TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 454 di Mercoledì 20 gennaio 2021

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, BERLINGHIERI, BOLDRINI, LA MARCA, SCHIRÒ, GRIBAUDO, FIANO e ENRICO BORGHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Navalny, il più noto oppositore di Putin, è stato arrestato appena atterrato in Russia, al rientro dal periodo di convalescenza in Germania, dove, nel settembre 2020, è stato ricoverato per un presunto avvelenamento;

   il suo volo, che sarebbe dovuto atterrare all'aeroporto di Vnukovo, è stato fatto atterrare all'ultimo momento a Mosca e i sostenitori che lo attendevano – oltre 300 persone – sono stati sgombrati e circa 50 arrestati;

   Navalny è stato condannato a 30 giorni di arresto per la conversione di una pena detentiva sospesa per «mancato rispetto degli obblighi imposti», nell'ambito del processo Yves Rocher per appropriazione indebita di 26 milioni di rubli da una filiale dell'azienda, anche se la stessa azienda aveva affermato di non aver subito «nessun danno» e, inoltre, nel 2017, la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva stabilito che l'oppositore era stato privato del diritto a un giusto processo;

   l'udienza si è svolta all'interno della stazione di polizia, senza che il suo avvocato potesse vederlo;

   Navalny era consapevole del suo arresto appena fosse rientrato in patria, ma ha comunque deciso di farvi ritorno;

   la reazione internazionale al suo fermo è stata immediata: il suo rilascio è stato richiesto dalla Presidente della Commissione europea, dal Commissario Onu per i diritti umani e dal Segretario generale della Nato;

   altresì il Presidente degli Stati Uniti d'America Biden ha affermato, tramite il suo consigliere per la sicurezza, che «Navalny deve essere immediatamente liberato e i responsabili del vergognoso attacco alla sua vita devono essere perseguiti», definendo «gli attacchi del Cremlino a Navalny non solo una violazione dei diritti umani, ma anche un affronto al popolo russo che vuole che la propria voce sia ascoltata»;

   anche il Ministro interrogato ha affermato che l'arresto di Navalny è «un fatto molto grave che ci preoccupa», chiedendone «l'immediato rilascio» e il rispetto dei «suoi diritti»;

   il caso Navalny sarà un punto del prossimo Consiglio europeo e, dalle dichiarazioni dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Borrell, l'Unione europea parrebbe essere intenzionata ad un inasprimento delle sanzioni contro Mosca –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo nei consessi bilaterali con la Russia e in quelli europei per chiedere l'immediato rilascio di Navalny, sostenere la richiesta di indagini imparziali e approfondite relativamente al suo avvelenamento e affinché la Russia rispetti i suoi impegni internazionali sui diritti umani e lo Stato di diritto.
(3-02027)

(19 gennaio 2021)

   FREGOLENT, OCCHIONERO e D'ALESSANDRO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, definisce le procedure per la localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi;

   la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) elaborata da Sogin ha ricevuto il nullaosta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 30 dicembre 2020 e il 5 gennaio 2021 è stato dato il via libera alla pubblicazione, togliendo il segreto che incideva sul documento;

   Sogin, nell'individuare i siti, ha interpretato i criteri definiti da Ispra, ora Isin – guida tecnica n. 29 – e quelli indicati nelle linee guida Iaea (International atomic energy Agency), ma, nell'ambito di tale interpretazione non sembrano essere stati tenuti adeguatamente in considerazione diversi elementi; infatti, nell'elenco compaiono siti ad alto pregio agricolo (Carmagnola), ad elevata pericolosità sismica (Alessandrino), aree adiacenti a siti Unesco (Pienza e Val d'Orcia) ed infine anche Matera, capitale della cultura 2019;

   risulterebbe agli interroganti che una serie di comunità territoriali, comuni ed enti locali avrebbero avanzato la candidatura dei propri territori per la realizzazione del sito unico, ma che tali candidature non verrebbero prese in considerazione in quanto tali territori non sono ricompresi nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee;

