TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 544 di Mercoledì 21 luglio 2021

 
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PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla III Commissione (Affari esteri):

LONGO: «Istituzione della Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sull'emigrazione italiana nel mondo». (802)

CARÈ ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo». (925)

FITZGERALD NISSOLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero». (1129)

UNGARO: «Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo». (2159)

SCHIRÒ ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo». (2239)

SIRAGUSA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero». (2270)

FORMENTINI ed altri: «Istituzione della Commissione parlamentare per la protezione e la valorizzazione geoeconomica dell'emigrazione italiana nel mondo». (2570)

(La Commissione ha elaborato un testo unificato).

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   SENSI, DI GIORGI, CENNI, BURATTI, CANTINI, CECCANTI, CIAMPI, LOTTI, NARDI, ANDREA ROMANO, ROTTA, SANI, BENAMATI, VISCOMI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Gkn, multinazionale britannica che realizza componentistica per i settori automobilistico e aerospaziale, con fatturato di 4,8 miliardi di sterline, 29.000 dipendenti e 54 stabilimenti nel mondo, nel 2018 è stata acquisita dal fondo finanziario Melrose, con l'obiettivo dichiarato di una ristrutturazione aziendale su scala internazionale;

   in Italia, lo stabilimento Gkn driveline spa di Campi Bisenzio produce semiassi per numerose case automobilistiche, impiegando 422 dipendenti fissi, più venti dipendenti in contratto di staff leasing;

   è notizia di questi ultimi giorni l'intenzione dell'azienda di procedere al licenziamento immediato e alla chiusura dello stabilimento, comunicata via mail ai lavoratori;

   secondo l'azienda le ragioni sarebbero attribuibili al calo del mercato automobilistico e alla necessità di ridurre drasticamente i costi di produzione a causa della competitività dei mercati internazionali, mentre le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come non sussista alcuna crisi aziendale e che il vero motivo sia invece la volontà della proprietà di delocalizzare per spostare la produzione dove il costo della manodopera è minore;

   le attività degli altri stabilimenti Gkn in Italia sarebbero positive: recentemente nei siti di Brunico e Monguelfo sono stati fatti ingenti investimenti per innovare la produzione, assumendo oltre 100 nuove figure professionali;

   numerose manifestazioni di vicinanza sono state espresse ai lavoratori di Gkn da parte di amministratori locali e rappresentanti istituzionali che hanno evidenziato la necessità di una rapida verifica su eventuali finanziamenti, aiuti o sostegni di Stato nei confronti di Gkn al fine di procedere formalmente contro la proprietà;

   al tavolo istituzionale convocato dal Ministero dello sviluppo economico il 15 luglio 2021, tenutosi presso la prefettura di Firenze, Gkn ha confermato, tramite il suo avvocato, la chiusura dello stabilimento e la sola disponibilità a trattare economicamente i licenziamenti;

   alla luce di tutto ciò, è evidente come sia necessario e urgente un intervento del Governo anche per evitare che altre multinazionali possano, in totale autonomia, chiudere in brevissimo tempo fabbriche produttive, con il solo scopo di delocalizzare e ottenere maggiori profitti –:

   come intenda attivarsi concretamente il Governo per assicurare la continuità produttiva dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio e salvaguardarne l'occupazione, anche al fine di evitare altre chiusure unilaterali di siti industriali non coinvolti da crisi aziendali.
(3-02411)

(20 luglio 2021)

   COLLETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la durata media dei procedimenti penali presso le corti di appello è pari a circa 759 giorni, queste rappresentano un vero e proprio «collo di bottiglia» della giustizia penale, dove si intasa e si rallenta l'intero iter processuale; infatti, è proprio in quella sede che avviene il passaggio più critico e delicato, come confermato anche dai dati territoriali dove nella parte degli uffici giudiziari si supera in media la «ragionevole durata» di due anni;

   risulta di quasi 1.600 giorni la durata media di un processo penale nei tre gradi di giudizio, dalle indagini preliminari alla sentenza della Corte di cassazione, la metà dei quali passa di fronte alle corti di appello: a titolo di esempio, si parte dai 1.495 giorni di Napoli, seguono Roma 1.128, Venezia 1.017, Reggio Calabria 1.013, Bari 1.002, Bologna 960, Catania 882, Firenze 878, Potenza 767; invece, sotto la media di 759 giorni risultano: Lecce 605, Catanzaro 500, Cagliari 426, L'Aquila 412, Palermo 347, Campobasso 283, Messina 247, Salerno 242;

   assume specifico rilievo anche il collegamento evidente tra il livello di «lentezza» di alcune corti di appello e il relativo tasso di «scopertura» del personale giudiziario, oltre che amministrativo; a titolo di esempio, da recenti dati del Consiglio superiore della magistratura, risultano vacanti 15 posti nell'organico del distretto di Napoli (15 posti da consigliere: 5 civile, 9 penale e 1 lavoro), 8 a Roma (1 consigliere civile, 3 penale e 1 sostituto procuratore generale), 6 posti nel distretto di Palermo, 6 a Reggio Calabria, 5 a Salerno;

   il meccanismo che viene proposto dal Governo, nell'ambito del dibattito sulla riforma del processo penale, determinerebbe, inevitabilmente, l'improcedibilità di numerosi processi, in particolar modo nelle corti di appello dove si registra la presenza di procedimenti legati a reati gravi come la mafia e il terrorismo –:

   se il Governo abbia adeguatamente considerato le forti criticità connesse all'entrata in vigore di tali meccanismi di improcedibilità, connessi esclusivamente ai termini di durata massima dei giudizi di impugnazione, valutando gli eventuali strumenti alternativi per migliorare l'efficacia delle corti di appello, in base all'analisi delle statistiche di riferimento a propria disposizione e verificando ad oggi il numero di procedimenti in appello che durano più di due anni al Centro-Sud.
(3-02412)

(20 luglio 2021)

   PALAZZOTTO, FRATOIANNI e TIMBRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da diversi media che negli atti dell'inchiesta sulle organizzazioni non governative condotta dalla procura di Trapani risulterebbero centinaia di pagine di trascrizioni di intercettazioni telefoniche riguardanti giornalisti che da anni lavorano sulla rotta migratoria libica e di avvocati impegnati in processi che avevano ad oggetto proprio reati connessi al fenomeno migratorio;

   nelle trascrizioni sarebbero riportati nomi di fonti, contatti, rapporti personali e perfino colloqui con avvocati in violazione del segreto professionale e del diritto di difesa;

   i casi più eclatanti riguardano la giornalista Nancy Porsia, intercettata a lungo, mentre conversava con altri giornalisti e anche durante alcuni colloqui telefonici con la propria legale, l'avvocata Alessandra Ballerini;

   analogo trattamento viene riservato al giornalista Nello Scavo, oltre che agli avvocati Calantropo e Romano intercettati mentre discutono con la stessa Porsia, nella qualità di loro consulente, della strategia difensiva in processi in corso presso la procura di Palermo;

   nei riguardi della giornalista Nancy Porsia esisterebbe un documento di ben 22 pagine corredato da fotografie, contatti sui social, rapporti personali e nomi di fonti, senza che la stessa, così come tutti gli altri intercettati, risulti indagata o che i dati raccolti appaiano rilevanti ai fini delle indagini in corso;

   analoga vicenda si sarebbe verificata nel procedimento condotto dalla procura di Locri nei confronti dell'ex sindaco Mimmo Lucano. Nell'ambito delle indagini sarebbero stati intercettati numerosi giornalisti, magistrati e avvocati, trascrivendo le loro conversazioni e allegandole agli atti processuali;

