TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 543 di Martedì 20 luglio 2021

 
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MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE AL RILANCIO DEL SITO PRODUTTIVO WHIRLPOOL DI NAPOLI E ALLA SALVAGUARDIA DEI RELATIVI LIVELLI OCCUPAZIONALI

   La Camera,

   premesso che:

    la Whirlpool corporation è un'azienda multinazionale americana, produttrice di elettrodomestici, fondata nel 1911. Il primo prodotto a marchio Whirlpool viene lanciato nel 1950. Nel 1988 crea una joint-venture con Philips denominata Whirlpool international, che poi è acquisita totalmente dalla società americana nel 1991. Nel 2006 Whirlpool ha rilevato la Maytag corporation e i relativi marchi ed è divenuta la principale produttrice mondiale di elettrodomestici. Nel 2014 rileva la multinazionale italiana Indesit company e, attraverso questa operazione, acquisisce il controllo dei marchi Indesit e Hotpoint;

    in Italia Whirlpool ha 6 stabilimenti. In provincia di Varese, nella fabbrica di Cassinetta di Biandronno (polo Emea) si producono elettrodomestici a incasso (microonde, frigoriferi e forni), a Siena (polo Emea) si producono congelatori a pozzetto, a Melano (polo Emea) (Ancona) vengono realizzati i piani cottura a gas, elettrici e a induzione e prodotti speciali, a Comunanza (Ascoli Piceno) lavatrici a caricamento frontale e lava-asciuga top di gamma, a Napoli lavatrici a carica frontale top di gamma sempre per mercati Emea e americano, a Carinaro (Caserta) (polo Emea) frigoriferi, parti di ricambio e accessori;

    il 1° novembre 2020 la multinazionale americana ha cessato la produzione nel sito di Napoli, decidendo di erogare gli stipendi fino al 31 dicembre 2020 per i 355 lavoratori, venendo meno ad impegni presi con il Governo. Infatti, l'accordo del 25 ottobre 2018 firmato da parti sociali e Governo prevedeva di mantenere gli stabilimenti italiani (con circa 5 mila dipendenti) e, nel sito di Napoli, di investire per il triennio 2019-2021 circa 17 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo, confermando l'intenzione di Whirlpool di mantenere una presenza di alta qualità a Napoli, a fronte dell'utilizzo di ammortizzatori sociali e di sovvenzioni da parte delle istituzioni;

    la dismissione del sito industriale di Napoli ha un impatto fortissimo per il Mezzogiorno e per la stessa città, attraversata, come il resto del Paese, da una grave crisi economica derivante dalle due ondate di COVID-19 che hanno determinato le inevitabili restrizioni che comportano drammatiche conseguenze economiche per migliaia di famiglie;

    la decisione della Whirlpool di chiudere Napoli, soprattutto in questa drammatica fase del Paese, crea ulteriori problemi in un territorio dove non ci si può permettere di perdere un solo posto di lavoro;

    la chiusura dello stabilimento di Napoli porta come conseguenza la cancellazione di quasi mille occupati tra diretti e indiretti e risulta incomprensibile, alla luce del fatto che il mercato degli elettrodomestici offre dati incoraggianti, come dimostrato dagli investimenti della stessa Whirlpool e anche degli altri competitor come Candy ed Electrolux;

    inoltre, i conti finanziari della multinazionale stanno migliorando, salgono i profitti e l'azienda versa in salute. Pertanto, la decisione di chiudere il sito di Napoli preoccupa anche per il rischio concreto di un disimpegno del gruppo in tutta Italia;

    il mercato 2020 per il comparto dei grandi elettrodomestici si è svolto secondo fasi ben distinte: il promettente inizio dei primi due mesi è stato bruscamente interrotto dal blocco pandemico, che ha impresso una sensibile regressione sul settore, per assistere poi a una sostenuta ripresa dal periodo estivo, che è andata anche oltre il semplice «rimbalzo» tecnico; secondo un'analisi di Applia Italia, l'anno si è chiuso con il segno più nelle vendite sia a valore (0,8 per cento) sia a volume (0,3 per cento). Secondo i dati Gfk, nei primi tre mesi del 2021 le vendite del grande elettrodomestico sono cresciute del 29,5 per cento, confermando un trend positivo che fa ben sperare per il settore e che, quindi, spiega ancora meno la chiusura del sito di Napoli;

    il 27 maggio 2021 i lavoratori della Whirlpool di Napoli, uniti alle delegazioni dei lavoratori degli stabilimenti di tutta Italia e con la partecipazione di parlamentari di molte forze politiche, hanno manifestato per l'ennesima volta affinché si trovi una soluzione che eviti la chiusura del sito;

