TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 549 di Mercoledì 28 luglio 2021
MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE IN RELAZIONE
AL CASO JULIAN ASSANGE
La Camera,
premesso che:
il 28 marzo 2021 Stella Morris, moglie di Julian Assange, ha riportato la notizia della lettera inviata da Papa Francesco al marito, incarcerato nel Regno Unito dal 2019, per il tramite del prete del penitenziario;
Julian Assange, cittadino australiano, è al centro di un caso diplomatico e giuridico che dura ormai da undici lunghissimi anni;
giornalista, attivista e programmatore informatico, nel 2006 Assange ha fondato il sito wikileaks.org (WikiLeaks) con l'obiettivo di offrire uno spazio libero ai whistleblower disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati;
il sito, negli anni, è stato curato da molti giornalisti, attivisti e scienziati, riscuotendo sempre maggiore attenzione nell'opinione pubblica, rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale;
le rivelazioni di WikiLeaks hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a Governi, uomini di potere, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale;
nel 2010 Assange è assurto ad ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti classificati statunitensi, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti diversi crimini di guerra;
nell'ottobre del 2010, pochi mesi prima delle accuse avviate contro Julian Assange in Svezia WikiLeaks pubblicò video e documenti diplomatici relativi alle guerre in Afghanistan e in Iraq. Fu una delle più grandi fughe di notizie della storia che documentarono abusi delle forze americane, compresa l'uccisione di decine di civili, compresi due giornalisti della Reuters, da parte di un elicottero da guerra statunitense Apache a Baghdad nel 2007;
WikiLeaks, attraverso il così denominato «Cablegate», diffuse più di 300 mila documenti riservati dell'esercito statunitense che rivelarono gravi inadempienze della autorità nel perseguire abusi, torture, violenze perpetrate durante le guerre in Afghanistan e Iraq;
durante le primarie presidenziali del Partito democratico statunitense del 2016, WikiLeaks pubblicò delle e-mail inviate e ricevute dalla candidata Hillary Clinton dal suo server di e-mail privato quando era Segretario di Stato dimostrando, tra l'altro, il coinvolgimento dell'Arabia Saudita e del Qatar in varie azioni di supporto alla formazione dello Stato Islamico in Siria e in Iraq (Isis) e ponendo concreti dubbi sul coinvolgimento statunitense in esse;
per le sue rivelazioni, Julian Assange ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la «Gold medal for Peace with Justice» da Sydney Peace Foundation e il «Martha Gellhorn Prize for journalism»), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza;
nel 2012, per sfuggire all'arresto da parte della polizia britannica, Julian Assange trovò asilo presso l'ambasciata dell'Ecuador, il cui Governo gli avrebbe riconosciuto in quello stesso anno lo status di rifugiato politico e il diritto d'asilo;
l'11 aprile 2019, la polizia britannica ha arrestato Julian Assange all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, con il consenso delle autorità ecuadoriane dopo che, in seguito al cambio di Governo, le stesse gli avevano revocato lo status di rifugiato;
nella serata dell'11 aprile 2019, Julian Assange è stato condotto dinanzi alla Westminster Magistrates' Court, dove sembrerebbe sia stato riconosciuto colpevole ipso facto d'aver violato, nel 2012, i termini della cauzione: quando aveva deciso di rifugiarsi nell'ambasciata ecuadoriana e di non comparire di fronte a un giudice britannico che lo aveva convocato per conto della magistratura svedese, nell'ambito di una controversa inchiesta per presunto stupro e molestie, avviata contro di lui a Stoccolma; si tratta di accuse poi archiviate;
oggi quindi Julian Assange risulta essere detenuto nel Regno Unito per aver violato le condizioni di una libertà vigilata imposte sulla base di un mandato poi revocato, ma la motivazione reale della sua detenzione parrebbe risiedere nella richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti;
le autorità di Washington asseriscono, infatti, che Julian Assange e WikiLeaks avrebbero messo a repentaglio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Con questa stessa accusa Chelsea Manning, che a WikiLeaks fornì i documenti nel 2010, è stata dapprima condannata a 35 anni di prigione e, successivamente, graziata dal Presidente Obama;
l'estradizione nei confronti di Assange troverebbe una ragione di fondamento in un atto di accusa segretamente depositato ad Alexandria, nello Stato del Virginia, che consisterebbe di un solo capo di imputazione, insieme a Chelsea Manning, relativo al reato di pirateria informatica, anche se sembrerebbe che il Ministero della giustizia statunitense abbia contestato ad Assange altri reati, tra cui quelli di cospirazione e spionaggio;
dopo quasi undici anni, quella in atto contro Julian Assange assume i contorni di una persecuzione contro la persona e di una ritorsione contro il progetto WikiLeaks, ma rappresenta anche un pericoloso precedente per attivisti, giornalisti e whistleblower negli Stati Uniti, così come in qualunque altro Stato;
la detenzione di Julian Assange – i cui presupposti erano già stati respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, che si è rivelata anche avvenire in condizioni gravosamente severe –, nonché le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli Usa, hanno suscitato forte protesta e appelli per il suo rilascio da parte dell'opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani;
nel novembre 2019, il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata; si tratta di una dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d'Europa, di cui il Regno Unito è peraltro Stato membro fondatore;
nel dicembre 2020 lo stesso relatore Onu sulla tortura, oltre a rinnovare l'appello per l'immediata liberazione di Assange, ha chiesto, senza esito, che questi venisse almeno trasferito dal carcere ad un contesto di arresti domiciliari;
il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l'estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale, per l'alto rischio di tendenze suicide; tuttavia, nonostante quanto espresso in precedenza e nonostante le precarie condizioni di salute, Julian Assange risulta ancora detenuto in condizioni gravosamente severe presso la prigione di Belmarsh;
per questa ragione, è opportuno esercitare la massima pressione sul Regno Unito affinché comprenda la gravità della situazione e garantisca la protezione di Julian Assange, accogliendo quanto richiesto dal relatore Onu sulla tortura e quanto fatto proprio dal Consiglio d'Europa, massima istituzione per lo Stato di diritto e per la tutela dei diritti umani di cui il Regno Unito è membro fondatore;
finché a Julian Assange non verrà riconosciuta la piena libertà, lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale, il rischio che egli possa andare incontro a violazioni dei diritti umani sarà sempre concreto e incombente, oltre che essere sottoposto a condizioni detentive che violerebbero il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti e ad un processo iniquo che, negli Stati Uniti, potrebbe essere seguito dalla pena di morte, a causa del suo lavoro con WikiLeaks,
impegna il Governo
1) ad intraprendere, anche in aderenza alle convenzioni internazionali e specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ogni utile iniziativa di competenza finalizzata a garantire la protezione e l'incolumità di Julian Assange da parte delle autorità britanniche e a scongiurarne l'estradizione.
