TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 33 di Mercoledì 25 luglio 2018

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il Ministro dell'interno, Matteo Salvini, in un'intervista al Washington Post, ha giudicato legittima l'annessione della Crimea da parte della Russia e definito «una falsa rivoluzione» le manifestazioni che nel 2014 portarono in Ucraina al cambiamento ai vertici del potere;

   il Ministro Salvini ha affermato che «ci sono alcune zone storicamente russe, con la cultura e le tradizioni russe che appartengono legittimamente alla Federazione russa», aggiungendo che «c'è stato un referendum e il 90 per cento della popolazione ha votato per il ritorno della Crimea nella Federazione russa. La rivoluzione di Maidan è stata falsa»;

   il Ministro degli esteri ucraino ha convocato l'ambasciatore italiano a Kiev, Davide La Cecilia, al fine di ricevere chiarimenti con riferimento alle dichiarazioni di cui sopra e, allo tempo stesso, per condannare la posizione assunta dal Vice Presidente del Consiglio dei ministri Salvini, in quanto, a parere del titolare del dicastero ucraino, «non basata su fatti reali e in contraddizione con i principi riconosciuti e le norme della legge internazionale»;

   il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018, verificato lo stato di attuazione degli accordi di Minsk, ha prorogato le sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell'economia russa fino al 31 gennaio 2019;

   il Consiglio ha adottato tale decisione mediante procedura scritta e, come di regola per tutte le decisioni di questo tipo, all'unanimità, quindi anche con il consenso del Governo italiano –:

   se il Ministro interrogato condivida le dichiarazioni rese dal Ministro dell'interno al Washington Post e, in caso affermativo, come si concilino tali dichiarazioni con la posizione assunta dal Governo italiano il 28 e 29 giugno 2018 in sede di Consiglio europeo.
(3-00102)

(24 luglio 2018)

   CORDA, ARESTA, D'UVA, DALL'OSSO, DEL MONACO, ERMELLINO, FRUSONE, GALANTINO, IORIO, IOVINO, MENGA, RIZZO, ROBERTO ROSSINI, GIOVANNI RUSSO e TRAVERSI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 94 del 2017 (cosiddetto «riordino dei ruoli») prevede, in deroga all'articolo 682 del codice dell'ordinamento militare, che solo per l'anno 2018 venga bandito un concorso straordinario per titoli ed esami per il reclutamento nei ruoli dei marescialli dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare, riservato al solo personale appartenente ai ruoli di sergenti e volontari in servizio permanente, anche in deroga ai vigenti limiti di età;

   è previsto che, con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sia stabilito il numero di posti a concorso ripartiti per ruoli di provenienza e per Forza armata di appartenenza;

   di tale decreto ministeriale, propedeutico all'emanazione di un bando di concorso straordinario, risulta agli interroganti essere stato avviato l’iter approvativo presso gli uffici del Ministro della difesa, senza che, a tutt'oggi, siano noti i successivi sviluppi, lasciando in sospeso un numero rilevante di militari tra graduati e sergenti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della questione e, in caso positivo, sia in grado di fornire indicazioni sui tempi di adozione del decreto suddetto, dal momento che il relativo concorso deve essere tassativamente bandito entro l'anno in corso.
(3-00103)

(24 luglio 2018)

   LOLLOBRIGIDA, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'introduzione della flat tax in Italia è un obiettivo scritto nel «contratto di governo» sottoscritto dai due partiti di maggioranza, MoVimento 5 Stelle e Lega;

   a quasi tre mesi dall'inizio del percorso del nuovo Esecutivo, tuttavia, il Governo sembra assumere una posizione contraddittoria in merito alla concreta realizzazione di tale punto del programma;

   da un lato, il Vice Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'interno Matteo Salvini continua ad individuarla come prioritaria, dall'altro il Vice Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio fissa la priorità in materia economica nell'introduzione del reddito di cittadinanza;

   da un altro lato ancora, il Ministro interrogato ha annunciato l'avvio dei tavoli di lavoro sull'argomento, ma ha ribadito la necessità di attenersi ai vincoli di bilancio –:

   se esista un reale cronoprogramma per l'introduzione della flat tax e se sia realistica una sua normazione già a partire dal disegno di legge di bilancio per il 2019.
(3-00104)

(24 luglio 2018)

