CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 aprile 2024
294.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Mirco CARLONI. – Interviene il sottosegretario all'agricoltura, alla sovranità alimentare e alle foreste, Luigi D'Eramo.

  La seduta comincia alle 10.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Mirco CARLONI, presidente, comunica che la deputata Eleonora Evi entra a far parte della Commissione. Dà il benvenuto alla collega Evi.

Istituzione dell'Albo nazionale delle imprese agromeccaniche e disciplina dell'esercizio dell'attività professionale di agromeccanico.
C. 1794 Davide Bergamini.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Attilio PIERRO (LEGA), relatore, fa presente che la XIII Commissione Agricoltura avvia oggi l'esame in sede referente della proposta di legge recante «Istituzione dell'Albo nazionale delle imprese agromeccaniche e disciplina dell'esercizio dell'attività professionale di agromeccanico».Pag. 344
  Ricorda che la proposta di legge, che si compone di 15 articoli, ha l'obiettivo di riconoscere specificamente la figura dell'imprenditore agromeccanico e la professionalità che questo apporta al sistema agricolo.
  Osserva che l'articolo 1 espone le finalità della proposta di legge, ovvero:

   promuovere la qualificazione professionale delle imprese agromeccaniche come fornitrici di servizi agromeccanici, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 99 del 2004;

   certificare la tracciabilità dei servizi prestati dalle imprese agromeccaniche nell'ambito delle filiere produttive agricole, forestali e bioenergetiche;

   tutelare i soggetti che si avvalgono delle imprese agromeccaniche per l'esercizio delle attività agricole, forestali, ambientali e bioenergetiche;

   favorire l'uso multidisciplinare delle macchine agricole, incrementandone l'impiego per lavori di carattere ambientale, di tutela e manutenzione del territorio, di riqualificazione delle aree urbane, di gestione dei comprensori periurbani e di prevenzione del rischio idrogeologico;

   disciplinare i requisiti di sicurezza, in particolare ai fini del controllo delle macchine, delle attrezzature e degli impianti destinati all'esercizio dell'attività agromeccanica, e la certificazione delle competenze nell'uso delle tecnologie agromeccaniche.

  Evidenzia che l'articolo 2 reca le definizioni relative alla proposta di legge. In particolare, sottolinea che l'«attività agromeccanica» viene definita come l'esercizio di almeno una delle attività indicate dall'articolo 5 del decreto legislativo n. 99 del 2004. Rammenta che tale disposizione, infatti, definisce l'attività agromeccanica quella fornita a favore di terzi con mezzi meccanici per effettuare le operazioni colturali dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, la sistemazione e la manutenzione dei fondi agro-forestali, la manutenzione del verde, nonché tutte le operazioni successive alla raccolta dei prodotti per garantirne la messa in sicurezza. Sottolinea che il citato articolo 5 ricomprende nell'attività agromeccanica anche le operazioni relative al conferimento dei prodotti agricoli ai centri di stoccaggio e all'industria di trasformazione quando eseguite dallo stesso soggetto che ne ha effettuato la raccolta. Per «impresa agromeccanica» si intende l'impresa, costituita in forma individuale o societaria, comprese le cooperative e i consorzi tra imprese, che svolge in regime di prevalenza economica l'attività agromeccanica.
  Segnala che l'articolo 3 istituisce l'Albo nazionale delle imprese agromeccaniche presso il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Evidenzia che l'Albo è suddiviso in sezioni istituite, in ciascuna regione e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, presso l'assessorato regionale o provinciale competente per materia.
  Osserva che l'articolo 4 regola le modalità di iscrizione all'Albo di cui all'articolo 3, disponendo che possono presentare domanda di iscrizione all'Albo le imprese agromeccaniche iscritte presso la competente camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura con il codice ATECO 01.61.00.
  Segnala che l'articolo 5 reca norme in materia di certificazione delle prestazioni. In particolare, sottolinea che il comma 1 prevede che le imprese agromeccaniche iscritte all'Albo sono qualificate imprese agromeccaniche professionali e sono autorizzate a rilasciare la certificazione, avente valore legale, delle prestazioni svolte. Evidenzia che il comma 2 dispone che la citata certificazione è rilasciata alle aziende agricole e alle amministrazioni e agli enti pubblici destinatari delle seguenti attività svolte dall'impresa stessa:

   operazioni colturali;

   sistemazione e manutenzione di fondi agro-forestali;

   manutenzione del verde;

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   messa in sicurezza di prodotti agricoli successivamente alla raccolta;

   conferimento di prodotti agricoli ai centri di stoccaggio e all'industria di trasformazione quando eseguite dallo stesso soggetto che ne ha effettuato la raccolta.

