TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 55 di Mercoledì 3 ottobre 2018

 
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MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER LA CELEBRAZIONE DEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

   La Camera,

   premesso che:

    il 4 novembre 1918 l'Italia vinceva la prima guerra mondiale, dopo 42 mesi di combattimenti che portarono a oltre seicentomila morti soltanto tra i soldati, senza contare i civili, il cui numero di vittime fu di poco inferiore;

    si tratta di un'immane tragedia, come tutte le guerre, ma anche di una grande vittoria, frutto dell'eroismo dei nostri soldati che, accorsi da tutta Italia, dalle terre irredente e perfino da oltre mare, fecero sì che uno Stato appena formato diventasse davvero nazione;

    il passato è parte integrante dell'identità di un popolo e, in questo spirito e per tenere viva la memoria collettiva, nel giugno 2013 è stato istituito il Comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale e la legge di stabilità per il 2014, legge 27 dicembre 2013, n. 147, ai commi 308 e 309 dell'articolo 1, ha stanziato fondi per la messa in sicurezza, il restauro dei «luoghi della memoria» e per promuovere la conoscenza degli eventi dalla prima guerra mondiale, preservarne la memoria in favore delle future generazioni, attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, itinerari, anche con il coinvolgimento attivo delle scuole;

    nonostante le intenzioni lodevoli, gli interventi previsti non sembrano aver raggiunto il loro scopo;

    proprio i lavori di ristrutturazione dei monumenti, certamente necessari, paradossalmente rendono difficoltosa e talvolta impossibile la fruizione dei sacrari, proprio nell'anno della celebrazione del centenario della vittoria;

    tutta l'attività celebrativa è praticamente concentrata nel restauro, mentre risulta assolutamente trascurato l'aspetto culturale e informativo, cosicché questo anniversario, fondamentale per la nostra storia, sta, di fatto, passando in sordina;

    sul sito ufficiale del centenario le attività del Governo sono ferme agli anni scorsi e le attività patrocinate, gratuitamente, sono pochissime spesso e frutto dell'impegno di meritorie ma piccole associazioni, generalmente dedicate agli specialisti, mentre manca completamente la diffusione verso il grande pubblico;

    il calendario delle attività di ottobre e novembre 2018 presenta solo sette eventi, mentre le attività più importanti, quelle cioè per le scuole, sono ferme al 2015;

    fondamentale, per la formazione dei giovani, è comprendere il significato di quella vittoria, non sotto il profilo militare, ma soprattutto sotto quello culturale, perché essa rappresentò il compimento del processo risorgimentale, facendo sentire per la prima volta gli italiani come un vero popolo sotto la stessa bandiera;

    a parere dei firmatari del presente atto vi è stata una sorta di rimozione dell'evento della vittoria, frutto di un clima culturale che, purtroppo, deprezza valori fondamentali, come l'orgoglio e l'amore patrio, condannando apoditticamente i valori militari in nome di una malintesa ideologia «pacifista», in ragione della quale ci si dovrebbe quasi vergognare di aver combattuto e persino vinto una guerra, tanto è che, in Italia, il 4 novembre (giorno in cui fu firmato l'armistizio siglato con l'impero austro-ungarico) non è più un giorno festivo, e tantomeno una festa della vittoria, quanto la giornata dedicata alle forze armate;

    i soldati sul Carso e sul Piave, i marinai nell'Adriatico e nei sommergibili, gli avventurosi pionieri dell'aviazione meritano l'attenzione, il riconoscimento e la celebrazione di tutti gli italiani,

impegna il Governo:

1) ad assumere tutte le iniziative necessarie per celebrare degnamente il centenario della vittoria, anche con il coinvolgimento delle istituzioni culturali del Paese, delle regioni e dei comuni;

2) a promuovere e a sostenere iniziative, anche presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, volte a favorire lo studio e la conoscenza di quel che significò per gli italiani combattere la grande guerra, al fine di recuperare la memoria storica della nazione.
(1-00033) «Lollobrigida, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Crosetto, Deidda, Luca De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Meloni, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

(13 settembre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    la prima guerra mondiale rappresentò uno scontro feroce tra nazionalismi che non avevano saputo trovare nella politica e nella diplomazia la via della conciliazione tra interessi divergenti e spesso contrapposti: un fallimento della comunità internazionale che si tradusse in un'orrenda strage di quasi venti milioni di morti e che chiese all'Italia l'altissimo tributo di oltre un milione di vittime tra civili e militari (pari a circa il 3 per cento della popolazione italiana dell'epoca);

    le conseguenze di quella catastrofe politica e culturale segnarono in profondità la storia europea e mondiale del ventesimo secolo, lasciando una scia di contrapposizioni nazionalistiche, intolleranze etniche e tensioni sociali che avrebbe aperto la strada sia ai totalitarismi nazifascisti sia alla dittatura staliniana e che avrebbe condotto di lì a poco ad un nuovo e ancora più devastante conflitto mondiale;

    negli anni del conflitto l'eroismo civile e militare della nazione italiana si mostrò appieno nelle trincee di combattimento (dove soldati e ufficiali seppero difendere l'integrità territoriale italiana nonostante i numerosi e devastanti errori dei vertici politici e militari) con l'impegno costante e sempre più gravoso di milioni di donne e di uomini sui luoghi di lavoro;

    in occasione del centenario della prima guerra mondiale i Paesi allora coinvolti nelle ostilità, tra cui l'Italia, tenuto conto della valenza sovranazionale e della dimensione europea dell'evento, hanno deciso di dare avvio ad un percorso di commemorazioni che ha avuto inizio nel 2014 e terminerà tra pochi mesi;

    per coordinare la pianificazione e l'organizzazione degli eventi connessi alla realizzazione di tale percorso di memoria comune, il 6 giugno 2013 è stato istituito, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale;

    successivamente con la legge 27 dicembre 2013, n. 147, meglio nota come legge di stabilità per il 2014, è stata autorizzata la spesa di «8 milioni di euro per il 2014 e 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, al fine di realizzare interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro dei “luoghi della memoria”» e di 1,5 milioni euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 per promuovere la conoscenza degli eventi dalla prima guerra mondiale e preservarne la memoria in favore delle future generazioni, attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, itinerari, anche con il coinvolgimento attivo delle scuole;

    l'obiettivo è stato quello di dare vita ad un percorso storico, culturale e didattico finalizzato a ricordare, soprattutto nelle nuove generazioni, avvenimenti e momenti drammaticamente significativi per la storia del nostro Paese;

    tra le iniziative già svolte, si ricordano sicuramente le attività coordinate dalla struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della stessa Presidenza del Consiglio dei ministri: gli interventi infrastrutturali per la realizzazione di un «memoriale diffuso» che hanno interessato i principali sacrari italiani: Redipuglia, Cima Grappa, Asiago, Caduti d'Oltremare, Oslavia e Tempio Ossario di Bassano del Grappa, oltre al Cimitero dei Caduti di Aquileia; come i progetti rivolti alle scuole, come «Memorie d'Italia», «Grande Guerra 100», «Il punto di vista degli eroi», «Soldato su Facebook» e «Cultura della pace»; il coinvolgimento diretto di oltre 1.500.000 di studenti delle scuole secondarie di primo grado; l'avviso pubblico per le iniziative culturali commemorative sulla grande guerra per un totale di ottocento soggetti beneficiari e quasi due milioni di euro assegnati;