   appare estremamente grave che, in entrambe le vicende, siano stati intercettati, con la trascrizione delle intercettazioni allegate agli atti processuali, persone estranee alle indagini, ledendo diritti costituzionalmente garantiti anche per la specificità della professione svolta dagli intercettati;

   la Ministra interrogata ha annunciato l'avvio di accertamenti sui fatti accaduti alla procura di Trapani, disponendo un'apposita ispezione al fine di verificare se siano state violate le norme relative alla tutela del diritto alla difesa, del diritto di cronaca, della libertà personale e di informazione;

   da ulteriori notizie di stampa l'ispezione è iniziata, prima in via telematica, il 17 maggio 2021 e, successivamente, con la presenza degli ispettori in procura, a partire dall'8 giugno 2021 –:

   se l'ispezione si sia conclusa, quale ne sia l'esito e quali iniziative la Ministra interrogata intenda adottare in considerazione della rilevanza dei fatti riportati in premessa con riguardo al pregiudizio di diritti costituzionalmente garantiti, come quello alla libertà di stampa e il diritto alla difesa.
(3-02413)

(20 luglio 2021)

   MOLINARI, MACCANTI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha pubblicato un bando di gara avente ad oggetto «affidamento in concessione delle attività di gestione delle tratte autostradali A21 Torino-Alessandria-Piacenza, A5 Torino-Ivrea-Quincinetto, la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, la diramazione Torino-Pinerolo e il Sistema autostradale tangenziale torinese (Satt), nonché, limitatamente agli interventi di messa in sicurezza dell'infrastruttura esistente, la progettazione, la costruzione e la gestione degli stessi», per individuare un nuovo concessionario;

   il concessionario uscente Astm ha partecipato alle due gare per l'affidamento in concessione delle tratte autostradali A21 Torino-Piacenza/A5 Sistema autostradale tangenziale torinese e A10 Autostrada dei fiori/A12 Sestri Levante-Livorno, presentando la migliore offerta tecnica ed economica rispetto al concorrente; si stima che l'offerta proposta avrebbe determinato per la gara relativa all'A21 un vantaggio economico per lo Stato di circa 1,3 miliardi di euro e per quella relativa all'A10 un vantaggio economico per lo Stato di circa 1 miliardo di euro;

   qualora le gare non venissero aggiudicate al miglior offerente (Astm), tali benefici non andrebbero allo Stato ma sarebbero trasferiti al privato secondo classificato, determinando secondo gli interroganti un danno erariale per lo Stato ed un extraprofitto per il privato, in violazione della normativa europea sugli aiuti di Stato e sui principi di libera concorrenza;

   il gruppo Astm, per ora, perde la gestione delle tratte autostradali A21 Torino-Piacenza, A5 Torino-Quincinetto, la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, la diramazione Torino-Pinerolo e il Sistema autostradale tangenziale torinese «per mancanza dei requisiti da parte della capofila concessionaria» poiché la capofila che ha partecipato alla gara – Salt, controllata dall'Astm – non aveva la qualifica di costruttore, che però avevano le società mandanti;

   secondo un'interpretazione restrittiva della norma, il gruppo Astm è stato escluso, nonostante un'offerta tecnica ed economica superiore rispetto alla concorrenza;

   dopo aver vinto la competizione, il gruppo Astm si è trovato estromesso secondo un'interpretazione confermata anche dalle sentenze di tribunale amministrativo regionale e Consiglio di Stato che ne hanno approvato l'esclusione –:

   se non ritenga opportuno, alla luce di quanto previsto dal bando, nel disciplinare l'eventualità di un'unica offerta valida, valutare se sussistono i presupposti per annullare la gara in oggetto e indire una nuova procedura, al fine di perseguire il pubblico interesse ed evitare l'ipotesi di danno erariale che, ad avviso degli interroganti, andrebbe configurandosi, anche alla luce del fatto che in caso di aggiudicazione al primo classificato vi sarebbe stata una maggiore entrata da destinare a nuove infrastrutture.
(3-02414)

