ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00511

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 68 del 14/03/2023
Firmatari
Primo firmatario: SIMIANI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 14/03/2023


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA delegato in data 14/03/2023
Stato iter:
29/03/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 29/03/2023
Resoconto BARBARO CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA)
 
REPLICA 29/03/2023
Resoconto SIMIANI MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/03/2023

DISCUSSIONE IL 29/03/2023

SVOLTO IL 29/03/2023

CONCLUSO IL 29/03/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00511
presentato da
SIMIANI Marco
testo di
Martedì 14 marzo 2023, seduta n. 68

   SIMIANI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il castoro eurasiatico (Castor fiber) figura nell'elenco dell'allegato IV della direttiva Ue Habitat 1. Pertanto, conformemente all'articolo 12 della direttiva, gli Stati membri devono istituire un rigoroso sistema di protezione della specie nella sua area di ripartizione naturale. Il castoro figura altresì nell'elenco dell'allegato II della direttiva. L'articolo 4 della direttiva impone agli Stati membri di proporre siti di importanza comunitaria (SIC) Natura 2000 che ospitano le specie figuranti all'allegato II, in modo da poterli mantenere o ripristinare in uno stato di conservazione soddisfacente nella loro area di ripartizione naturale;

   si apprende dalla stampa che, nonostante si siano estinti nel nostro Paese fin dal 1500, sono stati avvistati recentemente sul territorio nazionale esemplari di castoro;

   nello specifico alcuni sono presenti nel Nord Est Italia e provengono in maniera spontanea dall'Austria mentre altri sarebbero stati introdotti illegalmente nei fiumi Ombrone, Merse e Tevere, fra Toscana e Umbria;

   secondo l'Enea che ha confermato la presenza dell'animale nel centro Italia «è probabile che siano acquistati, da strutture straniere che li detengono in cattività, e poi rilasciati»;

   la presenza dei castori è oggi oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Per alcuni studiosi andrebbero rimossi per evitare effetti indesiderati in quanto rappresentano una specie in grado di trasformare fortemente il paesaggio attraverso l'abbattimento di alberi e la costruzione di dighe;

   mentre per altri creano benefici: grazie alle loro abilità ingegneristiche i castori proteggono gli insediamenti umani da alluvioni e inquinamento promuovendo la stabilizzazione dei flussi d'acqua e la creazione di nuove zone umide, che aumentano la diversità degli habitat e la biodiversità animale e vegetale;

   per Ispra però, mentre l'ingresso di castori (al confine con l'Austria) rappresenta un processo spontaneo da monitorare in vista di una possibile progressiva ricolonizzazione del Paese, la presenza di esemplari nel Centro Italia, dovuta a un'espansione non naturale, potrebbe creare problemi all'ecosistema, oltre a determinare un pericoloso precedente relativo alla riammissione di animali non autoctoni peraltro vietata dalla legge;

   si apprende dai media che Ispra, organismo preposto a dare il proprio parere tecnico-scientifico alle autorità coinvolte, in accordo con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica «abbia chiesto alle Regioni di intervenire demandando loro come procedere»;

   negli anni scorsi, per un caso analogo, la Commissione europea in deroga alla direttive Habitat aveva concesso la possibilità alla Spagna di rimuovere la presenza di tali animali dal momento che erano stati diffusi irregolarmente. Nel caso spagnolo la rimozione delle popolazioni di castoro non aveva però avuto successo, anzi la specie si era ulteriormente diffusa nonostante la rimozione di circa 1000 castori, con una spesa di oltre 100.000 euro –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato rispetto alla presenza dei castori sul territorio nazionale e quali iniziative di competenza intenda quindi assumere, anche in relazione ai contenuti delle direttive comunitarie citate in premessa.
(5-00511)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 29 marzo 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00511

