TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 231 di Mercoledì 2 ottobre 2019

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   ZANGRILLO, RUGGIERI, GELMINI, POLVERINI, BARTOLOZZI e FIORINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito dalla legge n. 26 del 2019, in materia di reddito di cittadinanza, disciplina i requisiti necessari per beneficiare del sussidio e le relative esclusioni;

   l'articolo 7, comma 3, del richiamato decreto-legge n. 4 del 2019 dispone l'esclusione dal beneficio del reddito di cittadinanza per i soggetti sottoposti a misura cautelare personale, nonché condannati in via definitiva, nei 10 anni precedenti la richiesta, per determinati delitti;

   negli ultimi giorni la stampa ha diffuso la notizia che vede Federica Saraceni, 49 anni, ex brigatista, condannata a 21 anni e 6 mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona e agli arresti domiciliari, percepire ben 623 euro al mese dal reddito di cittadinanza perché sotto la soglia di povertà e con due figli;

   la condanna risale a più di 10 anni prima dalla richiesta del sussidio e non sarebbe, quindi, motivo di esclusione ai sensi di quanto disposto dall'articolo 7, comma 3, del decreto-legge n. 4 del 2019 precedentemente richiamato;

   la notizia indigna non solo molti parenti di vittime del terrorismo, ma è un insulto e una vergogna per tutti i cittadini italiani: non può ritenersi accettabile, né tantomeno opportuno che chi stia scontando una condanna così pesante per l'omicidio di un servitore dello Stato possa ricevere un sussidio statale (con relativa immissione nel circuito del reinserimento lavorativo), tra l'altro molto più alto di quanto spesso concesso a persone in condizioni più disagiate. È quantomeno necessario rivedere una norma sbagliata ed iniqua, come tra l'altro denunciato più volte da Forza Italia nel corso del dibattito –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa, se non ritenga opportuno promuovere presso l'Inps un ulteriore supplemento di istruttoria per verificare l'effettiva presenza dei requisiti necessari da parte di Federica Saraceni per accedere al sussidio ai sensi del decreto-legge n. 4 del 2019 e quale sia il numero dei beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno già subito condanne per gravi reati, anche al fine di assumere tempestive iniziative, anche di natura normativa, per escludere in maniera totale dall'accesso al reddito di cittadinanza i condannati per particolari delitti, anche a prescindere dal tempo trascorso rispetto alla medesima condanna.
(3-00992)

(1° ottobre 2019)

   GADDA, FREGOLENT, MOR e DE FILIPPO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, la bozza del cosiddetto «decreto Clima» conterrebbe il taglio dei sussidi «ambientalmente dannosi», tra i quali si annoverano la riduzione degli sgravi sul gasolio agricolo e, in particolare, il possibile allineamento del prezzo del gasolio a quello della benzina con una revisione delle accise. Tali indiscrezioni hanno comunque suscitato allarme e preoccupazione nel settore;

   il Governo Renzi nel 2016 stanziò 40 milioni di euro di risorse dei fondi Inail finalizzati al rinnovo del parco macchine agricole, al fine di aumentarne l'efficienza in termini di prestazioni e sicurezza sul lavoro. Tale allocazione di risorse andrebbe resa strutturale, consentendone al contempo un maggiore accesso;

   il settore agricolo necessita di una maggiore attenzione a nuove forme di produzione, di un impegno crescente indirizzato alla ricerca ed allo sviluppo di pratiche ecologicamente sostenibili. La realtà odierna, al contrario, è costituita da macchinari obsoleti, con una media di utilizzo tra i 20 ed i 25 anni, con mezzi di trasporto e veicoli agricoli, che difficilmente potranno essere sostituiti in breve tempo, il cui numero complessivo ammonterebbe a circa 2 milioni tra macchine trattrici ed altre attrezzature;

