TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 343 di Mercoledì 20 maggio 2020

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. – Per sapere – premesso che:

   il 13 maggio 2020 il Consiglio dei ministri ha approvato l'ennesimo decreto-legge per l'emergenza economica e sociale causata dal Coronavirus, pomposamente chiamato decreto-legge «rilancio»;

   secondo il comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri il decreto-legge «introduce misure connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19», intervenendo «in diversi ambiti, in modo trasversale, con l'intento di assicurare l'unitarietà, l'organicità e la compiutezza delle misure»;

   a ben cinque giorni dalla sua approvazione in Consiglio dei ministri il decreto-legge non è ancora stato pubblicato, perché sembra che manchi parte delle coperture finanziarie;

   nel frattempo, dalla lettura delle bozze del testo già in circolazione emerge con chiarezza che, a dispetto delle ambizioni di unitarietà e organicità, il decreto-legge contiene una notevole quantità di interventi microsettoriali, dei quali appare davvero di difficile comprensione il nesso con «l'emergenza epidemiologica da COVID-19»;

   si collocano certamente tra queste lo stanziamento di 40 milioni di euro in tre anni per la realizzazione del Tecnopolo di Bologna e il «connesso potenziamento del sistema di alta formazione e ricerca meteo-climatica di Bologna», «tesoretto» messo sostanzialmente nelle mani del presidente della regione Emilia-Romagna che lo può spendere in deroga a ogni disposizione del codice degli appalti, come anche la destinazione di 130 milioni di euro in favore del comune di Taranto «per la realizzazione di un sistema innovativo di bus rapidtransit»;

   stupiscono, altresì, misure quali la modifica degli assetti della governance dell'Enit, la creazione di ben due nuove strutture di esperti e consulenti per il Ministero dello sviluppo economico, alla modica cifra di ottocentomila euro l'anno, o anche le norme volte a garantire il mantenimento della remunerazione garantita per l'Agenzia delle entrate nonostante le minori riscossioni o, ancora, la corresponsione ad Anas di 350 milioni di euro per compensare i minori introiti derivanti dalla diminuzione del corrispettivo versato dai concessionari autostradali, spostando, di fatto, l'onere finanziario da questi ultimi ai contribuenti, o, infine, le misure per l'accoglienza dei migranti irregolari;

   le norme sin qui riportate, ad avviso degli interroganti, sono solo alcuni esempi di trattamenti di favore localistici e personalistici nascosti nelle pieghe di un provvedimento abnorme, composto di 250 articoli, del tutto ingiustificati nel periodo emergenziale che la nostra nazione si sta trovando ad affrontare –:

   se il Governo non ritenga di espungere le norme incongrue dal testo del decreto-legge «rilancio», in tal modo assicurandone anche un più agevole e rapido esame.
(3-01547)

(19 maggio 2020)

   EPIFANI e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 42, comma 2, del decreto-legge «Cura Italia» prevede che per le infezioni da virus COVID-19 contratte in occasione di lavoro trovi applicazione il principio generale in base al quale le malattie infettive contratte in circostanze lavorative (ad esclusione di quelle inquadrate come malattie professionali) sono considerate infortuni e, quindi, il medico certificatore redige l'ordinario certificato di infortunio e lo invia telematicamente all'Inail e le prestazioni a carico di quest'ultimo istituto, nei casi accertati di infezioni dalla malattia in oggetto in occasione di lavoro, sono erogate anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell'infortunato;

   con la circolare n. 13 del 3 aprile 2020 l'Inail ha individuato le fattispecie professionali per le quali viene riconosciuta una presunzione semplice di contrazione in occasione di lavoro (della malattia in oggetto), demandando, per altre fattispecie, la definizione dell'eventuale sussistenza dell'occasione di lavoro all'accertamento medico-legale (quest'ultimo, afferma la circolare, «seguirà l'ordinaria procedura, privilegiando essenzialmente i seguenti elementi: epidemiologico, clinico, anamnestico e circostanziale»);

   su questo tema si è scatenato un ampio dibattito, che ha portato Confindustria a chiedere uno «scudo penale» per le aziende contro il rischio di essere chiamate a rispondere di contagi sul lavoro; il 15 maggio 2020 l'Inail con una nota ha precisato che «sono diversi i presupposti per l'erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail»;

   l'articolo 42 del decreto-legge «Cura Italia» non fa discendere automaticamente l'accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro. È una misura a tutela del lavoratore: una prestazione assicurativa che esula dai presupposti per il riconoscimento della responsabilità. Il datore di lavoro può, invece, essere chiamato a rispondere, quantomeno per colpa, in caso di contagio di uno o più dipendenti, qualora non adotti le linee guida in materia di prevenzione dal COVID-19 sui luoghi di lavoro –:

   come intenda procedere per fare chiarezza sul tema, al fine di garantire i diritti e la sicurezza dei lavoratori e l'opportuna certezza e trasparenza per i datori di lavoro.
(3-01548)

