CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 9 gennaio 2023
40.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Lunedì 9 gennaio 2023. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 10.15.

DL 176/2022: Misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica.
C. 730 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 gennaio 2023.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, comunica che le proposte emendative Morgante 1.01 e Vietri 9.18 sono state ritirate prima della seduta.
  Nel passare, quindi, all'esame delle proposte emendative, ricorda che la Commissione dovrà terminare i lavori entro le ore 14.30, tenuto conto che l'inizio della discussione sulle linee generali in Assemblea è previsto per le ore 15.
  Invita, quindi, il relatore Tremaglia e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, formula un invito al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

  Silvio LAI (PD-IDP), illustrando l'emendamento Ubaldo Pagano 1.1, di cui è firmatario, sottolinea che la proposta è volta a modificare l'articolo 1 del decreto-legge n. 144 del 2022, cosiddetto «aiuti ter», concernente il credito d'imposta per le spese energetiche.
  Nel chiedere al relatore e alla rappresentante del Governo di modificare il parere espresso, evidenzia che l'approvazione di tale proposta emendativa consentirebbe di adottare come parametro di riferimento il trimestre più difficile dal punto di vista economico affrontato dalle imprese, ricordando inoltre che, con la medesima finalità, la legge di bilancio ha innalzato i crediti d'imposta dal 40 per cento al 45 per cento, per le imprese energivore e gasivore, e dal 30 per cento al 35 per cento per le altre imprese.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Pag. 4Ubaldo Pagano 1.1, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma il parere già espresso.

  La Commissione respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 1.1.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.2 a sua prima firma, rileva che esso è volto ad estendere il credito d'imposta per le spese sostenute per il consumo di energia elettrica, di cui all'articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 144 del 2022, anche alla spesa per l'energia elettrica prodotta dalle imprese e dalle stesse autoconsumata nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022. Sostiene, infatti, che l'esclusione di tali spese dal beneficio del credito d'imposta contrasta con l'obiettivo primario di conseguire la transizione energetica perseguito dal nostro Paese nell'attuale contesto determinato dal conflitto bellico in Ucraina. Nell'invitare il Governo a evitare forme di concorrenza tra imprese che scelgono le forme di autoproduzione dell'energia e quelle che la producono allo scopo di cederla, ricorda che l'articolo 4 del decreto-legge n. 17 del 2022, riconosce il contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese energivore anche in relazione alla spesa per l'energia elettrica prodotta dalle imprese e dalle stesse autoconsumata nel secondo trimestre 2022.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Torto 1.2 e Ubaldo Pagano 1.3.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sull'emendamento Grimaldi 1.4, di cui è firmatario, osserva che tale proposta emendativa è volta a estendere il diritto alla compensazione del credito d'imposta per consumi energetici fino al 30 giugno 2023 per le imprese che, in possesso di fatture stimate, non abbiano ancora ricevuto le relative fatture di conguaglio, attraverso le quali è possibile calcolare i consumi effettivi. Nel criticare il fatto che il relatore e la rappresentante del Governo abbiano formulato un invito al ritiro riferito genericamente a tutte le proposte emendative presentate, chiede, invece, che siano esaminate nel merito poiché alcune, come quella in esame, rappresentano l'applicazione di elementari principi di equità che consentirebbero di migliorare il provvedimento.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Grimaldi 1.4, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Grimaldi 1.4, Roggiani 1.5, 1.6 e 1.7.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel dichiarare di sottoscrivere l'emendamento Manzi 1.8, fa presente che esso è volto ad estendere il contributo straordinario a favore delle imprese energivore, previsto dal comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in esame, anche agli enti pubblici di ricerca a carattere non strumentale.
  Nel ricordare che a tali enti sono state assegnate significative risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la realizzazione di rilevanti progetti di ricerca, evidenzia le difficoltà che tali istituti potrebbero incontrare nella fase attuativa a causa delle spese di gestione cui devono far fronte. Nel criticare la prassi secondo la quale il testo del decreto in esame risulta di fatto immodificabile da parte della Camera dei deputati dopo l'approvazione del Senato, aggiunge che gli enti di ricerca non sono stati beneficiari di aiuti specifici a loro destinati neanche nella legge di bilancio e, quindi, chiede di porvi rimedio attraverso l'approvazione della proposta emendativa in esame.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Manzi 1.8, esprimendo altrimenti parere contrario.

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  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Manzi 1.8.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ubaldo Pagano 1.9, osserva che esso è volto ad estendere il periodo in cui è consentito di usufruire della compensazione del credito d'imposta pur rimanendo all'interno dell'anno 2023, in modo da evitare effetti finanziari negativi sull'indebitamento e, nello stesso tempo, consentendo di aumentare la liquidità delle imprese a cui sarebbe consentito di utilizzare tali crediti con maggiore facilità.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Ubaldo Pagano 1.9, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 1.9 e Merola 1.10.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.11 a sua prima firma, nel condividere quanto già osservato dalla collega Guerra, afferma che la proposta emendativa in esame è volta a sopprimere, al comma 6 dell'articolo 1 del provvedimento in esame, la previsione secondo la quale, qualora i beneficiari dei crediti d'imposta non assolvano all'obbligo di inviare all'Agenzia delle entrate la comunicazione sull'importo del credito maturato nell'esercizio 2022, decadono dalla fruizione del credito non ancora utilizzato. Ritiene, infatti, che si tratti di una sanzione che penalizza in modo eccessivo i beneficiari del credito d'imposta per l'omissione di una dichiarazione che ha un valore meramente ricognitivo. Infine, nell'ipotesi in cui l'emendamento sia respinto, preannunzia la presentazione di un ordine del giorno da esaminare in Assemblea, nel quale trasfonderne il contenuto.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Torto 1.11, esprimendo altrimenti parere contrario, riservandosi di valutare eventuali ordini del giorno che dovessero essere presentati in Assemblea sul tema.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Torto 1.11.

