TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 36 di Mercoledì 1° agosto 2018

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   DE MARIA, GRIBAUDO, VERINI, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta. — Per sapere – premesso che:

   da anni le associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo promuovono un'iniziativa coraggiosa e di grande valore democratico, perché sia fatta piena luce su quanto accaduto nel nostro Paese negli anni delle stragi e della strategia della tensione;

   è compito delle istituzioni democratiche fare pienamente la loro parte perché non restino zone d'ombra sugli eventi che hanno profondamente colpito l'Italia e la sua stessa sovranità nazionale; si pensi, ad esempio, alla necessità che siano individuati i mandanti della strage del 2 agosto 1980 e che sia fatta chiarezza su quanto accaduto nei cieli di Ustica;

   il Governo Renzi aveva emesso un'importante direttiva sulla desecretazione di atti e documenti in materia e istituito un comitato consultivo su tali temi, coinvolgendo le associazioni dei familiari delle vittime;

   il comitato è stato rinnovato ad avvio della XVIII legislatura, ma la Presidenza del Consiglio dei ministri non ne ha ancora disposto la riconvocazione –:

   se il Governo intenda assumere iniziative in relazione a quanto esposto in premessa, proseguendo così l'impegno dei precedenti Governi, in sintonia con le associazioni dei familiari delle vittime di stragi e terrorismo, e provvedere alla convocazione del comitato consultivo sopra richiamato, volto a monitorare l'applicazione della direttiva per la declassifica e per il versamento straordinario di documenti all'Archivio centrale dello Stato del 22 aprile 2014.
(3-00120)

(31 luglio 2018)

   DAGA, D'UVA, DEIANA, D'IPPOLITO, FEDERICO, ILARIA FONTANA, LICATINI, ALBERTO MANCA, NANNI, RICCIARDI, ROSPI, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   com'è noto, il nostro Paese ad oggi non si è ancora dotato di una specifica legislazione a livello nazionale per prevenire efficacemente i fenomeni di corruzione e conflitto di interessi, rendendo trasparente l'attività dei gruppi di interesse e delle lobby sul processo decisionale;

   il settore ambientale appare altamente permeabile agli interessi di settore delle imprese e delle relative organizzazioni di rappresentanza e, in particolare, delle multinazionali del settore energetico, la cui attività produttiva si trova spesso in conflitto rispetto alle esigenze ambientali e di tutela del territorio e del mare;

   quotidianamente sono oggetto di fatti di cronaca fenomeni degenerativi che insistono sui processi decisionali pubblici, sia a livello nazionale sia a livello locale, legati alla mancanza di qualsiasi regolamentazione che renda conoscibile l'attività di influenza, soprattutto delle grandi lobby industriali, sul decisore pubblico, in particolare nel settore ambientale, come dimostrano, ad esempio, i casi Ilva e Tap;

   l'attività di tali gruppi di pressione, come emerso in passato dalle cronache, è spesso preponderante, a causa degli evidenti squilibri economici e di capacità di accesso alle informazioni e ai decisori pubblici, rispetto alle azioni di sensibilizzazione messe in campo nell'interesse generale da società civile, movimenti, associazioni, imprese non profit e volontariato, per garantire la salvaguardia del patrimonio naturalistico e la salubrità dell'ambiente;

   il Ministro interrogato, durante la relazione sulle linee programmatiche presso le competenti Commissioni di Camera e Senato, ha indicato tra gli obiettivi del suo mandato la necessità di rendere trasparenti i processi di interlocuzione tra strutture amministrative e gruppi di pressione, annunciando una trasformazione del proprio dicastero in una casa di vetro in cui sia possibile per qualsiasi cittadino conoscere gli interessi che interloquiscono con il Ministero e capire, di conseguenza, come si formi la decisione pubblica –:

   se e quali siano le attività puntuali che il Ministro interrogato intende attuare per promuovere la trasparenza delle lobby e la conoscibilità della propria attività politica e amministrativa, favorendo forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali con l'obiettivo della buona amministrazione, aperta e al servizio del cittadino.
(3-00121)

