrono chiarezza e trasparenza, dal momento che investe un problema gravissimo come quello del caporalato;

   Fratelli d'Italia, in un contesto in cui gli sbarchi raddoppiano e i capi dipartimento si dimettono, ha chiesto che la Ministra interrogata venga a riferire in Parlamento sulla vicenda sopra citata –:

   quali siano le responsabilità in capo alla figura apicale coinvolta e citata in premessa e se esista un chiaro protocollo operativo che stabilisca inequivocabili ipotesi di incompatibilità fra qualsivoglia ruolo rivestito nel Dicastero nella gestione dell'immigrazione e lo svolgimento, anche per il tramite di parenti, di attività economiche legate all'immigrazione e all'erogazione di qualsiasi servizio a rilevanza economica nell'ambito della gestione dell'accoglienza al fine di spezzare pericolosi intrecci economici già emersi in passato e che oggi hanno coinvolto direttamente il Dicastero che rappresenta.
(3-02684)

(14 dicembre 2021)