   la necessità di una maggiore attenzione al potenziamento di politiche capaci di promuovere e potenziare la ricerca e lo sviluppo verso forme alternative all'uso del carburante agricolo, al quale al momento non esistono alternative realmente praticabili, è divenuta ormai urgente, così come l'esigenza di agevolare la possibilità di dismettere e sostituire, con politiche di sostegno mirate, veicoli e macchinari inquinanti e pericolosi sul fronte della sicurezza sul lavoro;

   l'esigenza di coniugare politiche ambientali sostenibili e la difesa delle migliaia di posti di lavoro del comparto agricolo, oltre all'urgenza di sviluppare la ricerca di nuove tecnologie ed aumentare gli stanziamenti per la ricerca e lo sviluppo nel settore, costituiscono i pilastri sui quali rifondare una politica a difesa del settore agricolo e dei suoi attori principali. Il comparto attende ormai da anni politiche di rinnovamento, verso sistemi a minore impatto ambientale, che prevedano la sostituzione di macchinari tramite forme di sostegno ed agevolazioni mirate per i produttori –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di sostenere il settore agricolo, sia riguardo alle agevolazioni fiscali sia riguardo al potenziamento e rinnovo delle tecnologie a minore impatto ambientale ad esso applicate.
(3-00993)

(1° ottobre 2019)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. — Per sapere – premesso che:

   il dottor Davide Casaleggio è stato invitato a prendere la parola alle Nazioni Unite nel contesto di una manifestazione dedicata al tema Digital citizenship: crucial steps towards a universal and sustainable society, promossa al margine della sessione annuale dell'Assemblea generale;

   stando ad alcune ricostruzioni giornalistiche, l'invito rivolto a Casaleggio, che ha previsto di dedicare il proprio intervento alla cosiddetta «democrazia digitale» facendo riferimento esplicito all'esperienza della piattaforma Rousseau, sarebbe stato dovuto al sostegno assicuratogli dal Governo, o almeno da una sua componente;

   in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Casaleggio ha dichiarato: «Parlerò all'Onu per Rousseau» ed alla domanda del giornalista Buzzi se «il Governo italiano ha un ruolo in questa iniziativa» ha risposto che: «L'evento è stato organizzato e promosso dal Governo italiano, attraverso la Rappresentanza permanente italiana alle Nazioni Unite (...)»;

   diversi esponenti politici appartenenti alla compagine governativa hanno pubblicamente stigmatizzato l'accaduto, evidenziando l'inopportunità dell'eventuale appoggio dato a Casaleggio affinché fosse invitato a prendere la parola alle Nazioni Unite, con espliciti richiami alla possibile ricorrenza della fattispecie del conflitto d'interessi;

   anche a parere degli interroganti, l'episodio è estremamente grave, giacché vorrebbe dire che il Governo sarebbe di fatto intervenuto a sostegno di un'associazione privata che svolge importanti funzioni a profitto di un movimento politico del nostro Paese, registrando una pericolosa commistione tra le attività istituzionali dell'Esecutivo e una realtà giuridicamente privata che sostiene l'attività di un movimento politico alla guida del Paese;

   alla stessa manifestazione, la rappresentanza ufficiale dell'Italia è stata affidata al Ministro interrogato –:

   se e in che modo il Governo abbia assicurato il sostegno a Davide Casaleggio nella circostanza richiamata in premessa, quali siano le ragioni, tenuto conto dei possibili vantaggi commerciali che potranno derivarne alla Casaleggio associati srl e dei conseguenti riverberi politici, e se il Ministro interrogato non ritenga più opportuno in futuro affidare la partecipazione di rappresentanti della società civile ad esperti del settore «terzi» rispetto all'Esecutivo.
(3-00994)

(1° ottobre 2019)

