TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 67 di Venerdì 19 ottobre 2018

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro dell'interno, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per sapere – premesso che:

   come noto, con il decreto legislativo n. 177 del 19 agosto 2016, nell'ambito dell'attuazione della riforma con la quale il precedente Governo ha disciplinato la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (legge n. 124 del 7 agosto 2015), è stato sancito l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, con la relativa attribuzione delle funzioni, delle risorse strumentali e finanziarie e il transito del personale in organico al già menzionato Corpo;

   non sono state mai fornite conferme ufficiali dell'auspicato risparmio di circa 100 milioni di euro in tre anni derivante dal provvedimento, ma più volte ribadito dal Ministro pro tempore; di contro, la stima di un milione di euro di costo per l'assorbimento del Corpo è stata chiaramente sottodimensionata, considerato che: la rete informatica dell'Arma dei carabinieri necessita di restare separata da quella dell'ex Corpo forestale dello Stato e dunque ogni struttura forestale dei carabinieri deve esser dotata di ulteriori computer collegati sia alla rete Arma che alla rete dell'ex Corpo; ad ogni carabiniere, poliziotto, finanziere o vigile del fuoco transitato dal Corpo forestale dello Stato è stata assegnata la nuova uniforme ordinaria completa, l'uniforme operativa ed i dispositivi di protezione individuale; sono state fornite armi individuali alle circa 800 unità provenienti dal Corpo forestale dello Stato che prima non ne avevano in dotazione e sono stati dichiarati fuori uso automezzi di servizio idonei al servizio extra-urbano in zone impervie per l'alto chilometraggio, che dovranno essere reintegrati;

   a ciò si aggiunge il fatto che l'attività di spegnimento aereo che assicurava la flotta elicotteri del Corpo è stata demandata dalle regioni a soggetti privati, con costi lievitati fino a 20 volte, come per la Sicilia e, inoltre, vi è stata un'espansione dei costi di manutenzione degli aeromobili, che nella precedente organizzazione veniva parzialmente svolta dai tecnici abilitati del Corpo, mentre oggi viene svolta interamente da ditte private;

   la riforma citata ha penalizzato l'efficienza e l'efficacia degli interventi, un esempio lampante è stata la gestione dei recenti incendi sul Monte Serra, nel pisano, in quanto la catena di comando che doveva essere accorciata e razionalizzata in realtà è stata allungata e replicata oltremisura: il vertice del Corpo forestale dello Stato era posto alle dirette dipendenze del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, si avvaleva di un vice capo del Corpo e di 21 dirigenti superiori a capo dei sei servizi centrali e dei comandi delle 15 regioni a statuto ordinario;

   l'attuale assetto organizzativo prevede che il comandante del comando unità forestali ambientali ed agroalimentari sia alle dipendenze dello Stato Maggiore del comando generale dell'Arma dei carabinieri, si avvalga di un vice comandante e di uno staff che ha alle dipendenze quattro diverse aree: il comando biodiversità e parchi, il comando tutela forestale, il comando tutela ambiente, il comando tutela agroalimentare, con la conseguente creazione ridondante delle branche dello staff;

   il Corpo forestale dello Stato, all'atto della soppressione, contava su circa 7.600 unità a fronte delle 9.360 previste dalle dotazioni organiche di legge. Al netto dei transiti nelle altre amministrazioni, sono confluite nell'Arma dei carabinieri circa 6.400 unità, che tra l'altro non sono tutte impiegate all'interno del comando unità forestali ambientali e agroalimentari in quanto si devono sottrarre le unità impiegate presso le scuole forestali e quelle impiegate presso il raggruppamento aeromobili carabinieri. Poiché la linea territoriale dell'Arma e gli altri reparti specialistici non si occupano di tutela ambientale, eccezion fatta per le poche centinaia di unità del comando tutela ambiente e del comando tutela agroalimentare, è chiaro che il compito prima svolto dal Corpo forestale è rimasto appannaggio dei soli poco più di 6.000 carabinieri forestali;