(31 luglio 2018)

   EMANUELA ROSSINI e GEBHARD. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Trenitalia, nel 2011, al fine di soddisfare le molteplici richieste degli utenti ha ideato «un'area silenzio» nelle carrozze business per quei numerosi viaggiatori che durante la permanenza in treno intendono lavorare;

   un problema sentito dalle famiglie italiane che viaggiano in treno con bambini, in particolare con un solo genitore con un bambino molto piccolo, è quello di non trovare ancora sui treni della compagnia ferroviaria italiana luoghi idonei dove affrontare in maniera confortevole il loro viaggio;

   tra gli esempi europei indicativi di un nuovo trend che vede il treno rivalutato come mezzo di trasporto pubblico, ci sono le ferrovie austriache ÖBB e DB che hanno inserito uno speciale «scompartimento famiglia» per chi viaggia con i bambini, garantendo così ai passeggeri elevati standard qualitativi per le diverse esigenze;

   anche le Ferrovie federali svizzere (Ffs) hanno trasformato una carrozza di ciascuno dei loro 40 treni intercity in dotazione in un'area giochi per bambini, denominata Tiki Park, per consentire alle famiglie che viaggiano con bambini di godere di uno spazio loro riservato –:

   se ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché i gestori del servizio ferroviario nazionale integrino l'offerta ai viaggiatori con un apposito vagone dedicato alle famiglie che viaggiano con i bambini, conciliando in tal modo le esigenze di tutti i passeggeri durante i tempi di percorrenza dei treni.
(3-00122)

(31 luglio 2018)

   PALAZZOTTO, FORNARO, BERSANI, BOLDRINI, CONTE, EPIFANI, FASSINA, FRATOIANNI, MURONI, OCCHIONERO, PASTORINO, ROSTAN, SPERANZA e STUMPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   alle 7.20 del 17 luglio 2018, Open Arms e Astral hanno ritrovato i resti di un gommone alle coordinate 34°31'N 014°02'E. Il relitto galleggiava leggermente immerso. A bordo tre corpi abbandonati, due donne e un bambino, una delle donne, ancora viva, è stata recuperata dai soccorritori insieme agli altri due corpi ormai senza vita;

   terminate le operazioni di recupero il comandante della Open Arms avrebbe avvisato il Maritime rescue coordination centre (MRCC) spagnolo, in quanto Stato di bandiera della nave per chiedere istruzioni sul da farsi;

   su indicazione del Maritime rescue coordination centre (MRCC) spagnolo il comandante della Open Arms avrebbe contattato il Maritime rescue coordination centre (MRCC) italiano e maltese, chiedendo di farsi carico del coordinamento delle operazioni di salvataggio;

   su questo ritrovamento è sorta una polemica tra il Governo italiano, l’Open Arms e la Guardia costiera libica. L'organizzazione non governativa sostiene che il gommone sia stato affondato dopo un intervento dei libici che avrebbero lasciato in mare i tre corpi. Tale versione è stata contestata sia dal Governo italiano che dalla Guardia costiera libica, che ha annunciato il salvataggio di 158 persone al largo della Libia. Alla luce dei fatti probabilmente si tratta di due interventi diversi;

   il comandante della Guardia costiera libica di Misurata Tofag Scare (o Tawfik Skeeb come sembrerebbe) in un'intervista ha confermato un secondo intervento al largo di Khoms, in cui sarebbero stati lasciati a bordo del gommone i cadaveri di una donna e un bambino perché non c'era alcun motivo di recuperarli, sostenendo che nessuna altra persona era a bordo;

   questa versione darebbe ragione alla ricostruzione della Open Arms e del deputato Palazzotto, peraltro a bordo della Astral in quelle ore e che ha assistito a tutte le comunicazioni avvenute, confermando l'esistenza di un secondo intervento, nonostante il comandante affermi che l'aver abbandonato in acqua delle persone vive costituirebbe una bugia e propaganda contro la Guardia costiera libica;

