TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 18 di Mercoledì 20 giugno 2018

 
.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   GERMANÀ, PRESTIGIACOMO, MINARDO, BARTOLOZZI, SIRACUSANO e SCOMA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle prime ore del 15 giugno 2018 due fratellini, Francesco Filippo e Raniero Messina, di 13 e 10 anni, sono morti nel rogo scoppiato nella loro abitazione, nel centro della città di Messina;

   nel rendere onore al gesto eroico di Francesco Filippo, che era riuscito a mettersi in salvo, ma, quando ha capito che uno dei fratelli era in casa, è tornato indietro a soccorrerlo trovando anche lui la morte, è necessario interrogarsi su quanto accaduto per comprendere se il tragico evento si sarebbe potuto evitare e se non sia necessario adottare misure per impedire che eventi del genere possano di nuovo accadere;

   nella stessa giornata del 15 giugno 2018 la procura di Messina ha aperto un'inchiesta sia sull'origine dell'incendio, sia sulla tempestività e sull'efficacia dei soccorsi. Risulta agli interroganti che l'allarme è stato lanciato alla 4,07 del mattino, ma alle 4,33 è stato chiamato il 112, non essendo ancora arrivato alcun mezzo;

   in base alle testimonianze raccolte, i primi ad arrivare sono stati una volante della polizia e un'autoambulanza; subito dopo sono arrivati i vigili del fuoco, con un camioncino e una jeep, e solo successivamente è arrivata l'autobotte. L'autoscala si è rivelata inidonea ad essere prontamente utilizzata per le vie strette del centro di Messina e, tuttavia, la locale stazione dei vigili del fuoco non dispone di una piattaforma;

   l'opera dei vigili del fuoco ha certamente impedito che l'evento assumesse dimensioni più tragiche, ma appare chiaro che la carenza di mezzi e di personale, più volte segnalato dai vigili del fuoco alle autorità competenti, è stata concausa del tragico fatto –:

   se non ritenga opportuno verificare i motivi per i quali non si è dato corso alle reiterate segnalazioni del comando provinciale dei vigili del fuoco di Messina, relative alla scarsità della dotazione di uomini e di mezzi, individuando, ove occorra e per i profili di competenza, le relative responsabilità e provvedendo a dotare il Corpo di mezzi adeguati alla tipologia costruttiva della città di Messina, al fine di evitare il ripetersi di simili eventi tragici.
(3-00020)

(19 giugno 2018)

   MONTARULI, RAMPELLI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CROSETTO, DEIDDA, LUCA DE CARLO, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LOLLOBRIGIDA, LUCASELLI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, OSNATO, PRISCO, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge italiana non prevede il riconoscimento di figli nati sul territorio nazionale da coppia «omogenitoriale»;

   nonostante ciò e il rifiuto degli uffici dell'anagrafe di Torino di attestare il falso, in data 23 aprile 2018 il sindaco di Torino, Chiara Appendino, ha trascritto l'atto di nascita in Italia di un bambino quale figlio di una coppia dello stesso sesso, concepito all'estero con procreazione assistita;

   l'articolo 5 della legge n. 40 del 2004 vieta espressamente l'accesso alle tecniche di procreazione mediamente assistita a coppie dello stesso sesso, mentre l'articolo 12 della medesima legge vieta il ricorso alla surrogazione di maternità, nonché la sua organizzazione o pubblicizzazione;

   con l'articolo 29 della Costituzione la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale;

   l'iniziativa del sindaco Appendino rappresenta, ad avviso degli interroganti, una palese violazione delle norme dell'ordinamento, non colmando alcuna lacuna normativa;

   in ogni caso, il sindaco Appendino e i primi cittadini che successivamente hanno assunto la stessa iniziativa sono intervenuti su una materia che è competenza esclusiva dello Stato;

   pertanto, a prescindere dal merito della vicenda, anche nel caso in cui si ritenga sussistente un vuoto normativo, l'atto in oggetto risulterebbe carente per difetto di competenza;

   in passato alcuni tribunali hanno ordinato la trascrizione degli atti di nascita di bambini su istanza di coppie dello stesso sesso, ma in tali casi le ordinanze dei giudici riguardavano fattispecie relative a provvedimenti emessi in altri ordinamenti, in quanto relativi a minori nati in un Paese straniero, e ne dichiaravano l'efficacia nell'ordinamento italiano;