   i Corpi forestali delle regioni e delle province autonome sono stati esonerati dalla «riforma Madia» e dunque l'attività di tutela ambientale è diversificata tra regioni dello stesso Stato e sovrapposta rispetto a quella nazionale; sarebbe sicuramente stato più razionale accorpare a quello dello Stato i Corpi forestali regionali e le polizie provinciali, per creare una grande polizia ambientale statale;

   non si può non ricordare che il provvedimento ha causato grave perdita di professionalità e competenze per la costrizione imposta ad una parte del personale di indossare divise differenti (polizia di Stato, Guardia di finanza, carabinieri, vigili del fuoco) e di spogliarsene completamente per transitare nella pubblica amministrazione –:

   quali siano gli orientamenti dei Ministri interpellati in merito alla riforma di cui in premessa;

   se i Ministri interpellati non ritengano opportuno assumere iniziative volte a ripristinare, almeno in parte, la situazione preesistente con gli obiettivi di porre fine allo spreco di danaro pubblico e tornare agli elevati standard precedenti.
(2-00136) «Battilocchio, Occhiuto, Sisto, Calabria, Milanato, Ravetto, Santelli, Silli, Sorte, Tartaglione, Maria Tripodi, Fascina, Gregorio Fontana, Perego Di Cremnago, Ripani, Vito, Nevi, Anna Lisa Baroni, Brunetta, Caon, Fasano, Sandra Savino, Spena, Gagliardi, Mazzetti, Ruffino, D'Ettore, Cannizzaro, Labriola, Paolo Russo, Vietina».

(9 ottobre 2018)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo per sapere – premesso che:

   sono passati solo dieci anni dall'alluvione che interessò il territorio di Capoterra che scaricò in poche ore milioni di metri cubi d'acqua provocando una frana di terra e detriti nel sud orientale della Sardegna, nella quale persero la vita quattro persone. Il territorio a sud-est della Sardegna qualche giorno fa è stato nuovamente interessato da una violenta ondata di maltempo che ha provocato anche delle vittime; una giovane madre di 45 anni, Tamara Maccario, è deceduta e a tutt'oggi risulta disperso un giovane pastore di 38 anni, Nicola Campitello;

   nel cagliaritano i centri abitati più interessati sono stati quelli di Cagliari, Capoterra, Assemini, Decimomannu, Uta, Castiadas, Muravera, San Vito e Tertenia, mentre nella zona del Sarrabus i centri maggiormente colpiti sono Muravera, San Vito, Villaputzu e Castiadas. Oltre ai tredici comuni colpiti direttamente si aggiunga anche che i danni ingenti provocati da questo evento meteorologico producono disagi che inevitabilmente si riflettono su tutta l'isola;

   difatti l'alluvione ha fortemente compromesso la viabilità di tutta l'area. Strade, statali e non, risultano ancora impercorribili, ponti e collegamenti con la zona dell'agro sono difficilmente praticabili. La strada statale 195 «Sulcitana», che collega tutti i principali centri abitati del sud-ovest della Sardegna, ha subito vari danni tra i quali il crollo di una parte di un ponte. Gli interventi cosiddetti a tampone già praticati su questo tratto di strada hanno dimostrato di essere poco efficaci nel medio periodo. Si ricorda infatti come nel 2008 un'insegnante perse la vita proprio sulla strada statale 195, nel tratto in cui sfocia il rio San Girolamo;

   da notizie di stampa si rileva, inoltre, che i danni non si limitano a strade e ponti, quella che è stata messa in ginocchio è l'economia agropastorale. Il comparto agropastorale, secondo una stima fatta da Coldiretti, avrebbe subito danni per svariati milioni di euro; inoltre, la conta dei danni totali, secondo una prima stima destinata a crescere, oscilla tra i 70 e i 100 milioni di euro;