   TASSO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la società per azioni Energas ha richiesto autorizzazione per realizzare un deposito costiero di gpl, con annesso gasdotto di collegamento al porto industriale ed al raccordo ferroviario della stazione Frattarolo della società Energas s.p.a. (già Isosar s.r.l.), in zona Santo Spiriticchio in agro di Manfredonia;

   il progetto della Energas s.p.a. rientra tra le attività «a rischio di incidente rilevante» – di cui al decreto legislativo n. 334 del 1999, e successive modificazioni – e prevede 12 serbatoi tumulati (dunque il deposito il più grande d'Europa) e la realizzazione di un gasdotto in parte sulla terraferma e in parte in mare;

   numerosi sono i motivi ostativi alla sua realizzazione, ampiamente documentati da dossier inviati da numerose associazioni e dall'interrogante, compreso il risultato del referendum consultivo del 13 novembre 2016, che, con oltre il 95 per cento dei votanti, ha decretato la netta contrarietà dei cittadini di Manfredonia alla realizzazione del deposito in questione;

   in data 5 dicembre 2018, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è tenuta la terza conferenza dei servizi durante la quale il comune di Manfredonia ha depositato il parere paesaggistico negativo all'insediamento del deposito;

   la regione Puglia, assente in tale occasione, si è più volte pubblicamente espressa negativamente in merito al progetto Energas; inoltre, nella conferenza dei servizi del 22 ottobre 2015 ha affermato che «il governo regionale non può ignorare la decisa ostilità del territorio, ritenendo che non si possano fare impianti contro la volontà della popolazione locale»;

   la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province Barletta-Andria-Trani e Foggia ha annullato, in autotutela, per riscontrate violazioni, il parere favorevole all'opera precedentemente fornito;

   il Ministero dello sviluppo economico, anche alla luce del parere paesaggistico negativo del comune di Manfredonia, ha chiesto alla regione Puglia di esprimere intesa positiva o negativa, non ricevendo ad oggi alcuna risposta;

   si rileva che:

    a) notizie di stampa indicano la società Energas spa tra le finanziatrici della nuova forza politica governativa «Italia Viva»;

    b) le imminenti elezioni regionali pugliesi potrebbero allungare, se non vanificare, i tempi per una decisione espressamente contraria alla realizzazione dell'opera;

    c) il timore che l'impianto Energas venga autorizzato comporta la sospensione di gran parte degli investimenti produttivi sul territorio;

    d) il Ministro Di Maio, per ben due volte in pubblica assemblea a Manfredonia (2015 e 2016), si dichiarò nettamente contrario al deposito Energas;

    e) il gpl non è più ritenuto combustibile indispensabile al fabbisogno nazionale –:

   quali siano gli effettivi intendimenti del Ministro interrogato in ordine alla vicenda in questione, che, a parere dell'interrogante, non ha alcun beneficio per il territorio, ma solo per la società investitrice.
(3-00995)

(1° ottobre 2019)

   DAVIDE CRIPPA, VALLASCAS, ALEMANNO, SUT, DE TOMA, MASI, SCANU, RACHELE SILVESTRI, RIZZONE, BERARDINI e PERCONTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 1° ottobre 2019 le tariffe dell'elettricità sono cresciute del 2,6 per cento, quelle del gas del 3,9 per cento;

   secondo quanto affermato dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, i rincari sono causati dal normale andamento stagionale dei prezzi, da una riduzione della produzione di gas olandese e dalle tensioni geopolitiche legate agli attacchi alle piattaforme petrolifere saudite, che hanno influenzato le quotazioni delle principali commodity energetiche;

   in particolare, l'aggiornamento delle tariffe elettriche è determinato da un aumento della componente a copertura della spesa per la materia energia (+3,2 per cento), parzialmente ridotto da un calo di quella per gli oneri generali (-0,6 per cento);

   per il gas naturale, invece, l'andamento è dovuto per intero dall'aumento della spesa per la materia prima legata alle quotazioni stagionali attese nei mercati all'ingrosso nel prossimo trimestre e da un lieve aggiustamento dei costi di trasporto (+0,1 per cento);

   la Cassa per i servizi energetici e ambientali è un ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente e del Ministero dell'economia e delle finanze, che opera nei settori dell'energia elettrica, del gas e dei servizi idrici;