   in tali casi, tuttavia, al giudice adito era inibito un qualsivoglia autonomo accertamento della compatibilità dei suddetti provvedimenti con la legislazione nazionale, dovendo esprimersi esclusivamente sul mantenimento dello status filiationis conseguito dal minore all'estero;

   nel caso in esame, invece, il provvedimento del sindaco Appendino non è volto a mantenere, bensì ad instaurare lo status filiationis del minore, ad avviso degli interroganti in palese contrasto con le norme di diritto interno e internazionale a tutela dei minori;

   nei provvedimenti de quo prevale, infatti, l'interesse degli adulti a dichiararsi, a giudizio degli interroganti falsamente, genitore naturale del bambino, esercitando un'opzione non prevista dall'ordinamento;

   il Governo non ha ancora provveduto ad annullare gli atti del sindaco Appendino e degli altri sindaci che hanno imitato l'iniziativa –:

   se non intenda assumere ogni iniziativa di competenza volta ad annullare tutti i provvedimenti di registrazione di nascita in Italia di bambino quale figlio di coppia dello stesso sesso.
(3-00021)

(19 giugno 2018)

   TOCCAFONDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da giorni circola notizia di un dossier che il MoVimento 5 Stelle toscano avrebbe consegnato al Ministro interrogato. Il capogruppo in consiglio regionale Giannarelli, incaricato della redazione del dossier, ha precisato che lo spirito non sarebbe «quello del distruggere per partito preso», ma del «comprendere di quali opere la città e i cittadini abbiano veramente bisogno». Le opere sotto osservazione sarebbero: passante fiorentino dell'alta velocità e relativa sottostazione; ampliamento dell'aeroporto di Peretola; nuovo termovalorizzatore; tranvia della Piana; nuovo stadio; terza corsia dell'autostrada e raddoppio corsie della statale Tirrenica;

   il dossier mette di fatto in discussione l'intero sviluppo di Firenze, cancellando anni di lavoro e opere attese da decenni. Tutte opere in corso di realizzazione o pronte per essere realizzate e che hanno ricevuto o stanno ricevendo investimenti pubblici;

   il blocco dell'alta velocità renderebbe inutile la stazione Foster, per la quale è già stato speso un miliardo di euro. Il fermo dell'ampliamento dell'aeroporto bloccherebbe lo sviluppo dello scalo, ma anche la realizzazione del nuovo stadio e del nuovo mercato alimentare. Il dossier parlerebbe di «potenziamento dello scalo pisano come unico aeroporto strategico toscano, con declassamento del fiorentino a city-airport»;

   il Presidente della regione, Enrico Rossi, ha invitato il Ministro interrogato al dibattito sul piano regionale delle infrastrutture e della mobilità, in programma a Firenze il 26 giugno 2018. Anche il sindaco di Firenze si è espresso duramente sul blocco delle opere;

   Confindustria e tutte le categorie economiche e sindacali hanno ricordato il ruolo fondamentale delle infrastrutture per lo sviluppo economico della Toscana, ove operano circa 450 mila imprese –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato sulle questioni esposte, in particolare sulla realizzazione della nuova pista aeroportuale di Firenze, sulla realizzazione del passante e della nuova stazione alta velocità a Firenze, sulla realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini e sul completamento del sistema tramviario, e se non ritenga opportuno lavorare in regime di stretta collaborazione e concertazione, anche con le amministrazioni locali, visto che talune opere sono in gestazione da anni, hanno seguito iter complessi che ne garantiscono la compatibilità ambientale e la sostenibilità economica e la loro eventuale dismissione potrebbe generare contenziosi e spreco di risorse pubbliche.
(3-00022)

(19 giugno 2018)

   STUMPO e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   stando a quanto si apprende dagli organi di stampa, domenica 10 giugno 2018 il Ministro dell'interno e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini, non avrebbe concesso l'autorizzazione alla nave Aquarius di fare ingresso in un porto italiano;

   sull'Aquarius in quel momento si trovavano 629 migranti, di questi 123 erano minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte;

   le 629 persone migranti a bordo dell'Aquarius hanno ricevuto soccorso in mare in ben sei diverse operazioni di salvataggio avvenute tutte sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana;

   dopo aver recuperato le prime 229 persone migranti il coordinamento della Guardia costiera italiana ha chiesto all'Aquarius di accettare il trasferimento di altre persone che erano state soccorse sia da navi della Marina che della Guardia costiera italiana nella giornata del 9 giugno 2018;

