CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 gennaio 2023
47.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
Pag. 63

ALLEGATO 1

Interrogazione a risposta immediata n. 5-00254 Boldrini: Sulla visita del Ministro della sicurezza nazionale di Israele, Ben Gvir, alla Spianata delle Moschee.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia ha prontamente ribadito l'importanza di preservare lo status quo dei Luoghi Santi di Gerusalemme e invitato le parti ad un comportamento responsabile per evitare un ulteriore innalzamento delle tensioni.
  La nostra è una posizione condivisa dagli Stati membri dell'Unione europea e dai principali partner, assieme ai quali seguiamo con grande attenzione gli sviluppi sul terreno, anche per promuovere un'azione diplomatica più efficace, coerente e coesa.
  Il Governo italiano continua a ritenere che solo una soluzione a due Stati, giusta e sostenibile, negoziata direttamente tra le parti coinvolte e in linea con i parametri stabiliti dal diritto internazionale e dalle rilevanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, potrà assicurare una pace duratura nella regione.
  In occasione di una telefonata con il suo omologo israeliano, Eli Cohen, il 16 gennaio, il Ministro degli Esteri Tajani ha riaffermato l'impegno politico del Governo a favore della sicurezza d'Israele e della stabilità del Medio Oriente.
  Come noto, l'Italia ha votato contro (come hanno fatto, tra gli altri, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Austria) la risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che richiede un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia sulle conseguenze legali dell'occupazione dei territori palestinesi. Ciò perché riteniamo che il conflitto israelo-palestinese sia un problema di natura politica. Di conseguenza, la sua soluzione deve passare attraverso una ripresa di negoziati diretti tra le parti.
  È nostra convinzione che in questo momento sia necessario astenersi da qualsiasi azione unilaterale e adoperarsi attivamente per ridurre le tensioni e ripristinare un clima di fiducia. Entrambe le parti devono agire per prevenire un ulteriore deterioramento delle condizioni di base per la realizzazione della soluzione dei due Stati e per preservare e ampliare lo spazio di dialogo.
  Gli incidenti e gli scontri delle ultime settimane si inseriscono in una lunga storia di conflitto e di ostilità, la cui fine potrà essere assicurata solo da una soluzione duratura, basata su due Stati, con lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e vitale. Due Stati che convivano in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco, e con Gerusalemme futura capitale di entrambi gli Stati.
  L'Italia è pronta a contribuire a rilanciare i negoziati diretti e a sostenere ogni iniziativa volta a favorire la ripresa di un processo politico e la stabilità e la sicurezza dell'intera regione.

Pag. 64

ALLEGATO 2

Interrogazione a risposta immediata n. 5-00255 Formentini: Sulla tutela dei diritti dei cristiani nel mondo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La tutela della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche o religiose è una costante della politica estera italiana. Ed è una priorità del nostro Governo. Due terzi della popolazione mondiale vivono in Paesi dove quelle libertà e quei diritti vengono violati o negati.
  I brutali attacchi in Nigeria e Repubblica Democratica del Congo ci ricordano, in particolare, l'urgenza di agire di fronte al dramma di milioni di cristiani perseguitati. Il rapporto di Open Doors, presentato ieri proprio qui alla Camera, lo conferma. Se a livello globale viene perseguitato un cristiano ogni 7, in Africa subsahariana il rapporto diventa 1 su 5.
  Di fronte agli ultimi tragici eventi, il Ministro Tajani ha invocato con fermezza un'azione internazionale più incisiva a difesa delle comunità cristiane.
  L'Italia fa sentire la sua voce sia in ambito Unione europea che nelle altre Organizzazioni internazionali, dall'ONU al Consiglio d'Europa, all'OSCE. Alle Nazioni Unite sosteniamo con convinzione le iniziative relative alla tutela delle minoranze etniche e religiose e l'attività dei Relatori Speciali.
  Il rispetto dei diritti delle minoranze religiose, con particolare riguardo alle comunità cristiane, deve diventare un fattore sempre più importante nel misurare anche le relazioni bilaterali. Intendiamo inoltre utilizzare al meglio il Fondo dedicato al sostegno delle minoranze cristiane perseguitate in aree di crisi, creato con la Legge di Bilancio del 2018 proprio grazie all'impulso del Vice Presidente Formentini.
  Il finanziamento annuo è ora di 4,4 rispetto ai 2 milioni di euro stanziati nei primi due anni. Sono stati finora sostenuti nove progetti, in Iraq, Libano, Palestina e Sudan, per un totale di oltre 6 milioni e mezzo di euro. Gli interventi, realizzati da organizzazioni della società civile con partner locali, mirano a fornire non solo sostegno materiale ai perseguitati, ma anche a favorirne l'inclusione sociale, tutelandone i diritti fondamentali. Vogliamo ampliare la gamma di azioni finanziabili.
  Il Ministro Tajani ha annunciato, con il Ministro Sangiuliano, l'organizzazione di un evento dedicato alla protezione del patrimonio culturale a valenza religiosa, per sancire l'impegno al rispetto dei luoghi di culto, in particolare in contesti di tensioni e conflitti.
  In linea con le due risoluzioni approvate all'unanimità da questa Commissione nella scorsa legislatura, la Farnesina ha istituito la posizione di «Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso». I due obiettivi vanno infatti perseguiti in maniera sinergica.
  Nei prossimi mesi, con il coinvolgimento degli attori religiosi, dedicheremo iniziative specifiche per promuovere nel Mediterraneo modelli sociali e giuridici ispirati al superamento delle diseguaglianze legate all'appartenenza religiosa e al dialogo. Incoraggeremo un ruolo ancora più attivo delle nostre Ambasciate nell'interazione con gli attori religiosi, per condividere buone prassi e valorizzare opportunità di collaborazione.
  A questo quadro, si aggiungerà in tempi brevi un nuovo importante tassello. La designazione, fortemente voluta dal Ministro Tajani, di un «Inviato Speciale della libertà religiosa con particolare attenzione alla tutelaPag. 65 delle minoranze cristiane perseguitate», in risposta alla necessità di accrescere la consapevolezza internazionale sul dramma vissuto in particolare da queste comunità in molti Paesi.
  La collaborazione costante tra Governo e Parlamento continuerà a rappresentare un elemento centrale nel rafforzamento dell'impegno dell'Italia per i diritti delle comunità cristiane perseguitate.