   da ultimo, a tutto ciò si sono aggiunte preoccupanti notizie circa un possibile inquinamento marino causato dallo sversamento in mare di idrocarburi provenienti dalla raffineria Saras;

   la giunta regionale ha dichiarato di recente lo stato di calamità naturale –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per fronteggiare l'attuale stato di emergenza infrastrutturale in cui versa tutto il territorio interessato dal nubifragio del 10 ottobre 2018 e per sostenere la compromessa economia agropastorale.
(2-00144) «Marino, Cabras, Scagliusi, Barbuto, Barzotti, Luciano Cantone, Carinelli, De Girolamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa, Liuzzi, Raffa, Paolo Nicolò Romano, Serritella, Spessotto, Termini, Cadeddu, Corda, Deiana, Lapia, Alberto Manca, Perantoni, Scanu, Vallascas, Giarrizzo, Giordano, Giuliano, Giuliodori, Grimaldi, Gubitosa, Ianaro, Iorio, Iovino, L'Abbate, Lattanzio, Licatini, Lombardo, Gabriele Lorenzoni, Lovecchio, Maglione, Maniero, Manzo».

(16 ottobre 2018)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   nelle scorse settimane, gli Stati Uniti d'America hanno deciso di tagliare i finanziamenti all'UNRWA (UN Relief and Works Agency), creata nel 1949 a seguito del primo conflitto arabo-israeliano con il compito di assistere i rifugiati provenienti dalla Palestina;

   successivamente, la definizione di «profugo palestinese» ha assunto un significato proprio in ambito ONU, riferendosi ai rifugiati arabi che tra il 1948 e 1949 avevano anche solo stabile domicilio nell'area di conflitto, quelli cacciati con la guerra del 1967, e i loro discendenti;

   alla base della decisione degli Stati Uniti d'America ci sarebbe la contestazione all'UNRWA dell'esatto numero dei profughi palestinesi, oggi 5 milioni e 350 mila. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite hanno diritto allo status di «rifugiato» anche i discendenti degli allora rifugiati palestinesi in seguito al conflitto, mentre gli USA contestano questa interpretazione. In aggiunta, la decisione dell'amministrazione americana sarebbe una specie di risposta all'Autorità nazionale palestinese, la cui politica viene considerata dall'amministrazione Trump come «ostile»;

   l'iniziativa del taglio dei finanziamenti è in realtà presentata come parte di un innovativo piano di pace israelo-palestinese. Secondo gli Usa e Israele l'UNRWA non apporterebbe beneficio al processo di pace. Anzi proprio la sua esistenza sarebbe la causa dell'esistenza dei profughi, sollevando gli Stati «ospitanti» dalle loro responsabilità, quindi naturalizzandoli;

   più che un «piano» ci sarebbe quindi una motivazione politica alla base della decisione degli USA, ovvero impedire il diritto al ritorno. Il diritto al ritorno infatti prevederebbe il rientro dei primi profughi e dei loro discendenti nell'attuale Israele. Un diritto che viene ritenuto inaccettabile da parte di Israele, che vorrebbe continuare a esistere come Stato ebraico, diritto che viene ritenuto imprescindibile dall'amministrazione palestinese per concludere qualsiasi accordo di pace;

   gli Stati Uniti ribadirebbero così il proprio sostegno a Israele e sarebbe una risposta alla lunga marcia per il ritorno; abbassando drasticamente i fondi all'UNRWA e negando l'esistenza di milioni di rifugiati, cioè la loro stessa possibilità di esistere in quanto palestinesi. Fonti diplomatiche hanno dichiarato che gli Stati Uniti d'America sarebbero pronti inoltre a disconoscere la risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU N. 302 del 1949, per la quale il diritto al ritorno spetta anche ai discendenti dei rifugiati;

   l'UNRWA opera in Libano, Siria, Giordania, West Bank e Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti erano di gran lunga il maggior contributore dell'UNRWA, fornendogli 360 milioni all'anno;

