CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 gennaio 2023
43.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00207 Pavanelli: Iniziative di competenza in materia di energie rinnovabili per il contrasto del caro-energia, in particolare per le imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dall'interrogante, si osserva quanto segue.
  Il Governo, oltre alle misure per l'attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR in materia di produzione diffusa di energia rinnovabile, sta implementando un nuovo e più incisivo percorso di semplificazione dei procedimenti per la realizzazione di impianti FER, in linea con gli attuali obiettivi di decarbonizzazione.
  Per quanto concerne il tema della connessione degli impianti alla rete elettrica, è stato esteso (con decreto del 2 agosto 2022) il modello unico semplificato per la realizzazione, la connessione e l'esercizio di piccoli impianti fotovoltaici fino a 200 kW. Gli obiettivi di semplificazione sottesi a tale decreto trovano riscontro in una riduzione complessiva dei tempi necessari alla realizzazione degli impianti.
  In relazione ad autoconsumo e comunità energetiche, si conferma che è di prossima adozione il decreto di incentivazione delle configurazioni che utilizzano la rete elettrica di distribuzione per la condivisione dell'energia. Nello specifico, le configurazioni interessate sono le CER, i sistemi di autoconsumo individuale di energia rinnovabile a distanza (che non ricorrono a una linea diretta) e i sistemi di autoconsumo collettivo da FER.
  Con tale decreto sarà dato pieno impulso a fenomeni di condivisione di energia rinnovabile, destinati a un ampio coinvolgimento di famiglie, imprese ed enti locali.
  Rispetto alla disciplina sperimentale introdotta con l'articolo 42-bis del decreto-legge n. 162 del 2019, l'emanando decreto offrirà una soluzione ad alcune delle criticità ricordate dall'interrogante: verrà, in particolare, ampliata notevolmente sia la taglia degli impianti (fino a 1 MW), sia la platea dei beneficiari, a vantaggio soprattutto di privati e PMI. Si ricorda, al riguardo, che la condivisione dell'energia potrà avvenire attraverso l'utilizzo della rete di distribuzione esistente sottesa alla medesima cabina primaria e non già a quella secondaria, come previsto dalla disciplina attuativa del citato articolo 62-bis.
  In un'ottica di massima semplificazione, il decreto consentirà un accesso diretto alla tariffa incentivante, da erogare – a valle dell'entrata in esercizio dell'impianto – sulla quota di energia condivisa dalle configurazioni e per tutto il periodo di vita utile dell'impianto.
  Quanto all'iter di definizione del decreto, si rammenta che l'apposita consultazione pubblica, conclusasi il 12 dicembre scorso, ha registrato la partecipazione di 258 soggetti, rappresentativi del mondo imprenditoriale, anche in forma associativa, della pubblica amministrazione e di privati cittadini. I partecipanti hanno fornito diversi spunti di riflessione su tutti i quesiti posti alla loro attenzione, oggetto di analisi puntuale da parte del Ministero.
  La definizione dello schema di decreto è pertanto prossima e consentirà lo sviluppo delle nuove configurazioni con indubbi benefici del punto ambientale e socioeconomico. Le CER concorreranno a contrastare la vulnerabilità e la povertà energetica anche in contesti in cui l'autoconsumo è tecnicamente difficile.

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ALLEGATO 2

5-00208 Peluffo: Sulla convocazione di un «Tavolo di Crisi» concernente gli alti costi dei carburanti e la riorganizzazione della distribuzione energetica del Paese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il mercato della distribuzione dei carburanti è composto da oltre 22 mila punti vendita che offrono prezzi differenziati, in un mercato liberalizzato.
  In considerazione dell'importanza che il tema del prezzo dei carburanti riveste nel contesto economico, già con il decreto n. 21 del 2022 sono state predisposte misure specifiche, quale un rafforzamento delle attività di monitoraggio dell'andamento dei prezzi attraverso l'istituzione di un'apposita Unità di missione presso il Ministero dello sviluppo economico, ora Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT), per le attività istruttorie, di analisi, valutazione e di elaborazione dei dati di ausilio al Garante per la sorveglianza dei prezzi.
  Lo stesso Garante può avvalersi del supporto operativo della Guardia di Finanza per il monitoraggio dei prezzi praticati nell'ambito dell'intera filiera di distribuzione commerciale, e la stessa segnala all'Autorità Garante elementi rilevati nel corso delle attività di monitoraggio, sintomatici di condotte che possano ledere la concorrenza.
  A seguito del conflitto russo-ucraino, sono state varate misure volte alla riduzione degli oneri fiscali sui carburanti.
  Considerati gli aumenti disomogenei sul prezzo del carburante, che si sono registrati da inizio anno, non tutti strettamente correlati all'eliminazione del taglio delle accise, e valutata la necessità di garantire la massima trasparenza ai consumatori finali, il 10 gennaio scorso il Governo ha approvato un decreto che mira ad attuare una operazione di trasparenza dei prezzi, nonché a rafforzare i poteri di controllo e sanzionatori del Garante dei prezzi, parallelamente ad un consolidamento della collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza.
  Inoltre, sono al vaglio ulteriori misure normative, in concerto e coordinamento con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, concernenti il segmento autostradale, che sono volte anche alla diffusione di carburanti alternativi (quali la ricarica elettrica e i biocarburanti) e all'aumento della concorrenzialità dei prezzi dei carburanti.
  Ciò premesso, si evidenzia come il tema del prezzo dei carburanti è nella vivissima attenzione del Governo, dei Ministeri e degli altri organismi ed Enti a diverso titolo coinvolti e competenti, quali il Garante per la sorveglianza dei prezzi, l'Antitrust, Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
  Nel rammentare che presso il Ministero delle imprese e del made in Italy opera da alcuni anni l'Osservatorio prezzi carburanti, che costituisce lo strumento di controllo e monitoraggio che permette di consultare in tempo reale i prezzi di vendita, riguardo la proposta dell'onorevole interrogante, questo Ministero si rende disponibile, nell'ambito delle proprie prerogative ad istituire «Tavolo tecnico» che affronti strutturalmente le problematiche relative alla rete distributiva dei carburanti.