  Silvio LAI (PD-IDP), nel dichiarare di sottoscrivere l'emendamento Roggiani 1.12, evidenzia che è volto ad estendere il diritto al credito d'imposta per le spese relative ai consumi energetici anche alle imprese che svolgono le attività di cui ai codici ATECO 36.00 e 37.00, comprendenti, rispettivamente, le imprese di raccolta ed erogazione delle acque pubbliche e la gestione delle reti fognarie. Sottolinea che tali imprese, spesso costituite in società a partecipazione pubblica, sono a tutti gli effetti imprese energivore, nonostante siano attualmente escluse dal beneficio del credito d'imposta.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'emendamento Roggiani 1.12, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Roggiani 1.12.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Bonafè 1.13.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonafè 1.13.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.14 a sua prima firma, osserva che è volto a prorogare dal 31 marzo 2023 al 30 settembre 2023 il periodo Pag. 6di fruizione del credito di imposta per spese energetiche, prevedendo altresì la possibilità di cederlo.

  La Commissione respinge l'emendamento Torto 1.14.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Todde 1.02, osserva che esso intende introdurre un contributo sotto forma di credito d'imposta nella misura dell'80 per cento dei costi sostenuti per investimenti effettuati dai soggetti titolari di impianti azionati da fonti rinnovabili con potenza superiore a 20 kilowatt, fino all'importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro. Nel sottolineare che tale proposta intende sostenere gli investimenti che mirano a migliorare l'efficienza delle imprese e non hanno soltanto carattere speculativo, auspica che il Governo, qualora la proposta emendativa sia respinta, accolga perlomeno un ordine del giorno di identico contenuto di cui preannunzia la presentazione in Assemblea.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO conferma l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Todde 1.02, esprimendo altrimenti parere contrario. Si riserva, in ogni caso, di valutare eventuali ordini del giorno che dovessero essere presentati in Assemblea sulla materia.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Todde 1.02.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede un ulteriore approfondimento circa il parere formulato con riferimento all'articolo aggiuntivo 1.03 a sua prima firma, chiedendone l'accantonamento.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, concordi il relatore e la rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 1.03.

  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando l'articolo aggiuntivo Grimaldi 1.04, evidenzia che esso vieta l'interruzione della fornitura di energia elettrica e gas naturale nei confronti delle imprese di produzione alimentare di prodotti di prima necessità, in particolare delle imprese di panificazione, in caso di inadempimento del debito, qualora le stesse offrano di pagare almeno il 20 per cento di quanto previsto in fattura. Ritiene prioritario che il Governo ponga attenzione a questo tema, considerato il servizio svolto da tali imprese, soprattutto nelle piccole comunità, sollecitando una riconsiderazione dei pareri già espressi.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Grimaldi 1.04, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Grimaldi 1.04 e Roggiani 1.05, nonché gli emendamenti Torto 2.1 e Vaccari 2.3.

  Ida CARMINA (M5S), illustrando l'articolo aggiuntivo Cantone 2.01, evidenzia che il caro carburante ha colpito duramente le imprese di trasporto turistico di persone mediante autobus. In proposito, sottolinea che un mancato intervento volto a sostenere tale settore avrebbe effetti negativi su tutto il comparto turistico, soprattutto in quelle zone del Paese in cui le infrastrutture non sono adeguate al flusso turistico. Sollecita pertanto una revisione del parere da parte del relatore e della rappresentante del Governo.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Cantone 2.01, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

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  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Cantone 2.01.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Vaccari 2-bis.1, evidenzia che esso è volto ad estendere temporalmente il credito di imposta previsto dall'articolo 18 del decreto-legge n. 21 del 2022 in favore delle imprese agricole e della pesca. In proposito, sottolinea che qualora tale ampliamento temporale non fosse previsto, tali imprese avrebbero difficoltà ad usufruire del beneficio. Invita, quindi, il Governo a svolgere un'ulteriore riflessione sul tema, eventualmente introducendo la disposizione prevista dall'emendamento Vaccari 2-bis.1 nel decreto-legge cosiddetto «Mille proroghe».

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Vaccari 2-bis.1 e l'articolo aggiuntivo Bonelli 2-bis.01.