    il 30 giugno 2021 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese. Per i settori nei quali è superato, a partire dal 1° luglio 2021, il divieto di licenziamento, il decreto stabilisce che le imprese che non possono più fruire della cassa integrazione guadagni straordinaria, possano farlo in deroga per 13 settimane fino al 31 dicembre 2021 senza contributo addizionale e, qualora se ne avvalgano, con conseguente divieto di licenziare. Ora è importante che la Whirlpool non promuova le procedure di licenziamento e avvii la cassa integrazione per 13 settimane, in modo da avere tempo per individuare una soluzione necessaria per il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli e per favorire la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie;

    il blocco dei licenziamenti ha evitato la perdita di oltre 400 mila posti di lavoro e la ripresa post pandemica è alle porte: secondo le più autorevoli istituzioni sarà talmente imponente da far chiudere l'anno 2021 con un +5 per cento di prodotto interno lordo. La ripartenza del Sud e dell'Italia, dunque, non può avvenire con il licenziamento di centinaia di lavoratori che alimenta l'emergenza sociale in un contesto caratterizzato da un tessuto produttivo più debole, un mondo del lavoro più frammentario e un welfare più fragile,

impegna il Governo:

1) ad aprire un'interlocuzione diretta con la Whirlpool corporation per la salvaguardia del perimetro occupazionale, scongiurando il rischio di «desertificazione industriale» di un'area del Paese le cui strategie di intervento sono determinanti per lo sviluppo del sistema Italia, ponendo la questione della tutela e del rilancio del sito produttivo di Napoli come tema d'interesse nazionale e valutando anche una gestione diretta della vertenza da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri a partire dall'immediata convocazione delle parti presso la stessa, in funzione dell'obiettivo della salvaguardia del cosiddetto settore del «bianco» in Italia, così da garantire i livelli occupazionali non solo nello stabilimento napoletano, ma in tutte le realtà in cui è presente l'azienda nel territorio italiano, nella considerazione di un mercato del settore già in crescita e di una previsione di una consistente ripresa dei consumi anche per effetto degli investimenti rinvenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, partendo dalle risorse stanziate per il potenziamento dell'economia green e digitale;

2) a ricercare, valutare e sostenere comunque, per quanto di competenza, ogni ulteriore progetto industriale per l'eventuale rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento, coniugando crescita nazionale e coesione territoriale con l'obiettivo di salvaguardare il sito produttivo di Napoli e mantenere i livelli occupazionali del sito formato da lavoratori altamente qualificati, individuando una soluzione solida e credibile che valorizzi le professionalità e le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori e garantendo un lavoro dignitoso per tutti con rinnovate tutele contrattuali.
(1-00499) «Fornaro, De Lorenzo, Bersani, Conte, Fassina, Fratoianni, Palazzotto, Pastorino, Stumpo, Timbro, Manzo».

(6 luglio 2021)

   La Camera,

   premesso che:

    la multinazionale Whirlpool, leader mondiale nel settore degli elettrodomestici, ha sei stabilimenti in Italia, tra cui quello di Napoli coinvolto in una lunga vertenza che trae origine dall'improvvisa volontà della società di cedere lo stabilimento e, dunque, disattendere l'accordo sul piano industriale, siglato nel mese di ottobre 2018, che impegnava l'azienda a mantenere i livelli occupazionali e ad avviare un progetto di sviluppo e di rilancio della produzione del sito napoletano, investendo circa 17 milioni di euro per il triennio 2019-2021;

    dopo più di due anni di gestione della vertenza Whirlpool di Napoli – tra tavoli di concertazione presso il Ministero dello sviluppo economico, mobilitazioni dei lavoratori e iniziative parlamentari per mantenere l'attenzione sulle problematiche industriali e occupazionali dello stabilimento campano – di fatto sono falliti tutti i tentativi dei diversi Governi che, in questi anni, si sono succeduti, per addivenire a delle soluzioni;

    il 31 ottobre 2020, nel corso di un incontro tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero dello sviluppo economico, Whirlpool e rappresentanze sindacali di categoria, la società non ha voluto aderire alla proposta dei rappresentanti del Governo di rivedere il proprio piano industriale nella prospettiva di una continuazione dell'attività aziendale sul sito campano e ha ribadito l'intenzione di chiudere il sito di Napoli, comunicando, altresì, la volontà di ricorre alla cassa integrazione con causale COVID-19, per fronteggiare le conseguenze derivanti dall'impatto dell'emergenza sanitaria;