   il compito principale della Cassa è rappresentato dalla riscossione, presso gli operatori dei settori dell'energia elettrica, del gas e dei servizi idrici, di corrispettivi tariffari accessori ai servizi erogati e presenti nelle bollette dei clienti finali, ovvero gli oneri generali di sistema e le ulteriori componenti;

   i proventi della suddetta riscossione garantiscono le molteplici esigenze di copertura finanziaria degli oneri generali di sistema, inclusa la mitigazione degli effetti per i clienti finali in caso di forti ed inattese oscillazioni dei costi di generazione o di approvvigionamento dell'energia e, quindi, di eccessivi aumenti sulle bollette dei servizi essenziali, in particolare luce e gas –:

   quale sia l'ammontare complessivamente disponibile ed in giacenza presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere per rendere meno fluttuante l'andamento stagionale delle bollette.
(3-00996)

(1° ottobre 2019)

   FASSINA, FORNARO e STUMPO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la grave crisi finanziaria che ha investito la compagnia aerea Alitalia s.p.a. ha reso necessari una serie di interventi normativi conseguenti all'ammissione della società alla procedura di amministrazione straordinaria avvenuta il 2 maggio 2017, tra cui, in primis, la previsione dell'ingresso del Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale sociale di una nuova compagnia aerea, «Nuova Alitalia»;

   dal 19 ottobre 2018 è in corso una nuova fase della procedura di cessione con i soggetti che hanno manifestato interesse e culminata nella relazione conclusiva sulla situazione economica e finanziaria di Alitalia s.p.a. nell'ambito della procedura di cessione presentata in Parlamento, ai sensi del decreto-legge n. 38 del 2018, dai commissari straordinari al Parlamento il 31 ottobre 2018;

   il 14 giugno 2019 il Ministro interrogato ha autorizzato i commissari a comunicare a Ferrovie dello Stato italiane la proroga fino al 15 luglio 2019 del termine per la presentazione dell'offerta vincolante e definitiva per Alitalia, per permettere il consolidamento del consorzio acquirente con i soggetti che hanno manifestato interesse;

   il dato comunicato ufficialmente dai commissari nel corso della riunione sullo stato attuale dei conti di Alitalia in Alitalia s.p.a. tenutasi il 18 settembre 2019 al Ministero dello sviluppo economico alla presenza dei sindacati, rappresenta una disponibilità di cassa pari a 360 milioni di euro, mentre secondo conteggi analitici rappresentati in recenti interventi sui media dal dottor Gaetano Intrieri, tra i più qualificati esperti del settore, l'effettivo ammontare di tale disponibilità sarebbe stato alla medesima data non oltre i 160 milioni di euro, con un andamento che, a fine settembre 2019, è stimato aver raggiunto circa 100 milioni di euro;

   le suddette condizioni di cassa diventano particolarmente preoccupanti alla luce delle difficoltà, sempre più evidenti e causa di continui rinvii, nella definizione del consorzio che dovrebbe rilevare gli asset di Alitalia in amministrazione straordinaria, al fine di promuovere, attraverso un credibile piano industriale, il rilancio del vettore nazionale –:

   alla luce di quanto previsto dagli articoli 46, comma 4, e 61, comma 2, del decreto legislativo n. 270 del 1999, quali siano state le risultanze sulle verifiche effettuate dal Ministero sulla disponibilità di cassa del vettore e quali azioni il Ministro interrogato intenda intraprendere qualora nessuna adeguata offerta, ai fini della costituzione del suddetto consorzio, sia definita entro il 15 ottobre 2019, lasciando a breve l'azienda senza più la cassa sufficiente per garantire la propria attività.
(3-00997)

(1° ottobre 2019)

