TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 295 di Mercoledì 29 gennaio 2020

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   FRATOIANNI, FORNARO, EPIFANI e PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 11 maggio l'insegnante di italiano dell'istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, Rosa Maria Dell'Aria, è stata sospesa per due settimane dall'ufficio scolastico provinciale, con dimezzamento dello stipendio, perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale avrebbero accostato la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al «decreto sicurezza»;

   l'ispezione che ha portato alla sospensione è nata da un tweet inviato all'ex Ministro dell'istruzione Marco Bussetti a fine gennaio da un attivista di estrema destra di Monza che ha accusato la docente di avere obbligato gli studenti a dire che «Salvini è come Hitler perché stermina i migranti»;

   in realtà, in occasione del Giornata della memoria, dopo alcune letture fatte dagli studenti e delle discussioni sulla Giornata del migrante e sulle violazioni dei diritti umani, la II E dell'istituto aveva deciso di produrre un elaborato in formato slide. Nella presentazione preparata dagli studenti c'erano due slide con l'immagine di Salvini: una presentava a sinistra la prima pagina del Corriere della Sera dell'epoca sulla promulgazione delle leggi razziali e a destra l'approvazione del «decreto sicurezza». La seconda slide mostrava una foto della conferenza di Évian del 1938 – dove si tentò di stabilire delle quote di accoglienza dei rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista – e una del vertice di Innsbruck dell'Unione europea sulla questione dei migranti;

   gli stessi studenti hanno affermato di non essere mai stati obbligati dall'insegnante circa i contenuti del video contestato;

   si è trattato dunque di un lavoro didattico dove gli studenti hanno liberamente espresso le loro opinioni su temi fondamentali per la nostra crescita civica e democratica;

   a maggio la docente ha incontrato l'allora Vicepremier assieme al Ministro dell'istruzione, che hanno riconosciuto il suo comportamento corretto e assicurato che si sarebbe trovata una soluzione;

   l'ex Ministro dell'istruzione Fioramonti, lo scorso dicembre, aveva annunciato la soluzione del caso;

   oggi, nonostante le diverse prese di posizione, la situazione è invariata e la sua sospensione non è mai stata revocata –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché sia revocato l'atto di sospensione dell'insegnante, oltre a risarcirla del danno economico e di immagine subito, auspicando che mai più episodi del genere abbiano a ripetersi.
(3-01264)

(28 gennaio 2020)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il raddoppio della strada statale 640 che collega Agrigento-Caltanissetta fino all'autostrada A19, per lavori per l'ammodernamento e l'adeguamento a quattro corsie, nasce grazie al programma di finanziamento delle importanti infrastrutture strategiche della legge obbiettivo n. 413 del 2001, con la rilevante finalità di aumentare il livello di sicurezza e degli standard qualitativi della mobilità siciliana della strada statale 640;

   il progetto prevede la realizzazione di sedici viadotti, cinque gallerie artificiali, quattro gallerie naturali, di cui la galleria Caltanissetta a doppio fornice di circa 4.050 metri di sviluppo, e sei svincoli, di cui tre di nuova costruzione e tre di adeguamento di quelli già esistenti;

   il lavoro è stato gestito da Anas come contraente generale e affidato prima alla Cmc e ora al «Consorzio Italia». Le opere che procedono a rilento stanno causando gravissimi danni alle popolazioni dei territori interessati, oltre al fatto che le imprese che hanno ricevuto in subappalto alcuni interventi, sono creditrici di decine di milioni non versati dalla Cmc;

   la galleria Caltanissetta sta facendo nascere molte apprensioni, poiché il grosso tunnel scavato sotto la collinetta «Sant'Elia» potrebbe procurare ingenti problemi a causa delle abbondanti infiltrazioni di acqua che ne avrebbero già danneggiato in maniera invasiva la volta, richiedendo lavori che si aggiungono a quelli necessari per le intercapedini di comunicazione tra le due canne;