    l'allestimento diffuso, su tutto il territorio nazionale, della mostra dedicata alla prima guerra mondiale, organizzata presso il complesso del Vittoriano, a cura dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, un progetto non oneroso che, con una felice combinazione di supporti multimediali, fotografici e documentali, ha offerto una panoramica sulle cause e sulle conseguenze del conflitto, affrontato sotto molteplici punti di vista: il fronte interno, la devozione popolare, i gesti di autolesionismo dei soldati, la questione femminile;

    l'allestimento diffuso della mostra ivi descritta, come anche altri progetti relativi alla prima guerra mondiale, potrebbero vedere, nei prossimi mesi, la partecipazione o il coinvolgimento diretto delle scuole, soprattutto secondarie, nelle fasi di elaborazione e realizzazione di progetti didattici, in modo tale da far conoscere ai giovani di oggi non solo i fatti riportati sui libri di storia, ma le testimonianze dirette, le storie concrete, a volte tristi, ma spesso eroiche dei loro coetanei di allora, dei propri avi e i valori che ispirarono molte delle loro azioni;

    nella medesima prospettiva, merita apprezzamento il progetto nazionale curato dal Ministero per i beni e le attività culturali «14-18 Documenti e immagini della Grande Guerra» (www.14-18.it), volto a creare un grande archivio di immagini di particolare interesse storico, documentario ed artistico sulla prima guerra mondiale, integrato nel portale Europeana (http://www.europeana.eu) attraverso il progetto «Europeana collections 1914-1918» (http://www.europeana-collections-1914-1918.eu/) rivolto, in particolare, alle giovani generazioni;

    è stata, tra l'altro, depositata la proposta di legge, già presentata nella XVII legislatura, volta ad attivare il procedimento per la riabilitazione del personale militare italiano condannato alla pena capitale per la violazione di disposizioni previste dall'allora codice penale militare, restituendo così dignità a quei militari che furono vittime dei metodi repressivi con i quali si voleva mantenere la disciplina nei ranghi dell'esercito durante il primo conflitto mondiale,

impegna il Governo

1) a favorire, nei prossimi mesi, la realizzazione di iniziative didattiche relative alla memoria della prima guerra mondiale e allo studio delle ragioni che condussero al conflitto, con particolare riferimento al ruolo distruttivo avuto dai nazionalismi europei e alla differenza tra patriottismo ed etnonazionalismo, al ricordo della partecipazione di milioni di lavoratrici e lavoratori allo sforzo economico e produttivo italiano, alle conseguenze che la strage della prima guerra mondiale comportò per la storia italiana e per l'ascesa della dittatura fascista, attraverso il coinvolgimento diretto delle scuole, soprattutto secondarie, nelle fasi di elaborazione e realizzazione di progetti didattici, in modo tale da far conoscere ai giovani di oggi le testimonianze dirette di quell'epoca e le più efficaci opere storiografiche e letterarie in grado di mantener viva nelle nuove generazioni la consapevolezza dell'altissimo costo umano, civile e culturale che viene ogni volta dal fallimento della politica e dallo scontro tra etnonazionalismi.
(1-00053) «Ascani, Andrea Romano, Migliore, Lotti, Pagani, Fiano, Anzaldi, Ciampi, Di Giorgi, Franceschini, Piccoli Nardelli, Prestipino, Rossi».

(1° ottobre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    nel 2018 ricorre il centenario della conclusione della prima guerra mondiale, scoppiata nel luglio del 1914 e protrattasi per oltre quattro anni, che ha coinvolto buona parte dei Paesi del continente europeo, tra cui l'Italia, nonché diversi Paesi extraeuropei;

    inizialmente, il conflitto era circoscritto alle principali potenze europee, come conseguenza della forte conflittualità che si era creata tra gli Stati appartenenti agli Imperi centrali – la cosiddetta Alleanza, formata da Germania, Austria-Ungheria e Impero turco-ottomano – e quelli dell'Intesa, formata da Francia, Regno Unito, Impero Russo e successivamente dall'Italia, ma successivamente andò ad interessare Paesi extraeuropei quali Stati Uniti e Giappone;

    secondo alcuni dati, il conflitto ha coinvolto oltre 70 milioni di uomini in tutto il mondo, di cui 60 milioni solo nel continente europeo, con una perdita di circa 10 milioni di vite umane, oltre a diversi altri milioni di vittime civili causate da operazioni di guerra e da carestie ed epidemie;

    il conflitto non aveva inizialmente toccato il nostro Paese, che nel 1914 decise di scegliere una strategia di neutralità, sia poiché gli accordi attraverso cui l'Italia aveva aderito alla Triplice Alleanza avevano un impianto difensivo e contenevano delle clausole che vincolano gli alleati ad informare il Governo italiano prima di adottare iniziative militari, contrariamente a quanto accaduto, sia perché il Governo in carica ritenne tale strategia maggiormente funzionale agli obiettivi di completamento dell'unità territoriale nazionale, acquisendo attraverso la diplomazia le terre ancora soggette al dominio straniero;

    l'anno successivo, nonostante la neutralità dichiarata pochi mesi prima, il Governo italiano decise di prendere parte alle operazioni belliche, entrando nell'Intesa e dichiarando guerra agli Imperi centrali;

    la partecipazione alla guerra mondiale ha senza dubbio contribuito a formare una coscienza civile e politica, che gli italiani non avevano ancora dimostrato di aver conseguito nonostante l'unificazione politica fosse stata raggiunta da oltre mezzo secolo;

    durante le operazioni, i soldati dimostrarono grande coraggio e difesero strenuamente l'integrità del territorio, nonostante la guerra di posizione e gli inverni trascorsi nelle trincee avessero messo duramente alla prova le forze dei militari italiani;

    la guerra portò nondimeno alla perdita di un ingente numero di vite umane, a moltissimi casi e forme di invalidità, a danni materiali dal valore incalcolabile;

    la legge 27 dicembre 2013, n. 147, ha assicurato una serie di adempimenti necessari per la realizzazione del programma e degli interventi connessi alla commemorazione del centenario della prima guerra mondiale;

    in particolare, sono stati stanziati dei fondi per la realizzazione di interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro dei «luoghi della memoria» nel quadro degli eventi programmati per la celebrazione del centenario della prima guerra mondiale;

    sono stati stanziati ulteriori fondi per promuovere la conoscenza degli eventi della prima guerra mondiale e preservarne la memoria in favore delle future generazioni attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, pubblicazioni e percorsi di visita, anche prevedendo il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado;

    in attuazione delle disposizioni richiamate, è stato approntato un programma di interventi volto, tra l'altro, al recupero dei «luoghi della memoria», alla valorizzazione di quelli già inseriti in circuiti museali e turistici, alla creazione di una rete nazionale per lo sviluppo culturale, didattico e turistico sostenibile, rivolto anche a visitatori stranieri;

    è stato, altresì, predisposto un articolato progetto di restauro dei sacrari e dei cimiteri militari maggiormente legati alla prima guerra mondiale, in particolare quelli di Bari e Oslavia, già conclusi, e di Redipuglia, ancora in fase di completamento;

    sono state promesse numerose iniziative per la commemorazione della prima guerra mondiale, attraverso un piano articolato di attività volte a incentivare lo sviluppo di una coscienza storica e critica da parte degli studenti verso gli orrori del conflitto;

    la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale ha emesso un avviso pubblico per la selezione di iniziative culturali commemorative della prima guerra mondiale, che ha visto la partecipazione di più di 800 soggetti in ambito pubblico e privato ed il finanziamento di 45 progetti su tutto il territorio nazionale,

impegna il Governo

1) ad assumere tutte le iniziative necessarie per commemorare adeguatamente l'anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, anche attraverso lo svolgimento di iniziative di carattere culturale ed educativo atte a sensibilizzare le giovani generazioni verso gli avvenimenti più rilevanti della storia politica del nostro Paese.
(1-00054) «Molinari, D'Uva».