   l'Aquarius quindi ha ricevuto un trasferimento di 129 persone dalla nave della Guardia costiera CP 312, poi altre 64 dalla nave della Guardia costiera CP 319 e infine altri 88 sopravvissuti dalla nave della Guardia costiera CP 267; inoltre la nave San Giusto ha aiutato ad effettuare l'ultimo trasferimento di 119 naufraghi dalla nave mercantile MV Jolly Vanadio;

   la Guardia costiera, quindi, ha coordinato tutte le azioni di salvataggio fin dall'inizio ed ha assunto la responsabilità del soccorso;

   da fonti di stampa risulterebbe che la sera del 10 giugno 2018 il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro interrogato, inviava una comunicazione urgente al Governo di Malta al quale richiedeva perentoriamente di accogliere i migranti della nave Aquarius, ricevendo un diniego;

   la nave Aquarius è rimasta a lungo a metà strada fra Italia e Malta fino a quando il Governo della Spagna si è offerto di accogliere i migranti nel porto di Valencia;

   la paventata chiusura dei porti può avvenire per motivi di sicurezza nazionale, non certo per navi che possono essere in difficoltà per avere prestato soccorso sotto il coordinamento da Roma della Guardia costiera, secondo quanto previsto dai trattati internazionali in materia di Sar (search and rescue) –:

   se corrisponda al vero e con quale motivazione sia stato emanato un atto formale che ha sancito la chiusura dei porti e, in caso di assenza di questo, per quali motivi e sulla base di quale normativa la nave Aquarius non abbia potuto recarsi in almeno uno dei porti italiani i cui sindaci avevano dato la disponibilità ad accogliere i 629 migranti.
(3-00023)

(19 giugno 2018)

   GRIBAUDO, PAITA, GARIGLIO, BONOMO, ENRICO BORGHI, FREGOLENT, GIORGIS, LEPRI, LOSACCO, PORTAS, VAZIO e FIANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha, con una serie di dichiarazioni, annunciato l'intenzione di rivedere alcune strategiche infrastrutture, a giudizio degli interroganti usando come pretesto una verifica su costi e benefici, destando non poca preoccupazione sulla realizzazione delle stesse;

   è impensabile solo immaginare di fermare delle opere, come Terzo valico e Tav, per le quali sono stati già compiuti tutti i passaggi amministrativi necessari alla realizzazione con impegno di ingenti risorse economiche;

   si tratta di opere che investono la responsabilità del Paese anche in base ad accordi internazionali;

   la richiesta di una verifica sui costi e benefici appare secondo gli interroganti del tutto pretestuosa e finalizzata ad assecondare un certo ideologismo «anti», anche perché su tutte le opere, per esplicito intendimento del precedente Governo, sono state già effettuate le analisi costi/benefici in riferimento a ciascuna opera, dimostrandone l'assoluta validità e sostenibilità;

   nella XVII legislatura sono stati compiuti importanti percorsi istituzionali, da parte del Governo pro tempore, per la più ampia condivisione possibile delle suddette opere, con l'obiettivo di disinnescare le tensioni presenti con sensibilità maggiormente refrattarie alla loro realizzazione;

   ad esempio, sulla TAV, con il rapporto «Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia», si è attuata la revisione del progetto da parte dell'allora Ministro Delrio che, per la tratta nazionale, ne ha dimezzato i costi, riutilizzando una parte rilevante della linea storica, come certificato anche dai documenti ufficiali dell'Osservatorio che ha dimostrato l'oggettiva validità della Tav, soprattutto se inserita nel contesto delle reti europee;

   come per la Tav, anche il «no» al Terzo valico causerebbe penali rilevanti: quelle per i mancati utili e quelle relative alle opere per ripristinare il territorio. Un costo complessivo per l'Italia di miliardi di euro, nonché di un ritardo della rete infrastrutturale –:

   quale sia la posizione del Governo sul futuro delle grandi opere in Italia e se corrisponda al vero l'intenzione di ridiscutere le stesse con il rischio di penali e di non realizzare infrastrutture strategiche per il Paese, come la Tav e il Terzo valico.
(3-00024)

(19 giugno 2018)