   all'interrogante risulta che nella galleria siano presenti giunti in neoprene, aventi funzione di tenuta stagna, ma nonostante ciò risultano danni per la presenza dell'acqua nella parte superiore della galleria; tramite pompe è stata già tolta acqua per milioni di metri cubi, ma si sono ricreate le precedenti condizioni di saturazione d'acqua nell'estradosso della galleria;

   come già riportato nell'interrogazione 5-04772 della XVI Legislatura, l'area geografica individuata per la realizzazione della galleria Sant'Elia-Caltanissetta è caratterizzata dalla sovrapposizione di faglie che si intersecano in corrispondenza e perpendicolarmente all'asse delle due canne della galleria, che determinano dei gradini tettonici tanto marcati da rappresentare gli unici rilievi della zona; ciò lascerebbe presagire danni futuri, irreversibili e compromettenti per le strutture –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, nell'ipotesi di conferma dei dati non corrispondenti al progetto definitivo, che recherebbero peggioramenti al progetto, non ritenga utile adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano effettuate una perizia di variante e suppletiva per la realizzazione dell'opera.
(3-01265)

(28 gennaio 2020)

   D'ALESSANDRO, ANNIBALI e FREGOLENT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come noto, dalla mezzanotte del 4 ottobre 2019, per effetto dell'adozione del decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, è stato disposto il sequestro delle barriere, denominate «New Jersey», su dieci viadotti della A14, in particolare dal chilometro 273 al chilometro 388, da Pescara a Porto Sant'Elpidio;

   tale decisione ha generato una condizione di transito ad una sola corsia con code di traffico e tempi di percorrenza insostenibili, mentre si è continuato ingiustificatamente a pretendere gli stessi identici pedaggi;

   tale situazione, già insostenibile, si è drammaticamente aggravata per effetto della decisione di deviare il traffico pesante sulla Statale 16, che pone a serio rischio le condizioni e la qualità di vita delle popolazioni esasperate e in protesta dei territori attraversati dalla Statale 16, con il conseguente blocco della viabilità, ritardi nei soccorsi anche sanitari, smog, danni economici, infrastrutturali ed ambientali;

   in particolare, con successivo provvedimento della stessa autorità giudiziaria, è stato inibito il transito sul Viadotto del Cerrano, sulla A14, in ragione di valutazioni di potenziale rischio, che richiede un monitoraggio costante in grado di superare le ragioni ostative al transito dei mezzi pesanti –:

   se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza idonee e tempestive volte a superare le cause che hanno determinato l'intervento della autorità giudiziaria al fine di ripristinare l'accesso ai mezzi sul Viadotto del Cerrano in modo da liberare la Statale 16 e, nelle more del ripristino della ordinaria circolazione sulla Autostrada A14, di provvedere alla sospensione temporanea dei pedaggi autostradali.
(3-01266)

(28 gennaio 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ZUCCONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI e VARCHI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio per il 2019, legge 30 dicembre 2018, n. 145, ha introdotto alcune disposizioni relative alla questione delle concessioni demaniali marittime, ispirate dalla finalità di «tutelare, valorizzare e promuovere il bene demaniale delle coste italiane, che rappresenta un elemento strategico per il sistema economico, di attrazione turistica e di immagine del Paese»;

   in particolare, la legge ha previsto l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri volto a fissare «i termini e le modalità per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime»;

   nelle more della revisione, il comma 682 dell'articolo 1 della citata legge ha disposto la proroga di quindici anni delle concessioni demaniali marittime in essere, la cui scadenza era precedentemente fissata al 2020;

   sebbene la proroga non sia risolutiva rispetto alle complesse problematiche che affliggono ormai da anni gli operatori del settore dopo l'entrata in vigore della cosiddetta direttiva Bolkestein, la categoria dei balneari, che comprende trentamila imprese e oltre centomila addetti diretti, all'epoca aveva creduto di poter tirare un sospiro di sollievo e vedere maggiormente garantiti tutti quegli sforzi – anche e soprattutto economici – effettuati nel tempo;

   a distanza di oltre un anno dall'approvazione delle predette disposizioni, tuttavia, non vi è alcuna chiarezza sull'applicabilità della proroga, e, fatto ancor più grave, non è ancora stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di revisione, nonostante il termine del 30 aprile 2019 fissato dalla legge;

   tale incertezza normativa sta determinando la paralisi di un intero settore e ha generato una confusione amministrativa nell'applicazione della nuova durata delle concessioni in essere –:

   se il Governo non ritenga di provvedere con urgenza all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui in premessa e quali ulteriori iniziative intenda assumere a tutela del comparto.
(3-01267)