   il processo di consultazione pubblica per l'individuazione del sito prevede anche la possibilità per amministratori, comitati, associazioni e cittadini di recarsi direttamente sui siti ed effettuare rilievi e sopralluoghi, cosa di difficile realizzazione in piena emergenza pandemica;

   la redazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ha avuto una durata molto lunga e molti dei dati su cui si basano le valutazioni potrebbero non essere più attuali, così come molti territori, ora esclusi, potrebbero invece avere le caratteristiche opportune per avanzare le proprie candidature;

   il sistema di selezione e confronto previsto dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, potrebbe e dovrebbe essere rivisto, soprattutto nel senso di individuare un criterio che parta dal basso, come si è fatto in altri Paesi europei, ad esempio la Spagna, attraverso le candidature delle comunità locali, piuttosto che un censimento di siti idonei o presunti tali, redatto in maniera centralistica, attraverso un'applicazione quantomeno discutibile dei criteri –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte a fermare la procedura di consultazione, ritirare la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e avviare una revisione della disciplina di cui al citato decreto legislativo che possa fornire una risposta normativa all'oggettiva necessità di individuazione del sito, che sia però compatibile con le aspirazioni e le esigenze delle comunità locali e territoriali, consentendo anche una procedura di selezione e di consultazione pubblica che sia libera dai vincoli dettati dall'emergenza pandemica.
(3-02028)

(19 gennaio 2021)

   TESTAMENTO, VACCA, CASA, BELLA, CARBONARO, CIMINO, DEL SESTO, IORIO, MARIANI, MELICCHIO, RICCIARDI, TUZI e VALENTE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   le diverse strutture del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, già da un po' di anni, presentano notevoli carenze di organico, situazione inasprita dalla crisi sanitaria da COVID-19 che sta attraversando il nostro Paese;

   per farvi fronte, infatti, è stato adottato un piano di assunzioni per il triennio 2019-2021 che prevede l'avvio di procedure di selezione su 5.920 posti disponibili, tuttavia non adeguato e sufficiente a causa dei continui blocchi delle procedure concorsuali e delle diverse difficoltà relative all'emergenza attuale;

   la necessità di sopperire alle carenze di organico ha condotto all'utilizzo sempre più costante, all'interno delle strutture appartenenti ai beni culturali, di figure professionali meno qualificate, assunte con contratti di collaborazione e a tempo determinato e all'impiego di personale volontario;

   l'aumento di personale volontario nel settore culturale italiano ha sicuramente consentito negli ultimi decenni di recuperare una parte importante del patrimonio culturale, destinato in alternativa a essere abbandonato o a rimanere semisconosciuto, ma ha contribuito all'aumento del precariato e all'utilizzo di figure non altamente specializzate, pregiudicando la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano;

   pur riconoscendo il valore dell'opera prestata dai volontari in ambito culturale, è essenziale precisare che le forme volontaristiche non possono sostituirsi alle prestazioni lavorative vere e proprie e specializzate nel settore;

   in particolare, il quadro normativo attuale ha agevolato la trasformazione del volontariato in vero e proprio lavoro gratuito mascherato, nonché incentivato il suo sistematico utilizzo in sostituzione del lavoro retribuito e qualificato. Tale situazione non ha fatto altro che alterare il mercato del lavoro nel settore, condizionandone non solo le possibilità di accesso da parte dei professionisti e i loro livelli retributivi, ma anche la qualità dei servizi culturali offerti –:

   quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di valorizzare e incrementare i professionisti del settore dei beni culturali, per garantire una più adeguata qualificazione e professionalità nel settore culturale, in quanto cardine del benessere socio-economico del nostro Paese.
(3-02029)