  Fa presente che l'articolo 6 dispone che, ai fini dell'iscrizione all'Albo, le imprese agromeccaniche devono disporre di un responsabile tecnico in possesso di specifici requisiti di capacità professionale e di formazione. Evidenzia che la funzione di responsabile tecnico può essere svolta dal titolare dell'impresa, da uno dei soci, dal collaboratore dell'impresa familiare ovvero da un dipendente assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche a tempo parziale. In particolare, per quanto riguarda i requisiti di capacità professionale, segnala che il comma 3 prevede che il responsabile tecnico deve possedere i requisiti determinati da almeno una delle seguenti condizioni, congiuntamente con la frequenza del corrispondente corso modulare di aggiornamento professionale ai sensi del comma 4:

   avere svolto almeno due anni di attività presso un'impresa agromeccanica;

   per i soggetti in possesso di certificato delle competenze di base acquisite nell'assolvimento di un percorso triennale di istruzione e formazione professionale in agraria, avere svolto almeno un anno di attività presso un'impresa agromeccanica;

   per i soggetti in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado o di laurea relativi alle discipline agrarie o di iscrizione in alcuno degli ordini o collegi professionali del settore agrario e forestale, avere svolto almeno sei mesi di attività presso un'impresa agromeccanica.

  Osserva che il comma 4 dispone che il corso modulare di aggiornamento professionale per l'acquisizione della qualifica di responsabile tecnico è costituito da moduli pratici e teorici della durata di seguito indicata:

   per i soggetti di cui al comma 3, lettera a): modulo pratico: 20 ore; modulo teorico: 40 ore;

   per i soggetti di cui al comma 3, lettera b): modulo pratico: 40 ore; modulo teorico: 20 ore;

   per i soggetti di cui al comma 3, lettera c): modulo pratico: 30 ore; modulo teorico: 12 ore.

  Fa presente che il comma 5 dispone che la funzione di responsabile tecnico non può essere svolta per più di tre imprese agromeccaniche. Infine, segnala che il comma 6 prevede che l'impresa agromeccanica, in caso di cessazione dall'incarico per qualunque causa, è tenuta a sostituire, entro i successivi sei mesi, il responsabile tecnico con un soggetto in possesso dei requisiti previsti dall'articolo in commento, a pena di cancellazione dall'Albo.
  Evidenzia che l'articolo 7 disciplina i requisiti organizzativi e strutturali dell'impresa agromeccanica. In particolare, sottolinea che il comma 1 prevede che per lo svolgimento dell'attività, le imprese agromeccaniche devono possedere i seguenti requisiti organizzativi e strutturali e dichiararne il possesso, all'atto dell'affidamento dei lavori, al committente, pubblico o privato, o dalla stazione appaltante:

   iscrizione nell'Albo, da dimostrare con attestato rilasciato dal competente assessorato della regione o della provincia autonoma;

   utilizzazione di macchinari e attrezzature idonei alle lavorazioni da eseguire, in base alle norme nazionali e dell'Unione europea;

   adeguata formazione dei propri dipendenti e collaboratori in relazione ai servizi prestati;

   osservanza delle prescrizioni relative allo svolgimento dell'attività di cui al comma 2.

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  Sottolinea che il comma 2, infatti, prevede che nello svolgimento della propria attività le imprese agromeccaniche:

   si avvalgono di fornitori in possesso dei requisiti di regolarità giuridica e amministrativa;

   eseguono le prestazioni di servizi nel rispetto dei codici di buone pratiche riconosciuti per i rispettivi settori di attività;

   applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro ai dipendenti delle imprese che esercitano attività di contoterzismo in agricoltura;

   stipulano un'idonea polizza assicurativa a tutela dei destinatari delle prestazioni agromeccaniche contro i danni derivanti dall'esercizio dell'attività agromeccanica;

   tutelano i prestatori d'opera con forme di tutela, anche di tipo assicurativo, in aggiunta a quelle obbligatorie previste dalla legge.

  Inoltre, osserva che il comma 3 impone alle imprese agromeccaniche di controllare e documentare:

   le mansioni e i profili operativi del personale addetto;

   gli interventi di informazione e di formazione del personale addetto;

   le lavorazioni eseguite e le quantità di esse;

   gli elementi identificativi dei macchinari impiegati;

   le eventuali difficoltà o situazioni critiche riscontrate nel corso del lavoro;

   i mezzi tecnici eventualmente impiegati;

   le procedure adottate per la tutela dell'ambiente.