(19 maggio 2020)

   GRIBAUDO, LEPRI, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, MURA, VISCOMI, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il comparto automobilistico in Italia occupa 252.000 persone, rappresentando ancora una spina dorsale della produzione industriale (7 per cento del manifatturiero), secondo in Europa per occupati nel settore;

   l'andamento dell'occupazione negli stabilimenti italiani di Fca non ha, tuttavia, raggiunto gli obiettivi del piano 2014-2018, utilizzando oggi gli ammortizzatori per la maggioranza della forza lavoro;

   negli ultimi anni, i lavoratori si sono mobilitati in tutti gli stabilimenti Fca; in particolare, si è registrata una forte preoccupazione alla carrozzeria di Mirafiori e nello stabilimento Maserati di Brugliasco, ove l'utilizzo dei contratti di solidarietà era stato prorogato fino a giugno 2020. Negli stabilimenti di Pratole Serra e Vm di Cento, dove si producono motori diesel, non si hanno prospettive rispetto alla volontà del loro superamento entro il 2022; nell'impianto di Pomigliano d'Arco e in quello di Cassino si è fatto ampio ricorso agli ammortizzatori sociali;

   a ottobre 2019 è stata annunciata la volontà di una fusione fra i gruppi Fca e Psa. I due partner avrebbero distribuito un dividendo ordinario di 1,1 miliardi di euro nel 2019 e Fca avrebbe distribuito un dividendo eccezionale di 5,5 miliardi di euro; non sono stati tuttavia resi chiari la strategia internazionale e le ripercussioni sulla produzione e sull'occupazione nei rispettivi stabilimenti;

   a novembre 2019, il responsabile Emea di Fca, Pietro Gorlier, ha affermato di aver avviato circa il 90 per cento degli investimenti previsti per l'Italia, quantificati nel 2018 in 5 miliardi di euro da utilizzare entro il 2021 per il lancio di nuovi modelli ibridi o elettrici;

   a causa dell'emergenza COVID-19, gli stabilimenti Fca hanno sospeso la produzione a partire dalla metà di marzo 2020, riprendendo gradualmente le attività a partire dal 4 maggio 2020; tuttavia, alcune ricerche stimano un crollo del 17 per cento della vendita di nuove vetture a livello mondiale e fino al 45 per cento in Italia;

   è stata recentemente annunciata la possibilità di un prestito di 6,3 miliardi di euro che il gruppo Fca assumerebbe con Intesa San Paolo, con garanzia pubblica tramite Sace, per gli stabilimenti italiani del gruppo –:

   quale sia lo stato di attività degli stabilimenti di tutto il comparto automotive italiano, con particolare riferimento ai lavoratori in cassa integrazione prima dell'emergenza COVID-19, durante e dopo il lockdown, e quali iniziative intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali italiani nel settore auto, anche valutando la convocazione di un tavolo per affrontare con le parti sociali la transizione ecologica della mobilità, le necessarie riconversioni industriali e l'eventuale intervento pubblico in tal senso.
(3-01549)

(19 maggio 2020)

   OCCHIONERO, ROSTAN, D'ALESSANDRO, MIGLIORE, DE FILIPPO, VITIELLO, SCOMA e FREGOLENT. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   la crisi sanitaria ha colpito soprattutto le regioni del Centro-Nord, ma la ricaduta economica e sociale dell'emergenza riguarda tutto il Paese e al Sud si somma alle fragilità produttive e strutturali;

   secondo lo Svimez, per effetto della pandemia, il prodotto interno lordo nelle regioni meridionali calerà di circa 8 punti: una perdita solo di poco inferiore rispetto alla media del Paese dove le aree più colpite coincidono con quelle più produttive. Questo perché il Mezzogiorno è caratterizzato da una specializzazione produttiva nei servizi duramente colpiti dalla crisi e da una fragilità del tessuto produttivo e del mercato del lavoro: il rischio di fallimento per le piccole e medie imprese meridionali è quattro volte superiore rispetto al resto del Paese. Il Cerved indica, per la filiera del turismo, un calo del fatturato del 20 per cento e saranno circa 800 mila i disoccupati in cerca di prima occupazione: soprattutto al Sud e in particolare giovani, circa mezzo milione. Se le stime fossero confermate, a fine 2020 il Mezzogiorno si ritroverebbe 15 punti sotto ai livelli precedenti la crisi del 2008;

