TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 591 di Martedì 9 novembre 2021

 
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INTERROGAZIONI

A)

   ZANETTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la stampa locale sta dando ampio risalto alla notizia delle gravi difficoltà che sta registrando la procura della Repubblica di Treviso nel caricare nel server il fascicolo del processo penale per il crac di Veneto Banca;

   da tre mesi gli uffici del tribunale stanno, invano, cercando di trasferirlo sulla piattaforma digitalizzata al fine di procedere alle successive notifiche in via telematica alle parti e ai difensori. Il server di Padova, a cui si appoggiano tutte le procure venete, non riesce tuttavia a sostenere il fascicolo, perché troppo pesante;

   il procuratore capo facente funzioni, dottor Massimo De Bortoli, ha spiegato di aver chiesto anche assistenza al centro informatico Cisia di Bologna, «senza ricevere risposta»;

   da tempo sono state segnalate, anche nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, le difficoltà della procura di Treviso nel gestire il complesso e delicato procedimento penale, che rischia la prescrizione, addirittura prima del rinvio a giudizio degli indagati;

   l'episodio qui segnalato costituisce l'ennesimo intoppo di un calvario giudiziario, di cui sono vittima tanti risparmiatori veneti –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda il Ministro interrogato porre in essere per potenziare il server utilizzato dai tribunali veneti e consentire così che questo importante procedimento penale possa proseguire regolarmente il suo corso.
(3-02466)

(6 settembre 2021)

B)

   SURIANO, MARTINCIGLIO e ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 14 della legge 7 luglio 2016, n. 122, e successive modificazioni, ha introdotto il fondo per l'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e gli importi degli indennizzi sono fissati da decreto interministeriale del 22 novembre 2019;

   la legge 11 gennaio 2018, n. 4, e successive modificazioni, introduce nell'ordinamento il patrocinio a spese dello Stato per consentire la tutela e il risarcimento degli orfani per crimini domestici, nella fattispecie ai figli maggiorenni o minorenni che siano rimasti orfani di un genitore a seguito di un omicidio commesso dal coniuge anche legalmente separato o divorziato, o legato da un'unione civile, anche se cessata, o dalla persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza;

   tra le altre disposizioni previste dalla legge n. 4 del 2018, vi sono quelle che prevedono ulteriori strumenti a carico dello Stato, delle regioni e delle autonomie locali in favore dei figli delle vittime, quali assistenza gratuita di tipo medico-psicologico con esenzione della relativa spesa sanitaria e farmaceutica, servizi di consulenza e misure volte a garantire il diritto allo studio e l'avviamento al lavoro;

   con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 21 maggio 2020, n. 71, sono stati finalmente stanziati dal Governo 14,5 milioni di euro per il 2020 e 12 milioni di euro all'anno dal 2021 al 2024, al fine di dare attuazione alla legge n. 4 del 2018, dando sollievo e sostegno economico e morale a tutti gli orfani da crimini domestici;

   esistono, però, episodi di cui bisogna tenere conto, come la triste vicenda accaduta alla famiglia di Giovanna Zizzo, una madre che nell'agosto 2014 ha perso la propria figlia dodicenne, vittima del raptus di follia dell'ex marito che l'ha uccisa prima di tentare il suicidio. Anche la sorella Marica, oggi maggiorenne, venne accoltellata, ma riuscì a salvarsi;

   a seguito di tale vicenda lo Stato ha concesso l'indennizzo alla madre nel quadro della legge n. 122 del 2016, ma non ha potuto estendere alcun beneficio alla sorella della vittima per risarcire i danni psicologici e per avviare un percorso di assistenza negli studi e nell'accesso al mondo del lavoro;

   costituisce un paradosso il fatto che se la vittima non è il genitore, ma altro parente come fratello o sorella, non si applicano i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge n. 4 del 2018 –:

   se si intendano adottare iniziative per estendere i benefici previsti dalla legge n. 122 del 2016 e dalla legge n. 4 del 2018 anche ai parenti di secondo grado in linea collaterale.
(3-02595)

(8 novembre 2021)
(ex 5-05387 del 22 febbraio 2021)

C)

