TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 60 di Mercoledì 10 ottobre 2018

 
.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   DELRIO, ROTTA, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, CARNEVALI, DE MARIA, FIANO, LEPRI, MORANI, PEZZOPANE, VISCOMI e MARATTIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto annuale «Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione» certifica che nei primi 6 mesi del 2018 sono cresciuti del 43 per cento le aggiudicazioni e del 75 per cento gli importi aggiudicati delle opere pubbliche; in precedenza era già emerso che dal 2014 ad oggi si è registrato un aumento degli investimenti che è passato da 271 miliardi di euro a 300 miliardi di euro complessivamente;

   nonostante i bandi di servizi di progettazione di opere pubbliche risultino in crescita dal 2013, con un'accelerazione a partire dalla seconda metà del 2016, soprattutto riguardo agli importi, in corrispondenza con l'entrata in vigore della nuova disciplina dei contratti pubblici, secondo autorevoli esponenti del Governo il codice va modificato, per realizzare, già con il prossimo disegno di legge di bilancio, «il più grande piano di investimenti della storia italiana»;

   in attesa di verificare la fondatezza dell'ennesima promessa della maggioranza, può essere utile ricordare ciò che, nel frattempo, non è stato ancora fatto;

   non sono stati ancora adottati dal Consiglio dei ministri i decreti di riparto dei 36 miliardi di euro per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese previsti per il 2018 dall'ultima legge di bilancio, perché l'attuale Governo ha ritenuto di non utilizzare lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri predisposto dal Governo Gentiloni nella riunione del 22 febbraio 2018, che pure aveva ottenuto il parere favorevole del Consiglio di Stato e prevedeva, tra i principali settori di intervento, i trasporti su ferro, il trasporto rapido di massa e la mobilità sostenibile, l'edilizia scolastica e sanitaria, la ricerca scientifica e tecnologica, il potenziamento delle infrastrutture e i mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso, gli interventi per l'adeguamento sismico degli immobili pubblici e per la mitigazione del rischio idrogeologico;

   nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2018 le risorse aggiuntive per investimenti si limitano a 0,2 punti di prodotto interno lordo nel 2019 che saliranno a 0,3 punti nel 2021, ben poco rispetto ai 150 miliardi di euro stanziati complessivamente dai Governi Renzi e Gentiloni, e già scontati ai fini dell'indebitamento netto, mentre l'unica vera proposta consiste nell'intenzione di costituire una task force sugli investimenti pubblici;

   in attesa della costituzione dell'ennesimo organismo, risulta che le ultime delibere del Cipe siano state approvate il 26 aprile 2018 –:

   come siano conciliabili i fatti citati in premessa con l'enfasi attribuita dal Governo al rilancio degli investimenti come fattore determinante ai fini della crescita.
(3-00227)

(9 ottobre 2018)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro per il sud. — Per sapere – premesso che:

   dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro interrogato in merito al «contratto» di governo che dedica al Sud solo sei righe, emergono proclami di investimenti e promesse riguardanti il Sud che vanno dalle zone economiche speciali alle infrastrutture che «devono riconnettere il Sud con il resto del Paese»;

   le promesse del Ministro interrogato vanno dalle sperequazioni («è considerata una priorità applicare i livelli essenziali nelle prestazioni») ai fondi europei; si legge nelle interviste: ci sono «quasi cento miliardi che possiamo ancora recuperare». E ancora: «gli sgravi contributivi per i disoccupati» e la Tap costituiscono per il Ministero una priorità;

   il Ministro interrogato ha di recente definito il suo Ministero «un presidio per tutti i cittadini meridionali», aggiungendo che le poche righe del programma, in realtà, rappresentano un potenziale enorme, perché trattano di misure omogenee per tutto il territorio nazionale e che avrebbe monitorato l'azione del Governo, per fare in modo che le misure adottate assicurino al Sud le risposte di cui ha bisogno. Una delle ultime dichiarazioni del Sottosegretario Castiello evidenziano che «al Sud servono risposte straordinarie»;

   ad oggi nessuno di questi impegni appare realizzato, nonostante la crescita del prodotto interno lordo nel Mezzogiorno nel 2017 sia stata in linea con quella italiana, recuperando le tante posizioni perse nel corso della lunga crisi economica; le arretratezze nel Sud rischiano di esplodere se lo Stato non decide di intervenire con forti investimenti pubblici, anziché con proclami;

   contribuiscono al grande gap infrastrutturale ed economico del Sud, cresciuto a dismisura negli ultimi 25 anni, meno investimenti, fondi europei spesi non tempestivamente e una macchina amministrativa tra le meno efficienti di Europa, tutti elementi che rendono il Sud meno attrattivo rispetto alle altre regioni;

