TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 206 di Mercoledì 10 luglio 2019
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, SUTTO, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
sono decine di migliaia le famiglie di precari della scuola interessate all'attuazione dell'intesa fra Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e rappresentanze sindacali sottoscritta l'11 giugno 2019, che affronta concretamente il problema del precariato storico, nel rispetto del punto 22 del «contratto di governo»;
l'intesa intende dare attuazione agli impegni precedentemente assunti tra le organizzazioni sindacali e il Ministro interrogato con la sottoscrizione del documento il 24 aprile 2019 alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri, in particolare quello di riconoscere e valorizzare l'esperienza di lavoro del personale precario, individuando modalità che agevolino l'immissione in ruolo di chi lavora nella scuola da più di 36 mesi;
da notizie di stampa si apprende che il Ministro interrogato intende attivare lo strumento dei percorsi abilitanti speciali (pas) e bandire un concorso straordinario nella scuola secondaria per docenti con tre anni di servizio –:
in che termini intenda dare attuazione al predetto programma di stabilizzazione nella scuola secondaria per quanto riguarda in particolare le finalità, le caratteristiche, i criteri per valorizzare l'esperienza pregressa e se e quando verrà bandito il concorso ordinario.
(3-00861)
(9 luglio 2019)
ASCANI, CARNEVALI, PICCOLI NARDELLI, ANZALDI, CIAMPI, DI GIORGI, FRANCESCHINI, PRESTIPINO, ROSSI, CAMPANA, DE FILIPPO, UBALDO PAGANO, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
il 2 luglio 2019 si sono tenute le prove scritte, a livello nazionale, per l'accesso alle scuole di specializzazione per 18.773 candidati;
solo in data 8 luglio 2019 risulta firmato dal Ministro interrogato il decreto che definisce quanti e quali siano i posti presso le scuole di specializzazione;
rimane il fatto che partecipare alla selezione senza conoscere i posti reali messi a bando è molto grave, se poi si aggiunge anche il problema ormai definito «imbuto formativo»;
dopo la laurea in medicina e chirurgia, la quasi totalità dei neolaureati ha necessità di intraprendere un percorso di formazione post lauream: scuole di specializzazione e contratti di formazione per la medicina generale;
i posti programmati per la formazione sono insufficienti rispetto al numero di laureati annuali, creando uno sbilanciamento tra domanda e offerta formativa specialistica e rendendo l'accesso alla formazione post lauream sempre più difficile per l'accumularsi anno dopo anno degli esclusi;
l'imbuto formativo obbliga annualmente giovani medici neolaureati a congelare il loro percorso formativo, non avendo a disposizione contratti di formazione specialistica;
l'Esecutivo, inoltre, ha aumentato del 20 per cento i posti in ingresso in medicina, di modo che nel giro di qualche anno, senza opportune correzioni, l'imbuto formativo avrà dimensioni enormi;
il numero dei laureati in medicina dovrebbe essere tarato in base al reale fabbisogno dei medici attraverso un'efficace programmazione;
risultano allarmanti le ultime stime, secondo le quali nei prossimi 5 anni andranno in pensione più di 14.000 medici; il picco sarà nel 2022, con l'uscita dal sistema di 3.500 medici di famiglia; nel 2029 si potrebbe arrivare al pensionamento di 29.000 professionisti, in assenza di politiche di assunzione mirate;
con «quota 100», inoltre, si stima che potrebbero essere 25.000 i medici in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi per lasciare il lavoro già nei prossimi tre anni;
l'ormai più volte dichiarato obiettivo del Governo resta quello di abrogare il numero chiuso;
il numero chiuso a medicina e chirurgia risulta, invece, necessario e dovrebbe essere rapportato al fabbisogno del sistema e alle possibilità della formazione post lauream –:
se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative di propria competenza al fine di aumentare i posti programmati per la formazione post lauream e superare il problema «dell'imbuto formativo» che costringe annualmente giovani medici neolaureati a congelare il proprio percorso formativo.
