TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 336 di Giovedì 7 maggio 2020

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   sulla base dei dati rilasciati dalla Protezione civile il 15 aprile 2020, il Piemonte è la terza regione italiana per numero di contagi (18.229) e di deceduti (2.015) e solo la quinta per numero di tamponi effettuati (75.664);

   l'8 aprile 2020, l'Ordine dei medici e l'Ordine degli odontoiatri hanno stilato un rapporto sulle criticità della gestione dell'emergenza in Piemonte, che metteva in risalto: la mancanza di una strategia preventiva ed operativa di valutazione delle situazioni più critiche nelle case di riposo; la mancanza di un bollettino giornaliero con le scelte strategiche decise dall'unità di crisi sulla base dei rilevamenti epidemiologici; la mancanza di dati sull'esatta diffusione dell'epidemia, viziata dall'esecuzione di un numero ridotto di tamponi; l'attribuzione della diagnosi di morte per COVID solo ai deceduti in ospedale, mancando al conteggio delle morti quelle avvenute a domicilio o in residenza, dove i tamponi non sono stati eseguiti; la mancata fornitura di protezioni individuali ai medici del territorio e ai medici ospedalieri; la gravissima carenza delle attività di igiene pubblica, a causa della quale non è stato possibile intercettare immediatamente sul territorio i sintomatici e i positivi e far seguire a questo il tracciamento rigoroso dei contatti, la quarantena dei conviventi o dei sospetti a rischio; la mancata esecuzione tempestiva dei tamponi agli operatori sanitari del territorio e al personale operante nelle strutture ospedaliere pubbliche e private; il non aver dotato i medici di territorio di sufficienti e adeguati dispositivi di protezione individuale, così come di strumenti di diagnosi, controllo e di percorsi preferenziali per una diagnosi rapida e tempestiva;

   negli stessi giorni, i medici di medicina generale della regione, sulla base di rilievi diagnostici sui propri pazienti, suggerivano di moltiplicare per 7 il numero di contagiati ufficiali per ottenere il reale dato di pazienti COVID-19 in Piemonte;

   sempre l'8 aprile 2020, il comando torinese dei Nas ha effettuato, in diverse residenze sanitarie assistenziali di Torino e del nord-est della regione, ispezioni, sopralluoghi e acquisizioni di documenti, sulla base di alcune segnalazioni giunte negli ultimi giorni. Sono, invece, in corso due procedimenti giudiziari, al momento senza indagati o ipotesi di reato: il primo si riferisce alle denunce sulla penuria di mascherine e di altri dispositivi nella dotazione destinata al personale sanitario in tutta la regione; il secondo riguarda i decessi in una casa di riposo a Grugliasco, dove sono morti in pochi giorni 21 ospiti su 87;

   segnalazioni di allarme giungono, inoltre, da varie residenze per anziani nei comuni di Brusasco, Chieri, Corio, Lessona, Borgomanero, Invorio, Villanova di Mondovì, Bosconero, Volpiano, Rivarolo, Borgaro, Alpignano, Premosello Chiovenda, Odalengo Grande e Tortona;

   l'assessore alla sanità della regione Piemonte, Luigi Leardi, ha dichiarato alla stampa che la situazione del Piemonte è dovuta anche alla «sfortuna» nelle modalità di diffusione del contagio e ha ammesso che la regione ha perso dai 7 ai 10 giorni prima di iniziare ad adottare le necessarie procedure di contrasto al contagio –:

   quale sia il numero di contagiati e di decessi da COVID-19 tra gli ospiti e il personale delle residenze sanitarie assistenziali della regione Piemonte;

   se non ritenga di adottare le iniziative di competenza, in raccordo con la regione, per verificare se le indicazioni fornite alle residenze sanitarie assistenziali siano state congrue rispetto alle gravi condizioni epidemiche nelle medesime residenze sanitarie assistenziali e nei servizi semiresidenziali e quali verifiche intenda promuovere, per quanto di competenza, con riferimento all'attività di prevenzione, vigilanza e indirizzo effettuata;

   se non ritenga di adottare iniziative, per quanto di competenza, perché sia fatta chiarezza dal punto di vista della tutela della salute pubblica, in ordine all'adeguatezza delle decisioni adottate per la limitazione del contagio;

   se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza al fine di garantire ai cittadini del Piemonte lo svolgimento di un numero di tamponi adeguato al contenimento del contagio, nonché un'adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario.
(2-00750) «Gribaudo, Enrico Borghi, Bonomo, Gariglio, Lepri».

