TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 211 di Venerdì 19 luglio 2019

 
.

INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   la Commissione europea ha uffici di rappresentanza ubicati in ciascuno dei 28 Stati membri dell'Unione europea, affiancati da uffici regionali con sede a Barcellona, Belfast, Bonn, Cardiff, Edimburgo, Marsiglia, Milano, Monaco di Baviera e Breslavia;

   tali uffici svolgono importanti e delicati compiti finalizzati, come si legge sulla stessa pagina ufficiale del sito della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, a «permettere alla Commissione di essere presente negli Stati membri dell'Unione europea, collaborando con le autorità nazionali e le parti interessate e informando i media e l'opinione pubblica sulle politiche dell'Unione europea»;

   gli uffici delle Rappresentanze della Commissione europea hanno altresì il «compito di informare la Commissione in merito agli sviluppi di maggior rilievo negli Stati membri»;

   dall'inizio della Presidenza di Jean-Claude Juncker «i direttori delle rappresentanze vengono nominati dal Presidente fungendo da suoi rappresentanti politici nel rispettivo Stato membro di distaccamento»;

   a decorrere dal 16 aprile 2016 tale ruolo è ricoperto dalla dottoressa Beatrice Covassi, nominata a capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, con il compito di rappresentare la Commissione europea e il Presidente Jean-Claude Juncker nel nostro Paese, interfacciandosi, a tal fine, con le istituzioni, nazionali e regionali, gli stakeholder, i media e i cittadini;

   in occasione delle ultime elezioni europee, tenutesi il 26 maggio 2019, la dottoressa Covassi è stata candidata nella circoscrizione III «Italia centrale» nella lista del Partito democratico, pur non essendo risultata eletta al Parlamento europeo in tale tornata elettorale;

   i membri della funzione pubblica europea sono soggetti a una serie di diritti e doveri, contenuti nello statuto dei funzionari e nel codice di buona condotta amministrativa, che disciplinano le loro azioni e il loro comportamento nell'esercizio della loro attività professionale –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quale sia la posizione del Governo in merito alla possibilità di prospettare, in seno ai competenti organi comunitari, senza prevaricare le specifiche competenze ed attribuzioni di ciascuno di essi, l'opportunità di assumere eventuali misure e linee guida a garanzia della funzione di raccordo e della necessaria terzietà degli uffici della Rappresentanza della Commissione europea a livello nazionale nei singoli Stati membri dell'Unione europea.
(2-00442) «Berti, Bruno, De Giorgi, Di Lauro, Galizia, Giordano, Ianaro, Olgiati, Papiro, Penna, Scerra, Spadoni, Torto, Sabrina De Carlo, Battelli, Bilotti, Bologna, Buompane, Cadeddu, Cancelleri, Luciano Cantone, Carinelli, Caso, Cassese, Cataldi, Maurizio Cattoi, Chiazzese, Cillis, Cimino, Ciprini, Costanzo».

(3 luglio 2019)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   la cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys), originaria dell'Asia orientale, è stata segnalata per la prima volta in Europa nel 2004 e nel 2012 è comparsa in Italia, prima in Emilia-Romagna e, l'anno successivo, in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, arrecando consistenti danni alla frutticoltura e all'orticoltura, senza risparmiare piante ornamentali e forestali;

   il suddetto insetto, particolarmente infestante e altamente polifago, riuscendo ad attaccare oltre 300 specie di piante e non trovando antagonisti naturali, si moltiplica velocemente con 300-400 esemplari per volta, deponendo le uova anche due volte l'anno a causa dell'innalzamento delle temperature, soprattutto nel periodo invernale;

   nella regione Campania la cimice asiatica è stata segnalata in alcune località dell'agro acerrano-nolano e dell'alto casertano solo nell'estate del 2018, a seguito delle attività di monitoraggio condotte dall'unità regionale di coordinamento fitosanitario;

   recenti articoli giornalistici, relativi ad un tavolo tematico tenutosi a San Paolo Bel Sito (Napoli) il 30 maggio 2019, hanno evidenziato che, nel territorio altocasertano (areali di Pastorano, Carinola e Teano), Halyomorpha halys ha già attaccato peschi, meli, peri, noccioli, kaki e actinidie;

   in particolare, nel territorio di Teano (Caserta), primo comune campano per superficie corilicola, ove si concentra una grossa percentuale della produzione nazionale, la cimice avrebbe già infestato i noccioleti, con un'alta probabilità di riduzione del raccolto per il 2019;

   gli interventi di lotta su scala globale sono, ad oggi, incentrati essenzialmente sull'utilizzo di prodotti chimici, composti da principi attivi a largo spettro;

   relativamente alla difesa fitosanitaria del nocciolo, l'assessorato all'agricoltura della regione Campania, con decreto direttoriale n. 27 del 19 marzo 2019, ha previsto l'utilizzo dei prodotti Etofenprox e Deltametrina solo nei casi di effettiva presenza dell'insetto;

