TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 589 di Venerdì 5 novembre 2021

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   a Napoli dal 13 al 16 ottobre 2021 si è svolto il IV congresso nazionale della Società italiana di riproduzione italiana (Siru), come riporta l'agenzia stampa Ansa; nel corso dei lavori del congresso, è stato lanciato un allarme riferito a rischi riproduttivi che riguarderebbero circa il 60 per cento di ragazzi, con età media 19 anni, che vivono nelle zone della Terra dei Fuochi, l'area territoriale tra la provincia di Napoli e quella di Caserta;

   i dati riguardanti i rischi riproduttivi per le giovani generazioni sono il risultato del progetto «EcoFoodFertility», condotto per due anni in aree d'Italia altamente inquinate, sostenuto dal Ministero della salute e da diversi enti di ricerca tra cui il Cnr, l'Iss ed Enea;

   il liquido seminale, è stato spiegato nel corso del congresso, è un ottimo marker, indicatore di salute ambientale del territorio. Si sono compiute ricerche in giovani sani che vivono in zone a rischio ambientale in Campania e altre regioni italiane. I dati indicano rischi riproduttivi molto importanti per i giovani che abitano nella Terra dei Fuochi, nell'area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate. Dalla ricerca si evince che sui problemi riproduttivi non incidono solo gli stili di vita ma anche i fattori ambientali;

   la ricerca ha fatto emergere alterazioni degli spermatozoi in oltre il 60 per cento dei casi, con una motilità progressiva degli spermatozoi inferiore rispetto ai parametri fissati dall'Oms –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare lo stato della salute riproduttiva per i giovani con età media 19 anni, nella Terra di Fuochi, nell'area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate;

   se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per attivare dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali adatti per individuare eventuali patologie che ostacolano la fertilità, garantendo sicurezza e appropriatezza delle cure in maniera omogenea da Nord a Sud del Paese.
(2-01358) «Sportiello, Lorefice, D'Arrando, Federico, Ianaro, Mammì, Misiti, Nappi, Penna, Provenza, Ruggiero, Villani, Cancelleri, Caso, Scerra, Currò, Alemanno, Grimaldi, Gabriele Lorenzoni, Martinciglio, Migliorino, Troiano, Zanichelli, Adelizzi, Buompane, Donno, Faro, Flati, Gallo, Gubitosa».

(2 novembre 2021)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:

   da oltre un anno si registra un aumento indiscriminato dei costi delle materie prime che si accompagna all'allungamento dei tempi di consegna e a ritardi anche di diversi mesi su tutte le filiere produttive;

   detto aumento pare imputabile: 1) all'azione fortemente speculativa di alcuni operatori economici e finanziari; 2) all'impennata dei prezzi dell'energia; 3) a distorsioni dei mercati interessati, quali, ad esempio, situazioni fortemente oligopolistiche inerenti il settore dei più grandi operatori mondiali del trasporto su mare;

   tutto ciò rischia di causare un aggravamento dei costi di produzione difficilmente assorbibile dal ciclo produttivo, con inevitabili effetti inflazionistici sul piano congiunturale che rischiano di ripercuotersi sui consumi e con effetti recessivi sia sul versante della domanda, che su quello dell'offerta;

   si stanno verificando, ormai progressivamente, gravi difficoltà produttive che, in molteplici occasioni, si trasformano in temporanei stop produttivi;

   per i contratti pluriennali di fornitura, i produttori si trovano a patire un aumento dei prezzi di molto superiore alle più pessimistiche previsioni del rischio di mercato, mentre la stessa aggiudicazione delle gare è ormai messa a repentaglio dalle incertezze sull'eventuale sottostima dei costi;

   i costi delle materie prime incidono fino al 60 per cento sul valore del prodotto finale, con un aumento medio dei costi di produzione intorno al 30 per cento;

   tali extracosti di produzione rappresentano un doppio problema: colpiscono le filiere produttive, con impatti immediati sui costi, e il consumatore finale; due effetti che indeboliscono così la buona riuscita della ripartenza del ciclo economico-produttivo nella fase post-pandemica;