(2 ottobre 2018)

MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE AL CONTRASTO DELL'ANTISEMITISMO

   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi decenni nel continente europeo si sta verificando una crescente ondata di persecuzioni mirate anche a marginalizzare specifiche comunità religiose a discapito di una piena libertà religiosa;

    alcuni Paesi dell'Unione europea e lo stesso Parlamento europeo sono intervenuti attraverso l'approvazione di mozioni e risoluzioni riguardo all'antisemitismo;

    contro il discorso dell'odio, il Consiglio d'Europa svolge un'attività efficace e costante attraverso un'azione ad ampio raggio, con un'enfasi sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione del pubblico e il coinvolgimento di una serie di attori quali la scuola e le organizzazioni della società civile;

    un'iniziativa estremamente innovativa è la campagna No Hate Speech Movement, il movimento contro il discorso d'odio, che il Consiglio d'Europa sta coordinando dal 2013. Questa campagna ha lo scopo di combattere il discorso d'odio mobilitando i giovani in maniera capillare e appoggiandosi su un vasto numero di organizzazioni giovanili a livello nazionale. Il metodo usato è quello di contrastare i discorsi d'odio proponendo contro-discorsi online e sui media sociali, conducendo attività di sensibilizzazione, esprimendo solidarietà con le vittime del discorso d'odio, attivandosi con denunce e segnalazioni;

    il Consiglio d'Europa il 20 aprile 2016 ha approvato la risoluzione n. 2106 (2016) con la quale invita gli Stati a garantire la sicurezza e la protezione di tutti i cittadini, e pertanto la loro responsabilità primaria di monitorare e prevenire la violenza, inclusa la violenza antisemita, e di perseguirne gli autori;

    il Parlamento europeo ha invitato nella sua ultima risoluzione del 1° giugno 2017 gli Stati membri a potenziare il sostegno finanziario per attività mirate e progetti educativi, a sviluppare e consolidare partenariati con le comunità ed istituzioni ebraiche e ad incoraggiare gli scambi tra bambini e ragazzi di fedi diverse mediante attività in comune, varando e sostenendo campagne di sensibilizzazione in proposito;

    l'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea (Fra) ha avviato, per il 2018, una nuova indagine sulle percezioni e le esperienze di antisemitismo fra gli ebrei in Europa coinvolgendo 13 Paesi europei tra i quali l'Italia e costituirà in pratica l'aggiornamento di uno studio condotto nel 2012 in Italia, Francia, Belgio, Germania, Regno Unito, Svezia, Ungheria, Romania e Lettonia a cui, questa volta, si aggiungono l'Austria, la Danimarca, l'Olanda, la Polonia e la Spagna;

    a livello nazionale è opportuno ricordare che gli episodi di razzismo sono stati presi in forte considerazione dal Governo Berlusconi IV: in particolare, nel 2010 è stato istituito l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), presieduto dal vicecapo della polizia, con il compito di monitorare e di analizzare tutte le informazioni relative ad atti discriminatori commessi nei confronti di soggetti a causa delle loro origini etniche o del credo religioso, nonché di elaborare le relative strategie di intervento sul piano locale e di provvedere ad agevolare la presentazione di denunce;

    un altro passo importante compiuto dal Governo Berlusconi IV è stata la sottoscrizione, in data 7 aprile 2011, del protocollo di intesa tra l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori e l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR), istituito presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, con lo scopo di definire le modalità di scambio informativo nella trattazione dei casi di discriminazione posti all'attenzione delle parti, e cioè l'invio reciproco dei casi aventi o meno rilevanza penale;

    nella XVII legislatura la Camera dei deputati ha istituito una Commissione sui fenomeni di odio, intolleranza, xenofobia e razzismo intitolata alla parlamentare del Regno Unito Jo Cox, uccisa nel 2016 per motivi di odio e intolleranza e, nella relazione finale, la stessa Commissione ha presentato raccomandazioni che contemplano azioni da attuare sia a livello normativo, sociale, culturale, educativo ed informativo;

    sul tema, un contributo fondamentale è offerto dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto (Ihra), un'istituzione intergovernativa impegnata a combattere l'antisemitismo e tutti i razzismi tramite educazione, ricerca e memoria sostenuta da 31 Paesi, un Paese di collegamento e dieci Paesi osservatori;

    nel 2016, l'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto ha adottato una definizione non giuridicamente vincolante dell'antisemitismo intendendo il fenomeno come di «una certa percezione degli ebrei, che può esprimersi come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni teoriche e fisiche dell'antisemitismo sono rivolte contro ebrei o non ebrei e/o contro le loro proprietà, contro le istituzioni e strutture religiose della comunità ebraica»;

    l'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto sottolinea che costituiscono esempi di antisemitismo il ritenere gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele e l'accusarli di essere più fedeli a Israele o alle presunte priorità degli ebrei di tutto il mondo, che agli interessi delle proprie Nazioni;

    la diffusione dell'odio antisemita da parte di gruppi neonazisti, estremisti di destra e di alcuni gruppi di sinistra estrema, nonché la radicalizzazione diffusa tra i giovani delle comunità musulmane in Europa occidentale costituiscono problematiche di grande rilievo nel nostro continente;

    l'antisemitismo appare in molte e soprattutto diverse forme, tanto che il più delle volte è molto difficile da smascherare: la mancanza o la scarsità di dati certi, omogenei e pubblici sul fenomeno e più in generale sull'odio risulta, dunque, una lacuna difficile da colmare rendendo complicato stimare la reale dimensione del fenomeno (soprattutto nel campo del cosiddetto cyberhate);

    nonostante la scarsità dei dati, i recenti fatti di cronaca più rilevanti come gli attacchi alle sinagoghe in Svezia, gli incendi dolosi dei ristoranti kosher in Francia, l'impennata dei crimini d'odio contro gli ebrei nel Regno Unito nonché la forte crescita degli episodi antisemiti in Germania e in Austria, sono il chiaro segnala che i fenomeni del razzismo e dell'antisemitismo appaiono in forte ripresa nelle società europee e assai diffusi nella comunità internazionale;

    i recenti episodi di antisemitismo, razzismo e xenofobia – a distanza di ottanta anni dall'approvazione delle leggi razziali – richiedono la necessità di riaffermare con forza che l'ebraismo è parte integrante dell'identità europea e che l'Europa è anche la casa degli ebrei;

    la comunità internazionale è chiamata a garantire il pieno contrasto a ogni rigurgito di violenza ed intolleranza nei confronti dei cittadini e delle comunità ebraiche che già hanno conosciuto, nel corso della storia, persecuzioni e, nel nostro continente, un vero e proprio genocidio,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per riconoscere e recepire la definizione operativa di antisemitismo proposta dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto e garantirne l'attuazione in tutti gli ambiti, al fine di sostenere le autorità giudiziarie e quelle preposte alle attività di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite;