   l'UNRWA è finanziata quasi completamente dalle donazioni degli Stati che fanno parte dell'ONU e da altre contribuzioni volontarie; il budget programmato per i servizi ordinari nel 2017 è di 760 milioni di dollari, ma l'aumento dei conflitti e della instabilità nella regione mediorientale ha fatto lievitare il fabbisogno. Sempre secondo le valutazioni UNRWA, solo per Gaza, ancora alle prese con la mancata ricostruzione dopo il sanguinoso attacco israeliano del 2014, servirebbero 720 milioni di dollari, mentre di altri 402 milioni è il fabbisogno richiesto dalle recenti emergenze nei Territori occupati, soprattutto a Gaza. Infine la guerra in Siria, l'unico Paese dove oltre 500 mila palestinesi erano ben integrati, ha prodotto, tra gli altri, centinaia di migliaia di sfollati palestinesi, per i quali l'UNRWA ha lanciato un appello per 411 milioni di dollari, appello che è stato quasi completamente disatteso;

   come ha dichiarato il portavoce dell'UNRWA, Chris Gunness, «questa decisione probabilmente avrà un impatto devastante sulla vita di 526.000 minori che ricevono quotidianamente un'istruzione dall'UNRWA; su 3,5 milioni di malati che si recano alle nostre strutture mediche per ricevere cure; a 1,7 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare che ricevono assistenza da noi, e decine di migliaia di donne, bambini e disabili rifugiati in condizioni di vulnerabilità che si rivolgono a noi»;

   se la riduzione dei finanziamenti non verrà coperta da altri Paesi, la decisione di Trump avrà effetti devastanti sulle vite di milioni di palestinesi considerando che gli Usa non sono stati i soli ad aver tagliato i fondi. Il complesso dei donatori (Stati e altri) si è impegnato con UNRWA, per l'anno 2017, per un budget complessivo di circa 1 miliardo e 121 milioni in dollari, ma l'esperienza dimostra che gli impegni restano spesso solo sulla carta, e quindi il fabbisogno reale non è finanziato. Ad esempio, nel 2017 l'Arabia Saudita ha diminuito di 53 milioni di dollari lo stanziamento. La Islamic Development Bank ha cessato i finanziamenti a partire dal 2016. Stessa cosa per la Banca mondiale, il Libano ha tagliato i fondi del 40 per cento dal 2014, mentre il Qatar li ha dimezzati dal 2014 al 2017;

   l'Italia sembrerebbe essere uno tra i pochi Paesi che negli anni hanno aumentato i propri contributi, posizionandosi nel 2017 nei top 20 dei Paesi donatori al quattordicesimo posto; in aggiunta, come annunciato recentemente dal Consolato generale italiano a Gerusalemme, l'Italia ha approvato un ulteriore stanziamento di 3,5 milioni di euro a favore dell'UNRWA, l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi, per programmi da realizzare in Libano e nella Striscia di Gaza –:

   se il Governo non intenda proporre un'iniziativa, anche a livello europeo, per un piano straordinario di finanziamenti all'UNRWA in modo da compensare i mancati finanziamenti da parte degli Stati Uniti;

   quali iniziative si siano messe in campo e quali si prevedano di attuare nel prossimo futuro per dare sollievo in particolare alla popolazione di Gaza, particolarmente colpita dai recenti attacchi, e nella Cisgiordania;

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo per facilitare il processo di pace per il conflitto arabo-israeliano.
(2-00137) «Ehm, Sabrina De Carlo, Cabras, Cappellani, Carelli, Colletti, Del Grosso, Di Stasio, Emiliozzi, Grande, Olgiati, Perconti, Romaniello, Siragusa, Suriano, Cataldi, Chiazzese, Cillis, Cimino, Ciprini, Corda, Costanzo, Cubeddu, Currò, Daga, Dall'Osso, De Giorgi, De Girolamo, De Lorenzis, De Lorenzo, De Toma, Deiana, Del Monaco».