   è noto che tali trattamenti producono un effetto limitato, tanto che la ricerca si è indirizzata verso metodi di lotta biologica, mediante l'utilizzo di insetti antagonisti naturali, già individuati all'estero, poiché quelli autoctoni non hanno prodotto livelli di parassitizzazione apprezzabili;

   l'introduzione in Italia degli antagonisti naturali non autoctoni è espressamente vietata dall'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997;

   a tal proposito, il 4 aprile 2019 il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, un regolamento, da adottarsi mediante decreto del Presidente della Repubblica che dispone che, in presenza di motivate ragioni di interesse pubblico, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare possa derogare al divieto imposto dall'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, sulla base di studi che evidenzino l'assenza di effetti negativi sull'ambiente e di appositi criteri da adottare entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento;

   da ultimo, il 12 giugno 2019, il Senato della Repubblica ha approvato la risoluzione doc. XXIV, n. 5, che impegna il Governo a dare la massima priorità all'adozione del decreto ministeriale previsto dal menzionato regolamento, accelerando le altre fasi dell’iter autorizzatorio al fine di consentire l'introduzione dell'imenottero Trissolcus japonicus per contrastare la diffusione della cimice asiatica già durante la campagna agricola 2019 –:

   di quali ulteriori elementi dispongano i Ministri interpellati in relazione ai fatti esposti in premessa e quali iniziative intendano adottare al fine di limitare, con tempestività, il rischio di ulteriore diffusione della Halyomorpha halys con grave danno alla produzione corilicola nazionale.
(2-00459) «Del Sesto, Cadeddu, Cassese, Cillis, Cimino, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Lombardo, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Pignatone, Bella, D'Uva».

(16 luglio 2019)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per sapere – premesso che:

   dal 2009 la regione Calabria è sottoposta a piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale e dal 2010 è commissariata per l'attuazione del medesimo;

   in un articolo apparso il 13 febbraio 2019 sulla testata online Corriere della Calabria, a firma del direttore Paolo Pollichieni, si legge che ammonterebbe a «mezzo miliardo di euro, negli ultimi dieci anni» «la somma», forse «imprecisa per difetto», «che le regioni del Centro-Nord, in particolare Lombardia, Lazio e Piemonte», avrebbero sottratto «illecitamente alla regione Calabria attraverso la cosiddetta mobilità sanitaria», ovvero le prestazioni erogate a cittadini calabresi da strutture di altre regioni;

   nell'articolo Pollichieni riporta che questi dati sulla mobilità sanitaria sono stati richiesti al dipartimento regionale tutela della salute dal nuovo dirigente generale della struttura, Antonio Belcastro;

   nello stesso articolo si spiega che un «rapido incrocio con» i dati «in possesso del Ministero (le regioni che “accreditano prestazioni” presentano il “conto” al Ministero che gira loro gli importi relativi a tali prestazioni, detraendoli dalle somme che dovrebbero essere trasferite alla regione Calabria) avrebbe consentito di avere la conferma: la regione Calabria ha pagato prestazioni non dovute e mai eseguite»;

   «tutti sapevano – si legge nell'articolo, nel quale vengono riportate, a riguardo, domande specifiche del deputato del Partito democratico Antonio Viscomi – che la regione Calabria era l'unica a non aver mai effettuato, almeno con riferimento agli ultimi dieci anni, alcuna verifica sui conti presentati per la mobilità sanitaria»;

   l'articolo prosegue raccontando che Franco Pacenza, consulente per la sanità del presidente della regione Calabria in carica, Mario Oliverio, ha dato notizia della istituzione «nei prossimi giorni» di un «nucleo dedicato alla verifica dei flussi di mobilità ed alla loro appropriatezza che, con il supporto tecnico adeguato, dovrà attivare tutte le procedure di contestazione e contemporaneamente verificare l'insieme dei flussi degli anni precedenti»;

   le affermazioni del Pacenza confermano, in sostanza, è la deduzione di Pollichieni, che la regione Calabria, contrariamente a tutte le altre regioni, non ha esercitato controlli «sulle rendicontazioni relative alla supposta “mobilità sanitaria”, prendendo per buone quelle presentate dalle regioni “creditrici”» –:

   di quali informazioni siano in possesso nel merito della vicenda;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda avviare al fine di agevolare gli opportuni accertamenti circa la corrispondenza tra dati disponibili e fatti in ordine alla mobilità sanitaria negli ultimi 10 anni dei residenti in Calabria.
(2-00382) «Sapia, Massimo Enrico Baroni, Bologna, D'Arrando, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Leda Volpi, Di Sarno, Di Stasio, Dieni, D'Incà, Donno, Dori, D'Orso, D'Uva, Ehm, Emiliozzi, Ermellino, Faro, Ficara, Flati, Forciniti, Frate, Frusone, Gagnarli, Galantino, Galizia, Gallinella, Gallo, Giannone, Giarrizzo, Giordano, Giuliano, Giuliodori, Grande, Grimaldi, Grippa».

(14 maggio 2019)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la fondazione «Hospice Via delle Stelle» è un ente del terzo settore, una struttura socio-sanitaria per malati terminali; si tratta di un luogo d'accoglienza e ricovero temporaneo ad alta specializzazione, dove il paziente è considerato primariamente come una persona, all'interno di un ambiente confortevole, con stanze singole e personalizzate e spazi per ospiti e familiari, che permettono il rispetto della privacy e l'attenzione necessaria ai bisogni primari e consentono di trascorrere le ultime fasi della vita con dignità e nel modo meno traumatico e doloroso possibile, con un appropriato sostegno medico e psicologico e con la presenza e l'aiuto delle persone care;

   l’hospice si distingue dall'ospedale sia per la composizione e le metodologie operative dell’équipe sanitaria, che per le caratteristiche organizzative e logistiche della struttura, essendo un luogo ad alta specializzazione per quanto attiene alla gestione dei sintomi fisici e psicologici e dove si tutelano i bisogni psicologici di sicurezza e di appartenenza al proprio nucleo familiare, in maniera amicale e garantendo l'elevata qualità dell'assistenza e delle relazioni umane autentiche, indispensabili per favorire il mantenimento di una dignitosa qualità della vita in soggetti affetti da malattie in stato terminale;

   la valenza sociale dell'operato della struttura hospice per l'intero tessuto metropolitano è altissima ed il servizio offerto in sede e presso i rispettivi domicili risulta essere indispensabile per i pazienti e per i loro nuclei familiari;

   l'unico committente economico per la struttura hospice, donazioni a parte, risulta essere l'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria che, a causa del commissariamento della stessa per infiltrazioni mafiose, dal 1° gennaio 2019 ha interrotto i pagamenti all'ente;

   ad oggi la criticità strutturale dell'azienda sanitaria provinciale è drammatica, al punto da essere stata deliberata la richiesta della triade commissariale del dissesto finanziario per un non bene precisato disordine amministrativo;

   l'attività dell’hospice è stata garantita solo grazie all'impegno personale ed economico di molta gente che ha cercato di ovviare a questo stato di necessità importante, ma, contestualmente, le spese sono cresciute – come i debiti – e la situazione è ormai insostenibile; la struttura conta in organico 50 dipendenti che in 12 anni hanno acquisito una formazione tale da sopperire alle esigenze della struttura;

   il presidente della «Fondazione Via delle Stelle» ha cercato interlocutori risolutivi a livello locale, regionale e ministeriale, ma inutilmente, e l'entrata in vigore del recente decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 (convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60), recante «Misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria», appare essere un ulteriore e definitivo ostacolo al proseguimento della straordinaria attività della struttura terapeutica –:

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza, anche al fine di evitare maggiori oneri allo Stato derivanti dagli interessi di legge, affinché con la massima urgenza siano pagate tutte le spettanze arretrate e dovute da parte dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, che inspiegabilmente le ha sospese dal 1° gennaio 2019 ad oggi, a tutte le strutture accreditate come l’«Hospice Via delle Stelle»;

   se si intenda effettuare la contrattualizzazione delle prestazioni sanitarie erogate per l'anno 2019, adeguando il budget alle prestazioni richieste ed imposte dall'azienda sanitaria provinciale stessa;

   se si intenda adottare ogni iniziativa di competenza volta al riconoscimento del ruolo indispensabile che riveste l’hospice all'interno della sanità moderna, al pari dei dipartimenti d'interventistica ospedaliera di prima necessità, affinché la dignità dell'uomo possa trovare sempre, anche durante le fasi di criticità finanziarie locali e regionali, la sua assoluta tutela;