(19 gennaio 2021)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   lo studio condotto dall'Istituto nazionale ricerche turistiche con Unioncamere conferma che «il turismo è il comparto più colpito dalla crisi pandemica» e i dati allarmanti che riguardano il comparto: un calo di fatturato di 53 miliardi di euro nel 2020 e un nuovo anno che comincia già con una perdita stimata di ulteriori 8 miliardi di euro;

   quando nel mese di aprile 2020 Fratelli d'Italia ha interrogato il Ministro Franceschini in merito all'opportunità di dichiarare lo stato di crisi del turismo, lo stesso ha risposto che «alle imprese del settore del turismo non interessa né la dichiarazione simbolica dello stato di crisi, né il decreto del turismo ad hoc; gli interessano le norme, le risorse e il modo di agevolare concretamente le loro difficoltà»;

   da allora sono passati nove mesi e il Governo non è riuscito secondo gli interroganti a fornire un aiuto concreto al comparto del turismo, varando norme confuse – e a volte addirittura inutili – e stanziando risorse del tutto insufficienti; anzi, al contrario ha continuato a frustrare gli sforzi delle categorie per poter lavorare in sicurezza, bocciando i protocolli elaborati e rimandando sine die le decisioni necessarie, come sta da ultimo accadendo con il settore del turismo invernale, che da solo vale miliardi di euro ogni anno e svolge un ruolo chiave nel sostenere l'economia di numerose regioni;

   a fronte della grave emergenza in cui versa il settore continua a non essere completato il consiglio d'amministrazione dell'Agenzia nazionale per il turismo Enit, riformato nella sua composizione dal «decreto rilancio», che fissava la data limite per l'effettuazione delle nuove nomine al mese di giugno 2020;

   l'inattività dell'organismo, che per compito istituzionale ha proprio quello di elaborare le azioni strategiche per valorizzare e – in questa fase – sostenere il turismo, è un ulteriore grave danno che si arreca a un settore che già è al collasso;

   negli ultimi mesi è emerso anche l'allarme circa le infiltrazioni della criminalità organizzata nel comparto del turismo, dove acquista le sempre più numerose attività in crisi a prezzi vantaggiosi, come dimostrano i dati dei cambi di proprietà di alberghi e di altri esercizi nei mesi della pandemia, soprattutto nella «fase due» –:

   per quale motivo non abbia rispettato i termini imposti con decreto-legge per la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione dell'Enit.
(3-02030)

(19 gennaio 2021)

   DARA, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, entrato in vigore il 16 gennaio 2021, vieta espressamente, alla lettera gg) del comma 10 dell'articolo 1, la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica ed analcolica da parte di tutti i negozi specializzati con codici Ateco 47.25 dalle ore 18,00, lasciando, invece, la libertà di vendere gli stessi prodotti a tutti gli altri negozi commerciali;

   il medesimo divieto riguarda anche le attività con codice Ateco 56.3;

   tale espresso divieto appare agli interroganti discriminatorio e privo di alcuna ratio ai fini delle misure atte a contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19;

   se, infatti, come è ovvio supporre, la norma è volta non già a contrastare la vendita di bevande alcoliche, bensì a evitare assembramenti e uscite per acquisti, risulta incomprensibile la scelta di vietare a centinaia di enoteche sparse per il territorio nazionale di continuare a lavorare nel rispetto dei protocolli di sicurezza igienico-sanitari e di distanziamento interpersonale prescritti, consentendolo invece alla grande distribuzione;

   come denunciato in una lettera aperta del presidente di Vinarius, l'Associazione delle enoteche italiane, pur comprendendo «il momento di forte difficoltà che sta attraversando il nostro Paese a causa della pandemia e il carattere di urgenza con cui vengono prese le relative decisioni incorrendo in possibili errori nella redazione dei codici Ateco», tale norma discrimina «attività e operatori professionali appartenenti al settore del commercio di bevande alcoliche» preoccupato dal fatto che «inibire l'apertura dopo le 18 toglie all'enoteca il 30 per cento del fatturato giornaliero in un quadro economico generale che ci vede già penalizzati» –:

   quali siano le ragioni sottese alla scelta di vietare l'asporto dopo le 18 per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 e se il Governo non ritenga di rivedere tale decisione eliminando detto divieto, a giudizio degli interroganti, fortemente discriminatorio.
(3-02031)

(19 gennaio 2021)