  Fa presente che l'articolo 8 reca norme in materia di domanda di iscrizione, revisione dell'Albo, sospensione e cancellazione delle imprese agromeccaniche. In particolare, sottolinea che il comma 1 prevede che per ottenere l'iscrizione all'Albo, le imprese agromeccaniche sono tenute a presentare al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, tramite l'assessorato regionale o della provincia autonoma competente per materia, un'istanza corredata delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni o delle dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà attestanti:

   l'iscrizione, come impresa agromeccanica, nel registro delle imprese presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competente;

   la residenza del titolare o del rappresentante legale;

   l'assenza di condanne penali definitive registrate nel casellario giudiziale relativamente al titolare o al legale rappresentante o l'intervenuta riabilitazione;

   la regolarità contributiva dell'impresa;

   la dotazione di mezzi meccanici idonei all'attività;

   l'assenza di procedure, definite o in corso, a carico dell'impresa ai sensi del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al decreto legislativo n. 14 del 2019;

   l'iscrizione nell'anagrafe regionale delle aziende agricole, nel caso in cui sia previsto l'utilizzo di carburante agricolo.

  Segnala che, in base al comma 2, ricevuta l'istanza, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, entro novanta giorni, adotta il provvedimento di accoglimento o diniego dopo aver eseguito le occorrenti verifiche. Precisa che, nel caso di mancata decisione entro tale termine, l'istanza si intende accolta.Pag. 347
  Osserva che il comma 3 dispone che l'Albo è sottoposto a revisione triennale mediante verifica, da parte del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, del mantenimento dei requisiti prescritti dalla proposta di legge da parte delle imprese agromeccanicne iscritte. Sottolinea che non sono sottoposte alla verifica le imprese la cui iscrizione nell'Albo sia intervenuta negli ultimi sei mesi antecedenti la scadenza del triennio. Fa presente che il comma 4 prevede che la sospensione dell'impresa agromeccanica dall'Albo sia disposta dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste quando a carico dell'impresa o dei suoi titolari o dei legali rappresentanti:

   siano in corso procedimenti di esecuzione civile o procedure ai sensi del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al decreto legislativo n. 14 del 2019;

   siano in corso procedimenti penali per reati ambientali;

   sia accertata l'omissione del regolare pagamento di retribuzioni ai dipendenti o dell'esecuzione del versamento dei contributi assicurativi o previdenziali obbligatori.

  Evidenzia che il comma 5 prevede che la sospensione è revocata quando cessa la causa che l'aveva determinata, mentre il comma 6 disciplina la cancellazione dell'impresa agromeccanica dall'Albo, che avviene su richiesta della medesima impresa nonché nei seguenti casi:

   quando l'impresa abbia perduto i requisiti di cui all'articolo 6; in tale caso l'impresa non può chiedere nuovamente l'iscrizione all'Albo finché non siano decorsi due anni dalla data del provvedimento di cancellazione;

   quando l'impresa sia dichiarata fallita o sia destinataria di altro provvedimento ai sensi del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al decreto legislativo n. 14 del 2019;

   quando a carico dell'impresa già destinataria di un provvedimento di sospensione o dei suoi titolari o legali rappresentanti si verifichi nuovamente, nel corso dei tre anni successivi al provvedimento, una delle cause di sospensione;

   quando l'impresa abbia cessato l'attività.

  Evidenzia che avverso i provvedimenti di diniego di iscrizione, di sospensione e di cancellazione dall'Albo è ammesso ricorso in opposizione al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nel termine di trenta giorni dalla notificazione del provvedimento nei modi stabiliti dal regolamento di attuazione di cui all'articolo 11 (comma 7). Sottolinea che qualora il Ministero accolga il ricorso dispone con provvedimento l'iscrizione o la reiscrizione all'Albo (comma 8). Fa presente che l'impresa iscritta all'Albo è tenuta a comunicare tempestivamente al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste le variazioni dei requisiti dichiarati e aggiorna conseguentemente il fascicolo aziendale (comma 9).
  Segnala che l'articolo 9 reca norme in materia di controllo. In particolare, sottolinea che il comma 1 prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano eseguono annualmente un controllo a campione, su un numero pari almeno al 5 per cento delle imprese agromeccaniche iscritte nella rispettiva sezione dell'Albo, mediante una verifica documentale e una verifica presso l'impresa. Fa presente che, qualora a seguito delle verifiche siano accertate irregolarità, dalle quali non discenda la sospensione o la cancellazione dall'Albo, l'organo di controllo impartisce le necessarie prescrizioni, a cui l'impresa deve adeguarsi nel termine di quarantacinque giorni, prorogabile di ulteriori quindici giorni per comprovate esigenze tecniche e organizzative (comma 2). Segnala che, in mancanza di adeguamento alle prescrizioni, la regione o la provincia autonoma trasmette le risultanze delle verifiche al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per la cancellazione dell'impresa dall'Albo (comma 3).Pag. 348
  Osserva che l'articolo 10 definisce le modalità di promozione dell'attività agromeccanica e i benefici per le imprese iscritte all'Albo. In particolare, sottolinea che il comma 1 prevede che, al fine di promuovere la partecipazione delle imprese agromeccaniche iscritte all'Albo alle attività di prevenzione del dissesto idrogeologico e di manutenzione e protezione del paesaggio agrario, montano e forestale, le regioni e le province autonome pubblicano nei propri siti internet istituzionali:

   bandi per agevolare l'acquisto, da parte delle imprese agromeccaniche iscritte all'Albo, di attrezzature e macchinari finalizzati a un minore impatto ambientale e ad una maggiore sicurezza per gli operatori;

   informazioni nelle quali sono indicati i tipi di intervento destinati alle imprese agromeccaniche iscritte all'Albo, i criteri e le modalità della loro attuazione nonché le procedure per la presentazione della manifestazione di interesse da parte delle imprese stesse.

  Osserva che il comma 2 dispone che le regioni e le province autonome possono prevedere specifici criteri per la concessione di benefìci economici e di altra natura in favore dei soggetti pubblici e privati che si avvalgono di imprese agromeccaniche iscritte all'Albo.
  Segnala che l'articolo 11 reca norme in materia di regolamento di attuazione della proposta di legge. Sottolinea, in particolare, che, a norma del comma 1, esso è adottato con decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, da emanare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Fa presente che, in base al comma 2, il regolamento stabilisce i criteri e le modalità di iscrizione all'Albo, individua i soggetti deputati all'accertamento del possesso dei requisiti e determina i contenuti dei corsi modulari di aggiornamento professionale di cui all'articolo 6 per la formazione dei responsabili tecnici.
  Evidenzia che l'articolo 12 reca una norma transitoria, prevedendo che le imprese agromeccaniche che alla data di entrata in vigore della legge esercitano l'attività agromeccanica da almeno due anni possono presentare, entro un anno, la domanda di iscrizione all'Albo, a condizione che siano dotate del responsabile tecnico, con i requisiti di cui all'articolo 6, e che questi frequenti un corso di aggiornamento professionale ridotto, della durata complessiva di 8 ore, entro sei mesi dalla data della richiesta di iscrizione all'Albo, da parte dell'impresa agromeccanica (comma 1). Sottolinea che l'attestato di frequenza dovrà essere inviato al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, organo incaricato della tenuta dell'Albo, entro i trenta giorni successivi alla scadenza del suddetto termine di sei mesi, per l'annotazione nell'Albo medesimo. Fa presente che, decorso tale termine, il mancato adempimento comporterà la cancellazione dell'impresa (comma 2).
  Segnala, infine, che l'articolo 13 prevede la clausola di invarianza finanziaria, mentre l'articolo 14 reca la clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano.

  Mirco CARLONI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento e rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Mirco CARLONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Luigi D'Eramo.

  La seduta comincia alle 10.10.

Documento di economia e finanza 2024.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

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  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marco CERRETO (FDI), relatore, fa presente che la XIII Commissione è chiamata ad esprimere un parere alla V Commissione Bilancio sul Documento di economia e finanza 2024.
  Segnala che il Documento è composto da tre sezioni, la prima relativa al programma di stabilità dell'Italia, la seconda dedicata alle analisi e alla tendenza della finanza pubblica e la terza, all'attuazione del Programma nazionale di riforma.
  Evidenzia che il Documento è, poi, corredato da taluni allegati contenenti:

   la Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate;

   le Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica;

   la Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;

   le Spese dello Stato nelle Regioni e nelle Province Autonome;

   la Relazione sull'attuazione della razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e servizi.

