ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01480

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 178 del 16/10/2023
Firmatari
Primo firmatario: MEROLA VIRGINIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 16/10/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'ALFONSO LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 16/10/2023
RICCIARDI TONI PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 16/10/2023
STEFANAZZI CLAUDIO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 16/10/2023
TABACCI BRUNO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 16/10/2023


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/10/2023
Stato iter:
17/10/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 17/10/2023
Resoconto MEROLA VIRGINIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
 
RISPOSTA GOVERNO 17/10/2023
Resoconto FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 17/10/2023
Resoconto MEROLA VIRGINIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/10/2023

SVOLTO IL 17/10/2023

CONCLUSO IL 17/10/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01480
presentato da
MEROLA Virginio
testo di
Lunedì 16 ottobre 2023, seduta n. 178

   MEROLA, D'ALFONSO, TONI RICCIARDI, STEFANAZZI e TABACCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Banca Centrale europea ha alzato con decorrenza 20 settembre 2023 il tasso ufficiale dell'area euro al 4,5 per cento; si tratta del decimo rialzo dei tassi dal luglio 2022 dopo un lungo periodo di tassi negativi;

   ad agosto l'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), che si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente, registra un aumento del 5,2 per cento su base annua; nei 2022 lo stesso indice è aumentato dell'8,1 per cento su base annua;

   il continuo aumento dei prezzi riduce il reddito reale dei lavoratori dipendenti più suscettibili al fenomeno del drenaggio fiscale che svaluta le buste paga e spinge la pressione fiscale;

   come riportato nella relazione al Parlamento, presentata il 27 aprile 2023, del documento economia e finanza DEF, «il dato di contrazione dei consumi privati osservato nel quarto trimestre dello scorso anno segnala che il potere d'acquisto delle famiglie è stato eroso dalla fiammata inflazionistica dell'anno scorso»;

   inoltre «la prolungata fase di inflazione e il rialzo dei tassi di interesse, in un contesto internazionale che rimane complesso e caratterizzato da forte incertezza, incide in misura maggiore sui redditi delle famiglie e sui margini delle imprese. Si rende pertanto necessario adottare misure urgenti con cui contrastare tali effetti.»;

   negli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia e dalla crisi energetica che ha riacceso l'inflazione con il rialzo dei tassi dei mutui e il caro vita, si sono determinati degli squilibri nella redistribuzione della ricchezza che il precedente Governo ha affrontato con misure emergenziali volte a fronteggiare l'impoverimento di alcune categorie di lavoratori e combattere le disuguaglianze sociali;

   ancora oggi ci si trova in piena emergenza ed è quanto mai opportuno che il Governo intervenga a salvaguardia della classe di lavoratori dipendenti incisi in maniera determinante dal caro vita;

   è necessario garantire il rispetto dell'articolo 53 della Costituzione per una tassazione che sia progressiva e che faccia partecipare i cittadini tutti in ragione della propria capacità contributiva –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la restituzione dell'eccesso di tassazione dovuta al fenomeno del drenaggio fiscale a tal fine anche applicando pienamente le norme di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 1989, n. 154, volte ad indicizzare le detrazioni da lavoro dipendente.
(5-01480)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 ottobre 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-01480

  Con il documento in esame gli Onorevoli interroganti rilevano che ad agosto l'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) registra un aumento del 5,2 per cento su base annua; nel 2022 lo stesso indice è aumentato dell'8,1 per cento su base annua.
  Gli Onorevoli evidenziano che il continuo aumento dei prezzi riduce il reddito reale dei lavoratori dipendenti più suscettibili al fenomeno del drenaggio fiscale che svaluta le buste paga e spinge la pressione fiscale.
  Segnalano altresì che il suddetto fenomeno determina squilibri nella redistribuzione della ricchezza che il precedente Governo ha affrontato con misure emergenziali volte a fronteggiare l'impoverimento di alcune categorie di lavoratori e combattere le disuguaglianze sociali.
  Tanto premesso, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 53 della Costituzione, si chiede di sapere «come (si) intenda garantire la restituzione dell'eccesso di tassazione dovuta al fenomeno del drenaggio fiscale a tal fine anche applicando pienamente le norme di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 1989, n. 154, volte ad indicizzare le detrazioni di lavoro dipendente».
  Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria, si rappresenta quanto segue.
  Come è noto, il drenaggio fiscale è un fenomeno che comporta un maggior prelievo tributario a causa dell'aumento dell'inflazione.
  Infatti, a causa dell'inflazione, l'aumento solo nominale dei redditi, con conseguente sconfinamento di questi ultimi negli scaglioni di imposta superiori, produce una tassazione maggiorata nonostante il potere di acquisto del percipiente resti immutato in termini reali.
  Per far fronte a tale fenomeno, in passato, in un periodo storico ad inflazione alta, sono stati istituiti meccanismi di adeguamento dell'imposizione fiscale rispetto all'inflazione; tra questi, il menzionato articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 69 del 1989 prevedeva l'adeguamento degli scaglioni di reddito al variare dell'indice dei prezzi, adeguamento da operarsi con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
  Poiché con il calare dei tassi d'inflazione tali meccanismi non si sono rivelati più praticabili, si è ritenuto più opportuno ricorrere a riforme strutturali dell'imposizione sui redditi volte a ridurre la pressione fiscale mediante una riduzione delle aliquote applicabili agli scaglioni di reddito.
  Ciò posto, anche al fine di fronteggiare il fenomeno sin qui descritto, nell'ambito del più ampio disegno di riordino dell'IRPEF previsto dall'articolo 5, comma 1, lettera a), n. 1), della legge 9 agosto 2023, n. 111, recante «Delega al Governo per la riforma fiscale», il Governo sta procedendo alla revisione degli scaglioni di reddito e delle aliquote ad essi applicabili che sarà attuata in conformità con i princìpi di progressività e della capacità contributiva di cui all'articolo 53 della Costituzione.