TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 145 di Mercoledì 20 marzo 2019

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZÓFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il settore delle costruzioni è quello maggiormente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni; i media fanno riferimento a 600 mila posti di lavoro persi, a 120 mila imprese che hanno dichiarato fallimento, a 30 cantieri fermi solo di grandi opere dall'importo superiore a 100 milioni di euro;

   si è in piena emergenza a livello nazionale, mentre ci sarebbero più di 30 miliardi di euro bloccati nelle casse dello Stato;

   si tratta di un settore importantissimo per l'occupazione e per gli investimenti, anche per l'indotto connesso, fondamentale per questo momento delle trasformazioni economiche che il Paese sta affrontando, ai fini del conseguimento delle previsioni e degli obiettivi anche quantitativi del Governo, in particolare per quanto riguarda la crescita economica;

   l'annunciato decreto-legge per lo sblocco dei cantieri e dell'edilizia privata, in attesa di un'imminente modifica strutturale del codice degli appalti, ha fatto sperare le imprese e il Paese intero per una svolta effettiva dell'andamento economico e delle possibilità di lavoro;

   i rappresentanti di Governo della Lega hanno presentato proposte concrete, in grado di modificare radicalmente quelle norme del decreto legislativo n. 50 del 2016 che, ad oggi, hanno reso impossibile realizzare le opere, grandi o piccole che siano, ma anche in grado di dare un consistente impulso all'edilizia privata e alla rigenerazione urbana delle città italiane;

   insieme alle grandi opere occorre garantire sicurezza ed efficienza anche delle opere esistenti e anche sbloccare una miriade di piccoli cantieri, per poter dare risposte certe ai cittadini e lavoro a tante piccole e piccolissime imprese, maggiormente colpite dalla crisi economica degli anni scorsi;

   infatti, l'articolo 51 del codice, in attuazione delle direttive comunitarie e della legge delega n. 11 del 2016, impone alle stazioni appaltanti di garantire l'effettiva possibilità di partecipazione agli appalti da parte delle micro, piccole e medie imprese, anche introducendo misure premiali per gli appaltatori e i concessionari che le coinvolgano nelle procedure di gara e nell'esecuzione dei contratti;

   la Lega ha da sempre riservato particolare attenzione alla semplificazione e implementazione dell'accesso delle micro, piccole e medie imprese locali nelle gare del proprio territorio, per valorizzare esigenze sociali, secondo principi di economicità e di conseguimento di obiettivi ambientali, e per incentivare gli aspetti della territorialità e della filiera corta –:

   se trovi conferma che le proposte citate in premessa troveranno spazio nell'emanando decreto-legge e quali tempi si prevedano per l'approvazione da parte del Governo sia del decreto-legge che delle iniziative normative per la riforma strutturale del codice degli appalti.
(3-00621)

(19 marzo 2019)

   BALDELLI, GELMINI, SOZZANI, BERGAMINI, GERMANÀ, MULÈ, PENTANGELO, ROSSO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 25, comma 2, della legge n. 120 del 2010 prevede che, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con quello dell'interno, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, siano disciplinate due materie di attualità: 1) la relazione telematica con la quale le amministrazioni locali indicano l'ammontare complessivo derivante dalle sanzioni per violazioni del codice della strada e gli interventi attuati con le medesime risorse; 2) le modalità di collocazione e di uso degli autovelox;

   l'articolo 4-ter, comma 16, del decreto-legge n. 16 del 2012 spiega chiaramente: «in caso di mancata emanazione del decreto (...) trovano comunque applicazione le disposizioni di cui ai commi 12-bis, 12-ter e 12-quater dell'articolo 142» del codice della strada; cioè che: a) i proventi delle sanzioni per violazioni dei limiti di velocità, accertate attraverso strumenti di controllo a distanza, spettino, al 50 per cento ciascuno, all'ente proprietario della strada e all'ente accertatore; b) tali somme siano impiegate per la manutenzione e messa in sicurezza stradale, comprese segnaletica e barriere, e potenziare controllo e accertamento delle violazioni, comprese le spese del personale; c) gli enti locali trasmettano annualmente una relazione telematica ai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno, indicando l'ammontare dei proventi e gli interventi realizzati. In assenza della relazione o con uso difforme delle risorse, gli importi spettanti sono ridotti del 30 per cento;