   risulta urgente salvaguardare il tessuto produttivo ma anche sociale, garantendo sostegno e liquidità alle imprese e impedendo il rischio di marginalizzazione e vulnerabilità, che coinvolge molte famiglie e aziende del Mezzogiorno;

   in linea con quanto sopra esposto la regolarizzazione nel settore agricolo, sostenuta dalla Ministra Bellanova, per rafforzare la legalità e stroncare il fenomeno del caporalato, è una misura fondamentale;

   in questo contesto il tema del rafforzamento della rete infrastrutturale, con particolare attenzione alla banda larga, è divenuto centrale per favorire la ripartenza delle regioni del Mezzogiorno, unitamente all'estensione della rete ferroviaria. Altrettanto importante è il rafforzamento del credito d'imposta per le attività di ricerca e sviluppo, con l'obiettivo di ridurre il gap sostanziale con le regioni del Centro-Nord e di rafforzare gli investimenti innovativi delle imprese meridionali, anche alla luce di quanto abbiamo riscoperto tutti con l'emergenza: l'importanza vitale della ricerca e dell'innovazione nell'economia;

   nelle aree interne vi è la possibilità di incentivare il turismo nei borghi, nelle colline e nelle montagne già dalle prossime vacanze, per conseguire l'obiettivo di rilancio del turismo sostenibile e culturale –:

   quali iniziative intenda adottare per le regioni meridionali per rilanciare un modello di sviluppo e d'innovazione capace di coniugarsi con i diritti e la giustizia sociale, con particolare riguardo al sostegno della rete infrastrutturale e al rilancio tecnologico del territorio.
(3-01550)

(19 maggio 2020)

   MACINA, RUGGIERO, BALDINO, ALAIMO, BILOTTI, MAURIZIO CATTOI, CORNELI, D'AMBROSIO, SABRINA DE CARLO, DIENI, FORCINITI, PARISSE, FRANCESCO SILVESTRI, SURIANO, ELISA TRIPODI, GALIZIA, BERTI, BRUNO, DI LAURO, GIORDANO, GRILLO, IANARO, PAPIRO, PENNA, SCERRA, TORTO, LEDA VOLPI e DONNO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo per lo sviluppo e la coesione, inizialmente denominato Fondo per le aree sottoutilizzate, è lo strumento di finanziamento per le aree sottoutilizzate del Paese, che raccoglie risorse nazionali aggiuntive, da sommarsi a quelle ordinarie e a quelle comunitarie, nonché nazionali di cofinanziamento;

   dal 2003 il Fondo per le aree sottoutilizzate rappresenta lo strumento di politiche per la realizzazione di interventi in aree particolari, favorendo la ripresa della competitività e della produttività nelle «aree obiettivo»;

   il Fondo per lo sviluppo e la coesione è finalizzato a dare unità programmatica-finanziaria agli interventi aggiuntivi al finanziamento nazionale, rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree italiane;

   da notizie de Il Sole 24 ore si apprende che il presidente di Svimez, Giannola, dichiara che «Le misure a sostegno della liquidità rappresentano un importate passo avanti, ma per uscire dall'impasse bisogna superare il tradizionale dualismo territoriale e ragionare in un'ottica di sistema Paese. A partire dai punti forza, come la riscoperta della centralità del Mediterraneo, attraverso un rilancio delle quattro zone economiche speciale nei porti di Napoli, Gioia Tauro, Bari e Taranto. E spingendo l'acceleratore sulle reti transeuropee dei trasporti per completare i collegamenti con gli altri Paesi europei» e che «il Mezzogiorno, che non si è mai del tutto risollevato dalla crisi del 2008, rischia di accusare una maggiore debolezza nella fase di ripresa. La situazione è drammatica e per recuperare completamente terreno serviranno almeno dieci anni al Nord e venti al Sud»;

   il Fondo, in coerenza con l'articolazione temporale della programmazione dei fondi strutturali dell'Unione europea, garantisce l'unitarietà e la complementarietà delle procedure di attivazione delle risorse con quelle previste per i fondi strutturali dell'Unione europea;