Pag. 66

ALLEGATO 3

Interrogazione a risposta immediata n. 5-00256 Lomuti: Sulla condanna alla pena capitale del Professor Awad Al-Qarni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il caso di Awad Al-Qarni è al centro di un coordinamento tra le Ambasciate a Riad dei Paesi che condividono le nostre priorità in materia di diritti umani.
  Il professore – secondo alcune fonti anche imam – avrebbe pubblicamente espresso vicinanza alla Fratellanza Musulmana, organizzazione che Riad considera terroristica e persegue con estremo rigore.
  Nel recente passato sono state comminate dure pene detentive nei confronti di individui che avevano espresso commenti critici verso le autorità saudite. Ciò conferma il mantenimento di un forte controllo per limitare la libertà di espressione e contrastare il dissenso, seppur in un'epoca di «modernizzazione» dei costumi.
  Tuttavia, a queste fattispecie le autorità avevano finora applicato pene detentive, senza mai arrivare alla condanna capitale.
  La gravità della condanna richiesta dall'accusa nel caso del Professore, la pena capitale appunto, potrebbe essere indice di una volontà saudita di considerare questo caso una minaccia alla sicurezza nazionale, per la presunta vicinanza di Al-Qarni alla Fratellanza Musulmana.
  Monitoreremo attentamente gli sviluppi della vicenda giudiziaria e manterremo ferma la nostra posizione sulla pena di morte.
  L'Italia la considera un trattamento inumano e degradante in qualsiasi circostanza. Il nostro Paese – è giusto ricordarlo – è in prima linea per la moratoria universale sulle esecuzioni capitali in vista della loro abolizione ovunque nel mondo. Nel dicembre 2022 siamo passati da 123 a 125 voti a favore della Risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite biennale sulla moratoria. Un risultato importante, frutto anche di un lavoro di squadra con la società civile, in particolare con la Comunità di Sant'Egidio, Nessuno Tocchi Caino e Amnesty International.
  Anche in occasione dell'ultima Revisione Periodica Universale, esercizio di monitoraggio del rispetto dei diritti umani cui i Paesi si sottopongono periodicamente in seno al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, l'Italia ha chiesto a Riad di: «considerare l'introduzione di una moratoria sulla pena di morte» e «garantire la libertà di opinione e di espressione».
  Il Governo italiano ritiene necessario – come già fatto in passato – agire a tutela della vita e della dignità anche di coloro che si sono resi colpevoli di reati secondo gli ordinamenti dei Paesi di appartenenza.
  È per questo che riteniamo importante continuare a dare messaggi di ferma condanna in coordinamento con i nostri partner. L'azione coordinata a livello europeo ci sembra infatti la più valida per promuovere azioni di dissuasione nei confronti delle Autorità saudite.
  A testimonianza dell'importanza dell'azione condotta dai Paesi dell'Unione europea è la volontà di Riad di tenere aperto un canale di dialogo con l'Europa su questi temi. Si svolgono infatti con cadenza regolare apposite sessioni del Dialogo tra Arabia Saudita e Unione europea dedicato proprio ai diritti della persona e alle libertà civili.
  Continueremo a sensibilizzare i sauditi sui temi della libertà di espressione e del ricorso alla pena capitale.
  Anche a titolo bilaterale, ribadiremo in ogni occasione di incontro con le autorità saudite l'inviolabilità dei diritti umani e civili.
  I principi fondamentali posti a salvaguardia delle libertà fondamentali devono divenire parte integrante di ogni strategia di ammodernamento e di progresso sociale ed economico del Paese.