(1-00456) «Cabras, Colletti, Maniero, Trano, Massimo Enrico Baroni, Giuliodori, Sapia, Spessotto, Corda, Termini, Siragusa, Sarli, Testamento».
(7 aprile 2021)
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A POTENZIARE IL CONTRASTO AD INFILTRAZIONI MAFIOSE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI PREVISTI DAL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
La Camera,
premesso che:
gli ultimi decreti-legge convertiti o in fase di conversione da parte di questo Parlamento presentano un pacchetto complessivo di interventi di circa 221,5 miliardi di euro;
tanto il Piano nazionale di ripresa e resilienza quanto il Fondo complementare, infatti, sono volti soprattutto a sostenere economicamente gli enti pubblici, le imprese e il mondo del lavoro e a rendere possibili ingenti investimenti infrastrutturali; intercettare una tale immissione di liquidità sarà, con ogni probabilità, il prossimo e primo obiettivo della criminalità organizzata, in particolare quella di stampo mafioso;
le vicende giudiziarie degli ultimi anni, infatti, hanno ben mostrato come l'economia mafiosa si sia indirizzata verso lo sfruttamento dei contributi e dei fondi di solidarietà di derivazione nazionale ed europea; per questa ragione, a fronte dell'imminente attuazione dei progetti inclusi nel piano nazionale di ripresa e resilienza, risulta ancora più importante procedere ad una supervisione più stringente sull'assegnazione e sulla gestione dei suoi fondi;
fin dall'emanazione del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, adottato sulla base delle deleghe contenute nella legge 13 agosto 2010, n. 136, la disciplina normativa in materia di lotta alla mafia ha beneficiato di un quadro organico e coerente; la regolamentazione abbraccia, in particolare, tanto le misure di prevenzione, personali e patrimoniali, in senso stretto, quanto gli aspetti legati alla documentazione, quanto, infine, le attività investigative nella lotta contro la criminalità mafiosa;
il sistema italiano della prevenzione antimafia, per articolazione delle norme e complessità degli istituti, è pacificamente considerato come la forma di legislazione più avanzata ed efficace per il contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso; il duplice obiettivo dell'impianto di prevenzione consiste nella volontà di trovare un corretto bilanciamento tra due interessi: da una parte, la necessità di ostacolare in modo efficace e inesorabile ogni infiltrazione della criminalità mafiosa nel tessuto economico-produttivo nazionale anche per il nocumento che ciò produrrebbe ai danni delle imprese sane e del libero mercato; dall'altro, il bisogno di salvaguardare il processo di rapida esecuzione dell'opera pubblica o dell'iniziativa economica privata;
tuttavia, un insieme così complesso di risorse richiede un costante controllo e coordinamento e un significativo stanziamento di risorse economiche a loro supporto;
ciò vale, in particolare, per gli uffici della direzione investigativa antimafia (Dia) e delle varie direzioni distrettuali, le quali, anche grazie alla complessa attività di monitoraggio sugli appalti, assicurano un presidio di prevenzione insostituibile; la centralità della Dia nel sistema di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali nel delicato settore dei pubblici appalti è stata più volte ribadita da molti documenti: i decreti ministeriali del 20 novembre 2018 (Disposizioni urgenti per la città di Genova. Misure amministrative di semplificazione in materia antimafia) e del 15 luglio 2019 (Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici) hanno recentemente rimarcato la rilevanza della Dia in relazione agli accertamenti preliminari antimafia; l'esperienza maturata ha permesso così agli uffici e alle sezioni antimafia di enucleare le varie e complesse modalità d'infiltrazione praticate dall'impresa mafiosa per aggiudicarsi gli appalti;
secondo recenti statistiche elaborate proprio dalla stessa Dia, durante il 2020 si è registrato un incremento del 31,3 per cento delle istruttorie per mafia chiuse con esito positivo rispetto al 2019, a dimostrazione dei più intensi tentativi di infiltrazione mafiosa in una economia in seria difficoltà a causa dell'emergenza sanitaria;
oltre agli aspetti preventivi e repressivi, risulta di estrema rilevanza preservare e implementare il procedimento di follow up: si pensi all'utilizzo dei patrimoni immobiliari e aziendali sottratti ai mafiosi, portato avanti dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, al contrasto al caporalato assicurato dal personale specializzato che opera presso l'ispettorato del lavoro, al sostegno economico e alla protezione per gli imprenditori che denunciano il racket e l'usura; tutti questi strumenti rappresentano modi concreti per indebolire il potere delle cosche e il loro consenso sociale sui territori, rafforzando l'immagine e la credibilità dello Stato;
oltre a tali fondamentali presìdi, un approccio autenticamente sistematico richiederebbe poi un investimento di risorse anche in campo formativo, informativo e culturale che coinvolga la società civile quale attore attivo nella lotta alla mafia; l'educazione alla legalità dovrebbe passare anche dalla capacità di permettere alle persone, in particolare al Centro-nord, di conoscere i segnali di presenza mafiosa sui territori e nell'economia e così di agire in modo preventivo, fornendo un adeguato e coordinato supporto alle forze di polizia,
impegna il Governo:
1) a valutare l'opportunità di assumere le iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività d'indagine di contrasto e delle infiltrazioni mafiose nell'esecuzione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, a tal fine, ad adottare iniziative per utilizzare eventuali avanzi dei fondi stanziati, ovvero altre eventuali risorse per un importo pari a 2 miliardi di euro, in particolare:
