TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 401 di Mercoledì 30 settembre 2020

 
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PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE
A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 1795 – SENATORI BERNINI ed altri: «Istituzione della Giornata dei camici bianchi» (approvata dalla 1ª Commissione permanente del Senato). (2527)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   TORROMINO e MARIA TRIPODI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   prosegue la battaglia per la corretta applicazione della clausola sociale ai fini del mantenimento del posto e delle condizioni di lavoro acquisite da parte dei 107 lavoratori della Abramo Customer Care, impiegati nell'attività di call center, alla luce della cessazione dell'attività prevista dalla commessa «Roma Capitale»;

   il 10 settembre, rispondendo a una interpellanza urgente concernente le modalità mediante le quali il nuovo aggiudicatario della commessa del comune di Roma, il Consorzio Leonardo, intendesse applicare la «clausola sociale», il Governo affermava di avere «ben presente la situazione relativa alla crisi aziendale in oggetto e assicureremo, quindi, la massima disponibilità per favorire il raggiungimento delle migliori soluzioni possibili a tutela dei lavoratori interessati»;

   il principio su cui si basa la norma sulla «clausola sociale» di cui all'articolo 50 del decreto legislativo n. 50 del 2016 è garantire continuità occupazionale ai lavoratori in caso di cambio di appalto, all'interno di un medesimo comprensorio territoriale. Il decreto direttoriale n. 77 del 2018 ha fissato i principi sul costo del lavoro e i connessi diritti per il personale di imprese aggiudicatarie di servizi di call center, calcolato in base al contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni;

   il 24 settembre, in concomitanza con le manifestazioni svoltesi a Crotone ed a Roma a sostegno dei 107 lavoratori – che hanno registrato una massiccia adesione – si è svolta tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed il direttore generale del Ministero del lavoro una riunione volta a comprendere se ci fossero i presupposti per una proroga dei servizi per un mese, tempo necessario per poter incontrare i committenti e l'azienda subentrante attraverso un tavolo ministeriale per costruire un percorso volto a risolvere le problematiche;

   si sono registrati passi in avanti: il nuovo fornitore del servizio, il Consorzio Leonardo, tramite la consorziata Acapo, ha garantito la piena occupazione per tutti i lavoratori in entrambe le sedi di Crotone e di Roma. Tuttavia sono state inviate ai lavoratori lettere di assunzione i cui contenuti non possono considerarsi aderenti al pieno rispetto dei contenuti della «clausola sociale» come sopra delineati;

   è necessario che la committenza dia una soluzione positiva della vertenza, per questo sono in programma altre manifestazioni lunedì 28 e martedì 29 settembre 2020 –:

   quali ulteriori iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per la sollecita definizione della vertenza in premessa, nei termini di una piena adesione ai contenuti di legge relativi all'applicazione della clausola sociale e se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per l'annullamento del contratto Consip per la mancata applicazione della clausola sociale.
(3-01781)

(29 settembre 2020)

   FUSACCHIA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, al fine di assicurare ulteriormente l'efficacia, l'efficienza, l'economicità e la produttività delle amministrazioni e la trasparenza dell'azione amministrativa, la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese, resta un obiettivo centrale e ancora più strategico alla luce dell'impatto della pandemia da Covid-19 e delle sue conseguenze, non solo di breve periodo;

   come indicato nella strategia «Italia 2025», uno degli assi di intervento di Repubblica Digitale, l'iniziativa strategica nazionale volta a combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana, è prioritario «il potenziamento e lo sviluppo delle competenze digitali della forza lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico, incluse le competenze per l'e-leadership, con il coordinamento del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero per la pubblica amministrazione»;

   il lavoro agile (smart working) è una modalità sempre più rilevante che non smetterà di essere usata e valorizzata neppure con la fine della pandemia e potrebbe anzi diventare prezioso per costruire la pubblica amministrazione del futuro e aumentare la qualità del lavoro – e di vita – di chi ci lavora;