   materie prime fondamentali per i processi produttivi, quali rame, materie plastiche, alluminio e acciaio hanno subìto, nel corso degli ultimi mesi, un aumento repentino dei prezzi che va da un minimo del 33 per cento a un massimo dell'80 per cento;

   simili rincari si registrano anche per materie prime come legno, gomma, grano e mais, dove si è assistito a un aumento medio dei prezzi pari al 15 per cento;

   recentemente è stata registrata la grave carenza di magnesio, metallo impiegato soprattutto in lega con l'alluminio, nella produzione di autoveicoli, oltreché nell'aerospaziale e nel packaging; mentre è noto a tutti il grave problema relativo all'approvvigionamento di chip e microchip;

   la situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di criticità, tra le quali spiccano i rincari della bolletta energetica, questione anche al centro della discussione dell'ultimo Consiglio europeo il 21 e 22 ottobre 2021;

   si scontano gli effetti di mancate politiche, anche nel recente passato, che favorissero l'integrazione delle filiere industriali e della catena del valore sul territorio nazionale, al pari di efficaci accordi commerciali internazionali;

   gli aumenti dei prezzi paiono essere determinati anche dalla carenza di container e dal significativo incremento dei noli marittimi: cause imputabili, principalmente, a una situazione di oligopolio, in cui tre imprese detengono il 45,3 per cento della flotta mercantile globale e appena dieci controllano l'80 per cento del mercato, la cui convergenza di strategie di offerta, in termini di cancellazione di rotte e di riduzione delle capacità complessive di carico, potrebbe configurarsi come un «cartello» anticoncorrenziale;

   ulteriore elemento di vulnerabilità del sistema di approvvigionamento e dei traffici commerciali è rappresentato dal raggiungimento, da parte di alcuni Paesi, delle quote all'import e dalla conseguente applicazione dei dazi che, con ogni probabilità, si registrerà nei prossimi mesi a causa del raggiungimento dei livelli fissati dalle quote trimestrali, con inevitabili effetti sul livello dei prezzi dei beni interessati;

   le limitazioni alle importazioni, soprattutto sul piano europeo, risentono di uno scenario di riferimento pre-pandemico e pensato alla luce dell'assetto geopolitico del 2018; esse pertanto rischiano di comprimere le virtualità di ripresa dell'attuale scenario macroeconomico, con ricadute negative su tutte le filiere;

   le strategie di integrazione verticale e il rafforzamento delle posizioni dominanti di tali imprese si ripercuotono su tutta la filiera logistica, restringendone la concorrenza e così condizionando alla base la determinazione dei costi dei cicli produttivi;

   la tutela della concorrenza è un valore fondante dell'Unione europea ed è preordinata al buon funzionamento del mercato: obiettivo ancor più fondamentale nella fase che accompagna l'uscita dalla pandemia –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di contrastare i citati aumenti di costi delle materie prime e quali iniziative intenda adottare, in seno alle istituzioni dell'Unione europea, al fine di promuovere un'attenta analisi sull'andamento dei mercati delle materie prime e dei noli marittimi, una verifica della regolamentazione europea attualmente vigente in tema di quote e limitazioni alle importazioni, e di alleanze marittime, e l'adozione di iniziative per introdurre misure di contrasto di attività speculative e/o oligopolistiche e anticoncorrenziali, che sono alla base dell'aumento dei prezzi delle materie prime e che sono in grado di compromettere la ripresa del ciclo economico-produttivo.
(2-01356) «Boschi, Colaninno, Moretto, Ungaro».

