TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 264 di Venerdì 22 novembre 2019

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'attività estrattiva produce, come noto, una notevole quantità di fanghi, fluidi e altri rifiuti per ogni barile di olio prodotto;

   nel territorio della regione Basilicata un pozzo minerario di medie dimensioni raggiunge oltre 3.000 metri di profondità e la sua realizzazione comporta la produzione di rifiuti speciali e pericolosi composti al 50 per cento da fanghi e al 50 per cento da acque di strato che, per ogni metro perforato, equivalgono a 4,5 barili di rifiuti;

   in particolare, il giacimento di Tempa Rossa registra un'attività estrattiva quantificabile in una quota di 30 mila barili al giorno e a regime arriverà a 50 mila barili giornalieri, una enormità di rifiuti prodotti da un solo pozzo sia durante la perforazione che durante le attività di estrazione;

   come noto, nel territorio di Corleto Perticara, comune in provincia di Potenza, negli anni ’90 avvenne un versamento illegale di fanghi tossici da attività estrattiva e le aree contaminate furono messe sotto sequestro solo nel 2010, ovvero 19 anni dopo;

   ad oggi non risulta agli interpellanti alcuna notizia in merito all'avvenuta bonifica dei suddetti siti inquinati, mentre sono note le continue proteste di cittadini e agricoltori proprietari di terreni confinanti con le suddette aree, a causa dei numerosi decessi, probabilmente provocati dall'inquinamento presente in dette zone, anche se non risultano effettuate indagini eziologiche finalizzate a capire quanto tali fattori ambientali abbiano influito nel determinare malattie mortali;

   tre società minerarie, l'Eni, la Total e una loro consociata passata nel tempo da una proprietà all'altra, in relazione ai fanghi illecitamente versati a Corleto Perticara, risultano coinvolte;

   la Total risultava affittuaria dei terreni confinanti con i suoi pozzi di petrolio a Tempa Rossa, a Serra d'Eboli, comune di Corleto Perticara, dove realizzò vasche da 2.000 metri cubi, di rifiuti petroliferi, mai utilizzate e senza aver mai presentato una valutazione d'impatto ambientale. I rifiuti furono però trovati nei limitrofi campi coltivati –:

   di quali elementi disponga in ordine alla situazione ambientale dei siti di cui in premessa e se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per la costituzione di un tavolo interministeriale che coinvolga gli enti locali interessati anche per la riparazione del danno ambientale;

   se non ritenga di dover promuovere una verifica da parte del comando carabinieri per la tutela ambientale, volta ad appurare l'entità del danno;

   se intenda promuovere, per il tramite dell'istituto superiore di sanità, un'indagine epidemiologica volta a chiarire le motivazioni dei numerosi decessi avvenuti nel corso degli anni nelle comunità delle aree di cui in premessa.
(2-00567) «Cillis, Ilaria Fontana, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Zolezzi, Perantoni, Perconti, Pignatone, Raduzzi, Raffa, Romaniello, Paolo Nicolò Romano, Roberto Rossini, Ruggiero, Giovanni Russo, Saitta, Salafia, Sarti, Scagliusi, Scutellà, Segneri, Serritella, Francesco Silvestri, Siragusa, Sodano, Spessotto, Sut, Termini, Trano, Tripiedi, Trizzino, Tucci, Vallascas, Zanichelli, Zennaro».

(19 novembre 2019)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la delibera del Cipe n. 121 del 2001 reca gli interventi per il collegamento «Pontina-A12-Appia», con una previsione di costo di 1,136 milioni di euro, riferito alla Pedemontana di Formia e al Corridoio tirrenico meridionale, e per il collegamento «Cisterna-Valmontone», con una previsione di costo di 309,874 milioni di euro;

   rispetto al progetto integrato originale il nuovo progetto integrato denominato «Sistema intermodale integrato Roma-Latina» è costituito dalle tratte A12 (Roma-Civitavecchia) Roma Tor de Cenci-Latina Borgo Piave (ex 1° stralcio funzionale) bretella Cisterna-Valmontone (codice B21B06000520001);

