CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 gennaio 2023
46.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 59

RISOLUZIONI

  Mercoledì 18 gennaio 2023. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 14.50.

7-00015 Boldrini: Sui raid condotti dalla Turchia contro le regioni curde della Siria e dell'Irak e sul rispetto dello stato di diritto in Turchia.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), illustrando la risoluzione a sua prima firma, ricorda che dal settembre 2014 e marzo 2015 la città curda di Kobane, nel nord della Siria, ha subito l'assedio delle truppe del sedicente Stato islamico: in quella circostanza le donne gli uomini di Kobane hanno resistito e vinto, segnando l'inizio del declino di Daesh. In qualche misura essi hanno combattuto e vinto per tutto il mondo democratico, il quale ha tuttavia voltato loro le spalle: dapprima, nel 2019, con il ritiro del contingente militare statunitense dalla zona, che ha lasciato campo libero ai bombardamenti della Turchia; oggi, con il silenzio delle cancellerie occidentali di fronte all'aggressione dell'esercito turco ai danni delle popolazioni curde in territorio siriano ed iracheno, avvenuta nel novembre scorso. Segnala che il Presidente turco Erdogan ha peraltro dichiarato che il suo esercito non si fermerà e penetrerà via terra nei territori curdi, che sono all'interno di altri Paesi sovrani, ovvero Siria e l'Iraq. Si tratta a tutti gli effetti di un atto di invasione già annunciato, come quello compiuto dalla Turchia con l'occupazione in Siria di territori ad alta presenza curda: nel 2018 la regione di Afrin e nel 2019 una striscia di confine tra Kobane e Jazirah.
  Rileva che negli stessi giorni del novembre 2022 in cui la Turchia bombardava i curdi siriani e iracheni, l'esercito iraniano faceva altrettanto contro le popolazioni curde nell'ovest del Paese che protestavano per l'uccisione della giovane Mahsa Jina Amini, originaria del Kurdistan iraniano. Osserva che le autorità turche hanno giustificato il loro attacco sostenendo che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Pag. 60e le Forze democratiche siriane (FDS) sarebbero responsabili del grave attentato del 13 novembre 2022 ad Istanbul, che ha causato sei morti e ottantuno feriti. Tuttavia, le stesse autorità di Ankara non hanno mai fornito prove a sostegno di questa accusa e le citate organizzazioni hanno subito respinto ogni loro coinvolgimento.
  A suo avviso, il disegno di Erdogan è chiaro: egli mira ad invadere ed annettere territori che appartengono ad altri Stati, come sta facendo Putin in Ucraina e come potrebbe fare la Cina nei confronti di Taiwan.
  Pertanto, evidenzia la necessità di esprimere una condanna netta per l'operato del Governo turco, analoga a quella che giustamente viene mossa contro la Russia e contro le mire di Pechino. Al contrario, il Ministro Tajani si è recato nei giorni scorsi ad Ankara, dove ha incontrato il suo omologo turco Cavusoglu, con il quale ha discusso dei temi di interesse comune – immigrazione, Libia, sicurezza del Mediterraneo, problemi energetici – ma non ha affrontato né l'aggressione turca nei territori curdi né la stretta antidemocratica che il Presidente Erdogan esercita all'interno del suo Paese, che ha portato il Parlamento europeo – con una risoluzione approvata nel giugno 2022 – a dichiarare che la Turchia è sempre più lontana dai valori e dagli standard democratici dell'Unione europea.
  Sulla scorta di queste considerazioni, illustra il dispositivo della risoluzione in esame, che impegna il Governo a condannare l'aggressione militare turca e la messa al bando del partito filo-curdo HDP, nonché ad agire in tutte le sedi internazionali perché si eserciti una pressione sul Governo di Ankara al fine di ottenere il pieno rispetto dei diritti umani e politici.

  Andrea ORLANDO (PD-IDP), associandosi alle considerazioni della collega Boldrini, sottolinea che il partito HDP, capace di raccogliere consensi anche al di fuori della minoranza curda, è stato duramente represso dalle autorità e sostanzialmente inibito nella possibilità di svolgere attività politica. Di fronte a questa brutale repressione, denunciata sia dal Parlamento europeo sia dal Consiglio d'Europa occorre che l'Italia, coerentemente con le posizioni di condanna espresse nei riguardi di altre violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, stigmatizzi l'operato del Governo di Ankara, sia riguardo alla torsione antidemocratica interna sia rispetto alle azioni contro le comunità curde nei Paesi limitrofi, il cui contributo è stato decisivo per la sconfitta di Daesh.