   GERARDI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Corte dei conti nei giorni scorsi ha espresso serie preoccupazioni per il mancato versamento degli importi legati alla «rottamazione delle cartelle», pari a 9,6 miliardi di euro;

   nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato, si rileva che «a fronte di un ammontare lordo complessivo di crediti rottamati di 31,3 miliardi, l'introito atteso ammonta a 17,8 miliardi. Di tale importo sono stati riscossi nei termini solo 6,5 miliardi, comprensivi degli interessi per pagamento rateale. A tale somma deve aggiungersi la parte rateizzata ancora da riscuotere pari a 1,7 miliardi comprensivi di interesse. Pertanto dei 17,8 miliardi previsti in base alle istanze di definizione pervenute, 9,6 miliardi non sono stati ancora riscossi e costituiscono omessi versamenti»;

   la cosiddetta «rottamazione delle cartelle» operata dal precedente Governo sembra, dunque, non aver risolto il problema del contenzioso: circa la metà dei contribuenti che avevano rottamato cartelle per oltre 100 mila euro, una volta aderito, non ha potuto pagare;

   assume particolare rilevanza il rispetto delle scadenze della «rottamazione»: in caso di mancato o tardivo pagamento anche di una sola delle rate, si decade dai benefici della definizione agevolata e prendono il via le ordinarie procedure di riscossione;

   si ritiene opportuno, pertanto, instaurare una pace fiscale con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l'estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell'importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica;

   la finalità non è affatto quella di un condono tout court, bensì una sorta di «maxi rottamazione» delle cartelle ex Equitalia per i contribuenti falliti che non hanno potuto pagare talune imposte;

   il cosiddetto contratto di governo prevede, infatti, tra i vari obiettivi che si pone, un miglioramento delle procedure di riscossione con conseguente smaltimento della mole di debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti;

   il provvedimento, pertanto, dovrà essere efficace solo per coloro che, a causa della pesante recessione economica, non hanno potuto pagare in tutto o in parte le imposte fino ad un determinato tetto, escludendo quindi i grandi contribuenti –:

   se il provvedimento sulla cosiddetta «pace fiscale» sia concretamente «in cantiere» e se includa anche l'attuale «rottamazione delle cartelle», ovvero quali siano le ipotesi di intervento allo studio del Governo per lo stralcio delle cartelle ex Equitalia.
(3-00105)

(24 luglio 2018)

   MARATTIN, PADOAN, BOSCHI, MADIA, BOCCIA, NAVARRA, MELILLI, DE MICHELI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'economia italiana sta vivendo una situazione di estrema incertezza e di possibile rallentamento congiunturale, il cui dato più indicativo resta l'andamento dello spread, che sembra essersi stabilizzato ad un livello superiore di ben 100 punti base rispetto ai valori segnati fino ad aprile 2018, che comporterebbe un significativo aggravio – e crescente nel triennio – dei conti pubblici italiani fin dal prossimo esercizio economico-finanziario;

   nei giorni scorsi l'Ufficio parlamentare di bilancio ha rivisto al ribasso la stima di crescita del prodotto interno lordo per il 2018 all'1,3 per cento, contro l'1,5 per cento contenuto nell'ultimo Documento di economia e finanza (DEF) e validato ad aprile 2018 dal medesimo organismo indipendente;

   in questo scenario è fondamentale che l'azione di Governo non deteriori il livello di fiducia dei mercati e di credibilità internazionale, faticosamente ricostruiti negli ultimi anni;

   nel corso dell'audizione parlamentare sulle linee programmatiche del suo Dicastero, il Ministro interrogato ha definito prioritario il perseguimento della crescita all'interno di una politica di bilancio caratterizzata dalla riduzione del rapporto debito/prodotto interno lordo, non peggiorando i saldi di finanza pubblica fissati nel Documento di economia e finanza e mantenendo invariata la spesa nominale primaria corrente, senza peraltro specificare su quali settori intenda specificamente operare l'azione di contenimento della spesa;

   con la prudenza di tale impostazione contrastano, tuttavia, le dichiarazioni dei Vice Presidenti del Consiglio dei ministri, che si sono detti pronti ad approvare, nel disegno di legge di bilancio per il 2019, sia la cosiddetta flat tax, sia il reddito di cittadinanza, anche mediante uno sforamento del vincolo europeo del 3 per cento –:

   in vista della predisposizione del disegno di legge di bilancio per il 2019, quale sia la posizione ufficiale del Governo in merito al rispetto del limite del 3 per cento del rapporto tra indebitamento netto e prodotto interno lordo contenuto nel Patto di stabilità e crescita.
(3-00106)

(24 luglio 2018)