  Silvio LAI (PD-IDP), illustrando l'emendamento Ubaldo Pagano 3.1, evidenzia che il proprio gruppo parlamentare ha presentato alcune proposte emendative riferite all'articolo 3 volte a rendere più semplice la procedura relativa alla misura della rateizzazione delle bollette energetiche. In particolare, evidenzia che l'emendamento in esame esclude la necessità di garanzia da parte della SACE per accedere al beneficio. Fa presente, infatti, che eventuali ritardi nella concessione della garanzia si ripercuoterebbero negativamente sulle imprese già in difficoltà. Considerata la non onerosità della proposta emendativa, auspica un ripensamento del relatore e del Governo sull'emendamento Ubaldo Pagano 3.1.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'emendamento Ubaldo Pagano 3.1, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

  La Commissione respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 3.1.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento Fenu 3.2, evidenzia che esso prevede che anche gli intermediari finanziari, oltre che le imprese assicuratrici, possano dare la propria disponibilità a stipulare, con l'impresa richiedente la rateizzazione, una copertura assicurativa sull'intero credito rateizzato nell'interesse del fornitore di energia. Inoltre, fa presente che la proposta emendativa in esame prevede che la copertura stipulata possa essere anche fideiussoria, oltre che assicurativa.
  In proposito, qualora l'emendamento in esame fosse respinto, preannuncia la presentazione di un analogo ordine del giorno in Assemblea.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'emendamento Fenu 3.2, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore, riservandosi comunque di valutare l'ordine del giorno di cui l'onorevole Dell'Olio ha preannunciato la presentazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Fenu 3.2, Ubaldo Pagano 3.3, Torto, 3.4, Roggiani 3.5 e 3.6, nonché Furfaro 3.7.

  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando l'emendamento Grimaldi 3.8, evidenzia che esso, tra l'altro, intende estendere la misura della rateizzazione delle bollette energetiche anche alle famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro. Considerato che tale misura è già stata estesa ai residenti nei comuni colpiti da eventi sismici, auspica un ripensamento da parte del Governo.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'emendamento Grimaldi 3.8, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

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  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Grimaldi 3.8 e Sportiello 3.9, nonché gli identici emendamenti Roggiani 3.10 e Vaccari 3.11.

  Silvio LAI (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Furfaro 3.12, evidenzia che il caro carburante ha colpito gravemente il settore dei servizi di trasporto di emergenza o di urgenza, che è gestito dagli enti pubblici in collaborazione con ONLUS e associazioni senza scopo di lucro. In proposito, sottolinea che i contributi di cui usufruiscono tali associazioni sono stati stabiliti quando il prezzo del carburante era molto inferiore rispetto ad oggi. A tal fine, l'emendamento in esame istituisce un fondo finalizzato al riconoscimento di un contributo straordinario in favore degli enti che erogano servizio di trasporto di emergenza o di urgenza per conto del Servizio sanitario regionale e delle aziende sanitarie locali.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'emendamento Furfaro 3.12, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

  La Commissione respinge l'emendamento Furfaro 3.12.

  Daniela TORTO (M5S), illustrando l'emendamento 3.13 a sua prima firma, evidenzia che esso è volto ad escludere dall'applicazione dell'articolo 15-bis del decreto-legge n. 4 del 2022, in materia di extraprofitti, le piccole e medie imprese, mentre il successivo emendamento 3.14 a sua prima firma, intende escludere dal contributo straordinario l'energia prodotta dalle pubbliche amministrazioni.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'emendamento Torto 3.13, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Torto 3.13 e 3.14, Pavanelli 3.15 e Grimaldi 3.16, gli identici emendamenti Furfaro 3.17 e Grimaldi 3.18, l'articolo aggiuntivo Pavanelli 3.01, gli emendamenti Roggiani 3-bis.1, Barbagallo 3-bis.2, Boldrini 3-bis.3, Ubaldo Pagano 3-bis.4, Simiani 3-bis.5, Furfaro 3-bis.6, Ghirra 3-bis.7 e Orlando 3-bis.8, nonché gli articoli aggiuntivi Torto 3-quater.02 e Bonelli 3-quater.03.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), illustrando l'articolo aggiuntivo 3-quater.04 a sua prima firma, evidenzia che la norma sugli extraprofitti, che ha stabilito un principio che reputa virtuoso, ha, tuttavia, creato alcune situazioni assurde. In proposito cita l'esempio delle piccole e medie imprese la cui attività primaria non è la produzione di energia, ma che in passato hanno costruito impianti per l'autoproduzione di energia a sostegno della propria attività, rendendosi autonome. Fa presente che tali imprese, avendo piccole dimensioni, non sono considerate energivore e, pertanto, per gli acquisiti di energia che devono comunque effettuare sono state escluse dalle agevolazioni previste negli ultimi provvedimenti. Ritiene, quindi, necessario rivedere al più presto la normativa relativa al sistema di compensazione a due vie, anche in considerazione del fatto che tali imprese stanno riscontrando gravi difficoltà economiche e che le stesse, entro la prossima primavera, dovranno approvare i propri bilanci.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, conferma l'invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 3-quater.04, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con il relatore.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 3-quater.04.

