TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 396 di Giovedì 10 settembre 2020

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, per sapere – premesso che:

   come è noto dalle cronache recenti, il professor Marco Gervasoni, docente di storia contemporanea presso l'Unimolise, il 5 settembre 2020 ha pubblicato sul proprio accountTwitter la foto della copertina dell'ultimo numero dell'Espresso che ritraeva la vicepresidente della regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, accompagnandola con un commento sulla sua estetica nel quale si domandava se si trattasse di un uomo anziché di una donna;

   è un commento che esprime un evidente sessismo e un atteggiamento chiaramente misogino;

   il professore, inoltre, ha espresso di frequente commenti denigratori e violenti nei confronti di esponenti politici e della società civile;

   tra questi vi sono i seguenti, riportati in un articolo di «La Repubblica» il 7 settembre: «gli interlocutori di sinistra vanno spazzati via: sono al di fuori dell'umanità»; Ilaria Cucchi definita «Segre dei poveri»; «zecche rosse»; per una sindaca che revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini per conferirla a Liliana Segre il commento è che «la madre delle coglionazze ignoranti è sempre incinta»; e poi «5 Stelle vermi»; Repubblica «merde»; Nicola Zingaretti «unico uomo al mondo che in ogni foto appare con la faccia da cojone»;

   inoltre, un suo commento in particolare gli è addirittura costato il posto di docente presso la Luiss di Roma: nel mese di luglio 2019, infatti, scrisse che la nave Sea Watch «va affondata quindi Sea Watch bum bum», e a seguito di queste parole la Luiss nel settembre 2019 non gli ha rinnovato l'incarico;

   il codice etico dell'Università del Molise dove il professor Gervasoni è di ruolo parla dei «fondamentali doveri», da parte di studenti e docenti, di «rispetto della dignità umana» e di «rifiuto di ogni discriminazione». La comunità universitaria del Molise afferma anche l'impegno a «ripudiare ogni discriminazione originata da differenze di orientamenti religiosi, politici, culturali o sessuali» e, nello statuto dell'Ateneo, si enuncia una «comunità solidale che promuove al suo interno, ad ogni livello ed in ogni suo ambito, un clima di rispetto e di riconoscimento del valore dell'altro nel rifiuto di ogni forma di discriminazione relativa al genere, all'età, all'origine etnica, al credo religioso, all'orientamento sessuale, alla disabilità, alle condizioni di salute fisica e psichica» –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, visti i fatti sopra menzionati, per tutelare la dignità dell'ateneo molisano e dell'università italiana;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare ai fini di prevenire e contrastare il proliferare di un linguaggio offensivo e discriminatorio nelle comunicazioni sui social media.
(2-00925) «Boldrini, Aprile, Ascari, Barbuto, Benamati, Benedetti, Bologna, Bonomo, Bruno Bossio, Carla Cantone, Carnevali, Cenni, Ciampi, De Luca, Ehm, Fassino, Frate, Gribaudo, Lacarra, La Marca, Losacco, Madia, Gavino Manca, Martinciglio, Melilli, Muroni, Orfini, Papiro, Pezzopane, Prestipino, Quartapelle Procopio, Raciti, Rossi, Sarli, Serracchiani, Soverini, Elisa Tripodi, Viscomi, Zan, Cancelleri, Casa, Villani, Rotta».

(8 settembre 2020)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:

   la Commissione europea ha pubblicato, nel mese di luglio 2020, il quadro di valutazione del mercato interno 2020, il cosiddetto Single Market Scoreboard, relativo all'analisi delle performance degli Stati membri in aree specifiche del mercato interno, incluse l'integrazione commerciale e l'apertura del mercato;

   il quadro di valutazione fornisce annualmente una panoramica dettagliata sull'applicazione delle norme del mercato unico dell'Unione europea nello Spazio economico europeo (See) rispetto all'anno di riferimento, valutando i risultati degli Stati membri per quanto riguarda l'apertura dei mercati, gli strumenti di governance, nonché settori strategici specifici, sulla base di una serie di indicatori selezionati;