   NARDI, BENAMATI, BONOMO, LACARRA, GAVINO MANCA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come certifica la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2019, nella prima metà del 2019 si è registrata a livello europeo un'ampia contrazione del comparto dell'auto (-8,9 per cento rispetto -4,6 per cento del 2018). A livello nazionale, secondo i dati Istat, la produzione italiana di autoveicoli è diminuita ad aprile 2019 del 17,1 per cento rispetto al 2018;

   questa situazione rischia di essere aggravata dalla guerra dei dazi: secondo le stime del Centro studi Confindustria, l’export verso gli Usa dei mezzi di trasporto vale 9 miliardi di euro, cui vanno sommati gli effetti indiretti, dal momento che l'Italia è specializzata nella produzione di parti e componenti di elevata qualità per automobili utilizzate da case produttrici di altri Paesi europei, in particolare in Germania;

   un'ulteriore contrazione del mercato potrebbe essere determinata in conseguenza delle misure adottate con la legge di bilancio per il 2019 che prevedono il meccanismo «bonus malus» per l'acquisto attraverso la tassazione progressiva delle autovetture a combustione, a partire da quelle con emissioni superiori ai 160 g/km;

   nonostante il dato negativo dell'intero comparto, grazie agli incentivi, all'interno del settore automobilistico si registra un notevole incremento delle auto elettriche: nei primi 8 mesi del 2019 in Italia sono state immatricolate 6.453 vetture elettriche, con una crescita tendenziale del +109 per cento (rapporto Unrae-Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri);

   attualmente il 50 per cento delle auto elettriche in circolazione viene prodotto in Cina, mentre in Germania sia Porsche sia Mercedes hanno già presentato modelli di auto totalmente elettriche con ricarica in 10-15 minuti;

   Francia e Germania hanno già proposto una strategia industriale nel settore dell'auto per consentire entro il 2030 un riorientamento produttivo, prevedendo a livello nazionale investimenti per diversi miliardi di euro e anche con un progetto comune di produzione di batterie elettriche;

   in Italia il gruppo Fca, che produce sul territorio nazionale, ha un piano proprio di sviluppo del settore elettrico, mentre diversi enti e realtà di ricerca sono attivi sul tema delle batterie;

   il gruppo del Partito democratico intende richiedere l'avvio di un'indagine conoscitiva sul futuro del settore automobilistico –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per sostenere la filiera produttiva nazionale e incentivare la domanda di veicoli a basse emissioni, in special modo elettrici.
(3-00998)

(1° ottobre 2019)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, RIZZETTO, DEIDDA, SILVESTRONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, ROTELLI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la società Manital ha ottenuto, tramite Consip, l'affidamento dei servizi tecnico-gestionali e dei servizi operativi di manutenzione, pulizia ed igiene ambientale e altri servizi operativi relativamente agli immobili, prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni;

   il consorzio Manital impiega più di 10.000 persone su tutto il territorio nazionale. Le organizzazioni sindacali hanno denunciato il mancato pagamento ai lavoratori e alle lavoratrici da parte di ManitalIdea spa a far data da aprile 2019. Manital non ha fornito risposte rassicuranti;

   le organizzazioni sindacali hanno più volte denunciato una spaventosa situazione di crisi finanziaria di Manital;

   i debiti con istituti di credito di Manital lasciano anche presagire che eventuali pagamenti da parte delle varie pubbliche amministrazioni non potranno essere destinati al pagamento delle retribuzioni dei lavoratori;

   i sindacati hanno già dichiarato lo stato di agitazione sindacale e il blocco di tutte le prestazioni straordinarie e/o supplementari;

   a ciò si aggiunga che sembrerebbe, sempre da fonti sindacali, che Manital non abbia erogato nemmeno le quote ai fondi complementari;

   le organizzazioni sindacali sono state ricevute in data 18 giugno 2019 dall'ufficio di gabinetto del Ministero dello sviluppo economico per avere precise garanzie sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici di Manital –:

   quali urgenti iniziative intenda attuare al fine di rassicurare i lavoratori e mantenere per il futuro il livello occupazionale, adottando ogni iniziativa di competenza, affinché i soggetti pubblici interessati provvedano al blocco cautelare dei pagamenti a favore di ManitalIdea spa e agiscano «in surroga», procedendo al pagamento diretto a favore dei lavoratori e delle lavoratrici, attesa la responsabilità in solido.
(3-00999)

(1° ottobre 2019)