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  Daniela TORTO (M5S) interviene sull'emendamento Sergio Costa 4.2, di cui è cofirmataria, integralmente soppressivo dell'articolo 4 del decreto-legge in esame, che reca la norma più delicata dell'intero provvedimento, ossia quella relativa alle cosiddette trivellazioni, fortemente osteggiata dal MoVimento 5 Stelle. Evidenzia infatti che, al di là dello scopo dichiarato, vale a dire il potenziamento della capacità di approvvigionamento energetico del nostro Paese, la norma consente lo svolgimento di attività estrattiva di idrocarburi anche in aree protette del nostro Paese, tra cui il delta del Po, il golfo di Venezia e, più in generale, le coste dell'alto Adriatico, fortemente esposte a un elevato rischio di subsidienza, dimostrato in sede scientifica. Osserva come l'articolo 4 del provvedimento, di cui si propone la soppressione, rappresenti una vera e propria norma «sblocca trivelle», tale da comportare il rilascio di nuove concessioni per la coltivazione di idrocarburi in aree in cui essa allo stato risulta vietata per evidenti ragioni di tutela ambientale e di protezione della salute umana delle popolazioni ivi residenti. Rileva, inoltre, che i vantaggi in termini di maggiore produzione di gas nazionale da essa derivanti appaiono assolutamente risibili, dal momento che sono quantificabili in circa 15 miliardi aggiuntivi di metri cubi nell'arco dei prossimi dieci anni rispetto ad un fabbisogno annuo del nostro Paese di circa 76 miliardi di metri cubi, evidenziando altresì come, da un lato, la disposizione in commento beneficerà esclusivamente le imprese estrattive coinvolte, dall'altro, assai difficilmente ne conseguiranno effetti positivi sul piano di un auspicato calmieramento dei prezzi dei prodotti energetici. Rileva, inoltre, che la norma in commento si pone in netto contrasto rispetto agli impegni assunti dall'Italia in sede europea ed internazionale nella direzione di un azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2050, rammentando come anche l'Agenzia internazionale per l'energia abbia evidenziato, ai fini del conseguimento del predetto obiettivo, la necessità di impedire l'avvio di nuove estrazioni di gas metano. Rimarca che l'articolo 4 del decreto-legge contrasta apertamente anche con il dettato dell'articolo 9 della Costituzione, di recente modificato dal Parlamento proprio al fine di prevedere espressamente che la Repubblica italiana tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni.
  Ricorda conclusivamente che solo nel 2016 l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, aveva fortemente condannato l'uso delle trivelle nel nostro Paese, considerandolo un vero e proprio regalo a favore delle lobbies operanti nell'attività estrattiva, e aveva convintamente sostenuto il referendum abrogativo avente ad oggetto le concessioni per l'estrazione di idrocarburi in zone di mare entro 12 miglia nautiche dalla costa, evidenziando in proposito l'evidente incoerenza nelle posizioni assunte nel corso del tempo dalla nostra attuale Premier.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'emendamento Grimaldi 4.1, di cui è cofirmatario, anch'esso integralmente soppressivo dell'articolo 4 del decreto-legge in esame, evidenziando come, tra le diverse misure sinora adottate dal Governo Meloni, quella relativa alla riattivazione delle trivellazioni appaia senz'altro la più incomprensibile ed insensata, nonché contraria ai reali interessi del nostro Paese. Da un lato, infatti, non si intravedono le ragioni economiche di tale scelta mentre, dall'altro, risultano immediatamente percepibili i gravi danni ambientali che ne deriveranno. Associandosi a quanto in precedenza rammentato dalla deputata Torto, ricorda anch'egli che solo nel 2016 l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, si era spesa in prima persona nell'ambito della campagna referendaria, poi non andata a buon fine, volta a contrastare il ricorso alle trivelle nel nostro Paese, risultando quindi l'atteggiamento ora posto in essere del tutto incoerente ed irresponsabile. Rileva inoltre che i vantaggi attesi, in termini di approvvigionamento energetico, dall'attuazione della norma di cui si propone la soppressione saranno decisamente contenuti, nell'ordine di soli 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi nell'arco dei prossimi dieci anni, mentre appare chiaramentePag. 10 prioritario mettere in sicurezza la rete italiana di distribuzione del gas, che ogni anno registra perdite nell'ordine di circa 3 miliardi di metri cubi, intervento cui potrebbe provvedersi prevedendo una maggiore tassazione sui notevoli extraprofitti realizzati dalle imprese operanti nel settore, a partire dalla società ENI.
  Rileva altresì che l'indiscriminato uso delle trivelle lungo le coste italiane non produrrà alcun effetto positivo a livello economico o energetico, ma certamente contribuirà a deturpare l'aspetto di zone o luoghi simbolo della nostra identità nazionale, come il golfo di Venezia, con ciò determinando altresì riflessi negativi sull'intero comparto del turismo e favorendo certamente gli interessi di lobbies e poteri forti del settore estrattivo, a danno dei concittadini, che subiscono anche ora le pesanti conseguenze del significativo incremento dei prezzi dei carburanti. Evidenzia che occorrerebbe, piuttosto, pervenire a una effettiva diversificazione delle fonti energetiche, svincolandosi dalle politiche del passato che hanno costantemente fatto affidamento sulle forniture di gas russo o di Paesi comunque caratterizzati da elevata instabilità e investendo con decisione sullo sviluppo delle energie prodotte da fonti rinnovabili, di cui l'Italia è estremamente ricca, che potrebbero garantire fino a 60 gigawatt di produzione aggiuntiva nell'arco dei prossimi tre anni.