   i risultati dello scoreboard vengono presentati sotto forma di una rappresentazione «a semaforo», in cui vengono assegnati cartellini di colore rosso (risultati al di sotto della media), giallo (risultati nella media) e verde (risultati al di sopra della media);

   dall'ultimo quadro europeo di valutazione, sono emerse, per quanto riguarda l'Italia, alcune criticità in merito alle percentuali fatte registrare dal nostro Paese relativamente all'integrazione degli scambi nel settore dei servizi: nonostante alcuni passi avanti, l'Italia soffre ancora di un deficit di competitività in materia di integrazione negli scambi, soprattutto per quanto riguarda il settore dei servizi, anche quelli professionali di riconoscimento delle qualifiche;

   risultati positivi sono stati invece fatti registrare dall'Italia per quanto riguarda i flussi degli investimenti diretti all'estero, notevolmente aumentati e indice di una significativa apertura del mercato da parte del nostro Paese;

   il mercato unico rappresenta uno dei maggiori risultati raggiunti dall'Unione europea: è al centro del progetto europeo, ha alimentato la crescita economica negli ultimi decenni e ha reso più semplice la vita dei consumatori e delle imprese in Europa. Questo strumento, affiancato ad un quadro di governance efficace che delinei le politiche principali, definisca le priorità e le conseguenti strategie, appare di primaria importanza per raggiungere gli obiettivi dell'Unione. Pertanto, proprio in questa fase in cui in quadro di governance dell'Unione europea è in fase di ripensamento per essere migliorato appare rilevante riuscire ad affinare gli strumenti a supporto;

   per questo motivo, il corretto funzionamento del mercato unico costituisce una delle priorità della Commissione europea e si inserisce nel quadro strategico per una rinnovata politica industriale europea, finalizzata a: migliorare l'integrazione e il funzionamento del mercato unico, promuovendo la crescita complessiva delle economie dell'Unione europea; sostenere l'industria nel suo processo di trasformazione «verde» e digitale, pur rimanendo competitiva sulla scena mondiale; aiutare le piccole e medie imprese, rispetto alla transizione verso un'economia sostenibile e digitalizzata, tra l'altro riducendo l'onere normativo cui sono sottoposte ed agevolandone l'accesso al finanziamento;

   a tal fine, la Commissione europea ha recentemente adottato un piano d'azione a lungo termine per una migliore attuazione e applicazione delle norme del mercato unico allo scopo di massimizzare il rispetto e l'applicazione della normativa in tutta l'Unione europea. Una delle azioni intraprese è stata l'istituzione della task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico (Smet), composta da Stati membri e Commissione. La Smet tiene riunioni periodiche per valutare lo stato di conformità della legislazione nazionale alle norme del mercato unico, dare priorità agli ostacoli più urgenti, affrontare i casi di «sovraregolamentazione» ingiustificata, discutere questioni orizzontali in materia di applicazione della normativa e seguire l'attuazione del piano d'azione;

   numerose sono infatti, per gli Stati membri, le conseguenze negative dovute a una mancata o non corretta attuazione delle norme a tutela del mercato unico europeo: i cittadini e le imprese non possono beneficiare appieno dei loro diritti di libera circolazione, le imprese non possono realizzare le economie di scala che il mercato unico può offrire, i consumatori sono esposti ai rischi derivanti da prodotti non conformi o beneficiano di una minore scelta, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico è compromessa e diventa più difficile raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici;

   il miglioramento dell'integrazione e del funzionamento del mercato unico potrebbe generare un'ulteriore crescita in molti settori, stimolando gli scambi e la concorrenza e migliorando l'efficienza;