a) rafforzando la dotazione, in termini di mezzi e di personale, della Direzione investigativa antimafia, delle direzioni distrettuali antimafia, dell'ispettorato del lavoro e dell'Ufficio del Commissario di Governo per le attività antiracket e antiusura;
b) incrementando i fondi per rendere possibile la gestione di beni sia a livello sociale che istituzionale da parte dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati;
c) rafforzando gli appositi fondi stanziati a livello statale in favore degli imprenditori che denunciano il racket e l'usura;
d) prevedendo forme di compensazione economica per quelle imprese nei confronti delle quali l'informazione interdittiva antimafia sia stata revocata per assoluta mancanza dei presupposti;
e) investendo nella formazione di pool investigativi specializzati, composti non solo da appartenenti alle forze di polizia, ma anche da tecnici dotati di diverse competenze, tra cui quelle economico-finanziarie, statistiche, informatiche e di gestione aziendale;
f) potenziando le banche-dati esistenti creando un programma nazionale di condivisione dei dati in esse contenute, al fine di migliorare sensibilmente la qualità dell'attività investigativa e, conseguentemente, repressiva;
g) finanziando corsi di formazione per amministratori locali, personale della pubblica amministrazione e della polizia locale per mettere in grado le relative strutture, in particolare al Centro-nord, di conoscere i segnali di presenza mafiosa sui territori e nell'economia;
h) finanziando programmi, master universitari e corsi di alta formazione che formino persone in grado di attuare progetti antimafia e anticorruzione, sia nel settore pubblico che in quello privato;
i) finanziando campagne informative, in televisione o su internet, a livello nazionale, che raccontino come operano le mafie sui territori e cosa viene fatto o può essere fatto per prevenire e contrastare il fenomeno.
(1-00498) «Cantalamessa, Molinari, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Caparvi, Capitanio, Carrara, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Gastaldi, Gerardi, Germanà, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Lucentini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Mariani, Maturi, Micheli, Minardo, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolin, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ravetto, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Snider, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Viviani, Raffaele Volpi, Zanella, Zennaro, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».
(30 giugno 2021)
La Camera,
premesso che:
durante i primi 18 mesi di pandemia sono stati varati una serie di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per misure di emergenza sanitaria e di sostegno all'economia;
i provvedimenti, in fase di conversione, sono stati analizzati dalle diverse Commissioni parlamentari anche attraverso specifiche indicazioni pervenute in sede di audizione da rappresentanti istituzionali ed esperti;
sono stati auditi a più riprese i magistrati che operano nei principali distretti italiani, nonché nelle direzioni distrettuali antimafia, compreso il procuratore della Direzione nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho;
già in occasione della conversione in legge del decreto-legge «liquidità», il procuratore Cafiero de Raho aveva espresso in Commissione VI finanze preoccupazione per le attività del settore «Ho.re.ca.», per i passaggi di mano di attività o di quote, sottolineando la necessità di una sorveglianza rafforzata anche nella concessione dei mutui, attraverso la trasmissione di dati nelle modalità indicate;
a tal fine, sarebbe importante anche l'istituzione di banche dati gestite dagli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali e messe a disposizione degli inquirenti, come indicato nella proposta di legge atto Camera n. 2903 depositata da l'Alternativa c'è;
allo stesso tempo occorrerebbero l'istituzione di nuovi fondi e il rafforzamento di quelli esistenti in favore delle vittime dell'usura, come era stato proposto dall'onorevole Piera Aiello mediante l'introduzione di una norma in via emendativa nel decreto-legge «sostegni bis» atto Camera n. 3132 – decreto-legge n. 73 del 2021, articolo 13-bis;
va inoltre considerato che, come paventato e come poi appurato dalla magistratura, le mafie hanno già messo le mani su parte delle risorse destinate alla ripartenza ed elargite tramite i decreti emergenziali e il rischio che si rafforzino facendo lo stesso con quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del fondo complementare, mentre il Parlamento ha convertito e si prepara a convertire provvedimenti per circa 221,5 miliardi di euro, è concreto;
le mozioni presentate da altri gruppi e componenti parlamentari sollecitano condivisibilmente il Governo ad introdurre strumenti finanziari ed operativi volti a potenziare l'operato delle direzioni distrettuali antimafia;
tale operato rischia, tuttavia, di divenire inefficace a causa della disarticolazione del codice degli appalti determinata dalle disposizioni appena approvate con il decreto-legge «semplificazioni» (atto Camera n. 3146) e dell'introduzione della riforma giudiziaria prevista dal disegno di legge recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello (atto Camera n. 2435 Governo), come segnalato da gran parte degli esperti del settore e dagli stessi magistrati antimafia,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte all'istituzione di un fondo per rilasciare garanzie agli istituti di credito che concedono prestiti, altri finanziamenti e mutui per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura, in modifica di quanto previsto dal comma 1-ter dell'articolo 3 della legge 23 febbraio 1999, n. 44;
2) ad adottare iniziative normative volte a rafforzare la disciplina in materia di conservazione di documenti, dati e informazioni da parte degli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali per prevenire il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, in linea con quanto segnalato in premessa.