  Quanto agli aspetti generali, fa presente che il Documento di economia e finanza 2024 evidenzia che, a fronte di un dato di debito per il 2023 sensibilmente inferiore alle previsioni, a partire dall'anno in corso il rapporto debito/PIL tenderà a risalire lievemente a causa degli ulteriori costi legati al Superbonus.
  Osserva che, sulla base delle stime aggiornate, la tendenza alla crescita del debito si arresta nel 2026, per poi ridursi a partire dal 2027. Dal 2028, venendo meno gli effetti di cassa legati al Superbonus e grazie al miglioramento di bilancio conseguente all'adozione delle regole relative alla nuova governance economica europea, il rapporto debito/PIL inizierà velocemente a scendere.
  Ciò premesso, segnala che la previsione tendenziale del tasso di crescita del PIL si attesta, per il 2024, all'1 per cento, mentre si stima pari all'1,2 per cento nel 2025, all'1,1 nel 2026 e allo 0,9 per cento nel 2027.
  Osserva che il Governo sottolinea che le proiezioni aggiornate si caratterizzano per essere coerenti con il nuovo sistema di regole sulla governance economica europea.
  Segnala che, da quanto emerge dal DEF 2024, la crescita del PIL sarà sostenuta, in particolare, dagli investimenti connessi al PNRR e da un graduale recupero del reddito reale delle famiglie. Sottolinea che è stata così innescata una spirale virtuosa che ha favorito una più rapida discesa del tasso di inflazione. Infatti, la crescita dell'indice dei prezzi al consumo, pari al 1,3 per cento a marzo in termini di variazione sui dodici mesi, è risultata decisamente sotto la media europea. Evidenzia che l'incremento atteso relativo ai redditi da lavoro consentirà anche un progressivo recupero del potere d'acquisto delle famiglie e, al contempo, permetterà di preservare la competitività di costo nei confronti delle principali economie europee.
  Per quanto di competenza della Commissione Agricoltura, fa presente che il DEF 2024 indica – nel paragrafo III della III Sezione dedicato alle risposte di policy alle principali sfide economiche, occupazioni e sociali del nostro Paese – gli obiettivi che l'Italia si sta impegnando a perseguire: incremento della sostenibilità, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, innovazione della catena logistica, ammodernamento della strumentazione e del parco macchine delle imprese agricole, una più attenta governance condivisa della risorsa idrica.
  Fa presente che, per il perseguimento di tali obiettivi, sono impegnate risorse nazionali ed europee nell'ambito della PAC (Politica agricola comune) e del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
  Segnala che nel PNRR, così come modificato con la decisione del Consiglio UE dell'8 dicembre 2023, gli interventi gestiti direttamente dal Ministero dell'agricoltura, Pag. 350della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) passano da 4 a 5 e la dotazione finanziaria disponibile totale del Ministero viene incrementata da 3,68 a 6,53 miliardi. Le risorse complessive gestite dal MASAF sono state incrementate di 2,85 miliardi di euro. Sottolinea che tale aumento deriva dall'introduzione della nuova misura M2C1- I3.4 – Fondo rotativo Contratti di filiera PNRR, con risorse pari a circa 2 miliardi di euro, e dalla modifica della misura «Parco Agrisolare», che ha ottenuto, con la rimodulazione del PNRR, risorse aggiuntive pari a circa 850 milioni di euro. Fa presente che, in conseguenza di tale innalzamento, le risorse disponibili per tale misura ammontano a 2,35 miliardi di euro.
  Ricorda che nell'ambito del PNRR le risorse gestite direttamente dal MASAF sono allocate sui seguenti investimenti:

   Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo (M2-C1-II.2.1), con risorse per 800 milioni di euro destinate ad aziende singole e associate, organizzazioni di produttori, cooperative e consorzi, operatori di trasporto, autorità portuali, amministrazioni pubbliche, autorità locali. Specifica che la misura risulta strutturata in tre linee di azione, con incentivi rispettivamente a favore di investimenti realizzati dalle imprese (500 milioni), investimenti nelle aree mercatali (177 milioni) e investimenti nelle aree portuali (123 milioni). Fa presente che l'obiettivo finale è quello di realizzare almeno 48 interventi per migliorare la logistica nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo;

   Parco Agrisolare (M2-C1-II.2.2), con risorse per 2,35 miliardi di euro, destinate ad aziende e società del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. Ricorda che la misura prevede il sostegno agli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Tra gli interventi accessori della misura ricorda la rimozione di amianto e la realizzazione di nuove coperture con coibentazione, isolamento termico ed aerazione. Segnala che attualmente il numero complessivo di beneficiari è pari a 12.035 per un ammontare di risorse assegnate che risulta oggi pari a 1,137 miliardi di euro. Segnala che l'obiettivo finale prevede generazione di energia da installazioni fotovoltaiche, in modo che si realizzino entro il mese di giugno 2026 almeno 1.383.00 KW (prima era 375.000 kW) di capacità di generazione di energia solare installata pari a un investimento complessivo di 2,35 miliardi di euro;

   Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare (M2C1-II.2.3), con risorse pari a 500 milioni di euro, destinate a fattorie, aziende, organizzazioni di produttori e consorzi. Ricorda che questa misura prevede il sostegno agli investimenti in beni materiali e immateriali volti: all'innovazione e meccanizzazione del settore agricolo (introduzione di tecniche di agricoltura di precisione, nonché l'ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni, in particolare delle macchine fuoristrada (400 milioni); all'innovazione nei processi di trasformazione, stoccaggio e confezionamento dell'olio extravergine di oliva con l'obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre/eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici (100 milioni). Segnala che l'obiettivo finale prevede che almeno 15.000 imprese devono ricevere un sostegno per investimenti realizzati a favore dell'innovazione nell'economia circolare e nella bioeconomia;

   Fondo Rotativo Contratti di Filiera (FCF) per il sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo (M2C1 – II. 3.4), con una dotazione di 2 miliardi di euro. Ricorda che tale misura, come già accennato, consisterà in un investimento pubblico volto ad incentivare gli investimenti privati e a migliorare l'accesso ai finanziamenti e opererà erogando contributi e finanziamenti agevolati direttamentePag. 351 attraverso l'ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). Segnala che i beneficiari sono le imprese, i gruppi di imprese o le associazioni di produttori agricoli nonché le organizzazioni di ricerca e diffusione della conoscenza;

   Resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (M2-C4-IV.4.3) con 880 milioni di euro destinati al settore della produzione agricola e negli ecosistemi connessi all'acqua. Ricorda che l'investimento consiste principalmente nella conversione dei sistemi irrigui in sistemi più efficienti; nell'adeguamento delle reti di distribuzione al fine di ridurre le perdite; nell'installazione di tecnologie per un uso efficiente delle risorse idriche, quali contatori e sistemi di controllo a distanza. Segnala che ai nuovi progetti sono destinati 520 milioni di euro e ai progetti in essere 360 milioni di euro. Evidenzia che attualmente tutti i soggetti attuatori dei 97 interventi hanno provveduto ad aggiudicare le procedure di appalto, per progetti del valore complessivo di 880 milioni di euro. Per completezza, richiama anche gli interventi, sempre a favore di enti irrigui, che completano il più ampio programma nazionale con ulteriori 440 milioni di euro messi a disposizione attraverso risorse nazionali (legge di bilancio 2021). Fa presente che l'obiettivo finale prevede che almeno il 24 per cento (prima era il 29 per cento) della superficie irrigua benefici di un uso efficiente delle risorse irrigue. Osserva, inoltre, che sono previsti investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche, che, inserendosi nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, contribuiranno a ridurre le perdite e a favorire l'adozione di contatori e sistemi di controllo a distanza. Segnala che per la fine del 2024 ci si attende l'efficientamento di almeno il 12 per cento della superficie irrigua e l'incremento al 26 per cento della percentuale di fonti di prelievo dotati di misuratori. Osserva che, in maniera complementare e sinergica, i fondi dello sviluppo rurale sono dedicati alle reti aziendali, nonché a interventi collettivi su scala locale, compresi quelli per il riuso delle acque reflue depurate e per la costruzione e l'ammodernamento di invasi.