(21 aprile 2020)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, per sapere – premesso che:

   l'emergenza epidemiologica da COVID-19 sta causando un impatto particolarmente negativo sulla filiera editoriale libraria, con difficoltà non inferiori a quelle di spettacolo, cinema e audiovisivo;

   la chiusura delle librerie fisiche ha significato un ulteriore colpo inferto ad un settore già duramente provato dalla profonda crisi legata ai cambiamenti nella struttura distributiva, caratterizzato dalla chiusura di molte librerie negli ultimi anni e da un peggioramento della situazione di liquidità, nell'ultimo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, per oltre il 36 per cento delle aziende;

   le perdite per le librerie dovute all'emergenza COVID-19 sono state quantificate in un calo di fatturato atteso di circa 47 milioni di euro per l'anno 2020, con minori guadagni per investimenti e mantenimento strutture pari a circa 16,5 milioni di euro;

   l'Associazione italiana librai indica una perdita di 25 milioni di euro solo per il mese di marzo 2020, mentre l'Associazione italiana editori segnala che la vendita dei libri, rispetto allo stesso periodo del 2019, è già calata del 75 per cento;

   sul settore peserà fortemente il blocco di tutte quelle attività che avrebbero avuto ricadute di natura economica, quali fiere, festival, incontri con gli autori, attività di promozione nelle scuole e così via, la cui ripresa appare lontana nel tempo per il mantenimento di misure di distanziamento sociale;

   la chiusura delle librerie ha privato gli editori del canale principale di vendita, spingendoli a rivedere pesantemente i piani editoriali per il 2020, riducendo del 31 per cento le novità in uscita, il che significa la pubblicazione di oltre 20 mila titoli in meno, con una stima di una perdita di 49 milioni di copie stampate e di 2.500 titoli tradotti in meno, con le conseguenze immaginabili in termini occupazionali lungo tutta la filiera, dalla carta alla distribuzione, senza dimenticare il venir meno di redditi per autori e traduttori;

   le difficoltà di approvvigionamento delle librerie on line stanno vieppiù aggravando questa situazione;

   a decorrere dal 20 marzo 2020 il 64 per cento degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione (31 per cento) o è in procinto di attivarla (33 per cento), così come le librerie che impiegano personale dipendente;

   l'apertura anticipata delle librerie, rispetto ad altre attività produttive, ha voluto rispondere a una domanda di cultura quale bisogno fondamentale nella vita dei cittadini, ma in sé non può essere interpretata come un sostegno e un aiuto al settore a confrontarsi con le difficoltà delle perdite economiche derivanti dalla sospensione dell'attività;

   peraltro, in molte regioni tale apertura è stata procrastinata rispetto alle indicazioni del Governo e molti operatori hanno preferito non riavviare l'attività, dovendo tener conto delle molteplici misure di distanziamento e di contingentamento degli ingressi, snaturando così anche la loro naturale funzione di luogo di socializzazione, di confronto e riflessione;

   sulle librerie, così come sulle attività culturali in genere, la crisi dispiegherà i propri nefasti effetti ancora per lungo tempo, in considerazione delle difficoltà economiche che porteranno le persone a contrarre le spese per concentrarle su beni più immediatamente necessari;

   non ci si può permettere un Paese senza librerie, editori e senza tutti gli altri operatori della filiera del libro, così come non ci si può permettere la chiusura di teatri, sale cinematografiche, sale concerti;

   sono necessari interventi concreti a sostegno del settore librario, ma, affinché tali azioni abbiano un significato concreto e proiettato nel futuro, è necessario prevedere anche interventi di promozione alla lettura;