   AMITRANO, DEL SESTO, MARTINCIGLIO e GRIPPA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il lockdown e le attinenti misure restrittive hanno colpito diversi settori produttivi e le relative posizioni professionali, sia in ambito del lavoro subordinato sia nell'ambito del lavoro autonomo, che hanno avuto come esito l'amplificazione delle disuguaglianze che hanno colpito, in modo particolare, le donne, i giovani e i lavoratori autonomi;

   a causa del permanere dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, si sta registrando un ulteriore peggioramento anche delle stime in ambito occupazionale;

   dai dati Istat emerge che a fine 2020 è stato registrato un calo delle imprese femminili di quasi 4 mila attività rispetto al 2019; tale perdita è ascrivibile al Centro-Nord, ma con una forte crescita costante nel Mezzogiorno;

   le imprese guidate da donne sono un milione e 336 mila e i dati di fine 2020 mostrano che la gestione dell'emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d'arresto, soprattutto sulle giovani donne imprenditrici; il commercio collegato al turismo è tra i comparti che più di ogni altro ha subito la crisi pandemica e le grandi città a vocazione culturale e artistica, come Napoli, Roma, Palermo, Firenze e Venezia, sono in particolare sofferenza se si considera che queste città sono quelle che hanno subito di più la crisi economica e che resteranno più indietro, fino a quando non tornerà il normale flusso dei turisti stranieri, il che, nello scenario migliore, richiederà dei tempi più lunghi;

   le necessarie proroghe della chiusura delle attività e le restrizioni inerenti alla mobilità, al fine di contenere il contagio del virus, hanno modificato gli equilibri tra le diverse forme distributive, in quanto la crescita dell'e-commerce sta viaggiando a ritmi esponenziali, guadagnando più di 6 punti percentuali rispetto al 2019, con trasferimento di volumi che, da solo, mette a rischio di chiusura oltre 15 mila imprese e interessa 40 mila occupati;

   il permanere delle chiusure, indipendentemente dal colore della regione, delinea i contorni di una crisi sempre più pesante dal punto di vista occupazionale e sul tessuto economico; la pandemia ha avuto un effetto selettivo, colpendo alcuni settori e lasciando completamente indenni altri, con ricadute differenziate sul lavoro e conseguentemente sui redditi, causando altresì un effetto moltiplicativo sulle tradizionali segmentazioni del mercato del lavoro attraverso l'accentuazione di quelle esistenti e la creazione di nuove; va considerato, inoltre, che l'Italia è il Paese con il più elevato tasso di disoccupazione di lunga durata (57 per cento dei disoccupati, contro il 42 per cento della media europea);

   il perdurare dell'emergenza pandemica prorogata fino al 31 luglio 2021 ha determinato nel corso di un anno una sorta di trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza, poiché sul mercato del lavoro si sono accentuati ulteriormente gli effetti negativi che sono stati fortemente asimmetrici, nonostante le importanti misure di tutela e salvaguardia dei lavoratori, messe in campo dal Governo nel corso del 2020 e nei primi mesi del 2021, al fine di evitare la chiusura di numerose attività commerciali, piccole e medie imprese e, quindi, la dispersione di competenze e la perdita di lavoro con la conseguente emersione di nuove fragilità –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare un sistema di politiche attive a supporto dell'occupazione e iniziative volte a ridurre il divario che la pandemia ha causato in termini di tutela del lavoro tra le diverse tipologie di impiego, tenendo conto dell'ampiezza dei lavoratori coinvolti, al fine di avviare un rafforzamento delle misure sistemiche di sostegno alla formazione professionale per il reinserimento nel mercato del lavoro, anche a vantaggio di lavoratrici e lavoratori autonomi.
(3-02596)

(8 novembre 2021)
(ex 4-09294 del 18 maggio 2021)

D)

   INCERTI, CENNI, CRITELLI, AVOSSA, CAPPELLANI e FRAILIS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i pesanti rincari di molte materie prime alimentari e, su tutte, del grano proseguono senza sosta. I prezzi attuali si confermano molto elevati, vicini ai 500 euro per tonnellata (+ 60 per cento rispetto al 2020), raggiungendo quasi i livelli record dei primi mesi del 2008. Nel mercato del grano duro persistono degli elementi di tensione sia a livello nazionale che internazionale, primo tra tutti la possibile riduzione di oltre tre milioni di tonnellate per il raccolto di Canada e Stati Uniti, duramente colpiti dalla siccità estiva. Forti rincari anche per gli sfarinati di grano duro: il prezzo all'ingrosso della semola è cresciuto ad agosto 2021 di quasi il 30 per cento (+ 60 per cento rispetto al 2020);

   come emerso a margine dell'Open forum del G20 sull'agricoltura sostenibile, risultano molteplici le cause che stanno mettendo sotto pressione il mercato del grano duro: i cambiamenti climatici e le inondazioni che hanno ridotto i raccolti, i rincari dell'energia, le difficoltà nei trasporti e la speculazione finanziaria, la pandemia che ha spinto interi Stati a ricostituire e ampliare le proprie riserve per timore di nuovi blocchi commerciali mondiali;