  Osserva che il paragrafo IV della sezione III del DEF è poi dedicato al percorso dell'Italia verso l'attuazione dell'Agenda 2030. In proposito, segnala che è specificato che l'obiettivo 2 «Sconfiggere la fame» rappresenta uno dei goal più rilevanti da conseguire e che esso ha importanti risvolti per il settore agricolo. Sottolinea che, nella Relazione per Paese del 2023, emerge che negli ultimi cinque anni, l'Italia ha fatto grandi progressi in relazione al raggiungimento di quasi tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), ma è necessario che il nostro Paese accresca i propri sforzi per raggiungere la media europea rispetto a l'obiettivo 2 a livello complessivo con particolare riferimento, tra gli altri, alla produttività e alla lotta alla povertà. Fa presente che in tale ultimo settore l'Italia presenta un ritardo rispetto alla media europea.
  Segnala che, dal Rapporto sui Sustainable Development Goals 2023 pubblicato dall'ISTAT, emerge, comunque, che il numero delle famiglie con segnali di insicurezza alimentare si è ridotta (dall'1,7 per cento del 2020 all'1,3 per cento del 2022), anche se tale percentuale rimane più elevata nel Mezzogiorno (2,7 per cento nel 2022). Evidenzia che un dato positivo si registra con riferimento alla sostenibilità economica delle aziende agricole di piccole dimensioni (con un fatturato annuo inferiore ai 15.000 euro): per esse il valore della produzione e il margine operativo lordo sono incrementati e si sono allineati ai valori medi del settore e agli obiettivi di miglioramento della produttività e del reddito dei piccoli produttori fissati dall'Agenda 2030. Evidenzia che l'agricoltura biologica ottiene risultati positivi. Sottolinea che la percentuale di superficie destinata a tale forma di agricoltura, negli ultimi 10 anni è raddoppiata, raggiungendo il 17,4 per cento. Segnala, tuttavia, che, a fronte di tale dato, aumentano le quantità distribuite di fertilizzanti e fitofarmaci. Osserva, poi, che viene confermato l'ampio ricorso al lavoro irregolare in agricoltura (che nel 2020 ha raggiunto il 24,4 per cento).Pag. 352
  Oltre ai fondi del PNRR e alle politiche nazionali, nell'ambito della programmazione eurounitaria ricorda che l'Unione europea ha disposto l'estensione, anche per le annualità finanziarie 2021 e 2022, della normativa vigente per lo sviluppo rurale nell'ambito della PAC, dotando di risorse aggiuntive il relativo fondo FEASR. Evidenzia che sono state assegnate per i programmi di sviluppo rurale (21 PSR regionali, 1 PSR nazionale, PSR Rete Rurale), finanziati dal fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR e NGUE) risorse per circa 14,4 miliardi di euro, con copertura di cofinanziamento nazionale per circa 13,5 miliardi di euro, per un totale di circa 27,9 miliardi di euro.
  Evidenzia che si tratta di interventi destinati al sostegno di investimenti ed impegni volti ad accelerare il processo di transizione digitale ed ecologica del settore agricolo, in linea con le più recenti indicazioni europee e internazionali in materia di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Segnala che dall'inizio della programmazione al 31 dicembre 2023 sono stati erogati fondi per gli interventi dello sviluppo rurale pari a 21,24 miliardi di euro, di cui 10,73 miliardi di euro quale quota comunitaria FEASR e NGEU.
  Fa presente che il Documento riporta che al 31 dicembre 2023 l'avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta per i programmi di sviluppo rurale è pari al 76,20 per cento, a cui è necessario aggiungere gli importi versati a titolo di prefinanziamento pari al 3 per cento del budget totale di ciascun piano di sviluppo rurale. Segnala che dall'inizio della programmazione al 31 dicembre 2023 sono stati erogati fondi per gli interventi dello sviluppo rurale pari a 21,24 miliardi di euro, di cui 10,73 miliardi di euro quale quota comunitaria FEASR e NGEU.
  Osserva che, allo scopo di ridurre il fabbisogno di input per unità di prodotto, ivi inclusi i carburanti e combustibili dannosi per l'ambiente, il Governo ritiene necessario sostenere gli investimenti. Fa presente, quindi, che, in questo contesto, risultano prioritari gli interventi di sviluppo rurale dedicati alla competitività delle imprese (2,9 miliardi di euro) e, in particolare, gli investimenti produttivi agricoli (1,8 miliardi di euro).
  Ricorda che, per il quadriennio 2023-2027, è stato approvato il Piano Strategico Nazionale della PAC (PSP), che predispone 5 interventi per i pagamenti diretti, 5 interventi legati ai nuovi regimi ecologici (eco-schemi), 18 pagamenti accoppiati, 5 interventi per il sostegno settoriale e 97 interventi per lo sviluppo rurale. Fa presente che, in termini finanziari, il sostegno assicurato a tali misure è pari a 17,6 miliardi di euro a disposizione per i pagamenti diretti, 3,2 miliardi di euro per le organizzazioni comuni di mercato (OCM) e 7,26 miliardi di euro per lo sviluppo rurale. Sottolinea che il PSP è incentrato sulla transizione ecologica del settore agricolo, alimentare e forestale, stabilendo interventi con chiare finalità climatico ambientali.
  Segnala che per il periodo di programmazione 2021-2027 sono state, infine, assegnate al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA) risorse comunitarie complessive per circa 518 milioni di euro e una quota di cofinanziamento nazionale di circa 469 milioni di euro, per un ammontare complessivo di 987 milioni di euro. Fa presente che le norme e le regole di utilizzo del FEAMPA, per la programmazione 2021-2027 sono contenute nel regolamento (UE) 2021/1139, che focalizza la programmazione sulle seguenti priorità: la promozione della pesca e dell'acquacoltura sostenibili e il ripristino e la conservazione delle risorse biologiche acquatiche; la promozione di un'economia blu sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne e promuovere lo sviluppo di comunità della pesca e dell'acquacoltura; il rafforzamento della governance internazionale degli oceani volta a consentire mari oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile.
  Evidenzia che, nell'appendice al Programma nazionale di riforma 2024, tra le misure di maggiore rilievo adottate al marzo 2024, si fa menzione, infine, alla approvazione del disegno di legge per il rilancio del sistema produttivo agricolo mediante interventi per favorire l'insediamento e la permanenzaPag. 353 dei giovani ed il sostegno dell'imprenditoria giovanile nel settore, alle misure normative previste dalla legge di bilancio per il 2024 volte al sostegno delle fasce più deboli mediante l'acquisto dei beni alimentari di prima necessità, nonché al rifinanziamento del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti.
  Segnala che nel Documento si sottolinea, tra l'altro, che, grazie al sostegno del PNRR, verranno potenziati i progetti legati allo svolgimento del servizio civile universale, che includono anche ambiti che contribuiscono alla transizione verde come quelli relativi all'agricoltura in zone di montagna.
  Evidenzia che si conferma, infine, un incremento del ricorso al lavoro irregolare in agricoltura, che nel 2020 ha raggiunto il 24,4 per cento. Fa presente che si tratta di un dato pari a quasi il doppio del valore stimato per l'intera economia, che negli ultimi dieci anni è rimasto tendenzialmente stabile.
  Segnala, infine, che il DEF 2024 dà conto, attraverso una serie di tavole, delle riforme adottate e in corso di adozione relative alle raccomandazioni specifiche per Paese elaborate dal Consiglio dell'Unione europea, delle misure intraprese in attuazione del PNRR e delle principali misure adottate in attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, tra le quali rientrano anche specifiche misure in materia di agricoltura.
  Concludendo, per ogni ulteriore approfondimento, rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici della Camera dei deputati.