  Raccomanda, pertanto, l'approvazione dell'emendamento Grimaldi 4.1, interamente soppressivo dell'articolo 4 del provvedimento in esame.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene sull'emendamento Ubaldo Pagano 4.3, anch'esso integralmente soppressivo dell'articolo 4, evidenziando l'estrema dannosità di tali disposizioni, a suo avviso emblematiche dell'assoluta mancanza di una strategia da parte del Governo sui temi, reciprocamente connessi, della sicurezza negli approvvigionamenti energetici e della transizione ecologica. Osserva, infatti, che l'avvio di nuove concessioni per le trivellazioni deciso dall'Esecutivo non costituisce una risposta adeguata, anche nella considerazione che da queste ultime deriveranno vantaggi assai ridotti in termini di maggiore produzione di gas, laddove suscitano serio allarme e preoccupazione gli effetti negativi a livello di impatto ambientale associati alla norma in commento, giacché le concessioni ivi previste avranno ad oggetto zone del nostro Paese ad elevato rischio di subsidenza, in aperto spregio peraltro dei vincoli relativi alle aree protette contenuti nel PiTESAI.
  In tale contesto, ritiene che la norma di cui si propone la soppressione ignori totalmente l'ampio dibattito pubblico in corso nel nostro Paese sui delicati temi della transizione energetica e di quella ecologica, trascurando altresì le giuste esigenze in tale ambito rappresentate dai nostri enti territoriali, senza neppure recare alcun intervento nel campo dei rigassificatori.
  A suo giudizio, sfugge pertanto la ratio di tali disposizioni, salvo quella abbastanza evidente di favorire una platea assai limitata di soggetti che svolgono attività estrattive e che dalla norma trarranno chiaramente notevoli profitti. Osserva, peraltro, che, diversamente da quanto avvenuto in passato, l'articolo 4 del provvedimento in esame non interviene disciplinando le concessioni già in essere, bensì prevedendone di nuove, con significativi riflessi negativi su ambiente e turismo. Evidenzia, infine, la dubbia legittimità costituzionale del medesimo articolo 4, di cui non si ravvedono gli estremi della straordinaria necessità e urgenza, laddove l'inserimento di tali disposizioni all'interno del presente decreto-legge ne pregiudica un esame approfondito, stante la compressione dei tempi del dibattito che normalmente caratterizza la discussione parlamentare dei provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE), nell'annunciare il voto contrario del proprio gruppo alle identiche proposte emendative in discussione, rileva una certa contraddittorietà nelle motivazioni fornite da alcuni gruppi di opposizione a sostegno della soppressione delle disposizioni contenute nell'articolo 4 del decreto in esame. Ricorda al riguardo, la posizione del MoVimento 5 Stelle rispetto alla costruzione del gasdotto TAP, quando si paventavano danni incalcolabiliPag. 11 al turismo e all'ambiente, mentre la realizzazione dell'opera non ha prodotto alcun deterioramento delle coste sulle quali insiste. Nel concordare sul fatto che le nuove concessioni non saranno comunque sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, rileva tuttavia che si tratta di forniture aggiuntive che sono destinate a essere fruite a prezzi calmierati dalle imprese energivore nazionali. Al riguardo, nel sottolineare come si tratti di un'iniziativa indispensabile per garantire la resilienza del Paese contro qualsiasi shock energetico futuro, ricorda che proprio la progressiva riduzione della capacità estrattiva italiana ha determinato l'attuale situazione di dipendenza dalle forniture russe, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Da questo punto di vista, accoglie con favore il ravvedimento del gruppo Fratelli d'Italia rispetto alle posizioni assunte in occasione del referendum del 2016, ribadendo che la misura prevista dall'articolo 4 del decreto in esame non determinerà disastrose conseguenze ambientali ma, al contrario, contribuirà ad incrementare la produzione nazionale, eliminando per le imprese energivore situazioni di dipendenza cronica dai sussidi statali.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), rileva nell'articolo 4 un problema essenzialmente di tipo quantitativo, in quanto la quantità di gas che potrebbe essere estratta sarebbe una percentuale minima rispetto al fabbisogno nazionale annuo, per cui il rapporto costi-benefici non giustificherebbe l'adozione di tali misure. Sottolinea, al contrario, gli elevati costi economici e ambientali derivanti dalla misura in esame, ribadendo la necessità di una vera transizione ecologica che porti a una drastica riduzione delle emissioni climalteranti.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), sottolinea che la posizione di contrarietà rispetto alle disposizioni contenute nell'articolo 4 del decreto in esame non è dettata da motivazioni ideologiche ma, al contrario, si fonda sul fatto che la misura sostanzialmente favorirebbe i grandi gruppi estrattivi e non tanto le imprese energivore, come invece affermato dal collega Marattin.
  Rileva sul punto che già l'articolo 16 del decreto-legge n. 17 del 2022, oggetto di modifiche ad opera dell'articolo 4 del decreto in esame, prevedeva forniture a prezzi calmierati per le imprese energivore sulla base di concessioni già in essere compatibili con i criteri contenuti nel PiTESAI, Piano elaborato sulla base di criteri scientifici. Ritiene, pertanto, quantomeno affrettato un intervento sul tema, a pochi mesi dall'adozione di una norma che ancora non ha avuto piena attuazione. Ricorda, inoltre, che saranno necessari circa dieci anni prima che le nuove prospezioni diano i primi frutti, un arco temporale troppo ampio rispetto a quanto è invece necessario per addivenire celermente a una transizione ecologica volta a ridurre la quantità di emissioni inquinanti. Rileva, altresì, che le nuove prospezioni sono autorizzate anche in territori già destinati alla realizzazione di parchi eolici offshore, quale quello di Brindisi, per cui potrebbero verificarsi situazioni di contrasto rispetto alla realizzazione di infrastrutture energetiche.
  Nel ricordare che anche la Lega in occasione del referendum del 2016 si era espressa a favore dell'abrogazione, evidenzia che la contrarietà al rinnovo di concessioni di coltivazione di idrocarburi è stata espressa anche da molti amministratori locali esponenti della stessa maggioranza, per cui ritiene la misura adottata dal Governo quantomeno contraddittoria rispetto alle istanze rappresentante da esponenti delle forze politiche che lo sostengono.