(1-00506) «Trano, Colletti, Maniero, Giuliodori, Sapia, Cabras, Corda, Spessotto, Vallascas, Forciniti, Testamento, Costanzo, Leda Volpi».
(26 luglio 2021)
La Camera,
premesso che:
nello scenario economico italiano, aggravato dalle conseguenze derivanti dalla pandemia da COVID-19, si rileva un particolare attivismo da parte delle associazioni criminali teso a sfruttare le difficoltà economiche del tessuto produttivo del Paese;
lo scenario che emerge costantemente dalle indagini è quello di una mafia che, oltre a mirare al controllo del territorio e del mercato degli stupefacenti, punta a infiltrarsi nell'economia legale e a condizionare i flussi finanziari e il libero mercato, allungando i propri tentacoli sui finanziamenti statali ed europei, anche attraverso la collaborazione di professionisti e tecnici asserviti ai propositi criminali delle organizzazioni mafiose;
al dinamismo imprenditoriale della criminalità mafiosa si contrappone, purtroppo, uno Stato privo della necessaria flessibilità nell'affrontare la sfida e ingessato dentro una legislazione non al passo con i tempi;
a fronte di tale situazione l'Italia si deve preparare a gestire, nel corso dei prossimi anni, le ingenti risorse stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal Piano nazionale per gli investimenti complementari, dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030, nonché dai fondi strutturali e di investimento europei per gli anni 2021-2027;
nonostante la diffusa consapevolezza del problema, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche il recente decreto-legge n. 77 del 2021, non dedica ad esso una particolare attenzione, richiamando l'applicazione di istituti generici, come i protocolli di legalità, il potenziamento delle strutture amministrative e della magistratura sul territorio e il rafforzamento della filiera dei controlli e della tracciabilità della spesa. Di fatto, nulla di nuovo rispetto a quanto già esistente e senza un preciso cronoprogramma attuativo. Anche per il settore degli appalti non sono state poste in essere particolari misure se non meri rinvii a norme già esistenti che, come sottolineato recentemente dall'Autorità nazionale anticorruzione nella relazione 2021 sulla propria attività, non sono state sufficienti a contrastare lo sviluppo di tale fenomeno che, nel corso del 2020, anno di drastica riduzione dell'attività economica e di restrizioni dovute alla pandemia, contrariamente alle attese, ha registrato un numero di segnalazioni di fatti illeciti quintuplicato rispetto all'anno 2015 (622 contro 125);
in data 11 maggio 2021 con l'ordinanza n. 97 la Corte costituzionale si è espressa in merito alla questione dell'ergastolo ostativo, affermando che è proprio l'effettiva possibilità di conseguire la libertà condizionale a rendere compatibile la pena perpetua con la Costituzione e che, laddove questa possibilità fosse preclusa in via assoluta, l'ergastolo sarebbe invece in contrasto con la finalità rieducativa della pena di cui all'articolo 27;
pur non disconoscendo la funzione rieducativa della pena rilevata dalla Corte costituzionale, è, tuttavia, necessario riaffermare e valorizzare anche la funzione social preventiva, retributiva e punitiva della pena, in particolare modo nei confronti di coloro che sono stati condannati per delitti commessi avvalendosi delle condizioni di cui all'articolo 416-bis del codice penale, ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni in esso previste;
pur a fronte degli sforzi profusi da ciascuno, le forze dell'ordine e la magistratura necessitano di nuove e maggiori risorse umane, tecnologiche e strumentali per affrontare le sfide della criminalità organizzata,
impegna il Governo:
1) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività d'indagine e contrasto della criminalità organizzata attraverso il potenziamento delle forze dell'ordine e della magistratura, tanto in termini di personale quanto di dotazioni tecnologiche e strumentali;
2) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività di coordinamento e vigilanza dell'Autorità nazionale anticorruzione, anche attraverso il rafforzamento del Piano nazionale anticorruzione;
3) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura e dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, tanto sotto il profilo delle risorse umane assegnate quanto degli strumenti normativi a disposizione per contrastare la criminalità;
4) ad adottare iniziative per investire sulla maggiore digitalizzazione del procedimento penale, nel rispetto del diritto di difesa, in modo tale da semplificare e rendere più efficiente l'azione della magistratura, prevedendo inoltre l'istituzione di tribunali distrettuali antimafia presso ciascun distretto di corte di appello;
5) ad assumere urgenti iniziative normative, come richiesto dall'ordinanza della Corte costituzionale n. 97 del 2021, sul regime del cosiddetto carcere duro e dell'ergastolo ostativo, al fine di predisporre interventi volti a contemperare la finalità rieducativa della pena con le inderogabili esigenze di sicurezza della collettività e le esigenze social preventive, introducendo il principio stringente che solo una fondata e argomentata prognosi in ordine alla non reiterazione del reato e alla rescissione di ogni collegamento con ambienti criminosi, con onere probatorio a carico del detenuto, possa consentire una positiva valutazione relativa alla non attualità della pericolosità sociale che giustifica l'ammissione ai benefici;
6) a porre in essere iniziative per ingenti investimenti in materia di edilizia penitenziaria, in particolare per le strutture carcerarie dedicate alla criminalità organizzata e per il contestuale rafforzamento della polizia penitenziaria;
7) ad adottare iniziative per digitalizzare integralmente le procedure di affidamento dei contratti pubblici finanziati a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, del Piano nazionale per gli investimenti complementari, del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e dei fondi europei 2021-2027, in modo tale da garantire la tracciabilità dei procedimenti, anche avvalendosi delle esperienze in materia di e-procurement sviluppate da Consip.
