TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 136 di Martedì 5 marzo 2019

 
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INTERPELLANZA E INTERROGAZIONI

A) Interpellanza

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   in Italia la Protezione civile è organizzata in «servizio nazionale» e l'articolo 11 della legge n. 225 del 1992 individua come strutture operative del servizio nazionale il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, quale componente fondamentale della Protezione civile, corpo noto a tutti per l'encomiabile lavoro svolto sul territorio nazionale in tutti gli ambiti e per le funzioni attribuitigli per legge, non ultimo l'impegno straordinario profuso nella tragedia del Ponte Morandi di Genova;

   il progetto per il riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco del 2014 ha evidenziato l'insufficiente presenza di unità di vigili del fuoco sul territorio genovese e non solo. Anche l'attribuzione di nuove competenze, quali quelle della lotta agli incendi boschivi e della salvaguardia del patrimonio, non ha corrisposto ad un aumento del personale per farvi fronte. Dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato, infatti, sono stati trasferiti ai vigili del fuoco di Genova solo 5 operatori. Questo considerato che, nel 2017, 3.924 ettari di vegetazione sono andati distrutti contro i 1.187 ettari del 2016;

   Genova presenta, secondo dati dell'Ispra 2018, i valori più elevati di area urbana a rischio di frana. La città è tristemente nota per le alluvioni che si sono susseguite (88 morti in 47 anni) e per i gravi problemi di dissesto idrogeologico;

   Genova è, inoltre, la seconda città nel nostro Paese per presenza di aziende a rischio di incidente rilevante («Seveso 3»): sono, infatti, almeno 15 gli impianti classificati «Seveso 3» e tutti o quasi a distanza ravvicinata da abitazioni e attività urbane. Si tratta per lo più di depositi chimici o petroliferi che arrivano a Genova via mare e ripartono con ferrocisterne o in oleodotti che attraversano una parte della città interrati o negli alvei dei torrenti;

   non occorre sottolineare la situazione attuale della città di Genova dopo la tragedia del «Ponte Morandi» e la continua situazione di congestione del traffico che rende difficoltosa qualsiasi operazione di soccorso, anche per l'impraticabilità delle strade;

   i vigili del fuoco nella legge n. 225 del 1992 rappresentano l'organo principale della Protezione civile e, in caso di emergenza, sono i primi soccorritori chiamati a intervenire, elemento confermato anche dall'ultima tragedia che ha colpito la città;

   un impegno e una dedizione quotidiana per un totale di circa 600 vigili del fuoco, suddivisi in quattro turni di 12 ore, di cui a Genova circa 64 impiegati H24 nell'operatività sul territorio; gli altri sono suddivisi tra aree aeroportuali, nautici, sommozzatori ed elicotteristi, a fronte di circa 880.000 abitanti della città metropolitana con un rapporto medio di soccorritore/cittadino pari a 1/13.968 e un'età media del comando di Genova pari a circa 48 anni;

   si evidenzia, in particolare, la difficoltà per il comando di Genova di essere presente sul territorio del Levante, «coperto» da un unico distaccamento, con 5 persone sempre presenti H24, in zona Gavette. Questo distacco dovrebbe coprire dall'entroterra di Genova (strada statale 45 Gorreto) fino a Pieve Ligure (Levante della città metropolitana), la zona Foce di Genova e parti del centro città;

   il rapporto che il dipartimento dei vigili del fuoco si era prefissato, per un soccorso massimo in 20 minuti, non si è mai avverato. L'entroterra spesso è servito da sedi distanti e il soccorso può tardare fino anche a raggiungere l'ora; per il Levante di Genova si presenta lo stesso problema. Il distaccamento di Gavette è collocato nella Val Bisagno a circa 8,5 chilometri dalla zona di Quarto situata sull'Aurelia, 10 chilometri da Nervi e 14 chilometri da Bogliasco, ultimo comune levantino di Genova; Pieve Ligure, presidiata dallo stesso distacco, è a circa 17 chilometri;

   per quanto detto, risulta estremamente importante intervenire con forza per il potenziamento dei vigili del fuoco di Genova –:

   se non intenda assumere iniziative perché sia previsto, nel più breve tempo possibile, un nuovo distaccamento per i vigili del fuoco di Genova in zona Levante e il conseguente aumento del personale SD3, ovvero una squadra di intervento e un servizio di supporto di mezzi speciali assicurando una composizione minima del dispositivo di risposta di 7 unità.
(2-00143) «Traversi».