   alcuni analisti e operatori del settore prevedono aumenti significativi entro dicembre 2021 sui prezzi dei beni al dettaglio, come il pane e la pasta;

   questo scenario richiede, per un Paese trasformatore ma largamente deficitario di materia prima come l'Italia, massima attenzione anche in vista delle imminenti scelte sul piano strategico nazionale e per l'attuazione della nuova riforma della politica agricola comune appena varata da Bruxelles –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo in merito alle criticità evidenziate in premessa e quali iniziative intenda porre in essere per sostenere l'industria della trasformazione e l'intera filiera agroalimentare, al fine di contrastare la volatilità delle quotazioni cerealicole.
(3-02594)

(8 novembre 2021)
(ex 5-06784 del 6 ottobre 2021)

E)

   TERZONI, CIPRINI, MAURIZIO CATTOI, GALLINELLA e PARISSE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la prossima programmazione dei contributi economici europei 2021-2027 è di fondamentale importanza per il rilancio dell'economia del Paese e, in particolare, delle regioni che stanno soffrendo maggiormente non solo gli effetti della pandemia, ma pregresse condizioni di vulnerabilità del sistema economico, connesse all'età della popolazione, al tipo di industria e servizi che lo connotava, all'impatto di gravi emergenze naturali e altro;

   il tessuto sociale ed economico delle regioni Marche e Umbria non solo ha subito le ripercussioni del sisma, ma si è dimostrato particolarmente fragile sia per ragioni demografiche e geografiche, sia per la composizione delle imprese, molte delle quali di piccole e medie dimensioni; queste ultime sono state particolarmente toccate dalle crisi finanziarie tra il 2008 e il 2011 e dalle politiche di cosiddetto dumping sociale, con dismissioni per delocalizzare in altri Stati, ma anche in altre regioni italiane;

   non a caso gli indicatori delle due regioni sono in peggioramento, tanto che il prodotto interno lordo pro capite è molto inferiore alla media delle regioni europee;

   la nuova programmazione pluriennale dei fondi strutturali ha stabilito i nuovi criteri per la suddivisione delle regioni europee nelle tre categorie: in buono stato economico, in transizione e in stato economico negativo. Dalle notizie apprese e in attesa delle decisioni finali dell'Europa, le regioni Marche e Umbria, a causa degli indicatori in peggioramento, secondo i nuovi criteri, ricadono nella categoria «in transizione». A questa categoria corrisponde tutta una serie di facilitazioni per l'accesso ai fondi comunitari, che però, senza una simmetrica e sinergica azione del Governo, con politiche adeguate che possono essere decise a scala nazionale, rischiano di non riuscire a rilanciare le economie delle due regioni;

   lo Stato italiano ha sviluppato una politica di coesione volta a garantire il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, con l'obiettivo di ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni ed uguagliare le opportunità socio-economiche dei cittadini. In Italia, la politica di coesione è finanziata da risorse aggiuntive, comunitarie e nazionali, provenienti rispettivamente dal bilancio europeo (fondi strutturali e di investimento europeo – Sie – con obbligo di addizionalità) e nazionale (cofinanziamento nazionale ai fondi comunitari, fondo per lo sviluppo e la coesione e risorse del piano d'azione per la coesione);

   tra le regioni che usufruiscono di particolari benefici economici e finanziari, nonché sociali e lavorativi, e che rientrano nella politica di coesione, sono inserite le regioni del Sud del Paese, corrispondenti alle regioni italiane «in transizione» (Abruzzo, Molise, Sardegna) e regioni «meno sviluppate» (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) –:

   quali iniziative, anche normative, il Governo intenda porre in campo dal punto di vista fiscale, economico, sociale e in termini di investimenti diretti, per i cittadini, le aziende ed il territorio, per assicurare alle regioni che stanno entrando nella categoria europea di «transizione», come descritto in premessa, politiche nazionali coerenti con quanto deciso a scala europea, sulla base di indicatori oggettivi e per rispettare il principio della politica di coesione volta a ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni ed eguagliare le opportunità socio-economiche;

   se intendano, in considerazione del trend degli indicatori in costante peggioramento, adottare iniziative per estendere i benefici fiscali ed economici destinati alle regioni del Sud del Paese alle nuove regioni «in transizione» elencate in premessa, vista la presenza di altre regioni «in transizione» che già ne beneficiano, così da rendere omogenee le misure economiche e fiscali tra le regioni italiane senza discriminazione.
(3-02231)

(28 aprile 2021)