   Fratelli d'Italia sostiene da tempo che l'unico modo per invertire il trend appena descritto è quello di effettuare investimenti di rilievo nel Mezzogiorno; al riguardo, Fratelli d'Italia ritiene necessario che almeno il 50 per cento della spesa complessiva dello Stato vada investito in infrastrutture per il Sud –:

   quali siano in concreto gli interventi realizzati fino ad oggi e quali misure urgenti si intendano adottare a favore del Sud entro la fine del 2018.
(3-00228)

(9 ottobre 2018)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha recentemente dichiarato di non voler procedere ad assunzioni generalizzate, ma di voler pianificare il reclutamento solo in settori strategici, con particolare riguardo a profili tecnici e al personale delle forze dell'ordine;

   il Ministro dell'interno Salvini, nei giorni scorsi, ha annunciato un piano straordinario di assunzioni di circa 7.300 persone nelle forze dell'ordine e nei vigili del fuoco;

   il piano di assunzioni non riguarderà quindi un'unica categoria, in quanto è previsto anche un incremento di vigili del fuoco di circa 1.500 unità;

   l'obiettivo, sempre secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, è di giungere ad un incremento complessivo quanto meno di 5.800 unità nelle forze dell'ordine, 1.500 nei vigili del fuoco e di unità anche di personale civile, dirigenti amministrativi e personale per la carriera prefettizia –:

   quali siano i termini del piano straordinario di assunzioni richiamato in premessa e le linee generali di intervento del Governo in materia.
(3-00229)

(9 ottobre 2018)

   FORNARO e MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel novembre 2011 la società Riccoboni presentava istanza per valutazione d'impatto ambientale e coordinata al rilascio di autorizzazione integrata ambientale inerente ad un progetto di realizzazione di discarica per il conferimento di rifiuti non pericolosi nel comune di Sezzadio (Alessandria);

   le conclusioni della conferenza dei servizi portarono la provincia di Alessandria con delibera di giunta 26 febbraio 2014, n. 60, alla bocciatura della richiesta di autorizzazione;

   in data 18 febbraio 2015 con sentenza n. 318 il tribunale amministrativo regionale del Piemonte accolse i motivi del ricorso della ditta Riccoboni contro tale decisione, ingiungendo alla provincia di rivedere l'atto finale della conferenza dei servizi;

   avverso alla sentenza del tribunale amministrativo regionale il comune di Sezzadio, appoggiato da altre amministrazioni dell'Acquese, ha ricorso al Consiglio di Stato ed il giudizio è ancora pendente;

   nei giorni scorsi la ditta Riccoboni ha iniziato i lavori preparatori alla costruzione della discarica, pur in assenza dell'autorizzazione al conferimento dei rifiuti;

   le comunità locali e 32 amministrazioni comunali della Valle Bormida, territorio già gravemente offeso sotto il profilo ambientale per la nota vicenda durata quasi un secolo dell'Anca di Cengio, si sono opposte dall'inizio alla localizzazione dell'impianto proposto dalla Riccoboni nell'area che la regione Piemonte tramite il piano territoriale delle acque ha inserito tra le aree di ricarica della falda;

   a valle del progettato impianto, infatti, esiste nel comune di Predosa un campo pozzi, gestito dalla società pubblica Amag che potenzialmente sarebbe in grado di soddisfare la domanda di acqua potabile, di elevata qualità, per circa 250.000 abitanti della provincia di Alessandria;

   quello che chiedono le popolazioni, i comitati e gli amministratori locali è la concreta attuazione del principio di precauzione, proprio in ragione della presenza documentata in letteratura di questa straordinaria riserva idrica strategica a Predosa (Alessandria), che potrebbe essere in futuro messa in crisi da eventuali problemi legati all'entrata in esercizio della progettata discarica nel comune di Sezzadio –:

   se intenda assumere, per quanto di competenza, un'iniziativa finalizzata alla tutela del patrimonio di acqua esistente nel sottosuolo del comune di Predosa (Alessandria), al fine di garantire un'efficace applicazione del principio di precauzione per la salvaguardia della falda idrica.
(3-00230)

(9 ottobre 2018)

   DEIANA, VIGNAROLI, DAGA, D'IPPOLITO, FEDERICO, ILARIA FONTANA, LICATINI, MARAIA, ALBERTO MANCA, RICCIARDI, ROSPI, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   tra le principali fonti di inquinamento del mare va considerata in primis la presenza di plastiche e microplastiche. Le cifre sono impietose. A tale fine è necessario intervenire con la massima urgenza per intraprendere azioni efficaci per contrastare l'inquinamento irrefrenabile del mare, rappresentato dal 60 all'80 per cento da plastiche e microplastiche. Si stima che ogni anno finiscano in mare 8 milioni di tonnellate di plastica. Numeri impressionanti di un fenomeno che non lascia immune il Mare nostrum;

   a fortiori, le plastiche, una volta finite in acqua, si frammentano in parti più piccole che possono raggiungere dimensioni inferiori ai 5 millimetri, le cosiddette microplastiche, che, oltre ad essere ingerite da una grande varietà di organismi marini, possono rilasciare sostanze chimiche utilizzate durante il processo produttivo;

   bottiglie, imballaggi, reti da pesca e sacchetti rappresentano le maggiori cause di soffocamento e intrappolamento di specie marine;

   risulta evidente che questo fenomeno sta causando ingenti danni alle specie e alla catena alimentare, di cui si ricorda l'uomo è parte integrante;