   dopo nove anni, il decreto non risulta adottato, si assiste spesso all'utilizzo distorto e vessatorio dei dispositivi di rilevazione a distanza, mentre, sulla richiamata relazione telematica e sull'uso delle risorse, si rileva che meno di 300 comuni su 8.000 rispettano la legge, senza sanzioni per gli enti inadempienti che, malgrado l'obbligo di legge, non presentano la relazione;

   sull'uso corretto e trasparente di autovelox e proventi delle multe, l'interrogante ha presentato numerosi atti di sindacato nella XVII e nella XVIII legislatura, nonché una mozione (n. 1-01085) approvata all'unanimità, con parere favorevole del Governo, il 28 gennaio 2016, impegnandolo a porre fine all'uso improprio degli strumenti elettronici di controllo a distanza e all'uso difforme delle risorse derivanti dalle multe; a irrogare sanzioni alle amministrazioni inadempienti –:

   quando il Governo adotterà il decreto attuativo per disciplinare in modo chiaro e definitivo, anche con riferimento agli anni passati, il tema della trasparenza e dell'utilizzo dei proventi derivanti dalle multe per le violazioni del codice della strada da parte delle amministrazioni locali e quello del corretto impiego degli autovelox.
(3-00622)

(19 marzo 2019)

   PINI, ROTTA, DE FILIPPO, CAMPANA, CARNEVALI, UBALDO PAGANO, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   dal 29 al 31 marzo 2019 si svolgerà a Verona il XIII Congresso mondiale delle famiglie (World congress of families);

   l'evento fa capo all’International organization for the family e ad alcune sigle pro life anche italiane, tra cui «ProVita», «CitizenGo», «Generazione Famiglia» e «Comitato difendiamo i nostri figli»;

   il World congress of families è stato segnalato da organizzazioni per i diritti civili, come il Southern poverty law center e l’Human rights campaign con la dicitura di «hate group»; alla tre giorni interverranno associazioni ortodosse e cattoliche da tutta Europa che portano avanti pesanti politiche discriminatorie nei confronti della comunità LGBTQ+;

   come riportato in un articolo online del giornale The Vision, a firma di Jennifer Guerra, uno degli speaker del World congress of families, Scott Lively, è stato condannato nel 2017 per aver favorito la violazione dei diritti umani e la persecuzione contro le persone gay in Uganda grazie alle sue campagne;

   inoltre, parteciperà Alexey Komov, che in Italia ha come riferimento anche Roberto Fiore, noto esponente di Forza Nuova, il quale figlio, Alessandro, che è stato invitato in Russia da Komov, è il portavoce di ProVita Onlus, tra gli organizzatori del World congress of families;

   il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri è concesso a titolo gratuito per iniziative di alto rilievo culturale, sociale, scientifico, artistico, sportivo, organizzate nel territorio nazionale o all'estero; inoltre è concesso agli eventi che non hanno fini lucrativi;

   il World congress of families ha avuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministro interrogato, della regione Veneto e della provincia di Verona;

   l'ingresso al World congress of families dovrebbe essere consentito solo dopo l'acquisto di un biglietto, al prezzo di 15 euro, e — a quanto si apprende — i biglietti sono andati esauriti;

   tuttavia, da fonti di stampa si apprende che il segretario generale di Palazzo Chigi avrebbe chiuso un'istruttoria al riguardo e chiesto, conseguentemente, al dipartimento dell'editoria e a quello della famiglia di ritirare il patrocinio –:

   quali siano stati i criteri che hanno portato alla concessione del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri al World congress of families di Verona, organizzato da associazioni che fanno politiche ad avviso degli interroganti contrarie alle libertà costituzionali, anche alla luce degli esiti della successiva istruttoria e visto che dovrebbe essere previsto il pagamento di un biglietto per l'ingresso.
(3-00623)

(19 marzo 2019)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   dal 29 al 31 marzo 2019 si terrà a Verona la tredicesima edizione del World congress of families, evento organizzato annualmente dalla International organization for the family;

   il Congresso mondiale delle famiglie riunisce migliaia di attivisti da tutto il mondo ed è finalizzato alla difesa della famiglia naturale, quale unità stabile e fondamentale della società;

   all'evento di Verona è stato concesso il patrocinio dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministro interrogato;

   successivamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità, Vincenzo Spadafora, aveva tuttavia dichiarato ufficialmente che i patrocini sarebbero stati ritirati, ribadendo in un'intervista al quotidiano la Repubblica che «Il segretario generale di Palazzo Chigi ha chiuso un'istruttoria importante e ha chiesto al dipartimento dell'editoria e a quello della famiglia di ritirare il patrocinio. Sono stato tra i primi a segnalare il problema»;

   il Dipartimento per la famiglia, invece, secondo fonti di stampa, ha dichiarato che «non risulta alcuna richiesta di revoca del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri al World congress of families di Verona» –:

   quale sia l'orientamento del Governo in merito alla concessione del patrocinio al World congress of families di Verona.
(3-00624)