   la libera circolazione di beni e servizi nel mercato interno rappresenta, altresì, uno strumento fondamentale per garantire agli Stati membri la ripresa nella fase post-emergenziale da Covid-19: come emerso chiaramente durante la crisi del coronavirus, un mercato unico che funziona correttamente è fondamentale per garantire la libera circolazione di prodotti e servizi in tutta l'Unione europea e la rapida ripresa dell'economia degli Stati membri e di tutta l'Unione –:

   alla luce dei dati evidenziati nel quadro di valutazione europeo 2020 relativamente al tema all'approfondimento del mercato interno, quali iniziative il Governo intenda intraprendere, in particolare presso le competenti istituzioni dell'Unione europea, per migliorare le performance e la competitività del nostro Paese nella specifica area dell'integrazione del mercato unico, a garanzia del rispetto delle norme europee di settore e a tutela della competitività delle imprese e delle piccole e medie imprese;

   nell'ambito del piano per la ripresa dell'Unione europea e della definizione del piano per la ripresa e la resilienza (Pnrr), quali siano gli strumenti a disposizione e le priorità individuate dal nostro Paese per contribuire a mantenere l'integrità del mercato unico, sanare i possibili squilibri e concorrere, in tal modo, a rilanciare e promuovere il potenziale di crescita dell'economia italiana, nel periodo successivo alla crisi dovuta al Covid-19.
(2-00927) «Galizia, Berti, Bruno, Giordano, Grillo, Ianaro, Palmisano, Papiro, Penna, Scerra, Spadoni, Vignaroli, Leda Volpi, Adelizzi, Davide Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Aresta, Ascari, Baldino, Barbuto, Massimo Enrico Baroni, Bella, Berardini, Bilotti, Buompane, Businarolo, Cadeddu, Cancelleri».

(8 settembre 2020)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi dati Istat riferiti all'anno 2018, il numero di minori vittime di reati è allarmante;

   stando ai delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorità giudiziaria, e limitandosi ai reati contro la persona, si possono contare, tra omicidi volontari consumati, tentati omicidi, omicidi preterintenzionali e omicidi colposi denunciati, ben 80 vittime minori di 14 anni e 65 aventi tra i 14 e i 17 anni;

   raggiungono quasi il migliaio le vittime minori di percosse e addirittura sono oltre 3 mila e 800 i minori vittime di lesioni dolose;

   è impressionante anche il numero delle vittime di reati di violenza sessuale e la loro giovanissima età: su un totale di 1.133 vittime minori, ben 398 hanno meno di 14 anni;

   allarmanti sono i dati riguardanti il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: 85 sono le vittime minorenni e tra questi ben 15 sono minori di 14 anni; una piaga sociale che sta affiorando in questi ultimi anni dopo la vicenda delle cosiddette «baby squillo», inchiesta che nel 2013 svelò la vicenda di due adolescenti fatte prostituire nel quartiere romano dei Parioli;

   infine, si segnala che anche le vittime minori del reato di pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico sono elevatissime: 117 hanno meno di 14 anni e 161 tra 14 e 17 anni;

   a questi bisogna aggiungere centinaia di giovani e giovanissimi con meno di 18 anni vittime di reati di atti sessuali con minorenne e corruzione di minorenne;

   in alcuni tribunali sono state prese misure per migliorare il contrasto a questi fenomeni criminali e garantire la protezione delle vittime di reati, come – ad esempio – la predisposizione di «sale di ascolto» con modalità protette riservate a tutti i minori e dotate di idonea strumentazione tecnica che assicura la videoregistrazione dell'ascolto;

   i dati statistici riferiti dagli uffici giudiziari di Roma indicano che dal 2015 al 2018 sono stati ascoltati con tali modalità, sia dai magistrati che dalle forze di polizia, ben 903 minorenni, di cui 570 bambine, e che nel maggior numero dei casi questi erano vittime di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale;

   nello stesso tempo nei medesimi uffici giudiziari è stato rilevato un incremento delle notizie di reato che hanno come vittime i minorenni, anche per i delitti di: pornografia minorile, atti sessuali con minore e corruzione di minore, adescamento di minori e sottrazione di minorenne;

