TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 184 di Martedì 4 giugno 2019

 
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INTERROGAZIONI

A)

   IOVINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 12 febbraio 2019 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale la legge n. 12 del 2019, mediante la quale è stato convertito il decreto-legge n. 135 del 2018. Come noto, all'interno di tale provvedimento legislativo, è stata autorizzata l'assunzione di 1.851 allievi agenti della polizia di Stato, mediante lo scorrimento della graduatoria della prova scritta del concorso per il reclutamento di 893 allievi agenti del maggio 2017;

   le assunzioni, tuttavia, saranno limitate ai soggetti in possesso, alla data del 1° gennaio 2019, dei requisiti di cui all'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 1982, n. 335, così come modificato dal decreto legislativo n. 95 del 2017;

   mediante un emendamento al «decreto semplificazioni», convertito in legge, dunque, saranno chiamati alle successive prove concorsuali esclusivamente i candidati che non hanno compiuto, alla data del 1° gennaio 2019, 26 anni di età e che sono in possesso del diploma di scuola superiore;

   con tale provvedimento verranno esclusi dallo scorrimento e dalla successiva assunzione i candidati privi dei requisiti sopra citati, nonostante il concorso a cui presero parte, bandito nel maggio 2017, stabilisse come requisiti per la partecipazione un'età non superiore ai 30 anni e la sola licenza media. Dunque, sono stati modificati sostanzialmente i criteri della lex specialis, con la paradossale conseguenza che soggetti con punteggi più bassi saranno chiamati alle successive prove al posto di candidati più meritevoli;

   a giudizio dell'interrogante tale disposizione lede diversi articoli della Carta costituzionale, su tutti l'articolo 3, che vieta qualsivoglia discriminazione, nonché l'articolo 97 della Costituzione, che impone il rispetto del principio di meritocrazia nell'accesso al pubblico impiego;

   modificare le regole di un bando rappresenta a giudizio dell'interrogante un atto di dubbia legittimità, nonché un affronto a giovani che in tale procedura hanno investito tempo e speranze e che ora si trovano scavalcati da soggetti con un punteggio inferiore;

   non solo, lo scorrimento previsto non terrà in considerazione i soggetti che hanno partecipato al predetto concorso del 2017 per l'aliquota riservata ai volontari in ferma prefissata. Dunque, questi soggetti, che hanno già svolto servizio nelle Forze armate, dovranno definitivamente abbandonare ogni ambizione di carriera nella polizia di Stato, con la sola colpa di aver individuato in quest'ultima il Corpo a cui appartenere. Altre Forze armate, difatti, nei casi in cui hanno dato luogo a scorrimenti di graduatorie, hanno sempre tenuto in considerazione le aliquote dei militari. Si fa riferimento agli allievi carabinieri, nonché all'assunzione nella polizia penitenziaria e nei vigili del fuoco;

   la scelta del Ministero appare ancor più illegittima, in considerazione del già basso limite previsto dall'ordinamento italiano per l'ingresso nelle forze dell'ordine, che è in stridente contrasto con le norme di altri Paesi dell'Unione europea, nonché con le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea nelle cause C-229/08, C-416/13 e con la nota pronuncia del 13 novembre 2014, che ha sancito l'illegittimità di una normativa nazionale che fissa a 30 anni l'età massima per l'assunzione degli agenti della polizia locale;

   pare, poi, secondo quanto indicato dai soggetti interessati, che vi sarebbe un parere dell'Avvocatura dello Stato che ha portato l'amministrazione a tale determinazione. Trattandosi di un parere su cui è fondato un iter procedimentale amministrativo, si chiede che lo stesso sia reso pubblico, in virtù del principio di trasparenza;

   risulta dunque opportuno e doveroso un intervento ad hoc che consenta un ripensamento in merito alla disposizione in parola, volto a garantire il rispetto del principio di meritocrazia e la tutela del diritto alla parità di trattamento di ogni cittadino –:

   quali specifiche informazioni intenda fornire in merito a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per permettere la partecipazione alle successive prove concorsuali a tutti i candidati e per risolvere le problematiche riscontrate.
(3-00594)

(7 marzo 2019)

B)