(28 gennaio 2020)

   D'ARRANDO, SARLI, NAPPI, NESCI, PROVENZA, SAPIA, SPORTIELLO, TROIANO, MASSIMO ENRICO BARONI, BOLOGNA, IANARO, LAPIA, LOREFICE, MAMMÌ, MENGA, BALDINO, ASCARI e SALAFIA. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di novembre 2019 la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al riparto dei 30 milioni di euro previsti per il 2019 e destinati a centri antiviolenza e case rifugio, attualmente si attende il decreto per destinare alle regioni i relativi finanziamenti;

   i finanziamenti pubblici sono saliti dai 12 milioni del 2017 ai 20 milioni del 2018 ed ai 30 milioni del 2019. Nel complesso, per le politiche antiviolenza, nel 2015-16 sono stati stanziati 39 milioni, nel 2017 21,6 milioni, nel 2018 35,4 milioni, nel 2019 37 milioni;

   sul riparto dei fondi, come ricordano anche i centri antiviolenza, permangono però le problematiche, già riscontrate in passato, nella distribuzione dei fondi da parte di alcune regioni e nella ripartizione dei finanziamenti; i medesimi centri segnalano altresì una distribuzione disomogenea tra le diverse regioni, alcune delle quali trasferiscono le risorse direttamente e tempestivamente, con procedure trasparenti, mentre altre le affidano agli enti locali competenti determinando rallentamenti burocratici;

   occorre dunque affrontare la questione del coordinamento tra il Dipartimento per le Pari Opportunità e le regioni, tra le regioni e i comuni e agire sulla governance territoriale delle risorse e sul monitoraggio delle stesse;

   le informazioni relative allo status dello stanziamento e all'assegnazione dei finanziamenti purtroppo sono accessibili solo in parte e dovrebbe essere garantita maggiore trasparenza su quante risorse sono destinate ai diversi target;

   nonostante il progressivo aumento dei fondi stanziati previsti dalla legge n. 119 del 2013, le effettive liquidazioni impiegano un minimo di due anni per essere concretamente erogate, con il conseguente rischio di chiusura dei centri antiviolenza; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di erogazione dei fondi, firmato il 4 dicembre 2019, non è ancora disponibile nella Gazzetta Ufficiale;

   il ritardo nell'erogazione dei fondi anche da parte delle regioni è dovuto all'onerosità del procedimento amministrativo e anche alla carenza del personale impiegato nel Dipartimento per le Pari Opportunità, nelle regioni e negli enti locali –:

   quali iniziative si intenda adottare per rendere più tempestiva e trasparente la procedura di stanziamento e assegnazione dei fondi destinati ai centri antiviolenza.
(3-01268)

(28 gennaio 2020)

   BALDELLI, GELMINI, OCCHIUTO, BARELLI, CARRARA, DELLA FRERA, FIORINI, POLIDORI, PORCHIETTO, SQUERI, MANDELLI, PRESTIGIACOMO, CANNIZZARO, D'ATTIS, D'ETTORE, PAOLO RUSSO, MARTINO, GIACOMONI, ANGELUCCI, CATTANEO, BARATTO, ROSSELLO, BATTILOCCHIO, MARROCCO, RUGGIERI, PETTARIN, ELVIRA SAVINO, SIBILIA e VIETINA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella sentenza Commissione/Italia (Direttiva lotta contro i ritardi di pagamento) (C-122/18) pronunciata il 28 gennaio 2020, la Corte, riunita in Grande Sezione, ha constatato una violazione da parte dell'Italia della direttiva 2011/7/UE, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, in quanto tale Stato membro non ha assicurato che le sue pubbliche amministrazioni, quando sono debitrici nel contesto di simili transazioni, rispettino effettivamente termini di pagamento non superiori a 30 o 60 giorni di calendario, quali stabiliti all'articolo 4, paragrafi 3 e 4, di tale direttiva;