   la Commissione europea ha consentito la completa flessibilità nell'uso delle risorse della politica di coesione per indirizzare le stesse verso alcuni settori, quali la sanità e gli aiuti alle imprese:

   il valore della coesione territoriale, in questo momento di emergenza sanitaria, è un impegno politico da confermare a tutela del principio di riequilibrio territoriale e contro il disinvestimento al Sud, un danno per l'intero Paese –:

   se intenda, e in quali termini, attivarsi per garantire la coesione territoriale ed il rispetto dei vincoli di destinazione delle risorse nel Mezzogiorno, impedendo che le stesse vengano «dirottate» rispetto alla loro effettiva assegnazione, anche considerando il decreto attuativo di prossima emanazione che dovrebbe assicurare una rilevante percentuale dei fondi alle regioni meridionali.
(3-01551)

(19 maggio 2020)

   BARTOLOZZI, PRESTIGIACOMO, SIRACUSANO e GERMANÀ. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   nel Sud Italia gli effetti delle misure di contrasto alla pandemia sono pesantissimi e questa consapevolezza impone l'adozione di immediate misure di sostegno agli investimenti;

   dall'ultimo report Svimez emerge poi chiaramente che il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centro-Nord nella fase della ripresa, perché sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto;

   già dal rapporto Svimez del 2019 emergeva la riapertura del divario con il Centro-Nord, con particolare riferimento al crollo degli investimenti pubblici: nel 2018 la spesa in conto capitale è scesa al Sud da 10,4 a 10,3 miliardi di euro, nello stesso periodo al Centro-Nord è salita da 22,2 a 24,3 miliardi di euro. Al Sud sono scarsi i servizi a cittadini e imprese. La spesa pro capite delle amministrazioni pubbliche era pari nel 2017 a 11.309 euro nel Mezzogiorno e a 14.168 euro nel Centro-Nord: lo svantaggio meridionale è molto marcato per la spesa relativa a formazione, ricerca e sviluppo, cultura;

   la situazione è, oggi, aggravata dalla morfologia dell'economia meridionale (preminenza di servizi ed agricoltura, incidenza del sommerso, presenza di micro e piccole imprese con forte indebitamento e tassi elevati di incagli e sofferenze bancarie) e dai tempi, più lunghi, di reazione al lockdown;

   il settore dove la disparità assume connotati più preoccupanti è, certamente, quello delle infrastrutture;

   due ponti, quello di Genova e quello d'Himera in Sicilia, rendono ancor più tangibile un divario che si sta trasformando in abisso;

   la ricostruzione del ponte genovese, il cui crollo è stato purtroppo segnato da 43 vittime innocenti, è divenuta esempio anche per i tempi nei quali è stata realizzata;

   del ponte sulla Palermo-Catania, la principale arteria viaria siciliana, per soli 250 metri si attende da 5 anni la ricostruzione, prevista per il 2018, che Anas non ha ancora terminato;

   un elemento di orgoglio ed uno di vergogna, pur se entrambi affidati allo Stato, simboli di un'odiosa contraddizione da risolvere;

   è ineludibile uno straordinario piano di ricostruzione nazionale che individui le opere strategiche nel Mezzogiorno da sottoporre ad un regime di accelerazione procedurale e finanziaria –:

   se ci sia un impegno fattivo volto ad individuare e reperire risorse per le grandi opere e i progetti in corso nel Mezzogiorno e se e come sia rispettata la clausola del 34 per cento in relazione agli 80 miliardi di euro di cui allo scostamento autorizzato dalle Camere.
(3-01552)

(19 maggio 2020)

   ROSPI, NITTI e ZENNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il sistema stradale lucano è oggetto da tempo di diversi interventi da parte di Anas s.p.a.; in particolare, tra gli interventi più importanti vi sono: il raddoppio della strada statale n. 7 Matera-Ferrandina, il completamento della strada statale n. 658 Potenza–Melfi e la messa in sicurezza della strada statale n. 407 Basentana;

   la strada statale n. 407 è una delle arterie principali, perché collega Matera e Potenza con l'A3 e la statale strada statale n. 106, nonché una delle più pericolose per l'elevato numero di incidenti che si verificano annualmente. Tra gli interventi di messa in sicurezza della strada statale n. 407, già finanziati e programmati per un investimento complessivo di 18,72 milioni di euro, vi sono la manutenzione straordinaria di diversi viadotti, l'adeguamento delle barriere spartitraffico e i lavori di manutenzione straordinaria per la sostituzione e l'integrazione della segnaletica verticale: purtroppo, però, ad oggi l'avvio delle opere citate risulta andare a rilento;