   FRAGOMELI, MIGLIORE, FIANO, BRAGA, CARNEVALI, ORFINI, BRUNO BOSSIO, ROTTA, SERRACCHIANI, SCHIRÒ, UNGARO, FRAILIS, PAITA, MOR, ANNIBALI, DE FILIPPO, SCALFAROTTO, PEZZOPANE, MORANI, UBALDO PAGANO, MURA, CRITELLI, BERLINGHIERI, DE LUCA, GADDA, BONOMO, LACARRA, FREGOLENT, PELLICANI, CARÈ, CARLA CANTONE, DEL BARBA, BENAMATI e MORETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   gli organi di informazione anche su scala nazionale riportano una notizia riguardante il comune lecchese di Calolziocorte in merito all'adozione di un discusso e discutibile regolamento che punta a dividere il comprensorio cittadino in zone, con l'esplicita previsione di divieti di apertura di centri di accoglienza per migranti;

   attraverso il suddetto regolamento viene ad essere introdotto quello che appare agli interroganti un principio di vero e proprio segregazionismo, con la creazione di zone dove viene vietato l'accesso per migranti senza distinzioni di sorta, poiché ad essere ritenuti pericolosi per la popolazione non sono slot machine o altro bensì centri di accoglienza per migranti che non potranno essere vicini a luoghi pubblici frequentati dai residenti;

   nella planimetria allegata al regolamento comunale le zone segnate in rosso, come stazione ferroviaria e scuole, si intendono vietate e quelle in blu, biblioteca e oratori, necessitano di nulla osta da parte del comune;

   si tratta di una decisione davvero incredibile considerato che, nel territorio in questione, vivono in tutto 18 migranti, con 7 ragazzi maggiorenni di cui 6 con contratto di lavoro nella frazione di Rossino, mentre nella frazione di Casale vivono un nucleo familiare, una madre con un bambino di 3 anni e 3 madri con bambini di meno di un anno;

   l'interdizione decisa dal comune con il richiamato regolamento riguarda persino la possibilità di ospitare persone e quindi nega anche alle strutture di accoglienza, ecclesiastiche e laiche, presenti di svolgere la loro opera;

   viene posto addirittura in discussione il principio di accoglienza proprio della Chiesa –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ravvisi palesi elementi di illegittimità e di manifesta incostituzionalità tali da giustificare l'adozione delle iniziative di competenza ai sensi dell'articolo 138 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(3-00695)

(15 aprile 2019)

   MIGLIORE e FRAGOMELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il comune di Calolziocorte, in provincia di Lecco, su iniziativa della giunta a maggioranza leghista, avrebbe adottato un nuovo regolamento comunale con il quale ha suddiviso il territorio del comune in nove zone rosse, dove sarà assolutamente vietato aprire centri di accoglienza per migranti, e in cinque zone blu, dove i centri di accoglienza potranno essere aperti solo a seguito di specifico nulla osta;

   secondo quanto si è appreso, il regolamento, che dovrebbe diventare operativo nell'arco di pochi giorni, si applicherebbe anche a chi avesse intenzione di ospitare richiedenti asilo presso edifici di proprietà che si trovano nella zona blu e che dovranno fare apposita richiesta agli uffici per ottenere il nulla osta, negando così la possibilità di ospitare i migranti anche alle strutture ecclesiastiche e laiche che si trovano sul territorio;

   il citato regolamento, peraltro, appare di dubbia legittimità, fondandosi sull'idea dell'equiparazione dei centri di accoglienza con le slot machine, assumendo come postulato che i migranti accolti nei centri di accoglienza siano in quanto tali delinquenti e spacciatori e violando, secondo gli interroganti, taluni principi fondamentali dell'ordinamento italiano, non ultimo quello per cui la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell'uomo e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale;

   a parere degli interroganti questo provvedimento, dettato da ragioni meramente propagandistiche, è di una gravità inaudita, poiché introduce nell'ordinamento italiano quello che appare un vero e proprio principio segregazionista, volto ad interdire totalmente o parzialmente talune zone ai migranti e che ricorda da vicino tutti quei numerosi episodi del passato che si ritenevano superati per sempre –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare, per quanto di competenza, anche ai sensi dell'articolo 138 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in relazione al citato regolamento, che lungi dal favorire un maggior livello di integrazione e dunque di sicurezza, finisce per accrescere le tensioni sociali, segregando e interdicendo talune zone della città, in palese violazione di principi e norme fondamentali dell'ordinamento italiano.
(3-00755)

(3 giugno 2019)
(ex 5-01944 del 15 aprile 2019)

C)

   CRITELLI, CENNI e UNGARO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la riforma del settore bieticolo-saccarifero, avvenuta a livello europeo nel 2005 per contenere la produzione di zucchero e permettere anche ad altri Paesi di poter accedere al mercato europeo, ha purtroppo portato alla chiusura di 100 zuccherifici su 185 in Europa e di 16 su 19 in Italia;

   dal 30 settembre 2017, grazie all'accordo avvenuto tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'Unione europea nell'ambito della riforma della politica agricola comune del 2013, a seguito di un processo di riforma e ristrutturazione avviato nel 2006, è venuto meno il regime delle quote di produzione nel settore saccarifero, spianando così la strada ai produttori nord europei, soprattutto quelli tedeschi e francesi, portando all'immissione di circa 4 milioni di tonnellate di prodotto in più nel mercato europeo; tutto ciò ha portato ad un tracollo del prezzo dello zucchero a danno del nostro Paese e di tutta la zona del Mediterraneo;