   questi dati, se confermati a livello nazionale, mostrano in maniera plastica la profondità di una piaga sociale che ogni anno miete migliaia di vittime innocenti che vedranno segnata la propria vita per sempre;

   ciò impone una seria riflessione e richiede una risposta rapida e pragmatica da parte di tutte le istituzioni –:

   di quali informazioni e dati statistici dispongano con riguardo alla diffusione di delitti di: pornografia minorile, adescamento di minori, atti sessuali con minori, prostituzione minorile, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e, in generale, reati commessi in danno di minori, negli anni passati nei vari distretti di corte d'appello e nel Paese nel suo complesso;

   se intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, volte alla diffusione delle best practice sul territorio nazionale, incluse le misure di contrasto che risultano già in atto presso alcune procure e tribunali del Paese.
(2-00663) «Ascari, Dori, Piera Aiello, Barbuto, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, D'Orso, Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Acunzo, Adelizzi, Davide Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Aresta, Baldino, Massimo Enrico Baroni, Battelli, Bella, Berardini, Berti, Bilotti, Bologna, Deiana, Giordano, Muroni, Boldrini, Spadoni, Sarli».

(3 marzo 2020)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   l'Italia ha ratificato nel 2013 la Convenzione di Istanbul. Il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza;

   la legge n. 54 del 2006, che ha istituito l'affido condiviso, afferma il «diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori»;

   la Corte costituzionale, in diverse sentenze, ha individuato come prioritaria, da parte del giudice, l'opzione dell'affido condiviso, dovendosi motivare la sua contrarietà all'interesse dei minori nel caso di una diversa scelta. La bigenitorialità è, infatti, innanzitutto l'oggetto di un diritto dei figli minori;

   l'alienazione parentale non è una patologia, non è una sindrome, così come dichiarato anche dal Ministro della salute in quanto priva di fondamento scientifico, e non è una malattia mentale. Ma una costruzione psicoforense secondo cui un genitore utilizza il figlio per negargli «il diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con l'altro genitore». Pertanto, non basata su dati di fatto concreti ed oggettivi sui quali valutare la capacità genitoriale, così come chiarito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 7041/2013;

   la Cassazione civile con sentenza n. 13274/2019 ha stabilito che qualora la consulenza tecnica presenti devianze dalla scienza medica ufficiale come avviene nell'ipotesi in cui sia formulata la diagnosi di sussistenza della alienazione genitoriale, non essendovi certezze nell'ambito scientifico al riguardo, il giudice del merito è comunque tenuto a verificarne il fondamento, utilizzando i comuni mezzi di prova;

   Ginevra P.A. è un'insegnante di scuola primaria ed è la mamma di Arianna, la figlia che le è stata tolta per decreto del tribunale dei minori a 18 mesi, il 23 marzo 2011, «con un vero e proprio blitz messo in opera da 14 persone», solo perché ha denunciato il suo ex partner per maltrattamenti;

   inizia così, nel 2011, una duplice vicenda giudiziaria raccontata negli anni da diversi organi di stampa. Un procedimento penale per maltrattamenti nei confronti del padre della bambina e un procedimento presso il tribunale dei minori per l'affidamento, dove Ginevra incontra, come Ctu, la dottoressa Malagoli Togliatti;

   la Ctu redatta dalla Togliatti – che lavorava in una struttura dove Ginevra avrebbe dovuto imparare a fare la madre (cosa di cui si è giustamente rifiutata) – l'ha infatti accusata di essere una madre malevola e alienante;

   la bambina è stata così affidata in via esclusiva al padre, senza aver mai più avuto nessun incontro con la madre;