  Ida CARMINA (M5S), nell'associarsi alle considerazioni svolte dal collega Dell'Olio, ricorda che l'estrazione di gas nelle zone costiere, oltre a determinare danni ambientali, comporta gravi danni anche per la salute delle persone. Ritiene, quindi, l'intervento non conveniente nel rapporto costi-benefici, nonché in contrasto con importanti impegni internazionali assunti dall'Italia con riferimento alla riduzione delle emissioni climalteranti.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Grimaldi 4.1, Sergio Costa 4.2 e Ubaldo Pagano 4.3, Pag. 12nonché gli emendamenti L'Abbate 4.4 e Ilaria Fontana 4.5.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Braga 4.6, evidenzia che in esso sono contenute un insieme di modifiche all'articolo 4, concernente misure per l'incremento della produzione di gas naturale, le quali, se approvate, determinerebbero un atteggiamento favorevole anche da parte del suo gruppo in merito all'articolo in esame. In particolare, fa riferimento alla necessità di sostituire, all'articolo 16 del decreto-legge n. 17 del 2022 riguardante il rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi, così come modificato dall'articolo 4, il riferimento alla considerazione dei «soli vincoli costituiti dalla vigente legislazione nazionale ed europea o derivanti da accordi internazionali» con la conformità a tali vincoli. Ugualmente, l'emendamento propone di sopprimere il numero 2) del comma 2 dell'articolo 4, che consente di applicare le procedure previste dal citato articolo 16 anche alle concessioni di idrocarburi poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po e, infine, di introdurre una riserva di almeno un terzo dei diritti sul gas offerti dal Gruppo GSE alle piccole e medie imprese. Invita quindi la rappresentante del Governo e il relatore a riconsiderare i propri pareri.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO ribadisce l'invito al ritiro dell'emendamento Braga 4.6, altrimenti esprimendo parere contrario.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, concorda con la rappresentante del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Braga 4.6 e Grimaldi 4.7.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando gli emendamenti L'Abbate 4.8 e Cappelletti 4.9, fa presente che, con il primo, si intende introdurre una fattispecie di silenzio-diniego nella procedura di valutazione e autorizzazione delle opere necessarie alla realizzazione dei piani di interventi destinati al rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento di gas naturale, nonché di quelli relativi al conferimento delle nuove concessioni di coltivazione, mentre con il secondo si intende impedire che possano essere rilasciate concessioni di coltivazioni di idrocarburi nel tratto di mare più a nord del Paese.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento L'Abbate 4.8 e gli identici emendamenti Cappelletti 4.9 e Curti 4.10.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'emendamento Pavanelli 4.11, evidenzia che esso è volto ad innalzare da 500 milioni di metri cubi ad 1 miliardo il limite quantitativo di riserva certa di gas che deve essere presente nei siti aventi un potenziale minerario per ottenere il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi.
  Precisa che lo scopo della proposta emendativa è evitare che troppi soggetti possano essere autorizzati a tale attività senza una ragionevole probabilità di trarne una reale utilità per il Paese a fronte dei gravi costi da sostenere in termini ambientali.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pavanelli 4.11, Ilaria Fontana 4.12, Torto 4.13, gli identici emendamenti Stefanazzi 4.14 e Ferrari 4.15, nonché gli emendamenti Stefanazzi 4.16, Torto 4.17 e 4.18, Ilaria Fontana 4.19, Pavanelli 4.20 e Simiani 4.21.