   tutto il settore culturale avrà bisogno di interventi portati avanti sul duplice piano del sostegno economico e dell'educazione alla fruizione del prodotto culturale da parte dei cittadini –:

   se non ritenga di dover adottare iniziative urgenti e straordinarie finalizzate:

    a) all'istituzione di un fondo dedicato alla filiera editoriale libraria con congrua dotazione;

    b) a prevedere un potenziamento del tax credit per le librerie;

    c) a prevedere un credito di imposta per le famiglie per l'acquisto di libri, non soltanto scolastici, soprattutto per i figli minori, così da formare giovani lettori che diventeranno lettori adulti;

    d) a organizzare campagne di promozione della lettura, soprattutto nei territori in cui è meno diffusa, coinvolgendo le librerie;

    e) a potenziare la rete bibliotecaria sia scolastica che degli enti territoriali (soprattutto comunali);

    f) a promuovere, quale servizio pubblico, nelle sedi di competenza, un canale Rai dedicato all'editoria.
(2-00766) «Aprea, Palmieri, Casciello, Marin, Saccani Jotti, Vietina, Angelucci, Biancofiore, Brunetta, Cannizzaro, Caon, Cappellacci, Carrara, Cristina, D'Ettore, Fasano, Fiorini, Fitzgerald Nissoli, Labriola, Mandelli, Martino, Nevi, Orsini, Pittalis, Ruffino, Paolo Russo, Sarro, Sandra Savino, Cosimo Sibilia, Sisto, Tartaglione, Zanettin».

(30 aprile 2020)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha prodotto pesantissimi effetti sul tessuto socio-economico, tanto da generare una crisi non solo sanitaria ma economica;

   tra i settori più colpiti a seguito di questa pandemia vi è sicuramente quello dell'export;

   secondo concordanti stime, nel 2020 l'export di prodotti agroalimentari made in Italy potrebbe subire perdite per 4 miliardi di euro;

   in particolare, nel 2019 le vendite di made in Italy agroalimentare all'estero avevano raggiunto la quota record di 44,6 miliardi di euro;

   secondo quanto riportato da diversi organi di stampa è emerso che, a seguito della chiusura del canale della ristorazione, le esportazioni si sono dimezzate; inoltre, i consumi si spostano sempre più verso prodotti preconfezionati, con conseguenti gravi danni per i prodotti Dop italiani;

   profonde preoccupazioni sono state espresse anche dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il quale ha esposto delle ipotesi sulla base delle previsioni dell'Organizzazione mondiale del commercio sull'andamento del commercio estero mondiale. Come conseguenza della pandemia gli scambi internazionali subirebbero nel 2020 un taglio compreso tra il 13 e il 32 per cento rispetto al 2019;

   le stime della Commissione europea sono altrettanto preoccupanti. Secondo quanto riportato, le esportazioni europee di vini, ad esempio, potrebbero far registrare un calo del 14 per cento;

   sulle prospettive del commercio internazionale pesa anche la questione dei dazi aggiuntivi degli Stati Uniti sulle importazioni agroalimentari dall'Unione europea, nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus;

   gli Stati Uniti d'America restano il terzo mercato di sbocco in assoluto dei prodotti agroalimentari italiani, con oltre 4,6 miliardi di euro di esportazioni;

   in aggiunta, l'amministrazione statunitense avrebbe in programma la revisione delle tariffe doganali attualmente in vigore, con ulteriore aggravio sui prodotti agroalimentari in arrivo dall'Italia;

   in questa fase drammatica, ad opinione degli interpellanti, dovrebbe essere assolutamente evitato l'inasprimento del contenzioso commerciale tra Unione europea e Stati Uniti d'America: i dazi aggiuntivi Usa, pari al 25 per cento del valore dei prodotti, si applicano sulle importazioni dall'Italia di formaggi, salumi, agrumi e liquori, per un controvalore di circa 500 milioni di euro;

   nonostante gli opportuni e indispensabili interventi di tipo economico/finanziario che il Governo sta predisponendo, soprattutto a sostegno del mondo imprenditoriale, gli interpellanti ritengono che l'attenzione debba passare anche attraverso nuove e più penetranti misure di tipo preventivo, in tema di barriere tariffarie, e misure di incentivo e promozione alle esportazioni –:

   con quali modalità e quali strumenti il Ministro interrogato intenda salvaguardare l'economia e l'export italiano, in particolare con riguardo alle clausole tariffarie nei confronti delle aziende italiane;

   quali siano le strategie previste dal Governo per stimolare la crescita della bilancia commerciale nazionale, per la promozione delle esportazioni di prodotti italiani e per l'incentivazione dei consumi.
(2-00769) «Di Stasio, Cabras, Carelli, Colletti, Sabrina De Carlo, Del Grosso, Ehm, Emiliozzi, Olgiati, Perconti, Romaniello, Siragusa, Suriano, Sut, Alemanno, Berardini, Carabetta, Fantinati, Giarrizzo, Masi, Papiro, Paxia, Vallascas, Marino, Adelizzi, Torto, Buompane, Raduzzi, Misiti, Gabriele Lorenzoni».

(5 maggio 2020)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   il primo lotto della strada statale n. 2 «Cassia» va da Siena (dal viadotto di Monsindoli sulla strada statale n. 223 di Paganico) allo svincolo di Monteroni d'Arbia. Si tratta di un'infrastruttura significativa per la viabilità e la sicurezza stradale di vasti territori della Toscana del Sud e delle regioni limitrofe;

   la nuova strada eviterebbe il transito all'interno di alcuni centri abitati e creerebbe un collegamento diretto a quattro corsie tra l'attuale Cassia e la E78 Grosseto-Fano (arteria di valenza europea in via di completamento, denominata comunemente «Due Mari»);

   il nuovo tracciato della strada statale n. 2 Cassia è stato approvato da Anas addirittura nel 1989. Nonostante la necessità, presente anche allora, di realizzare un tracciato maggiormente adeguato al volume e alla tipologia di traffico esistente, ad oggi non è stato ancora terminato. Di quel progetto è stato infatti realizzato soltanto il secondo lotto di 3,2 chilometri, compreso tra gli svincoli di Monteroni d'Arbia nord e Monteroni d'Arbia sud;

   durante l'esecuzione delle opere, la provincia di Siena (che ha avuto successivamente in gestione la strada) ha dovuto risolvere il contratto con la ditta appaltatrice, poiché nel corso dei lavori erano emerse consistenti, ripetute e gravi difformità esecutive, tali da compromettere la buona riuscita del risultato. Ad oggi occorre pertanto completare i lavori, che risultano parzialmente eseguiti in alcuni tratti in terreni già comunque espropriati;

   tale l'intervento, il cui costo è stimato in circa 100 milioni di euro, è compreso nell'allegato 1.1 dell'aggiornamento del contratto di programma Anas-Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 2016-2020, e precisamente nell'elenco degli interventi per i quali vengono finalizzate prioritariamente le risorse destinate ad attività di progettazione per investimenti da inserire nei successivi aggiornamenti contrattuali;

   nell'ambito del Fondo investimenti, stanziato dall'articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, per tale intervento sono previsti finanziamenti per 90 milioni di euro. Il fondo dovrà comunque essere ripartito con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, sulla base di programmi settoriali presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato per le materie di competenza;

   sono attualmente in corso le attività propedeutiche all'avvio della progettazione definitiva del lotto in questione, a cui seguirà lo sviluppo del progetto esecutivo per l'appalto dell'opera –:

   quando verrà emanato il decreto citato in premessa e relativo all'articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, che stanzia le risorse relative alla realizzazione del primo lotto della strada statale n. 2 Cassia;

   se tali risorse saranno comunque sufficienti a completare l'opera;

   quale sarà la tempistica prevista per la realizzazione del lotto in questione.
(2-00770) «Cenni, Braga, Pezzopane, Carnevali, Cantini, Carla Cantone, Padoan, Madia, Frailis, Lacarra, Nardi, Raciti, Bruno Bossio, Ceccanti, Fragomeli, Ciampi, Buratti, Andrea Romano, Di Giorgi, Ubaldo Pagano, Lotti, Incerti, Piccoli Nardelli, Sensi, Viscomi, Zan, Pizzetti, Benamati, Bonomo, Serracchiani, Quartapelle Procopio».