(3-00862)
(9 luglio 2019)
LOLLOBRIGIDA, MELONI, BELLUCCI, FOTI, ACQUAROLI, BALDINI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
desta sgomento quanto emerso dall'indagine «Angeli e demoni» che vede al centro la rete dei servizi sociali della Val D'Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini dalle famiglie, collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti e infliggendo ai piccoli impulsi elettrici per alterare lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari, così da generare falsi ricordi di abusi sessuali;
diciotto persone, come riportato anche da fonti di stampa, tra cui il sindaco del Partito democratico di Bibbiano (Reggio Emilia) Andrea Carletti, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una onlus di Torino, hanno messo in scena un film dell'orrore, caratterizzato anche da abusi e violenze sessuali, oltre che da un business da centinaia di migliaia di euro, e per questo sono stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia;
si tratta di un dramma che ricorda gli orrori della comunità «Il Forteto» e che aveva visto Fratelli d'Italia richiedere fortemente una commissione d'inchiesta volta anche al monitoraggio puntuale delle case famiglia in materia di affido di minori e che, nonostante abbia visto la conclusione dell’iter di approvazione legislativo, è ancora drammaticamente in attesa di istituzione;
in questo drammatico contesto, l'affido, che dovrebbe costituire una misura temporanea di aiuto e protezione per i minori in difficoltà, funzionale al mantenimento della relazione con la famiglia d'origine, troppo spesso si trasforma in una soluzione permanente, caratterizzata da proroghe in oltre il 60 per cento dei casi dopo i ventiquattro mesi, con la conseguenza che non si raggiunge mai la situazione di stabilità familiare fondamentale per lo sviluppo del bambino in difficoltà nell'ambito della propria famiglia;
la lacunosità dei dati relativi all'attuazione dell'istituto dell'affido rende difficoltoso avere un'esatta conoscenza dell'ampiezza del fenomeno ad oggi, stante che anche la «Relazione sullo stato di attuazione della legge recante modifiche alla disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori», presentata ogni tre anni al Parlamento dai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali e trasmessa da ultimo nel gennaio 2018, contiene dati aggiornati solo al biennio 2014-2015 –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda porre in essere per mettere fine a violenze inaccettabili a danno dei più piccoli, anche per un monitoraggio puntuale, con gli strumenti più opportuni, dei casi di bambini in affido, garantendo che simili drammatiche vicende non abbiano più a verificarsi e tutelando, con ogni mezzo, chi non ha altri strumenti per difendersi se non quelli forniti dagli adulti.
(3-00863)
(9 luglio 2019)
ASCARI, DORI, PIERA AIELLO, BARBUTO, BUSINAROLO, CATALDI, DI SARNO, DI STASIO, D'ORSO, GIULIANO, PALMISANO, PERANTONI, SAITTA, SALAFIA, SARTI e SCUTELLÀ. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 27 giugno 2019, a seguito dell'operazione di polizia «Angeli e demoni», numerose persone sono state sottoposte a misura cautelare per aver costruito un illecito e redditizio sistema di «gestione minori», attraverso il quale gli stessi venivano sottratti illegittimamente alle famiglie d'origine, per poi essere collocati in affido, a pagamento, presso persone amiche o conoscenti;
in particolare, destinatari dei provvedimenti sarebbero un sindaco, assistenti sociali, psicoterapeuti di una nota onlus di Torino, psicologi dell'azienda sanitaria locale reggiana, oltre a decine di indagati tra sindaci, amministratori comunali, un avvocato, dirigenti e operatori socio-sanitari;
i destinatari della misura cautelare sono accusati, a vario titolo, di frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d'uso;
dalle indagini emerge, come riportato da molteplici fonti di stampa, l'impiego di metodi altamente suggestivi utilizzati sui minori durante le sedute di psicoterapia, al fine di alterare lo stato dei relativi ricordi in prossimità dei colloqui giudiziari;
è sconcertante il fatto accertato che, tra gli affidatari dei minori, c'erano persone con problematiche psichiche e con figli suicidi, mentre vi sono stati due casi accertati di stupro presso le famiglie affidatarie ed in comunità, dopo l'illegittimo allontanamento;
il fenomeno sopra descritto non è isolato: recentemente è tornato alla ribalta della cronaca il «Caso Veleno» che riguarda sottrazioni di minori nel modenese, avvenuti negli anni ’90;
il quadro descritto è allarmante e impone un intervento chiaro, deciso e urgente –:
quali iniziative, anche normative, il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, con riguardo al fenomeno della sottrazione illegittima dei minori, al fine di impedire il verificarsi di situazioni analoghe.
(3-00864)
(9 luglio 2019)
BIANCOFIORE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
è apparsa, su segnalazione di un cittadino a conoscenza dei fatti, la seguente notizia su un quotidiano a diffusione nazionale (Il Fatto Quotidiano): in occasione delle prove scritte per il concorso a posti di uditore giudiziario, svoltesi all'inizio del mese di giugno 2019, sarebbe stato individuato un candidato che aveva nascosto il cellulare in un bagno, su cui appariva la traccia di una delle prove, compiutamente sviluppata, e sarebbe stato individuato un altro candidato che recava presso di sé la traccia già sviluppata di una della prove;
il concorso per l'ingresso nei ruoli della magistratura è presidiato, da sempre, da rigorose regole e stringenti controlli volti ad assicurare la par condicio tra i candidati e l'assoluta preclusione di qualsivoglia conoscenza preventiva delle tracce delle prove scritte, trattandosi per di più del reclutamento di coloro che avranno il delicato compito di giudicare;
ove i fatti riportati fossero realmente accaduti, si tratterebbe di un caso di inaudita gravità, giacché emergerebbe non solo la presenza di candidati illecitamente avvantaggiati, ma anche la diffusione, altrettanto illecita, delle tracce prima dell'inizio delle prove: ciò non solo potrebbe, ma dovrebbe condurre all'immediato annullamento del concorso, essendo altrimenti certa – in presenza di tali elementi – la proposizione di ricorsi giurisdizionali da parte dei candidati non idonei –:
se intenda verificare i fatti riportati in premessa e, nel caso fossero confermati, quali iniziative intenda adottare, anche prevedendo l'eventuale annullamento del concorso, per ristabilire almeno in parte la legalità, dimostrando di voler sanzionare con la necessaria severità episodi che minano la fiducia persino sulla correttezza del reclutamento dei magistrati.
