ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00281

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 42 del 24/01/2023
Firmatari
Primo firmatario: ZANELLA LUANA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 24/01/2023


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/01/2023
Stato iter:
25/01/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/01/2023
Resoconto ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
 
RISPOSTA GOVERNO 25/01/2023
Resoconto GEMMATO MARCELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 25/01/2023
Resoconto ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/01/2023

SVOLTO IL 25/01/2023

CONCLUSO IL 25/01/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00281
presentato da
ZANELLA Luana
testo di
Martedì 24 gennaio 2023, seduta n. 42

   ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la riabilitazione è definita dall'Organizzazione mondiale della sanità: «un insieme di interventi progettati per ottimizzare il funzionamento e ridurre la disabilità in persone con problemi di salute che ne limitano l'interazione con l'ambiente», ed è fondamentale anche per i pazienti oncologici; in Italia vivono oggi 3.600.000 persone con una pregressa diagnosi di tumore e 1.100.000 persone guarite;

   un recente rapporto Oms stima che il 42 per cento della popolazione europea, circa 394 milioni di persone, vive una condizione di salute che richiede cure riabilitative. Secondo il rapporto sono circa 27 milioni gli italiani (44,9 per cento della popolazione) che hanno almeno una condizione per la quale dovrebbero fruire dei servizi riabilitativi;

   le fasce di età interessate sono tra 15 e 64 anni, oltre 15,3 milioni di persone, e nella fascia oltre i 65 anni, 11 milioni di persone. Fino ai 64 anni il numero di donne e uomini è sostanzialmente pari, mentre tra gli over 65 in maggioranza sono donne;

   l'Italia non può continuare a negare il diritto di accesso alla riabilitazione oncologica in tutte le fasi della malattia: acuta, cronica e palliativa. Una misura necessaria per garantire un ritorno alla vita attiva alle persone guarite, ritenuta ormai improcrastinabile, anche alla luce del ruolo significativo riconosciuto alla riabilitazione all'interno del Piano europeo di lotta contro il cancro;

   si assiste a un vulnus assistenziale che va superato in quanto la riabilitazione è un elemento fondamentale nel percorso di presa in carico del malato oncologico con un elevato valore sociale ed economico, derivante da una riduzione dei costi diretti e indiretti correlati con la disabilità legata alla malattia oncologica;

   la riabilitazione continua a essere nel nostro Paese una cenerentola per i malati di cancro. Sia per la insufficiente offerta di trattamenti riabilitativi sul territorio. Sia per un approccio culturale ancora deficitario, che troppo spesso relega la riabilitazione ai margini del percorso assistenziale;

   la riabilitazione è un bisogno imprescindibile nel contesto dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, ma risulta essere ancora oggi una lacuna assistenziale e la causa principale, almeno nel caso dell'Italia, sta nell'esclusione della riabilitazione oncologica dai Livelli essenziali di assistenza, che genera anche disparità territoriali nell'accesso alle prestazioni e ai servizi connessi –:

   se non ritenga necessario e improcrastinabile l'inserimento dei percorsi di riabilitazione per i pazienti oncologici nei Lea anche al fine del superamento delle disparità territoriali nell'accesso alle prestazioni e ai servizi.
(5-00281)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 gennaio 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00281