    la produzione del sito di Napoli è poi cessata nel novembre 2020 e le retribuzioni ai 355 lavoratori sono state corrisposte fino al 31 dicembre 2020. Ad oggi, resta ferma la volontà dell'azienda di avviare le procedure di licenziamento per questi dipendenti, in un territorio che sul fronte dell'occupazione è già fortemente penalizzato: andranno persi circa mille posti di lavoro considerando le ripercussioni anche sull'indotto;

    queste persone si andranno ad aggiungere a centinaia di lavoratori che, in Campania, terminate le casse integrazioni COVID-19 e venuto meno il blocco dei licenziamenti, subiranno le conseguenze delle difficoltà delle aziende del settore produttivo artigianale, di quello turistico e del commercio; difatti, i sindacati hanno più volte sollecitato un tavolo di crisi permanente in regione per adottare tutte le iniziative necessarie per contrastare la minaccia di una vera e propria «macelleria sociale» e individuare un piano di politiche attive e formative finalizzato alla ricollocazione di queste persone;

    quello che sembra l'epilogo della vertenza Whirlpool è un pericoloso precedente, insieme ad altre vicende speculari, poiché si perviene alla conclusione che in Italia gli accordi di politica industriale possono essere violati, procedendo alla chiusura discrezionale di un'azienda, con tutto ciò che ne consegue, e senza addurre alcun valido motivo a fondamento di tale gravosa scelta;

    questo caso è quindi emblematico della necessità di individuare ulteriori strumenti da adottare per la gestione e il superamento delle vertenze aziendali, per escludere il ripetersi di condotte come quelle assunte dalla multinazionale americana che, oltre a recare ovvi pregiudizi ai lavoratori coinvolti e al tessuto economico sociale dei territori interessati, tradiscono anche la legittima aspettativa delle istituzioni al buon fine dei piani industriali accordati, dopo lo svolgimento di lunghe e complesse interlocuzioni;

    si ritiene che sussistano le condizioni affinché lo stabilimento di Napoli possa essere rilanciato, poiché non si è di fronte ad un comparto in crisi; al contrario, la fase attuale è caratterizzata da un'importante ripresa del mercato del grande elettrodomestico, che, nei primi tre mesi del 2021, ha registrato un aumento delle vendite del 29,5 per cento (dati Gfk), con prospettive di ulteriore crescita per i prossimi mesi considerando che la domanda continua ad essere alta;

    per gli stessi siti Whirlpool in Italia è emerso un netto aumento della produzione e un'esponenziale crescita di volumi; pertanto, la fabbrica di lavatrici di Napoli potrebbe assorbire una parte di quella domanda, impiegando i propri 355 lavoratori, e potenziare la sua tenuta con il rientro in Italia di produzioni delocalizzate in Polonia, come era stato previsto originariamente dal piano industriale;

    oltretutto, il rilancio del sito Whirlpool di Napoli per salvaguardare i posti di lavoro diretti ed indiretti è favorito anche dagli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    va quindi individuato un nuovo accordo con la multinazionale americana, che assicuri la ripresa delle attività del sito campano, e, a tal fine, è necessario che Whirlpool non proceda ai licenziamenti e faccia ricorso alla cassa integrazione come prevista dal decreto-legge n. 99 del 2021, che reca misure a tutela del lavoro e di sostegno alle imprese,

impegna il Governo:

1) nell'ambito di un tavolo di concertazione, ad individuare con la società un accordo in sintonia con gli obiettivi previsti nel piano industriale sottoscritto dalla multinazionale Whirlpool il 25 ottobre 2018 per il triennio 2019-2021, che consenta la salvaguardia dei livelli occupazionali dello stabilimento industriale di Napoli attraverso il rilancio produttivo dello stesso, allo scopo di escludere la definitiva chiusura della fabbrica e le gravi conseguenze che comporterebbe sul piano sociale ed economico in un'area territoriale già interessata da una grave crisi, anche considerando che, nonostante l'emergenza pandemica, la Whirlpool Italia ha visto un aumento della produzione e del lavoro – in linea con lo stato di salute del comparto degli elettrodomestici – e che il rilancio dello stabilimento di Napoli è ulteriormente favorito dagli effetti degli investimenti provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

2) proprio alla luce del caso Whirlpool, ad adottare iniziative, per quanto di competenza, che consentano una più adeguata gestione e il superamento delle crisi industriali, in particolare con l'obiettivo di svolgere efficaci trattative e valorizzare gli accordi negoziali con le imprese, per escludere che le stesse, arbitrariamente e senza ragionevoli motivi, decidano poi di disattendere i piani industriali che sottoscrivono, tra l'altro, anche nelle ipotesi in cui abbiano beneficiato di agevolazioni, incentivi e contributi pubblici a diverso titolo.
(1-00501) «Lollobrigida, Meloni, Rizzetto, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

(8 luglio 2021)