   è necessario potenziare capacità e competenze di chi lavora nei comuni, a partire da dirigenti e funzionari, per offrire servizi pubblici a livello locale all'altezza delle sfide moderne, così come per aumentare la capacità di adattamento a contesti e situazioni inattese come quelli sperimentati negli ultimi mesi, che consentano di mantenere in maniera tempestiva ed efficace il rapporto con i cittadini senza soluzione di continuità –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per fornire alle lavoratrici e ai lavoratori della pubblica amministrazione locale e decentralizzata una formazione sulla cultura e sulle competenze digitali.
(3-01782)

(29 settembre 2020)

   TOCCAFONDI, ANZALDI, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   l'anno scolastico è iniziato il 1° settembre con un numero imprecisato di cattedre non coperte da personale di ruolo che le stime più affidabili quantificano in almeno 150.000 supplenti;

   questa situazione dipende anche dal fatto che il Ministero non ha svolto i concorsi previsti dal decreto legislativo n. 59 del 2017, facendo saltare la necessaria programmazione;

   i concorsi indetti con ritardo sono stati più volte rimandati e comunque saranno in grado di coprire solo una parte delle cattedre libere;

   a tal riguardo, desta particolare preoccupazione la situazione delle regioni del centro-nord;

   ancora più preoccupante appare la situazione delle cattedre di sostegno che saranno coperte in gran parte da docenti precari, molto spesso non specializzati;

   la procedura di assegnazione delle supplenze sconta numerosi ritardi e in tutta Italia vengono denunciati errori, rettifiche, personale assegnato a scuole per un solo giorno e poi cambiato di sede e altri episodi altrettanto gravi;

   il Presidente Conte sabato scorso ha affermato a Trento che 40.000 supplenze sono già state assegnate e altre 40.000 lo saranno a ottobre, ma se ciò fosse vero vorrebbe dire che a due mesi dall'inizio della scuola resterebbero da coprire almeno 70.000 cattedre;

   questa situazione penalizza i precari, ma anche i docenti di ruolo e le scuole che non possono programmare adeguatamente le proprie attività, né organizzare l'orario definitivo;

   non di meno sono penalizzati gli studenti, già colpiti dalle incertezze e dalle difficoltà connesse a una didattica che dopo 200 giorni di sospensione delle lezioni stenta a ripartire, sia in presenza, che nella modalità integrata prevista in seguito all'emergenza sanitaria;

   il decreto-legge che istituisce le graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) è stato convertito a dicembre 2019, fornendo al Ministero il tempo di definire e collaudare una procedura adeguata, ma la stampa riferisce di possibili errori nell'algoritmo;

   questa modalità di assegnazione delle supplenze si dimostra evidentemente non del tutto adeguata, mentre sarebbe molto più efficace affidare a ciascuna scuola autonomia nell'individuazione dei propri docenti –:

   quali iniziative intenda adottare e in quali tempi, in riferimento a quanto espresso in premessa, per garantire la totale copertura di tutte le cattedre ed il regolare svolgimento dell'attività didattica, sia per le supplenze annuali che per quelle fino al termine dell'anno scolastico.
(3-01783)

(29 settembre 2020)

   SASSO, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   tra banchi monoposto non consegnati, gestione alunni Covid e compagni di classe scaricata su Presidi e Asl e – da ultimo – fornitura di gel non igienizzanti, la riapertura delle scuole ha presentato gravissime criticità in tutto il territorio nazionale, in danno agli studenti, alle loro famiglie e agli insegnanti;

   ovunque sono ancora migliaia le cattedre scoperte, con orari di lezione ridotti e diritto allo studio negato, a causa dei ritardi nelle nomine dalle Gps, spesso sbagliate e piene di errori nella valutazione dei punteggi;