   l'intervento consiste nella realizzazione di 99,8 chilometri di autostrada: 68,3 chilometri relativi all'asse autostradale Roma-Latina (16 chilometri di nuova realizzazione tra A12 e Tor de Cenci e 52,3 chilometri, fra interventi di nuova realizzazione e di miglioramenti in sede, tra Tor de Cenci e Latina); 31,5 chilometri relativi all'asse autostradale Cisterna-Valmontone nuova (tutti di nuova realizzazione). Sono inoltre previsti 46,2 chilometri di opere connesse, tra nuove realizzazioni e miglioramenti in sede: la viabilità di adduzione alla barriera di Latina/Borgo Piave per circa 20,7 chilometri, suddivisi in tangenziale di Latini per 12,4 chilometri e miglioramento funzionale della provinciale Borgo Piave-Foce Verde per 8,3 chilometri; viabilità di adduzione al casello di Aprilia nord per 5,2 chilometri; viabilità di adduzione del casello di Aprilia sud per 2,8 chilometri; viabilità di adduzione allo svincolo Artena-Cori-Lariano per 11,7 chilometri e viabilità di adduzione e al casello di Labico per chilometri;

   il progetto definitivo del collegamento Cisterna-Valmontone è stato redatto dalla regione Lazio, mediante la società regionale Arcea Lazio spa, e conferito ad Autostrade del Lazio spa subentrato come soggetto aggiudicatore (delibera del CIPE n. 55 del 2008), successivamente approvato con delibera del Cipe n. 88 del 2010, a conclusione della conferenza di servizi;

   la delibera n. 88 del 2010 autorizza a bandire una gara di concessione unica comprendente anche il collegamento Roma (Tor de’ Cenci) – Latina ed il collegamento A12-Roma (Tor de’ Cenci), previa approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo di quest'ultimo tratto, avvenuta il 2 agosto 2013, con pubblicazioni sulla Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2014;

   nel dicembre 2016 a seguito di gara bandita da Autostrade per il Lazio è effettuata la concessione definitiva di costruzione, gestione per la progettazione, realizzazione e gestione dell'opera all'impresa Consorzio Stabile SIS-Società consortile per azioni;

   l'opera veniva riportata nei diversi documenti di economia e finanza nell'arco degli anni, nonché da ultimo nell'allegato infrastrutture al Def 2019 e nell'allegato in infrastrutture al Def 2018, mentre nessun riferimento è contenuto nel Def 2019;

   la delibera del Cipe n. 41 del 2008 proroga di due anni il termine per eseguire gli espropri di pubblica utilità come previsti dalla richiamata delibera n. 88 del 2010 per alcuni interventi tra i quali la Cisterna-Valmontone e le opere connesse: «tangenziale di Labico», «asse secondario tra la Strada regionale Ariana e la Strada provinciale Artena-Cori», «tangenziale di Lariano»;

   con delibera n. 44 del 2018 è stata disposta la reiterazione per sette anni del vincolo preordinato all'esproprio su aree e immobili interessati dalla realizzazione;

   in data 9 ottobre 2019, come riportato dalle agenzie di stampa, si è svolto un incontro tra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti avente per oggetto le grandi opere infrastrutturali della regione Lazio. A quanto si è appreso sempre da fonti di stampa al termine dell'incontro il presidente della regione Lazio ha dichiarato la disponibilità del Governo a fornire le risorse necessarie per il completamento di una serie di opere infrastrutturali, tra cui la Roma-Latina era positiva;

   proprio sulla disponibilità del Governo ad assumere iniziative finalizzate a favorire un sollecito e concreto avvio dei lavori di realizzazione del progetto autostradale Roma-Latina e della citata Bretella Cisterna-Valmontone è da tempo in attesa di risposta l'atto di sindacato ispettivo 2-00378 presentato dal primo firmatario del presente atto;

   la Pontina, già strada regionale 148, nel gennaio 2019 è stata riclassificata quale strada statale di competenza dell'Anas (strada statale 148), misura 99,2 chilometri e comprende il tratto tra l'incrocio con viale Oceano Atlantico di Roma e l'innesto con la strada statale 7 presso Terracina;

   dopo la voragine apertasi a causa del maltempo nel novembre 2018 (quando è stata inghiottita un'auto, il cui conducente è risultato poi disperso) la strada regionale è rimasta chiusa al chilometro 97,700 in provincia di Latina. I lavori necessari a riavviare la percorribilità dell'arteria stradale hanno interessato solo un brevissimo tratto, mentre restano ancora in stato drammaticamente disastroso ampi tratti della statale;

   da tempo rappresentanti delle amministrazioni locali di Latina, Aprilia, Velletri, Cisterna, Lariano, Artena, Valmontone, Labico, sollecitano le istituzioni per la realizzazione del progetto autostradale Roma-Latina e della Bretella Cisterna-Valmontone ormai non più procrastinabili;

