ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00936

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 231 del 23/01/2024
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/01/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024
BALDINO VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024
SANTILLO AGOSTINO MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024
AURIEMMA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024
CAPPELLETTI ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 23/01/2024


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 23/01/2024
Stato iter:
24/01/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/01/2024
Resoconto SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 24/01/2024
Resoconto MELONI GIORGIA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 24/01/2024
Resoconto CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/01/2024

SVOLTO IL 24/01/2024

CONCLUSO IL 24/01/2024

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00936
presentato da
SILVESTRI Francesco
testo presentato
Martedì 23 gennaio 2024
modificato
Mercoledì 24 gennaio 2024, seduta n. 232

   FRANCESCO SILVESTRI, CONTE, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI e FENU. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:

   il 21 dicembre 2023 l'Ecofin ha raggiunto un compromesso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, sulla base dell'intesa raggiunta tra i Ministri dell'economia francese e tedesco;

   rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, l'accordo sul nuovo Patto di stabilità e crescita complica ad avviso degli interroganti notevolmente il quadro regolatorio, con vincoli più rigidi che rischiano di causare una spinta deflattiva per l'intera area. Parallelamente, il sistema delle regole fiscali è molto più complicato di quello originariamente ipotizzato dalla Commissione europea, con sovrapposizione di vincoli e criteri incoerenti tra loro;

   su pressione della Germania, sono stati previsti due vincoli ulteriori: uno quantitativo sul debito, che richiede una riduzione di almeno un punto sul prodotto interno lordo all'anno in media del rapporto debito/prodotto interno lordo nel corso del percorso di aggiustamento. Tale regola vale nella stessa misura per tutti i Paesi con un rapporto debito/prodotto interno lordo maggiore del 90 per cento, contraddicendo la differenziazione del percorso di aggiustamento sulla base delle caratteristiche specifiche per Paese;

   il secondo vincolo è sul disavanzo: non è più sufficiente garantire che il rapporto deficit/prodotto interno lordo rimanga sotto la soglia del 3 per cento (regola di Maastricht); per i Paesi con debito su prodotto interno lordo maggiore del 90 per cento, alla fine del percorso di aggiustamento il disavanzo deve scendere sotto l'1,5 per cento del prodotto interno lordo;

   gli investimenti per la difesa sono stati inoltre considerati fattore rilevante per l'esclusione dal calcolo degli obiettivi di bilancio, mentre ne sono rimaste escluse le spese per investimenti in sanità e istruzione. Il rischio concreto per l'Italia sono manovre correttive per gli anni a venire e tagli alla spesa pubblica, in particolare per le politiche sociali;

   il Parlamento europeo ha quindi adottato, il 17 gennaio 2024, il proprio mandato negoziale con i Governi dell'Unione europea sulla riforma. In ragione delle esposte modifiche peggiorative, apportate nel corso dei negoziati, il MoVimento 5 Stelle ha espresso voto contrario alla posizione negoziale, che è stata votata favorevolmente da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Pd –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere, nel corso delle prossime fasi del trilogo, per apportare le necessarie modifiche all'accordo sulla nuova governance economica europea, nell'ottica di includere tra i fattori rilevanti le spese in investimenti strategici – come quelli per la sanità, l'istruzione e la transizione verde e digitale – in luogo delle spese per la difesa, per evitare pesanti tagli allo Stato sociale e sostenere una crescita inclusiva e sostenibile di lungo termine.
(3-00936)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

spese di difesa

debito