(20 luglio 2021)

   SCAGLIUSI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, SERRITELLA e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della crisi pandemica da COVID-19 sono state introdotte numerose disposizioni in materia di trasporto pubblico locale, che rappresenta uno dei settori maggiormente coinvolti nella gestione dell'emergenza;

   in materia di trasporto scolastico sono state attribuite risorse per supportare, in prima istanza, le perdite per l'assenza del servizio, mentre successivamente si è reso necessario impegnare risorse rilevanti volte al finanziamento di servizi di trasporto scolastico aggiuntivi;

   il decreto-legge n. 18 del 2020 prevede il divieto di decurtare il corrispettivo o di irrogare sanzioni e/o penali nei confronti dei gestori di servizi di trasporto pubblico locale e regionale e di trasporto scolastico a seguito delle minori corse effettuate e/o delle minori percorrenze realizzate a decorrere dal 23 febbraio 2020 e fino al 31 dicembre 2020;

   il decreto-legge n. 34 del 2020 ha istituito un fondo per compensare gli operatori di servizio di trasporto pubblico regionale e locale passeggeri oggetto di obbligo di servizio pubblico degli effetti negativi in termini di riduzione dei ricavi nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 31 gennaio 2021, di importo pari a 500 milioni di euro per l'anno 2020;

   l'importo del fondo è stato aumentato di ulteriori 400 milioni di euro dal decreto-legge n. 104 del 2020, stabilendo che possa essere utilizzato, nel limite di 300 milioni di euro, anche per il finanziamento di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale, destinato anche a studenti;

   la legge di bilancio per il 2021 ha istituito un ulteriore fondo di 150 milioni di euro per l'anno 2021 nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, al fine di consentire l'erogazione dei servizi di trasporto scolastico in conformità alle misure di contenimento della diffusione del COVID-19;

   una delle problematiche emerse durante la pandemia ha riguardato la mancanza di adeguati controlli, che hanno provocato assembramenti, in particolare, durante le ore in ingresso e in uscita dagli istituti scolastici;

   da articoli di stampa emerge la possibilità che, a fronte delle continue mutazioni del virus, lo stato di emergenza nel nostro Paese sarà prorogato oltre il 31 luglio 2021 –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di agevolare la ripresa delle attività didattiche in presenza, potenziando e agevolando il servizio di trasporto pubblico scolastico per l'intero anno scolastico.
(3-02415)

(20 luglio 2021)

   CATTANEO, OCCHIUTO, CORTELAZZO, PENTANGELO, SOZZANI, CASINO, FERRAIOLI, LABRIOLA, MAZZETTI, VALENTINI, BALDELLI, CAON, ROSSO, SIRACUSANO, ANGELUCCI, GIACOMETTO, GIACOMONI, MARTINO e PORCHIETTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia rappresentano da anni uno strumento validissimo per favorire il miglioramento strutturale ed energetico dei nostri immobili pubblici e privati;

   detrazioni e benefici fiscali che si sono nel tempo potenziati ed estesi anche ad altri ambiti: «sismabonus 85 per cento», «ecobonus 65 per cento», «bonus ristrutturazioni 50 per cento» e altri;

   a ciò si aggiunga che la legge di bilancio per il 2020 ha introdotto la detraibilità del 90 per cento delle spese relative agli interventi, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, volti al recupero o al restauro della facciata degli edifici ubicati in specifiche zone (cosiddetto «bonus facciate»). Queste detrazioni scadono a dicembre 2021;

   inoltre nel 2020, con il decreto-legge n. 34 del 2020, è stato introdotto il cosiddetto «superbonus 110 per cento», uno strumento fiscale potente in grado finalmente di consentire di accelerare sugli interventi per la rigenerazione dei centri urbani, la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio immobiliare del nostro Paese;