   Ginevra non la vede da 9 anni;

   la decisione del tribunale dei minori non è mai stata messa in discussione neanche quando il padre della bambina, nel 2017, viene condannato in primo grado per lesioni. Il tribunale infatti inizialmente affida la bambina alla madre con il diritto di visita al padre, ma quando arriva la Ctu, tutto cambia. «Tratti istrionici e prognosticati comportamenti imprevedibili nel futuro», questa la diagnosi che invita la donna «a farsi curare» presso il centro di salute mentale indicato dalla Ctu;

   i servizi sociali di Lipari, dopo un'accurata indagine socio-ambientale, hanno redatto un'ottima relazione sulla vita di Ginevra. E come loro molti altri. Anche il neuropsichiatra Volterra si è dichiarato sconcertato dopo aver visionato la perizia fatta a Ginevra, poiché afferma: «avrebbe tutte le carte in regola per vincere questa battaglia giudiziaria»;

   Ginevra è andata in varie trasmissioni televisive: durante «Mi manda Raitre», ha spiegato le possibili collusioni tra la Togliatti e il legale del suo ex, viste mentre parlavano al tavolo di un ristorante;

   Ginevra in un'intervista rilasciata alla Dire ha parlato delle «percosse subite dal suo ex», padre della bambina;

   l'uomo, «era stato denunciato dalle due precedenti mogli e mentre allattavo – ha raccontato – ha minacciato di uccidermi se lo avessi fatto anche io»;

   eppure Ginevra ha esito negativo anche in appello perché «non risulta che abbia avuto i colloqui al Dipartimento di salute mentale, di cui ho invece tutti i tagliandini conservati» ha spiegato alla Dire;

   Ginevra ha dichiarato in alcune trasmissioni televisive, «di avere registrato la Malagoli Togliatti affermare che lei nelle perizie scrive quello che le chiede il cliente, non quello che è vero» –:

   se intenda adottare iniziative normative affinché sia escluso il riconoscimento nei tribunali dell'alienazione parentale, come motivazione unica sulla quale basare l'allontanamento di un minore da uno dei due genitori;

   se intenda adottare le iniziative di competenza per garantire l'applicazione del principio dell'affido condiviso come l'oggetto di un diritto dei figli minori, volto a «mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi»;

   se intenda adottare le iniziative di competenza per la corretta applicazione della Convenzione di Istanbul;

   se, nel caso esposto in premessa, non ritenga opportuno promuovere un'iniziativa ispettiva presso il tribunale dei minori di Roma, in relazione al procedimento che ha comportato l'allontanamento improvviso della minore dalla madre da ormai 9 anni.
(2-00897) «Giannone, Lupi, Colucci, Silli, Benedetti, Cunial, Ermellino, Aprile, Costanzo, Vizzini, Perego Di Cremnago, Rizzetto, Lucaselli, Ciaburro, Galantino, Deidda, Marino, Trano, Cecconi, Germanà, Tondo, Sangregorio, Caiata, Osnato, Luca De Carlo, Porchietto, Giacometto, De Giorgi, Frate, Angiola, Nitti».

(4 agosto 2020)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la Calabria, e in particolare la fascia jonica meridionale, registra purtroppo un sostanziale deficit infrastrutturale sia per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie che quelle viarie;

   in questo ambito va sottolineato come da troppi anni la strada statale 183 Melito di Porto Salvo – Gambarie d'Aspromonte, necessiti di un serio intervento di riqualificazione e di messa in sicurezza;

   allarmante è il pericolo che incombe sulla suddetta infrastruttura viaria, spesso a una sola carreggiata, per le sue numerose e importanti frane che continuano ad interessare notevoli tratti di carreggiata e per le frane che si continuano a registrare dalla adiacente montagna, il cui materiale spesso si riversa sulla strada. Tutto questo produce evidenti e gravi condizioni di pericolo per l'incolumità dei cittadini e per le infrastrutture ivi esistenti;

   l'Anas, e in particolare l'Area Compartimentale Calabria di Anas, anche a seguito di monitoraggi effettuati su questa infrastruttura viaria, si era presa in carico di programmare ed effettuare una serie di interventi di manutenzione e di messa in sicurezza dell'arteria stradale;

