TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 428 di Martedì 17 novembre 2020

 
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INTERROGAZIONI

A)

   MELICCHIO, SAPIA, NESCI, BARBUTO, MISITI, D'IPPOLITO e TUCCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 39 dello statuto regionale della Calabria prevede che l'iniziativa legislativa compete anche «agli elettori della regione in numero non inferiore a cinquemila». In data 14 maggio 2018, presso la sede del consiglio regionale della Calabria, è stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare denominata «Taglio privilegi», protocollo n. 22173, per la riduzione dei costi della politica regionale. In data 15 novembre 2018, i promotori hanno regolarmente depositato oltre 5.000 firme certificate, protocollo n. 45217; con deliberazione n. 76 del 21 dicembre 2018, l'ufficio di presidenza del consiglio regionale della Calabria, all'unanimità, ha dichiarato l'ammissibilità della proposta di legge;

   in data 28 febbraio 2019, si è riunita la Commissione «Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale» alla quale hanno partecipato i promotori e primi firmatari della citata proposta di legge di iniziativa popolare, che ne hanno illustrato il contenuto, così come previsto dall'articolo 12 della legge regionale n. 13 del 1983;

   l'articolo 40, comma 2, dello statuto regionale dispone che i progetti di legge di iniziativa popolare «sono portati all'esame del Consiglio regionale entro tre mesi dalla data di presentazione. Scaduto tale termine, il progetto è iscritto all'ordine del giorno della prima seduta del Consiglio e discusso con precedenza su ogni altro argomento». Tale disposizione viene ripresa anche dall'articolo 11 della legge regionale n. 13 del 1983, anche se, stranamente, questa stabilisce un termine differente: sei mesi;

   ad oggi, nonostante i termini abbondantemente scaduti, il consiglio regionale calabrese non ha inteso provvedere a iscrivere la proposta all'ordine del giorno, in spregio alle norme statutarie e di legge, nonostante le diffide inviate sia al precedente consiglio regionale, il 7 giugno 2019, sia al nuovo nell'attuale composizione, il 13 maggio 2020. L'articolo 39, comma 4, dello statuto prevede che le proposte di iniziativa popolare non decadono con la fine della legislatura. Anche i presidenti dei gruppi non hanno provveduto ad adempiere a quanto previsto dalla legge, posto che l'articolo 38 del regolamento interno del consiglio regionale prevede che la conferenza dei presidenti dei gruppi approvi il programma trimestrale dei lavori del consiglio, nella cui formulazione deve tener conto delle proposte di legge di iniziativa popolare (comma 2, lettera b));

   l'articolo 126 della Costituzione prevede che: «Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge». E statuisce altresì che tale decreto «è adottato sentita una Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica»;

   il mancato inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge costituisce, ad avviso degli interroganti, una grave violazione statutaria e di legge, in quanto viene inibito il potere di iniziativa popolare dei cittadini calabresi, un potere garantito dallo statuto e dunque anche dall'articolo 123 della Costituzione. La Corte costituzionale, nella sentenza n. 219 del 2013, ha chiarito il significato di «violazione di legge» dell'articolo 126 della Costituzione, descrivendola come «un'ipotesi tipica di trasgressione agli obblighi di fonte primaria o statutaria cui soggiace la stessa autonomia regionale e a cui debbono prestare obbedienza, nell'ambito delle rispettive competenze, il Consiglio e il Presidente della Giunta»;

   la gravità della violazione è ancora più evidente al cospetto dell'articolo 2, comma 2, lettera m), dello statuto regionale che indica «la partecipazione popolare» come uno degli obiettivi cui la regione Calabria ispira la sua azione. L'applicazione dell'articolo 126 della Costituzione, ad avviso degli interroganti, costituisce lo strumento più adeguato per poter restituire ai calabresi il potere di iniziativa legislativa –:

   se il Governo sia a conoscenza delle gravi violazioni in atto da parte del consiglio regionale della Calabria;

   se il Governo intenda diffidare la regione Calabria dal non rispettare lo statuto e, in caso di inerzia, valutare se sussistono i presupposti per avviare la procedura per lo scioglimento, ex articolo 126 della Costituzione, previo parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
(3-01633)

(23 giugno 2020)

B)

   SILVESTRONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   al 28 febbraio 2019 i magistrati presenti in Italia ammontavano a 9.401 unità, includendo in tale numero sia i magistrati fuori ruolo sia i magistrati ordinari in tirocinio;

   251 nuovi magistrati vincitori del concorso bandito il 31 maggio 2017, da circa tre mesi, non riescono ad assolvere ai loro compiti poiché la graduatoria sarebbe stata trasmessa al Ministero il 27 maggio 2019, ma sarebbe stata approvata dal Consiglio superiore della magistratura soltanto il 24 luglio 2019, con riserva nei confronti di una candidata;

   i restanti 250 avrebbero potuto iniziare il loro tirocinio già a settembre 2019 e invece dal Ministero della giustizia non è stato emanato alcun decreto di nomina;

   si apprende dalla stampa che il decreto di nomina con la firma del Ministro interrogato sarebbe stato rimandato indietro dalla Ragioneria generale dello Stato;

   al comma 378 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019, infatti, si fa riferimento soltanto alle assunzioni relative al «concorso per 360 posti» bandito nel 2016 e non a quello uscito nel maggio 2017 –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare le iniziative di competenza per garantire urgentemente l'attuazione del piano di assunzioni dei magistrati vincitori del concorso bandito il 31 maggio 2017.
(3-01145)