2) ad adottare iniziative per proseguire e potenziare il sostegno per attività mirate e progetti educativi, per la prevenzione e la lotta contro il pregiudizio antiebraico, sviluppare e consolidare partenariati e azioni concertate con le comunità ed istituzioni ebraiche e incoraggiare gli scambi tra giovani di fedi diverse mediante attività in comune e programmi educativi, varando e sostenendo campagne di sensibilizzazione in proposito;

3) ad adottare iniziative per sostenere e potenziare attività di sostegno e diffusione della cultura ebraica, quale parte integrante della storia nazionale;

4) ad adottare tutte le iniziative necessarie per contribuire attivamente a garantire la sicurezza dei cittadini ebrei e degli edifici religiosi, scolastici e culturali ebraici, in stretta consultazione e in stretto dialogo con le comunità ebraiche, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni non governative impegnate contro la discriminazione.
(1-00045) «Carfagna, Gelmini, Occhiuto, Battilocchio, Cattaneo, Orsini».

(25 settembre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    ottant'anni fa le leggi razziali del 1938 fecero entrare a pieno titolo l'Italia dentro una delle pagine di storia più terribili, da cui ebbe inizio il percorso degli ebrei italiani verso la tragedia della Shoah, tra la colpevolezza netta e incancellabile di chi decise e con la complicità o l'indifferenza colpevole della maggioranza;

    la memoria delle persecuzioni e degli orrori che ne seguirono deve costituire, dunque, un monito perenne affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica;

    da quasi dieci anni la società sta attraversando una difficilissima crisi economico-finanziaria che ha prodotto maggiore diseguaglianza, maggiore impoverimento, maggiore rabbia nella società, maggiori fenomeni di allontanamento dalla politica. Ed è questo il terreno più fertile perché oggi rinascano e si moltiplichino quelle ideologie di morte, di violenza, di discriminazione razziale o di genere sessuale, religiosa o per il colore della pelle che si credevano sopite;

    desta preoccupazione la crescente spirale di fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo che si accompagnano sia con atti e manifestazioni esplicite di odio e persecuzione nei confronti di singoli e di intere comunità, sia con la diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione, tra i quali, soprattutto, il web;

    il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, adottato a New York il 19 dicembre 1966 e reso esecutivo nel nostro Paese dalla legge 25 ottobre 1977, n. 881, prevede che vengano espressamente vietati da apposita legge qualsiasi forma di propaganda a favore della guerra, ma anche ogni appello all'odio nazionale, razziale o religioso che possa costituire forma di incitamento alla discriminazione o alla violenza, ossia tutti quei fenomeni oggi meglio noti come hate speech;

    il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa definisce gli hate speech come le forme di espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l'odio razziale, la xenofobia, l'antisemitismo o più in generale l'intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi e le ingiurie che stigmatizzano e insultano;

    l'Unione europea, con l'adozione della decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio del 28 novembre 2008, impone agli Stati membri di garantire che siano punibili i discorsi di incitamento all'odio, intenzionali e diretti contro un gruppo di persone o un membro di essi, in riferimento alla razza, al colore, alla religione o all'etnia e che deve essere punibile l'istigazione pubblica alla violenza o all'odio, quale che sia la forma di diffusione: scritti, immagini o altro materiale. La stessa cosa può valere per l'apologia o la negazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e di quelli di guerra e, infine, quanto ai comportamenti atti a turbare l'ordine pubblico o minacciosi, offensivi e ingiuriosi;

    anche l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (Osce) si è impegnata, con la decisione 9/2009 «Combating hate crimes», a riconoscere e sanzionare i crimini dell'odio in quanto tali, cioè basati su motivi razzisti o xenofobi;

    in Italia, la legge 25 giugno 1993, n. 205, cosiddetta legge Mancino, reprime l'incitamento alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

    nel corso della XVII legislatura il Partito democratico è stato in prima fila nella lotta all'antisemitismo, sia nella «cura» della memoria della Shoah e nel sostegno di chi la promuove, sia nel contrasto in generale ad ogni possibile nuova forma di antisemitismo, di razzismo, di odio e di intolleranza;

    numerose sono le iniziative legislative approvate per la prevenzione e la repressione dei crimini dell'odio e per la diffusione di una cultura della tolleranza e del reciproco rispetto;

    particolarmente significativa è stata l'adozione del decreto legislativo 1° marzo 2018, n. 21, che, dando attuazione al principio della riserva di codice nella materia penale, per la prima volta, ha inserito nel codice penale tutte le fattispecie criminose che hanno per oggetto diretto la tutela di beni di rilevanza costituzionale;

    in particolare, tra le norme ricondotte all'interno del codice penale vi è il delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (articolo 604-bis) e la relativa aggravante (articolo 604-ter), che aumenta la pena fino alla metà per i reati punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità;

    la legge 16 giugno 2016, n. 115, per il contrasto del reato di «negazionismo» sanziona chi, in nome di teorie di questo tipo che negano la realtà storica della Shoah, nonostante i documenti, le testimonianze e le prove materiali del tutto evidenti e inoppugnabili, istiga alla violenza o commette atti di violenza, sulla base del convincimento che colpire il negazionismo significa prevenire e contrastare meglio fenomeni dell'oggi, non di settantacinque o ottant'anni fa;

    per quanto riguarda il sostegno di chi promuove il lavoro della memoria, invece, sono stati destinati, per citare solo l'ultima legge di bilancio per il 2018, 1 milione e 250 mila euro, nel triennio 2018- 2020, per le spese di funzionamento del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah. È stata anche autorizzata, a decorrere dal 2018, la spesa di 1,5 milioni di euro annui a favore della Fondazione Graziadio Isaia Ascoli per la formazione e la trasmissione della cultura ebraica;

    il 12 gennaio 2018 è stato inoltre firmato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo pro tempore un decreto che stanzia 3 milioni di euro per il finanziamento del progetto di recupero e valorizzazione del Binario 21 della Stazione centrale di Milano, che, tra il 1943 e il 1945, fu il punto di partenza dei deportati verso i tre campi di concentramento e, al di sotto della stazione ferroviaria, si trova ora il Memoriale della Shoah, luogo di memoria, di studio e di ricerca aperto alla collettività;

    sempre su iniziativa del Partito democratico si è arrivati all'approvazione della legge 18 luglio 2017, n. 114, che ha conferito la medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza alla Brigata ebraica, formazione militare costituita nel 1944, inquadrata nell'esercito britannico e attiva nei combattimenti che portarono alla Liberazione del nostro Paese;

    altrettanto importante, infine, è stato l'impegno del nostro Paese anche a livello internazionale che, nel 2018, ha portato l'Italia ad assumere la presidenza dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), organizzazione intergovernativa fondata nel 1998 con l'obiettivo di promuovere l'educazione, il ricordo e la ricerca sull'Olocausto;

    sempre nella XVII legislatura la Camera dei deputati ha istituito una Commissione sui fenomeni di odio, intolleranza, xenofobia e razzismo intitolata alla parlamentare del Regno Unito Jo Cox, uccisa nel 2016 per motivi di odio e intolleranza, composta da parlamentari e non, con la quale si è inteso corrispondere all'invito del Consiglio d'Europa ad una sempre maggiore sensibilizzazione dei Parlamenti nazionali in fatto di conoscenza e contrasto di tutte le forme di intolleranza e razzismo,

impegna il Governo:

1) ad assumere tutte le iniziative utili a proseguire il lavoro avviato nella XVII legislatura nella lotta all'antisemitismo, sia preservando la memoria della Shoah e sostenendo chi la promuove, sia nel contrasto, in generale, ad ogni possibile nuova forma di antisemitismo, di razzismo, di odio e di intolleranza;

2) a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza rivolta nei confronti dei cittadini ebrei o di altre minoranze etniche e religiose riconducibili alla ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe;

3) ad adottare ogni iniziativa volta a prevenire e contrastare, con particolare riferimento all'antisemitismo, la diffusione di propaganda ideologica basata sull'odio, sul razzismo e sull'intolleranza attraverso il web, predisponendo sistematiche campagne informative ed educative in ambito scolastico e sui media.
(1-00050) «Fiano, Migliore, Ceccanti, Marco Di Maio, Giorgis, Pollastrini».

(1° ottobre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    le comunità ebraiche europee sono state investite nell'arco della storia da molteplici forme di antisemitismo: dall'antisemitismo religioso cristiano a quello politico, sociale ed economico dell'Illuminismo e dell'Europa post-illuministica che causò i pogrom dell'Europa orientale e del Nord, a quello razziale del XIX secolo, che culminò con le persecuzioni naziste e le leggi razziali anche nell'Italia fascista, la repressione religiosa e le «purghe» nell'Unione sovietica, fino all'antisemitismo contemporaneo che assume forme variegate;

    l'antisemitismo si manifesta in diverse forme, a volte difficilmente individuabili da un osservatore non esperto, e a questo si aggiungono la scarsità di dati certi e omogenei sul fenomeno, che rendono complicato stimarne la reale dimensione;

    i recenti tristi fatti di cronaca, quali gli attacchi alle sinagoghe in Svezia, gli attentati in Francia, l'impennata dei crimini d'odio contro gli ebrei in Gran Bretagna, ma anche in Germania e in Austria, indicano una pericolosa ripresa dell'antisemitismo presso le comunità europee;

    contro queste vere e proprie manifestazioni di odio razziale, il Consiglio d'Europa svolge un'attività costante di prevenzione e sensibilizzazione, mentre il Parlamento europeo, in data 1° giugno 2017, ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri a potenziare il sostegno finanziario per iniziative e progetti educativi volti a sviluppare e consolidare partenariati con le comunità ed istituzioni ebraiche e ad incoraggiare gli scambi tra bambini e giovani di fedi diverse mediante attività in comune, varando e sostenendo adeguate campagne di sensibilizzazione;

    l'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea ha avviato, per il 2018, una nuova indagine sulle percezioni e sulle esperienze di antisemitismo fra gli ebrei in Europa, coinvolgendo tredici Paesi europei, tra cui l'Italia;

    il Centro studi Machiavelli ha pubblicato e divulgato, in data 22 settembre 2018, il rapporto «L'antisemitismo nell'Europa contemporanea» realizzato da Fiamma Nirenstein – giornalista, scrittrice, membro dell’Israeli council of foreign relations del World Jewish council – nel quale, tra l'altro, viene sottolineato come a pesare, oggi, sia soprattutto «l'antisemitismo di matrice islamica, la cui origine affonda nell'odio religioso e si nutre dell'ideologia islamista»;

    nel medesimo rapporto è specificato che, mentre in Europa «le forze di destra e populiste hanno di fatto escluso le frange estreme», nello spettro politico attuale da un lato permangono «piccoli movimenti antisemiti di stampo neonazista», ma dall'altro è altresì evidenziato che oggi la sinistra radicale, partendo dalla contestazione dello Stato d'Israele, «in molte sue frange si presenta ormai come una forza antisemita»;

    in Italia, come riportato da diversi quotidiani nazionali, atteggiamenti antisemiti provenienti da aree dell'estrema sinistra si sono verificati, ad esempio, in occasione del corteo del 25 aprile 2018 quando è stata platealmente contestata la Brigata ebraica da parte di gruppi riconducibili all'estrema sinistra, creando momenti di altissima tensione;

    l'antisemitismo è, quindi, un fenomeno mai sopito in Italia e nel resto d'Europa e, come evidenzia ancora il rapporto del Centro studi Machiavelli, «ai vecchi stilemi antisemiti» del passato «se ne sono aggiunti oggi di nuovi, travestiti da critiche a Israele ma in realtà motivati da odio verso gli ebrei in quanto tali», e attualmente riconducibili a tre matrici:

     a) il fondamentalismo islamico;

     b) alcune frange di estrema sinistra;

     c) alcuni movimenti di estrema destra;

    tra queste matrici quella connessa al fondamentalismo islamico rappresenta quella più pericolosa e più diffusa e, pertanto, quella che desta maggiore allarme;

    è innegabile, infatti, che molti degli atti antisemiti siano commessi in Europa da persone di fede musulmana e la forza dell'antisemitismo islamico non risente affatto del dialogo fra religioni, né riesce a suscitare una reazione adeguata da parte delle autorità europee, che continuano a negare la prevalente matrice islamica;

    il 21 aprile 2018 in Francia, a conferma di questa tesi, è stato presentato il «Manifesto contro il nuovo antisemitismo», pubblicato sul quotidiano Le Parisien, sottoscritto da politici sia di destra che di sinistra (come l'ex Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy e l'ex Primo Ministro socialista Manuel Valls), da rappresentanti di diverse religioni e da intellettuali e artisti come Gérard Depardieu, Charles Aznavour, Françoise Hardy, Alain Finkielkraut o Bernard-Henri Lévy; il manifesto denuncia il crescente antisemitismo in Francia, portato avanti, secondo i firmatari, non dall'estrema destra ma dalle comunità musulmane, e il mancato riconoscimento da parte di media e istituzioni di questo crescente «antisemitismo musulmano»;

    è di tutta evidenza, quindi, che un'azione rivolta a contrastare l'antisemitismo in Italia e in Europa debba affrontare questa emergenza, non trascurando le principali cause del fenomeno, identificate secondo i massimi esperti nell'antisemitismo islamico,

impegna il Governo:

1) ad adottare tutte le opportune iniziative per promuovere campagne di sensibilizzazione e creare piani nazionali contro l'antisemitismo ed in genere l'odio razziale e religioso, atti a garantire la sicurezza dei cittadini ebrei e degli edifici religiosi, scolastici e culturali ebraici, in accordo con le comunità ebraiche, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni non governative impegnate contro la discriminazione;

2) ad assumere iniziative concrete per contrastare tutte le forme di antisemitismo presenti in Italia, sia quello di stampo religioso islamico sia quello politico da qualunque parte provenga;

3) ad assumere iniziative normative volte a introdurre, nell'ordinamento italiano, il reato di integralismo islamico, con particolare riferimento alla commissione di atti antisemiti;

4) ad assumere iniziative normative volte a punire coloro che raccolgono, erogano denaro o mettono a disposizione beni destinati a essere in tutto o in parte utilizzati per sostenere organizzazioni che svolgono, anche nell'ambito di luoghi di culto, attività dirette a commettere atti di antisemitismo e «chiunque riceva, da uno Stato straniero o da un'organizzazione o soggetti stranieri, beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati» a tali fini.
(1-00051) «Lollobrigida, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Crosetto, Luca De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Meloni, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

(1° ottobre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    è sempre più preoccupante la recrudescenza di atteggiamenti di odio ed intolleranza che la cronaca riporta giornalmente, anche agevolata dai social network che diffondono velocemente messaggi e linguaggi che incitano al pregiudizio e alla paura verso la diversa etnia, orientamento sessuale o religioso, disabilità, appartenenza culturale, sociale o economica;

    oggetto di particolare attenzione è il fenomeno, sempre più crescente, dell'antisemitismo, che preoccupa le istituzioni, anche per i risvolti a cui il recente passato ha fatto tristemente assistere, nonché per i recenti episodi che risultano significativamente aumentati;

    contrastare i fenomeni di antisemitismo è responsabilità e dovere dell'intera società nel suo complesso, ma anche di ogni suo singolo membro, poiché vengono minacciati i pilastri fondanti dei valori su cui si basa la civiltà della nazione e della Costituzione;

    il Parlamento europeo ha votato il 1° giugno 2017 una risoluzione con la quale non solo si invitano tutti gli Stati membri, le istituzioni e le agenzie dell'Unione ad adottare e ad applicare la definizione operativa di antisemitismo utilizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), ma si incoraggiano anche i medesimi Stati membri a promuovere l'insegnamento sull'Olocausto (la Shoah) nelle scuole e a garantire che gli insegnanti siano adeguatamente formati a tale compito e dispongano degli strumenti per affrontare in classe la questione della diversità. Gli Stati membri vengono, inoltre, incoraggiati a prendere in considerazione una revisione dei libri di testo per far sì che la storia ebraica e la vita ebraica contemporanea siano presentate in modo esaustivo ed equilibrato, evitando qualsiasi forma di antisemitismo;

    l'Italia ha già da tempo attivato molteplici strategie per tenere sempre viva la memoria dell'Olocausto ed infatti con la legge 20 luglio del 2000, n. 211, il Parlamento italiano ha riconosciuto il 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, «Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», specificando, all'articolo 2, che in occasione di tale giorno «sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere»;

    il 2018 è l'ottantesimo anniversario dell'emanazione, in Italia, delle «leggi antiebraiche» del 1938. Con quelle leggi è iniziato, di fatto, un processo che dalla discriminazione e negazione dei diritti ha portato alla deportazione e allo sterminio;

    pertanto, lo studio della Shoah è occasione, nel contesto educativo delle istituzioni scolastiche, di riflessione comune e confronto su tematiche importanti, quali quelle del pregiudizio che spinge all'offesa gratuita e insensata, anche attivando proficui scambi culturali affinché si possa conoscere l'altro ed intessere così proficue relazioni interpersonali che sensibilizzino alla «diversità», non come fonte di separatezza, ma di arricchimento del proprio bagaglio esperienziale, storico e culturale;

    è spesso proprio il linguaggio lo strumento utilizzato per esprimere odio ed intolleranza ed il fenomeno è così radicato da essere stato categorizzato come «incitamento all'odio» (hate speech). Il linguaggio in questo caso si estrinseca in deprecabili modalità di manifestazione del pensiero spesso diffuse e reiterate attraverso internet, che producono l'effetto di alimentare i pregiudizi, consolidare gli stereotipi e rafforzare l'ostilità nei confronti di un gruppo di persone;

    l'Unione europea è intervenuta svariate volte sul tema, disciplinandolo nel 2016 attraverso un codice di condotta rivolto prioritariamente alle grandi multinazionali del tech (Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft); queste aziende sono riuscite a rimuovere in media il 70 per cento dei messaggi illegali di incitamento all'odio che sono stati notificati loro, ma il percorso è ancora ben lontano dall'essere concluso in quanto permangono difficoltà di armonizzazione delle legislazioni nazionali essendo diversificato il concetto stesso di «linguaggio d'odio»,

impegna il Governo:

1) ad incoraggiare iniziative orientate a favorire un ambiente educativo che sia capace di educare anche le nuove e future generazioni ad un diffuso sentimento di contrasto all'antiebraismo, soprattutto attraverso lo scambio e la diffusione del racconto storico e culturale;

2) a promuovere ogni tipo di attività educativa e culturale che abbia come perno di riferimento il principio riconosciuto del contrasto ad ogni forma di diffusione – soprattutto attraverso le parole ed il linguaggio – dell'odio razziale, in linea con quanto si fa già in ambito europeo;

3) a incoraggiare e sostenere percorsi comunitari di contrasto ad ogni forma di linguaggio d'odio, con particolare riferimento all'antisemitismo.
(1-00052) «Carbonaro, Belotti, Gallo, Latini, Acunzo, Patelli, Azzolina, Bella, Casa, Frate, Lattanzio, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani».

(1° ottobre 2018)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   PASTORINO e FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Corpo dei vigili del fuoco ha sempre svolto un ruolo di fondamentale importanza, in particolare nelle operazioni di soccorso pubblico, di prevenzione incendi e di lotta attiva agli incendi boschivi che purtroppo hanno colpito il territorio nazionale;

   in ultimo, il tragico evento che il 14 agosto 2018 ha sconvolto la città di Genova ha dimostrato, se ce ne fosse mai stato bisogno, la professionalità, tempestività e generosità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche in riferimento alla comprensione dei disagi e dei bisogni della popolazione colpita dal disastro;

   in Italia c'è un vigile del fuoco ogni 16 mila abitanti, in Europa la media è di uno ogni mille. In particolare, a titolo di esempio, il distaccamento di Genova ha una carenza di organico di 130 unità, ovvero di oltre il 12 per cento, contro la media nazionale che si attesta sul 7 per cento;

   affrontare l'evento a Genova ha significato lasciare sguarniti ben 16 comandi liguri e ha evidenziato la criticità relativa all'età avanzata di molti operatori; infatti, l'età media del personale in servizio è di 46-47 anni e non sempre l'esperienza può sopperire alle carenze fisiche, tanto che si assiste a un aumento degli infortuni;

   sono, altresì, conosciute le problematiche legate alle possibili patologie che si presentano nel corso dell'attività lavorativa dei vigili del fuoco e la necessità di far seguire ai vigili del fuoco anche un percorso di controllo riguardante lo stress da lavoro correlato;

   altro problema riguarda i mezzi di soccorso, evidenziatosi nel tragico evento di Genova, dove affrontare i soccorsi ha significato, non avendo scorte, lasciarne sprovvisti moltissimi territori della regione. Infatti, i vigili del fuoco liguri presentano anche una grave carenza di mezzi e di strutture –:

   considerato che lo stato di emergenza in cui versa la città di Genova si protrarrà nel tempo, stante la persistente gravità della situazione, destinata a durare ancora per anni, se non intenda procedere a nuove assunzioni finalizzate al rafforzamento del distaccamento di Genova dei vigili del fuoco, anche in termini di mezzi e strutture, tenendo conto delle attuali gravi carenze di organico, evidenziatesi da ultimo a seguito della tragedia del crollo del ponte Morandi.
(3-00207)