   FORNARO e EPIFANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Iveco è un'azienda leader a livello internazionale nello sviluppo, nella produzione, nella vendita e nell'assistenza di una vasta gamma di veicoli industriali, leggeri, medi e pesanti. Ha circa 25.000 dipendenti ed è presente in tutti e cinque i continenti: 24 stabilimenti in 11 Paesi del mondo;

   nel 2019 il piano industriale di Cnh industrial puntava alla separazione della produzione di macchine agricole e del movimento terra da quella dei veicoli commerciali che insieme a Fpt avrebbe dovuto essere quotata separatamente in Borsa. L'emergenza epidemiologica ha ritardato l'attuazione del piano, prevista per il 2021, ritagliando dei margini per una riflessione sul futuro dell'azienda;

   il 10 marzo 2020 è stata sottoscritta un'intesa tra Cnh industrial e le organizzazioni sindacali che ha come presupposto la tenuta sociale, occupazionale e produttiva di Cnh industrial Italia, comprese tutte le società di Iveco e Fpt motori;

   da fonti sindacali si apprende che è in corso una trattativa preliminare da parte di Cnh industrial con il gruppo cinese Faw Jiefang relativamente a Iveco, anche se sono ancora oggetto di definizione sia il perimetro sia le modalità dell'operazione, che possono essere di natura societaria o industriale. La trattativa per la cessione di Iveco preoccupa i sindacati che temono contraccolpi sull'occupazione negli stabilimenti italiani: un'eventuale acquisizione implica, infatti, potenziali rischi occupazionali ed industriali e un conseguente impoverimento del sistema produttivo italiano;

   da fonti di stampa si apprende che la trattativa con il gruppo automobilistico cinese Faw Jiefang riguarderebbe gli autobus e i camion di Iveco e interessa lo stabilimento di Suzzara (Mantova), dove viene prodotto il Daily e quello di Brescia, da dove escono gli eurocargo. I lavoratori interessati sarebbero circa 1.680 a Suzzara e 2.250 a Brescia. In discussione ci sarebbe anche la possibile acquisizione di una quota di Fpt industrial, la divisione motori, presente a Torino (2.450) e a Foggia (1.700), che potrebbe determinare possibili ripercussioni sulla tenuta dell'accordo del 10 marzo 2020;

   il Governo nella XVIII legislatura ha rafforzato il golden power come strumento di tutela dei settori strategici per il Paese, tra cui rientrano i trasporti –:

   quali strumenti il Governo intenda mettere in campo per garantire la continuità produttiva del gruppo a seguito di un'eventuale acquisizione, in particolare la tutela dei siti italiani e la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche alla luce di eventuali investimenti per accompagnare la transizione ecologica.
(3-02032)

(19 gennaio 2021)

   SQUERI, BARELLI, SPENA, POLIDORI, BALDINI, TORROMINO e PORCHIETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   a dicembre 2020 Confcommercio ha diffuso i dati sugli effetti combinati del COVID e del crollo dei consumi (-10,8 per cento pari a –120 miliardi di euro sul 2019): la crisi porterà alla chiusura di oltre 390 mila imprese del commercio nel 2020, delle quali 240 mila a causa della pandemia. Il tasso di mortalità delle imprese del settore, rispetto al 2019, risulta quasi raddoppiato;

   dai dati Istat di novembre 2020 risulta che il commercio registrava a quella data già 191 mila occupati in meno (-5,8 per cento). Il comunicato Istat del 12 gennaio 2021 conferma il crollo delle vendite al dettaglio, con una riduzione media del 12,5 per cento per le piccole superfici, ma con punte del –45,8 per cento nel calzaturiero e del –37,7 per cento nell'abbigliamento;

   la situazione del commercio appare secondo gli interroganti ampiamente sottovalutata dalle politiche governative. Nell'ipotesi che la crisi terminasse entro la primavera 2020, il decreto-legge n. 34 del 2020 aveva previsto un contributo a fondo perduto e un credito d'imposta del 60 per cento dei fitti commerciali, riferito ai mesi marzo-giugno 2020;