(29 ottobre 2021)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:

   la coltivazione della patata rappresenta la produzione agricola nazionale più importante dopo quella del pomodoro e, con oltre 5.000 aziende agricole che operano nel settore, costituisce una delle realtà più significative del comparto ortofrutticolo italiano, vantando anche eccellenze certificate quali la Patata di Bologna Dop e la Patata della Sila IGP;

   secondo le più recenti stime delle associazioni dei produttori, ne sono interessati circa 60.000 ettari con una produzione media annua di circa 1,5-1,7 milioni di tonnellate e un valore economico medio di 279 milioni di euro; le regioni maggiormente coinvolte sono l'Emilia-Romagna, la Campania e l'Abruzzo che da sole rappresentano il 45 per cento dell'intera produzione;

   come noto, l'impiego delle macchine escavatrici necessarie alla raccolta delle patate determina una continua sollecitazione della loro epidermide provocando contusioni e ferite che, in corrispondenza degli urti, danno vita a zone di imbrunimento con una conseguente veloce traspirazione e trasformazione dell'amido in zucchero e la successiva degenerazione dei tessuti attaccati su cui, poi, si ingenerano i danni da agenti biotici;

   nelle ultime quattro annate di raccolta sono state sempre più frequenti e allarmanti le segnalazioni pervenute dalle aziende produttrici e dalle organizzazioni di categoria circa le problematiche relative alla qualità dei tuberi dovute, oltre che all'andamento delle condizioni meteorologiche «estreme» degli ultimi anni, anche all'utilizzo dei macchinari per la raccolta meccanizzata;

   la raccolta meccanizzata delle patate, inoltre, se da un lato ottimizza e facilita i tempi di raccolta, dall'altro, con lo stoccaggio in magazzino, non consente la cosiddetta «post-maturazione» necessaria per ottenere un'adeguata cicatrizzazione dei tuberi con inevitabili effetti negativi sulla conservabilità, influendo anche in modo consistente sulla perdita di peso del prodotto;

   per fare un esempio concreto dei danni causati alle patate dai micro organismi fungini, relativamente alla stagione 2018, per la sola regione Emilia-Romagna sono state stimate in circa 150.000 le tonnellate di prodotto invendibile, pari al 3 per cento della produzione totale stoccata;

   negli Stati Uniti, per proteggere il prodotto, viene concesso l'utilizzo, nel post- raccolta, di alcuni fitofarmaci vietati in Europa, mentre i prodotti fitosanitari autorizzati nell'Unione europea non hanno mostrato nel loro utilizzo una positiva e significativa efficacia;

   un prodotto – definito corroborante – che si è rivelato in grado di ottenere una buona protezione delle patate è l'olio di girasole, particolarmente indicato per la sua efficacia nell'attenuare, in cella frigorifera, la respirazione dei tuberi ottenendo quindi una concreta azione anti fungina con conseguente inibizione del germoglio; l'olio di girasole si mostra in grado di creare una barriera esterna che rimuove l'ossigeno dal substrato, prevenendo gli attacchi degli agenti patogeni;

   l'olio di girasole è stato già autorizzato come corroborante ai sensi dell'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2012, n. 55, per l'utilizzo in campo aperto. La normativa vigente sull'utilizzo degli oli vegetali alimentari (decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo 18 luglio 2018, n. 6793) prevede la possibilità del suo utilizzo sulle derrate ortofrutticole come corroborante nel post-raccolta anche nei luoghi chiusi. Nei centri di stoccaggio e nelle celle frigorifere, però, necessita di un veicolante che permette di ottenere una più efficace distribuzione e nebulizzazione sul prodotto conservato;

   risulta agli interpellanti che è attualmente in istruttoria, presso la Commissione tecnica di cui all'articolo 17 del citato decreto n. 55 del 2012, la valutazione del prodotto a base del corroborante olio di girasole con i necessari coformulanti –:

   se e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, in merito alla questione esposta e se non ritenga indispensabile, anche solo temporaneamente, autorizzare l'impiego del corroborante olio di girasole nella formulazione funzionale al suo effettivo utilizzo.
(2-01350) «Cillis, Di Sarno, Bilotti, Cadeddu, Cassese, Del Sesto, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Pignatone, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Federico».

(26 ottobre 2021)