   ZIELLO, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TERZI, TIRAMANI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   le teorie neomalthusiane, indicando nella crescita demografica il peggiore dei mali, hanno condizionato pesantemente le istituzioni internazionali e le politiche dei Governi, con risultati che sono all'origine della crisi economica e che si sono rivelati devastanti per l'economia e per lo sviluppo dell'umanità. Con il verificarsi del crollo delle nascite, il prodotto interno lordo mondiale è cominciato a decrescere ed i costi fissi ad aumentare;

   la mancanza di giovani e la crescita percentuale di anziani e pensionati hanno fatto lievitare le spese sanitarie e quelle dei sistemi pensionistici. Per sopperire alla mancata crescita demografica, le economie avanzate hanno aumentato le tasse e incrementato i costi, praticando politiche di credito facile e a basso interesse e indebitando le famiglie in maniera vertiginosa. La riduzione del risparmio e la crescita del debito delle famiglie è più o meno simile in tutti i Paesi avanzati che hanno adottato politiche di decrescita demografica;

   la denatalità in Europa è ormai un'emergenza. Entro il 2025 i primi Paesi europei — Italia, Spagna, Germania, Grecia — potrebbero sperimentare l'implosione demografica, ovvero la diminuzione effettiva della popolazione;

   questi dati allarmanti, incidenti sul destino delle nuove generazioni, incrociano le cause e gli effetti della denatalità, una realtà che rende l'Italia penultima in Europa, che frena la ripresa economica e finirà con il determinare un pesante squilibrio generazionale;

   è necessario conferire piena attuazione all'articolo 31 della Costituzione, il quale sancisce che «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi (...)»;

   anche quando si è affrontato il problema di misure di sostegno economico alle famiglie con interventi mirati, si è agito in modo assistenzialistico e non con una politica programmata di contrasto alla denatalità;

   il nostro Paese è agli ultimi posti tra i Paesi dell'Unione europea per la spesa per la famiglia e l'infanzia;

   per l'ordinamento italiano si conferma, quindi, l'opportunità di rivisitare, dentro un quadro complessivo, il favor familiae previsto dalla Costituzione –:

   quali politiche il Ministro interrogato intenda promuovere per contrastare la crisi demografica.
(3-00025)

(19 giugno 2018)

   VIGNAROLI, DAGA, DEIANA, FEDERICO, ILARIA FONTANA, D'IPPOLITO, LICATINI, ALBERTO MANCA, NANNI, RICCIARDI, ROSPI, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   com'è noto, il nostro Paese si è dotato di una specifica legislazione ambientale nazionale con notevole ritardo rispetto ai primi importanti interventi normativi comunitari. Per di più, con l'entrata in vigore di una disciplina sanzionatoria ambientale più rigorosa, le organizzazioni criminali hanno fornito a imprenditori senza scrupoli, interessati a vedere abbattuti i loro costi di impresa, una comoda «scorciatoia» per disfarsi dei rifiuti prodotti dalla loro attività, anche provvedendo a trasferire tali residui in aree che fossero di loro più agevole controllo;

   tali circostanze hanno portato a far sì che le aree in cui più forte era la pressione antropica prodotta dalle attività industriali più risalenti ed inquinanti, così come in quelle che si erano, loro malgrado, trasformate in comode «mete» di traffici illeciti di rifiuti, presentino, ad oggi, gravi e diffusi indici di inquinamento delle matrici ambientali e forti rischi per la salute di ogni cittadino;

   l'estrema gravità sanitaria, ambientale, economica e della legalità dell'area cosiddetta della «Terra dei fuochi», che ricomprende alcune aree della regione Campania, ha portato l'Esecutivo precedente a interventi specifici nella regione Campania;

   si prende atto dell'esistenza, su tutto il territorio nazionale, di aree che possono essere definite «ad alta compromissione ambientale» per l'alta densità di discariche abusive, percolazioni, roghi tossici e contaminazioni delle falde acquifere, che mettono a repentaglio la salute dei cittadini, la qualità delle matrici ambientali nonché la fiducia delle comunità nei confronti dello Stato –:

   se negli intendimenti e nelle priorità del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare vi sia la volontà di proseguire con gli interventi in favore della «Terra dei fuochi», contestualmente individuando altre aree sofferenti a livello ambientale, sparse su tutto il territorio nazionale, se del caso, illustrando quali saranno gli elementi di criticità ambientale ed epidemiologica che saranno tenuti in specifica considerazione, oltre alla valutazione di iniziative normative per rendere più sollecite ed efficaci le operazioni di bonifica dei siti inquinati, anche non ricadenti in siti di interesse nazionale (SIN).
(3-00026)

(19 giugno 2018)