   ma la crisi è continuata e si è aggravata nell'autunno 2020 in concomitanza con la crisi sanitaria. Dal comunicato dell'Agenzia delle entrate del 9 gennaio 2021 risulta che dei ristori di ottobre-novembre 2020, che ammontavano a circa 5,4 miliardi di euro, ne sono stati accreditati 2,66 miliardi. Dei 500 milioni di euro destinati dal decreto-legge «agosto» alle attività commerciali dei centri storici solo 87 milioni di euro;

   non è ancora attuato l'articolo 182 del decreto-legge n. 34 del 2020 sull'attribuzione di uno specifico codice Ateco alle attività commerciali nelle aree ad alta valenza turistica;

   la questione dell'insostenibilità dei fitti commerciali, a fronte del crollo dei fatturati, già segnalata da Camera moda nella primavera 2020 e oggetto di attenzione nel «piano Colao», nel quale si proponeva una procedura di ricontrattazione, sta per esplodere in tutta la sua virulenza. La modifica del temporary framework di ottobre 2020 prevede la possibilità di coprire i fitti in quanto costi fissi delle imprese;

   la crisi del commercio ha trasformato le parti più appetibili delle principali città in terra di conquista di acquirenti stranieri: si sta svendendo un patrimonio che è mondiale. Se il Governo fosse più presente, il settore avrebbe speranze e motivo per resistere –:

   quali ulteriori iniziative intenda adottare il Ministro interrogato in favore del settore del commercio, sia in termini di attuazione delle norme e dei sostegni sopra indicati, sia in termini di ristori riferibili al crollo dei fatturati di questi mesi, con particolare riferimento alla copertura dei costi fissi.
(3-02033)

(19 gennaio 2021)

   TASSO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la società per azioni Energas ha richiesto autorizzazione per realizzare un deposito costiero di gpl, con annesso gasdotto di collegamento al porto industriale ed al raccordo ferroviario della stazione Frattarolo della società Energas s.p.a. (già Isosar s.r.l.), in zona Santo Spiriticchio in agro di Manfredonia;

   la vicenda è nota al Ministro interrogato, il quale in data 2 ottobre 2019, in riferimento all'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-00995, presentata dallo stesso interrogante, oltre alle considerazioni tecniche, affermò che: «(...) Ogni tipo di determinazione politica non prescinderà dall'esigenza da un lato di rispettare il territorio interessato e dall'altro dalla necessità di tutelare i cittadini di quel territorio, anche e soprattutto all'esito del referendum consultivo sul tema, che ha dato un risultato evidente di contrarietà dei cittadini a questo intervento». Difatti, il referendum consultivo del 13 novembre 2016, con oltre il 95 per cento dei votanti, ha decretato la netta contrarietà dei cittadini di Manfredonia alla realizzazione del deposito in questione;

   la soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, con provvedimento prot. n. class. 34.43.04/15.2 del 2 novembre 2020 – avente a oggetto «parere paesaggistico di competenza» – ha espresso parere favorevole alla richiesta di installazione del deposito di gpl della Energas s.p.a., precisando che tale parere favorevole «condurrà verosimilmente alla conclusione in senso favorevole anche della conferenza di servizi indetta dal Ministero dello sviluppo economico per il rilascio dell'autorizzazione unica all'installazione del progettato deposito costiero di gpl nel comune di Manfredonia». Tale provvedimento è stato impugnato dalla commissione straordinaria del comune di Manfredonia con delibera n. 203 del 30 dicembre 2020;

   il Consiglio di Stato con ordinanza ha accolto l'istanza di sospensiva presentata da Energas fino alla data dell'udienza di merito fissata al 21 gennaio 2021;

   il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, si è più volte dichiarato contrario alla richiesta da parte di Energas s.p.a.;

   il presidente di Energas s.p.a. ha dichiarato che la sua azienda «non avrebbe mai cominciato i lavori se la comunità di Manfredonia non l'avesse accolto favorevolmente», di fatto rinunciando alla sua installazione –:

   quali siano gli effettivi intendimenti del Ministro interrogato in ordine alla vicenda in questione, che, a parere dell'interrogante, non ha alcun beneficio per il territorio.
(3-02034)

(19 gennaio 2021)