(26 novembre 2019)

C)

   FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 18 novembre 2016 è stato indetto dal Ministero della giustizia un concorso pubblico per 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2;

   la conclusione della procedura selettiva ha portato alla formazione di una graduatoria composta da 4.915 idonei;

   su 4.915 idonei totali, negli anni hanno preso servizio 4.078 candidati;

   rimangono quindi 838 idonei in attesa di chiamata, tutti in possesso di un notevole bagaglio di esperienze lavorative e professionali, molti dei quali laureati in discipline giuridico-economiche e abilitati all'esercizio della professione forense;

   la suddetta graduatoria è stata interamente autorizzata e finanziata, in quanto il piano triennale del fabbisogno di personale predisposto dal Ministero della giustizia del 13 giugno 2019 per gli anni 2019/2021 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 giugno 2019 sulle assunzioni nella pubblica amministrazione ne prevedono l'integrale scorrimento;

   il Ministero della giustizia ha preso l'impegno di esaurire la graduatoria entro ottobre 2020;

   le modalità di realizzazione di tale progetto assunzionale e di scorrimento della graduatoria rimangono però incerte, in quanto gli ultimi 838 idonei dovranno attendere i prossimi pensionamenti, nonostante la necessità di nuovo organico;

   occorre prendere in considerazione i gravi vuoti di organico registrati negli uffici giudiziari e i numerosi pensionamenti che stanno interessando l'amministrazione, in modo da permettere lo scorrimento totale della graduatoria in tempi brevi;

   alla luce della progressiva digitalizzazione della giustizia e della carenza di organico e di personale amministrativo negli uffici giudiziari è necessario procedere alle nuove assunzioni;

   in assenza di nuove assunzioni di personale, si perderebbero notevoli risorse in grado di interagire con i sistemi digitali, modernizzare e velocizzare la macchina della giustizia;

   il profilo di assistente giudiziario è tra quelli con maggiore scopertura negli organici dell'amministrazione ed è essenziale per il funzionamento degli uffici giudiziari e per l'assistenza ai magistrati sia nei tribunali che nelle procure;

   il Ministero della giustizia ha annunciato la predisposizione di un decreto ministeriale per la revisione della pianta organica degli assistenti giudiziari;

   è auspicabile che tale decreto contenga la previsione dell'assunzione in un unico blocco degli 838 idonei in attesa di chiamata;

   occorre altresì valorizzare l'impegno e le aspettative di centinaia di giovani idonei preparati, aggiornati e utilmente collocati nella graduatoria –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per permettere un celere scorrimento della graduatoria del concorso pubblico indetto il 18 novembre 2016 per il profilo professionale di assistente giudiziario, così da permettere la rapida assunzione in un unico blocco degli 838 idonei in attesa di chiamata e colmare il vuoto di organico di personale nelle amministrazioni.
(3-01900)

(17 novembre 2020)
(ex 5-04302 del 7 luglio 2020)

D)

   SARLI, NAPPI, MENGA e DE CARLO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della pandemia da Coronavirus i servizi veterinari e i servizi in parte integrante del sistema sanitario nazionale rivestono un ruolo di supporto rilevante nell'affrontare l'attuale situazione emergenziale. Svolgono, infatti, attività essenziali di controllo e vigilanza per garantire che, nonostante le difficoltà legate all'epidemia, sia assicurato il rispetto rigoroso dei requisiti di sicurezza alimentare e salute e benessere degli animali a tutela della salute pubblica. I medici veterinari impegnati negli istituti zooprofilattici sperimentali, inoltre, stanno dando un valido supporto diagnostico all'emergenza COVID-19;

   le professioni mediche, tra esse quella veterinaria, stanno dando un grande contributo nella battaglia contro l'epidemia che ha trovato il nostro Paese, come del resto l'intero pianeta, impreparato. Il Coronavirus ha evidenziato le falle del servizio sanitario nazionale e la scarsità di professionisti medici per fronteggiare la pandemia;

   in questo contesto il Governo ha scelto di varare nuove norme e destinare ingenti risorse per la sanità e la salute dei cittadini italiani. Il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha consentito l'esercizio della professione di medico-chirurgo a partire dal conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico e previo svolgimento e superamento di un tirocinio trimestrale, abolendo in via definitiva l'esame di Stato;

   il Ministro dell'università e della ricerca, Gaetano Manfredi, in un'audizione informale del 22 aprile 2020 in Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, ha affermato che bisognerà valutare anche per le lauree di farmacia e di odontoiatria se renderle abilitanti, al fine di ridurre gli oneri amministrativi e i tempi per l'iscrizione all'albo per gli studenti;

   è stata avviata, in questi giorni, una petizione on line dal titolo «Laurea in medicina veterinaria abilitante» mediante la piattaforma Change.org, che contiene la proposta per il superamento dell'esame di abilitazione all'esercizio della professione di medico veterinario, affinché la laurea in medicina veterinaria venga riconosciuta abilitante;

   in pochissimi giorni sono state raccolte oltre 4.500 firme di sostegno alla petizione e il numero dei sottoscrittori è in continuo aumento –:

   se non ritengano di valutare l'adozione di tutte le iniziative di competenza, anche di carattere normativo, affinché la laurea in medicina veterinaria venga resa abilitante professione, così com'è previsto per la professione di medico-chirurgo.
(3-01901)

(17 novembre 2020)
(ex 5-04008 del 20 maggio 2020)