   considerato lo stato di criticità di parte dette strutture sanitarie pubbliche della regione, anche conseguenti ai limiti imposti dall'attuazione del piano di rientro, se si intenda adottare ogni opportuna iniziativa, anche normativa, volta a prevedere, per la regione Calabria, la programmazione dell'acquisto di prestazioni sanitarie in deroga ai limiti previsti a legislazione vigente, per garantire il raggiungimento dei livelli minimi di assistenza ai cittadini calabresi.
(2-00458) «Cannizzaro, Occhiuto, Santelli, Maria Tripodi, Bartolozzi, Bendinelli, Calabria, Cannatelli, Carfagna, Carrara, Casciello, Cattaneo, Dall'Osso, D'Attis, Fasano, Fascina, Germanà, Martino, Mugnai, Nevi, Pedrazzini, Perego Di Cremnago, Polidori, Polverini, Porchietto, Ripani, Ruggieri, Paolo Russo, Siracusano, Sorte, Versace, Zanella, Zangrillo».

(16 luglio 2019)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   in questi ultimi mesi, la crisi libica sta conoscendo un nuovo avvitamento in una spirale di guerra e l'attuale situazione è caratterizzata da frammentazione politica e militare, proliferazione di gruppi armati e da un deterioramento della situazione dei diritti umani;

   la Libia è uno scacchiere in cui si gioca una partita che determina gli equilibri di tutta l'area del Mediterraneo e attorno al cui tavolo giocano Paesi come l'Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar, l'Egitto;

   la Libia non può più essere considerata un «porto sicuro» per lo sbarco dei migranti per i numerosi e circostanziati episodi di violazioni dei diritti umani verificatisi. L'Onu, l'Unione europea, il Commissario per i diritti umani del Consiglio di Europa, l'Unhcr hanno più volte affermato che la Libia non è un porto sicuro. E con loro anche il Ministro interpellato;

   l'Italia dovrebbe avere un ruolo primario nella gestione della crisi libica, ripartendo dall'accordo sottoscritto tra il Governo Gentiloni e il Governo Serraj nel febbraio del 2017, che prevedeva e prevede dei precisi impegni: la sicurezza dei confini alla Libia del sud, il contrasto al traffico dei migranti, l'umanizzazione dei centri di accoglienza, con il monitoraggio dell'Unhcr e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, la formazione della guardia costiera e del personale dei centri di accoglienza, un impegno a sostegno delle municipalità libiche, un impegno a garantire tutto ciò che può consentire la ricostruzione civile e la rimessa in campo di attività economiche. Invece, l'attuale Governo ha spostato tutte le proprie energie su un'inutile battaglia alle organizzazioni non governative, ad avviso degli interpellanti per cavalcare demagogicamente lo spauracchio della questione migratoria. Quando invece non esiste alcuna emergenza «sbarchi»; l'emergenza era finita già nei primi cinque mesi del 2018, con una diminuzione degli sbarchi del 78 per cento rispetto a quelli del 2017 e con un più accentuato calo degli arrivi dalla Libia: –84 per cento rispetto al 2017. Questo era ed è il bilancio dell'attività sul fronte dell'immigrazione del Governo Gentiloni: risultati raggiunti, senza la chiusura dei porti, salvando vite umane;

   a fronte del drastico calo degli sbarchi nel Mediterraneo sono invece in forte aumento gli ingressi nel territorio italiano dei cosiddetti «dublinanti», cioè coloro che vengono espulsi dai Paesi europei dove vivono verso gli Stati attraverso i quali sono entrati nell'Unione per effetto del «regolamento di Dublino», che individua nello Stato di primo ingresso il responsabile dell'esame della domanda di protezione internazionale;

   parrebbe addirittura che vi sia stato il sorpasso del numero dei migranti richiedenti protezione internazionale provenienti da Paesi dell'Unione europea su quelli provenienti via mare;

   l'azione in questi mesi del Governo italiano secondo gli interpellanti è passata dal «criminalizzare» le organizzazioni non governative, sabotare la missione «Sophia», chiudere i porti, al boicottare al Parlamento europeo la proposta di modifica del «regolamento di Dublino», con la Lega che si è astenuta e tutti i deputati del Movimento 5 Stelle che hanno votato, in maniera compatta, contro il testo, e, infine, a disinteressarsi della gestione dei campi in Libia;