   questi interventi, indispensabili per la sicurezza della viabilità e quindi dei cittadini, sono altresì necessari per i territori e i comuni del Parco nazionale dell'Aspromonte in quanto contribuirebbero ad affrontare problemi che ancora oggi limitano lo sviluppo delle aree interne, e in particolare dei centri abitati del comprensorio. Problemi legati alla sicurezza e alla percorribilità, che penalizzano fortemente le attività produttive di quelle aree, nonché la stessa la mobilità e la viabilità per gli spostamenti quotidiani –:

   quali iniziative urgenti si intendano adottare, per quanto di competenza, per la messa in sicurezza dei tratti più a rischio della infrastruttura viaria di cui in premessa, al fine di garantire la sicurezza e dare soluzione al disagio dei cittadini di quei comuni anche al fine di sostenere le imprese e le attività produttive del territorio, garantendo il diritto alla vivibilità delle aree interne.
(2-00912) «Maria Tripodi, Gelmini, Cannizzaro».

(31 agosto 2020)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la Abramo Customer Care spa è un'azienda operante nella fornitura di servizi esternalizzati per processi aziendali quali il rapporto diretto col cliente. Nella sede di Crotone, nella quale operano circa 1.600 addetti, l'azienda gestisce una importante attività di call center;

   con lettera del 1° settembre 2020, dando seguito a quanto già paventato a luglio 2020 dalle associazioni sindacali di categoria, la Abramo Customer Care ha informato i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, la regione Calabria, il comune di Roma e i sindacati, dell'avvio di un procedimento di licenziamento collettivo di 107 lavoratori, tutti impiegati a tempo indeterminato all'interno del sito industriale di Crotone, alla luce della cessazione dell'attività, dal 1o ottobre 2020, sulla commessa «Roma Capitale», nell'impossibilità di poterli reimpiegare su altra commessa. L'azienda, allo stato, si dichiara non in grado di garantire misure per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale della riduzione del personale;

   il 22 luglio 2020 i sindacati avevano inviato una richiesta di incontro ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, alla Consip che ha curato il bando di gara, al comune di Roma e al consorzio Leonardo, vincitore della commessa, al fine di poter discutere degli effetti derivanti dalle non corrette modalità di applicazione della «clausola sociale» relativa ai servizi di contact center legati al servizio 060606 — comune di Roma;

   il principio su cui si basa la norma sulla «clausola sociale» per i call center è di garantire continuità occupazionale ai lavoratori in caso di cambio di appalto, all'interno di un medesimo comprensorio territoriale;

   per questi lavoratori, l'articolo 1, comma 10, della legge n. 11 del 2016 stabilisce che in caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente pubblico, il rapporto di lavoro continua con l'appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento;

   occorre comprendere come il nuovo aggiudicatario della commessa del comune di Roma, il Consorzio Leonardo, intenda applicare la «clausola sociale». Al momento sta offrendo il mantenimento occupazionale su Roma, senza tener conto del vincolo territoriale. Sul sito di Crotone i lavoratori licenziati per la gran parte lavorano con part-time a 20 ore settimanali: dinanzi ad un trasferimento a 600 chilometri di distanza si troverebbero costretti a rinunciare al posto di lavoro;

   l'articolo 50 del decreto legislativo n. 50 del 2016, codice degli appalti pubblici, come rafforzato dall'articolo 33 del decreto legislativo n. 56 del 2017, prevede che i bandi di gara relativi a servizi nei quali il costo della manodopera è superiore al 50 per cento dell'importo totale del contratto (per i call center il costo del lavoro supera l'80 per cento debbano contenere «specifiche clausole volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato»;