  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando l'emendamento Bonelli 4.22, rileva che tale proposta intende vietare l'utilizzo della tecnica dell'air gun o di altre tecniche esplosive per le attività di ispezione dei fondali marini finalizzate alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Nel far presenti i rischi derivanti dall'impiego di tale tecnica in particolare a danno della fauna marina, per le navi che attraversano i tratti di mare interessati, soprattutto qualora trasportino carichi velenosi, e per la possibilitàPag. 13 di facilitare fenomeni di subsidenza dei fondi marini, conclude affermando che la proposta intende salvaguardare il mare, che è particolarmente a rischio, con l'introduzione di una misura di cautela nello svolgimento delle tecniche di prospezione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Bonelli 4.22 e gli articoli aggiuntivi Cappelletti 4.01 e Pavanelli 4.02.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo 4.03 a sua prima firma, ne raccomanda l'approvazione sottolineando che esso è volto ad abrogare la franchigia, commisurata alla quantità di prodotto, sotto la quale non è dovuto il pagamento delle aliquote per l'estrazione degli idrocarburi. Nell'affermare, infatti, che, in un numero consistente delle 1.300 piattaforme esistenti in Italia, sono estratti quantitativi inferiori alla franchigia, fa presente che anche in caso di smantellamento di tali piattaforme lo Stato dovrebbe comunque sostenere costi significativi, come per il cosiddetto decommissioning degli impianti nucleari.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Dell'Olio 4.03 e Di Sanzo 4.04.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), evidenzia che l'emendamento Ilaria Fontana 4-bis.1, di cui è cofirmatario, è volto a sopprimere l'articolo 4-bis concernente la promozione del passaggio di aziende a combustibili alternativi al gas naturale, compreso il combustibile solido secondario. Critica, in particolare, il fatto che il citato articolo 4-bis qualifichi le modifiche tecnico-impiantistiche degli impianti industriali come non sostanziali e, quindi, assoggettabili a procedure semplificate.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Ilaria Fontana 4-bis.1 e Grimaldi 4-bis.2, l'articolo aggiuntivo Grimaldi 4-bis.01, l'emendamento Cappelletti 5.1, gli articoli aggiuntivi Grimaldi 5.01, Torto 5.02 e 5.03, Fenu 5.04, Alifano 5.05, Raffa 5.06, Lovecchio 5.07, Fenu 5.08, Alifano 5.09, gli emendamenti Grimaldi 6.1 e Pellegrini 6.2, gli articoli aggiuntivi Ilaria Fontana 6.01, Torto 6.02 e 6.03, Grimaldi 6-bis.01, Roggiani 7.01, l'emendamento Ghirra 7-bis.1, gli articoli aggiuntivi Torto 7-bis.01, Grimaldi 7-ter.01 e 7-ter.02, Roggiani 7-ter.03, Merola 8.01, gli emendamenti Grimaldi 9.1 e 9.2, Torto 9.3, Grimaldi 9.4, Simiani 9.5, Torto 9.6, Ubaldo Pagano 9.7 e 9.8, nonché Grimaldi 9.9.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), illustrando l'emendamento 9.10 a sua prima firma, fa presente che la proposta intende modificare l'articolo 9 che prevede la diminuzione dal 110 al 90 per cento della detrazione riconosciuta nell'anno 2023 per gli interventi rientranti nel cosiddetto superbonus.
  Nel ricordare che la disciplina, come approvata dal Senato, consente la proroga fino al 31 marzo 2023 dell'utilizzo della detrazione al 110 per cento per le spese sostenute dalle persone fisiche sugli edifici unifamiliari, ossia sulle villette, mentre subordina la detrazione del 90 per cento per le unità immobiliari a determinate condizioni di reddito, ritiene che sia necessario procedere ad un'obiettiva valutazione di tale misura fiscale sulla base di dati empirici che chiariscano sia l'effettivo miglioramento energetico realizzato sui fabbricati sia l'utilità economica conseguita dal settore delle ristrutturazioni edilizie.
  A tal fine preannunzia che il suo gruppo chiederà lo svolgimento di un'indagine conoscitiva avente ad oggetto il superbonus che coinvolga tutti i soggetti interessati dalla misura. Teme che il risultato di tale detrazione fiscale sia stato un aiuto alle famiglie a reddito medio-alto, proprietarie di edifici unifamiliari, e che, invece, la possibilità di utilizzo da parte dei condomini sia stata impedita dalle modifiche introdotte. Nel ricordare, inoltre, che le nuove disposizioni non risolvono la questione dei cosiddetti debiti incagliati, ossia non monetizzabili da parte dei cessionari, che impediscono l'utilizzo su larga scala di tale misura, invita il Governo a prevedere una soluzione in un successivo provvedimento.Pag. 14
  Infine, per quanto riguarda il problema dello smobilizzo dei crediti di imposta, ritiene che sarebbe necessario individuare un soggetto di ultima istanza, diverso dagli istituti di credito privati, che sia in grado di accettare la cessione di tali ingenti crediti.