   questo aumento di competitività sempre più aggressiva a livello europeo e l'abolizione delle quote nazionali di produzione hanno portato in grave crisi l'ultimo presidio produttivo rimasto sul territorio nazionale, nonché l'unico produttore di zucchero italiano ovvero la Cooperativa produttori bieticoli (Coprob), prima realtà produttiva nel settore;

   si tratta di un'importante azienda, nata 55 anni fa, del territorio metropolitano bolognese, con due importanti impianti, uno con sede a Minerbio, in provincia di Bologna e l'altro a Pontelongo, in provincia di Padova, e quest'anno farà la 55^ campagna bieticolo-saccarifera; oltre ad aver avviato un ampio percorso di sensibilizzazione delle istituzioni, degli operatori del settore agroalimentare, della grande distribuzione organizzata, delle organizzazioni professionali e sindacali e dei consumatori per il sostegno e la condivisione di una campagna denominata «Un patto per lo zucchero italiano»; l'azienda costituisce un esempio eccellente di agroindustria perché è l'unica esperienza cooperativa di agricoltori che si sono associati per presidiare l'intera filiera, dalla produzione alla trasformazione;

   Coprob associa 5.700 aziende agricole, di cui 2.000 solo nel bolognese, impiega 250 dipendenti in maniera stabile, a cui se ne aggiungono altrettanti durante la campagna bieticola, e dà lavoro a 1.500 imprese dell'indotto per un valore complessivo di 530 milioni di euro l'anno; solo nell'ultimo decennio ha investito 180 milioni di euro per l'ammodernamento industriale dei due impianti, producendo così un aumento del potenziale produttivo del 30 per cento, con picchi fino al 50 per cento superiori alle medie storiche, raggiungendo una capacità di 300.000 tonnellate di zucchero su 32.000 ettari di barbabietole;

   la bieticoltura del bolognese ha raggiunto un livello talmente avanzato di precisione da consentire a Coprob di testare la coltivazione della bietola biologica, in modo da poter produrre zucchero bio già nel 2019;

   la bieticoltura, riconosciuta coltura preziosa nella rotazione agraria, consente di produrre cereali di qualità con meno input ed è una grande risorsa dal punto di vista ambientale, perché capace di captare tanta anidride carbonica per ettaro quanto quella che capta il bosco –:

   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda adottare per sostenere la campagna di Coprob – Italia zuccheri, «Un patto per lo zucchero italiano», in grado di preservare questa coltura strategica e tutelare la continuità della filiera italiana;

   se intenda adoperarsi presso le istituzioni europee per ridefinire con urgenza misure che assicurino la tenuta complessiva del sistema di trasformazione, a partire dalla giusta rimuneratività del prodotto, a vantaggio dei bieticoltori italiani.
(3-00754)

(3 giugno 2019)
(ex 5-00108 del 9 luglio 2018)

D)

   DALL'OSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale; si verificano, infatti, un danno e una perdita di mielina in più aree (da cui il nome «multipla») del sistema nervoso centrale;

   la sclerosi multipla può presentarsi in vari modi, ma alcuni si ripetono in maniera più frequente, quali i disturbi visivi, intesi come un calo visivo rapido e significativo o uno sdoppiamento della vista o movimenti dell'occhio, i disturbi delle sensibilità con persistenti formicolii, sensazione di intorpidimento degli arti o perdita di sensibilità al tatto, la difficoltà a percepire il caldo e il freddo, la fatica e la debolezza, percepita come difficoltà a svolgere le attività quotidiane insieme alla perdita di forza muscolare;

   i malati affetti da sclerosi multipla ad oggi in Italia sono circa 118.000;

   il Ministero della salute ha in esame due provvedimenti relativi all'appropriatezza dei ricoveri riabilitativi e ai percorsi di riabilitazione ospedaliera e territoriale;

   si tratta del documento intitolato «Criteri di appropriatezza dell'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera», che prevede l'esclusione delle persone con sclerosi multipla dalla fruizione dei ricoveri di alta specialità in neuroriabilitazione, garantito solo per coloro che abbiano avuto almeno 24 ore di coma;

   l'altro provvedimento, «Individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione», prevede ulteriori limitazioni per l'accesso ai ricoveri ordinari per la riabilitazione intensiva e prospetta una seria difficoltà di accesso alle prestazioni di riabilitazione territoriale –:

   quali siano gli orientamenti del Governo ai fini della tutela dei malati di sclerosi multipla;

   se il Governo abbia intenzione di assumere iniziative per garantire il diritto all'accesso alle cure riabilitative gratuite per i soggetti affetti da sclerosi multipla.
(3-00656)

(28 marzo 2019)