   con il decreto direttoriale n. 77 del 1° ottobre 2018, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fissato il costo del lavoro medio per il personale dipendente da imprese aggiudicatarie di servizi di call center, calcolato sulla base del contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni. Secondo i sindacati di categoria, dall'analisi dei contratti collettivi nazionali applicati dalle aziende subentranti, che sono diversi dal suddetto contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni, il nuovo trattamento economico complessivo dei lavoratori, risulta inferiore a quello avuto con il precedente appaltatore. Questo comporterebbe, oltre che un danno al lavoratore, anche un dumping che permette l'aggiudicazione delle gare al di sotto del costo fissato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   a precisare il contenuto della legge sono intervenute le linee guida dell'Anac, delibera n. 114 del 13 febbraio 2019 nelle quali si afferma che «Allo scopo di consentire ai concorrenti di conoscere i dati del personale da assorbire, la stazione appaltante indica gli elementi rilevanti per la formulazione dell'offerta nel rispetto della clausola sociale (...)», in particolare personale utilizzato, contratto collettivo nazionale di lavoro, applicato e sede di lavoro;

   va negativamente rimarcato il fatto che la Consip, un ente controllato dal Ministero dell'economia e delle finanze, nel bando per l'assegnazione del servizio di call center per il comune di Roma, non abbia adeguatamente esplicitato i criteri minimi necessari a dare effettiva consistenza a quanto stabilito in materia di «clausola sociale» da leggi e contratti collettivi, a tutela dei lavoratori dei call center;

   al di là delle ricorrenti crisi occupazionali della società Abramo Customer Care, la provincia di Crotone è in preda a una crisi economica e sociale le cui radici affondano nello smantellamento del polo industriale negli anni '90. Le difficoltà derivanti dalla pandemia hanno inasprito una situazione già difficile, a cominciare dalle immense difficoltà che affliggono il sistema trasportistico, stradale e ferroviario, per la cui soluzione occorreranno ancora 5-10 anni;

   nella classifica sulla vivibilità delle 107 province italiane, Crotone è collocata regolarmente agli ultimi posti: 106o in termini di saldo migratorio interno (in particolare, per la fuga dei giovani), 107o per il numero di anni di studio della popolazione, 107o per il tasso di disoccupazione (96o per il tasso di disoccupazione giovanile), 107o per il reddito medio e per la spesa delle famiglie, 104o per l'offerta di trasporto pubblico, 103o per la spesa sociale degli enti locali; 105o in termini di offerta culturale;

   un percorso diverso è possibile: nell'ottobre 2019, dopo intensa trattativa, i lavoratori impegnati sulla commessa Enel mercato libero nel call center di Casarano in Puglia, hanno mantenuto il mantenimento del posto di lavoro grazie all'applicazione della clausola di salvaguardia sociale. Si ha notizia che, in casi analoghi, i contratti precedenti sono stati prorogati proprio per risolvere la questione della territorialità –:

   se non ritengano opportuno intervenire con assoluta urgenza a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care spa di Crotone, per i quali è in corso una procedura di licenziamento collettivo, in considerazione del fatto che la soluzione di assorbimento per essi prospettata ad avviso degli interpellanti di fatto aggira le disposizioni sulla «clausola sociale» in favore dei lavoratori dei call center;

   se non si ritenga che il bando di gara Consip che ha dato origine alla vicenda esposta in premessa fosse privo degli elementi necessari alla corretta applicazione della «clausola sociale».
(2-00923) «Torromino, Occhiuto».

(8 settembre 2020)

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, per sapere – premesso che:

   dal 2008 è iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco il sito Mantova e Sabbioneta per la gestione del quale è attivo un piano di gestione con l'obiettivo di mantenere nel tempo la conservazione dei valori che hanno reso possibile tale iscrizione;

   a tal fine, presso l'ufficio Unesco di Mantova e Sabbioneta, è stato avviato un progetto Unesco, finanziato con fondi pubblici, che ha portato all'approvazione dello studio per le «Linee guida per la progettazione dello spazio pubblico» diventato esecutivo nel 2014;

   sulla base di questo progetto un gruppo di lavoro formato da studiosi, storici dell'arte, architetti ed esperti agronomi, con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha condotto ricerche, acquisito dati e immagini, eseguito rilievi, con il proposito di approfondire la conoscenza e l'analisi sui monumenti compresi in tali siti con l'obiettivo di preservarli e tutelarli;