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ALLEGATO 3

5-00209 Evi: Sul contributo allo sviluppo delle filiere produttive interessate dalla proposta sugli imballaggi della Commissione europea del 30 novembre 2022.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dall'interrogante, si osserva quanto segue.
  Il tema degli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, è all'attenzione del Ministero, il quale in diverse occasioni e, da ultimo, nel corso del Consiglio Ambiente UE del 20 dicembre 2022, ha ribadito la sua piena condivisione degli obiettivi di alta valenza definiti nel Green Deal europeo e nel nuovo Piano d'azione per l'economia circolare del 2020 che pone la revisione della disciplina sugli imballaggi tra le sette aree chiave sulle quali operare un intervento strutturale finalizzato alla piena transizione verso un'economia circolare.
  La proposta di Regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione il 30 novembre 2022 rappresenta un dossier di estrema rilevanza per il nostro Paese, infatti l'Italia è fortemente impegnata nel settore dell'economia circolare ed ha un modello di gestione dei rifiuti di imballaggio che rappresenta un'eccellenza a livello europeo.
  In particolare, è bene ricordare che, con un tasso di riciclo di oltre il 70 per cento, il nostro Paese ha raggiunto gli obiettivi posti dall'UE con netto anticipo.
  Nello specifico, il settore degli imballaggi conta quasi 800 mila aziende, con oltre 6,3 milioni di dipendenti e un fatturato di circa 2 mila miliardi di euro che partecipano ad un sistema virtuoso che ha definite vere e proprie buone pratiche garantendo una delle migliori performance in Europea.
  Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede, inoltre, investimenti per 2,1 miliardi di euro per migliorare ulteriormente la capacità di gestione, ammodernare gli impianti di raccolta e riciclo esistenti e svilupparne di nuovi, colmando il divario infrastrutturale esistente tra nord e sud Italia.
  Appare, pertanto, necessario definire un approccio ambizioso agli obiettivi di sostenibilità e, nel contempo, evitare impostazioni arbitrarie e in grado di minare quanto costruito negli ultimi decenni con ingenti investimenti industriali ed innovazione tecnologica in materia di economia circolare degli imballaggi.
  È con tale intento che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sta coordinando, in collaborazione con la Rappresentanza d'Italia presso l'Unione europea e sentiti le altre Amministrazioni coinvolte e gli stakeholders, le attività di negoziazione che, in questa fase del procedimento, si svolgono in seno al Gruppo Ambiente del Consiglio dell'UE (WPE), sulla proposta di regolamento relativa agli imballaggi.
  In questa fase iniziale del negoziato, condotto dalla Presidenza svedese dell'Unione europea con la finalità di definire una posizione generale sulla proposta della Commissione europea, l'attenzione va concentrata prioritariamente sulle proposte più innovative che il modello nazionale di gestione degli imballaggi può contribuire ad affinare ma anche sugli elementi potenzialmente critici.
  In questa ottica, il Governo italiano, rappresentato in tale sede da questo Dicastero, ha già espresso le sue preoccupazioni sul rischio correlato ad un intervento sproporzionato e all'adozione di disposizioni che introdurrebbero indiscriminatamente bandi a prodotti, target di riutilizzo in percentuali insostenibili per il settore ed insufficiente flessibilità per gli Stati Membri nella definizione e il mantenimento dei Pag. 47regimi virtuosi di responsabilità estesa del produttore.
  Sarà ovviamente cura di questo Governo garantire, come richiesto dall'Onorevole Interrogante, che l'ambiziosa riforma avviata dall'Unione europea tuteli e rappresenti un'opportunità di tutta la filiera di gestione degli imballaggi e dell'economia verde, con particolare riferimento alle imprese e attività produttive che garantiscono il raggiungimento di alti tassi di riciclo in Italia.