   il rinvio della realizzazione di infrastrutture e l'assenza di adeguata manutenzione delle stesse rappresentano un evidente rischio per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini e utenti, oltre ad un limite concreto allo sviluppo del territorio che comporta gravi disagi a famiglie, imprese e amministrazioni locali, sulle quali gravano in particolar modo i costi di una manutenzione stradale straordinaria sempre più necessaria in conseguenza dell'aumento dei flussi viari causato da opere non realizzate, come appunto la bretella Cisterna-Valmontone, e maltenute, come in via generale la Pontina –:

   se il Governo sia favorevole alla realizzazione della bretella Cisterna-Valmontone e, nel caso, quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro interpellato intenda assumere per garantire un più sollecito e concreto avvio dei lavori di realizzazione del progetto autostradale Roma-Latina e della citata Bretella Cisterna-Valmontone;

   quale sia lo stato dell'arte delle opere di miglioramento della viabilità strada statale 148 e quali iniziative urgenti il Ministro interpellato intenda assumere per garantire agli utenti della Pontina una piena e regolare viabilità caratterizzata da massima sicurezza e salvaguardia dell'incolumità.
(2-00555) «Spena, Occhiuto».

(12 novembre 2019)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   il regime di continuità territoriale, per la regione Sardegna, è un elemento imprescindibile al fine di superare agli ostacoli determinati dalla condizione di insularità, colmando le evidenti disparità esistenti tra chi risiede e/o lavora nell'isola e chi nel resto del territorio nazionale;

   la continuità territoriale marittima – attualmente disciplinata da una convenzione per l'esercizio del collegamento marittimo in regime di pubblico servizio tra l'Italia continentale e le isole maggiori e minori – riveste un'importanza primaria, sia dal punto di vista sociale, sia da quello economico, e appare necessario garantire un sistema equo, non solo per i sardi, ma per tutti gli italiani;

   i servizi di collegamento tra la Sardegna e il territorio extra-regionale, sono esercitati, fino al 18 luglio 2020, dalla compagnia di navigazione Cin, con oneri interamente a carico dello Stato e alcune rotte – tra le quali, ad esempio, Cagliari-Civitavecchia, Cagliari-Napoli, Arbatax-Civitavecchia e Porto Torres-Genova – potrebbero essere ridotte, se non anche cancellate, considerato anche che, ad oggi, risulta possibile prenotare esclusivamente fino al 31 dicembre 2019;

   recentemente, da notizie apprese dagli organi di stampa, non risulta avviato, da parte del Ministero interpellato, un confronto con la regione Sardegna, al fine di valutare il rinnovo della convenzione: rinnovo che, peraltro, è stato escluso dall'Autorità garante della concorrenza, e del mercato, che, infatti, ha indicato lo svolgimento di una nuova gara come lo strumento più appropriato per l'assegnazione del servizio;

   l'incertezza sui collegamenti marittimi genera preoccupazione, allarme e indignazione tra gli operatori economici per l'impossibilità di programmare le rispettive attività ed in particolare tra quelli del settore turistico, dell'autotrasporto, nonché delle imprese di estrazione della sabbia, le quali, peraltro, hanno denunciato il pericolo della chiusura e della conseguente perdita di 500 posti di lavoro –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intenda porre in essere, per quanto di competenza, al fine di assicurare la continuità territoriale marittima tra la Sardegna e la Penisola, nonché al fine di intraprendere, quanto prima, un confronto con la regione Sardegna, per l'avvio della gara pubblica, come previsto dalle normative vigenti.
(2-00563) «Deidda, Frassinetti, Mantovani, Zucconi, Rotelli, Foti, Butti, Baldini, Ferro, Lollobrigida, Prisco, Trancassini, Bucalo, Galantino, Donzelli, Mollicone, Osnato, Delmastro Delle Vedove».

(19 novembre 2019)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   è nota la situazione ormai al collasso del carcere di Parma;

   è prevista come imminente l'apertura del nuovo padiglione che dovrà ospitare altri 200 detenuti e la situazione rischia di diventare davvero critica, in quanto già in tale istituto gravano numerosi problemi irrisolti;

   il principale nodo da risolvere attiene alla dirigenza:

   il carcere non ha la qualifica di carcere nazionale (il Ministero della giustizia ha confermato che Parma non rientra nelle 12 carceri nazionali e dunque non è compresa nella normativa speciale che li riguarda) e, pertanto, non ha una dirigenza stabile che invece, già con 600 detenuti, sarebbe necessaria; attualmente anche il vicedirettore è meno presente essendo stato assegnato anche al carcere di Reggio Emilia;

   la tipologia dei detenuti che dovrebbero essere ospitati nel nuovo padiglione sembrerebbe essere di media pericolosità e dunque con scarcerazioni più frequenti, mentre quel padiglione era stato progettato per detenuti di alta sicurezza, e in convenzione con l'università di Parma;