   il «superbonus» rappresenta una grande opportunità per riqualificare e mettere in sicurezza le città, sostenere il settore edile, produrre posti di lavoro e accrescere il valore degli immobili. Ma è indispensabile risolvere i diversi problemi legati alle complessità burocratiche e ad un orizzonte temporale legato alla sua vigenza davvero troppo breve;

   uno dei limiti da tempo evidenziati dai professionisti del settore e dai cittadini, e ancora non pienamente risolti dal Governo, riguardo al «superbonus 110 per cento», è certamente quello legato alla durata ridotta del provvedimento. Un tempo troppo limitato, con il risultato che si privilegiano interventi più piccoli con iter burocratici meno complessi per non avere lavori incompleti allo scadere del provvedimento. A questo si aggiungono gli eccessivi adempimenti burocratici per la realizzazione dell'intervento e per ottenere il beneficio fiscale;

   molti aspetti attuativi delle norme che regolamentano il «superbonus» sono poco chiari e poco definiti nella loro portata –:

   se intenda, per quanto di competenza, adottare iniziative volte a prevedere la proroga del «superbonus» e delle ulteriori e altrettanto importanti misure fiscali citate in premessa («sismabonus 85 per cento», «ecobonus 65 per cento», «bonus ristrutturazioni 50 per cento», «bonus facciate 90 per cento»), indispensabili ad accelerare gli interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, nonché avviare tutte le iniziative normative volte a rafforzare tali benefici, anche semplificandone ulteriormente l'accessibilità.
(3-02416)

(20 luglio 2021)

   GADDA, OCCHIONERO, FREGOLENT, NOJA, MORETTO, UNGARO, MARCO DI MAIO e VITIELLO. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   la parità di genere rappresenta oggi una delle più urgenti questioni di civiltà e giustizia sociale dalle quali nessun Paese può esimersi;

   a livello globale, il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e dell'emancipazione di tutte le donne e le ragazze rappresenta uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030;

   l'Unione europea ha promosso uno Strategic engagement sulla gender equality per il triennio 2016-19 e una nuova strategia per il quinquennio 2020-2025;

   la pandemia di COVID-19 ha purtroppo aggravato questa esigenza: le donne sono 1,8 volte più a rischio di perdere il lavoro rispetto agli uomini;

   nell'indice sull'uguaglianza di genere 2020 elaborato dall'Eige, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 63,5 su 100. Tale punteggio è inferiore alla media dell'Unione europea di 4,4 punti;

   in occasione della Giornata internazionale della donna, la Ministra interrogata ha promosso la web conference «Verso una Strategia nazionale sulla parità di genere», cui hanno partecipato il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, esponenti del Governo, delle istituzioni, del mondo accademico, delle parti sociali e delle principali associazioni e organizzazioni impegnate nella promozione della parità di genere;

   il nostro Paese, per la prima volta, quindi, ha deciso di redigere una strategia nazionale per sistematizzare un approccio trasversale e integrato volto alla promozione delle pari opportunità e della parità di genere;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua la parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni che compongono il Piano e l'intero Piano dovrà inoltre essere valutato in un'ottica di gender mainstreaming;

   nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è prevista entro il primo semestre 2021 l'adozione di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si propone di raggiungere entro il 2026 l'incremento di cinque punti nella classifica dell'Indice sull'uguaglianza di genere elaborato dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (Eige), che attualmente vede l'Italia al 14esimo posto nella classifica dei Paesi dell'Unione europea –:

   quali siano le linee principali lungo le quali la Strategia nazionale per la parità di genere si sta sviluppando e quando ne sia prevista l'adozione definitiva.
(3-02417)

(20 luglio 2021)