   inoltre, per gli scarsi interventi di edilizia scolastica, molte scuole non hanno mai riaperto, altre, per garantire le misure di contenimento anti-contagio, hanno dovuto ricorrere alle lezioni alternate tra presenza e didattica a distanza (in alcune scuole addirittura la garanzia di sole due ore al giorno di lezione), altre ancora non riescono a garantire la didattica a distanza, il tutto a scapito dei ragazzi e del loro diritto all'apprendimento;

   a tutto questo si aggiunga la scelta del «concorsone» per il 22 ottobre 2020, rivolto al personale precario che già lavora da anni nelle nostre scuole e che prevede la partecipazione di 64.000 lavoratori, ma escludendo «chi ha semplice sintomatologia respiratoria e chi è in quarantena», i quali non potranno, quindi, partecipare ad alcuna prova, né il 22 ottobre né successivamente, con evidente perdita della chance favorevole e della propria stabilizzazione professionale;

   a riprova del caos e del disagio la manifestazione di protesta da parte di studenti, docenti, genitori e sindacati, con delegazioni provenienti da oltre 30 città, svoltasi il 26 settembre 2020 a Roma, in Piazza del Popolo;

   «una scuola sana non può esistere con 25-30 studenti e un ruotare continuo di docenti. La formazione non si compra ma si acquisisce; il precario non può continuare a vivere nei tribunali per esercitare il proprio lavoro. (...). L'anno scolastico inizia con 200 mila precari, quindi 200 mila famiglie precarie. La scuola è iniziata senza docenti a causa del Ministero che ha messo in piedi graduatorie zeppe di errori. Il Ministero non ha voluto ascoltare né cambiare rotta», sono le parole del coordinamento nazionale precari della scuola –:

   se non ritenga urgente rivedere le scelte inefficaci sulle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps), assicurando, altresì, una tempestiva copertura degli organici dei docenti mediante l'immissione in ruolo dei precari ed il rinvio, ad emergenza epidemiologica conclusa, del concorso straordinario, a garanzia della partecipazione di tutti.
(3-01784)

(29 settembre 2020)

   VACCA, CASA, BELLA, CARBONARO, CIMINO, DEL SESTO, IORIO, MARIANI, MELICCHIO, RICCIARDI, TESTAMENTO, TUZI e VALENTE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il settore scolastico è uno degli ambiti della pubblica amministrazione in cui il fenomeno del precariato è maggiormente consistente e profondamente radicato nel tempo;

   ad aprile 2020 sono stati finalmente banditi quattro concorsi, ordinari e straordinari, relativi all'assunzione di circa 76.000 docenti all'interno delle strutture scolastiche italiane di tutti gli ordini e gradi, considerata, oltretutto, la carenza di personale e la sempre crescente richiesta di docenti specializzati nel sostegno;

   di questi, circa 32.000 cattedre sono state destinate al concorso straordinario per il personale docente che abbia già svolto tre anni di servizio negli istituti scolastici, al fine di immettere in ruolo i cosiddetti precari storici;

   tuttavia, a seguito delle problematiche logistiche e sanitarie legate alla diffusione del Covid-19 oltre che per nuove determinazioni sullo svolgimento del concorso decise in Parlamento, le date concorsuali sono state posticipate di qualche mese e di conseguenza non è stato possibile immettere in ruolo fin dal corrente anno scolastico il personale docente interessato dal concorso straordinario;

   si apprende oggi da organi di stampa che è stata individuata la data del 22 ottobre 2020 per dare il via alla tornata concorsuale straordinaria da terminare entro il 9 novembre 2020 –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di definire le modalità e i tempi di svolgimento del concorso straordinario per l'immissione in ruolo dei docenti precari che abbiano già maturato tre annualità di servizio, secondo quanto bandito ad aprile 2020, così come esposto in premessa, considerata la necessità di dare risposte sempre più concrete alle molteplici istanze del mondo dell'istruzione.
(3-01785)

(29 settembre 2020)