(16 ottobre 2018)

B) Interrogazione

   ANZALDI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 94 del 2009, all'articolo 3, comma 32, prevedeva che il Ministro dell'interno, con regolamento da emanare nel termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della stessa legge, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, doveva definire le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all'articolo 2, terzo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum e che non abbiano l'attitudine a recare offesa alla persona;

   a seguito della citata norma è intervenuto il decreto ministeriale 12 maggio 2011, n. 103, contenente il «Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona, in attuazione dell'articolo 3, comma 32, della legge n. 94 del 2009»;

   con riferimento a quanto accaduto presso la discoteca «La Lanterna azzurra» si ritiene che l'utilizzo di uno spray urticante per una rapina sia stato la causa scatenante della tragedia, che è costata la vita a ben 6 persone con feriti in condizioni ancora molto gravi;

   si apprende che lo spray urticante è stato più volte all'origine di situazioni di pericolo per l'ordine pubblico e sembrerebbe essere usato a sproposito in diverse circostanze e con motivazioni assolutamente offensive;

   ad oggi l'impiego per offesa può comportare responsabilità sia penali che civili, con l'accusa per «getto pericoloso di cose» e, nei casi più gravi, può integrare gli estremi del reato di «lesioni personali», ai sensi degli articoli 674 e 582 del codice penale;

   in considerazione delle criticità emerse nel tempo e degli evidenti abusi nell'utilizzo di tale strumento, si evidenzia la necessità di un intervento normativo che ne perimetri in maniera più efficace l'acquisto e l'utilizzo per ragioni legittime di autodifesa a contrasto di ogni suo uso distorto –:

   se il Governo intenda adottare iniziative al fine di regolamentare ulteriormente le modalità di vendita del richiamato spray, evitando abusi nonché prevedendo, in tali casi, l'inasprimento delle sanzioni civili e penali.
(3-00379)

(11 dicembre 2018)

C) Interrogazione

   LUCA DE CARLO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel 2016 si è tenuto un concorso indetto dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, il più importante ente italiano di ricerca, dedicato alle filiere agroalimentari;

   oltre alla proclamazione dei vincitori del concorso, in tale occasione si sono formate anche delle graduatorie di idonei non vincitori;

   molti di questi idonei, che già lavoravano presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria come precari da decenni, sono rimasti a lavorare con la speranza di essere assunti da queste graduatorie, incoraggiati anche dalle esperienze pregresse per cui tutte le graduatorie di idonei precedenti erano sempre state esaurite nel tempo;

   ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, recante norme per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, che ha previsto disposizioni per il «Superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni», nel solo Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria sono stati stabilizzati ben oltre 400 precari, alcuni dei quali presenti anche nella lista degli idonei;

   la stabilizzazione si è basata su di un criterio meramente temporale e non di curricula (cosa che è richiesta in un concorso), con evidenti limiti di merito;

   in base alla delibera n. 113 del 19 dicembre 2018 e successiva comunicazione del 19 dicembre 2018, l'entità dello scorrimento delle graduatorie consisterebbe in 19 unità, 4 ricercatori e 15 tecnologi, riferite a personale già di ruolo o che verrà stabilizzato;

   la stessa comunicazione riferisce che nel piano di fabbisogno è stata prevista l'assunzione di 36 nuovi ricercatori e tecnologi ed è stata data facoltà ai direttori di centro di ricerca di scegliere se assumere tramite scorrimento delle graduatorie vigenti, seppur in misura non superiore al 50 per cento delle posizioni assegnate a ciascun centro;

   le graduatorie, attive fino al 31 dicembre 2019, sono una preziosa opportunità di reclutamento nelle aree strategiche individuate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria: nelle 26 graduatorie dei concorsi del 2016 vi sono 176 unità potenzialmente assumibili tramite scorrimento;

   i profili scientifici degli idonei ricoprono una vasta gamma di aree tematiche, includendo, ad esempio, sia laureati in fisica o informatica, sia laureati in agraria o scienze forestali, scienze geologiche e biologiche, che, per inclinazione personale o esigenze lavorative, si sono specializzati in settori scientifico-disciplinari più ampi rispetto al loro titolo (ad esempio genetica, genomica, biotecnologie agro-industriali, geologia, bioinformatica, sistemi informativi geografici, telerilevamento, modellistica, statistica applicata e altro) –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, affinché nella prossima seconda fase della stabilizzazione ci sia un più ampio scorrimento delle graduatorie in scadenza a fine anno, prevedendo la possibilità per la terza fase della stabilizzazione dello scorrimento totale delle graduatorie.
(3-00578)

(5 marzo 2019)
(ex 5-01427 del 7 febbraio 2019)