   BOLOGNA. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   i dati sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea, dicono che nessuno Stato membro ha raggiunto la piena parità di genere. La Presidente della Commissione europea Von der Leyen durante il Women Rome summit ha affermato che «Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne» e «per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno di implementare i congedi parentali, di consolidare l'assistenza per l'infanzia e per gli anziani.». Dai dati emerge che la differenza tra il tasso di occupazione femminile e maschile nell'Unione europea è dell'11,6 per cento; in Italia si attesta al 19,6 per cento; sebbene in Europa le laureate superino numericamente i laureati, le donne continuano a essere sottorappresentate nelle professioni apicali e più remunerate. In Italia oltre alle norme costituzionali, le politiche per le pari opportunità si sono arricchite nel tempo di norme per promuovere una piena attuazione del principio di uguaglianza, soprattutto in attuazione della disciplina europea. Il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198) raccoglie la normativa sull'uguaglianza di genere nei settori della vita politica, sociale ed economica, dalla promozione delle pari opportunità tra uomo e donna alla promozione delle pari opportunità nei rapporti etico-sociali, nei rapporti economici e nei rapporti civili e politici. Tuttavia, ancora oggi gli stereotipi di genere sono molto radicati nel nostro Paese; secondo una recente indagine dell'Eurobarometro per gli italiani la promozione della parità di genere è fondamentale solo per circa quattro cittadini su dieci e lo stereotipo che il ruolo primario della donna sia occuparsi della cura della casa e della famiglia è condiviso dal 53 per cento delle donne e dal 44 per cento degli uomini –:

   quali strategie il Ministro interrogato intenda attuare per raggiungere la parità di genere, promuovendo il cambiamento culturale nella famiglia, nella scuola, nei luoghi di lavoro e nella società, valorizzando il merito nella crescita di cittadine e cittadini consapevoli, in tutti i contesti della vita sociale.
(3-02418)

(20 luglio 2021)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   secondo il recente rapporto Istat sull'andamento del mercato del lavoro nel 2020, le categorie più penalizzate dall'emergenza sanitaria sono state quelle già in precedenza caratterizzate da situazioni di svantaggio: nel secondo trimestre 2020 le riduzioni congiunturali del tasso di occupazione sono state, infatti, più marcate per i giovani tra i 15 e i 34 anni, le donne e i residenti del Mezzogiorno;

   le analisi proposte mettono in luce le conseguenze che le misure di contenimento della pandemia hanno avuto sul mercato del lavoro, mostrando, quindi, come siano state soprattutto le donne a pagare il prezzo più alto, con un aumento del tasso di disoccupazione di 1,7 punti percentuali;

   si rileva, inoltre, che, a causa delle misure restrittive conseguenti al COVID, i minori ingressi e le maggiori uscite dall'occupazione nel corso del 2020 riguardano, soprattutto, i dipendenti a termine ed è stimato che, tra i lavoratori dipendenti occupati nel settore privato, l'incidenza dei contratti a termine è maggiore tra le donne rispetto agli uomini; per molte di loro, di conseguenza, la scelta del lavoro autonomo è un ripiego alla mancanza di alternative, ma anch'esso nel corso del 2020 ha subito una contrazione;

   le donne hanno dovuto far fronte, infatti, alla maggior parte degli impegni familiari, alla chiusura delle scuole, alla gestione della didattica a distanza dei propri figli, alle varie quarantene imposte dagli istituti scolastici e per questo molte di loro hanno subito non poche penalizzazioni in ambito lavorativo;

   addirittura alcune, a causa dell'assenza di efficaci e reali strumenti di welfare che facessero fronte a queste problematiche, si sono viste costrette a lasciare il lavoro per dedicarsi alla famiglia;

   la probabile terza ondata del virus in autunno, in assenza dell'adozione sin da ora di concrete ed efficaci misure per garantire il regolare svolgimento dell'attività scolastica, rischia di determinare ulteriori periodi di didattica a distanza con le ovvie ricadute negative sulle madri lavoratrici –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere nei prossimi mesi, affinché alle donne, anche in situazione di emergenza, sia garantita la possibilità di lavorare senza dover far fronte a proprie spese all'inadeguatezza del sistema italiano di fronte alla pandemia.
(3-02419)

(20 luglio 2021)