(3-00865)
(9 luglio 2019)
LUPI, COLUCCI, TONDO e SANGREGORIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da Il Corriere della Sera del 3 luglio 2019 si apprende che tra una decina di giorni dovrebbe prendere corpo «Progetto Italia», il maxi-polo delle costruzioni che ruoterà attorno al gruppo Salini Impregilo. Avrà il supporto di Cassa depositi e prestiti che metterà sul tavolo quasi 300 milioni di euro di equity per consolidare il settore dei general contractor, nell'ottica di far ripartire le grandi opere nel nostro Paese;
dallo stesso articolo si apprende che a «Progetto Italia» parteciperanno altri costruttori, come Pizzarotti, Rizzani de Eccher, Astaldi, Condotte ed altri;
Cassa depositi e prestiti darebbe il via libera all'operazione solo a seguito della creazione di un comitato di indirizzo strategico in grado di supervisionare i grossi investimenti e le maxi-commesse e sarà guidato da Pietro Salini;
il maxipolo dovrebbe realizzare una serie di opere rimaste ferme: dalla linea ferroviaria Napoli-Bari al terzo valico di Genova, dall'alta velocità Brescia-Verona-Padova ai nuovi tracciati delle metropolitane di Roma e Milano –:
se il Ministro interrogato ritenga strategica questa operazione, se tale operazione rientri nelle competenze di Cassa depositi e prestiti e quali garanzie abbia ottenuto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti affinché si possa effettivamente procedere al riavvio delle opere in premessa.
(3-00866)
(9 luglio 2019)
OCCHIONERO e FORNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
a partire dal 1o luglio 2019 è entrato in vigore il processo tributario telematico;
la nuova procedura introdotta presenta diverse difficoltà che ricadono sui cittadini e sulle loro garanzie di accesso alla giustizia;
la nuova normativa aggrava gli obblighi e le procedure dei contribuenti e dei loro difensori su diversi aspetti;
la notifica telematica, ora obbligatoria, appare più gravosa di quella cartacea; inoltre, anche il ricorso e gli eventuali allegati devono essere depositati in via telematica, moltiplicando le difficoltà presenti;
la presenza di limiti dimensionali nella trasmissione degli atti è estremamente bassa (solo 10 megabyte per atto o allegato e, complessivamente, il fascicolo telematico non può eccedere i 50 megabyte), soglia che viene superata anche per i ricorsi più brevi;
va evidenziata la difficile individuazione dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni o degli agenti di riscossione che, non rispondendo nel processo telematico alle medesime prescrizioni di cui al processo civile o a quello amministrativo, non possono essere estratti dal Registro generale degli indirizzi elettronici (Reginde). Va inoltre rilevato che l'Amministrazione finanziaria, come pure gli agenti di riscossione, non dando attuazione all'articolo 7 dello statuto del contribuente, non indicano nei provvedimenti impositivi inviati ai cittadini o alle imprese l'indirizzo pec ove notificare l'eventuale ricorso;
molto complicato diventa il pagamento del contributo unificato tributario che, mentre in precedenza poteva essere acquistato nelle tabaccherie o tramite bonifico bancario, oggi può essere effettuato soltanto tramite «Pago PA» nel corso del deposito telematico, con un aggravio in termini di tempi e costi per il contribuente e per il suo difensore;
l'incertezza sul perfezionamento delle notifiche rischia di causare una declaratoria di inammissibilità a tappeto dei ricorsi proposti dopo il 1^ luglio 2019;
per quanto consta agli interroganti non è possibile estrarre in copia dal fascicolo processuale telematico gli atti e i documenti che vengono depositati dalle parti –:
se, per quanto di competenza, di fronte alle evidenti difficoltà nell'applicazione del processo tributario telematico, non ritenga di intervenire con urgenza adottando iniziative per introdurre le modifiche necessarie, a partire dall'eliminazione dei limiti dimensionali sul deposito di atti e documenti, dalla possibilità della notifica cartacea e dal permesso del pagamento del contributo unificato anche per tramite dall'apposito contrassegno, al fine di rendere il processo tributario telematico effettivamente uno strumento per rendere il processo tributario più celere, efficiente e meno dispendioso per i contribuenti.
(3-00867)
(9 luglio 2019)