(9 ottobre 2018)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018 – piano della performance 2018-2020 – interessante i medici Inps ha introdotto le revoche di disabilità tra gli obiettivi di performance dei medici dell'Inps;

   in particolare, il piano individua gli obiettivi da raggiungere per i dipendenti dell'Inps per accedere ad alcune forme integrative/aggiuntive di salario, tra i quali gli incentivi; nell'allegato tecnico (pagina 101 dell'allegato) nel paragrafo «Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici» si legge: «In particolare, sono compresi i seguenti obiettivi per il cui raggiungimento professionisti legali e medici svolgono un ruolo decisivo: (...) per i medici: annullamento prestazioni dirette malattia; revoche prestazioni invalidità civile»;

   questo provvedimento non serve ad incentivare il giusto e necessario impegno di tutti gli operatori del settore atto ad individuare i falsi invalidi né si possono legare degli incentivi di performance al numero di revoche di invalidità e creare quindi un interesse economico che si scontra con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza;

   inoltre, non si possono mettere in difficoltà i medici che lavorano come esterni a partita Iva, nelle commissioni di invalidità sui quali il dirigente medico Inps dipendente strutturato a fine anno deve esprimere un parere;

   è necessario e doveroso che l'attività dei medici Inps risponda solo ed esclusivamente ai criteri del rigore clinico-obiettivo e dell'appropriatezza scientifica della valutazione medico-legale, in particolare in materia di invalidità civile, adeguandosi scrupolosamente alle Tabelle di legge (decreto ministeriale 5 febbraio 1992) e alle linee guida per l'accertamento degli stati invalidanti che lo stesso Istituto, attraverso la sua componente tecnica, si è dato;

   la stessa Ministra della salute Giulia Grillo ha sottolineato come il revocare prestazioni per raggiungere obiettivi economici violi il codice di deontologia medica, i cui principi devono venire prima di ogni ragione di bilancio;

   tale determina ha suscitato le reazioni sia dei sindacati quali Cisl Medici Lombardia, USB pubblico impiego, delle associazioni quali Fand e Anmic nonché degli stessi medici attraverso l'Omceo e la Fnomceo –:

   se i Ministri interpellati non ritengano doveroso ed urgente adottare iniziative per stralciare dal piano 2018-2020 della performance dell'Inps la parte in cui si prevede un incentivo economico agli stessi medici Inps in base a quante prestazioni per malattia e invalidità riescono a revocare;

   quale sia il numero di visite mediche di controllo relative a «prestazioni dirette malattia» e «prestazioni invalidità civile», divise per regione e per provincia, effettuate negli ultimi 7 mesi in tutta Italia, quante di queste prestazioni risultino revocate nello stesso periodo e quante, in seconda battuta, a seguito dei ricorsi siano state poi riconosciute.
(2-00145) «Carnevali, Rotta, De Filippo, Campana, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Siani, Lepri, Viscomi, Annibali, Ascani, Bazoli, Boccia, Bonomo, Enrico Borghi, Boschi, Cardinale, Carè, Cenni, Ciampi, Critelli, Dal Moro, D'Alessandro, De Luca, De Maria, De Micheli, Del Barba, Di Giorgi, Marco Di Maio, Fassino, Franceschini, Gadda, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giorgis, Guerini, Lotti, Madia, Martina, Mauri, Melilli, Minniti, Morani, Morgoni, Noja, Orfini, Orlando, Padoan, Pellicani, Pizzetti, Pollastrini, Prestipino, Andrea Romano, Rosato».