(2 ottobre 2018)

   FIANO, GRIBAUDO, MIGLIORE, CECCANTI, MARCO DI MAIO, GIORGIS, MARTINA, ORFINI, POLLASTRINI e ENRICO BORGHI. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il 21 settembre 2018 un gruppo di cinque persone inermi e assolutamente disarmate, che tornava a casa intorno alle 22 dopo aver partecipato alla manifestazione «Mai con Salvini», è stato brutalmente aggredito, con cinghie e tirapugni, da un gruppo di appartenenti alla vicina sede di Casapound;

   le vittime dell'aggressione, che si sono limitate a cercare di evitare i colpi e che sono state inseguite e picchiate tra passeggini e bambini, hanno presentato immediata denuncia alla questura di Bari;

   sempre da notizie a mezzo stampa si è appreso che dopo le prime indagini una trentina di militanti di CasaPound, che la sera dell'aggressione erano davanti alla loro sede in via Eritrea, sarebbero stati identificati in questura e almeno cinque di loro, armati con mazze e cinghie, avrebbero preso parte attiva all'aggressione;

   tale aggressione di matrice squadrista è avvenuta peraltro in un quartiere popolare di Bari, il quartiere Libertà, che proprio recentemente ha avuto la visita del Ministro interrogato e dove è stata avviata una raccolta firma per «cacciare gli immigrati che hanno invaso il quartiere», raccolta sostenuta anche dagli esponenti locali del Carroccio;

   desta viva preoccupazione l’escalation di atti di aggressione, razzismo e vandalismo che si è registrata negli ultimi mesi da parte di esponenti od organizzazioni di estrema destra, quasi a testimoniare una nuova presunta legittimazione a compiere tali atti da parte dei loro autori –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di impedire il ripetersi di fatti analoghi e per assicurare la piena tutela dei cittadini italiani e del loro diritto a manifestare, nonché per contrastare con fermezza le aggressioni ad opera di gruppi neofascisti di estrema destra.
(3-00208)

(2 ottobre 2018)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a seguito delle iniziative poste in essere dall'attuale Governo fin dal suo insediamento, la necessità di predisporre e attuare azioni concrete e più incisive, in un'ottica non più emergenziale bensì strutturale, per il contenimento e la regolamentazione dei flussi migratori si è finalmente posta al centro del dibattito politico, sia a livello europeo che internazionale;

   nell'ambito di tale dibattito l'Italia ha finalmente assunto un ruolo propositivo e attivo anche per colmare le evidenti lacune delle politiche finora attuate nell'ambito dell'Unione europea in materia di immigrazione e asilo, che hanno, di fatto, portato all'attuale situazione di grave emergenza;

   al fine di combattere in modo efficace la tratta degli esseri umani gestita dalle organizzazioni criminali che lucrano sui flussi migratori e di gestire in modo coerente la questione della verifica e del ricollocamento degli effettivi rifugiati che giungono in Europa, risulta prioritario adottare misure di tutela dei confini dell'Italia, in particolare marittimi per la loro maggiore permeabilità, i quali confini sono anche le frontiere esterne dell'Europa;

   secondo i dati resi noti dal Ministero dell'interno, dal 2013 al 2017 su oltre seicentomila arrivi registrati solo via mare in Italia, le domande di asilo complessivamente presentate sono in numero inferiore (429.195) e di quelle esaminate oltre la metà hanno ricevuto un diniego dalle commissioni territoriali;

   dal 2013 al 2018 la media delle domande di protezione internazionale accolte a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato è stata del 7 per cento, la protezione sussidiaria del 15 per cento e quella umanitaria del 25 per cento;

   sebbene negli ultimi mesi si sia registrata una notevole riduzione degli sbarchi sulle coste italiane (da 43.000 a 7.000 rispetto al 2017) e secondo quanto riportato dal dossier Viminale del Ministero dell'interno (1° agosto 2017-31 luglio 2018) risultino 160.458 presenze nel sistema di accoglienza, in netto calo rispetto alle circa 190.000 presenze a fine 2017, tuttavia da recenti rapporti sull'immigrazione in Italia risulta in aumento il numero degli stranieri in posizione irregolare, stante anche la sostanziale mancata applicazione da parte degli ultimi Governi della normativa disposta, altresì, dalla direttiva 2008/115/UE, specificatamente in materia di trattenimento e accordi coi Paesi di origine ai fini del rimpatrio –:

   quali iniziative il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere in materia di immigrazione, in particolare per contrastare sia l'immigrazione irregolare che il traffico degli esseri umani ad esso conseguente.
(3-00209)

(2 ottobre 2018)

   LOLLOBRIGIDA, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   tra le conclusioni adottate dal Consiglio europeo nella riunione del 28 e 29 giugno 2018, vi è la previsione che «nel territorio dell'Unione europea coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri (...) qui un trattamento sicuro consentirebbe, con il pieno sostegno dell'Unione europea, di distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale, cui si applicherebbe il principio di solidarietà»;

   coerentemente con tale impostazione alcuni Stati membri hanno istituito i centri sorvegliati e, in particolare, in Germania il Ministro dell'interno ha istituito i «centri di ancoraggio», dove i migranti vengono detenuti fino a diciotto mesi nell'attesa che sia decisa la loro richiesta di asilo;

   l'ingresso di immigrati illegali, dei quali non solo è spesso difficile accertare le generalità ma anche determinare con certezza il Paese di origine, rappresenta un serio pericolo per la sicurezza degli Stati europei, anche in considerazione delle notizie più volte pervenute dall’intelligence di alcuni Stati membri, che segnalavano il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti;

   ad oggi il Governo italiano non ha ancora istituito i centri sorvegliati e, pertanto, in virtù di questa mancanza, chi continua ad arrivare illegalmente in Italia, come nel caso degli immigrati arrivati a bordo della nave «Diciotti» (molti dei quali sono ancora irreperibili sul territorio nazionale), non sono trattenuti, ma vengono lasciati liberi di muoversi senza limitazioni di libertà sul territorio nazionale, non essendo sottoposti alla sorveglianza dello Stato –:

   se non ritenga di adottare iniziative volte a dare immediata applicazione alle citate previsioni del Consiglio europeo, attivando immediatamente i centri sorvegliati nei quali trattenere chi entra illegalmente in Italia nelle more del vaglio della domanda di protezione e al fine di eseguire tutti gli opportuni accertamenti di sicurezza, rispettando il principio che, per chi entra illegalmente in uno Stato europeo, non possa essere sufficiente dichiararsi richiedente asilo per non essere sottoposto ad alcuna forma effettiva di controllo o restrizione.
(3-00210)