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ALLEGATO 4

5-00210 Squeri: Sull'adozione di misure volte ad assicurare un'applicazione della cosiddetta energy release maggiormente aderente alle necessità delle imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Così come previsto dall'articolo 16-bis del decreto-legge n. 17 del 2022, che ha introdotto la misura oggetto dell'interrogazione, con decreto del Ministro della transizione ecologica 15 settembre 2022 è stata disciplinata la prima fase di attuazione della stessa, riguardante la cessione ai clienti finali dell'energia elettrica da fonti rinnovabili già nella disponibilità del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), rinviando ad un successivo decreto ministeriale la disciplina a regime del servizio di ritiro e cessione.
  La cessione dell'energia elettrica, che in questa prima fase riguarda circa 16 TWh (terowottora), interessa tutti i clienti finali, con priorità alle categorie previste dal medesimo articolo 16-bis, ovvero clienti finali industriali, piccole e medie imprese, clienti finali energivori, clienti finali interrompibili ed energivori localizzati in Sicilia e Sardegna.
  Il suddetto decreto, come ricordato, ha stabilito un prezzo di riferimento pari a 210 euro/MWh (megawattora) riconosciuto ai clienti finali assegnatari attraverso la stipula di un contratto per differenza a due vie, in conseguenza del quale i clienti finali ricevono dal GSE, se positiva, o versano, se negativa, la differenza tra il prezzo del mercato all'ingrosso e il suddetto prezzo di riferimento.
  Il prezzo di riferimento è stato individuato in modo da minimizzare gli effetti sul fabbisogno economico della componente Asos delle bollette elettriche a carico della generalità dei clienti finali, nonché tale da riflettere un costo medio di incentivazione sostenuto dal GSE per l'energia oggetto di cessione, tenuto conto sia dei costi degli impianti remunerati a tariffa omnicomprensiva, sia dell'applicazione del tetto di 180 euro/MWh (megawattora), previsto dal Regolamento UE 1854/2022 del 6 ottobre 2022, in corso di emanazione all'atto dell'adozione del decreto ministeriale.
  È stato previsto, inoltre, che l'assegnazione avvenga pro-quota in proporzione ai volumi di energia elettrica richiesti, ponderati in base ai punteggi assegnati alle diverse categorie di clienti prioritari, con l'obiettivo, da un lato, di consentire ai clienti finali prioritari un ampio accesso a tale fornitura e, dall'altro, di tenere conto delle diverse priorità stabilite dalla norma in possesso del singolo richiedente.
  Il decreto ministeriale ha altresì previsto una soglia massima di energia elettrica, pari al 30 per cento, che i clienti finali potevano richiedere, allo scopo di limitare concentrazione della quantità assegnata in capo ai soggetti con volumi di consumo significativamente elevati.
  Relativamente all'osservazione dell'interrogante sull'attenzione necessaria per le imprese energivore localizzate nelle isole maggiori, il decreto ha comunque previsto un punteggio più elevato per tale categoria, assicurando pertanto un peso maggiore nell'assegnazione pro-quota.
  In merito alla rigidità del contratto lamentata, il decreto ha previsto, nell'ottica di tener conto delle esigenze dei clienti finali assegnatari, la facoltà per gli stessi di recesso o di modifica della quantità di energia elettrica contrattualizzata.
  Si osserva che l'impossibilità di riattivare il contratto è connessa alla previsione di procedere alla riassegnazione delle quantità che si sono liberate a favore degli altri clienti finali, atteso che la misura riguarda tutti i clienti finali e non solo quelli prioritari, fermo restando che tutti i clienti Pag. 49finali possono partecipare alle successive riassegnazioni.
  Si segnala ancora che, alla luce dei risultati della procedura di assegnazione del 9 gennaio scorso, è stata registrata una rilevante partecipazione da parte degli aggregatori.
  Infine, in relazione al prezzo di riferimento, sarà valutato il possibile adeguamento, come peraltro previsto dallo stesso decreto, in modo da tener conto dell'evoluzione dei prezzi di mercato e degli effetti dell'applicazione del Regolamento UE sul tetto ai ricavi.
  Resta comunque ferma l'esigenza di tener conto altresì degli effetti di una riduzione del prezzo di riferimento sulle bollette elettriche a carico di tutti i clienti finali, inclusi quelli non assegnatari della procedura oggetto della norma.