  Proprio in considerazione dell'urgente esigenza di migliorare le azioni per la prevenzione, le diagnosi, la cura e l'assistenza al malato oncologico, nonché la sua riabilitazione, in termini di efficacia, efficienza, appropriatezza e gradimento dei pazienti, tenendo conto anche delle potenzialità offerte dalla ricerca e dall'innovazione, come è noto, è stato elaborato da un apposito Tavolo di lavoro inter-istituzionale il nuovo «Piano Oncologico Nazionale» quale documento di pianificazione e indirizzo per la prevenzione e il contrasto del cancro per il quinquennio 2022-2027, finalizzato a migliorare il percorso complessivo di contrasto delle patologie neoplastiche, contenendo i necessari costi sanitari e sociali.
  Il Tavolo ha visto il coinvolgimento dei principali «stakeholder» del campo oncologico e delle cure primarie, nonché di un'ampia rappresentanza di Associazioni di pazienti e cittadini.
  Nel Documento si è mantenuta la coerenza con le finalità del Piano europeo contro il cancro del 2021.
  Il Piano Oncologico Nazionale è stato sviluppato secondo un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico, compreso il miglioramento delle cure e la prevenzione delle recidive, e ponendo l'attenzione sulla centralità del malato e sulla riduzione o eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione.
  È attualmente in corso l'interlocuzione in sede di Conferenza Stato-regioni, al fine di pervenire all'approvazione del Documento con apposita Intesa.
  Colgo l'occasione per anticipare, che in considerazione della massima rilevanza e delicatezza della tematica in esame, il Ministro sta sostenendo una proposta emendativa per istituire nello stato di previsione del Ministero della salute un fondo denominato «Fondo per l'implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 – PON», con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza al malato oncologico, definite dal Piano Oncologico nazionale 2022-2027.
  Quanto all'ottimizzazione del percorso terapeutico sarà fondamentale la piena realizzazione in tutte le regioni delle Reti oncologiche, nell'ottica di favorire un'assistenza sempre più domiciliare e integrata tra l'ospedale e i servizi territoriali avvalendosi delle nuove Case di Comunità, tramite l'implementazione della telemedicina e la valorizzazione del ruolo di medici di famiglia, pediatri e infermieri di comunità.
  Questa organizzazione consentirà di evitare inutili e gravosi spostamenti del malato, e permetterà di assicurare una presa in carico precoce e globale per ogni paziente già in fase di fondato sospetto.
  In continuità con il tema del percorso viene affrontato quello della riabilitazione dei malati oncologici: infatti, la guarigione intesa come completo recupero fisico, psichico e sociale, raggiungimento dell'autonomia relazionale e reinserimento occupazionale dei pazienti guariti o dei cronicizzati, costituiscono obiettivi non solo di politica sanitaria, ma del welfare in generale.
  Altro obiettivo importante è mantenere lo stato di benessere raggiunto e prevenire l'insorgenza di patologie cronico-degenerative e di ripresa di malattia.
  Il Documento sottolinea la necessità di superare una visione che considera l'intervento riabilitativo in oncologia volto al mero recupero della funzione fisica lesa, per poter impostare un piano di attività multidisciplinare e multisettoriale (sanitario e socio-sanitario), volto al reinserimento completo del malato nella società.
  La riabilitazione dovrà essere inserita a pieno titolo nei Pdta e dovrà essere prevista l'attivazione di percorsi di riabilitazione precoci, personalizzati e globali (sanitari, sociali, lavorativi, finanziari), per il completo reinserimento delle persone nella società, utilizzando come strumento operativo il Piano riabilitativo individuale (Pri).
  In particolare, vengono delineate 4 linee strategiche: 1) attivare percorsi riabilitativi territoriali fin dall'inizio del percorso oncologico; 2) aumentare l'offerta di programmi di esercizio fisico strutturato e di attività fisica adattata (Afa); 3) attivare interventi di supporto psicologico ospedaliero e territoriale per pazienti e caregiver; 4) implementare programmi di reinserimento al lavoro in collaborazione con i medici competenti.
  Sarà necessario anche tener conto degli effetti tardivi e delle diverse esigenze di riabilitazione o di supporto (ad esempio fisico, psicologico, sociale, cognitivo, sessuale, nutrizionale).
  Il team riabilitativo, pertanto, dovrà essere composto da professionisti con competenze diverse, a seconda delle disabilità presenti, dei setting riabilitativi e del contesto psicosociale.
  L'ultima parte del Piano è dedicata alla formazione degli operatori sanitari, da sempre uno dei migliori investimenti per garantire alti livelli di performance.
  Una maggiore attenzione al ruolo della riabilitazione oncologica e al suo impatto sulla qualità di vita del paziente deve prevedere anche specifici programmi di formazione.
  Allo stesso tempo è dato molto risalto alla sensibilizzazione e al coinvolgimento della popolazione generale.
  Più in generale, ricordo che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, nell'ambito del Capo IV, dedicato all'assistenza socio-sanitaria, garantisce ai pazienti percorsi assistenziali integrati e personalizzati, in base alle esigenze terapeutico-riabilitative degli assistiti.
  Vengono garantite, altresì, le cure palliative sia nel setting domiciliare sia presso strutture residenziali (Hospice).
  Concludo, auspicando che l'attuazione a livello regionale del Piano, appena sarà approvato, possa garantire cure e percorsi di riabilitazione più appropriati e uguali sul territorio nazionale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cancro

malattia

politica sanitaria