   INCERTI, CENNI, CAPPELLANI, CRITELLI, DAL MORO, FRAILIS, MARTINA, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il settore ortofrutticolo rappresenta un segmento fondamentale dell'agricoltura italiana, non solo dal punto di vista della diffusione territoriale delle imprese agricole attive nella produzione di frutta e ortaggi, ma anche e soprattutto per i valori produttivi ed economici che caratterizzano il comparto;

   gli andamenti produttivi degli ultimi mesi hanno subito gli effetti negativi derivanti da eventi di rilevante gravità a cominciare dai danni subiti dalla cimice asiatica, per arrivare alla grave perdita di fatturato subita dai frutticoltori per gli estremi eventi climatici e per le misure di lockdown scaturite dall'emergenza da Covid-19;

   secondo l'Osservatorio di mercato di Cso Italy i consumi di ortofrutta fresca sono in caduta libera. Il comparto della frutta primaverile ed estiva ha subito una diminuzione significativa della produzione di albicocche, pesche nettarine, pesche a pelo e susine;

   il crollo della produzione ha comportato una diminuzione altrettanto significativa del personale impiegato nelle aziende agricole per tutte le operazioni inerenti la frutticoltura. Identici effetti si sono riscontrati per le strutture cooperative e private operanti sul territorio per il ritiro, la lavorazione, la conservazione e la commercializzazione della frutta, con stabilimenti chiusi o sottoutilizzati;

   l'intero comparto ortofrutticolo chiede interventi immediati e straordinari finalizzati a favorire l'avvio di nuovi mercati internazionali, a ridurre il costo del lavoro e a prevedere un allungamento dei tempi di sospensione delle rate dei mutui;

   l'esigenza di un piano strategico nazionale per il settore frutticolo oltre che l'adeguamento del sistema assicurativo e del fondo di solidarietà nazionale per le aziende colpite da calamità naturali rimangono una priorità improrogabile;

   nei giorni scorsi il Ministro interrogato dichiarava che «Il percorso per affrontare le problematiche dell'ortofrutta e individuare le soluzioni migliori alle criticità indicate dalle aziende è in evoluzione continua e prevede il coinvolgimento costante di tutti i rappresentanti del mondo produttivo» e aggiungeva che il Ministero stava avviando un confronto a livello tecnico con le associazioni del settore e le regioni finalizzato ad una revisione della Strategia nazionale sull'ortofrutta –:

   quali immediate iniziative siano state individuate al Tavolo Ortofrutticolo per favorire il superamento delle criticità economiche, organizzative e occupazionali dell'intero comparto.
(3-01786)

(29 settembre 2020)

   FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   si ritiene giusto interrogarsi su quali saranno gli obiettivi della nuova politica agricola comune (Pac) e in che misura l'agricoltura italiana sarà capace di interpretarvi un ruolo da protagonista attuando le strategie del Green Deal per il sistema agroalimentare, presentate dalla Commissione a guida von der Leyen. Crediamo che l'Italia debba partecipare ai tavoli europei con la visione chiara che il futuro del proprio sistema agroalimentare deve rispondere ai target del Green Deal, per essere campione nella lotta alla crisi climatica e nella progressiva riconversione ecologica della propria agricoltura e zootecnia;

   il Green Deal deve essere un concerto di politiche orientate ad un obiettivo comune e l'attuazione italiana della politica agricola comune deve mettere in campo risorse per concorrervi, come sistema Paese. Il comparto agricolo può e deve fare un balzo verso la sostenibilità, come chiede una parte crescente dei consumatori che acquistano sempre di più prodotti biologici anche nell'attuale e difficile frangente economico;

   la politica agricola comune sarà un provvedimento che mobiliterà, a livello europeo, 400 miliardi di euro, ai quali si uniranno le risorse del Recovery Fund; come sottolineato sia dall'appello di oltre 3.600 scienziati che dalla recente presa di posizione dell'ex Commissario all'ambiente dell'Unione europea Potocnik con 200 imprenditori e autorevoli rappresentanti politici e del mondo associativo, occorre che la politica agricola comune ponga l'agroecologia al centro dei percorsi di ristrutturazione del settore;