   il Governo italiano non ha fornito o resi pubblici i tracciati delle imbarcazioni che sono transitate in quel tratto di mare nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018 –:

   se il Governo sia in possesso dei dati relativi alle imbarcazioni transitate nella zona la notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018 o comunque intenda reperirli tramite la Guardia costiera o la Marina militare e se non ritenga che questi dati debbano essere resi pubblici per permettere di individuare esattamente i responsabili di questa tragedia.
(3-00123)

(31 luglio 2018)

   MONTARULI, LOLLOBRIGIDA, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la linea ad alta velocità Torino-Lione e’ un'opera strategica per lo sviluppo della rete infrastrutturale e del territorio;

   nonostante l'impegno assunto dall'Italia per la realizzazione dell'opera, nel «contratto di governo» si legge: «con riguardo alla linea ad alta velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia»;

   un blocco unilaterale dei lavori sulla Torino-Lione non esclude la possibilità di una messa in mora dell'Italia, che verrebbe privata per un periodo di cinque anni dei finanziamenti europei sulle altre opere transfrontaliere non ancora in fase avanzata;

   da un punto di vista occupazionale si contano circa ottomila posti di lavoro in meno a seguito di interruzione dei lavori;

   la mancata realizzazione dell'opera comporterebbe dei costi, come il pagamento delle penali alle aziende coinvolte, nonché la messa in sicurezza e il mantenimento delle opere già realizzate;

   recentemente, inoltre, presso il cantiere di Chiomonte gruppi di facinorosi richiamatisi al movimento notav hanno attaccato operai e agenti delle forze dell'ordine, rendendosi protagonisti di inaccettabili atti di violenza;

   pure i sindacati di polizia hanno chiesto chiarezza circa il futuro dell'opera ed una presa di posizione del Governo, anche al fine di non continuare a dare adito alle pretese del movimento notav e alle sue frange più estremiste, certamente rinvigorite dall'attuale situazione di incertezza;

   ormai, peraltro, si contano circa quattrocento feriti tra le forze dell'ordine per un costo di 780.000 euro in assistenza sanitaria –:

   se il Governo intenda confermare gli impegni per la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione.
(3-00124)

(31 luglio 2018)

   MULÈ, GELMINI, OCCHIUTO, SOZZANI, COSTA, CRISTINA, GIACOMETTO, NAPOLI, PELLA, PORCHIETTO, ROSSO, RUFFINO, ZANGRILLO, BALDELLI, BERGAMINI, GERMANÀ, PENTANGELO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le sorti dell'alta velocità Torino-Lione cambiano di giorno in giorno. L'atteggiamento ondivago del Ministro preposto, in tale ambito, risente dell'inevitabile scarto tra la propaganda, eredità della stagione all'opposizione, e il confronto con la realtà, imposto dalla pratica di governo;

   martedì 24 luglio 2018, al mattino, il Ministro interrogato, dai microfoni di Radio 1, e quindi in versione istituzionale, ha affermato che la linea dell'alta velocità Torino-Lione si farà e che l'unico vero obiettivo è quello di «migliorarla, così come è scritto nel contratto di governo»;

   nel pomeriggio lo stesso Ministro, dal suo profilo Facebook, ha lanciato un messaggio di segno contrario: «Nessuno si azzardi a firmare nulla ai fini dell'avanzamento dell'opera, lo considereremmo come un atto ostile». E modificando la versione del mattino, ha precisato che: «rifarsi al contratto di governo significa ridiscutere integralmente l'infrastruttura in applicazione dell'accordo con la Francia»;