(2 ottobre 2018)

   CATTANEO, GELMINI, MULÈ, GAGLIARDI, BAGNASCO, CASSINELLI, OCCHIUTO, CORTELAZZO, GIACOMETTO, RUFFINO, CASINO, LABRIOLA, MAZZETTI e SOZZANI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   questi primi mesi di legislatura si stanno purtroppo caratterizzando, ad avviso degli interroganti, per una totale indeterminatezza e per continue contraddizioni del Governo e, in particolare, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, circa le scelte da compiere e le decisioni da prendere sui principali e più importanti interventi infrastrutturali: Terzo Valico, alta velocità Torino-Lione, ricostruzione del ponte di Genova, la Gronda ed altro;

   questo atteggiamento dell'Esecutivo vede coinvolta anche la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, con il MoVimento 5 Stelle, che sostiene il Governo, che da sempre vede la sua realizzazione come inutile se non dannosa;

   si ricorda che il Terzo Valico rientra tra le grandi opere che sono soggette all'analisi costi-benefici imposta dal Ministro interrogato;

   il Terzo Valico, che rientra tra le opere strategiche di interesse nazionale, è una linea ferroviaria in costruzione fra Genova e Tortona, lunga 53 chilometri. Governo permettendo, dovrebbe entrare in funzione entro il 2023, consentendo così di potenziare i collegamenti merci tra la Liguria, il Nord Italia e l'Europa, nonché di rendere più veloci i collegamenti passeggeri fra Genova, Torino e Milano;

   il trasferimento di un'importante quota di traffico dalla strada alla ferrovia produrrà un vantaggio competitivo per i porti e un sicuro vantaggio dal punto di vista ambientale;

   la nuova linea costituisce la parte terminale del corridoio europeo Reno-Alpi, che collega il Mediterraneo con il Nord Europa, e rappresenta per il triangolo Genova-Torino-Milano un'opportunità di sviluppo;

   la contrarietà all'infrastruttura di una parte dell'attuale maggioranza che sostiene l'Esecutivo sembra essersi concretizzata nella mancata assegnazione di 791 milioni di euro necessari al finanziamento per il sesto lotto. Un mancato stanziamento che tradisce una miopia, una cultura anti impresa, anti crescita, anti sviluppo;

   detto finanziamento era presente in una delle ultime bozze del decreto-legge «emergenze», mentre è stato eliminato nel testo definitivo;

   peraltro, risulterebbe che anche il finanziamento di circa 1 miliardo di euro del quinto lotto, che è già stato approvato dal Cipe e bollinato dalla Corte dei conti, è ancora fermo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in attesa della famosa analisi costi-benefici –:

   se il Governo intenda garantire la realizzazione completa dell'opera nei tempi previsti, quale opera strategica di interesse nazionale, sbloccando le risorse già approvate e stanziando con urgenza le risorse necessarie al finanziamento dell'infrastruttura.
(3-00211)

(2 ottobre 2018)

   GRIPPA, SCAGLIUSI, BARBUTO, BARZOTTI, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE GIROLAMO, DE LORENZIS, FICARA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SERRITELLA, SPESSOTTO, TERMINI, COLLETTI, TORTO, CORNELI, ZENNARO, BERARDINI e DEL GROSSO. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   i tratti autostradali della A24 L'Aquila-Roma e della A25 Pescara-Roma rappresentano due tratti strategici del Centro Italia, poiché collegano l'Abruzzo con la città di Roma;

   la gestione dei suddetti tratti è regolata per mezzo della convenzione unica tra lo Stato e la società Strada dei Parchi s.p.a., oggi interamente controllata dalla holding del gruppo Toto, datata 18 novembre 2009, che tra le varie disposizioni prevede l'obbligo in capo al concessionario di provvedere alla manutenzione dei tratti;

   dall'inizio del 2018 si è verificato, a seguito dell'approvazione del relativo decreto interministeriale alla fine del 2017 da parte del Governo Gentiloni, un aumento tariffario del 12,89 per cento, laddove l'aumento medio sull'intera rete autostradale risulta essere pari all'incirca al 2,74 per cento;

   a fronte di questa situazione del tutto anomala sul piano tariffario, numerose segnalazioni provenienti da enti pubblici, soggetti istituzionali e singoli cittadini hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica una situazione molto preoccupante relativamente alle condizioni dei piloni di ponti e viadotti, in particolare sulle condizioni del ferro e del calcestruzzo e il rischio di deterioramento dei viadotti Santacroce, Palazzo, Cocullo e Isola del Gransasso;

   il territorio nel quale sorgono i viadotti facenti parte dei tratti autostradali in questione è notoriamente a grave rischio sismico –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per garantire la sicurezza sui suddetti tratti autostradali, nonché in particolare dei ponti e dei viadotti che attraversano la penisola italiana, per giungere finalmente ad una logica di prevenzione costante.
(3-00212)

(2 ottobre 2018)

   LORENZIN. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel presentare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza il Governo ha enfaticamente annunciato, per dichiarazione del Presidente del Consiglio dei ministri, «un piano per gli investimenti pubblici per un importo pari a 38 miliardi di euro nei prossimi quindici anni e altri 15 nel prossimo triennio»;

   ad oggi non è ancora chiaro su quali infrastrutture il Governo intenda intervenire quando dichiara ancora di voler «realizzare il più grande piano di investimenti mai progettato in Italia e il più grande rafforzamento mai pensato del nostro sistema di infrastrutture materiali e immateriali»;

   risulta che il presidente della regione Emilia-Romagna avrebbe richiesto, con propria lettera del 15 giugno 2018, un incontro urgente al Ministro interrogato per presentare il piano degli investimenti di quella regione, a partire dagli interventi più importanti, quali la realizzazione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, la realizzazione della nuova autostrada regionale Cispadana, il potenziamento del passante autostradale di Bologna;

   tale richiesta sarebbe rimasta ad oggi inevasa, dopo oltre tre mesi e mezzo, mentre sono numerose le dichiarazioni rese alla stampa nel frattempo da parte di esponenti del Governo che manifestano l'intenzione di bloccare o modificare radicalmente tali interventi, che pure sono condivisi con il sistema delle autonomie locali e con tutte le rappresentanze sociali del territorio;

   gli investimenti richiamati risulterebbero ad oggi già progettati, finanziati e complessivamente cantierabili in tempi assai ridotti, consentendo di mobilitare alcuni miliardi di euro di lavori (oltre 2,5 solo per le tre opere richiamate) e soprattutto di ammodernare il sistema infrastrutturale di una regione prima per crescita economica, export e occupazione –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di rispondere alle legittime aspettative della regione Emilia-Romagna e delle istituzioni locali, delle rappresentanze sociali e dei cittadini di quel territorio, al fine di assicurare una tempestiva realizzazione delle infrastrutture richiamate.
(3-00213)

(2 ottobre 2018)