   la strada statale n. 7 Matera–Ferrandina, già stata finanziata per circa 70 milioni di euro, rientra nel collegamento mediano Murgia–Pollino, che collegherà l'autostrada A3 con l'A14, dichiarato opera strategica e di interesse nazionale dalla delibera del Cipe n. 121 del 2001 e inserito tra gli interventi previsti dalla delibera Cipe n. 130 del 2006, nonché inserito nel contratto di programma Anas 2018-2020, che prevede la realizzazione del «by-pass di Matera», noto come la Matera-Ferrandina-Pisticci, già assegnato attraverso gara pubblica ad Anas s.p.a. il 6 settembre 2017 e rientrante nel dossier «Matera 2019»;

   l'intervento sulla strada statale n. 658 Potenza–Melfi, già finanziato, prevede la realizzazione di una corsia aggiuntiva, che consentirà un deflusso del traffico più congruo ed agevole;

   i diversi interventi sopra citati rappresentano delle opere strategiche per la Basilicata, perché potenziano i collegamenti tra i capoluoghi di provincia, l'area del melfese e l'area del metapontino;

   il decreto-legge «sblocca cantieri» ad avviso degli interroganti si è rivelato insufficiente per far ripartire le opere pubbliche, comprese quelle lucane, al contrario di altri strumenti, come il «decreto Genova», che ha permesso la realizzazione dell'opera in due anni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle problematiche esposte in premessa al fine di adottare iniziative dirette a sbloccare e velocizzare la realizzazione delle opere citate, anche attraverso la nomina di commissari straordinari, come avvenuto per la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova.
(3-01553)

(19 maggio 2020)

   RIXI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato, di concerto con il Ministro della salute, ha emanato il decreto n. 207 del 17 maggio 2020 riguardante l'operatività delle diverse forme di trasporto in configurazione minima;

   per quanto riguarda il trasporto aereo, l'articolo 1 del decreto dispone che siano assicurati «esclusivamente i servizi minimi essenziali», limitando l'operatività agli aeroporti di: Ancona, Bari, Bergamo-Orio Al Serio, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze-Peretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Olbia, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino e Venezia Tessera;

   per quanto riguarda i collegamenti ferroviari ad alta velocità, l'articolo 2 del decreto prevede l'effettuazione giornaliera da parte di Trenitalia, quale servizio garantito, di un numero predefinito di collegamenti sulle sei diverse direttrici (adriatica; tirrenica sud; Roma-Puglia; Roma-Verona-Bolzano; dorsale Torino-Milano-Roma-Napoli; Venezia-Roma; trasversale padana), nonché l'effettuazione giornaliera – da parte di Italo-Ntv – di una sola coppia di collegamento (Roma Termini-Venezia Santa Lucia) fino al 20 maggio 2020 e di 4 coppie di collegamento (2 Salerno-Torino; Torino-Napoli; Venezia-Napoli) dal 21 al 31 maggio 2020;

   dal 18 maggio 2020 è stata disposta la progressiva riapertura di tutte le attività economiche e produttive e sono pertanto aumentate, fino a ritornare alla quasi normalità, le diverse esigenze di trasporto – conformi alle restrizioni vigenti – dei cittadini italiani;

   la configurazione minima di trasporto disposta dal Ministro interrogato appare del tutto inidonea a soddisfare le citate esigenze di trasporto, neanche tra i capoluoghi di regione; in particolare:

    a) l'aeroporto di Milano Linate, nonostante la sua strategicità, non è stato ricompreso tra quelli operativi e pertanto rimane chiuso;

    b) i collegamenti aerei previsti (ad esempio, tra Genova e Roma o tra Torino e Roma) sono esigui e con operativi che non consentono, a coloro che si spostano per ragioni lavorative, di compiere un viaggio andata e ritorno in giornata;

    c) il numero di collegamenti ferroviari è altrettanto esiguo, con conseguente scarsità di posti disponibili;

   la rete autostradale non costituisce una valida alternativa di trasporto, dacché essa risulta nuovamente congestionata, essendo ripresi anche i lavori sulla stessa rete, inspiegabilmente non eseguiti durante il lockdown –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché sia potenziato, con sollecitudine, il numero di collegamenti aerei e ferroviari (ad alta velocità) operativi tra i capoluoghi di regione.
(3-01554)

(19 maggio 2020)