(16 ottobre 2018)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   al Ministero dell'interno si starebbe lavorando a un piano di riorganizzazione della polizia che prevedrebbe una redistribuzione sul territorio delle forze dell'ordine, in modo da seguire l'andamento delle emergenze criminali delle diverse zone;

   nel piano citato verrebbe confermata la priorità di città (Roma, Milano e Napoli) che dovranno ottenere un contingente di personale superiore a quello attuale, mentre per le altre questure viene fissata una quota limite sotto la quale non si può scendere, ma senza escludere la possibilità che vengano effettuati tagli;

   quanto appena riportato causerebbe dei notevoli disagi nelle zone in cui si registrano già episodi di criminalità e che, in questo modo, resterebbero del tutto prive di un piano sicurezza adeguato per reprimere e combattere tali episodi;

   a ciò si aggiunge che il Documento di economia e finanza (Def) per il 2018, ossia la base economica da cui si parte per elaborare il disegno di legge di bilancio per il prossimo anno, ha in parte dimenticato le Forze armate, di polizia e i vigili del fuoco;

   il Ministro interpellato ha annunciato a Bari che nel «decreto sicurezza» sarebbero state previste assunzioni straordinarie di uomini nelle forze dell'ordine, 2.500 poliziotti e 1.500 vigili del fuoco, quando poi è stato smentito nei fatti, poiché nel decreto citato non è prevista alcuna spesa aggiuntiva;

   proprio sulle assunzioni emergono evidenti perplessità, poiché, come riportato dai maggiori organi di stampa, sarebbe stata diramata una nota dal Ministero dell'interno nella quale è stabilito che le assunzioni nel comparto sicurezza sono da considerarsi come un obiettivo «da raggiungere»;

   oltre alle mancate assunzioni, ad avviso degli interpellanti, il Governo non ha fatto altrettanto per valorizzare economicamente il lavoro svolto dagli oltre 470 mila operatori del comparto sicurezza e difesa che ogni giorno sono al servizio del Paese per la tutela dell'incolumità dei cittadini e del territorio;

   nel Def 2018, infatti, non sono previste risorse per far partire la nuova stagione contrattuale, considerata la scadenza ormai prossima del contratto in essere e non solo; a dispetto delle promesse fatte nelle scorse settimane, nel Def non ci sono le risorse per procedere ad un nuovo riordino delle carriere attraverso il quale rivedere le storture provocate dal precedente;

   nel decreto «sicurezza» è prevista l'istituzione di un nuovo fondo per i «correttivi» relativi al riordino interno delle carriere, alimentato da risorse già disponibili per le forze di polizia (30 milioni per il 2017 e 15 milioni dal 2018) e da ulteriori 5 milioni di euro a decorrere dal 2018 per le Forze armate;

   si tratta dunque di un fondo di appena 20 milioni di euro per l'anno in corso che risulta costituito per tre quarti da risorse già stanziate dal precedente Governo che potrebbero essere utilizzate al massimo per qualche piccola miglioria e, in ogni caso, serviranno una nuova legge delega e dei nuovi decreti legislativi;

   il 10 ottobre 2018 la Ministra per la pubblica amministrazione, rispondendo alla Camera dei deputati all'interrogazione a risposta immediata dell'On. Molinari ed altri n. 3-00229 in merito al piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego, ha affermato che vi sarà un potenziamento delle forze di polizia con un piano straordinario nel triennio 2019-2023 senza fornire alcun dettaglio quanto alle risorse stanziate nonché sulle tempistiche di realizzazione –:

   se il Ministro interpellato non intenda fornire gli opportuni chiarimenti in merito alla posizione del Governo circa i termini e le risorse stanziate per le assunzioni di personale nel comparto sicurezza;

   se e quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare un ridimensionamento delle forze dell'ordine che stanno prestando servizio nelle città italiane, di assicurare un più efficace controllo del territorio e di garantire una maggiore sicurezza ai cittadini.
(2-00146) «Siracusano, Occhiuto, Aprea, Biancofiore, Barelli, Bartolozzi, Bignami, Carrara, Casciello, Cattaneo, Fatuzzo, Fiorini, Germanà, Marrocco, Minardo, Pella, Porchietto, Napoli, Novelli, Polidori, Polverini, Rotondi, Ruggieri, Sarro, Scoma, Spena, Squeri, Versace, Zanettin, Zangrillo».

(16 ottobre 2018)