(1-00507) «Lollobrigida, Meloni, Ferro, Delmastro Delle Vedove, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Donzelli, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».
(26 luglio 2021)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
CAPPELLACCI, OCCHIUTO e PITTALIS. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
in queste ore la Sardegna vive una situazione drammatica a causa dei roghi divampati il 24 luglio 2021, che hanno devastato decine di migliaia di ettari di territorio;
oltre 1.500 persone sono state costrette a sfollare mentre le fiamme hanno accerchiato i centri abitati, distrutto un patrimonio boschivo e di macchia mediterranea dal valore inestimabile, bruciato le campagne insieme alle coltivazioni e al bestiame;
la situazione richiede una serie di interventi immediati e urgenti, sia per domare definitivamente le fiamme che per attivare da subito le operazioni di bonifica delle aree colpite;
altrettanto urgente è l'assistenza economica alle famiglie che hanno subito danni alle proprie abitazioni, il sostegno alle imprese e la cura degli animali superstiti presenti nelle aziende, soprattutto alla luce delle prime stime effettuate che ipotizzano danni economici per circa 1 miliardo di euro;
occorre altresì procedere ad una stima celere e puntuale dei danni per attivare al più presto un sistema di indennizzi efficiente, che non resti imbrigliato nelle maglie burocratiche;
è di vitale importanza prevedere un'erogazione degli aiuti adeguata ad un'emergenza che avviene in un contesto già caratterizzato da una gravissima difficoltà economica per effetto della pandemia;
è evidente che un evento di queste proporzioni non solo incide pesantemente sui settori direttamente danneggiati, non solo interrompe bruscamente la stagione turistica, ma colpisce trasversalmente tutti i comparti dell'economia;
accanto alle misure di sostegno occorre prevedere anche una sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, nonché delle misure straordinarie per il patrimonio ambientale e per rimediare ai danni subiti da immobili pubblici e privati;
appare inoltre necessario dare una risposta decisa dello Stato sul tema della prevenzione e della lotta agli incendi, rinforzando il presidio dei territori –:
alla luce della gravissima situazione determinata dagli incendi in Sardegna, quali iniziative di competenza intenda assumere con urgenza al fine di affrontare l'emergenza per quanto riguarda i danni economici prodotti, sostenendo le famiglie, le imprese e i territori colpiti.
(3-02426)
(27 luglio 2021)
FASSINA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Fondo complementare costituiscono occasione per il rilancio del Mezzogiorno. A tal fine il Governo ha deciso di investire almeno il 40 per cento delle risorse «territorializzabili», circa 82 miliardi di euro, per le regioni del Sud;
così il Sud contribuirebbe per un terzo dei 15 punti di prodotto interno lordo aggiuntivi, con un significativo aumento dell'occupazione;
nel testo ufficiale delle singole misure del Piano destinate al Mezzogiorno si individuano solo 22 miliardi di euro, per la metà interventi ferroviari e azioni sulle grandi reti. Pertanto, un ammontare inferiore al 10 per cento del totale delle risorse previste per il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Fondo complementare;
anche tenendo conto che 13 miliardi di euro potrebbero essere spesi nel Mezzogiorno per voci nelle quali non sono individuate risorse certe, si arriva ad uno stanziamento di 35 miliardi di euro, circa un sesto del totale;
questo farebbe ritenere che le stime di crescita del Sud scritte nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono, al momento, conseguenza di ipotesi, condizionate all'effettiva disponibilità ed utilizzo degli 80 miliardi di euro annunciati, soltanto in parte aggiuntivi rispetto all'allocazione «tendenziale» pre-Piano nazionale di ripresa e resilienza e pre-Fondo complementare; ad esempio, la linea Napoli–Bari disponeva già di un finanziamento;
il Parlamento sul Fondo complementare, non sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha inserito alcuni indirizzi territoriali aggiuntivi (rinnovo dei bus, 50 per cento al Sud, interventi sulle ferrovie regionali, 80 per cento al Sud);
sarebbe stato auspicabile un chiaro vincolo, e non solo un orientamento, per una parte degli altri incentivi (contratti di filiera, agroalimentare, accordi per l'innovazione) verso il Sud, mentre non vi è alcun impegno di riequilibrio territoriale per gli interventi nei grandi servizi pubblici, dove vi sono enormi scarti fra Nord e Sud (per i 4,6 miliardi di euro per gli asili nido non vi sono indicazioni di approdo territoriale);
l'effettiva allocazione territoriale delle risorse, oggi non precisata, dipenderà dalle norme attuative di riparto definite da ciascun Ministero e dall'esito dei bandi per l'attribuzione su base competitiva, una modalità di riparto dipendente dalla diseguale distribuzione territoriale delle capacità amministrative, più modeste nelle aree del Mezzogiorno, spesso in conseguenza di deficit storici e recenti di personale e risorse strumentali –:
quali iniziative il Governo intenda assumere affinché le risorse per il Sud siano attribuite nella misura effettiva del 40 per cento e, in tale contesto, se non si intenda attuare in via preliminare un riequilibrio territoriale di risorse umane e strumentali e monitorare le scelte di ciascun Ministero, l'esito dell'attribuzione delle risorse su base competitiva e, eventualmente, intervenire con interventi correttivi.