   l'adeguamento del numero degli agenti di sorveglianza, del personale educativo ed amministrativo, comprese le direzioni, è già oggi deficitario;

   l'adeguamento delle risorse per il lavoro dei detenuti, ad oggi sembra inalterata per il 2020; ed ancora, il numero dei posti per il ricovero in ospedale;

   ci sono trasferimenti continui al carcere di massima sicurezza di Parma che già risente di problematiche di sovraffollamento e criticità come il centro clinico, già saturo per la presenza di detenuti lungodegenti e pertanto senza posti disponibili; nonostante ciò avvengono ulteriori trasferimenti di detenuti con problemi fisici che però trovano posto solo nelle celle ordinarie;

   la cosiddetta «girandola dei detenuti», trasferiti di continuo da un carcere all'altro per motivi disciplinari o per chiusura delle sezioni, com'è per la chiusura della sezione di alta sicurezza AS1 del carcere di Voghera con trasferimento dei detenuti ivi reclusi in quello di Parma. A questo si aggiunge, negli ultimi cinque mesi, un arrivo netto di 50 detenuti reclusi nella sezione AS3 da altre carceri, come, ad esempio, da Secondigliano, sette dei quali con ergastolo ostativo, che portano a 129 gli ergastolani presenti ovvero il 20 per cento dei reclusi;

   è di tutta evidenza che l'emergenza del carcere si riverbera su tutta la città;

   il garante locale dei detenuti del carcere di Parma, dottor Cavalieri, scrivendo al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, ha chiesto il ripristino del rispetto dei diritti dei detenuti, in un carcere senza direttore con nomina stabile dall'ottobre 2011 e caratterizzato per la sua complessità, dovuta da una parte all'elevato numero di circuiti detentivi, 41-bis compreso. Il garante ha comunicato che gli ultimi trasferimenti hanno «compromesso la vivibilità delle celle per i detenuti con lunghe condanne e, spesso, costretto i detenuti a vivere con un compagno malato, anch'esso bisognoso di maggior tutela» e accade che «i detenuti, pur di non vivere in cella con un compagno, preferiscono farsi rinchiudere nelle celle di isolamento e avviare forme di proteste»;

   è indubbio che anche la situazione di sovraffollamento determini condizioni lavorative di grande criticità per agenti, operatori e personale medico;

   inoltre, sono molto frequenti le aggressioni da parte dei carcerati alla polizia penitenziaria;

   con riguardo alla prossima apertura del nuovo padiglione, già a febbraio 2019, in un sopralluogo della delegazione sindacale, composta anche dal segretario regionale dell'Organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria, si sono riscontrate, con lettera inviata anche al capo del dipartimento Basentini, importanti lacune strutturali del nuovo padiglione:

   «sembrerebbe essere carente sotto l'aspetto strutturale e della prevenzione degli eventi critici, sulla sicurezza dei detenuti e del personale che ci lavorerà;

   uno degli aspetti più preoccupanti, è l'ingresso del padiglione: lo stesso corrisponde anche al passaggio dei detenuti che si recano al locale passeggio e/o attività;

   poi si evidenzia la criticità del blindo-cancello posto a chiusura della camera detentiva, apribile con comandi elettronici. La chiusura dello stesso, sempre effettuata con comandi elettronici, non risulterebbe efficace in caso di resistenza alla stessa;

   inoltre, i cancelli di sbarramento dei reparti non hanno ganci di chiusura al pavimento;

   altro aspetto che viene segnalato riguarda il soffitto dei reparti, costituito da un controsoffitto in tabelloni e lamiere all'interno dei quali vi sono cavi elettrici, molto basso e quindi facilmente raggiungibile e danneggiabile;

   si tratta di carenze strutturali importanti che necessitano di urgenti modifiche anche al fine di prevenire possibili eventi critici e/o tentativi di evasione»;

   nella stessa nota di relazione del sopralluogo si evidenzia la necessità di provvedere ad un congruo numero di personale per il corretto funzionamento dell'attuale struttura e di quella nuova –:

   quali iniziative si intendano assumere per superare le criticità relative al grave sottorganico e alla situazione di sovraffollamento in cui si trova la casa circondariale di Parma;

   quali ulteriori iniziative di carattere normativo si intendano assumere per tutelare maggiormente gli agenti di polizia penitenziaria e tutto il personale che lavora in tali strutture, mettendo i lavoratori quanto più possibile al riparo da situazioni di grave rischio come quelle descritte in premessa;

   quali siano i tempi previsti per l'apertura del nuovo padiglione e quale tipologia di detenuti vi sarà ospitata;