(19 marzo 2019)

   LORENZIN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la salute materno-infantile rappresenta un'area prioritaria della salute pubblica. La gravidanza, il parto ed il puerperio in Italia sono la prima causa di ricovero per le donne. Gli eventi «intorno» alla nascita sono riconosciuti a livello internazionale tra i migliori per valutare la qualità di tutta l'assistenza sanitaria di un Paese;

   l'accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010 ha recepito le linee guida delle società scientifiche italiane ed internazionali per il programma nazionale per il parto sicuro, che fissa in 1.000 nascite all'anno lo standard a cui tendere, nel triennio, per il mantenimento/attivazione dei punti nascita. Per ridurre e razionalizzare sotto i 1.000 all'anno si necessita di abbinamento per pari complessità di attività delle unità operative ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche;

   la possibilità di punti nascita con numerosità inferiore, e comunque mai al di sotto di 500 parti all'anno, potrà essere prevista solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate, con rilevanti difficoltà di attivazione dello Stam;

   al Comitato percorso nascita nazionale, costituito con decreto ministeriale del 12 aprile 2011, è attribuita la funzione di attuare le strategie di riorganizzazione e verifica dei punti nascita e dal 2015 il compito di esprimere un parere su richiesta di deroga relativamente a punti nascita con volumi inferiori a 500 parti l'anno;

   lo studio De Curtis/Simeoni evidenzia, nel 2015, il 40 per cento in più di rischio morte per i bimbi nel primo mese di vita nati al Sud a causa di strutture piccole e non sufficientemente attrezzate per le emergenze da parto;

   sulla stampa si è creata, ad avviso dell'interrogante, tanta confusione, soprattutto da esponenti del MoVimento 5 Stelle, perché si richiede la riapertura di punti nascita chiusi o in via di chiusura, per mancanza dei requisiti minimi;

   il Ministro interrogato ha emanato un comunicato il 25 gennaio 2019 da cui si evince la volontà di «valutare insieme alle regioni l'attualità dell'accordo Stato-regioni del 2010, recepito poi dal decreto ministeriale n. 70 del 2015»;

   le società scientifiche, lanciando un appello per il bene del paziente, chiedono di lavorare in sicurezza è quindi di «disporre di strutture e strumentazioni adeguate raggruppate in centri in cui ogni specifica patologia possa essere trattata in maniera altamente efficace» –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per rivedere, ed eventualmente su quali basi, i criteri per individuare gli standard minimi dei punti nascita.
(3-00625)

(19 marzo 2019)

   ROSTAN e FORNARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il servizio sanitario nazionale oggi si trova di fronte ad una gravissima carenza di dottori, infermieri e medici di famiglia, con pesanti ricadute sulle prestazioni e sulla tutela della salute dei cittadini, nonostante che la Costituzione sancisca il diritto alla salute;

   le associazioni e i sindacati di medici e infermieri denunciano, altresì, condizioni di lavoro nei reparti ospedalieri e nei servizi territoriali difficili e insostenibili, causate della carenza di medici e infermieri ormai largamente insufficienti alle esigenze del settore;

   in assenza di una politica di assunzioni l'Anaao ha calcolato che nel 2025 potrebbero mancare in Italia 16.500 medici specialisti nel settore pubblico, la curva dei pensionamenti raggiungerà il suo culmine tra il 2019 e il 2022, con uscite intorno a 6.000/7.000 medici l'anno;

   entro il 2025 dei circa 105.000 medici impiegati nel pubblico andranno in pensione circa la metà: 52.000 dipendenti. Confrontando i pensionamenti con le stime dei medici specializzati assunti dal servizio sanitario nazionale nei prossimi anni, i sindacati calcolano che diverse discipline mediche affronteranno una grave carenza di specialisti;

   le principali specializzazioni che registreranno gravi carenze di personale a causa dei pensionamenti da oggi al 2025 sono: pediatria (6.100); anestesia e rianimazione (5.600); medicina d'urgenza (5.600); medicina interna (3.857); chirurgia generale (3.400); radiodiagnostica (3.000); malattie dell'apparato cardiovascolare (2.663); ginecologia (2.472);