   i risultati di tali ricerche, contenuti in tre volumi la cui pubblicazione, nel 2018, è stata coordinata dagli architetti Paula Eugenia Falini e Patrizia Pulcini, espongono alla città le linee guida per il progetto di completa risistemazione, «recupero, e valorizzazione della insularità dell'impianto unitario di Palazzo Te, dell'intero sistema delle sue parti costitutive che tiene conto di: il palazzo e le sue aree di pertinenza storica e morfologica quali giardini e spazi agricoli – assi principali di connessione urbana [...]»;

   uno dei volumi su citati riguarda specificamente «I giardini di Palazzo Te. Un progetto guida per i giardini dell'isola»;

   il sindaco di Mantova ha recentemente annunciato alla stampa locale che il progetto urbanistico di totale revisione dell'area adiacente a Palazzo Te, il progetto di parco urbano di Palazzo Te il cui costo complessivo è stato stimato intorno ai 12 milioni di euro, sarà finanziato con 5 milioni di euro del Ministero, in quanto è stato inserito nel piano strategico «Grandi progetti beni culturali»;

   risulta agli interpellanti che le su citate linee guida di progetto, che hanno avuto tra i suoi collaboratori eminenti studiosi, riconosciuti a livello internazionale e il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e dell'Unesco tra gli altri, con esborso di denaro pubblico, non siano state tenute in considerazione dal sindaco di Mantova e conseguentemente dagli architetti dallo stesso incaricato per il progetto sottoposto al Ministero per il finanziamento nello scorso gennaio 2020;

   il Ministro interpellato, nel mese di ottobre 2015, nell'annunciare che la capitale italiana della Cultura 2016 sarebbe stata Mantova, comunicava che tale designazione avrebbe previsto per la città un finanziamento di 1 milione di euro come premio e che le spese per investimenti necessari per realizzare i progetti sarebbero state escluse peraltro dal patto di stabilità;

   risulta agli interpellanti che il progetto in virtù del quale l'attuale sindaco di Mantova si aggiudicò il detto premio, totalmente mutuato da quello presentato dal precedente sindaco di Mantova, Nicola Sodano, come evidenziato da organi di stampa locali (La Voce di Mantova in data 13 ottobre 2016), non sia stato attuato che in parte;

   risulta inoltre agli interpellanti che il milione di euro, dotazione da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per l'attribuzione a Mantova del titolo di capitale italiana della cultura 2016, non sia mai stato versato al comune di Mantova –:

   se il Ministro sia a conoscenza del progetto Unesco finanziato del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per l'area adiacente al palazzo Te in Mantova;

   quale sia stato l'esborso di pubblico denaro per la redazione delle linee guida per la progettazione dei Giardini di Palazzo Te, patrocinato tra gli altri dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo;

   sulla base di quali motivazioni il Ministero abbia valutato di finanziare un progetto di sistemazione dell'area dell'isola del Te, senza che questo tenesse minimamente conto delle linee guida recentemente approvate nel 2018;

   se sia conoscenza del mancato versamento nelle casse del comune di Mantova del milione annunciato in fase di designazione della città quale capitale italiana della cultura nel 2016 e, se corrisponda al vero, quali ragioni abbiano indotto il Ministero a non disporre tale finanziamento;

   se e quali iniziative intenda adottare il Ministro interpellato a tutela del patrimonio artistico e culturale della città di Mantova.
(2-00926) «Anna Lisa Baroni, Aprea, Bagnasco, Battilocchio, Brambilla, Cannatelli, Casciello, Cassinelli, Cattaneo, Cristina, Della Frera, Fatuzzo, Gregorio Fontana, Gelmini, Mandelli, Marin, Musella, Orsini, Palmieri, Pella, Pettarin, Ravetto, Rossello, Rotondi, Saccani Jotti, Sarro, Siracusano, Squeri, Vietina, Zanella».

(8 settembre 2020)