   BRUNETTA, GELMINI, OCCHIUTO, MANDELLI, PRESTIGIACOMO, CANNIZZARO, D'ATTIS, D'ETTORE, PELLA, PAOLO RUSSO, MARTINO, GIACOMONI, ANGELUCCI, BARATTO, BENIGNI, BIGNAMI e CATTANEO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi giorni il Ministro interrogato ha più volte dichiarato di voler mantenere il programma di governo entro i limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati finanziari e, quindi, evitare l'instabilità finanziaria che potrebbe danneggiare la crescita e rendere oneroso il costo del debito italiano, che recentemente ha toccato un nuovo record;

   sempre nei giorni scorsi, i leader di Lega e MoVimento 5 Stelle hanno lasciato capire che, al contrario, intendono, se necessario, non rispettare i limiti di bilancio concordati con l'Unione europea, in particolare quello del rapporto deficit/prodotto interno lordo, per finanziare le misure espansive contenute nel programma;

   il percorso di rientro dal debito eccessivo e il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale concordato con l'Unione europea richiede un intervento correttivo pari allo 0,3 per cento del prodotto interno lordo (circa 5,2 miliardi di euro) per il 2018 e allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo (circa 10,4 miliardi) per il 2019;

   tutte le principali istituzioni economiche nazionali e internazionali hanno recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita del prodotto interno lordo italiano, sia per il 2018 che per il 2019, per una riduzione complessiva pari a quasi cinque decimali di punto nei prossimi due anni; tale revisione provoca automaticamente il peggioramento dei rapporti deficit/prodotto interno lordo e debito/prodotto interno lordo, richiedendo al Governo ulteriori sforzi correttivi per mantenere gli obiettivi concordati con Bruxelles;

   la spesa per interessi sul debito aumenterà ulteriormente per via della cessazione del programma di quantitative easing della Banca centrale europea a partire da gennaio 2019, aumentando ulteriormente il deficit;

   il Governo si è impegnato ad impedire in qualsiasi modo l'aumento delle aliquote Iva previste dalle cosiddette «clausole di salvaguardia», un intervento di sterilizzazione che richiede risorse pari a 12,4 miliardi di euro –:

   alla luce degli interventi necessari richiamati in premessa, quali e quante altre risorse finanziarie, all'interno del deteriorato quadro macroeconomico e di finanza pubblica, rimangano a disposizione del Governo per finanziare le misure economiche contenute nel programma presentato al Parlamento, in particolare il reddito di cittadinanza, l'abolizione della «riforma Fornero» e l'introduzione della flat tax, e, nel caso la Commissione europea conceda ulteriori spazi di flessibilità al Governo, se intenda il Ministro adottare iniziative volte a utilizzare tali maggiori risorse per finanziare gli investimenti infrastrutturali, chiedendo all'Unione europea di scomputarli dal calcolo del deficit secondo il principio della «golden rule», oppure per finanziare le costose politiche economiche e sociali di parte corrente richieste da Lega e MoVimento 5 Stelle.
(3-00107)

(24 luglio 2018)

   LUPI e COLUCCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel dossier sulle tendenze demografiche del Paese sono riportati i drammatici dati sul calo delle nascite che nel 2017 hanno nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia: soltanto 458 mila nuovi nati a fronte di un numero di decessi pari a 649 mila. Dal 2008, anno di inizio della più grave crisi economica che abbia mai colpito il Paese dal dopoguerra, le nascite sono diminuite di circa 120 mila unità con un crollo del 20 per cento;

   il tasso di natalità è sceso all'1,34 figli per coppia fertile e sarebbe all'1,22 se non ci fosse l'apporto positivo degli stranieri; dei poco più di 458 mila bimbi nati in Italia nel 2017, quasi uno su quattro è nato da genitori stranieri o da almeno un genitore straniero. Per la precisione: sono 68 mila quelli nati da entrambi genitori stranieri – comunque in calo rispetto al 2016 – e poco più di 30 mila da almeno un genitore straniero. E non è un caso che la popolazione straniera sia l'unica a registrare un saldo positivo (+ 61 mila);

   i rischi sociali ed economici di queste tendenze non sono ancora adeguatamente valutati dalle stesse istituzioni politiche che hanno, finora, dedicato a questo tema un'attenzione molto parziale e limitata ai giorni in cui vengono periodicamente resi noti i dati dell'Istat ed iniziative sporadiche;

   la famiglia in tutti questi anni di crisi si è dimostrato il primo ammortizzatore sociale e di fatto fattore di coesione;

   ciò che è essenziale, nel breve periodo, è incrementare immediatamente un insieme di misure di sostegno economico alla famiglia e alla natalità. Infatti indagini socioeconomiche accurate dimostrano che uno dei freni principali allo sviluppo del nucleo familiare è costituito dalla mancanza di risorse economiche –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo dirette a rivedere il sistema fiscale del nostro Paese privilegiando le famiglie più numerose (con più figli a carico, persone disabili e anziani) e a incrementare le risorse economiche già previste nella legge di bilancio per il 2018 (ad esempio, favorire l'accesso al credito per i nuclei familiari più numerosi, agevolazioni per il pagamento delle rette degli asili nido ed altro) in modo da tutelare in modo pieno le famiglie più numerose.
(3-00108)

(24 luglio 2018)