(5 maggio 2020)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nel mese di marzo 2020, la Società italiana di medicina ambientale (Sima) ha pubblicato un position paper relativo a uno studio dove veniva ipotizzata una correlazione fra il superamento dei limiti di particolato (pm10) e l'emergere di casi di Coronavirus;

   in data 8 aprile 2020, è stato reso pubblico uno studio condotto dall'università di Harvard, nel quale figura anche la statistica italiana Francesca Dominici, dove veniva documentato un incremento del 15 per cento di mortalità da COVID-19, negli USA, per ogni punto di pm2.5 in più;

   il 24 aprile 2020 la Società italiana di medicina ambientale ha reso pubblico uno studio che mostra la presenza di geni del nuovo Coronavirus nel particolato presente nella zona industriale di Bergamo, dimostrando come lo stesso particolato risulti essere un ottimo trasportatore per il virus;

   si apprende da fonti di stampa che oltre venti bambini nella provincia di Bergamo sono risultati positivi alla sindrome di Kawasaki; tale sindrome è correlata, secondo lo studio condotto nel 2017 dal dottor Yorifuji e pubblicato sul Journal of pediatry, al particolato atmosferico;

   secondo il dottor Fabrizio Bianchi, membro della Rete italiana ambiente e salute (Rias), «i disegni di studio epidemiologici da adottare sono molteplici, ma tutti devono tener conto però di un elemento essenziale nel ragionamento epidemiologico: identificare insieme ai determinanti anche i principali confondenti della relazione in esame, al fine di rimuoverli in sede di disegno e/o analisi. Serviranno studi con approccio geo-statistico per analizzare la variabilità spaziale dell'inquinamento atmosferico e quella dell'epidemia da COVID-19 (positivi, ospedalizzati, decessi). Grazie a record-linkage tra gli archivi disponibili si potranno effettuare studi analitic, quali (i) caso controllo nella popolazione, (ii) caso-controllo sugli ospedalizzati per COVID-19, (iii) coorte dei casi positivi per mettere in relazione l'esposizione a inquinamento atmosferico con la prognosi e la mortalità»;

   in data 27 aprile 2020, è stato pubblicato su Nature lo studio condotto dal dottor Liu, dal quale emerge che il possibile contagio da COVID-19 possa avvenire anche attraverso la cosiddetta «quarta via», ovvero l'aerosol di microgoccioline, elemento che supporta il possibile trasporto e la contagiosità del nuovo Coronavirus adeso al particolato;

   con l'interpellanza n. 2/00670 dell'11 marzo 2020, sulla base di una letteratura scientifica consolidata sul ruolo del particolato atmosferico nel ridurre le difese immunitarie da virus (con l'aggravante delle diossine emesse dagli inceneritori che riducono i linfociti T CD8), nell'aumentare l'infiammazione polmonare e l'interleuchina 6, che aumenta anche in corso di infezione da nuovo Coronavirus con una verosimile amplificazione, e nell'aumentare statisticamente le polmoniti, è stato chiesto fra l'altro ai Ministri interpellati quali studi siano stati eseguiti o siano previsti per comprendere le cause dell'incremento della mortalità per polmonite in Italia, in particolare da legionella e a quali esiti abbiano eventualmente portato e se i Ministri intendano promuovere ulteriori studi su un possibile ruolo ambientale nella genesi e nell'aggravamento delle polmoniti in generale e in relazione al nuovo Coronavirus –:

   se i Ministri interpellati intendano promuovere studi adeguati al fine di verificare le eventuali correlazioni fra pressioni ambientali e la presenza del nuovo Coronavirus, garantendo contestualmente la pubblicazione dei dati epidemiologici, sanitari e ambientali;

   se, alla luce di quanto esposto, i Ministri interpellati intendano adottare iniziative ancora più stringenti volte a ridurre la presenza del particolato atmosferico nelle aree nazionali interessate da procedure di infrazione per la qualità dell'aria, sia a scopo precauzionale, sia per attenuare la gravità di eventuali future ondate epidemiche.
(2-00771) «Zolezzi, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Massimo Enrico Baroni, D'Arrando, Ianaro, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello, Troiano, Manzo».