  Mirco CARLONI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, invita il relatore a formulare una proposta di parere.

  Marco CERRETO (FDI), relatore, illustra una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame, già trasmessa per le vie brevi ai componenti della Commissione (vedi allegato 1).

  Mirco CARLONI, presidente, avverte che il gruppo MoVimento 5 Stelle e il gruppo Partito Democratico hanno presentato due proposte di parere alternativo (vedi allegati 2 e 3).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Mirco CARLONI, presidente, avverte che, essendo stata approvata la proposta di parere del relatore, risultano precluse le proposte di parere alternativo presentate dal MoVimento 5 Stelle e dal Partito Democratico.

  La seduta termina alle 10.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Mirco CARLONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Luigi D'Eramo.

  La seduta comincia alle 10.15.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) 2021/2115 e (UE) 2021/2116 per quanto riguarda le norme sulle buone condizioni agronomiche e ambientali, i regimi per il clima, l'ambiente e il benessere degli animali, le modifiche dei piani strategici della PAC, la revisione dei piani strategici della PAC e le esenzioni da controlli e sanzioni.
COM(2024) 139 final.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e conclusione – Approvazione di un documento finale).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 aprile 2024.

  Mirco CARLONI, presidente, ricorda che nella seduta del 10 aprile scorso il relatore, onorevole Davide Bergamini, ha illustrato l'atto in esame. Invita, pertanto, il relatore ad illustrare la proposta di documento finale.

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  Davide BERGAMINI (LEGA), relatore, formula una proposta di documento finale, già inviata per le vie brevi ai componenti della Commissione (vedi allegato 4).

  Stefano VACCARI (PD-IDP), nell'annunciare il voto favorevole del Partito Democratico, ringrazia il relatore per aver accolto talune osservazioni formulate dal suo gruppo e per il lavoro svolto per armonizzare le sollecitazioni formulate dalle associazioni di categoria durante lo svolgimento delle audizioni sul provvedimento. Osserva che il documento conclusivo proposto dal relatore contiene osservazioni condivisibili ed equilibrate, che suggeriscono un miglioramento delle regole che disciplinano la PAC. Ritiene, pertanto, che il documento conclusivo proposto dal relatore possa rappresentare un segno di visione comune del nostro Paese nei confronti delle istituzioni europee in merito alla disciplina della PAC.

  Marco CERRETO (FDI), nell'annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia, ringrazia il relatore per aver proposto un documento conclusivo che contiene, tra l'altro, talune considerazioni delle associazioni di categoria. Ringrazia, altresì, i componenti della Commissione del Partito Democratico, che hanno contribuito alla redazione della proposta di documento conclusivo con le loro osservazioni. Reputa che il documento conclusivo proposto dal relatore offre una prospettiva costruttiva in tema di PAC alle istituzioni europee. Auspica, pertanto, che la proposta di parere del relatore possa essere approvata dalla Commissione all'unanimità, al fine di dare un importante segnale sia all'Unione europea che al settore agricolo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, approva la proposta di documento finale formulata dal relatore.

  Mirco CARLONI, presidente, avverte che il documento approvato sarà trasmesso anche al Parlamento europeo, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.

  La seduta termina alle 10.25.