  Nicola FRATOIANNI (AVS), preannunciando l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in esame, che condivide integralmente, si associa alla richiesta che l'Italia esprima una posizione chiara e ferma contro la repressione nei riguardi della minoranza curda, superando le reticenze imposte dalla realpolitik e dal ruolo centrale della Turchia all'interno dell'Alleanza atlantica. Ricordando che le comunità curde in molti casi rappresentano un avanzato esperimento di democrazia egualitaria sul piano politico, economico e sociale, stigmatizza le condanne inflitte dalle giurisdizioni turche agli esponenti di punta del partito HDP. Pur consapevole della necessità di mantenere relazioni con un partner strategico come la Turchia, ritiene doveroso esprimere senza riserve la condanna per i ripetuti attacchi contro la minoranza curda compiuti anche al di fuori dei confini nazionali, nel corso dei quali – secondo ricostruzioni attendibili di organizzazioni della società civile – sono state usate anche armi chimiche proibite dagli accordi internazionali.

  Federica ONORI (M5S), condividendo le premesse e gli obiettivi della risoluzione in titolo, preannuncia la sottoscrizione dei membri del proprio gruppo politico.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI si riserva di intervenire nel seguito del dibattito.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) sottolinea che il contenuto della risoluzione è tutt'altro che divisivo, dal momento che nella scorsa legislatura testi ancora più forti sono stati presentati dai gruppi parlamentariPag. 61 allora all'opposizione. Sottolinea la necessità che l'Italia assuma la leadership nell'azione di pacificazione del quadrante mediorientale, a partire dalla Siria, e ribadisce l'illegittimità delle operazioni militari condotte dalla Turchia. Riguardo ai rapporti con Ankara, ricorda che l'Italia ha a lungo sostenuto l'opportunità di un ingresso della Turchia dell'Unione europea, modificando tale approccio solo a seguito delle scelte compiute da Erdogan: peraltro, mentre negli atti di indirizzo presentati da Fratelli d'Italia nella scorsa legislatura si arrivava ad evocare l'interruzione delle relazioni diplomatiche, nell'atto di indirizzo in esame si chiede unicamente la condanna delle politiche poste in essere e un richiamo ai princìpi che tutti gli alleati NATO devono rispettare. Sulla scorta di queste considerazioni, sollecita i gruppi di maggioranza ed il Governo a sostenere la risoluzione in esame.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), confermando che Fratelli d'Italia ha sempre espresso preoccupazioni nei riguardi della postura interna ed internazionale della Turchia e associandosi alla condanna per i bombardamenti nei confronti della popolazione civile curda, rileva la necessità di lavorare ad un testo di risoluzione condiviso, che non pregiudichi le relazioni con Ankara, partner fondamentale sul piano economico, Paese candidato all'adesione all'UE e alleato storico all'interno dell'Alleanza atlantica. Da questo punto di vista, ritiene che il Governo in carica stia operando in piena continuità con il precedente Esecutivo.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), al riguardo, ricorda che il Presidente del Consiglio Draghi, nel corso di una conferenza stampa, ebbe modo di definire Erdogan un «dittatore».

  Giulio TREMONTI, presidente, precisa che in quella circostanza fu utilizzato il termine «autocrate».

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) ribadisce che fu usato l'appellativo «dittatore».

  Giangiacomo CALOVINI (FDI) precisa che nel suo intervento si riferiva all'ultima visita dell'allora Ministro degli esteri Di Maio in Turchia, nel luglio 2022. Ribadisce, quindi, la disponibilità a confrontarsi per convergere su un testo condiviso.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) ricorda che, nonostante l'accesa dialettica nella scorsa legislatura con il collega Delmastro Delle Vedove – allora membro della Commissione affari esteri – c'era una sostanziale consonanza sulla valutazione delle politiche poste in essere dalla Turchia: a suo avviso, è dunque possibile individuare un terreno comune per addivenire a un testo condiviso. Evidenzia, altresì, che Svezia e Finlandia, pur avendo sottoscritto un memorandum con la Turchia in vista dell'adesione all'Alleanza atlantica, hanno posto delle pregiudiziali molto nette in materia di diritti umani, opponendosi all'estradizione di rifugiati curdi nonostante le pressioni del Governo di Ankara: auspica, quindi, che l'Italia dimostri la stessa determinazione, anche per preservare la sua autorevolezza sul piano internazionale, pur senza mettere in discussione il quadro di alleanze tradizionali.