(5 maggio 2020)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la Fondazione Enasarco ha rinviato le votazioni per il rinnovo dei propri organi, già previste per il periodo 17-30 aprile 2020, in ragione degli effetti derivanti dalle disposizioni emanate per far fronte all'attuale emergenza sanitaria. In particolare, il divieto di svolgere riunioni e assemblee ha impedito lo svolgimento della campagna elettorale, necessaria per una partecipazione ampia e consapevole dei circa 300.000 elettori. La Fondazione, infatti, non è un ente ordinistico: gli indirizzi telematici degli elettori non sono pubblici, quindi le liste elettorali non possono disporne per una campagna telematica. Inoltre, il lockdown non consente di garantire l'effettiva ricezione del certificato elettorale per l'accesso all'urna elettronica. Certificato da inviare con posta raccomandata presso la sede legale di circa 75.000 votanti, per i quali la Fondazione non dispone di indirizzo pec utile all'invio telematico del certificato;

   le delibere assunte in ragione dei suddetti motivi ostativi, a partire dal 26 marzo 2020, a maggioranza qualificata, sono state inviate ai Ministeri vigilanti dalla Fondazione Enasarco e ritenute illegittime, dapprima dalla sola direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, in seguito, dal capo di gabinetto del predetto Ministero e da quello del Ministero dell'economia e delle finanze;

   l'articolo 33, comma 1, del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, prevede una proroga dei termini di durata degli organi amministrativi per tutti gli enti e gli organismi pubblici inclusi nell'elenco oggetto del comunicato dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) che, nel periodo dello stato di emergenza, sono tenuti al rinnovo degli organi ordinari e straordinari di amministrazione e controllo. La medesima norma dispone, inoltre, che fino al termine dello stato di emergenza, gli enti e gli organismi pubblici a base associativa, i quali, in tale periodo, sono tenuti al rinnovo degli organi di amministrazione e controllo, possano sospendere le procedure di rinnovo elettorali, anche in corso, con contestuale proroga degli organi;

   nel rispetto della suddetta normativa d'urgenza, pienamente applicabile alle casse previdenziali private obbligatorie, come la Fondazione Enasarco, è stata confermata, a maggioranza qualificata, con delibera n. 39 del 15 aprile 2020, la sospensione della procedura di rinnovo elettorale dell'assemblea dei delegati della Fondazione;

   tale decisione risulta sostenuta, anche attraverso missive indirizzate ai Ministeri vigilanti, dalle principali organizzazioni delle imprese preponenti e dai principali sindacati nazionali degli agenti di commercio, come risultato altresì nel corso dell'audizione tenuta il 24 aprile 2020 dalle Commissioni riunite finanze e attività produttive della Camera dei deputati;

   il capo di gabinetto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, richiamando le motivazioni alla base delle precedenti comunicazioni, con rilievi condivisi anche dal capo di gabinetto del Ministero dell'economia e delle finanze, ha dichiarato l'illegittimità della predetta delibera, imponendo alla Fondazione l'adozione di ogni utile iniziativa volta allo svolgimento delle elezioni nel periodo 20 maggio-3 giugno 2020, in nessun modo considerando norme di legge, statutarie e regolamentari applicabili al caso di specie –:

   se si ritenga legittima tale condotta con la quale soggetti rappresentativi del Governo impediscono l'applicazione di una norma d'urgenza emanata dal medesimo Governo, ritenendola di fatto illegittima;

   se tale condotta non sia lesiva e contraria all'autonomia delle casse previdenziali riconosciuta dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e da molteplici pronunce giurisprudenziali, nonché contraria e lesiva delle norme statutarie e regolamentari della Fondazione Enasarco approvate dagli stessi Ministeri;

   se tale condotta non sia lesiva dei basilari principi democratici per l'esercizio di voto, il cui diritto è tutelato costituzionalmente.
(2-00773) «Squeri, Gelmini».

(5 maggio 2020)