   Eurostat ha rilevato che l'Italia, con il 54 per cento dei medici con età dai 55 anni in su, occupa il ventesimo posto in Europa in relazione all'età dei medici;

   la Fimmg ha calcolato che nei prossimi 5 anni andranno in pensione più di 14.000 medici di famiglia. Secondo la Fimmg nel 2022 si registrerà il picco di pensionamenti, con l'uscita di 3.500 medici: anche in questo caso è assente un sistema che garantisca il ricambio generazionale, con troppi pensionamenti e insufficienti borse per i corsi di specializzazione in medicina generale a compensare;

   preoccupante anche la carenza del personale infermieristico: secondo Eurostat in Italia mancherebbero tra i 50 e i 60 mila infermieri; anche in questo settore hanno inciso pesantemente i tagli operati dalle leggi di bilancio e il blocco del turn over e delle assunzioni –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere o abbia assunto per affrontare la grave carenza di personale nel servizio sanitario nazionale, che si ripercuote sulle condizioni di lavoro ormai insostenibili, e per garantire il diritto alla salute dei cittadini.
(3-00626)

(19 marzo 2019)

   PROVENZA, NESCI, LEDA VOLPI, MASSIMO ENRICO BARONI, BOLOGNA, D'ARRANDO, LAPIA, LOREFICE, MAMMÌ, MENGA, NAPPI, SAPIA, SARLI, SPORTIELLO, TRIZZINO e TROIANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel confronto con il 2009, anno con il massimo numero di occupati nella sanità pubblica, a fine 2015 risultavano impiegate nel servizio sanitario nazionale 40.364 persone in meno. Tale contrazione di personale impiegato nel comparto sanità è stata determinata dal perdurante blocco del turn over per le regioni sotto piano di rientro e dalle politiche di contenimento degli organici attivate autonomamente dalle regioni non sottoposte ai piani di rientro;

   per il contenimento della spesa per il personale sanitario hanno inciso le misure relative a: la revisione delle dotazioni organiche, la proroga del tetto alla spesa per il personale dipendente, pari alla spesa per il personale registrata nell'anno 2004 diminuita dell'1,4 per cento (decreto-legge n. 98 del 2011 e decreto-legge n. 95 del 2012), il blocco dei rinnovi contrattuali;

   il contenimento della spesa per il personale è stato maggiore nelle regioni sottoposte a piano di rientro, passate da un incremento medio annuo dell'1,9 per cento nel periodo 2006-2010 ad un tasso di variazione medio annuo negativo (-2,3 per cento) nel periodo 2011-2015. Anche le regioni non sottoposte a piano di rientro hanno osservato, nel periodo 2011-2015, una crescita negativa della spesa, che passa dal 33 per cento del 2010 al 31,3 per cento del 2015;

   la carenza di personale sanitario incide sulla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e penalizzare ulteriormente le regioni in piano di rientro rischia di creare un'inaccettabile disparità di accesso alle cure per i cittadini; sarebbe auspicabile che nella rimozione del blocco sia tenuto in debito conto sia l'effettivo fabbisogno, sia la necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza proprio nei territori dove gli stessi non sono garantiti;

   dagli organi d'informazione emerge che è in corso un'importante interlocuzione con la Ragioneria generale dello Stato per trovare una soluzione al blocco delle assunzioni nella sanità in tutto il Paese, e non solo per le regioni in equilibrio di bilancio, ma anche per quelle che hanno piani di rientro, che rappresentano più di 30 milioni di cittadini italiani;

   il Ministro interrogato, secondo quanto emerge dagli organi d'informazione, ha quindi annunciato che «tra martedì e mercoledì convocherà le regioni insieme al Ministero dell'economia e delle finanze per scrivere questa nuova norma, che finalmente supererà il blocco delle assunzioni» –:

   quali siano le proposte che il Ministro interrogato ritiene di dover rappresentare nell'annunciata interlocuzione con la Ragioneria generale dello Stato al fine di sbloccare le assunzioni in sanità, assicurando che le regioni in piano di rientro non siano ulteriormente penalizzate.
(3-00627)

(19 marzo 2019)