(3-02427)
(27 luglio 2021)
BALDINO, BRESCIA, ELISA TRIPODI, FRANCESCO SILVESTRI, MAURIZIO CATTOI, ALAIMO, CORNELI, DE CARLO, DIENI, AZZOLINA e GIORDANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i tragici fatti di Ardea hanno gettato tutta la comunità locale nello sgomento e sollevato indignazione da parte di tutti i cittadini, non solamente per la dinamica dei fatti, ma anche e soprattutto perché l'omicida aveva ancora l'arma del padre, ex guardia giurata, con la quale ha sparato uccidendo due bambini e un uomo;
da quanto si apprende, l'uomo che ha sparato viveva ad Ardea con la madre, il padre ex vigilante, morto nello scorso autunno, aveva in dotazione una Beretta calibro 7,65, che nessuno aveva mai restituito;
a seguito dei fatti, le forze dell'ordine si sono attivate per cercare di capire «come mai l'arma utilizzata dall'uccisore era ancora lì dove non doveva essere»;
il triplice omicidio avvenuto il 14 giugno 2021 nel comune laziale solleva una questione a monte sulla tracciabilità delle armi, intorno alla quale si continua fortemente a discutere, come è stato ribadito durante una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza tenutasi a Firenze;
il dato appare ancora più sconcertante se si considera che le licenze rilasciate in Italia per detenzione legale di armi risultano in crescita, in particolare l'uso sportivo (+27 per cento). Resta da chiarire, poi, che fine viene riservata alle armi iscritte nei registri cartacei prima dell'informatizzazione delle procedure, così come quelle acquistate con licenze oggi scadute oppure con il «nulla osta», permesso temporaneo di 30 giorni e di cui non si hanno dati;
i recenti fatti occorsi a Voghera, poi, fanno ritenere ormai non più procrastinabile un intervento normativo volto a tracciare la detenzione delle armi con un sistema digitale di semplice consultazione dagli organi competenti, con accessi che consentano peraltro la verifica a vari livelli del detentore e dell'arma;
appare, quindi, necessario intervenire normativamente anche alla luce dei recentissimi fatti citati, affinché tutte le forze dell'ordine possano congiuntamente ed in tempo reale conoscere l'esatta ubicazione delle armi e coloro che a vario titolo le detengono –:
in quali tempi il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza per tracciare gli armamenti mediante l'attivazione di un'anagrafe digitale aggiornata in tempo reale e con un sistema di allerta informatico in grado di segnalare scadenze ed eventuali anomalie.
(3-02428)
(27 luglio 2021)
MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la detenzione di sostanze stupefacenti non ha rilevanza penale, ma, in base all'articolo 75 del relativo Testo unico (decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990), essa può essere punita con una serie di sanzioni amministrative che vanno dalla sospensione della patente e del passaporto fino al divieto di conseguirli;
i dati riportati dal dodicesimo Libro bianco sulle droghe mostrano un andamento stabile del numero di segnalazioni ex articolo 75, che nel tempo si sono assestate intorno alle 40.000 all'anno, con una flessione registrata nel 2020 dovuta alla pandemia; le sanzioni comminate sono in media 15.000, 8.500 nel 2020;
quasi tre quarti delle persone segnalate ai sensi dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 devono la segnalazione al consumo di cannabinoidi;
l'applicazione delle sanzioni è caratterizzata da una totale discrezionalità, sia su base geografica che rispetto al tipo di sanzioni comminate in casi analoghi; inoltre, è frequente l'applicazione di sanzioni «al buio», senza cioè che sia avvenuto il colloquio con la persona interessata, fenomeno che nel 2020 ha riguardato quasi la metà delle sanzioni comminate;
le richieste di programma terapeutico, invece, non sono mai riprese dopo il tracollo seguito all'entrata in vigore della «legge Fini-Giovanardi»: solamente 94 nel 2020 contro le 3.000 del 2007;
considerando che si tratta di sanzioni comminate in ragione del consumo di sostanze, esse assumono dunque valore meramente afflittivo;
i risultati della politica sulle droghe degli ultimi decenni sono deludenti sia dal punto di vista della deterrenza che della prevenzione e dell'informazione; l'Istat ha stimato circa 8 milioni di consumatori di sostanze stupefacenti, dei quali 6 milioni sono utilizzatori di cannabis –:
se non ritenga, in attesa di una revisione generale dell'impianto normativo sugli stupefacenti, a partire dai cannabinoidi, di impartire direttive che evitino gli effetti più penalizzanti derivanti dalle sanzioni amministrative di cui all'articolo 75 del Testo unico sugli stupefacenti.