   il ricorso contro l'Italia era stato promosso dalla Commissione europea, alla quale operatori economici e associazioni di operatori economici italiani avevano rivolto varie denunce aventi ad oggetto i tempi eccessivamente lunghi in cui sistematicamente le pubbliche amministrazioni italiane saldano le proprie fatture relative a transazioni commerciali con operatori privati;

   il ritardo con il quale le amministrazioni pubbliche pagano le imprese che forniscono beni e servizi al settore pubblico costituisce un elemento di debolezza dell'economia del Paese, poiché la massa di risorse sottratte alle imprese ne rende difficile sia la gestione ordinaria che i piani di investimento, oltre a generare costi connessi alla ricerca di fonti alternative di finanziamento. Una situazione che colpisce principalmente le piccole e medie imprese, che sono le più esposte alle crisi di liquidità e per le quali è più difficile e oneroso l'accesso al credito;

   dalla XVII legislatura, in considerazione della normativa comunitaria e dopo la comunicazione del marzo 2013 del Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, in cui si è chiarito che il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione non sarebbe rientrato nel calcolo del debito pubblico ai fini del patto di stabilità, si sono succeduti diversi provvedimenti, che però non hanno offerto una soluzione efficace al problema;

   lo scorso 28 maggio 2019 l'aula ha votato all'unanimità una mozione che impegnava il Governo ad adottare ogni iniziativa utile a sbloccare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso imprese e professionisti –:

   cosa intenda fare il Governo e quali puntuali iniziative intenda mettere in campo per superare le criticità riscontrate in relazione ai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni ed evitare una procedura d'infrazione europea che graverebbe su famiglie, professionisti e imprese.
(3-01269)

(28 gennaio 2020)

   PICCOLI NARDELLI, DI GIORGI, PRESTIPINO, ROSSI, CIAMPI, ORFINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   gli ultimi dati disponibili registrano nel 2019 oltre 55 milioni di visitatori nei musei italiani, con un lieve calo rispetto al 2018 dovuto anche alla parziale cancellazione delle domeniche gratuite, ripristinate e sembrerebbe – dalle recenti dichiarazioni del Ministro – rese permanenti;

   se il numero dei visitatori per la prima volta dopo anni di costante ascesa non è aumentato, sono comunque cresciuti gli introiti per le casse statali, con un +5 per cento che equivale ad un incremento di circa 12 milioni di euro, in parte dovuti ai nuovi piani tariffari per l'ingresso al Colosseo, agli Uffizi e per Pompei;

   la cultura – come dichiarato dal ministro Franceschini – (...) «è per tutti ed è davvero una festa vedere così tanti cittadini e famiglie andare a visitare i musei delle proprie città. Dalla sua prima edizione del luglio 2014 più di 17 milioni di persone sono andate al museo gratuitamente con questa promozione. Un vero e proprio successo: ecco perché la domenica gratuita tornerà a essere permanente tutto l'anno per tutti i musei dello Stato»;

   i dati riportati della prima edizione del 2020 registrano in tutta Italia una intensa affluenza di visitatori: 24 mila visitatori al Colosseo, 11 mila a Pompei, 10 mila al Giardino di Boboli, quasi 10 mila a Palazzo Pitti, 7 mila agli Uffizi, 7 mila al Museo Nazionale Romano, oltre 6 mila alla Galleria dell'Accademia di Firenze. Affluenza comunque molto alta in diversi musei italiani che hanno registrato in tutta Italia presenze di oltre il migliaio –:

   in che modo il Ministro interrogato intenda sostenere l'iniziativa dell'ingresso gratuito nei musei e nei luoghi della cultura statali, se confermando la «stagionalità» introdotta dal suo predecessore oppure ripristinando la gratuità della prima domenica del mese tutto l'anno.
(3-01270)

(28 gennaio 2020)