  La Commissione respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 9.10.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento Alifano 9.11 e le successive proposte emendative del suo gruppo in materia di superbonus, evidenzia che tale misura ha consentito la ripartenza del settore edilizio, che è fondamentale per l'economia del nostro Paese. Ritiene, inoltre, che sarebbe stato meglio prevedere una riforma della misura del superbonus, anche prevedendo una soluzione al problema dei cosiddetti crediti «incagliati», piuttosto che sopprimerla integralmente poiché le entrate derivanti dalla sua applicazione, nel lungo termine, supererebbero di molto le spese a carico dello Stato. Evidenzia, inoltre, che se non si risolverà al più presto il problema della cessione del credito, molte aziende potrebbero fallire e ciò provocherebbe oneri per la finanza pubblica decisamente maggiori rispetto alla misura del superbonus, anche in considerazione dell'esigenza di erogare ingenti somme per indennità di disoccupazione. Auspica, quindi, che la maggioranza voglia collaborare con le opposizioni al fine di rivedere la misura del superbonus in un'ottica che sostenga una duratura crescita economica del nostro Paese.

  La Commissione respinge l'emendamento Alifano 9.11.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Ubaldo Pagano 9.12, evidenzia che il requisito del reddito di riferimento per accedere al superbonus, piuttosto che dell'ISEE, rappresenta una violazione dei livelli essenziali delle prestazioni, che, da quando è stato istituito tale indice, vengono calcolati in base ad esso. Stigmatizza, infine, le modalità di calcolo del reddito di riferimento previste dall'articolo 9 del provvedimento in esame.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 9.12, Grimaldi 9.13 e Ubaldo Pagano 9.14.

  Silvio LAI (PD-IDP), sottoscrivendo l'emendamento Porta 9.15, evidenzia che esso è volto a concedere la possibilità di accedere al superbonus anche agli italiani residenti all'estero. Ne raccomanda, pertanto, l'approvazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Porta 9.15 e Grimaldi 9.16.

  Daniela TORTO (M5S), nell'illustrare l'emendamento 9.17 a sua prima firma e le successive proposte emendative del suo gruppo in materia di applicazione del superbonus, evidenzia che, con il provvedimento in esame, il Governo ha decretato la morte di tale misura, nonostante fosse già previsto a legislazione vigente un progressivo décalage nella fruizione del beneficio. Critica anche il fatto che, nonostante nel corso della precedente legislatura i gruppi parlamentari che oggi fanno parte della maggioranza avessero sottolineato la necessità di salvare la misura del superbonus, oggi il Governo non sia intervenuto per risolvere il problema fondamentale rappresentato dalla cessione dei crediti. Auspica, pertanto, un'ulteriore riflessione del Governo e della maggioranza su tale materia.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Torto 9.17, Ubaldo Pagano 9.19 e Braga 9.20.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Merola 9.21, evidenzia che esso è volto ad estendere fino al 31 dicembre 2025 la misura del superbonus al 110 per cento in favore degli Istituti autonomi case popolari. Ritiene tale intervento prioritario, anche in considerazione del fatto che in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio il Governo non Pag. 15ha previsto alcuna misura di politica abitativa.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Merola 9.21, Ubaldo Pagano 9.22, Raffa 9.23, Torto 9.24, 9.25, 9.26, 9.27, 9.28, 9.29 e 9.30, Santillo 9.31, Torto 9.32 e 9.33, L'Abbate 9.34, Ubaldo Pagano 9.35, Santillo 9.36, Fenu 9.37, Lovecchio 9.38, Raffa 9.39 e Lovecchio 9.40, gli identici emendamenti Ubaldo Pagano 9.41 e Grimaldi 9.42, gli articoli aggiuntivi Santillo 9.01, Bonafè 9-bis.01, 9-bis.02 e 9-bis.03, gli emendamenti Roggiani 10.1, Torto 10.2, Fede 10.3, Torto 10.4, 10.5 10.6 e 10.7, nonché gli articoli aggiuntivi Grimaldi 10.01, Torto 10.02 e Grimaldi 10.04.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo in dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo Roggiani 10.05, evidenzia che nel corso dell'esame in Assemblea del disegno di legge di bilancio il Governo ha accolto un ordine del giorno a sua prima firma volto all'adeguamento dei prezzi nei contratti pubblici di servizi e forniture in corso di esecuzione, materia oggetto della proposta emendativa in esame.
  Auspica, pertanto, che il Governo voglia attuare al più presto quanto previsto da tale ordine del giorno e si riserva di presentare in Assemblea un analogo ordine del giorno anche in occasione dell'esame di questo provvedimento.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'articolo aggiuntivo Roggiani 10.05, l'emendamento Torto 11.1, l'articolo aggiuntivo Grimaldi 11-bis.01 nonché gli emendamenti Grimaldi 12.1, Curti 12-bis.1, Pellegrini 14.1, Manzi 14.2, Amato 14.4, Fossi 14-bis.1, Roggiani 14-quinquies.1 e Torto 14-sexies.1.

  La Sottosegretaria Lucia ALBANO, intervenendo sull'articolo aggiuntivo Ubaldo Pagano 1.03 precedentemente accantonato, fa presente che tale proposta emendativa può sostanzialmente considerarsi assorbita dalle previsioni dell'articolo 1, comma 17, della legge di bilancio per il 2023, che presentano un contenuto analogo.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) prende atto dei chiarimenti del Governo e ritira l'articolo aggiuntivo 1.03 a sua prima firma, auspicando che in futuro il Governo possa motivare dettagliatamente le ragioni dell'invito al ritiro delle proposte emendative presentate anche al fine di evitare di porre in votazione emendamenti che di fatto riprendono i contenuti di disposizioni già vigenti.

  Essendosi concluse le votazioni sulle proposte emendative presentate, nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 13.10.