  In merito alla questione posta dall'onorevole interrogante concernente la presenza di castori in alcune aree del Paese, si rappresenta quanto segue.
  La comparsa di nuclei di castoro eurasiatico in Italia centrale risulta attribuibile ad immissioni di natura illegale, in quanto non autorizzate dalle autorità competenti e non adeguatamente pianificate, così come richiesto dalla normativa vigente, in particolare l'articolo 22 lettera a) della Direttiva «Habitat» e norme nazionali di recepimento, nonché l'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 e il decreto ministeriale 2 aprile 2020.
  Difatti, le possibili origini dei castori osservati in Toscana ed in Umbria sono state valutate sulla base degli elementi conoscitivi disponibili nell'ambito di un incontro nazionale tenutosi a settembre del 2021 – organizzato dalla Associazione Teriologica Italiana – tra numerosi esperti di gestione e conservazione dei mammiferi in collaborazione con ISPRA.
  A seguito della valutazione delle diverse possibilità, l'unica opzione verosimile supportata dal quadro conoscitivo attuale della presenza accertata della specie in Italia centrale è risultata essere il rilascio non autorizzato di animali in più aree.
  Pertanto, appare evidente che la collocazione dei nuclei presenti in Italia centrale sia da ritenere al di fuori dell'attuale areale naturale della specie, non riconducibile a un processo di ricolonizzazione naturale a partire dall'attuale areale naturale, né a progetti di re-introduzione condotti ai sensi delle vigenti norme internazionali e nazionali.
  Ciò detto, già nel mese di dicembre 2021 le strutture competenti del Ministero ed ISPRA hanno evidenziato l'urgenza che le regioni, informando le stesse, provvedessero in modo coordinato e tempestivo all'attivazione di un rilevamento speditivo della presenza della specie sul territorio, finalizzato a valutarne l'effettiva distribuzione e alla definizione e attuazione di un piano per la rimozione dei nuclei esistenti, in considerazione delle rilevanti implicazioni gestionali che deriveranno dalla tempestività e dalle modalità di gestione della specie.
  La necessità di un'azione coordinata di rimozione, e più in generale di una strategia gestionale armonizzata e coerente, peraltro ampiamente condivisa nell'ambito della comunità scientifica, come evidenziato dalle risultanze dell'incontro nazionale precedentemente citato, è giustificata dalle capacità di spostamento e diffusione della specie e, soprattutto, dalle ricadute collettive che si avrebbero a seguito dell'insediamento della specie anche in una sola delle regioni interessate.
  A seguito delle informazioni trasmesse nell'ottobre 2022 dalle due regioni maggiormente coinvolte si è appreso che le stesse avevano raccolto informazioni utili a definire un quadro distributivo che risultava caratterizzato ancora da una presenza localizzata della specie.
  Le informazioni raccolte, anche in accordo con ISPRA, possono essere considerate sufficientemente esaustive per la definizione e successiva attuazione di un piano per la rimozione dei nuclei esistenti.
  Per questo motivo, le due regioni sono state invitate e sollecitate a pianificare con la massima urgenza gli interventi gestionali da intraprendere, da attuare secondo l'iter autorizzativo previsto dall'articolo 19 della legge n. 157 del 1992.
  Suddetti interventi hanno carattere di necessità ed urgenza, in relazione ai gravi impatti che la specie verosimilmente produrrà ad un ecosistema delicato come i corsi d'acqua, nonché alle specie ed agli habitat ad essi collegati, anche di interesse comunitario.
  Riguardo quest'ultimo aspetto va altresì rilevato il rischio per cui si possa configurare una possibile infrazione riguardo gli impegni unionali per la mancata attuazione degli interventi gestionali necessari a garantire il mantenimento dello stato di conservazione di habitat e specie di interesse.
  Infine, riguardo il caso analogo che si è verificato nel territorio spagnolo, si deve evidenziare che, in base ai dati attualmente disponibili, il numero di esemplari nel territorio italiano risulterebbe molto più contenuto di quello rimosso a suo tempo in Spagna.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riserva naturale

disboscamento

traffico illecito