(3-02429)
(27 luglio 2021)
FREGOLENT, PAITA, NOBILI, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nelle ultime settimane le manifestazioni violente dei No Tav in Valsusa hanno subito una forte recrudescenza, traducendosi in un susseguirsi di attacchi notturni alle forze dell'ordine e ai lavoratori impegnati nelle aree di cantiere;
lanci di petardi, fuochi d'artificio, rocce, insieme a tentativi di recisione delle reti di delimitazione del cantiere sono solo l'ultimo capitolo di una serie di attacchi organizzati che, oltre a causare danni e ritardi a un'opera vitale per lo sviluppo del Paese, mettono a repentaglio l'incolumità di chi ogni giorno vi lavora per garantirne la realizzazione e di coloro che, ventiquattro ore su ventiquattro, si adoperano con disciplina e onore per assicurare la sicurezza all'interno e all'esterno dei cantieri;
al fine di salvaguardare l'incolumità degli operai e delle forze dell'ordine, nonché per recuperare gli ingenti ritardi accumulati in questi anni e consentire, così, la rapida ultimazione del corridoio Torino-Lione, appare indispensabile includere fra le aree di interesse strategico-nazionale i siti interessati dalle opere connesse alla realizzazione del tunnel di base e di quelle volte alla risoluzione delle interferenze;
tale inclusione riguarderebbe le aree e i siti dei comuni di Bruzolo, Bussoleno, Giaglione, Salbertrand, San Didero, Susa e Torrazza Piemonte e comporterebbe non solo una forte accelerazione all'avanzamento dell'opera, ma soprattutto la messa in sicurezza dei cantieri e l'incolumità degli operai e delle forze di sicurezza ivi dispiegate;
tale inclusione si rende necessaria anche per assicurare il buon esito degli ingenti investimenti che l'intera comunità nazionale ha sostenuto con fiducia in questi anni, fiducia che merita di essere ripagata e non compromessa da azioni violente ed eversive –:
quali iniziative intenda adottare per porre rimedio all'acutizzarsi degli scontri e delle violenze collegati alla realizzazione del corridoio Torino-Lione anche in vista dell'auspicabile inclusione dei siti e delle aree di cui in premessa fra le aree di interesse strategico-nazionale.
(3-02430)
(27 luglio 2021)
MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
stando al «cruscotto statistico» del Ministero dell'interno (dati aggiornati al 26 luglio 2021), la comparazione dei migranti sbarcati negli anni 2019/2020/2021 mostra che gli arrivi dell'ultimo anno sono sensibilmente maggiori non solo rispetto al medesimo periodo del 2020, ma anche – e soprattutto – rispetto al 2019; i dati denunciano cioè che, in piena emergenza epidemiologica da COVID-19 e relative varianti, l'Italia sta accogliendo molti più immigrati rispetto agli anni precedenti la pandemia;
il «cruscotto» evidenzia che il numero dei migranti sbarcati a decorrere dal 1° gennaio 2021 al 26 luglio 2021, comparati con i dati riferiti allo stesso periodo degli anni 2019 e 2020, è pari a 3.600 nel 2019, 12.473 nel 2020 e 27.469 nel 2021; a Lampedusa, oramai, si assiste a sbarchi senza fine – solo tra il 21 ed il 24 luglio 2021 sono approdati oltre 1.400 migranti –, col rischio di un'escalation della variante delta, quella che maggiormente ora preoccupa sotto il profilo sanitario ed induce il Governo a misure restrittive per la popolazione italiana;
in un approdo del 15 giugno 2021 10 migranti provenienti dal Bangladesh sono risultati positivi all'incrocio tra l'indiana e l'inglese; dei 300 migranti sbarcati a Lampedusa e poi trasferiti a Taranto, oltre 30 minorenni erano risultati positivi, contagiando anche due poliziotti entrati in contatto nei giorni precedenti con gli ospitati nell'hotspot di Taranto e ponendo in quarantena altri dieci poliziotti;
ad avviso degli interroganti la fallimentare gestione dell'immigrazione da parte del Ministero dell'interno non può ricadere sulle forze dell'ordine, che rischiano in prima persona e sottopongono a pericoli le rispettive famiglie, né sugli abitanti delle città interessate da sbarchi e trasferimenti, né, tantomeno, sui cittadini italiani tutti, privati di taluni diritti e libertà per il perdurare dello stato di emergenza;
oggettivamente un'immigrazione incontrollata di tale portata costituisce un concreto veicolo di contagio nel nostro Paese ed è pertanto incoerente una politica di porti aperti e, al contempo, l'inasprimento delle condizioni di vita sociale per i cittadini italiani, per i quali il green pass rappresenta l'ultimo tassello –:
come intenda conciliare i sacrifici richiesti agli italiani con quella che agli interroganti appare una politica migratoria lassista e negligente che il Ministero dell'interno sta portando avanti, senza soluzione di continuità, da più di un anno e come ritenga di contenere la diffusione del contagio permettendo il continuo sbarco di clandestini, una parte dei quali infetti o in corso di infezione.