  Giulio TREMONTI, presidente, rileva che occorrerebbe approfondire gli obblighi derivanti dall'appartenenza alla NATO: la Carta atlantica, infatti, sancisce che la democrazia si costruisce sui territori, e non si esporta. A suo avviso, i curdi hanno dato un contributo fondamentale all'affermazione dei princìpi democratici in una regione instabile come il Medio Oriente, e pertanto meritano di essere tutelati. Peraltro, il fatto che l'aggressione russa all'Ucraina e le incursioni turche in territorio siriano siano valutate diversamente dagli alleati occidentali è una conseguenza inevitabile dell'appartenenza di Ankara all'Alleanza atlantica.

  Andrea ORLANDO (PD-IDP) ricorda che anche il Portogallo sotto la dittatura sotto la dittatura di Salazar era parte della NATO.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP) osserva che, purtroppo, allo stato attualePag. 62 la maggior parte dei Paesi nel mondo è governato da regimi autoritari.

  Giulio TREMONTI, presidente, rimarca il punto di svolta segnato dal passaggio dal G7 al G20: il primo consesso era caratterizzato dalla omogeneità politica, linguistica – con il monopolio dell'inglese – ed economica (con la supremazia del dollaro); il secondo consesso è molto più eterogeneo, ma ha avuto l'effetto positivo di ampliare la partecipazione alla governance dei processi globali.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) segnala che oggi la tradizionale antitesi tra democrazie e dittature si è arricchita di una nuova categoria – la cosiddetta «democratura» – che costituisce un ibrido assai pericoloso.

  Giulio TREMONTI, presidente, a titolo di esempio, menziona la Cina, che rappresenta una entità atipica, ma capace di esercitare una enorme influenza sul piano politico ed economico.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) ricordando che la Lega ha sempre avuto una posizione molto netta sulla Turchia, mentre altre forze politiche hanno perorato per lungo tempo la sua adesione all'Unione europea, ribadisce l'apprezzamento per la coerenza della collega Boldrini, che nella scorsa legislatura ha sottoscritto la mozione per il riconoscimento del genocidio armeno. Sottolineando che né i rapporti bilaterali, né il ricatto sui i migranti, né la crisi libica possono rappresentare ostacoli insormontabili per esprimere una condanna nei riguardi di Ankara, annuncia la disponibilità a convergere su un testo condiviso

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, esprimendo apprezzamento per il tenore della discussione, arricchita da importanti spunti di analisi storica e di filosofia politica, preannuncia che l'Esecutivo sta elaborando alcune proposte di riformulazione sull'atto di indirizzo in esame, che intende seguire in prima persona.

  Giulio TREMONTI, presidente, ricorda dell'allora Presidente francese Sarkozy affermò che «non risulta che Ankara sia in Europa», ponendo una pietra tombale sulle aspirazioni turche all'integrazione europea.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 18 gennaio 2023. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 15.30.

5-00190 Boldrini: Sul divieto per le donne afghane di lavorare per le ONG.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato), aggiungendo la propria personale indignazione per quanto sta accadendo in Afghanistan ad opera del regime talebano.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta del sottosegretario, che ha illustrato efficacemente l'impegno dell'Italia in Afghanistan, senza tuttavia fornire chiarimenti sulle misure che intende assumere riguardo al divieto per le donne afghane di lavorare per le ONG; sottolinea che tale scelta del regime condanna il 50 per cento della popolazione a non avere assistenza e a sprofondare in uno stato di povertà assoluta. Evidenzia che l'Occidente ha gravi responsabilità sulla situazione attuale, dal momento che, fin dalla scelta scellerata del Presidente americano Trump di avviare negoziati paralleli con i talebani a Doha, ha tradito le promesse fatte durante l'occupazione.Pag. 63
  Auspica, quindi, che i Governi, i media e la società civile tornino ad occuparsi della tragedia che vivono le donne afghane, private della possibilità di avere un'istruzione, praticare sport e svolgere attività lavorative. Sul piano operativo, sottolinea la necessità di organizzare in tempi brevi un confronto con le organizzazioni non governative che operano in Afghanistan per fare il punto della situazione e individuare possibili soluzioni a questa situazione drammatica.

  Giulio TREMONTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.50.