   è necessario realizzare performance sempre crescenti a livello nazionale in tema di raccolta e riciclo dei rifiuti, affinché le plastiche da fonte fossile siano avviate correttamente al riciclo meccanico per divenire nuovi prodotti, così come i polimeri compostabili si trasformino in compost per i suoli –:

   quali provvedimenti il Governo intenda assumere per tutelare l'ambiente marino e la salute dei cittadini sotto il profilo della prevenzione e del corretto avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti in plastica oggi presenti nei mari e nei laghi.
(3-00231)

(9 ottobre 2018)

   PRESTIGIACOMO, CORTELAZZO, CASINO, GAGLIARDI, GIACOMETTO, LABRIOLA, MAZZETTI e RUFFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la Sogesid è una società a capitale pubblico e si configura come società in house providing del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

   originariamente alla società veniva affidata la gestione degli impianti idrici. Negli anni però la Sogesid ha modificato la sua missione. Le sue competenze sono state ampliate e oggi il personale della Sogesid è di circa 530 persone, di cui 464 a tempo indeterminato, assunte nel 2015 dopo anni di precariato, in gran parte laureati. Di questi lavoratori oltre 350 operano al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da anni ed hanno consentito che il dicastero potesse svolgere i suoi compiti istituzionali;

   ad oggi, la convenzione quadro del 2015, in forza della quale gli oltre 350 lavoratori vengono forniti da Sogesid al Ministero, è scaduta e la nuova, che ha la durata di un solo anno, non è ancora registrata dalla Corte dei conti;

   il Ministro interrogato ha scritto che entro il 2019 cesserà l'attività di assistenza tecnica di Sogesid; quindi, dalla fine del 2019 la società non avrà più le risorse dal Ministero per pagare i dipendenti che, alcuni da oltre 20 anni, lavorano ogni giorno al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

   a causa di questa situazione di incertezza i lavoratori sono in stato di agitazione, hanno scioperato il 5 ottobre 2018 e chiedono la stabilizzazione del contratto;

   a fronte delle crescenti proteste, il Ministro interrogato ha recentemente dichiarato che nessun lavoratore sarà licenziato, ma anche che saranno effettuati i concorsi per il personale da assumere al Ministero;

   il Ministro interrogato non ha chiarito come intenda conciliare la permanenza al lavoro dei 350 lavoratori che oggi mandano avanti il Ministero: con il preannunciato concorso per occupare gli stessi posti con nuovo personale o se intenda, invece, come da alcune dichiarazioni alla stampa, promuovere un concorso con titoli di preferenza per chi ha lavorato al Ministero, operando nei fatti una stabilizzazione mascherata da concorso pubblico;

   a questo fine non risulta, peraltro, operato il sostanziale raddoppio della pianta organica del Ministero, presupposto essenziale per la celebrazione dei concorsi, né risulta un assenso del dipartimento della funzione pubblica sull'effettuazione di concorsi e sulla disponibilità dei fondi relativi nel bilancio dello Stato –:

   se non intenda avvalersi delle molte possibilità offerte dalla normativa vigente per stabilizzare i suddetti lavoratori e, eventualmente, indire concorsi per rafforzare ulteriormente gli organici del Ministero.
(3-00232)

(9 ottobre 2018)

   TONDO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel comune sloveno di Nova Gorica, che confina con il comune di Gorizia in Friuli Venezia Giulia, è presente, nella frazione di Salcano, una fonderia costruita negli anni ’50. Tale industria pesante ha per decenni inquinato in modo grave l'aria di Gorizia, provocando notevoli danni ambientali;

   negli ultimi anni la situazione ambientale non è migliorata. La produzione della fonderia è certamente calata e le emissioni in atmosfera sono diminuite, ma negli ultimi tempi il problema dell'inquinamento causato dalla suddetta industria si è ripresentato;

   l'espansione della città italiana e di quella slovena rendono ormai questo insediamento produttivo incompatibile con il nuovo tessuto urbano dell'area transfrontaliera. Infatti le emissioni inquinanti, oltre a influire negativamente sulla salute dei cittadini goriziani, compromettono il delicato ecosistema fluviale del vicino fiume Isonzo;

   l'amministrazione comunale di Gorizia chiede da anni la delocalizzazione di questo impianto –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare, anche intervenendo presso il Governo sloveno, affinché quest'ultimo non rinnovi le autorizzazioni per le produzioni come quella evidenziata in premessa, autorizzazioni che sono, tra l'altro, a ridosso dei centri abitati, delocalizzando altresì il sito inquinante che compromette la salute degli abitanti di Gorizia.
(3-00233)

(9 ottobre 2018)