(3-02431)
(27 luglio 2021)
LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i dati del centro operativo nazionale Guardia costiera Italian maritime rescue coordination centre aggiornati al 15 giugno 2021 mettono in evidenza due parabole discendenti, del flusso migratorio totale verso l'Italia dal 2016 al 2021 e del numero dei morti;
nello specifico i dati evidenziano che nel 2016 a fronte di 181.337 partenze registrate si sono registrate 4.581 morti nel Mediterraneo centrale, mentre nel 2021 le partenze sono state 18.059 e i morti in mare 675;
il dato totale delle morti in mare rispetto a quanti riescono ad approdare vivi diminuisce al diminuire delle partenze e questo è un dato che fa riflettere sulla disumanità dell'apertura dei confini;
dal momento che più cresce la possibilità di nuovi arrivi più aumenta la percentuale del numero dei morti, è urgente bloccare le partenze e i dati della Guardia costiera lo dimostrano: nel 2021 dalla Libia verso l'Italia sono partiti circa 11.210 migranti, nello stesso anno la Guardia costiera libica ne ha riportati indietro circa 13.540, in tal modo limitando il numero di morti e l'immigrazione clandestina;
il problema dell'emergenza sbarchi in Italia nell'ultima settimana si è acuito per effetto dello sbarco a Lampedusa di 178 clandestini. Nonostante i trasferimenti disposti dalla procura di Agrigento, nel centro di accoglienza dell'isola siciliana ci sono circa 1.300 migranti su una capienza di 250;
in vista della stagione estiva e delle condizioni meteorologiche favorevoli agli sbarchi, si arriverà ad un ulteriore aumento di partenze, di sbarchi e di conseguenza di morti in mare;
il Dipartimento della pubblica sicurezza, comparando il numero dei migranti sbarcati sulle nostre coste dal 1° gennaio al 27 luglio degli anni 2019, 2020 e 2021, rileva dati che vanno da 3.600 sbarchi nel 2019 a 12.473 nel 2020 a 27.469 nel 2021;
è evidente che la situazione rischia di implodere in un'emergenza sanitaria e sociale senza precedenti, resa ancora più grave dalla pandemia e dalla crisi economica ancora in atto, che pone il Governo a richiedere agli italiani di mantenere comportamenti prudenti;
è inaccettabile che, a fronte dei sacrifici chiesti agli italiani, tra restrizioni e limitazioni della libertà, non si fermino le partenze e quindi gli sbarchi illegali sulle nostre coste –:
in che modo si intenda gestire i flussi migratori, soprattutto in vista dell'arrivo della stagione estiva, e se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza volte a bloccare le partenze verso le nostre coste.
(3-02432)
(27 luglio 2021)
PEZZOPANE, VISCOMI, LACARRA, MURA, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, MICELI, UBALDO PAGANO, BORDO, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
ai sensi dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, i lavoratori del contact center nazionale Inps sono finalmente interessati da un processo di internalizzazione di tutto il servizio del contact center nazionale Inps all'interno dell'Istituto alla scadenza naturale dell'appalto prevista per dicembre 2021, attraverso una nuova società in house, al fine di avvalersi di figure esperte della materia previdenziale in grado di far fronte alla crescente domanda di servizi on line;
il 28 aprile 2021 si è tenuto l'incontro fra il presidente dell'Inps e le delegazioni sindacali, nel corso del quale avrebbe confermato la volontà di procedere all'internalizzazione dal gennaio del 2022, avendo come riferimento i circa 3.200 lavoratori occupati sulla commessa al 31 gennaio 2021;
l'annunciato processo prevedrebbe una selezione pubblica su titoli, con punteggio aggiuntivo che valorizzi gli anni di professionalità acquisita sulla commessa. Inoltre, nel prossimo bando si prefigurerebbe un profilo orario di ingresso part time e sarebbe profilato per un numero massimo superiore alle persone oggi impiegate, nonché la conferma del principio della territorialità;
le organizzazioni sindacali, pur condividendo la finalità del processo innescato dal citato articolo 5-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, sollevano alcuni dubbi, in particolare con riferimento alle procedure adottate. Nello specifico, non si comprende perché non venga utilizzato lo strumento della clausola sociale/call center, così come dovrebbe avvenire in occasione di passaggio da privato a privato e così come avvenne, nel 2019, nei confronti dei nuovi entranti Comdata e Network contact, assicurando la continuità occupazionale di tutti i lavoratori interessati, nonché l'applicazione delle clausole contrattuali di riferimento del comparto dei servizi di telecomunicazione;
stante le preoccupazioni per le soluzioni selettive ed organizzative che si starebbero profilando, confermate in occasione della recente audizione del 23 luglio 2021 presso l'XI Commissione della Camera dei deputati, per sollecitare una soluzione che garantisca il rispetto della clausola sociale nonché i diritti maturati dai lavoratori attualmente in servizio per conto delle società affidatarie dell'appalto le organizzazioni sindacali hanno già indetto due turni di sciopero –:
quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di assicurare, per quanto di competenza, la massima vigilanza sulle procedure di internalizzazione del personale impiegato nel servizio del Contact center nazionale Inps, in attuazione delle citate disposizioni, nonché l'integrale applicazione della cosiddetta clausola sociale/call center da parte dell'Inps e il rispetto dei diritti maturati.
(3-02433)
(27 luglio 2021)
MUGNAI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la società Gkn driveline di Firenze ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 422 lavoratori a tempo indeterminato, senza confrontarsi preventivamente con le istituzioni e le parti sociali;
la società ha motivato la decisione con la crisi del mercato automobilistico, aggravata dalla pandemia e dai processi di cambiamento innescati dall'emergenza sanitaria;
la sede amministrativa e il sito produttivo di Campi Bisenzio (Firenze) saranno chiusi; gli esuberi sono «strutturali»; secondo l'azienda, non ci sono le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali per la totale cessazione dell'attività;
i 420 lavoratori dello stabilimento campigiano della multinazionale Gkn hanno ricevuto comunicazione dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo con una mail, dopo regolare turno notturno; il sindaco di Campi Bisenzio, le istituzioni e molti cittadini partecipano al presidio permanente a sostegno dei lavoratori;
si ritiene essenziale tutelare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti, compresi le aziende e i 70 lavoratori dell'indotto –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per scongiurare il licenziamento dei lavoratori, garantendo continuità produttiva al sito di Campi Bisenzio.
(3-02434)
(27 luglio 2021)