D) Interrogazione

   DONZELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la zona delle ex Officine grandi riparazioni della stazione Leopolda di Firenze, di pertinenza delle Ferrovie dello Stato italiane, è diventata un'area degradata invasa dai rifiuti e in cui vivono clandestini ed abusivi. Più volte il comune di Firenze ha annunciato accordi per la sua riqualificazione, senza darne mai concreta attuazione. I cittadini della zona denunciano insicurezza e un’escalation di furti nelle loro abitazioni. In data 30 novembre 2018 l'interrogante si è recato per verificare personalmente la situazione, riscontrando una particolare resistenza da parte del personale preposto a consentire l'accesso alla struttura ferroviaria –:

   se il Governo non ritenga di adottare le iniziative di competenza affinché Ferrovie dello Stato italiane adotti misure più efficaci per evitare che abusivi e clandestini occupino tale area;

   quali siano le motivazioni che abbiano indotto Ferrovie dello Stato italiane a negare l'accesso all'area sopra richiamata;

   se il Governo non intenda assumere iniziative di competenza per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria e dei cittadini residenti.
(3-00374)

(7 dicembre 2018)

E) Interrogazione

   TOCCAFONDI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il sistema di istruzione nazionale è composto dalle scuole statali e dalle scuole non statali; queste ultime sono parte integrante del percorso scolastico nazionale verificato e controllato;

   il programma operativo nazionale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, intitolato «Per la Scuola – competenze e ambienti per l'apprendimento», finanziato dai fondi strutturali europei, contiene le priorità strategiche del settore dell'istruzione e ha una durata settennale, dal 2014 al 2020;

   il programma operativo nazionale «Per la Scuola – competenze e ambienti per l'apprendimento» è rivolto alle scuole dell'infanzia e alle scuole del I e del II ciclo di istruzione di tutto il territorio nazionale;

   è articolato in 4 assi ciascuno con i propri obiettivi specifici:

    a) «l'asse 1 – istruzione» punta a investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente;

    b) «l'asse 2 – infrastrutture per l'istruzione» mira a potenziare le infrastrutture scolastiche e le dotazioni tecnologiche;

    c) «l'asse 3 – capacità istituzionale e amministrativa» riguarda il rafforzamento della capacità istituzionale e la promozione di un'amministrazione pubblica efficiente (e-government, open data e trasparenza, sistema nazionale di valutazione, formazione di dirigenti e funzionari);

    d) «l'asse 4 – assistenza tecnica» è finalizzato a migliorare l'attuazione del programma attraverso il rafforzamento della capacità di gestione dei fondi (servizi di supporto all'attuazione, valutazione del programma, disseminazione, pubblicità e informazione);

   la partecipazione ai bandi del programma operativo nazionale non era possibile per le scuole paritarie. Era prevista al massimo la co-partecipazione a progetti a prima firma di un istituto statale. Questo rappresentava una disfunzione del sistema di istruzione;

   il Parlamento, con un emendamento alla legge di stabilità per il 2017 (comma 313 dell'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232), stabilì che anche le scuole paritarie potessero accedere ai fondi del programma operativo nazionale «Pon Istruzione». In attuazione della novità normativa definita dal Parlamento e per superare il problema dei cosiddetti aiuti di Stato, già a luglio 2017 l'Italia propose di modificare l'accordo di partenariato in sede europea. Tale accordo di programma prevedeva in maniera esplicita l'impossibilità per le scuole non statali di partecipare ai bandi del programma operativo nazionale. La richiesta di modifica fu affrontata dalla Commissione europea l'8 febbraio 2018. La decisione dell'8 febbraio 2018 (C(2018)598) modificò l'accordo di partenariato tra Commissione europea e Italia per la politica di coesione. In particolare, l'accordo veniva così modificato «il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale interverranno nel sistema nazionale di istruzione», ponendo fine a una discriminazione nell'accesso ai fondi dell'Unione europea di parte del sistema d'istruzione nazionale italiano;

   mancava ancora che la «direzione concorrenza» della Commissione europea escludesse una violazione della normativa sugli aiuti di Stato. Nell'attesa delle decisioni europee in merito all'assenza di violazioni, gli avvisi pubblicati durante il periodo 2017-2018, pur essendo arrivati dopo la modifica intervenuta nella legge di bilancio per il 2017 ma durante i lavori del tavolo europeo, avevano previsto che una quota economica proporzionata venisse «congelata» in attesa dell'accordo europeo, per poi creare avvisi dedicati alle sole scuole paritarie;

   la Commissione europea ha dato il «via libera» alle novità richieste, escludendo aiuti di Stato, dal Parlamento e dal Governo italiano –:

   se sia confermata la decisione di aprire i bandi del programma operativo nazionale anche alle scuole non statali/paritarie e se risulti confermato il percorso individuato per i fondi 2017-2018 che prevede di creare avvisi dedicati alle sole scuole paritarie, mentre per i fondi 2019 e seguenti i bandi saranno comuni per scuole statali e non statali.
(3-00579)

(5 marzo 2019)
(ex 5-01369 del 31 gennaio 2019)