   se siano state osservate e rispettate tutte le prescrizioni necessarie, compreso il controllo della struttura e la predisposizione di una ulteriore cucina prima dell'apertura del nuovo padiglione;

   quanti agenti si provvederà ad aggiungere all'attuale dotazione per sopperire alle carenze di organico attuale e quanti in previsione dell'apertura del nuovo padiglione.
(2-00566) «Cavandoli, Morrone, Cestari, Golinelli, Murelli, Piastra, Raffaelli, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Vinci, Boniardi, Castiello, Fantuz, Ferrari, Piccolo, Pretto, Toccalini, Raffaele Volpi, Zicchieri, Bitonci, Centemero, Covolo, Gerardi, Gusmeroli, Alessandro Pagano, Paternoster, Tarantino, Bisa, Cantalamessa, Di Muro, Marchetti, Paolini, Potenti, Tateo, Turri».

(19 novembre 2019)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   Nello Trocchia è un giornalista che si è contraddistinto per le sue coraggiose inchieste, approfondendo ed indagando su fenomeni criminali e mafiosi;

   da ultimo, ha scritto il libro «Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma» dove ha raccontato la storia e le attività criminali del clan operante sul territorio di Roma, in relazione al quale, per diversi esponenti, una recente pronuncia della Corte di cassazione ha confermato che gli elementi d'indagine raccolti dalla direzione distrettuale antimafia di Roma sono «idonei a dimostrare non solo la sussistenza dell'associazione di stampo mafioso, ma anche la partecipazione dei singoli indagati al sodalizio medesimo»;

   Nello Trocchia negli ultimi anni è stato protagonista di diverse intimidazioni e minacce di morte e ha anche subito, insieme ai suoi familiari, numerosi furti presso la propria abitazione di Napoli;

   ad esempio, da un'intercettazione ambientale tra un boss, condannato per camorra e oggi in carcere, e suo fratello, in libertà, è emerso il seguente dialogo: «A quel giornalista gli devo spaccare il cranio e dopo mi faccio arrestare»;

   nel dicembre 2018, mentre il giornalista stava lavorando alla predetta inchiesta sul clan Casamonica, è stato oggetto di minacce da parte di Anna Di Silvio, moglie di Giuseppe Casamonica, che proferiva nei suoi riguardi le seguenti parole: «Prima o poi ti sparano in bocca» –:

   tra il 2018 ed il 2019 si sono verificati tre furti e due tentativi di effrazione nell'abitazione dei genitori del giornalista, nella provincia di Napoli, e gli sono stati sottratti il computer all'interno del quale erano presenti molto materiale di inchiesta ed informazioni personali;

   nell'estate del 2019 subisce un'altra grave intimidazione, visto che, un esponente del clan Casamonica gli rivolgeva le seguenti minacce: «Hai scritto un sacco di cazzate, sei un balordo, un pidocchioso, sei un infame fracico, stai attento a come ti muovi»;

   sono stati presentati diversi atti di sindacato ispettivo sulle misure di protezione in favore del giornalista;

   nel 2016 l'allora viceministro Filippo Bubbico all'interrogazione n. 5-06073 dava risposta evidenziando che «l'esposizione al rischio del signor Trocchia è costantemente monitorata dalle competenti prefetture per ogni eventuale ulteriore provvedimento che dovesse ritenersi necessario»;

   nonostante le rassicurazioni, il giornalista ha continuato a subire, come si è visto, atti di intimidazione e minacce;

   Nello Trocchia riporta come, a seguito dell'ultimo episodio di minacce subito dai Casamonica, sia stato contattato dalla Digos che gli comunicava di voler attivare una vigilanza sotto la propria abitazione di Roma;

   riporta, infine, il giornalista che, però, alcun tipo di misura risulta operativa per l'abitazione in provincia di Napoli, tanto che i familiari hanno dovuto attivare una vigilanza privata, nonché per gli spostamenti romani e napoletani e nessun tipo di contatto e/o recapito gli è stato fornito per comunicare eventuali emergenze o situazioni di rischio –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle misure adottate a tutela e protezione del giornalista Nello Trocchia e se dette misure ed il livello di rischio che corre, a fronte della coraggiosa attività di inchiesta e giornalistica, gli verranno comunicate dai competenti organi.
(2-00564) «Baldino, Macina, Dieni, Alaimo, Berti, Bilotti, Maurizio Cattoi, Corneli, D'Ambrosio, Sabrina De Carlo, Forciniti, Parisse, Francesco Silvestri, Suriano, Elisa Tripodi, Zanichelli, Nesci, Ascari, Piera Aiello».

(19 novembre 2019)