   invece, secondo gli ultimi dati disponibili dell'Unhcr, oltre 8.000 persone si trovano detenute in centri di detenzione gestiti dal direttorato per la lotta alla migrazione illegale, dopo essere state salvate o intercettate in mare o dopo essere state arrestate a terra durante incursioni in abitazioni o controlli di identità. Non vi sono stime delle persone detenute da varie fazioni armate o reti criminali in centri di detenzione non ufficiali, compresi depositi e fattorie. Secondo i rapporti disponibili, in tutte le strutture le condizioni di detenzione non rispettano gli standard internazionali e sono state descritte come «spaventose», «da incubo», «crudeli, disumane e degradanti». Uomini e donne richiedenti asilo, rifugiati e migranti, inclusi i minori, sono sistematicamente sottoposti a tortura e ad altre forme di maltrattamento, compresi stupri e altre forme di violenza sessuale, lavoro forzato ed estorsione, o ne sono ad alto rischio, sia in strutture di detenzione ufficiali che non ufficiali. In detenzione sono state segnalate anche discriminazioni razziali e religiose. I detenuti non hanno possibilità di contestare la legalità della detenzione o del trattenimento;

   il Ministro della cooperazione tedesco ha proposto, al fine di far fronte alla questione migratoria, di attuare «un'immediata iniziativa umanitaria comune da parte di Unione europea e Onu per salvare i profughi su suolo libico» –:

   se il Governo sia a conoscenza dell'iniziativa e se si adopererà anch'esso per convogliare la comunità internazionale ed europea in una soluzione proficua per affrontare la situazione umanitaria in Libia.
(2-00451) «Quartapelle Procopio, Pollastrini, Fiano».

(9 luglio 2019)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il Porto Canale di Cagliari – ricompreso nell'ambito di competenza dell'autorità di sistema portuale della Sardegna – è sottoposto a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto ministeriale del 1° marzo 1967, in conseguenza della «Dichiarazione di notevole interesse pubblico della spiaggia della Plaja, in Cagliari»;

   la citata autorità – in considerazione del fatto che con la costruzione del Porto Canale fosse stato già modificato, irrimediabilmente, lo stato dei luoghi e che la citata spiaggia, in realtà, non risulta più esistente – ha più volte richiesto la riduzione del sopra menzionato vincolo paesaggistico, al di fuori delle dighe foranee delimitanti il porto in questione;

   la destinazione della predetta area a porto industriale è stata stabilita nell'ambito degli interventi finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno, previa approvazione del Cipe, e la costruzione della medesima opera ha avuto un costo complessivo pari a mille miliardi delle vecchie lire;

   il Ministero per i beni e le attività culturali non ha ritenuto di dover procedere alla nuova delimitazione del vincolo e, anzi, insiste affinché venga attivata ogni possibile azione al fine di ripristinare lo stato dei luoghi, modificati con la realizzazione dell'infrastruttura in questione;

   di recente, inoltre, il giudice amministrativo ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate per la costruzione del Porto Canale e, a fronte di tale situazione, su parere dell'avvocatura distrettuale dello Stato di Cagliari e dell'ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali, si è dato avvio al procedimento per il rilascio, ai sensi dell'articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004, delle autorizzazioni «ora allora»;

   con provvedimento n. 209 del 31 maggio 2019, il presidente dell'autorità portuale ha rilasciato – in forza dei pareri favorevoli espressi da tutte le amministrazioni coinvolte, ivi compresa la soprintendenza – la citata autorizzazione;

   la soprintendenza, nonostante il parere favorevole espresso in seno alla conferenza di servizi all'uopo convocata, ha ritenuto, su direttiva del proprio direttore generale, di dover rettificare il predetto parere e di proporre opposizione alla Presidenza del Consiglio dei ministri;

   la sopra indicata situazione, in ragione dei tempi ben più lunghi per il rilascio di qualsivoglia autorizzazione utile alla realizzazione di qualsiasi intervento strutturale, ha determinato il blocco di investimenti per oltre 100 milioni di euro;

   nella riunione svoltasi recentemente presso gli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri, la soprintendenza ha confermato il proprio parere contrario;

   il sindaco del comune di Cagliari, con nota in data 8 luglio 2019, ha richiesto l'intervento dei Ministri interpellati, al fine di consentire il superamento della situazione e garantire lo sblocco degli investimenti e la tutela dei posti di lavoro –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative intendano assumere per consentire la riperimetrazione del vincolo in questione, al fine di garantire lo sviluppo economico del Porto Canale, con conseguenti ricadute positive per le imprese, i lavoratori e tutto l'indotto.
(2-00457) «Deidda, Bucalo, Ferro, Rotelli, Donzelli, Lollobrigida, Gemmato, Caretta, Baldini, Zucconi, Foti, Butti, Osnato, Mantovani, Varchi, Montaruli».

(12 luglio 2019)