   la nuova politica agricola comune, sulle cui basi l'Italia dovrà impostare il proprio Piano Strategico, deve affrontare le svolte necessarie per superare una troppo lunga stagione di sussidi basati solo sul possesso della terra, legando invece i sostegni alle imprese ai risultati che esse sapranno conseguire in prestazioni climatico-ambientali e di salvaguardia della biodiversità –:

   se si intenda condividere l'impostazione, già espressa dalla maggior parte dei Paesi membri, di un sistema di eco-schemi obbligatori, inquadrando almeno il 40 per cento delle risorse nel perseguimento di target climatico-ambientali in modo da sostenere l'attuazione nei Piani nazionali delle strategie «Farm to fork» e «Biodiversità», prevedendo, in particolare, una percentuale minima del 10 per cento di superficie agricola destinata ad habitat naturali, un processo chiaro per il dimezzamento dell'impiego di pesticidi tossici in agricoltura e di antimicrobici in zootecnia, il dimezzamento delle perdite di nutrienti e la riduzione del 20 per cento nel consumo di fertilizzanti minerali in modo da perseguire per l'Italia l'obiettivo al 2030 del 40 per cento delle superfici agricole dedicate alla coltivazione biologica, apripista del modello futuro.
(3-01787)

(29 settembre 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 15 agosto si è conclusa la procedura di regolarizzazione dei rapporti di lavoro, introdotta dal «decreto rilancio» e avviata il 1° giugno, per agricoltura, lavoro domestico e assistenza alla persona;

   il «report finale» pubblicato sul sito del Ministero dell'interno mostra come delle 207.542 regolarizzazioni avvenute, l'85 per cento abbia riguardato i settori del lavoro domestico e dell'assistenza alla persona, mentre appena il 15 per cento ha coinvolto lavoratori subordinati, dimostrando che la procedura non ha riguardato il principale ambito per cui era stata ideata, cioè l'agricoltura, il settore dove soprattutto al Sud è più ampio lo sfruttamento dei migranti irregolari;

   stando alle dichiarazioni rilasciate all'epoca da esponenti di Governo, e, in primo luogo, dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, la misura avrebbe dovuto risolvere la carenza di braccianti causata dall'epidemia e dal conseguente blocco delle frontiere, e solo in un secondo momento era stata prevista la possibilità di accedere alla sanatoria anche per colf e badanti;

   «da oggi vince lo Stato perché è più forte della criminalità e del caporalato», aveva dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, annunciando un provvedimento che avrebbe dovuto incidere soprattutto sul lavoro nero dei campi, un'affermazione che ad oggi è stata tristemente smentita dai fatti;

   la bassissima percentuale di adesione nel settore agricolo è, infatti, solo l'aspetto più evidente di un sistema che non ha funzionato e che, al contrario, come denunciato da numerose associazioni, «ha innescato nuove forme di sfruttamento»;

   risulta, infatti, che dopo l'entrata in vigore del decreto si sia creato un meccanismo criminoso per cui i datori di lavoro hanno preteso dai lavoratori irregolari non solo di essere rimborsati dei 500 euro necessari per la pratica, ma addirittura di migliaia di euro per avviarla, fatto ribadito anche da un articolo pubblicato su «Il Manifesto», nel quale si legge che dopo l'approvazione del decreto «sono arrivati gli usurai a offrire i soldi a strozzo ai migranti per comprare contratti falsi per provare a ottenere un permesso che li regolarizza per soli sei mesi. Un orrore che rischia di spingerli in una spirale di sfruttamento ancora maggiore» –:

   se non ritenga fallimentare la sanatoria per quanto riguarda il settore agricolo e se intenda rivedere la propria posizione sui voucher che il mondo agricolo continua a proporre.
(3-01788)

(29 settembre 2020)