   Francia e Italia hanno un programma di lavori concordato con l'Unione europea e hanno ratificato nel 2017 un trattato, non unilateralmente modificabile, che impegna i due Paesi ad avviare i lavori definitivi;

   su Facebook il Ministro interrogato ha inoltre dichiarato: «Quando studio dossier come quello della Tav Torino-Lione, non posso che provare rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani»;

   i conti della Tav sono stati validati dagli organi di controllo societari e comunitari (in primo luogo dall'Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti) e dai 7 controlli delle Corti dei conti italiana, francese ed europea, tutti conclusi senza rilievi. L'ultimo è del maggio 2018;

   e ancora: «non si può più fare a meno di una rigorosa analisi costi-benefici». Anche «sulla Torino-Lione, come abbiamo sempre detto, saranno gli impatti ambientali, sociali, economici a dirci se portare avanti un'opera nata male»;

   il progetto, nelle sue diverse fasi di definizione, è stato oggetto di 7 valutazioni socio-economiche realizzate da primarie società internazionali e confermate da 3 sentenze del tribunale amministrativo regionale. L'opera è stata oggetto di 8 delibere Cipe, 5 valutazioni di impatto ambientale e 10 conferenze dei servizi nazionali –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno attenersi ad un rigoroso profilo istituzionale, ponendo fine alle esternazioni sui social media in contrasto con il suddetto profilo, in considerazione del fatto che queste possono destare generale sconcerto tra i partner europei, i mercati e gli investitori, in forza del ruolo che il Ministro stesso ricopre.
(3-00125)

(31 luglio 2018)

   GASTALDI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a seguito di gara pubblica del 2005 è stata affidata nel 2007 alla società di progetto Autostrada Asti Cuneo s.p.a. la concessione per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento autostradale da Asti a Cuneo, in parte già realizzato da Anas s.p.a. La concessione aveva durata di 23,5 anni decorrenti dalla fine dei lavori;

   la società Autostrada Asti Cuneo s.p.a. ha ottemperato agli obblighi di conversione realizzando (al 31 dicembre 2016) n. 7 lotti per un importo complessivo di circa 480 milioni di euro, di cui 200 milioni di contributo pubblico previsto in sede di gara e 280 milioni di finanziamento da parte del concessionario, che a tutt'oggi non è stato ammortizzato neppure in minima parte, con conseguente grave pregiudizio per il concessionario stesso;

   il contemporaneo effetto dell'incremento dei costi di investimento (non imputabile al concessionario) e della riduzione dei volumi di traffico (la sopravvenuta crisi economica del 2008, che ha avuto un impatto particolarmente negativo nell'area) ha determinato l'alterazione dell'equilibrio economico-finanziario della concessione che ha impedito al concessionario di completare l'opera almeno nella misura necessaria ad assicurare la funzionalità del collegamento autostradale tra le due città;

   in prima istanza la posizione motivatamente assunta dallo Stato italiano in merito all'operazione è che essa non configurasse alcuna situazione di aiuto di Stato. In seconda istanza e per rendere più celere la valutazione dell'operazione, essa è stata prospettata anche sotto forma di aiuto compatibile ex articolo 106 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e notificata;

   stanti la peculiarità dell'operazione e le posizioni più volte espresse dalla Commissione europea in materia di concessioni autostradali, il Governo, tramite il Ministro concedente, ha avviato un confronto con gli uffici competenti della Commissione stessa;

   in data 27 aprile 2018 è stato emesso un comunicato con cui veniva formalizzata la decisione della Commissione europea a favore dell'operazione. A questo atto dovranno seguire le approvazioni degli atti aggiuntivi alle due convenzioni a cura degli organi istituzionali italiani preposti –:

   se il Ministro interrogato intenda attivarsi affinché vengano messe in atto tutte le procedure che permettano il completamento di un'opera viaria che risolva il problema del collegamento autostradale Asti-Cuneo in sospeso da troppi anni in attesa del riequilibrio del piano, evitando inoltre il rischio del contenzioso con la società Autostrada Asti Cuneo s.p.a. estremamente delicato e potenzialmente molto oneroso per l'erario.
(3-00126)

(31 luglio 2018)